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Autore: Khailea    06/07/2017    1 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo:
Jack
Daimonas
Ailea
Khal
Lighneers
Zell
Astral
Lacie
Hope
Grace
Milton
Seraph
Alexander
Johanna
Samantha
 
 
Il gruppo riuscì a tornare alla propria città solo la notte di qualche giorno seguente, avevano ricevuto dalle professoresse alcune cure quindi non erano in condizioni gravi, avevano potuto perfino dormire per molte ore senza la preoccupazione di un attacco e dopo quelle giornate sull'isola era stato proprio ciò di cui avevano avuto bisogno.
Quando i ragazzi dissero alle professoresse di Jack e Samantha queste chiamarono al cellulare il loro preside, che non trovando alcun motivo per allontanarli acconsentì a farli diventare membri della loro scuola, infondo quella rivale era ormai distrutta e da quanto era stato raccontato nessuno dei due avrebbe avuto motivo per vendicarsi.
Non appena videro la città stagliarsi di fronte a loro però qualcuno ruppe il silenzio che si era creato durante tutto il viaggio, dalla stanchezza nessuno era riuscito a parlare.
-Cosa c'era in quella scatola?-
Chiese Ailea guardando seria Jack, lui l'aveva subito aperta quando l'aveva recuperata ma nessuno era riuscita a vederne il contenuto.
-Il mio cuore.-
-C-cosa?-
Tutti in quel momento erano sbigottiti, com'era possibile che quell'affermazione fosse vera?
-Non vi sto mentendo, io sono in grado di separare e riattaccare parti del mio corpo, mi era stato sottratto il cuore e prima d'andarmene dovevo recuperarlo.-
-Ma come hai fatto a sopravvivere?-
Chiese stavolta Astral.
-Devo ringraziare numerosi esperimenti del mio passato.-
Non c'era bisogno di scendere nel dettaglio, o avrebbe rischiato di farsi ingannare di nuovo, tra tutti gli sguardi stupiti solo Daimonas che già conosceva il suo segreto manteneva la calma.
Durante il viaggio aveva deciso che lo avrebbe tenuto d'occhio, non si fidava ancora completamente e se fosse successo qualcosa sarebbe stata solo colpa sua.
-Bene razza d'incapaci scendete dal mio veicolo!-
Sbraitò la Mustang aprendo le porte del mezzo, i ragazzi non se lo fecero ripetere e subito scesero per tornare alle proprie case, o quasi tutti almeno.
-Nya nya Astral andiamo a mangiare del sushi!-
-Ma è tardi Lacie...poi non sei stanca?Le tue ferite non sono nemmeno guarite.-
-Nya appunto per questo dobbiamo andare a mangiare del sushi!-
Non c'era la minima logica in ciò che diceva ma il ragazzo si vide costretto ad accettare, visto che la sorella non la smetteva di saltellare ed aveva paura si potesse fare male, prendendola in braccio salutò i propri compagni.
-Allora ci vediamo domani.-
-Sarei stupita di vedere che quel tuo debole corpo riesca a resistere allo sforzo dopo la lotta.-
-Vuoi vedere quanto è forte il mio corpo  Seraph?-
Prima che la bionda potesse rispondere sguainando la spada Ailea si mise in mezzo ai due.
-Finitela, se volete lottare lo fate domani, adesso non è il caso.-
Alzando gli occhi al cielo e sospirando Astral dovette dare ragione a Ailea, aveva ben altro da fare e quello non era il modo migliore per fare amicizia con Seraph, che invece non smetteva di fissarlo con tono di sfida, quel tipo la faceva irritare più degli altri quando apriva bocca, cercava sempre di tenerle testa o di fare amicizia, non riusciva proprio a capirlo e le uniche risposte sensate poteva darle solo la sua spada.
-Bene ragazze, credo che anche per me sia il momento di andare.-
Disse Zell prendendo un profondo respiro, era rimasto fermo troppo a lungo per i suoi gusti, aveva bisogno di fare qualcosa per riprendere il proprio ritmo. Dopo aver velocemente salutato tutti si avviò verso la sua prima destinazione, un luogo che conosceva molto bene...
Lacie intanto iniziò a battere i pugni sulla schiena di Astral, voleva festeggiare la loro vittoria ma lui ci stava mettendo troppo tempo a muoversi, non appena finalmente si avviarono sventolò la propria coda sulla sua maschera e salutò sorridendo tutti i suoi compagni, facendo però una linguaccia a Khal.
Il ragazzo però non la notò nemmeno avvicinandosi subito a Ailea.
-E' stato un viaggio molto lungo, hai bisogno di un passaggio per tornare a casa?Non ci metterei molto a chiamare qualcuno.-
-No grazie, salire su un altro mezzo mi ucciderebbe con il mio mal di mezzi...-
Rispose Ailea sorridendo al biondo immaginando intendesse chiamare un taxi per tornare a casa, non poteva certo immaginare che invece si stava riferendo ad una delle sue lussuose auto per cui bastava poco per farla arrivare. Khal aveva sperato di intrattenerla qualche altro tempo con lei, magari offrendole qualcosa da bere, versando qualcosa nel suo bicchiere di non troppo forte ed invitarla così nella propria casa, avrebbe poi approfittato di quel momento per mostrarle tutta la sua ricchezza e stupirla invogliandola ad allontanarsi da quegli esseri di poco conto che la circondavano.
-Ah capisco mi dispiace molto, magari potrei accompagnarti.-
Poco prima che riuscisse a sfiorarla Lighneers  si mise in mezzo portando il braccio attorno alle spalle di Ailea.
-Mi dispiace caro mio ma stasera lei è impegnata.-
-Come sarebbe a dire?-
Chiese Khal assottigliando lo sguardo, quel tipo lo stava odiando particolarmente, stava toccando il suo giocattolo e chissà cosa doveva farci, ma Lighneers non aveva alcun secondo fine a riguardo.
-Dobbiamo parlare di affari, ricordi Ailea?-
Dopo un attimo di silenzio in cui la ragazza tolse il braccio di lui dalle proprie spalle ricordò l'accordo che avevano stabilito, lei avrebbe dovuto combattere in lotte molto semplici e con il minimo rischio, sfruttando il suo aspetto da ragazzina debole per ingannare gli avversari.
-Giusto, non mettiamoci troppo però.-
-Faremo in fretta.-
Annuì Lighneers iniziando ad incamminarsi facendosi poi seguire dalla ragazza, questa non aveva particolare voglia di lottare, voleva solamente tornare a casa dalla propria gatta per coccolarla ma avrebbe dovuto aspettare ancora qualche tempo...
Khal nel frattempo stava cercando di nascondere la crescente rabbia che provava, aveva assolutamente bisogno di trovare il modo per sfogarsi, il fratello però intuendo il suo stato d'animo gli si avvicinò.
-Credo dovremmo andare anche noi...-
-Si, dovremmo.-
Volandosi verso Hope Alexander le prese una mano.
-Allora ci rivedremo a scuola domani.-
-Certo...-
Rispose lei sorridendogli ed arrossendo, Alexander avrebbe veramente voluto accompagnarla a casa ma con Khal in quello stato rischiava di metterla in pericolo.
-Magari potremmo pranzare insieme.-
Propose prima di allontanarsi, il sorriso della ragazza si allargò ancora di più.
-Volentieri mi piacerebbe molto.-
Sorridendole andò via assieme al fratello, voltandosi però più volte verso la ragazza per imprimersi la sua immagine nella mente.
-E' proprio cotto eh?-
Disse Grace accanto alla castana.
-C-cosa dici!-
-Andiamo si girava di continuo e non la smette mai di sorriderti.-
-Non vuol certo dire che io gli piaccia...-
-Secondo me si.-
-Non sono il tipo di ragazza che farebbe innamorare qualcuno...-
Rispose Hope sottovoce senza farsi sentire, i suoi pensieri vennero però interrotti da Samantha che aveva iniziato a tirarle la gonna.
-E' questa la città di cui mi avete parlato?E' incredibile queste case sono veramente altissime e sembrano degli alberi!Sono come quella dove stavo io?-
Ridendo la castana la prese in braccio accarezzandole la testa.
-No all'interno sono molto diverse, sono confortevoli e molto belle, puoi decorarle in vari modi in base ai tuoi gusti e soprattutto puoi uscire quando preferisci.-
-Voglio vedere la vostra casa!Dove si trova?E' una di queste?-
-No ma non è molto distante, io e Grace abitiamo insieme mentre Johanna alloggia nel dormitorio della nostra scuola.-
-Oh e sono come le capanne dell'isola?-
-No sono dei grandi palazzi divisi in vari spazi in modo che più persone vi possano vivere all'interno, tenendo sempre la propria privacy.-
-Oooh voglio vederla!-
-Una cosa per volta.-
Le rispose Grace sorridendole.
-Prima di tutto devi scegliere con chi vuoi vivere, poi avrai tempo di vedere entrambe le case, devi solo avere pazienza.-
-Giusto, non credo che la scuola avrebbe dei problemi se ospitassi qualcuno.-
Disse Johanna immaginandosi come sarebbe stato vivere assieme a Samantha, era una bambina così allegra, Sammy intanto era rimasta in silenzio a riflettere su dove sarebbe voluta andare, tutte e tre erano delle ragazze fantastiche ma...
-Io voglio andare con Milton.-
Era stata lei a salvarla e a farle conoscere quel gruppo, le si sentiva molto legata e voleva passare tantissimo tempo con lei.
Milton a quella richiesta venne colta alla sprovvista, non credeva la bambina avesse quel desiderio e non l'aveva nemmeno sospettato visto che tutto il viaggio era stata in pensiero per Daimonas a causa di Jack, aveva paura che quel ragazzo gli avrebbe fatto del male e si era sentita inutile per non aver aiutato l'amico.
-Mi farebbe piacere, anche io vivo nel dormitorio della scuola ma la mia stanza non è particolarmente grande.-
-Non mi importa voglio stare con te!-
Rispose Sammy iniziando a muovere i piedi testarda, non appena Hope la mise a terra corse dall'amica abbracciandola.
-Penso che verrò anche io con voi.-
Aggiunse Jack alle loro spalle, non aveva una casa e certo non gli premeva dormire per strada, quel dormitorio infondo sembrava l'ideale. Milton e Daimonas però non furono altrettanto entusiasti, entrambi temevano che il ragazzo avrebbe potuto far qualcosa di orribile come attaccarli durante la notte, Jack intuì i loro pensieri ma non disse nulla, non aveva cattive intenzioni ma per dimostrarlo al momento non poteva fare nulla.
-Vi accompagnerò.-
Disse serio Daimonas guardando Jack con uno sguardo che non ammetteva un no, l'altro però si limitò a fare spallucce.
-Fatemi strada allora, io non ho mai visto questa città.-
-A-aspettate vengo anche io...-
Disse Johanna avvicinandosi, si sentiva intimorita da Jack ma il suo carattere le impediva di lasciar andare da soli dei bambini con qualcuno di pericoloso, ed oltretutto doveva andare anche lei a casa.
Senza poter obbiettare Milton dovette condurlo al dormitorio, camminava cupamente accanto a Daimonas tenendo per mano Sammy che non intuendo la tensione del momento continuava a sorridere allegra.
Mentre il gruppo si allontanava anche Seraph ne aveva approfittato per muoversi ed ora rimanevano soltanto le due amiche.
-Penso sia meglio andare, siamo entrambe molto stanche.-
-Si, hai ragione Grace...-
 
 
Johanna, Daimonas, Milton, Sammy e Jack:
 
Durante tutto il tragitto verso i dormitori nessuno di loro era riuscito a parlare, Milton e Daimonas erano troppo agitati, Johanna percependo la tensione e accusando la stanchezza non riusciva a trovare nulla di cui parlare, Jack non ne aveva semplicemente motivo, Sammy era l'unica di buon umore che si muoveva saltellando.
-Così questi sarebbero i dormitori.-
Disse Jack non appena furono arrivati, erano molto diversi da quelli della sua precedente dimora, perfino la scuola vista da lontano era tutt'altra cosa.
-Allora ci si vedrà domani tra i banchi.-
-Che bello saremo tutti insieme!-
Disse sorridendo Sammy, Johanna fu l'unica a sorridere assieme a lei anche se con più fatica.
-Andrò a vedere se ci sono già delle stanze libere.-
Disse il ragazzo allontanandosi, per Milton quella scena fu una grande soddisfazione.
-Sammy andiamo, la mia stanza è quella in fondo.-
-Va bene!Notte notte Johanna e Daimonas.-
-Buonanotte.-
Rispose Johanna affrettandosi a raggiungere la propria stanza, era veramente stanca e quasi non riusciva nemmeno a parlare, il viaggio non era stato dei più confortevoli e non vedeva l'ora di farsi una bella doccia per sciogliere quella tensione.
Non appena aprì la porta tuttavia si sentì travolta da una nuova energie, al centro della stanza, coperta da palloncini e festoni, c'era Mattia.
-Jo Jo hai fatto tardi eh?-
-Mattia!-
Non le importava di quanto fosse spettinata o sporca in quel momento, corse ad abbracciarlo stringendolo forte a sé, era il regalo più bello che avessero potuto farle.
-Ahaha anche tu mi sei mancat...ma perché sei sporca di sangue!-
Chiese il ragazzo guardandola allarmato.
-Ah no non è come pensi!-
-E cosa dovrei pensare?Chi è stato?Lo picchierò talmente tanto che non lo riconoscerà nemmeno sua madre!-
Non c'era modo di calmare il ragazzo che sembrava estremamente preoccupato, prendendogli le mani Johanna gli raccontò di tutto ciò che era successo, ma lo sguardo del ragazzo continuava a rabbuiarsi.
-Come può una scuola farvi fare cose simili...-
-Lo so ma sto bene, come puoi vedere sono riuscita a cavarmela.-
-Ma se dovesse capitare nuovamente?Non posso lasciarti da sola in un posto simile.-
-Mattia non sono sola...-
-Non posso stare lontano da te allora in una situazione simile, avrei potuto aiutarti se ci fossi stato...-
La prima parte di quella frase fece arrossire tremendamente la ragazza, che tuttavia provò una forte gioia.
-No va bene così, non voglio che ti capiti qualcosa.-
-E' reciproco eppure eccoti qua sporca di sangue!-
-Mattia calmati...ascolta io ho bisogno di fare una doccia ma parleremo comunque nel frattempo, lascerò la porta socchiusa.-
-Va bene, ma non creder e d'averla vinta.-
Dandogli un leggero bacio sulla guancia la ragazza prese un cambio d'abiti e si affretto a fare la doccia.
-Nonostante tutto a tratti è stato piacevole, più che altro all'inizio che abbiamo giocato sulla spiaggia.-
-Si sarebbe stato divertente esserci, qualcuno ci ha provato con te?-
-Hahah ma dai.-
-Hey sono serio, la mia amica Jo Jo è un fiore delicato.-
-Certo che simpaticone, comunque puoi stare tranquillo.-
-Se posso stare tranquillo come dovevo esserlo riguardo al discorso che non ti saresti fatta male allora siamo a cavallo.-
-E' stata una cosa inaspettata, non volevo andarci...-
-Questo posto è orribile...inizio a capire tua sorella...-
-No non dire così!Non potrei sopportare d'averti contro!-
-Non sono contro di te ma sono preoccupato.-
-Mattia...-
-Johanna sono serio, non ho idea di come proteggerti.-
Delle parole si formarono nel cuore della ragazza "potresti restare con me" ma sapeva che non avrebbe mai potuto permetterlo, sarebbe stato toppo pericoloso, ma avrebbe tanto voluto restare assieme a lui.
-Sei qui con me ora, e ne sono tanto felice.-
Dopo essersi asciugata velocemente uscì dal bagno, Mattia si era seduto al bordo del letto aspettandola, raggiungendolo rimasero in silenzio per qualche minuto.
-Come hai fatto ad entrare?-
-Ho chiesto ad alcune tue vicine e mi hanno aiutato trovando le chiavi di riserva, volevo farti una sorpresa visto che era da tanto che non ti vedevo.-
-Che dolce che sei.-
Disse dandole un bacino.
-Comunque...sono felice anche io di essere qui.-
Sorridendogli Johanna gli strinse la mano appoggiandosi alla sua spalla, avevano tanto di cui parlare ed ora avevano tutto il tempo.
Nel frattempo Daimonas si era assicurato che Milton e Samantha entrassero nella loro stanza dopo di che si affrettò a raggiungere Jack, voleva vedere se veramente sarebbe rimasto nel dormitorio senza fare nulla, sarebbe rimasto lì anche tutta la notte se necessario.
Fortunatamente non fu difficile individuarlo visto che era ancora in cerca di una stanza libera, guardandolo da lontano non sembrò una persona cattiva, nonostante le numerose cuciture sul suo corpo.
"Bravo sottovaluta la gente così finirai per venir ammazzato."
Mostro aveva ragione, non poteva abbassare la guardia, ad un tratto Jack si fermò davanti ad una delle numerose porte e afferrando la maniglia l'aprì, il ragazzo fu felice d'aver finalmente trovato una stanza, il giorno dopo avrebbe parlato con il preside per accordarsi sulla propria sistemazione.
La stanza era completamente vuota ma non era un problema, non aveva bisogno di particolari comodità, dopo molti anni finalmente si sentiva libero, non doveva seguire alcun ordine e poteva andare ovunque volesse, era una bella sensazione unita al fatto d'essere riuscito a vendicarsi.
Appoggiandosi alla parete pensò a tutti gli anni in cui aveva dovuto subire come un cagnolino ogni genere di cosa ed ordine, arrivando al punto di temere di non riuscire mai a recuperare il proprio cuore, ma c'era riuscito grazie all'aiuto di quello strano gruppetto.
Soprattutto Daimonas era stato il mezzo con cui aveva raggiunto il suo fine, se non l'avesse incontrato probabilmente avrebbe semplicemente ucciso tutti quanti visto che era il suo compito, sapeva che l'aveva seguito ma non gli importava, se voleva rovinarsi la notte per controllarlo erano problemi suoi, inoltre Jack era perfettamente capace d'allontanarlo se ne avesse avuto bisogno, ma per il momento gli andava bene anche così.
Daimonas intanto era rimasto fermo davanti alla porta attendendo qualche rumore che lo mettesse in allerta, non avrebbe permesso a quel ragazzo di ferire gli altri ma se veramente non era una minaccia prima avrebbe dovuto dimostrarglielo.
In maniera simile si sentiva anche Milton che tuttavia in quel momento stava ridendo guardando Sammy saltare sul letto, la bambina era entusiasta di tutto ciò che la circondava e non riusciva a trattenere la sua felicità.
-Che bello non avevo mai visto tutte queste cose!Ci sono tantissimi libri!-
-Puoi leggere tutti quelli che vuoi.-
-Veramente?Grazie!-
Disse la bambina correndo ad abbracciarla, dopo quegli anni passati nell'albero c'erano così tante cose che voleva vedere, e grazie alla sua amica poteva farlo.
-Domani dovremo andare a scuola?-
-Si, le lezioni non sono male ma devi fare attenzione ad alcuni studenti.-
-Finché sarò con te andrà tutto bene!-
-Farò del mio meglio per aiutarti Sammy, e credo che anche gli altri sarebbero felici di farlo.-
-Da quanto li conosci?-
-Daimonas da molti anni mentre gli altri da molto poco, ma sembrano tutte brave persone non credi?-
-Si!Non vedo l'ora di giocare insieme a tutti voi!-
-Allora meglio andare a dormire, così sarai piena di forze, puoi dormire nel letto assieme a me. Prima però dovremmo fare una doccia.-
-Va bene!-
Non c'era niente che la potesse rendere triste in quel momento, dopo essersi lavate entrambe si erano sistemate sotto le morbide coperte addormentandosi velocemente, il cuore di Milton però era ancora scosso dalla preoccupazione, cercò però di scacciarli confidando che qualsiasi cosa fosse successa Daimonas se la sarebbe cavata.
Le ore intanto passavano ma il ragazzo non si era allontanato dalla porta, ad un tratto questa si aprì e Daimonas fu subito pronto in caso di lotta.
-Hey calmati, non ho certo aperto per attaccarti, non ti stanchi di stare qui fuori?-
L'altro non rispose, guardandolo diffidente.
-Ascolta puoi stare qui anche tutta la vita, quando capirai che non ho cattive intenzioni magari ti metterai l'animo in pace, ma non credi che se avessi voluto ferire qualcuno di voi l'avrei già fatto?-
-Non si è mai troppo prudenti...-
-Forse hai ragione, invece che restare qui fuori però potresti anche entrare.-
-Non ne vedo motivo.-
-Beh era solo un gesto di gentilezza, ma se preferisci così va bene, lascerò la porta aperta-.
Rispose il ragazzo sorridendo divertito dalla reazione di Daimonas, per certi versi gli ricordava un po' un cane randagio.
Appoggiandosi alla parete dall'altra parte della stanza rimase anche lui a fissarlo, quel gesto irritò non poco l'altro ragazzo che non apprezzava qualcuno lo guardasse così a lungo, ma non poteva certo andarsene.
"Se gli strappi gli occhi non avrà più modo di guardarti."
Gli propose Mostro, ma non avrebbe fatto nulla di ciò, se fosse servito sarebbe rimasto anche tutta la notte così...
 
 
 
Ailea e Lighneers
 
-Sei preoccupata?-
-Per niente.-
-Brava così si fa.-
-Sei uno che non perde tempo comunque.-
-Il tempo è denaro ed io non voglio assolutamente perderne.-
-Sei proprio ossessionato dal denaro.-
-No io non direi, il denaro serve per vivere in modo dignitoso ma non è l'unica cosa che conta. E' importante godersi la vita ed io cerco di farlo al massimo, ovviamente evitando di farmi ingannare da qualcuno per questo sono sempre ben attento. Queste situazioni mi permettono di conoscere anche la gente che mi circonda, che ci posso guadagnare qualcosa è un fattore secondario, comunque non voglio aver problemi e con abbastanza denaro posso stare tranquillo.-
-Sei veramente un tipo complicato...-
-Forse. Siamo quasi arrivati ormai.-
Disse il ragazzo indicando un particolare palazzo dalle finestre murate e le pareti coperte da graffiti.
-Sembra abbandonato.-
-Sembra, è questo il punto.-
Avvicinandosi al portone di legno bussò un paio di volte aspettando la risposta che non tardò ad arrivare, dopo altri quattro colpi la porta si aprì ed i due entrarono in una stanza completamente buia, afferrandole il braccio Lighneers condusse Ailea attraverso l'oscurità arrivando davanti ad una seconda porta.
-Inizia lo spettacolo.-
I due entrarono in un gigantesco salone dalle pareti violacee, la stanza era piena di donne vestite con degli strani costumi e la maggior parte di loro teneva tra le mani dei bicchieri traboccanti d'alcol. Al centro della stanza c'era un enorme ring di ferro con le corde di metallo, in alcuni punti c'erano perfino delle chiazze di sangue sparse in vari punti.
A rifornire le donne di alcol c'era un piccolo barman sistemato dietro ad un corto bancone con dietro impiantati nella parete quattro giganteschi barili.
-Questo è il primo passo?-
-E'più semplice di quanto credi, non perché sono donne sia ben chiaro, ma avrai notato quanto bevono. Ad una certa non ci capiscono nulla.-
Effettivamente aveva ragione, molte non si reggevano nemmeno in piedi.
-Tu aspettami qui, vado a scommettere.-
-Ok.-
Muovendosi agilmente tra le varie donne il ragazzo arrivò subito al bancone, credeva nella abilità e nel potenziale di Ailea e non aveva dubbi su come sarebbe finita la lotta con qualsiasi altra persona presente all'interno. Era stata una buona idea fare un patto simile con lei, avrebbe potuto trarne numerosi profitti, incluso il tenere d'occhio il biondino che le andava dietro, era una persona troppo enigmatica per i suoi gusti ma non voleva farsi idee affrettate, o avrebbe rischiato di non vedere la verità o di venire ingannato. Stando anche in compagnia di Ailea poteva conoscere perfino lui, due piccioni con una fava.
Dopo aver iscritto Ailea e fatto la sua puntata fece un breve cenno con la testa alla ragazza che subito intuì dovesse dirigersi sul ring, nello stesso momento anche un'altra donna fece lo stesso.
Questa indossava un attillato costume viola che a malapena tratteneva gli abbondanti seni, i capelli castani erano legati in una treccia e nella mano destra teneva un gigantesco boccale pieno d'alcol.
Arrivate sul palco la maggior parte delle persone si zittirono aspettando lo spettacolo iniziasse, ridendo di Ailea che nel frattempo aveva assunto un atteggiamento impaurito, quell'azione favorì i loro piani in quanto praticamente tutti puntarono sulla rivale.
Dopo qualche minuto il barista salì sul tavolo suonando un mini gong dando così inizio alla lotta tra le due.
La ragazza avversaria ci mise qualche istante a capire la situazione per poi iniziare ad avvicinarsi a Ailea, si muoveva barcollando ed il poco alcol ancora nel locale finì per terra.
Quella era una lotta assolutamente impari, ma non era il caso di farsi tanti problemi, almeno nella mente della ragazza.
Arrivandole vicino le diede modo di colpirla almeno un paio di volte, in questo modo chiunque le guardasse ed avesse voluto puntare avrebbe scommesso contro l'altra, ma Ailea si limitava ad accompagnare i movimenti della nemica fingendo di rimanerne ferita.
Lighneers osservando la scena pensò anche lui che non fosse il massimo come lotta, aveva occhio e riusciva a capire le azioni delle due ben prima che lo facessero, sospirando annoiato si chiese quante altre volte le cose sarebbero andate così, alla fine non serviva sprecare il potenziale di qualcuno solo per fare soldi, non era divertente.
Nel frattempo la lotta continuava ed ormai molti avevano già deciso su chi puntare, Ailea però iniziava anche ad essere impaziente ed irritata.
-Diamoci un taglio...-
Tra le risate del pubblico scivolò ai piedi della ragazza, afferrandole poi le caviglie ed alzandola da terra quel tanto che bastava da sbilanciarla e farla cadere, non appena questa sbatté la testa sul ring l'altra subito si alzò sovrastandola iniziando a colpirla con una serie di pugni direttamente sul viso, imbrattando le sue mani di sangue.
Quello forse era stato l'unico momento divertente della serata per lei ma un fischio l'attirò tra la folla, Lighneers la guardava a braccia incrociate facendole segno di fermarsi, se avesse dato troppo nell'occhio non sarebbe stato facile attirare nuove lottatrici, Ailea però nonostante potesse intuire la situazione continuò a sorridere divertita, scuotendo poi la testa.
Alzandosi afferrò i capelli della donna trascinandola dall'altra parte del ring accanto ad uno dei pali che tenevano ferme le corde, forzandola ad alzarsi le prese il viso iniziando a farle colpire quella trave di legno, rompendole il naso, i denti ed aumentando la quantità di sangue che stava macchiando il ring.
Si fermò solamente quando iniziò ad annoiarsi, perdendo interesse per quella situazione.
Mentre era calato il silenzio nella stanza salutò la folla con la mano insanguinata scendendo dal ring, aspettando che Lighneers andasse a prendere la vincita, il ragazzo però era alquanto scontento di quella situazione.
-Ti sembra il modo?-
-Hey la prossima volta se vuoi evitare queste situazioni non farmi scontrare con degli ubriaconi.-
-Non credo sia il caso di ferire in quella maniera una persona, soprattutto visto lo stato in cui era. Non è il caso di approfittarsene come hai fatto tu.-
-Il nostro patto comprendeva solo il lottare, il come lo decido io.-
Fissandola serio Lighneers andò a prendere la vincita.
-Hey, dai una parte di questi soldi a quella ragazza.-
Disse indicando la donna stesa sul ring, aveva bisogno di cure e visto che in parte si riteneva responsabile dell'accaduto riteneva giusto darle almeno modo di curarsi. Se nei suoi piani delle persone esterne venivano ferite lui non intendeva ignorarle.
Senza dire nulla a Ailea si avviò poi con lei fuori da quel locale, per quella serata poteva anche bastare una simile situazione.
-Già finito?-
-Penso tu abbia fatto abbastanza.-
Rispose il ragazzo contrariato.
-Mi stavo divertendo, come tu ti diverti a fare certe cose io ho i miei metodi.-
-Agire in quella maniera senza un briciolo d'onore non lo trovo molto divertente.-
Prima di continuare a parlare entrambi si fermarono guardandosi freddamente.
-Però non hai avuto problemi ad accettare il denaro.-
Disse lei ghignando, per tutta risposta però lui sorrise candidamente, girandosi tra le mani prima il rotolo di banconote che aveva ricevuto.
-Credo di averti spiegato come la penso sulle cose.-
Prendendo dalla tasca dei pantaloni un accendino diede fuoco ai soldi sotto lo sguardo della ragazza che dalla sorpresa spalancò gli occhi.
-No!-
Subito Ailea cercò di afferrarli ma Lighneers scivolando di lato glieli fece passare sotto il naso in segno di sfida.
La ragazza reagendo alla provocazione si piegò in avanti appoggiando le mani al suolo e dandosi la spinta riuscì a tirare un forte calcio al ragazzo allo stomaco.
Prima di poter allontanare il piede però venne afferrata da lui che tirandola indietro la fece cadere con un colpo secco che le tolse il fiato per alcuni secondi, ormai le banconote erano completamente bruciate e le lanciò lontane prima di scottarsi.
-Forse capisco come mai tu e lo stalker andate tanto d'accordo.-
-Ma di chi stai parlando idiota!-
Ormai dentro la ragazza era nata una forte rabbia, l'aveva fatta lottare e poi le aveva fatto perdere i soldi, non se la sarebbe cavata con poco, rotolando all'indietro estrasse due dei suoi pugnali che non aveva usato nemmeno nella lotta precedente e si avventò subito contro il ragazzo.
Lui non era armato quindi nonostante riuscisse a parare i suoi colpi, che sarebbero potuti costargli molto, subiva lo stesso alcune ferite alle braccia ed alle mani.
-Non dirmi che non te ne sei accorta, Khal ti ronza sempre attorno, lo vedrebbe anche un cieco che ha in mente qualcosa.-
-Sei veramente più idiota di quanto credessi.-
Non aveva pensato nemmeno per un istante che il biondo fosse come lui lo descriveva, semplicemente andavano d'accordo e si stavano conoscendo.
-Solo perché tu sei un asociale che non conversa con nessuno non vuol dire che tutti lo debbano essere.-
Disse cercando di disturbarlo mentre partiva all'attacco con un'altra serie di colpi, colpendolo sia alle braccia che alle ginocchia.
Lighneers però non reagì alla provocazione, lui stava bene da solo, se qualcuno voleva stare in sua compagnia non era un problema ma non aveva nemmeno bisogno di dipendere da qualcuno, se non stava contrattaccando con mosse mirate a ferirla era per rispetto al loro patto e perché non sarebbe servito a nulla ferirla.
Quella lotta però non poteva durare a lungo, afferrandole entrambi i polsi la spinse verso destra con un forte slancio atterrandola, purtroppo in quel momento Ailea aveva rigirato i coltelli conficcandoglieli nelle mani, si trovavano però ad una distanza maggiore e lui poteva parlarle con più calma.
-Ascolta, non ho intenzione di continuare a lottare e nemmeno di creare dei problemi o inutili discussioni. Credo sia meglio per entrambi tornare a casa.-
-Hai paura che possa farti male?-
Era quello lo stile della ragazza infondo, provocare, ma il suo avversario non era così facile da ingannare.
-Per ora è il caso che tu ti raffreddi, parleremo con più calma più avanti e spero sarai capace di trovare un accordo con me.-
Senza darle il tempo di rispondere si allontanò rapidamente, conosceva quelle strade perfettamente visto che prima di qualsiasi suo piano studiava la zona in cui doveva muoversi, quindi non fu difficile seminare la ragazza.
Non voleva che tra di loro si creasse una brutta situazione, infondo lei non era male ma era stato affrettato fare subito un patto senza conoscerla, sperava solo che in futuro avrebbe avuto modo di farlo e sfruttare in maniera migliore qualsiasi proposta sarebbe potuta capitare.
 
 
Ailea che era rimasta ormai sola per le strade non aveva altro motivo per restare fuori, per quanto avesse cercato il ragazzo era stato tutto inutile, il fatto che avesse bruciato i suoi soldi la imbestialiva, forse a lui non servivano ma a lei si.
Per un po' sarebbe stato meglio non incrociarlo o era certa che avrebbe cercato nuovamente di attaccarlo, non era una persona che si lasciava comandare dalla rabbia ma era estremamente vendicativa.
Tenendo lo sguardo basso si incamminò verso casa arrivandoci dopo quasi un'ora, era tremendamente stanca e voleva solamente farsi una doccia ed andare a dormire.
Non appena aprì la porta tuttavia ritrovò un po' della sua energia, la sua gatta sentendo qualcuno avvicinarsi alla porta vi si era sistemata accanto ed appena lei era entrata l'aveva accolta con un dolce miagolio.
-Ciao, ti sono mancata?-
Accarezzandole il muso sorrise felice, se c'era una cosa che la rasserenava era proprio quella gatta che le stava facendo le fusa, prendendola in braccia imitò quel verso e si avviò verso la propria camera, appoggiando Morgana sul materasso si tolse i vestiti sporchi di sangue, non aveva intenzione di macchiare la coperta, dopodiché si sdraiò accanto a lei continuando ad accarezzarla.
-Lighneers è proprio matto, Khal non mi stalkera, è tutta una sua fissazione.-
In effetti più ci pensava più le sembrava impossibile, quel ragazzo non aveva alcun secondo fine nei suoi confronti, parlavano e basta, anche Seraph si faceva troppi problemi nei suoi confronti, ma lei poteva capirlo visto che non sopportava tutti gli uomini.
Ripensando alla lotta di prima in parte capì le azioni del ragazzo, infondo lei aveva sviluppato quel comportamento ormai da molto tempo e non era la prima volta risultava esagerata, anche se la questione del denaro proprio non le andava giù.
Di quella situazione però non gli importava affatto, avrebbe deciso il giorno seguente quale fosse il comportamento migliore da tenere.
 
 
Seraph:
 
Non appena era scesa dall'autobus la ragazza non si era persa in inutili saluti e si era subito allontanata, sentiva il suo animo appesantito rispetto a quando era partita e questo la disturbava.
Non tanto per aver ucciso numerosi nemici ma per non essere stata capace di annientarli subito e di conseguenza di esser stata costretta a seguire il piano di Lighneers e di Jack, lei che lavorava da sola non era stata abbastanza forte da poter fare altrimenti.
Aveva bisogno di un nuovo scontro, rapido e senza esclusione di colpi che le permettesse di mettere in gioco la sua abilità con la spada, ciò che era successo sull'isola non lo reputava abbastanza in quanto aveva lottato contro persone che facendo uso di determinate sostanze non erano in grado di lottare nella completa lucidità.
Camminando silenziosamente per le strade della città si diresse in un preciso luogo, uno speciale edificio d'allenamento per chi utilizzava le armi, non era permesso altro tipo di lotta all'interno.
Arrivata all'ampio portone non dovette fare altro che mostrare la sua spada per poter entrare, all'interno varie persone stavano già lottando su vari ring ed il suono delle armi che si scontravano era incessante.
Gli scontri non avevano limiti di tempo e non erano suddivisi in alcuna categoria, bastava che una persona si mettesse al centro del ring ed attendesse l'arrivo di un avversario.
Al centro di uno di questi si trovava una graziosa ragazza vestita con dei corti pantaloncini marroni ed una camicetta rossa scollata, i suoi capelli biondi erano sistemati in due codini e le punte erano colorate di blu, ai fianchi aveva legate due lunghe spade.
Sarebbe stata lei il suo avversario.
Non appena si mise davanti a lei tenendo la spada tra le mani la ragazza sorrise vivacemente.
-Oh finalmente!Era da un bel pezzo che non saliva nessuno!-
Seraph non le rispose, aspetto semplicemente che il combattimento iniziasse.
-Uffa...tipa di poche prole eh?Carina però la tua maschera, se vinco me la dovrai regalare!.-
Sorridendo divertita la ragazza impugnò entrambe le spade e caricò di forza Seraph, che per difendersi da quel primo attacco diretto utilizzò la propria per parare il colpo facendo leva sulle gambe per evitare di sbilanciarsi.
L'altra ragazza cercò poi di colpire entrambi i fianchi ma la bionda fu abbastanza rapida da schivarli con un salto, cercando di colpirla nel frattempo alla spalla destra.
Prima di poter toccare terra la ragazza cercò di ferirle la gamba spostando la spada alle sue spalle, ma anche stavolta Seraph riuscì a parare il colpo, non poté però fare nulla con la seconda lama che le ferì la schiena.
Senza darsi per vinta la bionda ferì la ragazza alla spalla perforandola con la punta della spada, anche se questo comportava un grosso rischio visto che era scoperta sull'altro lato, come aveva temuto in effetti l'altra tentò di approfittarne colpendola come se fosse un foglio di carta tra un paio di forbici ma lei riuscì ad abbassarsi in tempo evitando di venir ferita ulteriormente, portando verso il basso anche la sua spada aprendo così una grossa ferita nella spalla dell'altra.
-Aia!-
L'urletto della ragazza fu talmente stridulo da farle male alle orecchie, sperava di non sentirlo nuovamente durante lo scontro, estraendo la lama cercò di allontanarsi ma la ragazza iniziò a colpirla con una serie di fendenti avvicinandosi per ogni passo con cui lei si spostava.
Se l'avesse spinta oltre il bordo del ring avrebbe perso, se erano quelle le sue intenzioni non sarebbe stato così facile batterla, visto che non aveva altra scelta anche Seraph decise di riprendere ad attaccare, colpendo lo stomaco della ragazza nel momento esatto in cui le spade dell'altra erano entrambe abbastanza distanti per evitare si difendesse.
Ovviamente non l'avrebbe uccisa, non era quello lo scopo della lotta, le perforò quel tanto che bastava lo stomaco, non ci fu nemmeno bisogno di fare altro visto che la ragazza a causa del dolore si allontanò velocemente.
-Ah...sei molto forte...sarà difficile ottenere quella maschera...-
Lo sguardo della rivale si fece più serio, muovendo in cerchio le spade impedì a Seraph un qualsiasi attacco o fuga, nuovamente aveva iniziato a spingerla verso il bordo del ring.
Non era una situazione semplice ma non poteva certo lasciarsi sconfiggere, prendendo un profondo respiro la ragazza cercò di calmarsi e di pensare con più lucidità.
Ad un tratto riuscì a vedere un punto che avrebbe potuto colpire, esattamente al centro del vortice che l'altra aveva creato, piegandosi sulle ginocchia alzò la spada e colpì con precisione quel punto ferendole le mani, evitando però di tagliarle le dita troppo profondamente.
A quel colpo la bionda lasciò andare entrambe le lame e quello fu il momento perfetto per l'altra che saltandole addosso l'atterrò bloccandola a terra, puntandole la spada alla gola.
La vittoria era di Seraph, al suono della campana si alzò allontanandosi.
Non aveva bisogno di farsi conoscere o di restare ulteriormente, con la stessa calma con cui era arrivata uscì tornando tra le buie strade della città, non le importava del sangue che la macchiava e delle ferite che le dolevano, voleva solo tornare al suo monastero e rivedere il suo maestro.
 
 
 
Astral e Lacie:
 
-Nya nya nya tanto sushi nyaaa.-
Per tutto il tragitto la ragazza non aveva smesso di cantare una canzoncina inventata da lei sul cibo muovendo le gambe e le braccia a tempo di musica, per Astral non era stato facile evitare che colpisse qualche sconosciuto o che la gonna si alzasse a causa della coda ballerina ma era riuscito a fare del suo meglio, senza oltretutto estrarre le pistole.
Vicino alla loro casa c'era un ristorante che la sorella adorava quindi non avrebbero dovuto camminare più di tanto.
Esternamente il ristorante era molto più piccolo delle case che lo circondavano, le pareti erano fatte in legno e la porta scorrevole era costruita con della semplice carta di riso che lasciava vedere le figure all'interno, sopra questa poi c'era scritta su un lungo telo il nome del ristorante.
"Neko neko purrr"
Nome alquanto insolito ma che si spiegava una volta entrati, le pareti interne del ristorante erano rivestite con un tessuto morbido color crema decorato con gigantesche zampe finte di gatto, sparsi lungo il tatami c'erano vari tavoli e sedie su cui alcune persone si erano fermati a conversare, ai piedi tutti avevano delle muffole a forma di zampe feline che il ristorante dava ai clienti. Nella parte destra dell'immensa stanza si trovava un grande bancone nero con un rullo su cui scorrevano vari piatti pieni di cibo, al centro del bancone in un piccolo spazio si trovava il cuoco, un uomo grasso con dei lunghi baffi blu ed i capelli castani legati in una coda, aveva sulla testa un copricapo bianco con delle orecchie da gatto e sulle guance la scritta nya.
Dalla sua postazione aveva alcuni coltelli e pesci che poteva comodamente preparare per i propri clienti, non appena vide i due fratelli però urlò dalla gioia, erano i suoi preferiti soprattutto per le sembianze di Lacie.
-Prrrr da quanto tempo!-
-Nya dammi tanto sushi chef!-
Sospirando Astral mise a terra la sorella prendendole poi la mano.
-Buonasera, è troppo tardi per mangiare qualcosa?-
-Affatto prrrrrr!Per voi ho sempre qualcosa in caso arriviate.-
-La ringrazio.-
-Sono io che dovrei ringraziare voi prrrrr, non sono tanti i giovani appassionati di gatti come me.-
-Nya sushi nyaaa!Sushi ai gatti!-
Accarezzando la testa di Lacie Astral cercò di farla calmare, dopo molti giorni finalmente si sentiva felice e tranquillo, anche se si vergognava di non essere riuscito a proteggerla era fiero di lei, che nonostante le difficoltà era riuscita a sconfiggere molti nemici e ad assicurare la vittoria del gruppo.
La sorella sorridendo guardò il fratello.
-Nya è stata una bella avventura non trovi?-
-Non abbastanza da farmi venir voglia di ripeterla. Ho avuto paura di perderti.-
-Nya Astry ma sai che non accadrà mai!-
-Si, ma è perché ti voglio bene che mi preoccupo quando non ci sei.-
-Nya pensi sempre troppo, anche con Seraph fai così.-
-Cosa?-
-Ti ho visto parlarci nya, pensi sempre troppo a tutto ciò che dire e dici le cose sbagliate nya.-
-Ah si?E quali sarebbero le cose giuste saputella?Quella ragazza è un blocco di ghiaccio.-
-No è tanto dolce nyahaha sei tu che non ci sai fare con le ragazze.-
Non aveva parlato molto con Seraph ma quando era rimasta con lei e Ailea aveva giocato con lei per molto tempo, senza che questa glielo impedisse o si arrabbiasse, ed anche nelle lezioni nonostante non parlasse quasi mai aveva piacere a starle vicino. Aveva poi una maschera sul viso come il fratello e per lei era un'altro motivo per attirare le sue simpatia.
Astral non volle continuare la conversazione su quell'argomento e prese un piatto pieno di sushi da uno dei tavoli vicini che al momento era vuoto, magari qualcuno aveva lasciato degli avanzi.
-Mangia dai.-
-Sushiiii nyaaa!-
Sollevato dall'averla distratta il ragazzo si  rilassò sulla sedia piegando la testa all'indietro e socchiudendo gli occhi, anche se era stanco perfino lui non poteva evitare di mangiare ma avrebbe aspettato con calma il proprio piatto.
-Hey bastardo hai preso tu la mia cena?-
Ad interrompere la sua quiete era stato un ragazzo di circa la sua età, vestito con una largha canottiera e dei jeans strappati tenuti su con una cintura nera, aveva delle grosse occhiaie nere e dei capelli biondi capelli spettinati, era talmente magro che gli si vedevano le ossa e per farsi minaccioso puntava un coltello contro Astral che tuttavia non era minimamente intimorito.
Lacie accanto a lui non smetteva di mangiare, non aveva il minimo interesse verso quel tipo che disturbava suo fratello, tanto era certa che questo lo avrebbe steso in meno di cinque secondi.
-Cosa fai il finto tonto stronzo?-
-Modera i termini.-
-Io parlo come mi pare brutto figl...-
Non finì la frase che Astral estrasse la propria pistola colpendolo alla mandibola con il manico di essa, quel piccolo colpo bastò ad atterrare il ragazzo che perse la propria arma.
-Aaah maledetto!-
Prima che potesse alzarsi Astral gli aveva già puntato nuovamente la pistola contro, guardandolo con occhi glaciali che lo fecero ammutolire.
-Se non vuoi un buco in fronte vattene.-
Nel ristorante nessuno era turbato da quella situazione, infondo in quella città non capitavano così raramente quelle scene ed ormai ci avevano fatto l'abitudine, si limitavano a continuare le proprie azioni aspettando che uno dei rivali morisse o addirittura uccidendoli entrambi se la situazione diventava troppo violenta.
Guardandosi intorno il ragazzo non vide altra soluzione se non scappare, strisciando si allontanò dal ristorante maledicendo tra i denti Astral e quel posto.
-Prrr dai sempre nell'occhio di gatto eh?-
-Nya il mio fratellone è tanto forte!-
Sperando di potersi rilassare Astral tornò a sedersi nell'esatto momento in cui lo chef mise accanto ai due i loro piatti preferiti, ormai li conosceva a memoria e non aveva nemmeno bisogno di chiederlo.
-Preferirei non dovermi dare così tanto da fare...-
-Su Astral mangia o il sushi scappera nya.-
-Vorrai dire che me lo mangerai tu...-
-Esattamente nyhahah.-
Mangiando con molta calma si fecero le undici di sera, i due ormai erano rimasti i soli all'interno del ristorante ma il proprietario non aveva fretta di vederli andare via.
-Nya spero di poter giocare ancora con i nostri compagni, tanti sono così divertenti.-
-Alcuni sono affidabili, ma di altri non sono ancora certo di potermi fidare, avremo modo di conoscerli però.-
-Nya hai ragione, non vedo l'ora!-
 
 
Alexander e Khal:
 
Per tutto il tragitto in cui si mossero per arrivare a casa Khal era stato stranamente silenzioso, non emanava alcun tipo di aurea minacciosa ma Alexander non era certo di quanto potesse essere un buon segno.
-Sembra tu sia interessato a quella ragazza, Hope giusto?-
La domanda colse il ragazzo alla sprovvista, non aveva potuto nascondere i suoi sentimenti e sentì una forte agitazione crescere dentro di lui, aveva paura che il fratello le avrebbe fatto del male.
-E' simpatica tutto qui...-
-Non serve che ti agiti, le tue questioni private sono solo tue.-
-Capisco...-
-Comunque mi sono dimenticato di avvertirti che questa sera avremo un ospite.-
-Chi?-
-Un illustre uomo d'affari, mentre parliamo vorrei che gli portassi qualcosa da bere, sia per noi due che per il signore ovviamente.-
Il fratello annuì debolmente, sembrava un compito semplice da svolgere senza nulla di pericoloso, ma non era certo che la serata si sarebbe svolta in maniera così pacifica, più si avvicinavano alla loro "casa" più cresceva dentro di lui il desiderio di scappare...
Prima di incontrarsi con l'ospite entrambi i fratelli andarono nelle proprie stanze per cambiarsi, dopo di che si incontrarono all'ottantottesimo piano, Alexander era vestito con dei pantaloni grigi ed una giacca blu scuro, si era pettinato i capelli all'indietro ed era arrivato alla stanza molto prima del fratello.
Aveva bisogno di tranquillizzarsi e di solito arrivando prima evitava brutte sorprese, la stanza era molto grande con un lungo tavolo nero di vetro al centro, una parete era sostituita da una finestra che dava modo di vedere la città ed in quella a sinistra si trovava un piccolo bancone provvisto di varie bevande.
Dopo circa quindici minuti finalmente Khal arrivò, era vestito con un completo nero ed aveva messo sui capelli un debole strato di gel, non era solo però, accanto a lui c'era un uomo vestito anche lui con un completo elegante, dei pantaloni bianchi ed una giacca viola, d'aspetto robusto aveva i capelli rasati e portava degli scuri occhiali da solo.
-Oh Alexander ci hai preceduti.-
-Volevo assicurarmi di non fare aspettare il nostro ospite.-
Quando doveva parlare d'affari con qualcuno Khal assumeva un'aria più gioviale e ben disposto, ma per il fratello che lo conosceva bene sapeva che si trattava solo di un inganno per risultare una preda facile da controllare, facendosi così sottovalutare.
Non appena si furono accomodati i due uomini iniziarono a parlare.
-Signor Moore, da quanto mi è stato riferito lei possiede numerose attività che le portano grandi somme di denaro, questo grattacielo si potrebbe dire esserne la prova.-
-Penso che queste informazioni siano un tantino esagerate, anche lei tuttavia è un uomo alquanto facoltoso e rispettato.-
-E' sicuro di voler fare assistere anche il ragazzo alla nostra conversazione?-
-Certo, è mio fratello minore, se non posso fidarmi del mio stesso sangue di chi altri potrei?-
-Giusto...-
La loro conversazione durò per diverse ore, da ciò che Alexander aveva potuto capire l'uomo possedeva numerose industrie al cui interno esercitava numerosi lavori, sia legali che non, il fratello si mostrava interessato ad alcuni di essi e stava cercando un compromesso con cui poter creare un'alleanza tra di loro, ma quell'uomo era un osso molto duro, non gli permetteva il minimo spazio nonostante le numerose proposte. L'unico accordo a cui disse di poter acconsentire era molto rischioso per Khal, il ragazzo non avrebbe avuto alcun diritto sulle sue industrie ma sarebbe servito solo come capro espiatorio in caso venissero scoperti, in cambio gli avrebbe dato una minima parte dei suoi guadagni, che nonostante fosse più che consistente era estremamente bassa rispetto al totale.
-Non intende ascoltare altre mie proposte?-
-Ascolti signor Moore, lei è fin troppo giovane per questo genere di affari, mi creda non troverà altre proposte.-
-Capisco. Allora mi vedo costretto ad accettare.-
Perfino Alexander fu sorpreso da quelle parole, suo fratello non avrebbe mai accettato una simile cosa, l'uomo accanto a loro ghignando mostrò dei fogli compilati, un contratto che avrebbe inchiodato a vita il biondo, sorridendo di risposta Khal lo firmò senza nemmeno leggerlo.
-Prima d'andarsene vorrei offrirle da bere per festeggiare il nostro accordo.-
-Molto gentile, accetto con piacere.-
-Alexander potresti prendere il vino che ho lasciato sotto al bancone e tre bicchieri?-
-Certo...-
Che avesse in mente di farlo ubriacare?No era impossibile, aveva già firmato il contratto ormai era troppo tardi...versando il vino in tre bicchieri li porse ai due uomini sedendosi, il sorriso dell'ospite però lo rendeva inquieto.
-Lei tiene molto a suo fratello non è vero?-
-E' sangue del mio sangue, credo non ci sia bisogno di alcuna risposta.-
-Allora non sarà un problema per lei se prenderò il suo bicchiere.-
-Che motivo avrebbe di farlo?-
Disse Alexander turbato.
-Non sono nato ieri, avreste potuto benissimo mettere qualcosa nel mio bicchiere, se non l'avete fatto non avrete problemi a fare questo scambio no?-
Lui non aveva fatto nulla con il suo vino, ma la bottiglia era già stata aperta quindi Khal avrebbe potuto effettivamente farlo, ma anche lui stava per bere assieme a loro.
Per una volta forse non c'era motivo di sospettare.
-Io ho fiducia in mio fratello, non ho problemi a darle il mio bicchiere.-
Disse porgendoglielo, quel gesto convinse quell'uomo che prendendolo aspettò il brindisi prima di bere.
-Alla nostra collaborazione.-
Disse Khal, tutti e tre portarono alle labbra il bicchiere allo stesso momento ma prima di sfiorarlo Khal starnutì.
-Scusatemi, l'odore deve avermi fatto pizzicare il naso.-
Dopodiché sorseggiò anche lui il vino, aveva un sapore dolce e delicato.
-Bene, grazie signori, è il momento che me ne...gha!-
Improvvisamente Alexander sentì un acuto dolore al petto, la vista gli si annebbiò ed il corpo non riuscì più a tenerlo in piedi, crollando a terra iniziò perfino a sputare del sangue, cosa simile stava accadendo al loro ospite.
Alzando lo sguardo su Khal lo vide prendere dalla giacca una boccetta contenente alcune pillole e prenderne un paio.
-Meglio se ti sforzi di mandarle giù fratellino, il sapore è pessimo ma eviteranno che tu muoia.-
Afferrandolo per i capelli gli fece alzare la testa quel tanto che bastava per portargli le pillole alle labbra, subito Alexander le mandò giù. Aveva fatto un grande sbaglio, per l'ennesima volta l'aveva usato...
L'uomo insieme a loro intanto si contorceva a terra dal dolore.
-Oh mi dispiace, forse le ci vorrà un po' per morire. La ringrazio infinitamente per la sua firma comunque, non sarà difficile creare un documento che mi renderà il nuovo possessore dei suoi beni.-
-Tu...b-bastardgn...-
-Se può consolarla anche se avesse scelto di prendere il mio bicchiere avrebbe fatto la stessa fine.-
Pur di ottenere qualcosa era disposto a tutto, anche a mettere a rischio la sua stessa vita o quella del fratello minore, grazie a quell'inganno avrebbe ottenuto ancora più soldi e potere di prima.
-Grazie della sua visita...-
 
 
 
Grace e Hope:
 
Entrambe le ragazze non appena furono arrivate al loro appartamento andarono subito a farsi una lunga doccia, la prima fu Hope perciò Grace ne approfittò per prendere un kit metico per andare a controllare le ferite dell'amica.
-Almeno non ci siamo fatte troppo male...-
-Si, ma è stata un'esperienza orribile.-
Disse Grace seria, tutto quel sangue e quelle morti...avrebbe avuto gli incubi per giorni.
-Adesso però siamo a casa, e siamo tutti vivi.-
-Si ma come facciamo a sapere che non ci manderanno nuovamente da qualche parte?Forse dovremmo andarcene da questa città.-
-Ma non possiamo Grace, non ora che c'è anche Samantha.-
-Possiamo portala con noi.-
-Sai che non lo farà, lei vuole restare con la sua amica.-
-Porteremo via anche lei.-
-E Daimonas?-
-Anche...-
-Grace, capisco come ti senti, ma dobbiamo farci forza ed andare avanti, siamo state capaci di lottare con le nostre sole forze e di portare anche una bambina innocente lontano da quel posto, io sono fiera delle nostre azioni.-
-Anche io...ma è tutto così mostruoso...-
-Lo so, ma noi saremo sempre unite, nessuno potrà farci niente.-
-Hai ragione. Poi tu hai anche Alexander che non la smette di girarti intorno.-
-Ancora?Smettila Grace!-
-Ma è la verità, sempre meglio lui di quell'altro però. Almeno quel biondino sembra gentile.-
-Hai ragione, potreste anche diventare amici voi due.-
-Non sono tipa che fa amicizia così facilmente, lo sai che non sono dolce come te.-
-Hahah ma anche tu sai essere dolce, quando dormi ed abbracci il cuscino lo sei tantissimo.-
-Ma come entri nella mia stanza quando dormi?!Questo si che è inquietante!-
-Hahaha ma no, è stata quella sera in cui avevo bisogno di bere qualcosa e tu avevi l'unica bottiglia d'acqua.-
-Certo come no.-
Ridendo Hope schizzò Grace con l'acqua e la ragazza le diede una leggera spinta, era come se tutto ciò che era successo fosse ormai sparito da molti anni, come se oltre al sangue avessero lavato via anche quei momenti.
-Potremmo invitare Johanna da noi uno di questi giorni.-
Disse Hope lavandosi i capelli.
-Si non è una cattiva idea, potremmo anche allenarci tutte e tre insieme, sarebbe molto divertente.-
-Si ma potremmo anche rilassarci e basta.-
-Chissà, si vedrà in seguito no?Infondo non c'è fretta.-
-Vero, è una sensazione così bella.-
-Comunque domani abbiamo lezione giusto?Sarà meglio non fare tardi.-
-Hai ragione, non ci tengo ad avere una punizione dopo l'avventura sull'isola.-
-Già, ci mancherebbe solo che rimanessi bloccata di nuovo sul tetto della scuola.-
-Non capita così spesso dai.-
-Certo ma quella che si preoccupa sono io...-
-Perché mi vuoi bene, ed anche io te ne voglio tanto Grace.-
Disse Hope sorridendo abbracciando l'amica, era veramente felice d'averla incontrata ed anche l'altra sentiva lo stesso, era nata una grande amicizia e qualsiasi cosa sarebbe successo in futuro l'avrebbero affrontata insieme.
 
 
 
Zell:
 
Fortunatamente il luogo dove si stava dirigendo non era così distante da dove le professoresse li avevano lasciati. Ogni volta che aveva bisogno di scatenarsi o di allenarsi andava sempre verso un particolare fight club, in questo non si potevano fare scommesse in denaro ed era più simile ad una palestra, chi vi entrava poteva lottare su un ampio ring e dimostrare chi era il più forte ed il nome del vincitore era scritto in una lunghissima classifica, a lui non importava molto di quel dettaglio ma lo interessava molto di più il mettersi in gioco con persone di un livello estremamente alto, era una sfida personale.
L'edificio si poteva notare grazie ad una grande insegna blu dalla forma di un muscoloso braccio che si accendeva e si spegneva, visto non praticavano nulla di illegale i proprietari non si facevano problemi a crearsi un po' di pubblicità, entrando nell'edificio ci si trovava in un grande salone dalle pareti grigie ed il pavimento coperto da un tappeto blu, alla porta sulla destra si trovavano gli spogliatoi mentre a quella sulla sinistra una specie di negozietto che vendeva varie sostanze per aumentare la forza fisica della persona, ovviamente lui non ci aveva mai messo piede, non c'era nessuna soddisfazione nell'irrobustire il proprio corpo tramite quei mezzi.
Nella parete davanti a lui c'era invece un ascensore, i piani del palazzo erano suddivisi in base a quale parte del corpo la persona volesse allenare, era molto comodo e specifico in quel modo, a circa metà si trovava poi la zona dei combattimenti.
E fu proprio lì dove lui si fermò.
Al centro della stanza si trovava il lussuosissimo e gigantesco ring che veniva usato per ogni tipo di lotta conosciuto e non, le luci illuminavano solamente quel punto mentre attorno erano sistemate numerose sedie dove la gente poteva assistere agli incontri, alcune erano più in disparte e all'ombra rispetto alle altre.
In un angolo della stanza si poteva poi leggere la numerosa classifica del fight club.
Erano presenti già molte persone ed alcuni lottatori si trovavano sul ring, l'incontro che stavano disputando tuttavia era già giunto al termine.
Meglio per lui comunque, non avrebbe dovuto aspettare a lungo, nel frattempo sul ring era rimasto un solo uomo ad attendere il prossimo sfidante, aveva un aspetto imponente vista l'incredibile mole di muscoli che aveva, la sua testa invece era incredibilmente piccola e sproporzionata rispetto al corpo, dalla bocca gli scendeva un filo di bava ed aveva uno sguardo assente.
Quando Zell fu in posizione davanti a lui quasi non lo notò, per il ragazzo quella situazione era alquanto strana ma non poteva darci troppo peso, non appena la campana d'inizio incontro suonò dovette schivare un rapido colpo dell'uomo, nonostante la sua molte era stato molto veloce ma altrettanto impreciso.
Aveva solamente cercato di colpirlo con un pugno alla testa e quando Zell lo schivò lo afferrò aggrappandovisi e torcendoglielo, convinto che se gli avesse fatto male avrebbe mostrato qualche segno di cedimento il ragazzo continuò a spingere con tutta la sua forza ma quando il braccio fu piegato oltre il limite umano si vide costretto a fermarsi.
Non era nel suo carattere ferire a quel punto qualcuno, soprattutto in quel tipo di lotta che si poteva definire perfino sicura.
In quell'attimo di distrazione tuttavia venne colpito allo stomaco da quel colosso che lo spinse con una forza tale da scagliarlo dall'altra parte del ring, Zell sentì per qualche istante mancargli l'aria ma fortunatamente non gli aveva rotto nulla.
L'uomo si lanciò contro di lui come un rinoceronte imbufalito ma prima che potesse travolgerlo il ragazzo riuscì prontamente a schivarlo rotolando sul fianco, non appena l'altro si girò per caricarlo nuovamente lui si avvicinò tirandogli una ginocchiata sul mento aggiungendo poi un calcio in pieno viso.
Prima di allontanarsi lo colpì con un gancio sinistro, poi uno destro ed un'altro colpo sotto al mento caricato grazie alla spinta delle gambe, quella serie di colpi dovevano aver iniziato a sortire qualche effetto visto che l'uomo aveva iniziato a lamentarsi, ma più di questo nulla.
Saltando sulla schiena dell'avversario arrivandogli al fianco opposto lo colpì con un calcio alle costole facendolo sbilanciare e così cadere, fu come guardare una tartaruga che non riusciva ad alzarsi.
Per quanto l'uomo cercasse di tirarsi su non riusciva nell'intento, forse a cause dei troppi muscoli o forse i colpi di Zell l'avevano notevolmente indebolito.
Non ci volle molto tempo prima che l'arbitro assegnasse la vittoria a Zell, il ragazzo prima di scendere dal ring porse la mano al suo avversario per aiutarlo ad alzarsi.
-Hey andiamo ti aiuto.-
Fu un grosso sbaglio, non appena l'uomo gli afferrò la mano iniziò a stritolarla con forza brutale, emettendo rochi versi e rabbiose urla, gli avrebbe certamente spaccato le dita se anche altre persone non l'avessero aiutato a fermarlo.
-Ma che diamine hai in testa?-
Nessuna risposta, solo versi senza senso. Nonostante la vittoria il ragazzo non poteva dirsi soddisfatto visto l'andamento della situazione.
Gli uomini che l'avevano aiutato a fatica riuscirono a bloccare il suo avversario che non la smetteva di dimenarsi, iniziando ad allontanarsi Zell si chiese da cosa dipendesse quel suo strano comportamento.
Le sue supposizioni però furono interrotte da qualcuno che afferrandogli il braccio lo fermò, si trattava di uno strano uomo vestito con abiti blu scuro a righe grigie, aveva al collo e alle dita numerosi gioielli d'oro puro.
-Giovanotto, vorrei parlarti.-
-A proposito di cosa?-
Chiese lui senza lasciar trasparire la sua diffidenza più del dovuto.
-Ti ho visto sul ring, hai la stoffa del campione. Voglio farti lavorare per me, lotterai in numerosi scontri e vincerai sempre.-
-Ah...non mi interessa.-
Con un gesto della mano allontanò lo sconosciuto da lui avviandosi nuovamente verso l'ascensore, voleva soltanto tornare a casa ma nuovamente quello lo fermò.
-Ascolta non credo tu abbia ben capito...ho detto che lavorerai per me e così sarà. Otterrai fama e soldi, tutto ciò che vuoi.-
-Non ho intenzione di lavorare per lei, e non mi interessano queste cose, sto bene così.-
Prima che l'altro potesse rispondergli lui schiacciò il pulsante dell'ascensore tornando al primo piano e dirigendosi verso l'uscita.
Quella serata era stata pessima, l'incontro con quel bestione aveva avuto qualcosa di strano fin dall'inizio, poi quell'assurdo tizio che non era in grado di accettare un no.
Sperò con tutto se stesso di non rivederlo mai più, purtroppo non poteva immaginare cosa sarebbe successo da lì a poco...

   
 
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