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Autore: Mew_vale    26/06/2017    2 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 61
 
 
 
[Olga]
Alex: Buongiorno raggio di sole! Come hanno dormito le due ragioni della mia vita? <3 <3 <3
Io: Buongiorno paparino! Insomma, non tanto bene. Non ho fatto che ripensare alla giornata di ieri. Ho fatto preoccupare tutti e se non fosse stato per il tuo ritorno avrei commesso la pazzia più grande della mia vita non che l’atto più riprovevole che una donna possa commettere verso la nuova vita che cresce dentro di lei…
Alex: Non ci pensare più piccola. Adesso sono tornato e non mi allontanerò più,te lo prometto… anzi ve lo prometto! 

 
E’ così che inizio questo nuovo giorno, con queste sue dolci parole d’amore. Sorrido come un ebete mentre mi rigiro nel letto pensando a lui. Una settimana fa è avvenuto l’incidente che gli ha sottratto la memoria e credevo di morire… credevo che la mia vita fosse finita! E invece eccoci qui: il mio Alexander mi ama nonostante l’amnesia… questo significa che è amore vero, quel tipo di amore che si vede solo nei film che vince su tutto e tutti! E fra circa 8 mesi partorirò il frutto del nostro amore. Oddio… partorirò!
 
Io: Oddio……………….
Alex: Cosa succede cucciola?? State bene???
Io: Sì, sì… Ho appena realizzato che fra 8 mesi sarò in sala parto a spingere e soffrire!! Le donne in tv sembrano soffrire tantissimo quando partoriscono!! 
Alex: -__-“ Non farmi prendere più certi spaventi. Oltretutto nei film recitano,amore! 
Io: E dei docu-reality che mi dici?? Per esempio “24 ore in sala parto” e simili! 
Alex: Cucciola… Spero vivamente che non soffrirai così tanto! Comunque ci sarò io a tenerti la mano,sarò lì! Non vedo l’ora.
Io: Ti amo tesoro mio! <3
Alex: Ti amo cucciola! <3 Hai fatto un’abbondante (e sana) colazione? 
Io: No, mi sono appena svegliata e sono ancora a letto. Sento da qui l’odore di caffè e mi viene la nausea! 
Alex: Dai, tra due mesi dovrebbero sparire le nausee.
Io: E tu cosa ne sai Mr. mammo? xD
Alex: Questa notte ho navigato su internet……
Io: Allora non sono l’unica a non aver dormito <3
Alex: Avrei voluto averti accanto e accarezzarti il ventre. Dai una carezza al topolino da parte del suo papà?
Io: Sarà fatto! (:

 
Abbasso le coperte, alzo la maglietta e mi accarezzo il basso ventre.
<< Topolino… Il tuo papà ha già deciso che sarai un maschietto! Sono curiosa di sapere a quali nomi ha pensato, sai? Perché sono sicura che oltre a cercare informazioni come se fosse lui incinto, abbia anche già pensato a qualche nome! Secondo me il tuo papà è un tipo da nomi classici, tu che dici? A me piacerebbe darti un nome insolito, perché tu sei speciale. >> Parlo al mio ventre. Mi prendo un attimo di pausa quando mi si forma un groppo in gola. Mi sforzo di non piangere.
<< Mi dispiace per quello che stavo per fare… Potrai mai perdonarmi? >> Gli o le domando con voce rotta, quando vengo distratta da un nuovo messaggino del mio Alex.
 
Alex: Su mammina, a fare colazione! 
Io: Ci provo! Sei pronto per questo pranzo di prova?
Alex: Di prova? Sì, sarà proprio una prova per i miei nervi! Altro che pranzo… Sarà una tavola rotonda durante la quale si decideranno cose che dovrebbero competere solo a me e a te!!! Comunque questa notte ho riflettuto anche su questo. Quando verrai da me più tardi ne parliamo a quattr’occhi io e te. Ti adoro!

 
Chissà cosa vorrà dire?
 
 
 
[Massimiliano]
La mia Giulia non fa che muovere nervosamente la gamba, mentre aspetta il suo turno di incontrare il medico.
<< Credi davvero che sia qualcosa di grave? >> Le domando, accarezzandole i suoi luminosi capelli biondi.
<< No amore mio, stai tranquillo! E’ che le visite mediche mi mettono sempre in agitazione. >> Risponde. Io sono preoccupato perché lo è lei!
<< Giulia Valencia? >> La chiama l’infermiera. La mia ragazza posa un lieve bacio sulle mie labbra e sparisce all’interno dello studiolo. Afferro il giornale del mattino ed inizio a sfogliarlo quando il mio cellulare vibra all’interno della tasca del jeans che indosso. Esco sulla scala anti incendio per non disturbare le altre donne, tra cui alcune gestanti, che aspettano di essere ricevute.
<< Ciao Jimmy. >> Lo saluto.
<< Ciao amico. Come stai? La casa nuova com’è? >> Esordisce.
<< Tutto bene. Ci siamo sistemati bene e sta assumendo le sembianze di un’abitazione, piano piano! Tu come stai? >> Gli domando.
<< Ti ricordi di quando ti ho parlato della mia ex Belen? >> Mi domanda. Faccio uno sforzo di memoria per cercare di ricordarmi di quella conversazione avuta una sera durante una cena casalinga nel suo appartamento, dove vivevo fino a una settimana fa.
<< Sì, dunque? >> Gli domando.
<< L’ho rivista nel bar dove lavora. E ha anche cercato di contattarmi. >> Mi racconta. Capisco il sottotesto: Jimmy si sente ancora attratto da Lena, ora più che mai visto che è tornata, e non trova giusto illudere questa Belen, per la seconda volta!
<< Io mi sento così stupido! E’ stupido smettere di vivere a causa di una come Lena… Non puoi immaginare quanto mi sforzi di non cercarla! Vorrei tanto scriverle o chiamarla… Ma farei la figura del citrullo! >> Si sfoga.
<< Ti capisco così bene perché ci sono passato da poco con Isabella! Anzi, la tua situazione è anche più chiara perché sai benissimo che Lena fa gli occhi dolci a Giulio. >>  Gli ricordo.
<< Dovrei richiamare Belen dici? >> Mi domanda.
<< Dopo tutto insieme a lei stavi bene, o sbaglio? Magari la seconda volta è quella buona!  >> Ipotizzo. Lo spero per lui! Spero che riesca a trovare la serenità in ambito sentimentale.
<< Mi è venuta un improvvisa voglia di cornetto caldo e cappuccino, sai? >> Interviene. Ridacchio.
<< Signore, scusi! Questa è un’uscita di emergenza non un balcone panoramico. Rientri la prego! >> Mi redarguisce la segretaria del dottore.
<< Mi scusi! >> Rispondo, rientrando. Mi allontano in un angolo e parlo sotto voce.
<< Dove sei? Ti ho disturbato? >> Mi domanda Jimmy.
<< No, tranquillo. Ho accompagnato Giulia dal…medico! >> Generalizzo.
<< Spero niente di grave. >> Si premura di sapere.
<< Spero di no. Bhe, è una cosa un po’ personale… Roba di donne! Ha strani dolori, strane perdite ma le mestruazioni non le arrivano. >> Riassumo, sperando che Giulia non se la prenda se condivido delle confidenze con colui che in questo poco tempo è diventato uno dei miei pochi amici.
<< Ah. >> Esclama semplicemente.
<< Non sarà niente di grave. >> Ripeto, tranquillamente.
<< Ti devo lasciare. Grazie per la chiacchierata! >> Saluta in maniera repentina.
<< Grazie a te. Ciao. >> Lo saluto. Non so se abbia udito il mio saluto dato che ha già chiuso il telefono!
 
 
[Giulia]
<< Giulia, che piacere rivederla. Come sei cresciuta! La tua famiglia come sta? >> Mi riceve il dottor Giuliano Estrada quando entro nel suo studio. Ci salutiamo con una stretta di mano.
<< Salve dottore. Molto bene, e la sua famiglia? >> Gli domando, accomodandomi su una delle due poltroncine poste di fronte al suo tavolo.
<< Molto bene,grazie. >> Risponde.
<< Mi fa piacere. Dottore colgo l’occasione per scusarmi dell’equivoco avvenuto alla festa, quando mio padre pensava che Carlos ed io… >> Intervengo. Lascio la frase in sospeso perché m’interrompe con un gesto della mano.
<< Nulla di grave, tranquilla. Allora, esponimi il problema. >> Mi esorta.
<< Aspettavo le mestruazioni 11 giorni fa e da 4 giorni soffro di crampi e di perdite rosa. >> Riassumo in poche parole. Il medico mugugna mentre prende appunti sul computer.
<< Vedo dalla sua scheda che abbiamo interrotto la pillola anticoncezionale due mesi fa quando ha accusato terribili mal di testa e sbalzi d’umore! >> Riassume.
<< E’ corretto. Da allora pratico sesso protetto con il profilattico. >> Assento e preciso.
<< Cosa ne dici se proviamo a fare una bella ecografia? Mettiti comoda e stenditi sul pettino dietro il paravento. >> M’invita il medico. Annuisco. Mi sento tremare… E se fosse davvero?.... No, non ci devo pensare! Mi tolgo il giubbotto, la sciarpa e mi stendo sul lettino.
<< Alza pure la camicetta. >> Mi prega il medico. Una volta aver eseguito il suo ordine spruzza un gel freddo sul mio ventre e da il via all’esame. Il medico mugugna.
<< Cosa vede dottore? >> Gli chiedo.
<< L’endometrio è inspessito di circa 13-15 mm! Solitamente questo è un tratto caratteristico della fase finale del ciclo mestruale. >> Mi spiega.
<< E allora per quale motivo non ho le mestruazioni? >> Gli domando. Deglutisco a vuoto.
<< Dottor Estrada…. Potrei essere incinta? >> Gli domando. Stringo i pugni lungo i fianchi.
<< Lo ritieni possibile? >> Mi domanda.
<< Con il mio attuale partner con cui ho avuto il primo rapporto circa tre settimane fa ho avuto sempre rapporti protetti… Ma prima di allora, circa cinque settimane fa, ho avuto un rapporto non protetto… >> Confesso, pensando alle scappatelle con Diego. Sarebbe una catastrofe! La sera delle sua festa di fidanzamento abbiamo praticato sesso non protetto, non avevo il profilattico come quando ci siamo incontrati nel suo ufficio.
<< No, Giulia, lo escluderei. Se tu fossi incinta saresti in una fase iniziale! Se fossi incinta di cinque settimane a quest’ora vedresti il tuo bimbo su quel monitor! >> Mi assicura. Traggo un sospiro di sollievo.
<< Comunque non escluderei la possibilità di una gravidanza in fase iniziale. Per sicurezza facciamo un esame delle beta HCG tramite esame del sangue, va bene? >> Propone. Annuisco. Afferro un fazzolettino e mi pulisco il ventre poi il medico m’invita a spostarmi nella stanza adiacente per il prelievo del sangue.
 
 
 
[Giulio]
Riccioli d’oro… la chiamerò così! Ma quanto è bella? Accarezzo molto delicatamente i suoi capelli perché non la voglio svegliare. Il mio intento di coccolarla nel sonno viene disturbato dal mio cellulare che squilla. Lo afferro con uno scatto e pongo fine all’ennesima chiamata di quella stalker scassa palle di Lena. Possibile che si attacchi come una piattola dopo una o due scopate?! La mia fidanzata mugugna mentre si mette supina e si stropiccia gli occhi.
<< Buongiorno. Non volevo ti svegliassi così. >> Intervengo augurandole una buona giornata.
<< Un bacio sarebbe stato meglio, in effetti. >>
<< L’accontento subito, mia regina. >> Acconsento, piegandomi su di lei per baciare le sue labbra carnose.
<< Senti, di tua madre non ci sono ancora notizie, per fortuna! Io ne approfitterei per prepararti una prelibata colazione! >> Propongo prima di catturarle un altro bacio.
<< Ugo non mi farà più sfilare! >> Ironizza.
<< Vorrà dire che ci faremo 10 km di bicicletta ogni sera. >> Propongo. Mi guarda torvo.
<< Anche no! Se vuoi posso provare a seguirti in palestra, o in piscina! Perché non facciamo nuoto? Ma la bici no! Ci sarà un motivo se la mia è abitata da varie specie di ragni? >> Afferma. Sorrido.
<< Tu riposa ancora un pochino. Ti chiamo io quando la colazione è pronta. >> Le propongo.
<< Dovrei essere io a consolare e viziare te, vista la scoperta che hai fatto ieri sera. >> Mi rammenta, accarezzandomi la guancia. Mi beo di questa attenzione.
<< Per me è bastato averti accanto questa notte per scacciare tutti i pensieri. >> Le rispondo prima di rubarle un altro bacio.
 
 
 
[Lena]
Magari sta ancora dormendo e non lo ha sentito? Riprovo! Mi mordicchio l’unghia del pollice e sono sempre in ansia mentre aspetto che risponda. E il miracolo avviene!
<< Giulio! >> Esclamo, euforica, quando risponde.
<< No, non sono Giulio! Posso sapere cosa diavolo vuoi ancora dal mio fidanzato? Sei fresca di lobotomia, per caso? Non ti ha già spiegato a fatti oltre che a parole che non devi più rompergli le palle? >> Mi domanda come un fiume in piena quell’acciuga di una biondina con le tette rifatte e due canotti al posto delle labbra, quando risponde al telefono di Giulio.
<< Passamelo! >> Mi limito ad ordinarle.
<< Vabbè che questo tipo di cellulare può andare sott’acqua, ma non mi sembra un motivo sufficiente per cui io debba passarti il mio ragazzo mentre fa la doccia. Oltretutto sto per raggiungerlo! >> Esclama gongolando. Chiudo la comunicazione.
<< MALEDETTA! SEI SOLO UNA BAMBOLA GONFIABILE PER LUI, E PRESTO LA TUA FAVOLA AVRA’ FINE! >> Urlo risentita, mentre premo il cellulare contro il letto. Le mie urla attirano mio fratello e i miei zii.
<< Cara, cosa succede? >> Mi domanda mia zia.
<< Niente, non succede niente! >> Esclamo contrita sbattendo le coperte giù dal letto. Marcio verso la cucina sbattendo i piedi per terra.
<< Lena, che cavolo ti prende? >> Mi domanda mio fratello, afferrandomi per un braccio.
<< Lobotomizzata ci sarà lei, visto che è piena di silicone fino alle orecchie! E’ impossibile che quella sia tutta roba sua! La detesto e me la pagherà! >> Mi sfogo.
<< Vabbè, torno a fare colazione, ma tu continua pure con il tuo monologo che io ti ascolto! >> Mi prende in giro mio fratello.
 
 
 
[David]
E’ lo squillo del fisso dell’albergo a svegliarci. Afferro la cornetta con gli occhi ancora chiusi.
“Buongiorno signori Valencia, sono le nove di mattina e questa è la sveglia che avete richiesto.”
Sento dire da una voce femminile “Signori Valencia”, come se fossimo sposati e fossimo in luna di miele. Magari!
<< Grazie. >> Bofonchio prima di porre la cornetta sul suo alloggiamento. Avvolgo la mia bella che dorme a pancia in su e sta per svegliarsi, visto che mugugna.
<< Buongiorno amore mio. >> Le auguro. Si gira sul fianco sinistro perciò ci ritroviamo vis a vis.
<< Buongiorno amore mio. Mi hai privato di tutte le mie energie ieri sera, lo sai? >> Mi ricorda. Sorrido con gli occhi chiusi. Nessuna delle mie ex mi ha descritto come un amante talmente focoso e abile… Sarà lei che mi ispira?
<< Senti chi parla. Non ho neanche la forza di aprire gli occhi. >> Rispondo. Mi sporgo verso di lei e le regalo il bacio del buongiorno sulla guancia. Apriamo gli occhi. Ma quanto bella è?
<< Mi guardi perché sembro uno zombie, vero? Dovrei svegliarmi prima di te, fare una doccia, lavarmi i denti, truccarmi, pettinarmi e tornare a letto per farmi trovare… >> Blatera. Interrompo queste chiacchiere catturando le sue labbra in un vero bacio del buongiorno!
<< Ti guardo perché ti amo e perché sono felice di svegliarmi accanto a te! Di avere il privilegio di poterti vedere con i capelli spettinati e gli occhi ancora incollati. E non ti serve il trucco! >> Le rammento. E’ talmente bella al naturale! Sorride.
<< Andiamo in barca oggi? >> Mi domanda cambiando completamente argomento. Mi stendo a pancia in su e lei posa la testa sul mio torace. Le accarezzo i capelli.
<< Sì, mia marinaia. Siamo fortunati visto che il tempo lo concede! Ma lasciamo qui i cellulari! >> Decido.
<< Certamente! >> Acconsente. I nostri smartphones squillano nello stesso istante. Ecco, appunto!
<< E’ Roberta. >> Annuncia la mia ragazza, afferrando il suo, prima di rispondere. Io noto che è Giulio a chiamarmi. Che castigo di Dio!
<< Giulio, buongiorno. >> Gli auguro. Nel frattempo capto alcuni spezzoni della conversazione che la mia ragazza sta avendo con mia sorella.
<< Sì, noi tutto bene… Ma dici sul serio?! Il primo nipotino! E’ bellissimo!... >> Cosa?! Mia sorella è incinta? Di già? Sarò zio!
<< Ciao. Non ho chiuso occhio. E magari fosse stato per numeri acrobatici! >> Annuncia.
<< Ritroveremo il sonno quando supereremo la sorpresa. Hai pensato a cosa le dirai quando confermerà i nostri sospetti? >> Gli domando.
<< Qualcosa tipo “scappa finché sei in tempo”? >> Ironizza.
<< No, pensavo a qualcosa di un po’ più vicino ad un benvenuto in famiglia! >> Preciso.
<< David… Devo spiegarti io che non ci so fare con queste cose sentimentali? Non ho la più pallida idea di come debba comportarmi! >> Mi porto una mano in fronte.
<< Vabbè… Limitati a non fare l’imbecille. >> Rispondo.
<< Perciò Nicola ha preso bene le due notizie? >> Sento chiedere alla mia ragazza verso sua sorella. Cioè la notizia del fidanzamento e quella di questa inaspettata gravidanza (anche se i conti non tornano)?
<< Grazie! Ti lascio alla tua giornata di mare. Salutami Camilla. >> Si congeda.
<< Grazie, ricambia, saluta Silvia. Questo pomeriggio saremo fuori in barca e saremo irraggiungibili ma stasera ti telefono per i dettagli, ok? Ciao. >> Lo saluto. Anche la mia ragazza ha terminato la sua conversazione con Roberta.
<< Ho una bella notizia! >> Annuncia la mia ragazza.
<< Ho sentito! E’ una sorpresa piuttosto spiazzante visto che i conti non tornano… Oddio non sarà di… >> Penso all’improvviso. Di Leon??
<< Come non tornano? I due si sono conosciuti agli inizi di Gennaio, ad oggi 5 settimane fa esatte. >> Mi spiega.
<< No, un secondo! Perciò prima di Leon stava con un altro? >> Le domando piuttosto shoccato.
<< Ma cosa hai capito?! Non è Roby ad essere incinta. Olga aspetta un bambino da Alexander! >> Precisa. Traggo un sospiro.
<< Ah, ok! Comunque che bella notizia, staranno festeggiando lì a Miami. >> Immagino.
<< Oggi ci sarà un mega pranzo a casa di tua zia. Roberta è piuttosto turbata dalla presenza dei tuoi. Ieri sera stava per litigare con tuo padre e lui e Lorenzo stavano per azzuffarsi di nuovo. >> Sospiro sconsolato.
<< Non mi aspettavo che facessero pace in un week end. Hanno detto a Nicola e Leonora del loro fidanzamento? >> Le domando. Annuisce.
<< Nicola sembra aver accusato bene il colpo! Staremo a vedere. >>
<< Non l’avrà presa peggio di tuo padre quando scoprì di noi due… >> Osservo.
<< Ma ora basta parlare degli altri. >> Sentenzia la mia ragazza. Afferra i nostri cellulari, li spegne e li richiude in un cassetto. Sorrido prima di catturare le sue labbra in un bacio. Ci dimeniamo talmente tanto che finiamo quasi distesi sul letto, io sopra di lei. Ridacchia quando la prendo in braccio e la trasporto in bagno. Se solo penso che domani mattina abbiamo l’aereo di rientro…!
 
 
 
[Cèsar]
Io: Non vedo l’ora di poter vivere insieme e di darti la buona notte e il buon giorno con dei baci… <3
Mich: Spero che questo progetto si realizzi presto! <3 
Io: Credi che ci sarà anche il vero padre di tuo cugino al pranzo di oggi?
Mich: Non saprei! Mia zia come giustificherebbe la sua presenza? 

 
<< Buongiorno! >> Esclama mia sorella Olga sorridente, quando entra in sala da pranzo, distraendo me dal mio messaggiare e Roberta e Lorenzo dalle loro effusioni mattutine.
<< Cos’è, un banchetto di nozze?! >> Domanda osservando il tavolo imbandito che neanche al quindicesimo compleanno di George di Cambridge!
<< Credo che nostra madre si sia alzata alle 5 per cucinare! >> Ipotizzo.
<< Buongiorno, come stai? >> Le domanda Roberta.
<< Ho lo stomaco in subbuglio. Proverò a mangiare della frutta ma so già che due minuti dopo la vomiterò. >> Risponde, occupando uno dei posti vuoti a tavola.
<< Buongiorno, e grazie per il quadretto che mi hai offerto. Ti ricordo che io sto mangiando e ho una gran fame! >> La redarguisce Lorenzo.
<< Buongiorno anche a te…. Cognatino! Immagino che papà non sia in casa visto che siete attaccati come una ventosa al vetro! >> Osserva Olga.
<< Sono andati in enoteca a scegliere un presente per il pranzo. Olga, credi che sarà presente anche Mario Calderon? >> Le domando mentre versa generose cucchiaiate di macedonia in una coppetta.
<< Marcella come giustificherebbe la sua presenza? >> Si domanda Olga.
<< Ha posto lo stesso quesito anche Mich, in effetti. >> Confesso.
<< Io non so ancora come farò a non dirgli niente! >> Esclama mentre mastica la frutta.
<< Di cosa state parlando? >> Ci interrompe Roberta.
<< In effetti ieri sera anch’io mi sono chiesto cosa ci facesse quel tipo. Non è che voi sapete qualcosa a proposito? >> Ci domanda Lorenzo. Olga ed io ci scambiamo uno sguardo.
<< Promettete di tenere la bocca chiusa, specialmente con Alexander? >> Mi faccio giurare. Annuiscono all’unisono.
<< Michael ha sentito la madre di Alexander litigare con Russell. L’oggetto della questione riguardava la parentela tra Alex e Calderon… sono padre e figlio! >> Confessa Olga. Lorenzo per poco non si strozza con il succo di frutta.
<< Che??! >> Domanda/esclama un’incredula Roberta.
<< Sbaglio o dal quel poco che ci hanno raccontato i nostri genitori Calderon e Marcella erano come il diavolo e l’acqua santa? >> Pone il quesito Lorenzo.
<< Evidentemente paradiso e inferno, almeno in un occasione, sono andati d’accordo? >> Chiosa Roberta.
 

[Paola]
Apro gli occhi lentamente e ci metto un po’ di tempo per mettere a fuoco l’ambiente attorno a me, solo dopo qualche secondo mi rendo conto che mi è estranea questa stanza. Mi siedo sul letto osservando la stanza arredata in modo spartano con varie sfumature di marrone. Anche se non sono svestita (il che è un sollievo) mi porto istintivamente le coperte al petto quando la porta si apre.
<< Ah,sei sveglia! Buongiorno. Caffè. >> Mi augura Alec, posando sul comodino un vassoio con caffè, un succo di frutta di colore rosso (sarà arancia rossa? La detesto!) e dei biscottini.
<< Non so come tu prenda il caffè, o se l’arancia rossa ti piaccia! In alternativa ho del succo d’ananas. >> Mi spiega.
<< Ananas, andrà bene ananas. Mi gira un po’ la testa! >> Ammetto.
<< Hai bevuto qualche birra di troppo e ti sei addormentata durante il tragitto di ritorno. Perciò ti ho portata a casa mia. >> Mi racconta. Che figura!
<< E la mia auto? >> Gli domando.
<< E’ rimasta nel parcheggio del palazzetto. Sono stati così comprensivi. Ho assicurato loro che saresti andata oggi a ritirarla, ti potrei accompagnare li nel pomeriggio? >> Propone. Annuisco mentre mi sporgo per afferrare la tazza di caffè.
<< Alec, noi…. Dove hai dormito? >> Gli domando, dando per scontato che questa sia la sua stanza.
<< Tranquilla. Ho dormito sul divano. >> Mi assicura.
<< Mi dispiace che tu abbia dovuto dormire sul divano a causa mia… Solitamente reggo meglio l’alcol! >> Mi giustifico. Sorride comprensivo.
<< Spero di non essere stata fastidiosa. >> Mi auguro. Magari ho iniziato a chiacchierare troppo come faccio quando bevo troppo?
<< No. “Fastidiosa” non è il termine che userei! “Affettuosa” direi, piuttosto. >> Asserisce, sorridendo contento. Avvampo.
<< Cosa intendi con “affettuosa”? >> Domando. Oddio, non gli sarò saltata addosso come se non vedessi un uomo dal mesolitico?! Si inginocchia sul letto e posa le sue labbra sulle mie. Sento in tremito attraversami la schiena.
<< Questo! >> Esclama, lasciandomi spiazzata.
<< Succo d’ananas in arrivo! >> Afferma strizzandomi l’occhio. Sorrido quando abbandona la stanza per tornare in cucina.
 
 
[Grace]
Mentre fisso il soffitto di quella che è la mia stanza da letto che occupo nell’attico di Bogotà ripenso a quanto successo ieri sera quando sono rientrata a casa.
 
Solo durante il tragitto verso casa mia mi sono resa veramente conto di aver condiviso questa storia non che il mio segreto più intimo con un perfetto estraneo. La verità è che mi piace davvero tantissimo, tanto da fissare le sue foto su instagram per momenti interminabili, tanto da condividere con lui una storia così intima. E quelle ore passate insieme sono state la miccia che ha acceso il mio cuore il quale batte all’impazzata. L'ho guardato di sbieco sperando, non so, di guardarci nello stesso istante ma lui era concentrato sulla strada. Non mi nota proprio! La sua è stata solo gentilezza.
<< Sei sicura di stare bene? >> Si è assicurato quando ha accostato sotto il mio palazzo. ho annuito con il capo.
<< Grazie per il gelato e per avermi ascoltata. >> L'ho ringraziato,  pensando al fatto che probabilmente quella serata non si replicherà mai! 
<< Mi ha fatto piacere. Il tuo segreto è al sicuro con me. >> Mi ha assicurato. “Chiedimi il numero, ti prego!” mi ripetevo. Non avevo il coraggio di farlo! Invece di farmi coraggio ho aperto lo sportello per abbandonare la sua auto. Penserà di me che sia una ragazzina! 
<< Buonanotte. >> Gli ho augurato, una volta richiuso lo sportello dell’auto.
<< Anche a te. >> Mi ha risposto, prima di sterzare verso sinistra e riprendere la marcia. Ho perso un’occasione, l’unica occasione, è questa la realtà! 
Una volta rientrata in casa ho trovato papà seduto nella penombra a leggere un libro. La casa mi è sembrata troppo silenziosa.
<< Ciao papà. Alma? >> Ho chiesto subito, visto il silenzio da obitorio.
<< Ciao tesoro. Alma se n’è andata. >> Ha annunciato senza preamboli. Ip ip urrà!
<< Ah. Come mai? Avete discusso? >> Ho chiesto, fingendo di non avergli sentiti discutere. Papà mi è venuto incontro e mi ha baciato la fronte.
<< Sì. Si vede che non era la donna giusta per me? >> Si è chiesto sospirando. Nemmeno mamma lo era? Ho deglutito a vuoto.
<< Perché avete discusso? >> Ho chiesto, anziché dare voce alla domanda che la mia testa aveva suggerito.
<< Alma è gelosa di Beatrice Pinzon. >> Ha confessato. Ho sentito un nodo formarsi in gola.
<< E ne ha ragione? >> Gli ho domandato. Mi ha guardata come se avessi detto un eresia.
<< No, quella è una storia morta e sepolta. Non nego che rivederla mi abbia rievocato il passato, perché sono ricordi piacevoli. Non provo più niente per Beatrice se non un nostalgico affetto. >> Mi ha risposto. No, non può essere la verità o anni fa non avrebbe scritto quelle parole! Ripensando a quella lettera ho ripensato anche alla morte della mia mamma e gli occhi mi si sono riempiti di lacrime.  
<< Grace, che ti prende? >> Mi ha chiesto, accarezzandomi una gota.
<< “… Lasciatelo dire, hai tra figli davvero splendidi. Quanto vorrei conoscere i loro nomi! Insieme formate una bella famiglia, sono contento che tu sia felice, nonostante tu non abbia scelto me. Quanto vorrei bere un caffè insieme a te e confidarti cose che porto dentro. Se fossi rimasta con me magari mi avresti reso felice, più di quanto abbia fatto la donna che ho sposato… “ >> Ho recitato, più o meno a memoria, questa frase estrapolata da quella lettera, di cui anche Alma parlava ieri, con la voce tremante. La mascella di mio padre per poco non cadeva sul pavimento.
<< C-come fai a conoscere questa frase? >> Mi ha chiesto.
<< La conosco! Poco fa quando stavate discutendo Alma parlava di questa lettera, vero? Hai amato Beatrice più della mamma? Non hai mai amato la mamma! >> Ho esclamato alla fine di una serie di domande, scoppiando a piangere. Mi sono sentita così libera! Mi portavo dentro questa domanda da anni! Papà mi ha abbracciato immediatamente.
<< No! Non è vero questo! >> Ha esclamato perentorio.
<< Invece è così! Sennò perché hai scritto quella lettera e Alma è così gelosa? >> Gli ho chiesto. Papà mi ha accarezzato entrambe le guance costringendomi a guardarlo negli occhi.
<< Ti dico che non è così! Non ho amato nessun’altra donna più della mamma, nonostante tutto. Quella lettera la scrissi in un momento di crisi… Era un brutto momento e quel giorno avevo casualmente visto Beatrice con Armando in spiaggia, insieme ai loro figli. >> Mi ha raccontato. 
<< Cosa vuol dire che hai amato la mamma nonostante tutto? >> Gli ho chiesto. Si è raggelato e i suoi occhi si sono inumiditi.
<< Grace, io… non te lo posso dire. >> Si è limitato a rispondere.
<< Riguarda la mamma? Non pensi che Theo ed io abbiamo diritto di sapere qualcosa che la riguarda? >> Gli ho fatto osservare.
<< Non voglio che l’immagine che hai sempre avuto della mamma venga stravolta. >> Che cavolo voleva dire? Alla fine ha ceduto, davanti al mio sguardo spaventato e supplichevole di verità.
<< Ricorderai che prima… che litigavamo molto! Il nostro matrimonio non è sempre stato rosa e fiori, specialmente negli ultimi tempi. Io non ve l’ho mai detto per non oltraggiare la sua memoria e perché se ci ripenso oggi rimpiango di non aver saputo superare quel torto e perdonarla! Ho sprecato gli ultimi istanti passati insieme! >> Si sfoga.
<< Che cosa era successo tra di voi? >> Gli ho chiesto.
<< Pochi mesi prima avevo scoperto che la mamma aveva un amante. Era un suo collega di lavoro. E non era la prima volta. >> Mi ha confessato. Mi sono sentita tremare la terra sotto i piedi e le gambe diventare di gelatina! Ho sempre pensato che mio padre avesse sposato la mamma per ovviare alla solitudine lasciata dalla batosta infertagli da Beatrice e che mia madre fosse sempre stata una moglie irreprensibile. Invece papà ha nascosto la verità per non ferirmi!
<< Quella lettera la scrissi in un momento di crisi. Avevo appena scoperto molte cose sua tua madre, poi ho visto Beatrice… era una lettera di sfogo e il giorno dopo mi sono pentito di averla scritta. Ma l’ho conservata… Non so nemmeno io perché l’ho tenuta! Se l’avessi bruciata… Tutto sarebbe andato diversamente! >> Ha esclamato prima di scoppiare in lacrime. Gli ho allacciato le braccia al collo, completamente sconvolta, lasciando che inzuppasse di lacrime il vestito che indossavo.
 
Visto che sono una codarda non ho avuto il coraggio di raccontargli che quella notte fui io a leggere la lettera e che non mi sono fatta avanti mettendo fine al litigio tra di loro. Se lo avessi fatto cosa sarebbe cambiato? La mamma sarebbe lo stesso uscita di casa per fare la spesa per poi essere coinvolta in quell’incidente e morire? Oppure avrebbe tardato di quell’attimo sufficiente per salvarle la vita e al suo posto sarebbe morto qualcun altro? Queste domande mi tormenteranno per tutta la vita! Mi libero tal tepore delle coperte e faccio in tempo ad appoggiare i piedi sullo scendiletto quando una notifica dal mio facebook mobile attira la mia attenzione. Il mio cuore sembra una mitraglietta. Sullo sfondo della home del mio galaxy c’è un tondino con il numeretto “1” in parte e quello nella foto parrebbe proprio Leon. Con tutte le volte che ho sbirciato il suo profilo vuoi che non riconosca la sua foto profilo? Mi ha inviato un messaggio su facebook con annessa richiesta di amicizia.
 
Leon: Buongiorno, spero tu stia meglio rispetto ieri sera e che non ti dispiaccia se ti ho inviato la richiesta di amicizia. 
Io: Buongiorno. No, non mi dispiace e l’ho appena accettata. Quanto a me potrebbe andare meglio! Per lo meno ieri sera papà ed io abbiamo parlato… 
Leon: E’ una buona notizia, ed è un inizio. Mi ha fatto piacere sentirti, passa un buon Sabato. Ho ospiti a pranzo perciò ho mille cose da fare. Volevo semplicemente assicurarmi che fosse tutto ok. 
Io: Sì, tutto ok, più o meno. Grazie per l’interessamento e buon Sabato a te.

 
Lui risponde inviando il pollice blu. Mi stendo sul letto portando il cellulare sul mio cuore palpitante.
<< Buongiorno! >> Mi distrae dalle mie fantasie romantiche mio fratello, affacciandosi nella mia stanza.
<< Buongiorno. >> Lo saluto. Ha una faccia!
<< Papà mi ha detto tutto quanto. >> Rivela. Ecco come mai ha quella faccia… Si siede accanto a me e poso la testa sulla sua spalla.
<< Papà ha amato tanto la mamma, nonostante quello che lei ha fatto! Quella lettera devi inserirla in tutto il contesto per comprenderne il senso. Era solo uno sfogo! >> Mi fa osservare.
<< Adesso che ho il quadro d’insieme lo so. >> Rispondo con a bassa voce.
<< Papà ti aspetta per fare colazione. >> Mi riferisce.
<< Di Alma ci sono notizie? >> Chiedo.
<< No. Poco male! Papà merita di meglio non un arrivista come lei. Se fossero sposati in procinto di divorziare lei resterebbe in mutande, ma che dico? Neanche, visto che pure quelle le ha acquistate nostro padre! >> Esclama strappandomi un sorriso. Sarebbe bello se papà incontrasse di nuovo l’amore visto che è ancora giovane e bellissimo!  
 
 
 
[Diego]
Mi sono svegliato mezz’ora fa e da allora sono rimasto sul fianco ad ammirala. Finalmente ha dormito per tutta la notte! Ha passato notti insonni tormentosi su questa storia di suo padre e magari adesso che ha risolto il mistero è un po’ più serena? Solo quando noto le sue palpebre tremare mi rendo conto che sta per svegliarsi. Il mio cuore e la mia vita si riempiono di gioia ogni mattina non appena ammiro i suoi occhioni azzurri!
<< Buongiorno fragolina! >> La saluto. Mi protendo in avanti e bacio le sue labbra.
<< Buongiorno amore mio. >> Risponde.
<< Hai dormito bene? >> Le domando per assicurarmene.
<< Sì, veramente. Come non mi accadeva da tempo! Nonostante la scoperta fatta ieri. >>
<< Perché, evidentemente, la tua mente ha smesso di vagare adesso che sai chi è tuo padre. Ti sei tolta un pensiero! >> Ipotizzo.
<< L’ostacolo più grande sarà affrontare lui e sua moglie. La banda ha descritto quella donna come un’arpia! Quei due sono stati capaci di abbandonare Roberta, nata dal ventre di Patrizia, cosa potrebbero fare a me, la figlia della loro cameriera? Distruggerò il loro menage quando Patrizia saprà che suo marito la tradì con mia madre. >> Proferisce la mia fragolina. Le accarezzo una guancia.
<< Non è mica colpa tua? Non devi rinunciare a conoscere di diritto tuo padre e ad essere riconosciuta da lui solo perché non ha avuto il coraggio di dire a sua moglie di averla tradita. >> Chioso.
<< Ho paura di non essere creduta e di essere additata come un’arrampicatrice sociale. >> Mi rivela. Cingo con la mia mano il suo esile collo e quasi la sovrasto con mio corpo, come quando facciamo l’amore.
<< Non voglio sentire neanche per scherzo queste sciocchezze. Chiunque dirà questo di te dovrà vedersela con me! >> Le prometto. A costo di tagliare lingue maligne e di collezionarle come trofei! Mi abbraccia forte nascondendo la testa nell’incavo del mio collo. Immergo in naso nei suoi capelli, ne aspiro l’olezzo di mela verde e poso un bacio sul suo capo.
<< Hai fame? >> Le domando. Annuisce.
<< Sono stata una pessima fidanzata di recente, non ti ho più preparato la colazione. Omelette o pancakes? >> Mi domanda. Pessima fidanzata? Non potrebbe mai esserlo!
<< Io non mi sono sentito trascurato. Non potresti mai essere una pessima fidanzata. Sei il mio angioletto e sei perfetta, sempre! E poi un vero rapporto di coppia è fatto di dare e avere. Io prendo da te quando mi prepari la colazione e la cena, quando rassetti il letto, quando mi massaggi le spalle. E’ stato bello fare qualcosa per te in questi giorni… consolandoti e coccolandoti! Non mi è dispiaciuto affatto. >> Le assicuro, intervallando le parole con dei baci lungo la sua spalla sinistra e il suo collo. Sorride prima di immergere le mani tra i miei capelli.
 
 
[Daniele]
Marcella è più carica di una pila. Ha già cominciato a tirare fuori il servizio buono e i bicchieri di cristallo, anche se mancano ancora 3 ore al pranzo, mentre io sto ancora consumando la prima colazione! La povera Brigida è sveglia dalle 5 per spolverare tutta la casa che francamente mi sembra abbastanza pulita!
<< Hai chiamato Russell? >> Mi domanda prendendosi un attimo di pausa. Sembra un generale che allena i cadetti!
<< Sì, per la sesta volta, ed è sempre spento! >> Le ribadisco. Si siede e Patrizia le accarezza i capelli.
<< E’ un pranzo di prova tra le due famiglie, non può disertarlo! >> Si lamenta.
<< Francamente questo avresti dovuto dirlo a lui ieri sera anziché fare scena muta. Lo hai tagliato fuori riguardo le decisioni sulla questione e lui ha accontentato i tuoi desideri. >> La redarguisco. Ok, ha tradito sia la fiducia di Marcella sia quella di Alexander ma è ancora suo padre, per come la vedo io è l’unico ad avere dei diritti su quel ragazzo.
<< Volevo solo ferirlo, se lo merita. Ma ha ragione: ha cresciuto Alexander come se fosse stato suo…. >>
<< Alexander! Michael! Buongiorno! Avete dormito bene? >> Strilla Patrizia, interrompendo mia sorella. Ci voltiamo verso le scale da cui scendono mio nipote e mio figlio. Per fortuna non abbiamo inserito Calderon nella conversazione e sempre per fortuna ogni tanto anche mia moglie si rende utile.
<< Buongiorno. Zia, ti ricordo che non siamo sordi. >> Afferma Alex.
<< Buongiorno. >> Saluta mio figlio.
<< Buongiorno. >> Salutiamo coralmente io, Mariabeatrice e Brigida.
<< Buongiorno. Del caffè? >> Gli domanda sua madre.
<< Sì, mamma. >> Accetta lui, baciandole il capo.
 
 
 
[Giulio]
Rido divertito dalla sua gelosia. E sì, anche perché godo nell’immaginare il viso rosso di rabbia di quella rompi palle! Spero che adesso mi lasci in pace.
<< Io non ci trovo niente da ridere! Ti avviso: dovrai coprire un omicida se dovessi trovare un altro suo messaggio o una sua chiamata! >> Si lamenta. Afferro il suo mento con due dita.
<< Potrei anche innamorarmi di una come te. >> Mi scappa. Che cazzo ho detto? E’ stato istintivo! Osservo i suoi brillanti occhi verdi.
<< Attento a quello che dici Giulio Valencia. Ieri sera mi hai assicurato che non diresti mai determinate cose senza sentirle davvero. >> Mi ricorda.
<< E’ stato istintivo, come se il mio filtro si fosse rotto! Ho sentito il cuore battere forte e queste parole mi sono scappate. >> Confesso. Non so nemmeno io come spiegare quello che è successo! Ma sì, di lei potrei anche innamorarmi follemente. Ci avviciniamo vicendevolmente e ci scambiamo un bacio che pochi istanti dopo viene interrotto dallo squillo del mio cellulare.
<< Prepara il badile! >> Esclama. Ridacchio.
<< E’ mia sorella… Giulia. >> Specifico infine. Dire “mia sorella” è troppo generico, ormai!
<< Giulia! Buongiorno. >> La saluto.
<< Potrei essere incinta! >> Taglia corto. Per poco la mascella non mi si stacca per cadere per terra.
<< Mi prendi per il culo? E di chi? >> Mi viene istintivo chiedere, pur non essendo una bella domanda da fare proprio alla tua sorellina di 20 anni!
<< Di Massimiliano, questa è la bella notizia. Il dottor Estrada ha detto che se fossi incinta sarei in una fase iniziale, e con Diego sono stata 5 settimane fa. Se fosse suo si vedrebbe il feto e si sentirebbe il battito cardiaco invece sul monitor non si vedeva niente se non il mio endometrio ingrossato. >> Per me è arabo ciò che sta dicendo!
<< Facciamo finta che io abbia capito tutto quello che hai detto. L’importante è che non sia di Diego. >> Mi scappa. La mia ragazza, nota per la perspicacia, tossisce visto che si strozza con un pezzo di biscotto.
<< Un figlio…. Ho 20 anni, una carriera brillante, sto da poco con il mio ragazzo! >> Elenca.
<< Sarebbe una notizia tanto nefasta? >> Le domando.
<< No… Sì… Mi sento così confusa! Devo aspettare gli esiti dell’esame del sangue per esserne sicura. Non capisco come possa essere successo! Massi ed io abbiamo sempre usato precauzioni! >> Ah bhe, di questo ne sono testimone io che mi sono preso un ceffone da papà a causa della cartina del profilattico che ha rinvenuto nel suo studio ovvero il luogo del delitto.
<< Si sarà rotto? >> Adduco come ipotesi.
<< Non lo so…. >> Risponde pensierosa.
<< A lui non hai detto niente sull’esito della visita? >> Le domando.
<< No. Gli ho detto che bisogna aspettare gli esiti degli esami del sangue. Giulio… io non gli ho ancora detto di Diego! >> Confessa. Mi porto una mano alla fronte.
<< Bhe, fallo e alla svelta, prima che escano quei risultati. Lo sanno tutti: prima la brutta notizia poi quella bella! >> Le consiglio.
<< Penserà che sia rimasta incinta di Diego! >> Esclama dipingendo uno scenario tragico.
<< La matematica non è un opinione! Né la medicina. E i miei pugni solo letali. Mandalo al mio indirizzo se oserà dubitare! >> Esclamo.
<< Ho talmente paura… >> Rivela abbattendo le sue barriere.
<< Andrà tutto bene, vedrai. Quel ragazzo ha addirittura affrontato papà per te! Sarà felice se dovessi essere incinta. >> Le assicuro.
<< Grazie fratellone. Sta arrivando con la mia auto, ti lascio! >> Mi congeda.
<< Ciao! >> La saluto. Quando pongo fine alla conversazione la mia ragazza mi guarda come un pesce lesso.
<< Prima che ti venga un travaso di bile: non sarebbe incinta di Diego! I conti non tornerebbero! >> Le assicuro.
 
 
 
[Alma]
<< E COSA DOVREI FARE?! SOPPORTARE CHE TU NON VUOI LASCIARE BOGOTA’ PERCHE’ HAI RIVISTO LA TUA EX?! >> Gli ho urlato addosso. Il mio uomo si sta ancora leccando le ferite inferte nel neolitico da una donna con cui ha avuto una storia più breve di un temporale estivo e non dovrei dire nulla?!
<< QUANTE VOLTE TE LO DEVO DIRE CHE NON VOGLIO RESTARE QUI PER BETTY? VOGLIO OCCUPARMI ANCHE DEL RISTORANTE DI BOGOTA’! >> Mi ha risposto lui, urlando altrettanto forte.
<< ED E’ PER QUESTO CHE TI HO SORPRESO A LEGGERE UNA SUA VECCHIA LETTERA CON LE LACRIME AGLI OCCHI QUANDO SONO ENTRATA QUI?! >>Ho strillato di rimando.
<< Tu non hai la più pallida idea di cosa significhi per me rileggere questa lettera. >> Ha risposto abbassando il tono di voce.
<< Rivedi Beatrice e poi di trovo in un lago di lacrime mentre rileggi una lettera che le hai scritto anni fa,cosa dovrei pensare?! TU NON HAI MAI SMESSO DI AMARLA! HAI SPOSATO TUA MOGLIE SAPENDOLO E ADESSO STAI CON ME… Ma che uomo sei? >> L’ho offeso brutalmente. Michel è scattato in piedi guardandomi con un’ira mai vista prima nei suoi occhi celesti. Magari, se non ci fosse stato il tavolo e separarci, mi avrebbe dato un ceffone.
<< Tu non hai la minima idea di come stanno le cose. >> Mi ha accusata duramente, scandendo bene le parole.
<< E allora dimmelo! Cosa sono io per te? Una bella statuina, un diversivo sessuale? SONO LA TUA FIDANZATA E NON TI CONFIDI MAI CON ME! >> Mi sono lamentata. Servivo solo a scaldargli le notti?
<< Alma… Forse non ti amo più intensamente come all’inizio! >> Ha rivelato, trafiggendo il mio cuore. 
<< O ti rimangi subito quello che hai detto o me ne vado! >> Ho esclamato con la voce tramante e gli occhi lucidi.
<< Mi dispiace! >> Si è limitato ad esclamare.
<< Michel, guarda che me ne vado! >> Ho ribadito.
<< Sarebbe un tuo diritto, visto ciò che ho appena detto. Mi dispiace! >>
 
 
<< Alma, io esco, vado a casa dei miei. Alma? Ma mi senti? >> Mi chiede Francesco, probabilmente per la sesta o settima volta. Il biscotto mezzo inzuppato che reggo a mezz’aria si spezza. Una metà cade nella scodella di latte facendolo trasbordare.
<< Vabbè! A pranzo sono via, ci vediamo nel pomeriggio. >> Mi saluta. Sulla porta di casa si scontra con mia figlia.
<< Buongiorno! Vado dai miei. >> La informa Francesco.
<< Buongiorno. Salutameli. Ci vediamo per pranzo! >> Lo saluta Silvia. Francesco esce di casa e richiude la porta alle sue spalle.
<< Buongiorno mamma. Come hai dormito? >> Mi saluta, baciandomi una guancia.
<< Buongiorno cara. Il tuo letto è comodissimo! Ma tu avrai dormito senz’altro meglio di me. >> Chioso facendole l’occhiolino.
<< Mamma! Michel ti ha chiamato? >> Mi chiede saltando di palo in frasca. Scuoto il capo.
<< Magari aspetta che sia tu… >> Cerca di consolarmi.
<< Michel non mi ama più, me lo ha detto chiaramente! >> Esclamo, prima di riportarle parola per parola il nostro ultimo litigio.
<< Adesso la faccenda è chiara. Mi dispiace così tanto mamma! >> Esprime la sua vicinanza a parole, oltre che con i fatti, visto che mi abbraccia.
<< Pensavo che fosse l’uomo giusto… l’uomo ideale… >> Intervengo con voce nasale prima di soffiarmi il naso.
<< Io non lo conosco così bene, ma mi sembra così strano che sia ancora dentro ad una storia del 1518! Ha pure avuto una moglie e due figli! >> Pensa a voce alta mia figlia.
<< E come altro ti spieghi il suo turbamento davanti a quella lettera, le scuse che accampa per non lasciare Bogotà… E’ così! Michel è ancora invaghito di Beatrice! >> Affermo perentoria. Mi domando se lei e suo marito ne abbiano avuto sentore durante la serata di qualche giorno fa!
 
 
[Massimiliano]
Per tutto il viaggio di ritorno non ha spiccicato parola e mi ha detto due frasi in croce sull’esito della visita ginecologica. Sta così male che non vuole farmi preoccupare? Ho notato perfettamente i suoi occhi lucidi. Quando entriamo in casa posa la borsa sul divano e l’attiro a me per abbracciarla.
<< Amore mio ti prego… Parlami! Se stai tanto male affronteremo questa prova insieme! Non merito di essere messo al corrente di eventuali gravi condizioni di salute? >> Le sussurro contro l’orecchio. Si separa dolcemente da me.
<< Non sto male! >> Esclama con gli occhi lucidi.
<< E allora perché hai quella faccia e piangi? I crampi sono così forti? Vuoi una camomilla? >> Le domando. Scuote il capo.
<< Io… Forse… Il medico pensa che potrei… Non esclude l’ipotesi di una gravidanza! >> Esclama. Sono costretto a mettermi a sedere per non svenire!
<< Ho fatto un prelievo del sangue per le dovute analisi che smentiranno o confermeranno la notizia. Ecco, l’ho detto! >> Esclama traendo uno profondo sospiro di sollievo.
<< Quante possibilità ci sono… E’ possibile che si sbagli? >> Le domando del tutto preso alla sprovvista. Incinta. Incinta!
<< L’esame ecografico ha rivelato che la parete del mio utero è talmente inspessita che a quest’ora dovrei avere le mestruazioni. A meno che non sia incinta, capisci? >> Mi domanda. No non capisco una sega di queste cose!
<< Ma possono esserci altre ragioni per cui l’utero è così ma non ti vengono? >> Le domando.
<< Il dottor Estrada non ne ha fatto accenno. Ha subito avvallato la mia ipotesi di una gravidanza. >> Spiega. Oltretutto abbiamo sempre usato precauzioni!
<< Ma abbiamo sempre usato precauzioni. >> Le faccio notare.
<< Magari si sarà rotto? >> Si domanda. Forse!
<< Allora dev’essere successo la prima volta. >> Penso a voce alta.
<< Probabile. Non sembri averla presa molto bene! Sei bianco come un lenzuolo. >> Osserva. Afferro dolcemente la sua mano e l’invito a sedersi accanto a me.
<< Non mi aspettato questo risvolto. Non avevo considerato quest’ipotesi visto che abbiamo sempre preso precauzioni! >> Oltretutto la nostra storia è iniziata da poco. Ci sono giusto due o tre tappe che abbiamo saltato! Accarezzo la sua guancia mentre mi perdo nei suoi occhioni celesti, lucidi dalle lacrime. Lei piega leggermente il capo beandosi della mia carezza.
<< Vieni qui! >> Le ordino,prima di abbracciarla.
<< Se dovessi essere incinta non scapperò, sono quel tipo d’uomo! Ti amo da impazzire Giulia Valencia, e sarei un papà fortunato! >> Le ricordo. Papà… Non riesco ad immaginarmi tale, sarà perché sta succedendo tutto all’improvviso!
 
 
[Paola]
<< Per fortuna ho fatto la ceretta da poco,visto questo invito improvviso. >> Penso a voce alta, scegliendo se portare con me un due pezzi, con sfondo giallo e fantasia floreale, il cui reggipetto è intrecciato in mezzo e senza spalline, o un costume intero con una fascia che percorre in verticale la pancia, di colore nero, troppo sgambato e assai più sensuale! Ma io non intendo certo provocarlo, meglio procedere con calma. Metto via quello nero e ripiego il due pezzi con l’intento di metterlo nel borsone Luis Vuitton.
<< Non vorrai metterti quello giallo vero? >> Mi redarguisce la mia amica e coinquilina, sollevando lo sguardo dal tablet.
<< Tu non starai ancora stalkernando Russell, vero? >> La canzono ignorando il suo disappunto sulla mia scelta.
<< No, se vuoi proprio saperlo sto chattando con quel Gonzalo. Non ti dispiace vero, visto che a te non interessa? >> Mi domanda. Mi viene da vomitare al solo pensiero!
<< Per carità. Che Dio me ne scampi! E’tutto tuo e ti dirò “te lo avevo detto” quando ti spezzerà il cuore! >> La mia amica alza gli occhi al cielo.
<< Comunque, meglio quello nero! Molto più seducente. >> Chiosa.
<< Ma io non voglio sedurlo! >> Non ancora, per lo meno.
<< Io ti do solo la mia opinione. Comunque è stato proprio un gentleman a dormire sul divano! Quanto vorrei avere io un uomo così! >> Fantastica. Allora non dovresti chattare con Gonzalo Torres, vorrei dirle, ma tengo per me questo commento. Rifletto ancora su quale costume da bagno portare via! Vabbè, li porto via tutti e due, un cambio può sempre tornare utile!
 
 
 
 
[Leonora]
Mio marito non fa che sospirare e ogni tanto sento dei rumori strani, come dei grugniti!
<< Nicola,la smetti? >> Lo prego spazientita, mentre rientriamo dall’enoteca dove abbiamo preso un rosso frizzante, un bianco fermo e infine un moscato per il dessert.
<< Sono nervoso,posso essere nervoso? La mia figlia più piccola presto avrà un bimbo, andrà via di casa, magari si sposerà entro l’anno! >> Si lamenta. Entro l’anno mi sembra ovvio visto che a Settembre nascerà il bambino! Ma infondo so che è solo rattristito dal fatto che sta per prendere il volo!
<< E ora salta fuori che la mia primogenita aveva una storia segreta con il mio figlioccio. Posso lamentarmi almeno un pochino? >> Mi domanda come se dovesse chiedere il permesso a me. Si lamenterebbe comunque!
<< Ma a te non secca che i nostri figli ci nascondano tante cose? Che siamo gli ultimi a sapere cosa succede? Per non parlare di Armando e Betty che hanno avuto varie occasioni per dirci tutto… per telefono, via chat o video chat! >> Alzo gli occhi al cielo.
<< Non era compito di Armando e Betty raccontarci di questo fidanzamento,ma dei nostri figli. >> Faccio presente a mio marito.
<< Ci manca solo che Cèsar si fidanzi non so, con Giulia Valencia e avremmo fatto l’all-plain. Potrei non rispondere più di me se dovessimo imparentarci con quei due! >> Esclama.
<< Ho come la vaga idea che in ogni caso quei due ce li ritroveremo spesso tra i piedi, visto che la sorella di Daniele diverrà la nostra consuocera! >> Gli faccio notare. Mi aggrappo al suo braccio e poso la testa sulla sua spalla.
<< Amore, ma non sei anche un po’ contento? Le nostre figlie hanno coronato il loro sogno d’amore e a Settembre nascerà il nostro primo nipotino o nipotina! >> Gli domando già assuefatta da quella creaturina. Se ripenso a quando erano degli scriccioli Roby, Cèsar e Olga… mi piaceva mordicchiare loro i piedini durante la fase di asciugatura dopo il bagnetto! Per non parlare di mio marito! Quando li rivestiva dopo il cambio faceva fare loro vola vola! Ed io sorridevo intenerita osservandoli dalla soglia del bagno. Nicola è stato ed è un papà fantastico e sono ansiosa di vederlo nei panni del nonno, di nuovo alle prese con pannolini e pappette! Un ricordo in particolare si affaccia nella mia mente di mamma….
 
<< Mamma, mamma! Guarda! >> Urlò il mio secondogenito che all’epoca aveva 7 anni. Si avvicinò a me che sedevo sul divano, brandendo con orgoglio quel dentino che traballava da giorni. Eravamo tutti in attesa di vederlo cadere! In quei casi temevo sempre che non se ne sarebbero accorti, che magari poteva cadere nel sonno e ci si potevano strozzare! Lo presi in braccio facendolo sedere sul mio ginocchio.
<< Amore mio ti ha fatto tanto male? Perdi sangue? >> Gli chiesi, guardando all’interno della sua bocca. Scosse la testa in segno di diniego.
<< Ho lavato la bocca con il coruttorio! >> Rispose.
<< Colluttorio, si dice così. >> Lo corressi. 
<< Adesso sai cosa fare,vero? >> Gli chiesi baciandogli una gota. Lui annuì.
Quella notte mi svegliai sentendo lo scricchiolio del parquet sotto i piedi di mio marito,quando si alzò. Lo seguì con discrezione e lo spiai dal corridoio mentre con delicatezza sfilava il dentino da sotto il cuscino foderato con una stampa di Spiderman per nascondervi degli spiccioli. Cèsar il mattino seguente era entusiasta.
 
 
<< Tesoro della mia vita potrei essere triste? Nonno. Mi fa un effetto strano dirlo ad alta voce! Ma ha prenotato un’ecografia? >> Mi domanda.
<< Non lo so. >> Rispondo tirando su con il naso. Mi piego verso il tappetino per cercare un fazzolettino nella mia borsa.
<< Cucciola! >> Esclama mio marito accarezzandomi il ginocchio.
<< Stavo ricordando quando erano piccoli i nostri figli! Mi sono sempre piaciuti i nomi Denise e Raul! >> Fantastico a voce alta. Anche se alla fine a Cèsar e Olga abbiamo dato i nomi dei miei bisnonni a cui ero tanto affezionata!
<< Magari metteranno al bimbo uno dei nostri nomi? >> Ipotizza mio marito. Sarebbe carino! Le nostre fantasie vengono interrotte da una chiamata di Armando. Nicola preme la cornetta verde sul volante e la voce dei nostri amici riempie l’abitacolo dell’auto.
<< Ciao… nonni! Congratulazioni! >> Urlano.
<< Grazie, ragazzi. >> Li ringrazio.
<< Grazie. Stavamo vagliando alcuni nomi! >> Racconta Nicola.
<< Di già? E poi non dovrebbero sceglierlo i genitori? >> Ci domanda Armando.
<< Voglio vederti quando toccherà a te. Magari sarà proprio Camilla la prima a darti un nipotino! >> Lo stuzzica Nicola.
<< O Lorenzo? >> Ha la risposta pronta Armando. Mi copro la bocca per non scoppiare a ridere di fronte all’espressione di mio marito!
<< Grazie per avermi dato la notizia, comunque! >> Non perde tempo a redarguire il suo amico mio marito.
<< Nicola, non spettava a noi e lo sai. Spettava ai ragazzi! L’hai presa tanto male? >> Gli domanda Betty.
<< Sì e no… Insomma, Lorenzo non è famoso per le sue storie a lungo termine… >> Introduce Nicola.
<< Tu non c’eri durante la cena a casa nostra durante quella bella dichiarazione d’amore! >> Gli appunta Betty.
<< Ne ha fatta una anche ieri sera, se era uguale immagino le lacrime! Mi sono commossa! >> Chioso.
<< E poi sotto sotto si è commosso anche mio marito che finge di fare un duro… >> Lo canzono, mettendo una mano dal lato sinistro della mia bocca e rivolgendomi al display della macchina.
<< Sarei il primo a spezzare tutte e tre le gambine di mio figlio se dovesse fare il cretino con lei! >> Ci assicura Armando.
<< Siete in auto? >> Ci chiede Betty cambiando argomento.
<< Sì, siamo andati a comprare tre bottiglie di vino. Quest’oggi pranzeremo tutti a casa di Marcella. >> Racconto.
<< Se non ci sentirete più significa che il pranzo ci è andato di traverso! >> Esclama mio marito, melodrammatico come il suo degno amico! Scuoto il capo.
 
 
 
[Marcella]
Mentre sto dando una spolverata ai piatti del servizio delle feste il mio cellulare squilla.
<< Patrizia, vai avanti tu? >> La prego. Lei alza gli occhi dalla sua rivista di gossip e mi fa il favore di accontentarmi.
<< Sati attenta, erano di mia madre. >> Le ricordo.
<< Noi abbiamo i calici di questo corredo! >> Mi ricorda. Salgo al piano superiore per rispondere alla chiamata di Russell.
<< Ciao. >> Esordisco.
<< Ciao, sono stato a correre e ho spento il telefono. Cos’è successo? >> Mi chiede in apprensione.
<< Volevo solo sapere se ci sarai al pranzo, visto il modo in cui ci siamo lasciati ieri sera. >> Rispondo.
<< Sì, sono suo padre! Posso almeno sapere la modalità con cui avverrà la confessione? Con quale scusa giustificheremo la presenza di Calderon? >> Mi domanda, usando la seconda persona plurale come se fossimo ancora una coppia, anche se non abbiamo mai parlato chiaramente di questa separazione!
<< Mario arriverà alla fine, dopo il dolce e il caffè, non sarà presente al pranzo. Vorrei discutere di questo nipotino, è un pranzo in onore dei ragazzi e voglio evitare che ad Alex vada di traverso l’arrosto. Mario arriverà alla fine e gli confesserò che è il suo padre biologico. >> Spiego.
<< Va bene, se è la vostra decisione. Mezzo giorno? >> Mi domanda.
<< Sì, ci vediamo dopo. Ciao. >> Lo saluto.
<< A dopo. >> Risponde. Sento un tumulto quando parlo con lui! Nella mia mente si forma l’immagine di lui che mi tradisce con quella bambolona e ogni volta vorrei solo scoppiare a piangere!
 
 
 
[Cèsar]
<< Perciò quella e-mail l’hai mandata tu vero? >> Domanda mia sorella al suo ragazzo. Mamma mia quanto mi ha fatto tribolare per scoprire chi avesse inviato quella foto! Lui diventa tutto rosso.
<< No, ti sbagli! >> Nega. Sé,come no!
<< Bugiardo! >> Lo rimprovera bonariamente mia sorella prima di rubargli un bacio. Lui le strizza l’occhio. Sento vibrare il cellulare e lo estraggo.
 
Mich: Amo, avverrà oggi al pranzo. Alla fine arriverà Calderon e diranno tutto ad Alex.
Io: Bene… Il bicarbonato lo porto io! 

 
<< Raga, Michael mi ha appena massaggiato dicendo che alla fine del pasto arriverà Calderon e diranno ad Alex che è lui il suo vero padre. >> Annuncio ai miei fratelli e a mio cognato, così si terranno pronti. Olga si morde il labbro inferiore mentre si accarezza il ventre.
<< Il digestivo…. Ricordiamoci di portarlo via! >> Scherza Lorenzo, utilizzando la stessa battuta che ho scritto al mio ragazzo. Voltiamo tutti e tre la testa di lato quando veniamo sorpresi dal rumore di vetri andare in frantumi. Non avevamo proprio sentito i miei rientrare! Se ne stanno impalati nell’ingresso sorpresi dalle nostre parole. La borsa di cartone che, evidentemente, conteneva le bottiglie di vino diventa più scura dopo che il vino l’ha impregnata. A papà è sfuggita di mano la busta dalla sorpresa!
<< Nicola, il vino! >> Lo redarguisce mia madre.
 
 
 
[Alexander]
Io: Amore, qualcosa non va? Nell’ultimo vocale avevi un tono strano…
Olga: Tutto ok amore. Avevo appena avuto un attacco di nausea! A casa tua fervono i preparativi?
Io: Sì, sta per arrivare mio padre. Io vorrei solo mettergli le mani al collo! 
Olga: Lo so, ha fatto lo stronzo con tua madre, ma è l’uomo che ti ha cresciuto e vuole conoscere me e la mia familgia… Senti ma tua madre non ti ha proprio dato alcun indizio sull’identità del tuo padre?.......
Io: No. Sono stati insieme una notte durante una vacanza a Rio e non si sono più rivisti. Non te ne avevo mai parlato? 
Olga: Sì, me ne avevi parlato, ma pensavo ti avesse detto almeno il nome…
Io: No, a meno che non lo abbia fatto nelle settimane che non ricordo. E’ arrivato mio padre, a dopo. Ti amo mia principessa e amo nostro figlio!

 
 
Ripongo il telefonino in tasca e raggiungo il soggiorno abitabile per vedere entrare mio padre. Lo salutano tutti con un “ciao” e un guancia a guancia, tranne Daniele e mia madre i quali si limitano al saluto vocale.
<< Ciao figliolo. >> Mi saluta. Dopo quella così detta conversazione di Martedì scorso nella mia stanza d’ospedale non abbiamo più scambiato una sola parola.
<< Come stai? >> Mi domanda.
<< Ciao, abbastanza bene, escludendo qualche rado mal di testa. Tu? >> Gli domando, più per cortesia che per interesse. E’ una sorta di pranzo di prova e non voglio che venga rovinato da litigi e malumori!
<< Bene, grazie. I colleghi dell’ufficio chiedono tutti di te e ti porto i loro saluti. >> M’informa.
<< Lunedì riprenderò a lavorare. >> Annuncio. Mia madre mi cinge una spalla.
<< Tesoro, così presto? >> Mi domanda. Annuisco. A meno che non voglia pagare in natura l’appartamento che ho visto su internet questa notte che ho intenzione di proporre alla mia Olga!
 
 
 
[Russell]
Dovetti tossire un paio di volte prima ti attirare l’attenzione di quella bellissima donna che sedeva dietro la scrivania dell’agenzia “Valencia Travel”. Sì: all’epoca mia moglie aveva una sua attività, agenzia che ha venduto poco dopo il matrimonio. Non è stato facile convincerla a smettere di lavorare, farle capire che non era più necessario per lei dannarsi l’anima per mantenere Alexander. Mi sarei occupato io di loro da quel momento in avanti, era il mio unico desiderio! E poi sapevo che non era il lavoro dei suoi sogni: aveva rilevato l’agenzia perché era un affare ma lei era nata per la moda! Riuscì a dare una sbirciatina allo schermo del pc che lei stava guardando con aria infelice. Scorrevano delle foto di compleanno di una bimba bionda con gli occhi azzurri. In alcune foto la si vedeva in braccio a un uomo dall’aria autoritaria e ad una donna bionda che presumibilmente erano i genitori. Nella foto seguente c’erano altri bambini di età differenti.
<< Signorina? >> La chiamai. Distolse lo sguardo dal Pc.
<< Buongiorno! Scusi, non l’avevo notata. >> Si scusò, alzandosi e allungando il braccio verso di me. Le strinsi la mano sedendo di fronte a lei. Che non mi aveva notato, era chiaro. Era la terza volta che mi recavo lì con una scusante, rimandando la scelta di un viaggio in montagna che avevo già pianificato! Non riuscivo a chiederle di uscire perché sembrava sempre così sulle sue e professionale, non coglievo nessun segnale che mi facesse pensare ad un interesse ricambiato! Così le due volte precedenti, dopo aver visualizzato varie brochure, avevo abbandonato il suo ufficio dicendole che volevo pensarci ancora sopra.
<< Si figuri. Si ricorda di me? Russell McNamara. >> Le domandai.
<< Sì, il viaggio in Canada. La sua signora ha finalmente scelto la meta? >> Mi domandò. La mia signora? 
<< No, veramente… >> Risposi.
<< Se si tratta di una sorpresa che le vuole fare possiamo applicare un fiocco regalo sul pacchettino che conterrà il cd, con annesse brochure! >> Propose. Non aveva capito nulla!
<< No, il viaggio è per me, solo per me! E non sono sposato. >> Precisai.
<< Non volevo essere invadente! Vuole rivedere le mete di cui avevamo parlato? >> Mi chiese.
<< No, ho scelto Lake Louis. >> Affermai. Se fossi ritornato per la quarta volta sarei sembrato incapace di intendere e di volere! 
<< Bene. Ho bisogno dei suoi documenti d’identità. >> Mi chiese. Glieli porsi.
<< La sua bimba è molto bella. Mi scusi se ho sbirciato lo schermo del pc prima. >> Affermai. Mi avrebbe preso per un impiccione ma cercavo solo di intavolare una conversazione con lei! 
<< Sono io a scusarmi se non l’ho accolta come si deve. Comunque non è mia figlia ma la mia nipotina, Giulia. Qualche giorno fa ha compiuto 2 anni. >> Mi raccontò.
<< Tanti auguri. E’ molto carina! >> Esclamai. Ecco, bella conversazione avevo intavolato! Era già morta! 
<< Io un figlio, Alexander, di 10 anni. >> Mi raccontò, per poi girare verso di me un portafoto presente sulla scrivania. Come avevo fatto a non notarlo le volte precedenti?
<< E’ bellissimo, ha i suoi occhi. >> Commentai avanzandole questo complimento. I nostri sguardi s’incrociarono smuovendomi qualcosa dentro. Lo sguardo durò una manciata di secondi dopo di che mi strappò il portafoto dalle mani tornando impettita quasi infastidita da quel complimento non che da un rapporto confidenziale che si stava instaurando.
<< Vado a fotocopiare i suoi documenti. >> Intervenne alzandosi per avviarsi in una stanza adiacente. 
 
<< Ti sei incantato? >> Mi domanda mia moglie. I miei cognati, mio nipote e mio figlio si sono allontanati senza che me ne accorgessi.
<< Ero sovrappensiero. Ripensavo al nostro primo incontro… >> Mi giusfitico guardandola dolcemente negli occhi. Mi manca così tanto! Tento di accarezzarle una guancia ma lei si scansa quel tanto che basta per evitare il mio tocco.
<< Mi manchi così tanto! >> Le rivelo parlando sotto voce. Si volta verso la cucina, probabilmente per assicurarsi che gli altri siano distratti e non stiano assistendo al nostro colloquio. I suoi occhi si velano di lacrime.
<< La vedi ancora? >> Mi domanda. Mi sento venir meno le forze! Lei pensa che la veda ancora, ha perso per me ogni straccio di fiducia… ma come biasimarla!
<< No! >> Nego perentorio.
<< Ti giuro che non l’ho più sentita da quando hai scoperto tutto. E’ uscita dalla mia vita! >> Esclamo.
<< Non possiamo mettere fine al nostro matrimonio così… senza neanche parlarne… >> Intervengo. Cacciarmi di casa e negarsi al telefono sono reazioni sacrosante davanti alla porcata che ho fatto… Ma come faccio a tentare di recuperare la sua fiducia se ha anche cambiato le serrature di casa?
<< Marcella… >> Balbetto, avvicinandomi a lei di un passo. I miei tentativi vengono interrotti dall’arrivo di mio figlio.
<< Non l’hai già fatta piangere abbastanza?! >> Mi accusa Alex, dopo non esserci parlati per quasi una settimana, escluso qualche saluto formale.
<< Non le ho detto niente di sconvolgente, te lo assicuri figliolo! >> Cerco di discolparmi. Non sono il mostro di Loch Ness! Io amo sua madre e sono pentito delle mie azioni e vorrei solo un’occasione per dimostrarlo!
<< Tranquillo, tesoro! Non è colpa sua. >> Spezza una lancia in mio favore mia moglie.
<< Se stai piangendo deve aver fatto qualcosa per… >> Interviene mio figlio. Mi odia proprio!
<< Stavamo parlando di noi, di quello che è successo… e la mamma si è commossa, ecco tutto. >> Spiego.
<< Sì, proprio una storia commovente! >> Esclama mordace.
<< Ho scelto male il termine, ok? Volevo dire che si è rattristata! >> Mi correggo giustificando il mio errore. La discussione viene interrotta dal suono del campanello. Osserviamo dal display l’auto di Nicola e Alexander preme il pulsante per l’apertura del cancello grande. Pochi istanti dopo la famiglia Mora al completo fa il suo ingresso.
<< Ciao e benvenuti. >> Li saluta Marcella, baciando ogni uno sulla guancia. Mio figlio e la sua compagna di scambiano un tenero bacio. Sopraggiungo anche Michael, Daniele, Patrizia e Mariabeatrice.
<< Ciao a tutti e grazie per l’invito. Un piccolo pensiero! >> Risponde Leonora, esibendo una scatola di cioccolatini. Sarebbe stato meglio del vino, in certe occasioni l’alcol non è mai di troppo. Anche se affogare certi problemi nel cioccolato non è una cattiva idea! Inizia un corteo di saluti. I miei cognati Patrizia e Daniele scambiano con i coniugi Mora solo un sbrigativo “ciao”.
<< Abbiamo pensato ad un aperitivo di benvenuto in piscina! >> Spiega Marcella, invitandoci a seguirla.
<< Che stupido, potevo dirvi di portare il costume da bagno. Si poteva fare un tuffo nel pomeriggio! >> Si rimprovera mio figlio. Non credo che dopo il dessert avrà voglia di nuotare allegramente.
<< Lo farete un’altra volta. Preferite del vino o un aperitivo analcolico alla frutta? >> Domanda loro Patrizia, ancheggiando completamente a suo agio mentre Leonora e Nicola sembrano due statue di sale!
<< Rilassatevi. Siete i benvenuti! >> Cerco di rassicurarli.
<< Grazie. Ma in presenza di certe persone non riusciamo ad avere quella disinvoltura! >> Ammette Nicola.
<< Fino a che non mi siederanno vicini andrà tutto a meraviglia! Le tre ore di aereo sono bastate e avanzate. >> Interviene Roberta.
<< Non sediamo vicino a loro a tavola,vero? >> Mi domanda Lorenzo. Mi avvicino al tavolo per leggere i nomi sui segnaposti.
<< Alex a capotavola, alla sua sinistra Olga, accanto a lei i suoi genitori. Di fronte a loro io e mia moglie. A fianco a me Mariabeatrice, Patrizia, Daniele e Michael. All’altro capo della tavola Cèsar,a fianco a lui tu Lorenzo e poi tu Roberta. Mia moglie non poteva fare altrimenti! >> Spiego loro. Non potevamo mica mettere Patrizia e Daniele a pranzare in cortile?!
<< Noi torniamo subito. Devo dire una cosa ad Olga. >> Afferma mio figlio passandoci accanto, tenendo la sua ragazza per mano. Si dirigono fuori casa sotto al portico mentre io accompagno Lorenzo, Nicola, Leonora e Roberta in piscina per il cocktail di benvenuto.
 
 
 
[Olga]
<< Grazie Diego, passate una buona giornata, non vedo l’ora di conoscere Isabella. >> Lo saluto, alla fine di questa chiamata. Poc’anzi mi hanno telefonato anche Betty e Armando per farmi le congratulazioni e garantirmi il loro aiuto per qualunque cosa. Chiudo la comunicazione ripongo il cellulare nella borsetta, alla fine di tutte queste chiamate ravvicinate. Sembra che si siano messi d’accordo! Il mio Alex mi attira a sé e mi ruba uno di quei baci da film. Sento un nodo in gola se ripenso a quello che ho vissuto durante la settimana che sta finendo. Ero convinta di averlo perduto! Che non lo avrei più baciato, che non avrei più riso alle sue battute, che non mi avrebbe più guardato con i cuoricini negli occhi! Uniamo le nostre fronti alla fine di questo bacio sentito.
<< Ti amo! >> Esclama a pochi centimetri dalle mie labbra. Sorrido.
<< Anch’io ti amo. >> Rispondo. Si inginocchia.
<< E la mia Sarah o il mio Danny come stanno? >> Chiede al mio ventre piatto prima di posarvi sopra un bacino. Sarah e Danny?
<< Tanto per curiosità, quanto lunga è la lista di nomi che hai già redatto? >> Gli chiedo divertita ma anche sull’orlo della commozione.
<< Lista? Ho scritto un libro con tanto di rilegatura! >> Scherza. Sorrido. Sorride di rimando prima di baciarmi.
<< Allora, sbaglio o volevi parlarmi prima del pranzo? >> Gli chiedo. Anche io gli dovrei parlare! Sono a conoscenza di un grosso segreto che lo riguarda e non posso dirgli niente! Dai, devo resistere fino alla fine del pranzo. Lui si inginocchia e mi prende la mano! Oddio, ma è matto?! Sta andando tutto troppo in fretta!
<< Olga Mora… è vero, tecnicamente ti ho conosciuta una settimana fa! Ma nel mio cuore sento di conoscerti da sempre e di voler passare la mia vita insieme a te! Anzi, insieme a voi. Vuoi… >> Interviene. S’interrompe per cercare qualcosa all’interno della tasca posteriore dei pantaloni color cachi con i risvoltini che indossa. Trattengo il fiato e non so se sia un bene visto che sono in dolce attesa!
<< Vuoi venire a vivere con me? >> Mi domanda brandendo una chiave. Respiro di nuovo e gli do uno scappellotto sulla spalla.
<< Cretino! Mi hai fatto prendere un colpo! >> Esclamo, divertita. Lui si alza in piedi.
<< Credevi che…? >> Cerca di chiedermi.
<< La dichiarazione in ginocchio, tu che cerchi qualcosa in tasca… Sì, il pensiero m’è venuto! >> Ammetto.
<< E cosa avresti risposto? >>Mi domanda. Dì sì! Cos’altro potevo rispondere?
<< Avrei balbettato “sì”, dopo lo shock! Comunque, questa chiave cosa apre? >> Gli chiedo. Spero non la dependance della villa di sua madre! E spero non abbia preso in affitto una casa senza prima consultarmi.
<< Lo stanzino delle scope in taverna! E’ più che altro un oggetto di scena, non farci caso! Comunque non hai risposto! >> Mi fa notare. E’ davvero pazzo da legare! Gli occhi mi si inumidiscono. Annuisco.
<< Come? Non sento. >> Mi fa notare aprendo la mano dietro il padiglione auricolare.
<< Sì! Vengo a viere con te! >> Esclamo a voce alta. Mi abbraccia e nascondo la testa nell’incavo del suo collo.
<< A tal proposito c’è una cosa che vorrei farti vedere. Io guardando le foto me ne sono innamorato! >> Interviene estraendo il cellulare dalla tasca. Inizia a correre le foto di una casa.
<< E’ una porzione di bifamigliare sulla spiaggia, è un pianterreno. Ingresso e cucina abitabili, camera matrimoniale, bagno in camera e bagno di servizio, disimpegno e garage. >> Mi spiega brevemente. Ma quando i miei torneranno a Bogotà?
<< Amore, tu vorresti vivere qui per sempre? >> Gli chiedo. Riuscirò a lasciare partire i miei senza sentirmi triste? E mio padre accetterà queste condizioni?
<< No, solo fino a che i tuoi non decideranno di partire. A quel punto andremo con loro. >> Asserisce lasciandomi di stucco.
<< Lasceresti Miami? La tua famiglia? Il tuo lavoro? >> Gli chiedo. Come può fare questo sacrificio?
<< La mia famiglia viene con me! >> Esclama, posando una mano sul mio ventre e le labbra sulle mie.
<< A mia madre non l’ho ancora detto, spero comprenderà. Io vado dove andate voi! >> Esclama accarezzandomi una guancia mentre mi guarda negli occhi, prima di baciarmi. Non posso impedire alle lacrime di uscire dai miei occhi.
<< Ti va se andiamo a vederla Lunedì? >> Mi domanda.
<< Dipende dall’ora, alle 11 ho l’ecografia! Non ho avuto ancora occasione di dirtelo. >> Mi giusfitico. La prima ecografia!
<< Allora mi prenderò un paio di ore libere. Andiamo all’ecografia, pranziamo insieme e andiamo a vedere la casa, ok? >> Propone. Annuisco felice come non lo sono mai stata e anche spaventata. Le cose vanno molto in fretta!
 
 
 
 
[Paola]
In questa zona della città non ci sono SPA o stabilimenti privati in cui ci sia una piscina. E’ un quartiere residenziale! Scendiamo dalla sua auto e mi guardo in giro. La villetta qui ha parcheggiato davanti sembra una struttura iper moderna, sui toni del grigio e bianco ed è piena di vetri. Davanti alla villetta a fianco, color lilla, c’è un camion dei traslochi. Un tizio che mi sembra di conoscere ma non ricordo bene dove l’ho visto trasporta due scatoloni. Gli posa sul camion e sventola la mano verso di me quando mi nota. Rispondo al saluto senza sapere chi sia!
<< Accomodati! >> M’invita Alec dopo aver aperto il portoncino.
<< A chi appartiene questa casa? >> Gli chiedo. “Casa”… è una reggia! Oltre ad essere immacolata. Assenza totale di sopramobili e di polvere… ma ci vive qualcuno? Niente fa pensare che la casa sia abitata.
<< Il secondo marito di mia madre. E’ sempre in viaggio per lavoro, non ci viene mai. >> Secondo? Perché, a che quota è arrivata? Appena entriamo in casa inserisce il codice dell’allarme per disattivarlo.
<< Ecco il pezzo forte della casa! Pronta? Ta-dan! >> Esclama, aprendo le porte scorrevoli a scomparsa nel muro su una piscina interna. C’è anche una vasca più piccola collegata ad essa che dovrebbe essere l’idromassaggio. A bordo piscina ci sono due calici.
<< E’ fantastico qui… >> Osservo, guardandomi in giro. Sento le sue mani accarezzare il mio ventre quando mi abbraccia da dietro. Posa un bacio sulla mia guancia.
<< Il bagno è in fondo al corridoio! >> Mi indica. Kelly ha ragione… E’ davvero un gentleman. Non sono mai stata con un ragazzo che aspetta il mio permesso per baciarmi! Ho avuto solo due ragazzi in vita mia ma entrambi sono più tipi da “ti prendo e di sbatto al muro”. Per lo memo con me! Mi ha sempre attratto quel genere di uomo lì, sarà per questo che con Alec non è scattato il colpo di fulmine?
Quando sono in bagno apro il borsone e trovo subito un biglietto sopra al reggipetto del bikini giallo a fiori.
 
“Qualcosa mi dice che sarai costretta a mettere quello nero sexy :-P Vedrai, cadrà ai tuoi piedi. Kelly.”
 
<< No, no! >> Esclamo svuotando il borsone. Senza che me ne accorgessi ha tolto lo slip di quel bikini! Che bastarda!
 
 
[Alec]
Lo champagne è il frigo, i voulevant sono pronti e la musica c’è! Mi sembra che non manchi niente. Avrei potuto però spargere qualche petalo accendere qualche candela? O sarei sembrato ridicolo? E’ un suo colpo di tosse a riportarmi alla realtà. Entra nella stanza coperta con l’accappatoio. Di cosa si vergognerà?
<< Spero non ti dispiaccia se ho preso questo accappatoio. >> Interviene, posando un telo da spiaggia e la sua pochette da mare su una poltroncina.
<< No, sentiti a casa tua. Ma farai fatica a fare il bagno con… >> Per poco non mi cade la mascella quando con esitazione si disfa dell’accappatoio. Senza rendermene conto piano piano le mie labbra si tirano in un sorriso. Le sto facendo la radiografia e so che non è carino ma non posso farne a meno!
<< Sei… Sei bellissima. >> Mi complimento con la gola secca. Deglutisco. Sarò anche romantico e tutto ma sono un uomo pure io! E’ meglio che mi tuffi in acqua prima che lei possa notare che là sotto sta succedendo qualcosa che non dovrebbe succedere, non adesso! Mi siedo a bordo piscina e lei mi imita sedendosi accanto a me. Io scendo in acqua lei no, resta seduta sul bordo e agita le gambe.
<< Avevo scelto un altro costume, un bikini, ma ho dimenticato a casa un pezzo! Per fortuna avevo portato questo cambio. >> Mi spiega.
<< Sei bellissima con questo qui. >> Mi ripeto. Lei si guarda attorno posando lo sguardo sul vassoio con due calici.
<< Tranquilla, non servono per bere l’acqua della piscina! C’è dello champagne in frigo ma mi sembra presto per berlo! >> Spiego, prima di fare leva sulle braccia per tornare in superficie e sedermi sul bordo piscina. L’acqua leggermente fresca ha tolto certi pensieri peccaminosi al mio amichetto! Inarca la schiena quando poso la mano su di essa.
<< E’ così fredda l’acqua? >> Si domanda.
<< Ma va là! >> Esclamo, prima di rituffarmi in piscina. Vado in apnea posizionandomi sotto di lei. Quando torno in superficie la trattengo tenendola per le gambe e lei inizia ad urlare, è costretta e sedersi sulle mie spalle.
<< 3, 2, 1… Trattieni il fiato! >> Le suggerisco prima di lasciarla cadere. Fa una capriola e dopo pochi attimi torna in superficie.
<< CRETINO! >> Mi redarguisce ridendo e schizzandomi. Avendo rotto il ghiaccio trovo il coraggio di avvicinarmi a lei, poso una mano alla base della sua schiena e questo fa si che venga attirata verso di me. I nostri corpi aderiscono e i nostri sguardi si incrociano. Con mia somma sorpresa è lei ad azzerare la distanza tra le nostre labbra.
 
 
 
[Diego]
Francesco, Leon ed io stiamo sorseggiando una birra e sgranocchiando arachidi tostate e salate mentre attendiamo l’arrivo di Silvia e di Giulio. Che croce! Intanto la mia fragolina è andata al bagno ed è passato un po’ di tempo! Inizio a preoccuparmi.
<< E ti piace quella ragazza? >> Domando a Leon, afferrando una manciata di arachidi che mi getto in bocca, il quale ha raccontato di aver casualmente incontrato Grace Doinel e di aver preso un gelato insieme a lei per poi contattarla su facebook.
<< Diego, non credo serva ricordarti che penso ancora a Roberta! Ho passato con lei una serata piacevole e innocente e le ho chiesto l’amicizia, tutto qui! >> Minimizza prima di sorseggiare la sua birra.
<< Francesco, sembri su un altro pianeta! Pensi a tuo padre? Qualcosa non va? >> Gli chiedo, visto che sembra pensare a tutt’altro.
<< No, sta bene. Ragazzi voi non rivelereste mai un segreto da me confidatovi, vero? Anche se questo segreto riguardasse una persona che non sono io? >> Ci chiede.
<< Credo che questo ragionamento di definisca “spettegolare”. >> Osservo.
<< Vabbè! Allora eviterò di fare nomi così non si tratterà di un pettegolezzo. Ieri sera sono uscito a cena con un ragazzo di buona famiglia, la quale suddetta famiglia non è al corrente del suo orientamento sessuale. Diciamo che questo ragazzo, anzi uomo, non è avvezzo ad avere rapporti seri! Per lo più intrattiene storie di letto essendo… nomade diciamo! >>Inizia a raccontare.
<< Stai con un artista circense? Che significa che è nomade? >> Domanda Leon. Non trattengo un sorriso.
<< No… viaggia molto per lavoro! Gli ho fatto credere che come lui non voglio storie serie per non essere deriso. Ma quando mi ha chiesto un secondo appuntamento ho mentito dicendo che sto vedendo, senza impegno s’intende, una persona e non è mia abitudine intrattenere più frequentazioni nello stesso momento. Lui per tutta risposta mi ha baciato dicendo che voleva togliersi la voglia! >> Racconta. Deve essere un tipo fuori di melone… Qualcuno ti da un due di picche e tu lo baci?
<< Ma stamattina non fai che pensare a quel bacio! >> Ne deduco. Io non ho chiuso occhio per tutta la notte dopo il primo bacio con la mia fragolina, che ci siamo scambiati 3 settimane fa! In meno di un mese sono successe talmente tante cose che a volte ho l’impressione di conoscerla da una vita intera.
<< Sì, in effetti è un pensiero ricorrente. >> Ammette.
<< Ma questo tizio chi è un amico, un vicino di casa o cosa? Pur avendo rifiutato un secondo appuntamento rischi di rivederlo ugualmente? >> Domanda Leon a Francesco.
<< E’ un amico di alcuni amici. Sì, rischio di rivederlo! E non ho idea di come comportarmi in quel caso… Lui sembra proprio non essersela presa per in mio rifiuto, anzi sembra a suo agio in ogni situazione. Quello a disagio sarei io. >> Si confida.
<< Tu cerca di imitarlo. Lui ti saluta abbracciandoti? Abbraccialo. Ti da la mano? Fallo anche tu. Non fare niente di più e niente di meno di quello che fa lui! >> Gli suggerisco. La nostra conversazione viene interrotta dal suono del campanello. E’ arrivano vampiro junior!
<< Io non ho ancora capito cosa c’entri Giulio. >> Interviene Leon. Io non mi sbottono.
<< Ciao! >> Saluta Silvia, quando Leon apre la porta. I due si scambiano un guancia a guancia e sul volto di Giulio vedo comparire un’ombra di gelosia. So bene come ci si sente!
<< Ciao Giulio, benvenuto. Accomodati e prendi un birra! >> Lo accoglie Leon. I due di stringono la mano.
<< Ciao Leon, Francesco, Diego. Permesso. >> Ci saluta Giulio, entrando in casa.
<< Isabella? >> Domanda Silvia.
<< E’ in bagno da qualche minuto. Vado a chiamarla! >> Annuncio prima di allontanarmi.
 
 
[Isabella]
“Calma, calma!”, mi ripeto, mentre traggo profondi sospiri. Insomma, Giulio non è mica Attila in persona! E poi non sarà mai peggio di Daniele Valencia!
 
Gli avevo rovesciato addosso il caffè bollente… A Daniele Valencia alias azionista di maggioranza di Ecomoda alias Ministro dell’Economia alias Attila in persona! Uscì dalla toilette cercando di cancellare le tracce di pianto dal mio volto. Mi sentivo così giù di corda per la figuraccia fatta, in più fronte agli ospiti arrivati da Miami, altre personalità all’interno dell’azienda. E Diego? Il Presidente dell’azienda con una fidanzata imbranata e piagnona, capace solo di combinare guai epocali e rovinare le riunioni! Che figura avrebbe fatto? Gettai via il fazzolettino di carta usurato e mi decisi ad uscire dal bagno. Chissà se la riunione era terminata! 
<< Maledetta frana… Ma come si fa ad assumere certa gente?! I Mendoza sarebbero capaci di dare fuoco a quest’azienda! Guarda come cavolo è ridotto il mio vestito… Adesso devo pure fare una sosta a casa per cambiarmi, per colpa di quel caso umano! Come se non avessi abbastanza impegni in agenda! Ma guarda te! >> Sentii dal corridoio. Daniele Valencia, nel bagno degli uomini, si stava evidentemente lamentando di me parlando tra sé e sé a voce alta. Mi appoggiai sconsolata alla parente dietro l’angolo rispetto all’entrata nel bagno degli uomini ed osservai il pavimento. Non mi accorsi che stava uscendo dal bagno, e lui non si accorse di me visto che era intendo a messaggiare. Svoltò l’angolo camminando quasi contro la parete, dov’ero accostata io, mise un piede in fallo inciampando su un mio, visto che tenevo la gamba tesa e per poco non cadde rovinosamente a terra. Riuscì a mantenere l’equilibrio aprendo le braccia ma in compenso il suo costoso i-phone cadde a terra. Il suo sguardo mi raggelò.
<< ALLORA LO DICA! LEI CEL’HA CON ME! TANTOVALE CHE LE CONSEGNI LE CHIAVI DEL MIO RAGE ROVER E CHE MI STENDA IN MEZZO ALLA STRADA! >> Inveii contro di me.
<< Dottor Valencia… Mi… >> Cercai di intervenire. Alzò il palmo della mano azzittendomi, anche se la sua espressione sarebbe bastata!
<< Non starà per dire che le dispiace? Le sue scuse sanno di bugie stantie! Se le dispiacesse si darebbe un contegno lasciandomi in pace! Se dovesse essersi danneggiato si aspetti il conto del telefono, oltre a quello della tintoria! >> Mi congedò, raccogliendo il suo telefonino per abbandonare il corridoio. Altre lacrime solcarono le mie guance. Se si fosse saputo in giro avrei fatto fare a Diego la figura dell’ebete! 
<< Piccola, cosa succede? >> Chiese Diego accarezzandomi la guancia. Non mi ero neanche resa conto che mi stava cercando. Gli saltai al collo. 
<< Niente! Mi dispiace per quello che è successo in sala riunioni! >> Esclamai senza raccontargli dello scontro con Daniele Valencia avvenuto poco prima. Bastò quel contatto, le sue mani accarezzarmi la schiena sopra la camicetta a rassicurarmi.
<< Non darai penso a ciò che dice Daniele Valencia, vero? Quel tipo non ha rispetto neanche per i suoi figli. Può capitare a chiunque una distrazione! >> Cercò di consolarmi.
<< Rideranno anche di te se dovesse sapersi in giro… Non sopporterei di farti fare brutte figure. >> Confessai. Ci separammo e lambì le mie guance con le sue mani. 
<< Ehi, nessuno riderà di te per prenderti giro! Semmai lo farebbero chiedendoti il cinque per aver rovinato la messa in piega a Daniele! Certo, sarebbe stato altrettanto divertente se lo avessi fatto con sua moglie! E comunque mio padre sta ancora ridendo come un pazzo e sotto sotto anche David, anche se lo nasconde per rispetto verso suo padre! >> Esclamò strappandomi un risata prima di baciarmi con amore.
 
<< Amore? Piccola? >> Mi chiama Diego mentre bussa. Lo invito ad entrare.
<< Giulio e Silvia sono arrivati. >> Mi informa.
<< Ok, adesso arrivo. >> Lo informo. Invece di uscire chiude la porta e mi abbraccia da dietro. Appoggia la testa sulla mia spalla e ci guardiamo attraverso lo specchio.
<< Sei così bella! >> Si complimenta con me, probabilmente cercando di farmi rilassare.
<< Daniele Valencia mi detesta. >> Affermo.
<< Addirittura? Per un caffè? >> Domanda Diego minimizzando.
<< Ti ricordi quando, dopo la riunione di benvenuto a Marcella Valencia, mi hai cercata in bagno? >> Gli chiedo. Annuisce.
<< Mi ero appena scontrata con Daniele Valencia. L’ho sentito che parlava da solo nel bagno, si lagnava per la storia del caffè! Ha detto di me che sono una frana, un caso umano e non mi ricordo cos’altro. Lui quando è uscito dal bagno stava smanettando con il cellulare, io non mi sono accorta che stava uscendo essendo assorta nei miei pensieri (come sempre) e gli ho involontariamente fatto lo sgambetto. Il suo cellulare è caduto per terra e ha inveito contro di me. >> Racconto.
<< Perché diavolo non me lo hai detto prima?! Cosa ti ha detto? >> Mi domanda, rigirandomi. Gli allaccio le braccia al collo.
<< Che tanto valeva mi consegnasse le chiavi della sua auto e che lo mettessi sotto con quella! Poi ha detto che mi avrebbe mandato la parcella della tintoria e quella per i danni al telefono. >> Gli racconto.
<< Che faccia pure… Gliele ficco su per il culo! >> Si scalda.
<< Non è mia colpa tua se invece di guardare dove va manda messaggini come gli adolescenti! Che stesse più attento! E poi di completi come quello che indossava alla riunione ne ha a tonnellate. Uno in meno, uno in più… cosa gli cambia?! >> Si domanda. Lo abbraccio cercando in lui un po’ di coraggio!
 
 
[Giulio]
La mia “forse sorellastra” e colui che rischia di diventare mio cognato, come se Lorenzo non bastasse, entrano in sala pranzo mano nella mano. Scambiano un guancia a guancia con la mia ragazza.
<< Diego. Isabella. >> Borbotto, a mo di saluto, stringendo la mano ad entrambi.
<< Giulio. >> Risponde Diego.
<< Ciao… P-piacere… >> Balbetta Isabella. Non riesco a staccare i miei occhi da lei e se ne accorge, dato che discosta lo sguardo.
<< Eccoci qui! Una birra? >> Rompe il ghiaccio la mia ragazza. Isabella annuisce quindi Silvia stappa 6 birre e ne consegna una a testa.
<< Sapete che Giulio è un ottimo cuoco? >> Interviene Silvia per rompere questo silenzio snervante. Ma dobbiamo parlare di queste sciocchezze quando ci sono argomenti ben più complessi da trattare e per i quali è stato indetto questo pranzo?!
<< Mi aspetto un tuo giudizio, allora! >> Risponde Leon. Il mio giudizio è che mi stai sull’esofago!
<< Sì, me la cavo in cucina. >> Ammetto prima di sorseggiare la birra.
<< Accomodiamoci, ho preparato delle tartine per l’aperitivo! >> Ci invita il padrone di casa.
<< No, grazie. Non vorrei sembrare maleducato ma ora ho lo stomaco chiuso! Vorrei arrivare al punto. >> Sbotto. Silvia mi stringe l’avambraccio fino a conficcare le unghie nella carne.
<< Giulio, non mi sembra il modo … >> Borbotta.
<< Scusa Giulio, ma non ti capisco! >> Interviene Leon.
<< Tu no, ma c’è chi capisce! >> Esclamo, osservando Isabella la quale sembra una statua di sale.
<< Giulio! >> Mi redarguisce la mia ragazza.
<< Mi dispiace, ma sai che la pazienza non è tra le mie virtù! >> Le ricordo. Dovrei passare l’intero pranzo a mangiare tartine e a parlare del tempo?!
<< Giulio tu come fai a sapere di cosa volevamo parlarti? >> Mi domanda Diego facendo le veci della sua ragazza che si è ammutolita.
<< E’ tutta colpa mia… Quando hai scritto nel messaggio che ciò che dovevi dire sulla ricerca del tuo padre riguardava anche Giulio ho tirato le somme e ho detto tutto a Giulio… >> Interviene la mia ragazza.
<< Perciò è così? Mio padre è anche tuo padre? >> Domando ad Isabella. Deglutisce a vuoto prima di rispondere.
<< Forse… Parebbe di sì… >> Biascica.
<< La madre di Isabella ha detto che il suo vero padre è un uomo che la mia famiglia conosce da sempre. Con una piccola ricerca abbiamo constatato che la tua è l’unica famiglia che anche noi conosciamo con cui la madre di Isabella ha avuto rapporti! Certo, servirebbero altre prove. Ci sembrava giusto dirtelo! Vorremmo anche pregarti di tenere per te queste informazioni prima che la notizia si accertata per parlare agli altri, specialmente a tuo padre. >> Interviene Diego.
<< Bhe, vi risparmio una fatica. Anni fa mio padre, quando mia madre era appena rimasta incinta di me, ha iniziato una relazione con la nostra cameriera che si chiama Ingrid. Tua madre si chiama così, vero? >> Chiedo colei che posso considerare una sorella di sangue. Annuisce con la bocca leggermente aperta.
<< La relazione è terminata a Settembre e il Maggio dell’anno dopo sei nata tu. >> Concludo.
<< Cacchio. >> Chiosa Francesco masticando una tartina.
 
 
 
[David]
<< Scusi, che ore sono? >> Chiedo al ragazzo che guida la barca.
<< Le tredici,signore! >> Mi risponde dopo aver consultato il suo cellulare.
<< Grazie! >> Esclamo. Torno a prua, dove la mia bella ragazza è stesa a godersi il sole, con due birre ghiacciate prese dal minibar.
<< Grazie amore. >> Mi ringrazia, dedicandomi anche un veloce bacio, prima di afferrare la sua birra fredda.
A quest’ora dovrebbero essere tutti riuniti! Isabella avrà già sganciato la bomba? Giulio come si starà comportando?
<< Visto che sei così bravo, lascio a te l’onere di programmare la vacanze estive! >> Esclama la mia bella ragazza. Se fossimo soli su questa barca le sarei già saltato addosso. Sembra una sirena con questo costume.
<< La barca! >> Esclamo con celata rabbia redarguendo il ragazzo addetto ai motori, che volta la testa per di qua un po’ troppe volte!
<< Gelosone mio… >> Mi prende in giro Camilla accarezzando il mio petto con polpastrelli prima di rubarmi un bacio ardente.
<< Ti conviene fermarti. A meno che tu non voglia dare spettacolo! Dovrò prendere il brevetto per guidare questo motoscafi così in futuro potremmo evitare di portarci dietro QUALCHE SOGGETTO CON LO SGUARDO UN PO’ TROPPO LUNGO,PER I MIIE GUSTI! >> Intervengo alzando la voce sul finale,così che Mr. occhio lungo mi senta! E che cavolo! Camilla ridacchia.
<< Comunque accetto volentieri il compito! Preferisci mare o montagna? >> Le domando vezzeggiando la sua guancia. La sua pelle è così soffice!
<< Mare, ovviamente, o non avrei occasione di sedurre bagnini e bagnanti, oltre al mio ragazzo, indossando questo bikini! >> Esclama impertinente.
<< E’ così allora?! Ripensandoci, non voglio più il brevetto di marinaio, ma la prossima volta richiederò che a portare lo yatch sia una donna bella e formosa, magari bionda! >> Le rispondo di rimando. Si mette a cavalcioni su di me e mi afferra il collo senza stringervi attorno le mani.
<< Stai molto attento a quello che dici, dottor Valencia! >> Mi avvisa guardandomi dall’alto in basso. L’attiro a me e la bacio.
<< Stai molto attenta tu, il mio amichetto è sull’attenti e ora sei costretta a scendere con me sotto coperta! >> La informo sussurrandole queste parole nell’orecchio.
 
 
 
 
[Daniele]
E’ incredibile trovarmi di nuovo in compagnia di mia sorella come se niente fosse successo in questi vent’anni e passa. Ricordo ancora il nostro ultimo incontro (prima di quel fugace scambio di battute all’aeroporto, il giorno della sua partenza)! Mia moglie, dopo aver accettato quella mia folle proposta, era tornata a casa in lacrime con le cinque dita di mia sorella ancora stampate sul volto. Giusto il tempo di farla calmare e sono andato a casa sua…
 
<< Daniele! Ti è andato in andropausa il cervello?! Sono le sei del mattino e ho un bimbo piccolo che dorme a stento per 4 ore a notte e tu cosa fai? Ti attacchi al campanello?! >> Mi redarguì.
<< Io dovevo assolutamente parlarti! >> Esclamai.
<< Quello che dovevo dire l’ho detto alla tua folle moglie! Ma dico sei impazzito?! Sei una merda, Daniele! Chiedere a Patrizia di abbandonare suo figlio per restare insieme a te usando il benessere economico come arma di ricatto! Sei la feccia del mondo, Daniele! Anzi, è più corretto usare il plurale: siete due pazzi psicopatici con cui non voglio più avere a che fare! Per me siete morti! >> Si è sfogata senza urlare per non svegliare il mio nipotino.
<< E adesso fuori di qui e non farti più vedere! La roba di quella demente di tua moglie l’ho affidata al portinaio, magari l’ha già venduta a qualche rigattiere? Sparisci! >> Mi ha ordinato spingendomi nell’ascensore. Ha premuto il pulsante e le porte si sono chiuse mentre ci scambiavamo uno sguardo. Non ho avuto neanche il tempo di replicare! 
 
<< Amore, ti riempio il bicchiere. >> Si offre Lorenzo Mendoza verso la figlia di mia moglie chiamandola “amore” di fronte a Nicola. Ne deduco che abbiamo ufficializzato.
<< Tanti auguri per la vostra relazione! >> Si complimenta mia moglie, cercando di nascondere il fatto che soffre per non partecipare a certi eventi nella vita di sua figlia e so che dentro di sé mi ritiene responsabile.
<< Spero non fosse ironico! >> Esclama Roberta, che evidentemente non crede alla buona fede di mia moglie.
<< Ricominciamo? Patrizia diceva sul serio, io la conosco da più di trent’anni e so quando ironizza e quand’è seria. Oltretutto questo pranzo è in onore di mio figlio, oltre che di tua sorella, per ciò evitiamo polemiche, ok? >> Interviene perentoria mia sorella Marcella verso Roberta.
<< Grazie Patrizia. >> Esclamano coralmente Lorenzo e Roberta accantonato la polemica che stavano cercando di creare.
<< Complimenti anche da parte mia. >> M’intrometto.
<< Grazie Daniele. >> Rispondono. Sopraggiungono mio nipote in compagnia della sua ragazza che ha gli occhi lucidi.
<< Tesoro, cosa succede? >> Si precipita a domandare Nicola alla figlia, in apprensione. Mamma mia che pesante!
<< Olga ed io abbiamo un annuncio da fare. >> Introduce mio nipote, ottenendo tutta la nostra attenzione.
<< Ho avanzato una proposta ad Olga, la quale ha accettato senza esitazione. Andremo a vivere insieme immediatamente. Lunedì dopo l’ecografia e dopo pranzo andremo a vedere una casetta sulla spiaggia! >> Annuncia mio figlio sollevando la sorpresa dei suoi genitori e suoceri.
<< Ti stabilirai qui a Miami anche se noi decidessimo di tornare a Bogotà? >> Domanda Nicola alla figlia.
<< No, papà. Si tratterebbe di un affitto di pochi mesi. Io verrò a Bogotà con voi. >> Precisa Olga.
<< E vi separerete? >> Domanda mia sorella Marcella. Ascolto il ping pong verbale sgranocchiando patatine.
<< No, mamma. Io andrò a Bogotà. Mamma, papà, dove vanno lei e mio figlio vado anch’io! >> Annuncia mio nipote. Marcella diventa bianca come un cencio e sta per mettersi a piangere. Certo, poteva dare la notizia con il dovuto tatto!
<< Marce, non fare così! >> La sorregge mia moglie.
<< Marcella, si tratta di suo figlio e della donna che ama… E’ normale che voglia seguirla in campo al mondo! >> Interviene mio cognato. Alexander abbraccia la madre.
<< Mamma, sei contenta per me? Io ti voglio bene ma non posso chiedere ad Olga di separarsi dai suoi genitori, non voglio. Mi capisci? >> Le domanda Alex. Mia sorella annuisce con il capo mentre tira su con il naso.
<< Signora Marcella… non pensavo di portarle via suo figlio, letteralmente parlando! >> Si giustifica Olga. Marcella le accarezza il mento.
<< Tesoro, non dire queste cose, non potrei avercela con te che sei tanto cara e che mi darai un bel nipotino! Sono solo una mamma chioccia che oltretutto non si è mai separata dal suo unico pulcino, escludendo gite scolastiche e brevi viaggi di lavoro! Mi passerà! >> Interviene mia sorella.
<< E poi mamma non sto partendo domani, ci vorranno alcuni mesi per pianificare il tutto. >> Precisa mio nipote.
<< Sì, i nostri affittuari di Bogotà hanno diritto ad altri 4 mesi di tempo. >> Spiega Leonora.
<< Nicola, ti ringrazio per l’offerta di appoggiarci a voi, ma vorremmo cercare di cavarcela come una famiglia. >> Declina la gentile offerta mio nipote.
<< Non importa. Basta che possiamo venire a trovarvi ogni tanto! >> Chiede il permesso Nicola. La figlia abbraccia a turno tutti i membri della famiglia.  
<< Solo ogni tanto? >> Domanda Olga con il broncio. Viene coccolata da tutti. E’ mio cognato a prendere la parola sollevando il suo bicchiere.
<< Propongo un brindisi per questa nuova famiglia e questo nipotino in viaggio. E’ vero, non siamo una famiglia convenzionale visto che tra di noi ci sono trascorsi, discorsi in sospeso, malumori presenti. Ma un evento lieto come l’arrivo di una nuova vita dovrebbe unire ed è a questo che auspico! Qui, tutti riuniti, non siamo poi tanto male e spero per il bene di questi giovani innamorati che riusciremo ad andare d’accordo. Un brindisi a questa famiglia! >> Propone mio cognato. Roberta, di fronte a me, guarda in questa direzione e mi rendo conto che intreccia il suo sguardo con quello di mia moglie. Tutti sorridiamo e sembra che almeno per questo istante tra di noi non ci siano antipatie varie!
 
 
 
[Paola]
Ci scambiamo un ultimo bacio prima di separaci.
<< Ci metto cinque minuti. Il ristorante cinese e qui vicino, prendo il sushi e torno. Tu fa come se fossi a casa tua. >> Mi invita, prima di uscire di casa. Mi stendo a bordo piscina infilandomi gli auricolari nelle orecchie… Ovviamente ascolto gli CNCO, tornando con la mente alla sera prima. E’ stato bellissimo! Diego non sarebbe mai venuto con me al loro concerto,visto che ha sempre definito ridicola la mia boy band preferita! Ascolto cinque canzoni prima che arrivi la mia preferita della loro playlist: “Reggaetón Lento (Bailemos)”.
<< Qué bien se ve… me trae loco su figura… ese trajecito corto le queda bien… Combinado con su lipstick color café… >> Canticchio ad occhi chiusi, prima di rendermi conto di non essere sola! Trasalgo quando apro gli occhi, trovandomi davanti un uomo di mezza età, ma ancora piacente, con capelli neri striati d’argento, abbigliamento da Fonzies di Happy Days (non è troppo vecchio per vestirsi così?), occhi scuri e colorito ovviamente artificiale vista la stagione corrente!
<< Oddio! >> Trasalgo. Il tipo mi guarda lascivo. Afferro immediatamente l’accappatoio.
<< L-lei chi è? Com’è entrato? >> Domando.
<< Con le chiavi, ovviamente. Io potrei farle la stessa domanda, signorina. Non che trovarla qui a suo agio a bordo della mia piscina sia una penitenza. >> Risponde. Il secondo marito della madre di Alec!
<< Lei è il secondo marito della madre di Alec? >> Domando, non conoscendo il suo nome di battesimo! Ride mostrando denti luminosi.
<< Altrimenti detto Federico Vidal, per gli amici! >> Si presenta canzonandomi. Che figura!
<< Paola Ribeiro Solari! Sono un’amica di Alec. E’ andato a comprare del sushi. >> Mi presento e racconto, allungando la mano. Lui l’afferra.
<< Molto piacere amica di Alec. >> Perché sembra ironico?!
<< Fede! Credevo che fossi in Costa Rica a girare quel video musicale. >> Interviene Alec, entrando con un sacchetto che conterrà il sushi.
<< Ciao Alec. Il rientro è stato anticipato! Mi cambio, rifaccio la valigia e me ne vado di nuovo. >> Spiega guardandomi. Perché lo dice a me?
<< Scusa se abbiamo invaso casa tua. Mi hai lasciato le chiavi dicendo che potevo rilassarmi qui! >> Si giustifica Alec.
<< Tranquillo figliolo, puoi venire qui quando vuoi, con la tua amica! >> Esclama,lanciamo un’altra occhiata. Non è che gli sono venute strane idee su di me? Mi vengono i brividi!
<< Vi lascio. Spero di rivederla, signorina! E’ stato un piacere. >> Mi saluta, imboccando la strada per la zona notte.
<< Arrivederci signor Vidal. >> Lo saluto. Finalmente sen’è andato! La sua presenza mi ha messa a disagio!
<< Di cosa parlavate? >> Mi domanda Alec, dopo avermi rubato un casto bacio.
<< Di niente, era appena arrivato. >> Appena… Chissà da quanto se ne stava lì a fissarmi canticchiare con gli occhi chiusi! Per di più con questo costume succinto addosso!
<< Ma di cosa si occupa per viaggiare tanto? >> Chiedo ad Alec.
<< E’ produttore e manager musicale. E’ stato lui a incoraggiarmi nel lavoro di DJ! >> Mi spiega.
 
 
FINE CAPITOLO 61.
 
 
Su, vi ho fatto attendere poco. Lo so, è un po’ più corto dei precedenti, ma vista la difficoltà che trovo ad aggiornare per impegni di vita reale sappiate che da qui in avanti probabilmente saranno più corti, così da rendere più frequenti gli aggiornamenti. Un saluto! <3
 
 
 
   
 
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