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Autore: Grimilde Deveraux    10/07/2017    5 recensioni
INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE
Parigi, Hotel des Fleurs, vent'anni dopo la fine dei giochi in cui Dorian e François hanno conosciuto le loro mogli e in cui la loro vita è cambiata per sempre; come Isaac ha sempre ricordato loro "i giochi non sbagliano mai" ma c'è qualcuno all'interno della famiglia Atelier che non la pensa esattamente così e quindi quale modo migliore per dimostrare di aver ragione se non partecipare ai giochi e smentire la loro leggenda?
Ora tocca alla nuova generazione quindi...in bocca al lupo a tutti!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Game of Love'
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Capitolo 13

<< Ti credi spiritoso? >> gli domandò la ragazza alzando un sopracciglio scettica:<< Non volevo esserlo, lei è mia amica, lui è mio fratello e stanno soffrendo >> di nuovo Callie lo guardò stralunata:<< E io sarei un problema perché? >> Mat la guardò come a chiedere se stesse scherzando o davvero non capisse dove lui stava andando a parare:<< Perché ronzi intorno a mio fratello come un cagnolino festoso in attesa del suo osso, ecco perché >> non voleva essere così crudo ma veder soffrire le persone a cui teneva, e lui teneva ad Evangeline, non gli era mai piaciuto.

<< Un cagnolino? Un cagnolino con l'osso? >> gli occhi chiari di Callie mandavano lampi:<< Beh se non ti piace il termine posso trovarne altri ma la sostanza non cambia >> di nuovo lei strabuzzò gli occhi:<< Sei sempre così odioso o io sono un'eccezione? >> << Se non ronzassi intorno a mio fratello sarei più gentile >> << Come ti permetti? Io non...io non ronzo intorno a nessuno >> Matisse non fece nemmeno finta di ascoltarla:<< Non mi interessano le tue patetiche scuse, non mi interessa quello che vuoi farmi credere, stai alla larga da mio fratello o dovrai vedertela con il sottoscritto >> Callie lo squadrò da capo a piedi ammettendo che anche così, con addosso una tuta larga e slavata che aveva visto tempi migliori, Matisse Atelier incuteva un certo timore e rispetto, ma lei non era tipo da farsi mettere i piedi in testa da nessuno tanto meno da uno sbarbatello ricco e viziato che pensava di avere il mondo ai suoi piedi:<< Non ho intenzione di farmi minacciare oltre da te, la conversazione finisce qui >> gli rispose nervosa avvicinandosi alla porta:<< Ma certo, scappa pure, tanto so dove trovarti >> Calliope si voltò a guardarlo da sopra la spalla:<< Stai attento a quello che dici Atelier, non sai contro chi... >> ma la risata derisoria di lui le impedì di finire la frase facendola infuriare e uscire dalla cucina sbattendo la porta con violenza.

<< Tutto bene signorino Matisse? >> e Seza, uscita da chissà dove, apparve al suo fianco con aria preoccupata; Mat si voltò a guardarla con un mezzo sorriso:<< Va tutto bene Seza, non ti preoccupare >> poi facendo l'occhiolino all'elfa lasciò la cucina facendo ritorno in camera.

Non era ancora storto il sole quando girandosi nel letto Tony notò che quello di Adele era già perfettamente rifatto, se non l'avesse vista addormentarsi la sera prima avrebbe giurato che lei non fosse nemmeno tornata a dormire, ma ora dove diavolo era?

La risposta alle domande del giovane Dumas stava infatti bussando alla porta della camera di Isaac Atelier aspettando che suo nonno le desse il permesso di entrare.

Non appena mise piede nella camera Adele fu accolta da un avvolgente profumo di caffè appena fatto e dalle note basse di una vecchia canzone d'amore.

<< Bonjour ma petite... >> la salutò Isaac imburrando un pezzo di baguette:<< A cosa devo il piacere a quest'ora del mattino? >> Dede avanzò verso il letto del nonno incrociando le mani dietro la schiena e cercando di vincere la propria timidezza:<< Avrei bisogno di un consiglio Pépé >> gli occhi blu di Isaac ebbero un guizzo di gioia:<< Un consiglio da me e non dal tuo adorato paparino? >> la ragazza annuì:<< Devo uscire con Serge questo pomeriggio e non so se papà sarebbe d'accordo con... >> la risata di Isaac la bloccò:<< Ti piace quel ragazzo, vero non amour? >> Adele annuì e le sue guance divennero leggermente rosse:<< E scommetto che stai pensando di dirgli quello che provi per lui >> continuò l'uomo con un sorriso:<< Vorrei farlo, ma se lui invece... >> di nuovo Isaac sorrise bevendo ancora del caffè:<< Sei così dolce ma petite, più ti guardo e più le assomigli >> Dede lo guardò sorpresa:<< Assomiglio a chi? >> << A tua nonna principessa, alla mia Ellie... >> poi facendo segno alla nipote di accomodarsi sulla poltrona vicino alla sua aggiunse:<< Anche tua nonna aveva paura di dirmi quello che provava per me >> il suo sorriso si allargò ancora di più:<< Ammetto che la mia reputazione non era delle migliori all'epoca, ma posso dirti una cosa: mi innamorai di lei non appena la conobbi e posso assicurarti che quel giovanotto ti guarda nello stesso modo in cui io guardavo tua nonna >> poi stringendo una delle mani di Dede aggiunse:<< Non avere paura di dire quello che provi ma petite, fidati del tuo cuore e di quello che senti e vedrai che non ti deluderà >> poi tornando a guardare dalla finestra aggiunse:<< E se fossi in te non avrei così paura di parlare con tuo padre, sai credo che anche lui si sia accorto di come vi guardate tu e il signor Asimov >> << Pépé! >> e le guance di Dede divennero ancora più rosse e a quella reazione Isaac la guardò con affetto:<< Non vergognarti di quello che provi Adele, l’amore è il dono più prezioso che puoi fare a qualcuno, metti in gioco te stessa e il tuo cuore, il resto verrà da solo >> << E se lui non dovesse provare per me quello che io provo per lui? >> << Ma petite, vi vedo girarci intorno da quando eravate poco più che ragazzi, ho visto Asimov diventare uomo e aspettare che anche tu diventassi donna, ora lo sei ma vie, una magnifica, bellissima, splendida donna e credo sia ora che voi due vi concediate una possibilità >> rassicurata da quelle parole Adele sorrise e si lanciò al collo del nonno abbracciandolo stretto:<< Grazie Pépé! Ti voglio bene >> Isaac accarezzò i capelli scuri della nipote:<< Te ne voglio anche io ma vie >>



<< Mati, Mati >> Matisse si voltò sentendosi chiamare e trovando suo fratello a pochi passi da lui scuro in viso:<< Buongiorno Houdini, come mai quell’aria nervosa? Sei sceso dalla parte sbagliata del letto? >> Fabian non finse il buon umore che non provava in quel momento e, come suo solito, andò dritto al sodo:<< Hai minacciato Calliope? >> Mat per un attimo rimase immobile a quell’accusa poi una risata roca gli salì alla gola facendolo scoppiare a ridere davanti allo sguardo esterrefatto del gemello:<< Minacciato…che parolone Houdini >> gli occhi di Fab continuarono ad essere seri:<< Non sto scherzando Matisse, che cosa ti è saltato in mente? >> come ogni Atelier, che quando è attaccato combatte, Matisse lo fissò altrettanto serio:<< E a te invece? >> << A me? >> << Sì, non so se hai presente Eve, la tua fidanzata >> la mascella di Fabian si strinse con rabbia:<< Quello che succede tra me e lei sono affari nostri, stanne fuori >> Mat scosse il capo:<< Mi riguarda quando vedo la mia amica piangere per quanto mio fratello sia idiota >> << La tua amica? Idiota? >> cercando di prendere respiri profondi Fabian tentò di calmarsi, non era quello il momento di perdere le staffe e spifferare a mezzo mondo quello che era successo con Eve e Damien, non con quel paparazzo da quattro soldi di Jenkins in giro per giunta!

<< Senti Mat davvero, so che ti preoccupi per Eve ma non ti immischiare, non sono cose che ti riguardano >> << Credi che mi preoccupi solo per lei? Sei mio fratello Fabian, sei diverso da quando avete discusso e non mi piace vederti così >> Fabian fece spallucce:<< Sto bene e non ho bisogno della balia >> Matisse incrociò le braccia sul petto guardandolo quasi come Leila quando da bambini li sgridava, suo fratello era davvero troppo uguale alla loro madre:<< Ah davvero? Perché se non sbaglio eri tu quello che doveva sposarsi tra dieci giorni e invece hai rimandato tutto per partecipare ai giochi, cosa che hai sempre detto di non voler fare, se non ricordo male >> << Nemmeno tu volevi partecipare se ricordo bene e invece adesso sei a fare gli occhi dolci a Flick Lloyd >> << Quello che faccio non sono… >> cominciò Mat e guardando lo sguardo di Fabian capì che suo fratello lo aveva appena fregato:<< Lascerò perdere per ora, ma sai che ho ragione >> << Lascia stare Calliope, lei non c’entra niente con questa storia >> << Forse se smettessi di portartela ovunque comincerebbe a crederlo anche Eve >> << Mati, lascia stare >> gli intimò Fabian serio per poi avviarsi verso il giardino per la colazione considerando chiusa la discussione.


<< Hai capito che cosa devi fare vero? >> e Ethan alzò lo sguardo nello specchio per poter guardare Fanny mentre finiva di allacciarsi i bottoni della camicia:<< Perché lo stai facendo? >> gli domandò la ragazza giocherellando nervosa con una ciocca di capelli:<< Perché è ora che qualcuno smascheri questa farsa una volta per tutte >> lei chinò il capo guardando la moquette scura del pavimento:<< E se non fosse una farsa? >> << Oh andiamo, d’accordo che hai diciannove anni, ma non puoi essere così ingenua, l’hotel dell’amore…andiamo che fesseria >> già fesseria…pensò poi tra sé, fesseria ma lei era lì…di nuovo dopo tutti quegli anni…

<< Allora? >> la voce di Fanny lo fece tornare alla realtà:<< Se farò quello che vuoi, quando tutta questa storia sarà finita, mi ridarai quelle foto? >> il sorriso maligno che gli si disegnò sulla faccia avrebbe fatto impallidire il peggiore dei malavitosi:<< Quelle e i negativi. Sono un uomo di parola signorina Delacroix >> Fanny annuì e alzandosi si avvicinò alla porta:<< Sarà meglio scendere, è ora di colazione >> lui annuì senza aggiungere altro ma con un piano sempre più chiaro che andava delineandosi nella sua testa.

 

<< Dovevi vederlo, russava come un orso in letargo, era terribile…non ha un minimo di coscienza o di sensi di colpa, andiamo non può davvero…cioè l’ho minacciato e quello… >> << Del…Del… >> e Reyna cercò di fermare lo sproloquio della sua migliore amica su Tyler che se ne stava seduto da solo a pochi tavoli di distanza e che non poteva non sentire quello che stava dicendo la Lohan visto il tono della sua voce:<< Del ti prego…non voglio… >> continuò Reyna cercando di fermarla:<< Non vuoi che senta? Oh andiamo Rey sei davvero troppo buona con uno che non se lo merita affatto! >> la Black stava per replicare quando una voce roca le fece girare entrambe:<< Posso rubarti la tua amica per un paio di minuti? >> Delwin guardò Aric perplessa ma Reyna annuì con un sorriso:<< Certo, tienitela pure tutto il tempo che vuoi >> commentò poi serafica guadagnandosi un’occhiataccia dall’altra mentre si allontanava con Aric.

<< Delwin sta già pensando al mio funerale vero? >> la voce di Tyler la bloccò, quando si era alzato? Quando era arrivato alle sue spalle? Sospirò delusa da sé stessa per l’effetto che quella voce ancora le provocava:<< Pensi che abbia torto Gail? >> gli domandò cercando di essere acida voltandosi a guardarlo e restando immobile davanti al piatto stracolmo per la colazione che lui teneva in mano:<< No… >> poi fece una smorfia:<< Forse non del tutto, ma c’è una spiegazione per tutto >> Rey arricciò il naso:<< Una spiegazione che io non ho diritto di conoscere? >> Tyler le allungò il piatto porgendole poi una delle due forchette che aveva in mano:<< Una cosa alla volta Black, una cosa alla volta >> lei guardò prima il piatto e poi lui:<< E cosa vorresti fare? >> lui fece spallucce sedendosi accanto a lei anche se non era stato invitato:<< Dal momento che la prima volta non abbiamo cominciato con – sorrise mentre lo diceva – calma, direi che possiamo riprendere da lì >> << Vale a dire? >> aveva ancora qualche riserva e i continui sbalzi d’umore di quel ragazzo non le facilitavano il compito:<< Ricominciamo da qui >> poi infilzando una frittella con la forchetta che aveva in mano aggiunse cercando di sorridere e sembrare calmo:<< Ciao Black, è tanto che non ci vediamo, che ci fai a Parigi? >> era una frase dannatamente semplice ma gli si era attorcigliato lo stomaco per quanto era in ansia, non aveva mai tenuto tanto a qualcuno, mai in tutta la sua vita, stava per andare fuori di testa quando Reyna addentò un pezzo di french toast:<< Ciao Gail, quando la smetterai di essere sempre tra i piedi? >>

 

Guardando la scena dalla porta poco prima di tornare nella hall Delwin fece per dire qualcosa ma Aric l’afferrò per le spalle bloccandola:<< Lasciali fare >> << Cosa? Ma sai cosa ha fatto… >> << Sono due ragazzi svegli, risolveranno tutto e poi hanno bisogno di stare un po’ da soli >> << Gail è un idiota >> Dellbert fece spallucce:<< Può essere, ma lascia che Reyna lo scopra da sola, non sarai d’aiuto a nessuno se le stai con il fiato sul collo >> con ancora il broncio Del fu costretta ad annuire e a demordere, forse complice anche il fatto che non era così facile liberarsi dalla stretta di Aric anche se lui non la stava stringendo…o forse non voleva liberarsi…

Alzò gli occhi incrociando quelli del bel poliziotto e il ricordo della loro “notte insieme” le tornò alla mente facendole scaldare la pelle là dove lui la stava toccando…era successo anche quella sera; mai avrebbe pensato che un massaggio o due mani potessero avere quell’effetto su di lei, non che avesse chissà quale esperienza in materia ma lui era…beh wow era un concetto abbastanza riduttivo di quello che Aric Dellbert sapeva fare!

<< Ehi…che hai? >> la voce di Aric la fece tornare al presente:<< Come? >> lui abbozzò un sorriso:<< Sei diventata tutta rossa, a che pensavi? >> lei scosse il capo cercando di non destare troppi sospetti:<< A niente, solo che Gail mi fa innervosire e… >> sì, come scusa poteva andare, meglio far credere ad Aric che ce l’aveva con Tyler e non che morisse dalla voglia di saltare addosso a quello sbruffone di poliziotto che stava cominciando a fare breccia dentro di lei.

 

<< Wow…e tutta quell’eleganza per chi è? >> << Eleganza? >> e Serge si voltò sentendo la voce di Talia che stava uscendo dal bagno con addosso solamente uno dei morbidi accappatoi dell’hotel:<< Sì, eleganza Asimov, sai cosa vuol dire vero? >> lo prese in giro lei:<< Sempre spiritosa vero Roux, ad ogni modo non è niente di che, mi vesto sempre così… >> lei si avvicinò ancheggiando prima di arrivare al proprio letto e cercare una crema tra i suoi effetti personali:<< Sì, certo come dici tu >> poi continuando a prepararsi come se niente fosse aggiunse:<< Sono sicura che ad Adele Atelier piacerai molto >> immobile con il proprio gilet in mano Serge scosse appena il capo deglutendo: sì, gli sarebbe davvero piaciuto fare colpo su Dede se solo sperasse di riuscirsi…

 

<< Gracie! Arséne! >> e sorridendo Tony si avvicinò all’amica e al fratello accompagnato da Adele, che lo aveva raggiunto dopo aver parlato con suo nonno:<< Fratellino…ciao >> commentò il maggiore dei Dumas scostandosi appena da Grace per avvicinarsi a Tony e tirargli un’affettuosa pacca sulla spalla:<< Ieri sera poi non abbiamo avuto occasione di parlare Arséne, che mi volevi dire? >> a quelle parole Grace guardò i due fratelli ed a Dede non sfuggì la smorfia che le scivolò sul viso:<< Oh niente di che…possiamo anche parlarne dopo, ora che ne dici di andare a fare colazione? >> Tony annuì sorridendo:<< Adele, tu vieni? >> domandò guardando la compagna di stanza, lei fece per annuire quando i suoi occhi incrociarono una figura alta che stava scendendo le scale:<< Sì, arrivo subito…dammi solo un attimo >> vedendo anche lui Serge Tony sorrise:<< Mettici tutto il tempo che vuoi >> ma Adele aveva già smesso di ascoltarlo avvicinandosi ad Asimov.




<< Ciao >> sentendo quella voce Serge si voltò sorridendo:<< Ciao >> la salutò a sua volta sentendosi immensamente stupido per non riuscire a dirle niente di meglio:<< Serge io volevo… >> ma lui sollevando una mano bloccò le sue parole:<< Aspetta…prima c’è un posto dove voglio portarti >> << Come? >> con uno schiocco di dita Serge si fece comparire tra le mani il candido giglio bianco che fino a quella mattina era stato nel vaso in camera di Adele:<< Credevo avessimo un appuntamento mademoiselle Atelier >> gli occhioni blu di Dede si spalancarono:<< Cosa? Ma veramente… >> << Adele se non vuoi, non sei costretta a… >> ma ricordandosi le parole di suo nonno Adele decise di buttarsi stringendosi a Serge e prendendolo a braccetto:<< Chi ha detto che non voglio? Allora dove vuoi portarmi? >> facendo scivolare un braccio dietro la schiena di lei Serge poggiò la mano sul fianco di Adele tamburellando leggermente con le dita:<< Tieniti stretta a me signorina Atelier, è una sorpresa >>




La prima cosa che sentì ancora prima di aprire gli occhi fu un intenso profumo di glicine, strano visto che in inverno i fiori non sbocciavano…poi nella sua mente si fece largo un piccolo dubbio: c’era un solo posto in tutta la Francia dove il glicine cresceva ogni stagione dell’anno e, aprendo gli occhi e guardandosi intorno, ebbe la conferma dei suoi sospetti.

<< Che cosa ci facciamo qui? >> domandò poi girandosi la testa per ammirare la splendida volta formata da milioni di cascate di quei fiorellini violetti per poi fermarsi a guardare lo stemma che sovrastava l’arcata di pietra dove era inciso a chiare lettere: Beauxbatons.

<< C’è una cosa che voglio farti vedere >> commentò Serge sciogliendo l’abbraccio a cui erano ancora legati:<< A scuola? >> gli domandò perplessa:<< Sì Adele >> poi porgendole una mano aggiunse:<< In fondo tutto è cominciato qui no? >> lei si bloccò dubbiosa:<< Qui? A scuola vuoi dire? >> lui scosse appena il capo:<< No, esattamente qui >> e indicò il punto, a pochi passi da lei, in cui era fermo:<< Non capisco >> lui le tese entrambe le mani:<< Sarà più semplice se te lo faccio vedere >> e con una facilità impressionante entrò nella mente di lei condividendo i suoi pensieri.




In un attimo Dede si ritrovò catapultata indietro di dieci anni quando, giovanissima ragazzina ancora un po’ timorosa della vita, stava camminando per la prima volta in quel viale, aveva implorato suo padre di farla arrivare a scuola da sola perché voleva farcela da sola, senza contare che Mat e Fab a qualche decina di metri da lei erano una compagnia già abbastanza ingombrante!

Si era quasi dimenticata di quel primo giorno, si era quasi dimenticata che quello era stato il loro vero primo incontro.

 

<< Benvenuti a Beauxbatons >> la voce del vice preside era calma e rassicurante nonostante l’aspetto serio di quell’uomo incutesse terrore e rispetto:<< Tra un’ora verrete accolti dai vostri compagni nella sala da pranzo ma prima i nostri prefetti, la signorina Olivier e il signor Asimov, vi mostreranno le vostre camere e il resto della scuola, per qualsiasi cosa rivolgetevi a loro come punto di riferimento >> un piccolo gruppetto aveva annuito vigorosamente ma Adele, un po’ impaurita da quel mondo così nuovo e così lontano da casa sua, aveva stretto le sue piccole mani attorno alla tracolla della borsa bianca che aveva sulla spalla.

Non appena il vicepreside se ne andò un sorriso comparve sulle labbra del prefetto:<< Non vi preoccupate, non tutti sono così imbalsamati >> poi strizzando l’occhio il giovane prefetto sorrise:<< Bene, le ragazze andranno con Pauline, i ragazzi con me >> il gruppo fece per dividersi e per un attimo Adele si sentì persa al pensiero che dovesse separarsi anche dalle sole due persone che conosceva, i suoi cugini, ma prima che quel pensiero potesse rattristarla una voce la bloccò:<< Tranquilla, dopo un paio di giorni non fa più così paura >> si era voltata di scatto solamente per vedere lui, uno splendido Serge quindicenne, che le sorrideva per rassicurarla, poi il resto della folla aveva cominciato a muoversi e quel piccolo momento si era spezzato.





Tornando bruscamente alla realtà Dede sbatté le palpebre:<< Non me lo ricordavo >> mormorò piano:<< Sì, lo immaginavo >> commentò Serge piatto poi lasciandole le mani si incamminò verso l’ingresso della scuola:<< Non pensavo di averti fatto chissà quale impressione in effetti >> capendo che, anche se involontariamente, lo aveva deluso, Dede gli corse vicino stringendogli una mano tra le proprie e fermandolo sotto l’arcata:<< Non è vero Serge >> poi prendendo il coraggio a due mani aggiunse:<< Non l’ho mai detto a nessuno ma avevo una paura folle quando sono venuta qui, avevo chiesto a mio padre di poter venire solamente insieme a Fab e Mat perché volevo dimostrare a tutti, soprattutto a me stessa, che ero forte e in grado di affrontare tutto >> prese fiato:<< Invece mi tremavano le gambe e mi sarei messa a piangere se tu non mi avessi detto quelle parole, mi hai dato una spinta per provarci e dimostrare che potevo anche farcela >> era quasi impossibile dire chi di loro due era più sorpreso: se lei per ciò che aveva appena detto o Serge per la sorpresa:<< Avevo visto che sembravi un po’ triste e, so che sembra stupido, ma non mi piaceva vedere quell’espressione triste sul tuo viso >> le guance di Adele arrossirono:<< È una cosa molto dolce >> lui fece spallucce:<< Aspetta di vedere che cosa ti ho preparato >> << Come? >> facendo un cenno con il capo in direzione del campo da Quidditch lui sorrise:<< Vieni con me >> e tenendo le loro mani intrecciate la portò fino al campo entrando da una porta che un elfo aveva aperto per loro salutando Serge come se non se ne fosse mai andato.

<< Ma che cos’hai fatto? >> gli domandò sempre più curiosa mentre lui saliva quasi correndo i gradini di pietra che portavano alla parte alta degli spalti:<< Quanta fretta, aspetta e vedrai >> poi uscendo in cima allo stadio le indicò un punto poco lontano dove una coperta con lo stemma della loro scuola era stata stesa su una lunga panchina con accanto un cestino, aveva tutta l’aria di essere un pic nic…un romantico pic nic solamente per loro due.

<< Non mangeremo qui >> << Cosa? >> gli domandò tornando a guardare quegli occhi color caffè:<< Ho solo chiesto di farmelo trovare qui, ma c’è un altro posto dove voglio portarti dopo questo >> lei sorrise scuotendo il capo:<< Allora prima dimmi perché siamo qui >> poi guardando lo stadio aggiunse:<< Anche se credo di saperlo >> << Ah davvero? >> la prese in giro:<< Sì >> con il palmo della mano rivolto verso l’alto lui la sfidò:<< Vediamo allora >> cogliendo la sfida implicita in quel gesto Adele posò la mano su quella di lui facendogli vedere il ricordo a cui probabilmente anche lui stava pensando.


La sua prima partita, aveva le gambe che le tremavano proprio come il suo primo giorno di scuola o forse anche di più visto che stava per giocare nella squadra di Quidditch della scuola nello stesso ruolo in cui aveva giocato suo padre ed esattamente alla sua stessa età, essere all’altezza di Dorian Atelier era un’eredità abbastanza pesante in particolar modo se a portarla era la sua primogenita…non che Adele non fosse brava ma si era sempre sentita un po’ inadeguata visto i fenomeni che aveva in famiglia e poi a scuola lei non era nemmeno chissà chi…era una normalissima studentessa che…

Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto quando sollevando gli occhi sugli spalti incrociò il sorriso del prefetto, anzi del caposcuola ormai, Asimov.

Aveva cercato di far scivolare via i pensieri perdendosi tra le urla della folla e invece ora si ritrovava quei due occhioni scuri che la fissavano quasi le leggessero l’anima, il suo cuore prese a battere a mille poco prima che l’arbitro fischiasse l’inizio della partita.

 

<< Davvero? >> << Davvero cosa? >> gli domandò a sua volta:<< Davvero ti facevo quell’effetto? >> lei annuì:<< Sì, anche prima che diventassi amico di Mat sei sempre stato una sorta di presenza rassicurante attorno a me, so che probabilmente era solo la mia immaginazione di ragazzina ma era… >> << No! >> Serge dovette fare uno sforzo immenso per dire quell’unica sillaba invece che tirare a sé quella ragazza e baciarla, più quell’appuntamento andava avanti e più moriva dalla voglia di baciarla, sarebbe stata la prima volta che lo faceva senza nascondersi e onestamente moriva dalla voglia:<< Vieni >> e afferrando il cestino da pic nic la strascinò con sé uscendo dall’altra parte dello stadio verso il prato antistante la scuola.

<< Dove stiamo andando? >> ma quando vide dove lui si stava dirigendo Adele venne presa dal panico: conosceva fin troppo bene quel luogo ma non capiva perché lui la stesse portando proprio lì.



Tuttavia quando raggiunsero il salice e lei vide il piccolo tavolino sotto di esso e le migliaia di candele che fluttuavano in mezzo ai rami creando una sorta di atmosfera molto, molto romantica, fu costretta a ricredersi su ciò a cui stava pensando.

<< La prima volta che ti ho visto sotto questo albero mi si è spezzato il cuore >> c’era una nota di tristezza e dolore in quelle parole e lei non poté fare a meno di guardarlo preoccupata:<< Che cosa stai dicendo? >> lui fece spallucce ma la sua espressione non cambiò:<< Evan Petit, te lo ricordi vero? >>

anche lo sguardo di Dede si rattristò, come poteva non ricordare Evan? Era stato il suo primo fidanzato se così voleva chiamarlo, ma non era mai stato niente di che, niente di paragonabile a quello che provava per Serge in quel momento:<< Cosa centra Evan? >> << La prima volta che siete usciti era la fine del tuo terzo anno, dopo che la squadra aveva vinto la finale di Quidditch, ti ha portato qui >> << Sì, abbiamo passato il pomeriggio a studiare insieme, mi stava aiutando con alcuni compiti di rune antiche >> Serge annuì:<< Sì, lo so ma io provavo già qualcosa per te Adele in quel periodo e vederti qui, con lui… - tirò un profondo sospiro per ciò che stava per dire – beh mi ha spezzato il cuore >> 

<< Serge io… >> lui scosse la testa come a scacciare un brutto pensiero:<< So che non dovrei dirlo ma avrei tanto voluto esserci io con te quel giorno, avrei voluto essere io a farti ridere o semplicemente aiutarti con i compiuti, è stupido e, te lo ripeto, lo so ma agli occhi di un ragazzino di diciassette anni sembrava tutto >> << Mi dispiace, se lo avessi saputo… >> ripensando che se non avesse usato la sua grande abilità con gli incantesimi di memoria la notte della festa della finale probabilmente Adele non si sarebbe mai trovata con Evan sotto quel salice Serge non poté che biasimare sé stesso:<< Non potevi immaginare che cosa provavo per te, non è colpa tua >> poi stendendo la coperta accanto al tavolo aggiunse:<< Ma adesso basta parlare, è tardi e tu non hai ancora fatto colazione >> << Serge non dovevi…non era il caso che… >> ma vedendo cosa lui stava tirando fuori dal cestino restò immobile:<< Ma quelli sono… >> << Toast con mascarpone e fragole >> poi tirando fuori anche un piccolo vasetto aggiunse:<<< E una piccola mousse ai lamponi e scaglie di cioccolato >> gli occhi di Adele brillarono:<< Ma come facevi a sapere che…solamente Clau… >> lui poggiò il tutto sul tavolino:<< Devo ringraziare il fatto che lui e Yanna abbiano un debole per te, quando ho detto che volevo portarti a fare un pic nic mi hanno preparato un cestino degno di un principe >> lei rise allungando una mano per prendere una fetta di toast:<< Stai usando l’affetto dei miei elfi contro di me? >> lui cominciò a mangiare a sua volta:<< Tutto se serve ad averti >> ok quello era davvero troppo, cioè era una dichiarazione in piena regola o poco ci mancava, doveva trovare qualcosa da dirgli alla svelta o avrebbe fatto la figura della stupida…


<< Ehi ecco dov’eri finita, ti stavo cercando >> Diana alzò lo sguardo incrociando quello di Anthony a pochi passi da lei:<< Ciao >> poi spalancando gli occhi sorpresa aggiunse:<< Tu cercavi me? >> lui appoggiò le mani sulle ruote della sedia a rotelle avvicinandosi:<< Sì, volevo parlare con te >> lei annuì mettendosi comoda sul divanetto del terrazzo dove si era rifugiata per leggere un po’:<< A riguardo di cosa? >> << Volevo parlare di te ed Aric >> per un attimo il sangue le si gelò nelle vene: lei e Aric? Che cavolo si era messo in testa ora Tony? Che cosa stava succedendo?

<< Io e Aric? >> lui annuì:<< Sì, ora che siete compagni di stanza >> senza sapere nemmeno lei perché o forse semplicemente scandalizzata dal fatto che Tony ancora non avesse capito ciò che lei davvero provava Nana alzò le mani davanti al viso:<< No! Fermo fermo fermo! >> poi riabbassandole e fissandolo dritto negli occhi aggiunse:<< Cos’è questa fissazione su me e Aric? >> lui la guardò come a dire che la cosa era ovvia:<< Oh andiamo non prendermi in giro, vi ho visto quella sera, quando stavo rientrando all’hotel, vi ho visto insieme e ho visto come vi guardavate >> ricordando anche lei la sera in cui si era sentita leggermente a pezzi vedendo Tony e Delwin rientrare dopo una cenetta a due scosse la testa muovendo la coda bionda in cui aveva legato i capelli:<< Come ci guardavamo? Hai anche il coraggio di venirmi a chiedere qualcosa dopo che tu quella stessa sera sei uscito con Delwin Loahn? >> poi incrociando le braccia sul petto aggiunse:<< Sai che lei piace ad Aric vero? >> Tony annuì:<< Sì e mi dispiace per ciò che è successo, dispiace ad entrambi ma non significa niente e per questo voglio parlare anche con te >> << Per ciò che è successo? >> domandò Diana sorpresa, che cavolo era successo a quella cena?

<< È stato solo un caso, anzi più un errore a dire il vero, eravamo entrambi delusi e…sì beh non è una tragedia e non siamo andati oltre >> << Oltre a cosa Tony? >> << Ci siamo baciati, io e Delwin >> gli occhi di Diana si sbarrarono quasi avesse visto un fantasma o le avessero appena dato la peggiore delle notizie, anzi per certi versi quella lo era davvero: lui aveva baciato Delwin!

Sì certo da come parlava se ne era pentito all’istante ma l’aveva comunque fatto, con la deliziosa miss Lohan aveva sentito quel bisogno e l’aveva fatto, con lei invece no! Anzi l’aveva presa in giro quando si era trovata il numero del cameriere sul bicchiere della cioccolata! Ma che cos’aveva Anthony Dumas che non andava per non accorgersi di lei? Anzi che cos’aveva lei di sbagliato per non fargli capire che era innamorata perdutamente di lui? Che avrebbe fatto qualsiasi cosa per vedere ancora quel suo mezzo sorriso mezza smorfia, il suo vero sorriso era ancora più bello ma non sperava di arrivare a tanto in così poco tempo…

<< Scusami Anthony…scusa io devo andare >> e alzandosi di scatto lei fece per lasciare la stanza:<< Aspetta ti devo parlare di… >> Diana scosse la testa cercando di non piangere:<< Non c’è niente di cui parlare, io e Aric siamo amici, solamente amici >> poi arricciando le labbra in una smorfia di disgusto aggiunse:<< Lui ha occhi per un’altra come hai potuto notare e fino a poco fa anche io >> poi senza rivolgergli più la parola corse fuori dalla stanza prima di scoppiare in lacrime, non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla piangere per lui.

Rimasto solo Tony rimase immobile per un attimo chiedendosi che cosa diavolo fosse appena successo, andava tutto bene o per lo meno tranquillamente prima che nominasse la famosa serata in cui aveva visto Nana e Aric insieme, che fosse davvero successo qualcosa e lei non glielo volesse dire? Insomma lui le aveva parlato del bacio proprio per quello, per vedere se era successo qualcosa anche tra di loro e invece la sola cosa che aveva ottenuto era stata di farla scappare…che cosa poteva fare? Aveva bisogno di parlare con qualcuno, qualcuno che lo conoscesse meglio di chiunque altro ma che avesse anche la lucidità necessaria per dirgli se e dove stava sbagliando, Arséne era fuori gioco quindi ma Grace…Grace gli era sempre stata vicina e lo sarebbe stata anche in quel momento, senza pensarci troppo si smaterializzò nella stanza della sua amica, erano d’accordo per vedersi per cena, ma sicuramente una delle sue improvvisate non l’avrebbe infastidita; se solo avesse saputo ciò che si sarebbe trovato davanti e che magari poteva essere lui quello infastidito…

 

<< Serge io… >> era da mezz’ora e più che stavano facendo colazione insieme e chiacchierando di ogni genere di cose, eppure Adele dopo la sua palese dichiarazione continuava a sentirsi a disagio, doveva dirgli quello che provava, doveva dirgli la verità o non se lo sarebbe mai perdonata.

Fece una piccola smorfia, certe volte era davvero una codarda e, come spesso diceva suo zio Frankie, ad Hogwarts sarebbe stata un’ottima Serpeverde, sua madre non era molto d’accordo ma poco importava, in quel momento lei si sentiva davvero così e si vergognava per quanto era fifona.

<< Va tutto bene Dede, davvero >> << No che non va bene >> continuò lei testarda:<< Siamo qui e tu mi stai dicendo tutte queste cose…siamo a fare colazione in un posto dove ti ho spezzato il cuore e… >> ecco che ricominciava a straparlare ma davvero si sentiva male, tanto male:<< Sì, è vero >> a quelle parole alzò la testa per guardarlo:<< Siamo in un posto dove anni fa sono stato male a guardarti mentre eri con un altro, ma adesso sei qui di nuovo e sei con me >> le sorrise accarezzandole una guancia:<< Direi che vale come rivincita, che dici? >> lei chinò la testa guardando la mousse:<< Fai sembrare tutto così facile >> lo sentì ridere piano:<< È facile: io e te, insieme >> poi chinandosi appena verso di lei:<< Me ne rendo conto solo adesso, ma è la cosa più facile del mondo >> stava per baciarla, lo leggeva nei suoi occhi e lo vedeva dal suo viso, stava per baciarla.

Spaventata più da sé stessa che da quello che stava per succedere Dede alzò una mano poggiandola sulla bocca di Serge:<< Aspetta >> lui sorrise anche se i suoi occhi dicevano ben altro:<< Stai mettendo a dura prova la mia pazienza Dede >> lei annuì senza togliere la mano:<< Lo so, ma c’è una cosa che devo farti vedere >> << Adesso? >> era un po’ scocciato e, in fondo, chi non lo sarebbe stato visto quello che stava per fare?

<< Sì, adesso >> << Adele voglio essere onesto con te: ho ricevuto un invito a pranzo e… >> lei sorrise:<< Lo so >> << Lo sai? >> rise piano:<< È mio quell’invito, volevo portarti fuori e dirti una cosa molto importante ma tu mi hai sorpreso con questa colazione e… >> << Era tuo? >> lei annuì:<< Non stai scherzando vero? >> << No, Serge perché dovrei… >> sorridendo felice lui le baciò il palmo della mano:<< Oggi è il giorno più bello della mia vita >> Adele scosse la testa:<< Adesso che sei più tranquillo vieni con me? >> << Tutto quello che vuoi, ma sappi che mi devi un bacio >> e prendendole la mano si lasciò trasportare mentre Adele si smaterializzava.

<< Ah! Tony! >> poi abbassando la voce e stringendosi nell’accappatoio che indossava Grace aggiunse:<< Che ci fai qui? >> << Niente di che, avevo bisogno di fare quattro chiacchiere con te >> lei si strinse ancora di più l’accappatoio addosso quasi avesse paura che lui la vedesse senza:<< Gracie, va tutto bene? >> << Sì, sì certo…solo che vedi…possiamo vederci giù? Stavo per fare una doccia e… >> solamente a quelle parole lui si accorse del suono dell’acqua che scendeva nella stanza accanto:<< Ah…scusami, non volevo… >> ma prima che finisse la frase l’acqua si spense e una risata raggiunse i due immediatamente seguita dalla voce roca di qualcuno, qualcuno che Tony conosceva fin troppo bene:<< La prossima volta però vieni a farmi compagnia tesoro, non è divertente senza di te >> ma non appena sbucò dalla porta del bagno con solo un asciugamano legato in vita e vide chi c’era nella stanza Arséne si morse la lingua.

<< Ciao Tony >> il minore continuava a guardare la sua amica e suo fratello entrambi mezzi nudi nella stessa camera, il letto di Grace disfatto, il profumo dell’acqua di colonia di Arséne nell’aria…maledizione era stato un Auror e ora non riconosceva nemmeno certe cose basilari? Che cosa gli stava succedendo?

<< Da quanto va avanti? >> domandò poi arrabbiato senza nemmeno capire lui perché:<< Tony noi… >> cercò di calmarlo Grace, ma la voce brusca di Arséne la interruppe:<< Da qualche mese, perché? >> << Perché? Lei è mia amica >> << E allora? >> sarebbero andati avanti ancora per ore se Grace non si fosse messa in mezzo:<< Tony volevamo dirtelo, davvero…eravamo venuti qui insieme anche per questo, avevo chiesto ad Ars di dirtelo ma questo idiota – si voltò a guardare il compagno acida – non ha il coraggio di parlare a suo fratello e così hai dovuto scoprirlo così, mi dispiace ma a lui ci tengo e… >> << E lui tiene a te? Lo conosci Gracie, è lo stesso che hai visto tornare a casa ogni sera con una ragazza diversa quando eri da noi per le vacanze, vuoi davvero vicino un tipo del genere >> << Ehi vacci piano fratellino, solo perché sei… >> di nuovo Grace si mise in mezzo:<< Smettetela ora. Subito >> entrambi si bloccarono vendendola arrabbiarsi:<< Tony, io e Ars avremmo sbagliato a non dirtelo prima, ma quello che c’è tra di noi sono affari nostri, sono grande abbastanza da sapere in cosa mi sto imbarcando >> si girò verso Arséne:<< E tu, è tuo fratello e non hai il coraggio di dirgli che stai con la ragazza che dici di amare? >> poi avvicinandosi al bagno si voltò di nuovo a guardarli:<< Io vado a farmi una doccia, nel frattempo voi due vedete di parlarvi e di chiarirvi o sarà peggio per voi >> << Veramente io Gracie… >> cercò di replicare Tony:<< Parlate Anthony, adesso >> poi chiuse la porta lasciando i due fratelli di nuovo soli.

<< Beh scusami fratellino, ma prima di parlarci vorrei mettermi qualcosa di più comodo >> Tony guardò il fratello stralunato:<< Hai davvero intenzione di fare come ha detto Gracie? >> Ars annuì avvicinandosi all’armadio:<< Certo che sì, la amo e non voglio essere io quello con cui se la prenderà quando uscirà da lì >> guardando fuori dalla finestra mentre suo fratello si cambiava Tony commentò piano:<< La ami davvero allora >> non era una vera e propria domanda ma Arséne vi rispose comunque:<< So di averlo detto troppe volte nel corso della mia vita, ma proprio perché ora so che è vero non voglio abusarne >> Tony si voltò scuotendo la testa con un sorriso:<< Sai fratellone, sapevo che prima o poi avresti trovato la donna giusta per te, quella che ti avrebbe rimesso in riga, solo non mi aspettavo che fosse proprio la mia migliore amica >> Ars fece spallucce sorridendo e finendo di allacciarsi la camicia bianca:<< Beh sai com'è’…Grace è unica >> Tony sospirò:<< Sì, lo è davvero >> vedendo lo sguardo triste del fratello Arséne gli si avvicinò sedendosi sul letto davanti a lui:<< E tu invece? >> << Io cosa? >> << Stai partecipando a questo specie di gioco delle coppie ma non sembri esattamente la persona più felice del mondo, cos’è nessuna ragazza ha destato l’interesse del fascinoso Tony Dumas? >> l’altro fece una smorfia:<< Veramente sono io che non… >> << Non cominciare Tony, non di nuovo >> << Cosa? >> Ars alzò gli occhi al cielo nervoso:<< Non cominciare ancora con la storia della sedia a rotelle ti prego >> << La storia della sedia a rotelle? Arséne io ci vivo su questa sedia a rotelle, non potrò più camminare, passerò sui questa cosa il resto della mia vita e così la donna che avrà la sfortuna di vivere con me, come posso fare questo ad una ragazza così splendida e piena di vita? Come posso costringerla a fare da infermiera ad un paralitico? >> Ars si passò le mani nei capelli passando in rassegna mentalmente tutte le imprecazioni che conosceva, in tutte le lingue che conosceva, poi poco dopo riprese a respirare e tornò a guardare suo fratello:<< Paralitico? Tony tu non sei paralitico >> poi sapendo che lui avrebbe obiettato aggiunse:<< Certo non puoi camminare ma non sei bloccato in un letto, ho visto quelli ricoverati con te quando sei stato in ospedale e c’erano persone che non hanno avuto la tua stessa fortuna, tu puoi ancora fare moltissime cose e puoi trovare una persona con cui condividerle >> poi sorridendo aggiunse:<< E dalle tue parole deduco che tu abbia già in mente qualcuno >> per un attimo Tony ripensò al viso triste di Nana quando le aveva parlato poco prima:<< A dire il vero non penso di interessarle molto, forse ho rovinato tutto >> Ars gli poggiò una mano sulla spalla atteggiandosi a grande esperto in materia:<< Dai retta a me fratello, con le armi giuste niente è mai del tutto rovinato, se tieni davvero a lei dimostraglielo e vedrai che andrà tutto a posto >> << Continuo a pensare che non sia una buona idea, lei merita di meglio di una vita con me >> Ars scosse la testa:<< Continuo a pensare che tu debba essere stato adottato, eri un Corvonero fratellino ma sembra che tu abbia perso tutta la tua acuta e brillante intelligenza >>

 

Mentre i due fratelli parlavano Diana era chiusa nella sua stanza benedicendo il fatto che Aric era fuori in modo da poter sfogare tutte le sue lacrime senza dare troppe spiegazioni a nessuno.

Si girò verso il comodino per prendere l’ennesimo fazzoletto dopo aver imprecato di nuovo sull’idiozia di Anthony quando la sua mano urtò il piccolo astuccio dove teneva le pozioni…

Prendendolo tra le mani fece scattare la chiusura tirando fuori la boccetta dorata che conteneva la felix felicis: ci aveva pensato per molto tempo e forse ora era davvero venuto il momento di usarla, che si trattasse di Tony, Aric o di chiunque altro ora non le importava più, voleva solo smetterla di stare così male e di sentirsi sola ed insignificante; senza pensarci troppo stappò la fialetta mandandone giù una generosa sorsata.

 

<< Che cosa ci facciamo a Londra? >> Adele si girò a guardarlo:<< Vieni con me, c’è una cosa che voglio farti vedere >> << Adele non credo che… >> ma lei sorrise tirandoselo dietro:<< Vieni, ci vorrà poco e ti spiegherò tutto te lo prometto >> poi passando in un paio di vicoli dall’aria ben poco raccomandabile i due sbucarono su una via abbastanza affollata:<< Dove siamo? >> << Vicino a Camden Town >> << E siamo qui per… >> Adele alzò un braccio indicando a Serge un palazzotto dalla cui porta stava uscendo una coppia abbracciata che rideva:<< Per lui >> << Lui? >> e guardò il ragazzo che si stava incamminando nella loro direzione ma dalla parte opposta della strada; non era niente male in effetti: capelli neri corti, pizzetto incolto, occhi scuri ma furbi, viso nobile ed espressione da canaglia, il classico tipo che piace alle donne, decisamente niente male:<< E chi sarebbe? >> domandò poi tornando a guardare la sua compagna di viaggio


<< Lui è Jim Anderson, era un mio compagno durante lo stage che ho frequentato al ministero di Londra, siamo usciti insieme qualche volta >> << Ah >> fu la sua laconica risposta e Dede non se ne stupì, sapeva che avrebbe reagito così, ma era la seconda parte del discorso quella che voleva che lui sentisse:<< Quando ero qui Jim mi ha chiesto di restare, mi ha chiesto di provare a uscire insieme come coppia e di vedere come sarebbe andata a finire >> << Perché me lo stai dicendo? >> lei fece un piccolo sorriso, aveva il cuore in gola che le batteva a mille e sembrava strozzarla, stava per dire la cosa più bella e spaventosa della sua vita e sperava tanto che andasse tutto bene:<< Perché sei tu il motivo per cui gli ho detto di no >> << Che stai dicendo? >> lei allungò una mano stringendo quella di Serge:<< Sto dicendo che quando sono partita avevo un’idea ben precisa in mente: volevo dimenticarti. Dimenticare la mia pazzesca cotta che ho per te fin dai tempi della scuola e cercare di andare avanti con la mia vita; ci ho provato Serge, ci ho provato davvero ma da quando sei entrato nella mia vita sei il mio chiodo fisso, posso anche andare dall’altra parte del mondo ma è come se tu fossi sempre con me, sono venuta fino a Londra solo per capirlo e mi dispiace averci messo tanto, ma non pensavo che potesse mai succedere qualcosa del genere e… >> le labbra di lui sulle sue le impedirono di continuare:<< Basta parlare, basta spiegazioni, basta ragionamenti >> poi accarezzandole i capelli e il viso le sorrise raggiante:<< Sei qui, siamo insieme e io ti amo, non c’è nient’altro che abbia importanza >> fece per baciarla di nuovo ma lei di nuovo lo fermò:<< Cosa c’è adesso? >> Dede sorrise passando con le dita sulla sua guancia:<< Anche io ti amo >> e sollevandosi in punta di piedi tornò a baciarlo come se fosse la cosa che aspettava da tutta la vita.


<< Mike >> << Ian >> e i due vecchi amici si strinsero la mano mentre François sopraggiungeva:<< Mike >> << Ciao Frankie >> lo salutò il medimago con un sorriso:<< Quanto tempo, come sta Lilith? >> << Mi ha minacciato di venire a vedere che cosa stava combinando nostro figlio quindi sì, sta benissimo >> Dorian fece segno all’amico di seguirlo:<< Vieni con me, ci sono un paio di cose di cui dobbiamo parlare prima di… >> << Papà? Che ci fai qui? >> e Ty e Reyna, appena rientrati dal cortile rimasero fermi mentre Tyler guardava spaesato suo padre:<< Ciao Tyler >> il giovane si avvicinò e Rey vide chiaramente i nervi delle sue spalle tendersi:<< Che cosa ci fai qui? >> << Tyler ho invitato qui io tuo padre, ho bisogno di discutere alcune cose con lui visto che è un medico e che ha la mia più totale fiducia in questo campo >> guardando il signor Atelier e sentendo la sua spiegazione Ty sembrò calmarsi:<< Mi scusi signore, io non…credevo che… >> << Vorrei anche parlare con te Tyler se ce ne sarà il tempo, ma non voglio convincerti a fare nulla >> precisò Mike facendo un sorriso al figlio:<< Se ce ne sarà il tempo >> replicò il ragazzo non volendo dargliela vinta per poi salutare e allontanarsi velocemente lasciando lì anche Reyna che si stava chiedendo che diamine gli fosse successo!




<< Possiamo parlare? >> e sedendosi sul divano accanto a lei Seb fece voltare la sua sorellina verso di sé:<< Adesso vuoi parlare Sebastian? >> << Oh andiamo Fanny! Che cosa ti aspettavi che dicessi? Sei la mia sorellina, cosa avrei dovuto dire? >> lei incrociò le braccia sul petto:<< Non dovevi dire niente, sei mio fratello e ti voglio bene ma ho diciannove anni e posso scegliere da sola che cosa fare o non fare della mia vita >> << Lo so, davvero lo so ma tu sei la mia piccola Fifì e… >> << Non chiamarmi così, non ho più cinque anni >> poi raggomitolandosi sul divano e abbracciandosi le ginocchia prima di poggiarvi sopra la testa aggiunse:<< Quando è finita con Fabrice non è stato un bel periodo per me, credevo che liberandomi di lui le cose sarebbero andate meglio ma non è stato così, lui ha messo in giro un sacco di pettegolezzi su di me e mi sta rendendo difficile fare qualsiasi cosa, i miei cosiddetti amici erano anche amici suoi e così alla fine di tutta la storia mi sono ritrovata completamente sola, ho bisogno di cambiare aria e di fare qualcosa per me Seb, lo capisci? >> avvicinandosi lui le mise un braccio attorno alle spalle:<< Mi dispiace sorellina, non pensavo che le cose andassero così male, sapevo che vi eravate lasciati ma pensavo che per il resto andasse tutto bene >> Fanny annuì piano:<< Va tutto bene Seb, solo che la mia vita sociale al momento è ridotta alle serate con mamma e papà a giocare a sciarada e onestamente vorrei qualcosa di più >> lui annuì:<< Sì, credo di capire >> in effetti era anche il motivo per cui, una volta scoperto che Fanny lo aveva iscritto ai giochi, non si era arrabbiato più di tanto, anche lui aspirava a qualcosa di più perché, per quanto fosse piacevole e perfetta, la vita dei fratelli Delacroix a volte era anche mortalmente noiosa.

 

Era quasi il tramonto quando Dede e Serge si materializzarono nella hall dell’Hotel des Fleurs, dopo un piccolo pranzo in uno dei fish&chips di Londra erano tornati a Parigi e avevano passato l’intero pomeriggio ai Jardin des Tuileries mano nella mano guardandosi come due adolescenti al primo appuntamento, era stato letteralmente magico ed entrambi avevano uno stupido sorriso stampato in faccia, sorriso che entrambi pensavano nessuno potesse cancellare…

Nessuno a parte le due persone che in quel momento stavano entrando dall’ingresso principale.




<< Allora tuo fratello aveva ragione, sei davvero così sconsiderato? >> la mano con cui Serge circondava la vita di Adele divenne di pietra ma non accennò a spostarla:<< Padre >> alzò gli occhi sulla donna accanto al ministro:<< Madre >> << Serge…tesoro che cosa sta succedendo? >> domandò la donna quasi che stesse parlando ad un malato terminale:<< Non sta succedendo niente >> poi guardando Adele sorrise appena:<< O meglio niente di cui voi dobbiate essere informati, abbiamo già avuto questa conversazione mesi fa e non ho intenzione di risollevare l’argomento >> il ministro francese rimase in silenzio per un istante e ingenuamente Serge pensò di aver vinto, ma poi l’uomo spostò gli occhi su Adele:<< Dimmi una cosa signorina Atelier >> un brivido le percorse la schiena e anche Serge doveva averlo notato perché le accarezzò il fianco cercando di calmarla:<< Ti ha detto tuo padre di sedurre mio figlio? >> << Come osi? Padre come pensi di… >> ma Asimov sr alzò una mano avvicinandosi alla coppia e in particolare ad Adele:<< Sto parlando con la signorina Serge, non con te >> il ragazzo prese un respiro per evitare di esplodere:<< Stai parlando con la mia fidanzata >> << Fidanzata eh? >> commentò acido l’uomo tornando a guardare lei:<< Già comodo, davvero molto comodo >> guardò entrambi con disgusto:<< Te lo chiederò un’ultima volta signorina: che cosa ha in mente tuo padre? Che cosa sta tramando contro di me? >> << Contro di lei niente ministro ma solamente perché mio figlio è un uomo degno di tale nome, cosa che non si può dire di lei se viene in casa mia a minacciare la mia famiglia >> Serge Asimov sr alzò gli occhi verso la scalinata di marmo da cui stavano scendendo Isaac e Dorian Atelier, il primo pronto a dare battaglia, gli mancava solo la bacchetta in mano, il secondo più calmo ma non meno determinato:<< Minacciare? Non sono io quello che sta giocando con le nostre leggi di segretezza e che aspira a qualcosa di più che la direzione di un patetico hotel >> Isaac fece per ribattere di nuovo ma Dorian si avvicinò squadrandolo con i suoi occhi di ghiaccio:<< Mi hanno già offerto la sua carica ministro, durante il suo secondo mandato, mi avevano offerto il suo posto ma ho detto di no >> poi guardando prima il padre e poi la figlia aggiunse:<< Non mi interessa la sua carica e non mi interessa farle la guerra, ho capito molti anni fa qual è il mio posto e cosa voglio dalla mia vita >> poi avvicinandosi alla figlia le sorrise baciandole una tempia:<< Ma provi di nuovo a toccare o minacciare mia figlia e le giuro che sarà l’ultima cosa che farà in vita sua e nemmeno gli Auror mi fermeranno ne stia certo >> << Questo è un oltraggio, questo è… >> e preso dall’ira il ministro fece per mettere mano alla bacchetta:<< Fossi in te non lo farei padre >> il signore e la signora Asimov guardarono Serge sconvolti:<< Che cosa stai dicendo? Che cosa stai…ti sei schierato con loro, stai tradendo la tua famiglia, stai… >> << Non sto tradendo nessuno madre, per la prima volta da molto tempo sto facendo qualcosa per me >> poi girandosi verso Adele le sorrise:<< Amo questa ragazza in ogni modo possibile e, come vi ho detto durante il nostro ultimo colloquio, non potrete fare o dire niente che mi faccia cambiare idea >> << Te lo ripeto Serge, questo è un tradimento, stai voltando le spalle alla tua famiglia >> il ragazzo non si voltò nemmeno a guardare suo padre:<< Non è così, ma se ti piace pensarlo io non ti fermerò >> << Serge ti prego, dai ascolto a tuo padre, avanti non puoi… >> incapace di trattare sua madre con la stessa indifferenza e freddezza Serge si voltò a guardarla:<< Non posso vivere senza di lei mamma, non potevo farlo prima e di certo non lo farò ora che anche Adele mi ama >> le guance della giovane Atelier arrossirono di colpo, una cosa era sentirsi dire ti amo in un’affollata via di Londra dove nessuno faceva caso a loro, un’altra era davanti a suo padre, suo nonno e i genitori di Serge che palesemente la odiavano.

<< Questo è un affronto, è… >> << È ora che lei e sua moglie torniate a casa lasciando in pace i miei ospiti ministro >> gli ricordò Dorian Atelier pacatamente:<< E questo per il momento è solamente un consiglio ma stia sicuro che non mi farò scrupoli a farla buttare fuori >> indignato ma capendo che per il momento non avrebbe concluso nulla il ministro francese e sua moglie si girarono uscendo da dove erano entrati.

<< Signor Asimov >> lui alzò gli occhi verso Atelier:<< Signore? >> domandò poi con un moto di perplessità:<< Serge vorrei scambiare quattro chiacchiere con te >> poi guardando la figlia aggiunse:<< In privato >> Adele fece per allontanarsi quando Serge la trattenne:<< Può dirmi qualsiasi cosa davanti ad Adele, non voglio avere segreti con lei >> anche perché ne aveva già uno bello grande e gli bastava per il momento.

<< Bene, come preferisci >> poi sorridendo Dorian gli tese la mano:<< So che quello che hai fatto ti è costato molto, come padre volevo ringraziarti per aver difeso mia figlia sperando che la tratterai sempre come hai fatto ora, come uomo posso solo dirti che da questo momento in avanti, finché Dede lo vorrà, considerati parte della nostra famiglia, per qualsiasi cosa tu abbia bisogno, in qualsiasi momento >> quelle parole erano più di quanto si era aspettato e ora finalmente quella giornata poteva definirsi davvero perfetta.


Deciso a prendere la situazione in mano, dopo aver ripensato alle parole di suo fratello per tutto il pomeriggio, Tony si stava avviando verso la camera di Aric e Nana sperando che il suo amico fosse ancora disperso chissà dove e che la deliziosa piccola ballerina che gli aveva stregato il cuore fosse davvero disposta ad ascoltarlo o per lo meno a concedergli una possibilità di chiederle scusa.

Aveva quasi raggiunto la sua camera quando qualcuno gli passò accanto di fretta urtandolo leggermente:<< Mi scusi, non volevo… >> poi con un piccolo sorriso una ragazza dal caschetto dorato continuò a percorrere il corridoio fermandosi proprio davanti alla porta di Nana bussando energicamente:<< Oh andiamo Nana apri! Sono io, andiamo vuoi lasciarmi qui in corridoio tutta la notte? >> prima che lui potesse anche solo pensare di avvicinarsi la porta si aprì e Diana fece un piccolo sorriso vedendo la nuova arrivata:<< Ciao Stacy >> mormorò poi sperando di risultare convincente:<< Oh mio dio tesoro che ti è successo? Chi ti ha ridotto in questo stato? >> Nana fece per rispondere ma poi il suo sguardo incrociò quello di Tony:<< Nessuno, nessuno di importante >> Stacy agitò una mano come a dire che non le credeva per poi abbracciarla stretta:<< Non ti preoccupare, ci occuperemo insieme di questo signor nessuno e la pagherà cara, non può fare questo alla mia amica, dovrà vedersela con me, stanne certa >> poi senza curarsi di chi altri c’era nel corridoio entrò in camera chiudendo la porta in faccia a Tony che, chissà perché, aveva come l’impressione che quella minaccia fosse rivolta proprio a lui.  





Serge Asimov sr e Melissa Asimov


Stacy (migliore amica di Diana)


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Ed eccomi...no, non sono morta e no non ho lasciato perdere, ho solo avuto un periodo decisamente troppo incasinato anche per i miei gusti e, purtroppo per me, il tempo e l'ispirazione se ne sono andati per un po'...(più il tempo a dire il vero ma le due cose sono collegate)
Ad ogni modo sono di nuovo qui e, incrociate le dita per me, dovrei restarci per un bel po'...vi avviso che alcuni personaggi non sono comparsi in questo capitolo perchè saranno nel prossimo (che parlerà della stessa giornata ma da altri punti di vista)
Per il momento vi lascio perchè non c'è molto altro da aggiungere se non il fatto che spero di aggiornare molto presto...


   
 
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