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Autore: Ronnie92    28/06/2017    0 recensioni
Un bambino capisce l'importanza della vita attraverso l'immaginazione.
Perché la piacevolezza della vita parte dalla curiosità e dalla immaginazione.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                      Capitolo 2
                                                    Lo stanzino

Nella Grande Casa dove viveva, Arturo aveva una stanza preferita.
Non era la stanza dei giochi, né quella con la televisione e neppure quella dove si mangiava.
La sua stanza preferita era Lo stanzino!
Lo stanzino era lo sgabuzzino di casa, dove mamma e papà conservavano le cianfrusaglie dei loro viaggi, della loro vita passata.
Arturo credeva che tutto vi potesse accadere al suo interno, e per questo non vi entrava mai.
Bisogna dire che a volte Arturo aveva un po’ paura.
Ma la sera, prima di andare a letto, chiedeva alla mamma il permesso di sedersi dietro la porta dello stanzino.
E la mamma non gli diceva mai no.
“Si ma mi raccomando, al massimo 10 minuti, poi a nanna!”
Le regole della mamma erano ferree, non poteva sgarrare.
Ma per Arturo, detto Artù, quei 10 minuti erano i più belli di tutta la giornata!

Il rituale era semplice, saliva i tre scalini che lo separavano dalle altre stanze, si sedeva con le spalle alla porta e socchiudeva gli occhi.
Nella sua mente un mondo di mille colori sconosciuti si ricreava.
Se c’era silenzio riusciva persino a sentire il rumore del ruscello che correva felice nello stanzino.
Un’alta montagna si stagliava altissima, fin sopra le nuvole, e il Sole emetteva i suoi raggi caldi e bellissimi su una distesa di verde immensa.
Decine e decine di scimmie volavano fra liane sottili come fili di seta e duri come l’acciaio, coccodrilli e panda danzavano chi nell’acqua, chi tra gli alberi per propiziare la pappa.
Poco distante vi era una piramide dorata, di quelle che avevano incisioni enormi che raffiguravano scene di un passato bellissimo e avvincente.

Arturo amava la storia, qualsiasi storia, reale o immaginaria.
E nello stanzino tutto poteva accadere.
Decine di Albatros volavano lungo le rive del ruscello che via via si ampliava e aumentava la forza del suo flusso, fino a sfociare in un mare dall’azzurro che quasi non poteva essere descritto a parole.
Un colore che ricordava il cielo poco prima dell’alba, quando i primi chiarori risvegliano quella luminosità intrinseca della vita.
E mille pappagalli dai colori diversi volavano tra gli alberi.
Serpenti tentatori attendevano le loro prede con astuzia.
Leonesse dal colore della sabbia più bella e pura si riunivano per la caccia, e enormi Elefanti e Ippopotami condividevano un bagno rinfrescante.
Habitat diversi si fondevano per creare qualcosa di illogico e armonioso, tutto era delicato e decisamente irreale, ma di quella irrealtà che faceva sorridere Ar..

“Artù! Forza sono passati undici minuti, uno in più del previsto. E’ ora di andare a dormire!”

Ogni sera era sempre la stessa storia. Quando stava per cominciare una delle sue avventure il tempo finiva.
Ma un giorno sarebbe cresciuto, e quel giorno sarebbe stato seduto fuori lo stanzino per tutto il tempo che desiderava.

Messosi nel letto la mamma arrivava e gli rimboccava le coperte, lo baciava sulla fronte e gli diceva di amarlo, di amarlo più d’ogni cosa al mondo.
Arturo allora sorrideva ancora di più e, placido, si abbandonava al dolce sonno.


 
   
 
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