<<
Ti credi spiritoso? >> gli domandò la ragazza
alzando un sopracciglio scettica:<<
Non volevo esserlo, lei è mia amica, lui è mio
fratello e stanno soffrendo
>> di nuovo Callie lo guardò
stralunata:<< E io sarei un problema
perché? >> Mat la guardò come a
chiedere se stesse scherzando o davvero
non capisse dove lui stava andando a parare:<<
Perché ronzi intorno a mio
fratello come un cagnolino festoso in attesa del suo osso, ecco
perché >>
non voleva essere così crudo ma veder soffrire le persone a
cui teneva, e lui
teneva ad Evangeline, non gli era mai piaciuto.
<<
Un cagnolino? Un cagnolino con l'osso? >> gli occhi
chiari di Callie mandavano
lampi:<< Beh se non ti piace il termine posso trovarne
altri ma la sostanza
non cambia >> di nuovo lei strabuzzò gli
occhi:<< Sei sempre così
odioso o io sono un'eccezione? >> << Se non
ronzassi intorno a mio
fratello sarei più gentile >> <<
Come ti permetti? Io non...io non
ronzo intorno a nessuno >> Matisse non fece nemmeno finta
di
ascoltarla:<< Non mi interessano le tue patetiche scuse,
non mi interessa
quello che vuoi farmi credere, stai alla larga da mio fratello o dovrai
vedertela con il sottoscritto >> Callie lo
squadrò da capo a piedi
ammettendo che anche così, con addosso una tuta larga e
slavata che aveva visto
tempi migliori, Matisse Atelier incuteva un certo timore e rispetto, ma
lei non
era tipo da farsi mettere i piedi in testa da nessuno tanto meno da uno
sbarbatello ricco e viziato che pensava di avere il mondo ai suoi
piedi:<< Non ho intenzione di farmi minacciare oltre da
te, la
conversazione finisce qui >> gli rispose nervosa
avvicinandosi alla porta:<<
Ma certo, scappa pure, tanto so dove trovarti >> Calliope
si voltò a
guardarlo da sopra la spalla:<< Stai attento a quello che
dici Atelier,
non sai contro chi... >> ma la risata derisoria di lui le
impedì di
finire la frase facendola infuriare e uscire dalla cucina sbattendo la
porta
con violenza.
<< Tutto bene signorino Matisse? >> e Seza, uscita da chissà dove, apparve al suo fianco con aria preoccupata; Mat si voltò a guardarla con un mezzo sorriso:<< Va tutto bene Seza, non ti preoccupare >> poi facendo l'occhiolino all'elfa lasciò la cucina facendo ritorno in camera.
Non
era
ancora storto il sole quando girandosi nel letto Tony notò
che quello di Adele
era già perfettamente rifatto, se non l'avesse vista
addormentarsi la sera
prima avrebbe giurato che lei non fosse nemmeno tornata a dormire, ma
ora dove
diavolo era?
La
risposta alle domande del giovane Dumas stava infatti bussando alla
porta della
camera di Isaac Atelier aspettando che suo nonno le desse il permesso
di
entrare.
Non
appena
mise piede nella camera Adele fu accolta da un avvolgente profumo di
caffè
appena fatto e dalle note basse di una vecchia canzone d'amore.
<< Bonjour ma petite... >> la salutò Isaac imburrando un pezzo di baguette:<< A cosa devo il piacere a quest'ora del mattino? >> Dede avanzò verso il letto del nonno incrociando le mani dietro la schiena e cercando di vincere la propria timidezza:<< Avrei bisogno di un consiglio Pépé >> gli occhi blu di Isaac ebbero un guizzo di gioia:<< Un consiglio da me e non dal tuo adorato paparino? >> la ragazza annuì:<< Devo uscire con Serge questo pomeriggio e non so se papà sarebbe d'accordo con... >> la risata di Isaac la bloccò:<< Ti piace quel ragazzo, vero non amour? >> Adele annuì e le sue guance divennero leggermente rosse:<< E scommetto che stai pensando di dirgli quello che provi per lui >> continuò l'uomo con un sorriso:<< Vorrei farlo, ma se lui invece... >> di nuovo Isaac sorrise bevendo ancora del caffè:<< Sei così dolce ma petite, più ti guardo e più le assomigli >> Dede lo guardò sorpresa:<< Assomiglio a chi? >> << A tua nonna principessa, alla mia Ellie... >> poi facendo segno alla nipote di accomodarsi sulla poltrona vicino alla sua aggiunse:<< Anche tua nonna aveva paura di dirmi quello che provava per me >> il suo sorriso si allargò ancora di più:<< Ammetto che la mia reputazione non era delle migliori all'epoca, ma posso dirti una cosa: mi innamorai di lei non appena la conobbi e posso assicurarti che quel giovanotto ti guarda nello stesso modo in cui io guardavo tua nonna >> poi stringendo una delle mani di Dede aggiunse:<< Non avere paura di dire quello che provi ma petite, fidati del tuo cuore e di quello che senti e vedrai che non ti deluderà >> poi tornando a guardare dalla finestra aggiunse:<< E se fossi in te non avrei così paura di parlare con tuo padre, sai credo che anche lui si sia accorto di come vi guardate tu e il signor Asimov >> << Pépé! >> e le guance di Dede divennero ancora più rosse e a quella reazione Isaac la guardò con affetto:<< Non vergognarti di quello che provi Adele, l’amore è il dono più prezioso che puoi fare a qualcuno, metti in gioco te stessa e il tuo cuore, il resto verrà da solo >> << E se lui non dovesse provare per me quello che io provo per lui? >> << Ma petite, vi vedo girarci intorno da quando eravate poco più che ragazzi, ho visto Asimov diventare uomo e aspettare che anche tu diventassi donna, ora lo sei ma vie, una magnifica, bellissima, splendida donna e credo sia ora che voi due vi concediate una possibilità >> rassicurata da quelle parole Adele sorrise e si lanciò al collo del nonno abbracciandolo stretto:<< Grazie Pépé! Ti voglio bene >> Isaac accarezzò i capelli scuri della nipote:<< Te ne voglio anche io ma vie >>
<<
Mati, Mati >> Matisse si voltò sentendosi
chiamare e trovando suo
fratello a pochi passi da lui scuro in viso:<< Buongiorno
Houdini, come
mai quell’aria nervosa? Sei sceso dalla parte sbagliata del
letto? >>
Fabian non finse il buon umore che non provava in quel momento e, come
suo
solito, andò dritto al sodo:<< Hai minacciato
Calliope? >> Mat per
un attimo rimase immobile a quell’accusa poi una risata roca
gli salì alla gola
facendolo scoppiare a ridere davanti allo sguardo esterrefatto del
gemello:<< Minacciato…che parolone Houdini
>> gli occhi di Fab
continuarono ad essere seri:<< Non sto scherzando
Matisse, che cosa ti è
saltato in mente? >> come ogni Atelier, che quando
è attaccato combatte,
Matisse lo fissò altrettanto serio:<< E a te
invece? >> << A
me? >> << Sì, non so se hai
presente Eve, la tua fidanzata >>
la mascella di Fabian si strinse con rabbia:<< Quello che
succede tra me
e lei sono affari nostri, stanne fuori >> Mat scosse il
capo:<< Mi
riguarda quando vedo la mia amica piangere per quanto mio fratello sia
idiota
>> << La tua amica? Idiota?
>> cercando di prendere respiri
profondi Fabian tentò di calmarsi, non era quello il momento
di perdere le
staffe e spifferare a mezzo mondo quello che era successo con Eve e
Damien, non
con quel paparazzo da quattro soldi di Jenkins in giro per giunta!
<<
Senti Mat davvero, so che ti preoccupi per Eve ma non ti immischiare,
non sono
cose che ti riguardano >> << Credi che mi
preoccupi solo per lei?
Sei mio fratello Fabian, sei diverso da quando avete discusso e non mi
piace vederti
così >> Fabian fece spallucce:<<
Sto bene e non ho bisogno della
balia >> Matisse incrociò le braccia sul petto
guardandolo quasi come
Leila quando da bambini li sgridava, suo fratello era davvero troppo
uguale
alla loro madre:<< Ah davvero? Perché se non
sbaglio eri tu quello che
doveva sposarsi tra dieci giorni e invece hai rimandato tutto per
partecipare
ai giochi, cosa che hai sempre detto di non voler fare, se non ricordo
male
>> << Nemmeno tu volevi partecipare se
ricordo bene e invece adesso
sei a fare gli occhi dolci a Flick Lloyd >>
<< Quello che faccio
non sono… >> cominciò Mat e
guardando lo sguardo di Fabian capì che suo
fratello lo aveva appena fregato:<< Lascerò
perdere per ora, ma sai che
ho ragione >> << Lascia stare Calliope, lei
non c’entra niente con
questa storia >> << Forse se smettessi di
portartela ovunque
comincerebbe a crederlo anche Eve >> <<
Mati, lascia stare >>
gli intimò Fabian serio per poi avviarsi verso il giardino
per la colazione
considerando chiusa la discussione.
<<
Hai capito che cosa devi fare vero? >> e Ethan
alzò lo sguardo nello specchio
per poter guardare Fanny mentre finiva di allacciarsi i bottoni della
camicia:<<
Perché lo stai facendo? >> gli
domandò la ragazza giocherellando nervosa
con una ciocca di capelli:<< Perché
è ora che qualcuno smascheri questa
farsa una volta per tutte >> lei chinò il capo
guardando la moquette
scura del pavimento:<< E se non fosse una farsa?
>> << Oh
andiamo, d’accordo che hai diciannove anni, ma non puoi
essere così ingenua,
l’hotel dell’amore…andiamo che fesseria
>> già fesseria…pensò
poi tra sé,
fesseria ma lei era lì…di nuovo dopo tutti quegli
anni…
<<
Allora? >> la voce di Fanny lo fece tornare alla
realtà:<< Se farò
quello che vuoi, quando tutta questa storia sarà finita, mi
ridarai quelle
foto? >> il sorriso maligno che gli si disegnò
sulla faccia avrebbe fatto
impallidire il peggiore dei malavitosi:<< Quelle e i
negativi. Sono un
uomo di parola signorina Delacroix >> Fanny
annuì e alzandosi si avvicinò
alla porta:<< Sarà meglio scendere,
è ora di colazione >> lui annuì
senza aggiungere altro ma con un piano sempre più chiaro che
andava
delineandosi nella sua testa.
<<
Dovevi vederlo, russava come un
orso in letargo, era terribile…non ha un minimo di coscienza
o di sensi di
colpa, andiamo non può davvero…cioè
l’ho minacciato e quello… >>
<<
Del…Del… >> e Reyna
cercò di fermare lo sproloquio della sua migliore
amica su Tyler che se ne stava seduto da solo a pochi tavoli di
distanza e che
non poteva non sentire quello che stava dicendo la Lohan visto il tono
della
sua voce:<< Del ti prego…non
voglio… >> continuò Reyna cercando
di
fermarla:<< Non vuoi che senta? Oh andiamo Rey sei
davvero troppo buona
con uno che non se lo merita affatto! >> la Black stava
per replicare
quando una voce roca le fece girare entrambe:<< Posso
rubarti la tua
amica per un paio di minuti? >> Delwin guardò
Aric perplessa ma Reyna
annuì con un sorriso:<< Certo, tienitela pure
tutto il tempo che vuoi
>> commentò poi serafica guadagnandosi
un’occhiataccia dall’altra mentre
si allontanava con Aric.
<<
Delwin sta già pensando al mio
funerale vero? >> la voce di Tyler la bloccò,
quando si era alzato?
Quando era arrivato alle sue spalle? Sospirò delusa da
sé stessa per l’effetto
che quella voce ancora le provocava:<< Pensi che abbia
torto Gail?
>> gli domandò cercando di essere acida
voltandosi a guardarlo e restando
immobile davanti al piatto stracolmo per la colazione che lui teneva in
mano:<< No… >> poi fece una
smorfia:<< Forse non del tutto,
ma c’è una spiegazione per tutto >>
Rey arricciò il naso:<< Una
spiegazione che io non ho diritto di conoscere? >> Tyler
le allungò il
piatto porgendole poi una delle due forchette che aveva in
mano:<< Una
cosa alla volta Black, una cosa alla volta >> lei
guardò prima il piatto
e poi lui:<< E cosa vorresti fare? >> lui
fece spallucce sedendosi
accanto a lei anche se non era stato invitato:<< Dal
momento che la prima
volta non abbiamo cominciato con – sorrise mentre lo diceva
– calma, direi che
possiamo riprendere da lì >> <<
Vale a dire? >> aveva ancora
qualche riserva e i continui sbalzi d’umore di quel ragazzo
non le facilitavano
il compito:<< Ricominciamo da qui >> poi
infilzando una frittella
con la forchetta che aveva in mano aggiunse cercando di sorridere e
sembrare
calmo:<< Ciao Black, è tanto che non ci
vediamo, che ci fai a Parigi?
>> era una frase dannatamente semplice ma gli si era
attorcigliato lo
stomaco per quanto era in ansia, non aveva mai tenuto tanto a qualcuno,
mai in
tutta la sua vita, stava per andare fuori di testa quando Reyna
addentò un
pezzo di french toast:<< Ciao Gail, quando la smetterai
di essere sempre
tra i piedi? >>
Guardando
la scena dalla porta poco prima
di tornare nella hall Delwin fece per dire qualcosa ma Aric
l’afferrò per le
spalle bloccandola:<< Lasciali fare >>
<< Cosa? Ma sai cosa
ha fatto… >> << Sono due ragazzi
svegli, risolveranno tutto e poi
hanno bisogno di stare un po’ da soli >>
<< Gail è un idiota
>> Dellbert fece spallucce:<<
Può essere, ma lascia che Reyna lo
scopra da sola, non sarai d’aiuto a nessuno se le stai con il
fiato sul collo
>> con ancora il broncio Del fu costretta ad annuire e a
demordere, forse
complice anche il fatto che non era così facile liberarsi
dalla stretta di Aric
anche se lui non la stava stringendo…o forse non voleva
liberarsi…
Alzò
gli occhi incrociando quelli del bel
poliziotto e il ricordo della loro “notte insieme”
le tornò alla mente
facendole scaldare la pelle là dove lui la stava
toccando…era successo anche
quella sera; mai avrebbe pensato che un massaggio o due mani potessero
avere
quell’effetto su di lei, non che avesse chissà
quale esperienza in materia ma
lui era…beh wow era un
concetto
abbastanza riduttivo di quello che Aric Dellbert sapeva fare!
<<
Ehi…che hai? >> la voce di
Aric la fece tornare al presente:<< Come?
>> lui abbozzò un
sorriso:<< Sei diventata tutta rossa, a che pensavi?
>> lei scosse
il capo cercando di non destare troppi sospetti:<< A
niente, solo che
Gail mi fa innervosire e… >> sì,
come scusa poteva andare, meglio far
credere ad Aric che ce l’aveva con Tyler e non che morisse
dalla voglia di
saltare addosso a quello sbruffone di poliziotto che stava cominciando
a fare
breccia dentro di lei.
<<
Wow…e tutta quell’eleganza per
chi è? >> << Eleganza?
>> e Serge si voltò sentendo la voce
di Talia che stava uscendo dal bagno con addosso solamente uno dei
morbidi
accappatoi dell’hotel:<< Sì,
eleganza Asimov, sai cosa vuol dire vero?
>> lo prese in giro lei:<< Sempre spiritosa
vero Roux, ad ogni modo
non è niente di che, mi vesto sempre
così… >> lei si avvicinò
ancheggiando
prima di arrivare al proprio letto e cercare una crema tra i suoi
effetti
personali:<< Sì, certo come dici tu
>> poi continuando a prepararsi
come se niente fosse aggiunse:<< Sono sicura che ad Adele
Atelier
piacerai molto >> immobile con il proprio gilet in mano
Serge scosse
appena il capo deglutendo: sì, gli sarebbe davvero piaciuto
fare colpo su Dede
se solo sperasse di riuscirsi…
<<
Gracie! Arséne!
>> e sorridendo Tony si avvicinò
all’amica e al fratello accompagnato da
Adele, che lo aveva raggiunto dopo aver parlato con suo
nonno:<<
Fratellino…ciao >> commentò il
maggiore dei Dumas scostandosi appena da
Grace per avvicinarsi a Tony e tirargli un’affettuosa pacca
sulla spalla:<<
Ieri sera poi non abbiamo avuto occasione di parlare Arséne,
che mi volevi
dire? >> a quelle parole Grace guardò i due
fratelli ed a Dede non sfuggì
la smorfia che le scivolò sul viso:<< Oh
niente di che…possiamo anche parlarne
dopo, ora che ne dici di andare a fare colazione? >> Tony
annuì sorridendo:<<
Adele, tu vieni? >> domandò guardando la
compagna di stanza, lei fece per
annuire quando i suoi occhi incrociarono una figura alta che stava
scendendo le
scale:<< Sì, arrivo subito…dammi
solo un attimo >> vedendo anche
lui Serge Tony sorrise:<< Mettici tutto il tempo che vuoi
>> ma
Adele aveva già smesso di ascoltarlo avvicinandosi ad Asimov.
<<
Ciao >> sentendo quella voce Serge si voltò
sorridendo:<< Ciao >> la salutò
a sua volta sentendosi immensamente
stupido per non riuscire a dirle niente di meglio:<<
Serge io volevo…
>> ma lui sollevando una mano bloccò le sue
parole:<< Aspetta…prima
c’è un posto dove voglio portarti >>
<< Come? >> con uno
schiocco di dita Serge si fece comparire tra le mani il candido giglio
bianco
che fino a quella mattina era stato nel vaso in camera di
Adele:<<
Credevo avessimo un appuntamento mademoiselle Atelier >>
gli occhioni blu
di Dede si spalancarono:<< Cosa? Ma veramente…
>> << Adele se
non vuoi, non sei costretta a… >> ma
ricordandosi le parole di suo nonno
Adele decise di buttarsi stringendosi a Serge e prendendolo a
braccetto:<< Chi ha detto che non voglio? Allora dove
vuoi portarmi?
>> facendo scivolare un braccio dietro la schiena di lei
Serge poggiò la
mano sul fianco di Adele tamburellando leggermente con le
dita:<< Tieniti
stretta a me signorina Atelier, è una sorpresa
>>
La
prima cosa che sentì ancora prima di
aprire gli occhi fu un intenso profumo di glicine, strano visto che in
inverno
i fiori non sbocciavano…poi nella sua mente si fece largo un
piccolo dubbio: c’era
un solo posto in tutta la Francia dove il glicine cresceva ogni
stagione dell’anno
e, aprendo gli occhi e guardandosi intorno, ebbe la conferma dei suoi
sospetti.
<<
Che cosa ci facciamo qui?
>> domandò poi girandosi la testa per ammirare
la splendida volta formata
da milioni di cascate di quei fiorellini violetti per poi fermarsi a
guardare
lo stemma che sovrastava l’arcata di pietra dove era inciso a
chiare lettere: Beauxbatons.
<<
C’è una cosa che voglio farti
vedere >> commentò Serge sciogliendo
l’abbraccio a cui erano ancora
legati:<< A scuola? >> gli
domandò perplessa:<< Sì Adele
>> poi porgendole una mano aggiunse:<< In
fondo tutto è cominciato
qui no? >> lei si bloccò
dubbiosa:<< Qui? A scuola vuoi dire?
>> lui scosse appena il capo:<< No,
esattamente qui >> e
indicò il punto, a pochi passi da lei, in cui era
fermo:<< Non capisco
>> lui le tese entrambe le mani:<<
Sarà più semplice se te lo
faccio vedere >> e con una facilità
impressionante entrò nella mente di
lei condividendo i suoi pensieri.
In
un attimo Dede si ritrovò catapultata
indietro di dieci anni quando, giovanissima ragazzina ancora un
po’ timorosa
della vita, stava camminando per la prima volta in quel viale, aveva
implorato
suo padre di farla arrivare a scuola da sola perché voleva
farcela da sola,
senza contare che Mat e Fab a qualche decina di metri da lei erano una
compagnia già abbastanza ingombrante!
Si
era quasi dimenticata di quel primo
giorno, si era quasi dimenticata che quello era stato il loro vero
primo
incontro.
<<
Benvenuti a Beauxbatons >>
la voce del vice preside era calma e rassicurante nonostante
l’aspetto serio di
quell’uomo incutesse terrore e rispetto:<< Tra
un’ora verrete accolti dai
vostri compagni nella sala da pranzo ma prima i nostri prefetti, la
signorina
Olivier e il signor Asimov, vi mostreranno le vostre camere e il resto
della
scuola, per qualsiasi cosa rivolgetevi a loro come punto di riferimento
>> un piccolo gruppetto aveva annuito vigorosamente ma
Adele, un po’
impaurita da quel mondo così nuovo e così lontano
da casa sua, aveva stretto le
sue piccole mani attorno alla tracolla della borsa bianca che aveva
sulla
spalla.
Non
appena il vicepreside se ne
andò un
sorriso comparve sulle labbra del prefetto:<< Non vi
preoccupate, non
tutti sono così imbalsamati >> poi strizzando
l’occhio il giovane
prefetto sorrise:<< Bene, le ragazze andranno con
Pauline, i ragazzi con
me >> il gruppo fece per dividersi e per un attimo Adele
si sentì persa
al pensiero che dovesse separarsi anche dalle sole due persone che
conosceva, i
suoi cugini, ma prima che quel pensiero potesse rattristarla una voce
la
bloccò:<< Tranquilla, dopo un paio di giorni
non fa più così paura >>
si era voltata di scatto solamente per vedere lui, uno splendido Serge
quindicenne, che le sorrideva per rassicurarla, poi il resto della
folla aveva
cominciato a muoversi e quel piccolo momento si era spezzato.
Tornando
bruscamente alla realtà Dede
sbatté le palpebre:<< Non me lo ricordavo
>> mormorò piano:<<
Sì, lo immaginavo >> commentò Serge
piatto poi lasciandole le mani si
incamminò verso l’ingresso della
scuola:<< Non pensavo di averti fatto
chissà quale impressione in effetti >> capendo
che, anche se
involontariamente, lo aveva deluso, Dede gli corse vicino stringendogli
una
mano tra le proprie e fermandolo sotto
l’arcata:<< Non è vero Serge
>> poi prendendo il coraggio a due mani
aggiunse:<< Non l’ho mai
detto a nessuno ma avevo una paura folle quando sono venuta qui, avevo
chiesto
a mio padre di poter venire solamente insieme a Fab e Mat
perché volevo dimostrare
a tutti, soprattutto a me stessa, che ero forte e in grado di
affrontare tutto
>> prese fiato:<< Invece mi tremavano le
gambe e mi sarei messa a
piangere se tu non mi avessi detto quelle parole, mi hai dato una
spinta per
provarci e dimostrare che potevo anche farcela >> era
quasi impossibile
dire chi di loro due era più sorpreso: se lei per
ciò che aveva appena detto o
Serge per la sorpresa:<< Avevo visto che sembravi un
po’ triste e, so che
sembra stupido, ma non mi piaceva vedere quell’espressione
triste sul tuo viso
>> le guance di Adele arrossirono:<<
È una cosa molto dolce
>> lui fece spallucce:<< Aspetta di vedere
che cosa ti ho preparato
>> << Come? >> facendo un
cenno con il capo in direzione del
campo da Quidditch lui sorrise:<< Vieni con me
>> e tenendo le loro
mani intrecciate la portò fino al campo entrando da una
porta che un elfo aveva
aperto per loro salutando Serge come se non se ne fosse mai andato.
<<
Ma che cos’hai fatto? >>
gli domandò sempre più curiosa mentre lui saliva
quasi correndo i gradini di
pietra che portavano alla parte alta degli spalti:<<
Quanta fretta,
aspetta e vedrai >> poi uscendo in cima allo stadio le
indicò un punto
poco lontano dove una coperta con lo stemma della loro scuola era stata
stesa
su una lunga panchina con accanto un cestino, aveva tutta
l’aria di essere un
pic nic…un romantico pic nic solamente per loro due.
<<
Non mangeremo qui >>
<< Cosa? >> gli domandò tornando
a guardare quegli occhi color
caffè:<< Ho solo chiesto di farmelo trovare
qui, ma c’è un altro posto
dove voglio portarti dopo questo >> lei sorrise scuotendo
il capo:<<
Allora prima dimmi perché siamo qui >> poi
guardando lo stadio aggiunse:<<
Anche se credo di saperlo >> << Ah davvero?
>> la prese in giro:<<
Sì >> con il palmo della mano rivolto verso
l’alto lui la sfidò:<<
Vediamo allora >> cogliendo la sfida implicita in quel
gesto Adele posò
la mano su quella di lui facendogli vedere il ricordo a cui
probabilmente anche
lui stava pensando.
La
sua prima partita, aveva le gambe che
le tremavano proprio come il suo primo giorno di scuola o forse anche
di più
visto che stava per giocare nella squadra di Quidditch della scuola
nello
stesso ruolo in cui aveva giocato suo padre ed esattamente alla sua
stessa età,
essere all’altezza di Dorian Atelier era
un’eredità abbastanza pesante in
particolar modo se a portarla era la sua primogenita…non che
Adele non fosse
brava ma si era sempre sentita un po’ inadeguata visto i
fenomeni che aveva in
famiglia e poi a scuola lei non era nemmeno chissà
chi…era una normalissima
studentessa che…
Il
flusso dei suoi pensieri fu interrotto
quando sollevando gli occhi sugli spalti incrociò il sorriso
del prefetto, anzi
del caposcuola ormai, Asimov.
Aveva
cercato di far scivolare
via i
pensieri perdendosi tra le urla della folla e invece ora si ritrovava
quei due
occhioni scuri che la fissavano quasi le leggessero l’anima,
il suo cuore prese
a battere a mille poco prima che l’arbitro fischiasse
l’inizio della partita.
<<
Davvero? >> <<
Davvero cosa? >> gli domandò a sua
volta:<< Davvero ti facevo quell’effetto?
>> lei annuì:<< Sì,
anche prima che diventassi amico di Mat sei
sempre stato una sorta di presenza rassicurante attorno a me, so che
probabilmente era solo la mia immaginazione di ragazzina ma
era… >>
<< No! >> Serge dovette fare uno sforzo
immenso per dire quell’unica
sillaba invece che tirare a sé quella ragazza e baciarla,
più quell’appuntamento
andava avanti e più moriva dalla voglia di baciarla, sarebbe
stata la prima
volta che lo faceva senza nascondersi e onestamente moriva dalla
voglia:<< Vieni >> e afferrando il cestino
da pic nic la strascinò
con sé uscendo dall’altra parte dello stadio verso
il prato antistante la
scuola.
Tuttavia
quando raggiunsero il salice e
lei vide il piccolo tavolino sotto di esso e le migliaia di candele che
fluttuavano in mezzo ai rami creando una sorta di atmosfera molto,
molto
romantica, fu costretta a ricredersi su ciò a cui stava
pensando.
<< La prima volta che ti ho visto sotto questo albero mi si è spezzato il cuore >> c’era una nota di tristezza e dolore in quelle parole e lei non poté fare a meno di guardarlo preoccupata:<< Che cosa stai dicendo? >> lui fece spallucce ma la sua espressione non cambiò:<< Evan Petit, te lo ricordi vero? >>
anche lo sguardo di Dede si rattristò, come poteva non ricordare Evan? Era stato il suo primo fidanzato se così voleva chiamarlo, ma non era mai stato niente di che, niente di paragonabile a quello che provava per Serge in quel momento:<< Cosa centra Evan? >> << La prima volta che siete usciti era la fine del tuo terzo anno, dopo che la squadra aveva vinto la finale di Quidditch, ti ha portato qui >> << Sì, abbiamo passato il pomeriggio a studiare insieme, mi stava aiutando con alcuni compiti di rune antiche >> Serge annuì:<< Sì, lo so ma io provavo già qualcosa per te Adele in quel periodo e vederti qui, con lui… - tirò un profondo sospiro per ciò che stava per dire – beh mi ha spezzato il cuore >>
<< Serge
io… >> lui
scosse la testa come a scacciare un brutto pensiero:<< So
che non dovrei
dirlo ma avrei tanto voluto esserci io con te quel giorno, avrei voluto
essere
io a farti ridere o semplicemente aiutarti con i compiuti, è
stupido e, te lo
ripeto, lo so ma agli occhi di un ragazzino di diciassette anni
sembrava tutto
>> << Mi dispiace, se lo avessi
saputo… >> ripensando che se
non avesse usato la sua grande abilità con gli incantesimi
di memoria la notte
della festa della finale probabilmente Adele non si sarebbe mai trovata
con
Evan sotto quel salice Serge non poté che biasimare
sé stesso:<< Non
potevi immaginare che cosa provavo per te, non è colpa tua
>> poi
stendendo la coperta accanto al tavolo aggiunse:<< Ma
adesso basta
parlare, è tardi e tu non hai ancora fatto colazione
>> << Serge
non dovevi…non era il caso che… >>
ma vedendo cosa lui stava tirando
fuori dal cestino restò immobile:<< Ma quelli
sono… >> <<
Toast con mascarpone e fragole >> poi tirando fuori anche
un piccolo
vasetto aggiunse:<<< E una piccola mousse ai
lamponi e scaglie di
cioccolato >> gli occhi di Adele
brillarono:<< Ma come facevi a sapere
che…solamente Clau… >> lui
poggiò il tutto sul tavolino:<< Devo
ringraziare il fatto che lui e Yanna abbiano un debole per te, quando
ho detto
che volevo portarti a fare un pic nic mi hanno preparato un cestino
degno di un
principe >> lei rise allungando una mano per prendere una
fetta di
toast:<< Stai usando l’affetto dei miei elfi
contro di me? >> lui
cominciò a mangiare a sua volta:<< Tutto se
serve ad averti >> ok
quello era davvero troppo, cioè era una dichiarazione in
piena regola o poco ci
mancava, doveva trovare qualcosa da dirgli alla svelta o avrebbe fatto
la
figura della stupida…
<< Ehi ecco
dov’eri finita, ti
stavo cercando >> Diana alzò lo sguardo
incrociando quello di Anthony a
pochi passi da lei:<< Ciao >> poi
spalancando gli occhi sorpresa
aggiunse:<< Tu cercavi me? >> lui
appoggiò le mani sulle ruote
della sedia a rotelle avvicinandosi:<< Sì,
volevo parlare con te >>
lei annuì mettendosi comoda sul divanetto del terrazzo dove
si era rifugiata
per leggere un po’:<< A riguardo di cosa?
>> << Volevo
parlare di te ed Aric >> per un attimo il sangue le si
gelò nelle vene:
lei e Aric? Che cavolo si era messo in testa ora Tony? Che cosa stava
succedendo?
<< Io e Aric?
>> lui
annuì:<< Sì, ora che siete compagni
di stanza >> senza sapere
nemmeno lei perché o forse semplicemente scandalizzata dal
fatto che Tony
ancora non avesse capito ciò che lei davvero provava Nana
alzò le mani davanti
al viso:<< No! Fermo fermo fermo! >> poi
riabbassandole e fissandolo
dritto negli occhi aggiunse:<< Cos’è
questa fissazione su me e Aric?
>> lui la guardò come a dire che la cosa era
ovvia:<< Oh andiamo
non prendermi in giro, vi ho visto quella sera, quando stavo rientrando
all’hotel,
vi ho visto insieme e ho visto come vi guardavate >>
ricordando anche lei
la sera in cui si era sentita leggermente a pezzi vedendo Tony e Delwin
rientrare dopo una cenetta a due scosse la testa muovendo la coda
bionda in cui
aveva legato i capelli:<< Come ci guardavamo? Hai anche
il coraggio di
venirmi a chiedere qualcosa dopo che tu quella stessa sera sei uscito
con
Delwin Loahn? >> poi incrociando le braccia sul petto
aggiunse:<<
Sai che lei piace ad Aric vero? >> Tony
annuì:<< Sì e mi dispiace
per ciò che è successo, dispiace ad entrambi ma
non significa niente e per
questo voglio parlare anche con te >> <<
Per ciò che è successo?
>> domandò Diana sorpresa, che cavolo era
successo a quella cena?
<< È stato
solo un caso, anzi più
un errore a dire il vero, eravamo entrambi delusi
e…sì beh non è una tragedia e
non siamo andati oltre >> << Oltre a cosa
Tony? >> <<
Ci siamo baciati, io e Delwin >> gli occhi di Diana si
sbarrarono quasi
avesse visto un fantasma o le avessero appena dato la peggiore delle
notizie,
anzi per certi versi quella lo era davvero: lui aveva baciato Delwin!
Sì certo da come parlava
se ne era
pentito all’istante ma l’aveva comunque fatto, con
la deliziosa miss Lohan
aveva sentito quel bisogno e l’aveva fatto, con lei invece
no! Anzi l’aveva
presa in giro quando si era trovata il numero del cameriere sul
bicchiere della
cioccolata! Ma che cos’aveva Anthony Dumas che non andava per
non accorgersi di
lei? Anzi che cos’aveva lei di sbagliato per non fargli
capire che era
innamorata perdutamente di lui? Che avrebbe fatto qualsiasi cosa per
vedere
ancora quel suo mezzo sorriso mezza smorfia, il suo vero sorriso era
ancora più
bello ma non sperava di arrivare a tanto in così poco
tempo…
<< Scusami
Anthony…scusa io devo
andare >> e alzandosi di scatto lei fece per lasciare la
stanza:<<
Aspetta ti devo parlare di… >> Diana scosse la
testa cercando di non
piangere:<< Non c’è niente di cui
parlare, io e Aric siamo amici,
solamente amici >> poi arricciando le labbra in una
smorfia di disgusto
aggiunse:<< Lui ha occhi per un’altra come hai
potuto notare e fino a
poco fa anche io >> poi senza rivolgergli più
la parola corse fuori dalla
stanza prima di scoppiare in lacrime, non gli avrebbe dato la
soddisfazione di
vederla piangere per lui.
Rimasto solo Tony rimase immobile
per un
attimo chiedendosi che cosa diavolo fosse appena successo, andava tutto
bene o
per lo meno tranquillamente prima che nominasse la famosa serata in cui
aveva
visto Nana e Aric insieme, che fosse davvero successo qualcosa e lei
non glielo
volesse dire? Insomma lui le aveva parlato del bacio proprio per
quello, per
vedere se era successo qualcosa anche tra di loro e invece la sola cosa
che
aveva ottenuto era stata di farla scappare…che cosa poteva
fare? Aveva bisogno
di parlare con qualcuno, qualcuno che lo conoscesse meglio di chiunque
altro ma
che avesse anche la lucidità necessaria per dirgli se e dove
stava sbagliando,
Arséne era fuori gioco quindi ma Grace…Grace gli
era sempre stata vicina e lo
sarebbe stata anche in quel momento, senza pensarci troppo si
smaterializzò
nella stanza della sua amica, erano d’accordo per vedersi per
cena, ma sicuramente
una delle sue improvvisate non l’avrebbe infastidita; se solo
avesse saputo ciò
che si sarebbe trovato davanti e che magari poteva essere lui quello
infastidito…
<< Serge
io… >> era da mezz’ora
e più che stavano facendo colazione insieme e chiacchierando
di ogni genere di
cose, eppure Adele dopo la sua palese dichiarazione continuava a
sentirsi a
disagio, doveva dirgli quello che provava, doveva dirgli la
verità o non se lo
sarebbe mai perdonata.
Fece una piccola smorfia, certe
volte era
davvero una codarda e, come spesso diceva suo zio Frankie, ad Hogwarts
sarebbe
stata un’ottima Serpeverde, sua madre non era molto
d’accordo ma poco
importava, in quel momento lei si sentiva davvero così e si
vergognava per
quanto era fifona.
<< Va tutto bene
Dede, davvero
>> << No che non va bene >>
continuò lei testarda:<<
Siamo qui e tu mi stai dicendo tutte queste cose…siamo a
fare colazione in un
posto dove ti ho spezzato il cuore e… >> ecco
che ricominciava a
straparlare ma davvero si sentiva male, tanto male:<<
Sì, è vero >>
a quelle parole alzò la testa per guardarlo:<<
Siamo in un posto dove
anni fa sono stato male a guardarti mentre eri con un altro, ma adesso
sei qui
di nuovo e sei con me >> le sorrise accarezzandole una
guancia:<<
Direi che vale come rivincita, che dici? >> lei
chinò la testa guardando
la mousse:<< Fai sembrare tutto così facile
>> lo sentì ridere
piano:<< È facile: io e te, insieme
>> poi chinandosi appena verso
di lei:<< Me ne rendo conto solo adesso, ma è
la cosa più facile del mondo
>> stava per baciarla, lo leggeva nei suoi occhi e lo
vedeva dal suo
viso, stava per baciarla.
Spaventata più da
sé stessa che da quello
che stava per succedere Dede alzò una mano poggiandola sulla
bocca di
Serge:<< Aspetta >> lui sorrise anche se i
suoi occhi dicevano ben
altro:<< Stai mettendo a dura prova la mia pazienza Dede
>> lei
annuì senza togliere la mano:<< Lo so, ma
c’è una cosa che devo farti
vedere >> << Adesso? >> era
un po’ scocciato e, in fondo, chi
non lo sarebbe stato visto quello che stava per fare?
<< Ah! Tony!
>> poi
abbassando la voce e stringendosi nell’accappatoio che
indossava Grace
aggiunse:<< Che ci fai qui? >>
<< Niente di che, avevo bisogno
di fare quattro chiacchiere con te >> lei si strinse
ancora di più l’accappatoio
addosso quasi avesse paura che lui la vedesse senza:<<
Gracie, va tutto
bene? >> << Sì, sì
certo…solo che vedi…possiamo vederci
giù? Stavo per
fare una doccia e… >> solamente a quelle
parole lui si accorse del suono
dell’acqua che scendeva nella stanza accanto:<<
Ah…scusami, non volevo…
>> ma prima che finisse la frase l’acqua si
spense e una risata raggiunse
i due immediatamente seguita dalla voce roca di qualcuno, qualcuno che
Tony conosceva
fin troppo bene:<< La prossima volta però
vieni a farmi compagnia tesoro,
non è divertente senza di te >> ma non appena
sbucò dalla porta del bagno
con solo un asciugamano legato in vita e vide chi c’era nella
stanza Arséne si
morse la lingua.
<< Ciao Tony
>> il minore
continuava a guardare la sua amica e suo fratello entrambi mezzi nudi
nella
stessa camera, il letto di Grace disfatto, il profumo
dell’acqua di colonia di
Arséne nell’aria…maledizione era stato
un Auror e ora non riconosceva nemmeno
certe cose basilari? Che cosa gli stava succedendo?
<< Da quanto va
avanti? >>
domandò poi arrabbiato senza nemmeno capire lui
perché:<< Tony noi…
>> cercò di calmarlo Grace, ma la voce brusca
di Arséne la interruppe:<<
Da qualche mese, perché? >> <<
Perché? Lei è mia amica >>
<< E allora? >> sarebbero andati avanti
ancora per ore se Grace non
si fosse messa in mezzo:<< Tony volevamo dirtelo,
davvero…eravamo venuti
qui insieme anche per questo, avevo chiesto ad Ars di dirtelo ma questo
idiota –
si voltò a guardare il compagno acida – non ha il
coraggio di parlare a suo
fratello e così hai dovuto scoprirlo così, mi
dispiace ma a lui ci tengo e…
>> << E lui tiene a te? Lo conosci Gracie,
è lo stesso che hai
visto tornare a casa ogni sera con una ragazza diversa quando eri da
noi per le
vacanze, vuoi davvero vicino un tipo del genere >>
<< Ehi vacci
piano fratellino, solo perché sei…
>> di nuovo Grace si mise in
mezzo:<< Smettetela ora. Subito >> entrambi
si bloccarono
vendendola arrabbiarsi:<< Tony, io e Ars avremmo
sbagliato a non dirtelo
prima, ma quello che c’è tra di noi sono affari
nostri, sono grande abbastanza
da sapere in cosa mi sto imbarcando >> si girò
verso Arséne:<< E tu,
è tuo fratello e non hai il coraggio di dirgli che stai con
la ragazza che dici
di amare? >> poi avvicinandosi al bagno si
voltò di nuovo a
guardarli:<< Io vado a farmi una doccia, nel frattempo
voi due vedete di
parlarvi e di chiarirvi o sarà peggio per voi
>> << Veramente io
Gracie… >> cercò di replicare
Tony:<< Parlate Anthony, adesso
>> poi chiuse la porta lasciando i due fratelli di nuovo
soli.
<< Beh scusami
fratellino, ma prima
di parlarci vorrei mettermi qualcosa di più comodo
>> Tony guardò il
fratello stralunato:<< Hai davvero intenzione di fare
come ha detto
Gracie? >> Ars annuì avvicinandosi
all’armadio:<< Certo che sì, la
amo e non voglio essere io quello con cui se la prenderà
quando uscirà da lì
>> guardando fuori dalla finestra mentre suo fratello si
cambiava Tony
commentò piano:<< La ami davvero allora
>> non era una vera e propria
domanda ma Arséne vi rispose comunque:<< So di
averlo detto troppe volte
nel corso della mia vita, ma proprio perché ora so che
è vero non voglio
abusarne >> Tony si voltò scuotendo la testa
con un sorriso:<< Sai
fratellone, sapevo che prima o poi avresti trovato la donna giusta per
te,
quella che ti avrebbe rimesso in riga, solo non mi aspettavo che fosse
proprio
la mia migliore amica >> Ars fece spallucce sorridendo e
finendo di
allacciarsi la camicia bianca:<< Beh sai
com'è’…Grace è unica
>>
Tony sospirò:<< Sì, lo è
davvero >> vedendo lo sguardo triste del
fratello Arséne gli si avvicinò sedendosi sul
letto davanti a lui:<< E tu
invece? >> << Io cosa? >>
<< Stai partecipando a questo
specie di gioco delle coppie ma non sembri esattamente la persona
più felice
del mondo, cos’è nessuna ragazza ha destato
l’interesse del fascinoso Tony
Dumas? >> l’altro fece una
smorfia:<< Veramente sono io che non…
>> << Non cominciare Tony, non di nuovo
>> << Cosa?
>> Ars alzò gli occhi al cielo
nervoso:<< Non cominciare ancora con
la storia della sedia a rotelle ti prego >>
<< La storia della sedia a
rotelle? Arséne io ci vivo su questa sedia
a rotelle, non potrò più camminare,
passerò sui questa cosa il resto della mia
vita e così la donna che avrà la sfortuna di
vivere con me, come posso fare questo
ad una ragazza così splendida e piena di vita? Come posso
costringerla a fare
da infermiera ad un paralitico? >> Ars si
passò le mani nei capelli passando
in rassegna mentalmente tutte le imprecazioni che conosceva, in tutte
le lingue
che conosceva, poi poco dopo riprese a respirare e tornò a
guardare suo
fratello:<< Paralitico? Tony tu non sei paralitico
>> poi sapendo
che lui avrebbe obiettato aggiunse:<< Certo non puoi
camminare ma non sei
bloccato in un letto, ho visto quelli ricoverati con te quando sei
stato in
ospedale e c’erano persone che non hanno avuto la tua stessa
fortuna, tu puoi
ancora fare moltissime cose e puoi trovare una persona con cui
condividerle
>> poi sorridendo aggiunse:<< E dalle tue
parole deduco che tu
abbia già in mente qualcuno >> per un attimo
Tony ripensò al viso triste
di Nana quando le aveva parlato poco prima:<< A dire il
vero non penso di
interessarle molto, forse ho rovinato tutto >> Ars gli
poggiò una mano
sulla spalla atteggiandosi a grande esperto in materia:<<
Dai retta a me
fratello, con le armi giuste niente è mai del tutto
rovinato, se tieni davvero
a lei dimostraglielo e vedrai che andrà tutto a posto
>> <<
Continuo a pensare che non sia una buona idea, lei merita di meglio di
una vita
con me >> Ars scosse la testa:<< Continuo a
pensare che tu debba
essere stato adottato, eri un Corvonero fratellino ma sembra che tu
abbia perso
tutta la tua acuta e brillante intelligenza >>
Mentre i due fratelli parlavano
Diana era
chiusa nella sua stanza benedicendo il fatto che Aric era fuori in modo
da
poter sfogare tutte le sue lacrime senza dare troppe spiegazioni a
nessuno.
Si girò verso il
comodino per prendere l’ennesimo
fazzoletto dopo aver imprecato di nuovo sull’idiozia di
Anthony quando la sua
mano urtò il piccolo astuccio dove teneva le
pozioni…
Prendendolo tra le mani fece
scattare la
chiusura tirando fuori la boccetta dorata che conteneva la felix
felicis: ci
aveva pensato per molto tempo e forse ora era davvero venuto il momento
di
usarla, che si trattasse di Tony, Aric o di chiunque altro ora non le
importava
più, voleva solo smetterla di stare così male e
di sentirsi sola ed
insignificante; senza pensarci troppo stappò la fialetta
mandandone giù una
generosa sorsata.
<< Lui è
Jim Anderson, era un mio
compagno durante lo stage che ho frequentato al ministero di Londra,
siamo usciti
insieme qualche volta >> << Ah
>> fu la sua laconica risposta
e Dede non se ne stupì, sapeva che avrebbe reagito
così, ma era la seconda
parte del discorso quella che voleva che lui sentisse:<<
Quando ero qui
Jim mi ha chiesto di restare, mi ha chiesto di provare a uscire insieme
come
coppia e di vedere come sarebbe andata a finire >>
<< Perché me lo
stai dicendo? >> lei fece un piccolo sorriso, aveva il
cuore in gola che
le batteva a mille e sembrava strozzarla, stava per dire la cosa
più bella e
spaventosa della sua vita e sperava tanto che andasse tutto
bene:<< Perché
sei tu il motivo per cui gli ho detto di no >>
<< Che stai dicendo?
>> lei allungò una mano stringendo quella di
Serge:<< Sto dicendo
che quando sono partita avevo un’idea ben precisa in mente:
volevo
dimenticarti. Dimenticare la mia pazzesca cotta che ho per te fin dai
tempi
della scuola e cercare di andare avanti con la mia vita; ci ho provato
Serge,
ci ho provato davvero ma da quando sei entrato nella mia vita sei il
mio chiodo
fisso, posso anche andare dall’altra parte del mondo ma
è come se tu fossi
sempre con me, sono venuta fino a Londra solo per capirlo e mi dispiace
averci
messo tanto, ma non pensavo che potesse mai succedere qualcosa del
genere e…
>> le labbra di lui sulle sue le impedirono di
continuare:<< Basta
parlare, basta spiegazioni, basta ragionamenti >> poi
accarezzandole i
capelli e il viso le sorrise raggiante:<< Sei qui, siamo
insieme e io ti
amo, non c’è nient’altro che abbia
importanza >> fece per baciarla di
nuovo ma lei di nuovo lo fermò:<< Cosa
c’è adesso? >> Dede sorrise
passando con le dita sulla sua guancia:<< Anche io ti amo
>> e
sollevandosi in punta di piedi tornò a baciarlo come se
fosse la cosa che
aspettava da tutta la vita.
<< Mike
>> << Ian
>> e i due vecchi amici si strinsero la mano mentre
François
sopraggiungeva:<< Mike >> <<
Ciao Frankie >> lo salutò
il medimago con un sorriso:<< Quanto tempo, come sta
Lilith? >>
<< Mi ha minacciato di venire a vedere che cosa stava
combinando nostro
figlio quindi sì, sta benissimo >> Dorian fece
segno all’amico di
seguirlo:<< Vieni con me, ci sono un paio di cose di cui
dobbiamo parlare
prima di… >> << Papà?
Che ci fai qui? >> e Ty e Reyna, appena
rientrati dal cortile rimasero fermi mentre Tyler guardava spaesato suo
padre:<< Ciao Tyler >> il giovane si
avvicinò e Rey vide
chiaramente i nervi delle sue spalle tendersi:<< Che cosa
ci fai qui?
>> << Tyler ho invitato qui io tuo padre,
ho bisogno di discutere
alcune cose con lui visto che è un medico e che ha la mia
più totale fiducia in
questo campo >> guardando il signor Atelier e sentendo la
sua spiegazione
Ty sembrò calmarsi:<< Mi scusi signore, io
non…credevo che… >>
<< Vorrei anche parlare con te Tyler se ce ne
sarà il tempo, ma non
voglio convincerti a fare nulla >> precisò
Mike facendo un sorriso al
figlio:<< Se ce ne sarà il tempo
>> replicò il ragazzo non volendo
dargliela vinta per poi salutare e allontanarsi velocemente lasciando
lì anche Reyna
che si stava chiedendo che diamine gli fosse successo!
<< Possiamo parlare?
>> e
sedendosi sul divano accanto a lei Seb fece voltare la sua sorellina
verso di sé:<<
Adesso vuoi parlare Sebastian? >> << Oh
andiamo Fanny! Che cosa ti
aspettavi che dicessi? Sei la mia sorellina, cosa avrei dovuto dire?
>>
lei incrociò le braccia sul petto:<< Non
dovevi dire niente, sei mio
fratello e ti voglio bene ma ho diciannove anni e posso scegliere da
sola che
cosa fare o non fare della mia vita >> <<
Lo so, davvero lo so ma
tu sei la mia piccola Fifì e… >>
<< Non chiamarmi così, non ho più
cinque anni >> poi raggomitolandosi sul divano e
abbracciandosi le
ginocchia prima di poggiarvi sopra la testa aggiunse:<<
Quando è finita
con Fabrice non è stato un bel periodo per me, credevo che
liberandomi di lui
le cose sarebbero andate meglio ma non è stato
così, lui ha messo in giro un
sacco di pettegolezzi su di me e mi sta rendendo difficile fare
qualsiasi cosa,
i miei cosiddetti amici erano anche amici suoi e così alla
fine di tutta la
storia mi sono ritrovata completamente sola, ho bisogno di cambiare
aria e di
fare qualcosa per me Seb, lo capisci? >> avvicinandosi
lui le mise un
braccio attorno alle spalle:<< Mi dispiace sorellina, non
pensavo che le
cose andassero così male, sapevo che vi eravate lasciati ma
pensavo che per il
resto andasse tutto bene >> Fanny annuì
piano:<< Va tutto bene Seb,
solo che la mia vita sociale al momento è ridotta alle
serate con mamma e papà
a giocare a sciarada e onestamente vorrei qualcosa di più
>> lui annuì:<<
Sì, credo di capire >> in effetti era anche il
motivo per cui, una volta
scoperto che Fanny lo aveva iscritto ai giochi, non si era arrabbiato
più di
tanto, anche lui aspirava a qualcosa di più
perché, per quanto fosse piacevole
e perfetta, la vita dei fratelli Delacroix a volte era anche
mortalmente
noiosa.
Era
quasi il
tramonto quando Dede e Serge si materializzarono nella hall
dell’Hotel des
Fleurs, dopo un piccolo pranzo in uno dei fish&chips di Londra
erano
tornati a Parigi e avevano passato l’intero pomeriggio ai
Jardin des Tuileries
mano nella mano guardandosi come due adolescenti al primo appuntamento,
era
stato letteralmente magico ed entrambi avevano uno stupido sorriso
stampato in
faccia, sorriso che entrambi pensavano nessuno potesse
cancellare…
Nessuno
a parte
le due persone che in quel momento stavano entrando
dall’ingresso principale.
<<
Allora
tuo fratello aveva ragione, sei davvero così sconsiderato?
>> la mano con
cui Serge circondava la vita di Adele divenne di pietra ma non
accennò a
spostarla:<< Padre >> alzò gli
occhi sulla donna accanto al
ministro:<< Madre >> <<
Serge…tesoro che cosa sta succedendo?
>> domandò la donna quasi che stesse parlando
ad un malato
terminale:<< Non sta succedendo niente >>
poi guardando Adele
sorrise appena:<< O meglio niente di cui voi dobbiate
essere informati,
abbiamo già avuto questa conversazione mesi fa e non ho
intenzione di
risollevare l’argomento >> il ministro francese
rimase in silenzio per un
istante e ingenuamente Serge pensò di aver vinto, ma poi
l’uomo spostò gli
occhi su Adele:<< Dimmi una cosa signorina Atelier
>> un brivido le
percorse la schiena e anche Serge doveva averlo notato
perché le accarezzò il
fianco cercando di calmarla:<< Ti ha detto tuo padre di
sedurre mio
figlio? >> << Come osi? Padre come pensi
di… >> ma Asimov sr
alzò una mano avvicinandosi alla coppia e in particolare ad
Adele:<< Sto
parlando con la signorina Serge, non con te >> il ragazzo
prese un
respiro per evitare di esplodere:<< Stai parlando con la
mia fidanzata
>> << Fidanzata eh? >>
commentò acido l’uomo tornando a
guardare lei:<< Già comodo, davvero molto
comodo >> guardò entrambi
con disgusto:<< Te lo chiederò
un’ultima volta signorina: che cosa ha in
mente tuo padre? Che cosa sta tramando contro di me? >>
<< Contro
di lei niente ministro ma solamente perché mio figlio
è un uomo degno di tale
nome, cosa che non si può dire di lei se viene in casa mia a
minacciare la mia
famiglia >> Serge Asimov sr alzò gli occhi
verso la scalinata di marmo da
cui stavano scendendo Isaac e Dorian Atelier, il primo pronto a dare
battaglia,
gli mancava solo la bacchetta in mano, il secondo più calmo
ma non meno
determinato:<< Minacciare? Non sono io quello che sta
giocando con le
nostre leggi di segretezza e che aspira a qualcosa di più
che la direzione di
un patetico hotel >> Isaac fece per ribattere di nuovo ma
Dorian si
avvicinò squadrandolo con i suoi occhi di
ghiaccio:<< Mi hanno già
offerto la sua carica ministro, durante il suo secondo mandato, mi
avevano
offerto il suo posto ma ho detto di no >> poi guardando
prima il padre e
poi la figlia aggiunse:<< Non mi interessa la sua carica
e non mi
interessa farle la guerra, ho capito molti anni fa qual è il
mio posto e cosa
voglio dalla mia vita >> poi avvicinandosi alla figlia le
sorrise
baciandole una tempia:<< Ma provi di nuovo a toccare o
minacciare mia
figlia e le giuro che sarà l’ultima cosa che
farà in vita sua e nemmeno gli
Auror mi fermeranno ne stia certo >> <<
Questo è un oltraggio,
questo è… >> e preso
dall’ira il ministro fece per mettere mano alla
bacchetta:<< Fossi in te non lo farei padre
>> il signore e la
signora Asimov guardarono Serge sconvolti:<< Che cosa
stai dicendo? Che cosa
stai…ti sei schierato con loro, stai tradendo la tua
famiglia, stai… >>
<< Non sto tradendo nessuno madre, per la prima volta da
molto tempo sto
facendo qualcosa per me >> poi girandosi verso Adele le
sorrise:<<
Amo questa ragazza in ogni modo possibile e, come vi ho detto durante
il nostro
ultimo colloquio, non potrete fare o dire niente che mi faccia cambiare
idea
>> << Te lo ripeto Serge, questo
è un tradimento, stai voltando le
spalle alla tua famiglia >> il ragazzo non si
voltò nemmeno a guardare
suo padre:<< Non è così, ma se ti
piace pensarlo io non ti fermerò
>> << Serge ti prego, dai ascolto a tuo
padre, avanti non puoi…
>> incapace di trattare sua madre con la stessa
indifferenza e freddezza
Serge si voltò a guardarla:<< Non posso vivere
senza di lei mamma, non
potevo farlo prima e di certo non lo farò ora che anche
Adele mi ama >>
le guance della giovane Atelier arrossirono di colpo, una cosa era
sentirsi
dire ti amo in un’affollata via di Londra dove nessuno faceva
caso a loro, un’altra
era davanti a suo padre, suo nonno e i genitori di Serge che
palesemente la
odiavano.
<<
Questo è
un affronto, è… >> <<
È ora che lei e sua moglie torniate a casa
lasciando in pace i miei ospiti ministro >> gli
ricordò Dorian Atelier
pacatamente:<< E questo per il momento è
solamente un consiglio ma stia
sicuro che non mi farò scrupoli a farla buttare fuori
>> indignato ma
capendo che per il momento non avrebbe concluso nulla il ministro
francese e
sua moglie si girarono uscendo da dove erano entrati.
<<
Signor
Asimov >> lui alzò gli occhi verso
Atelier:<< Signore? >>
domandò poi con un moto di
perplessità:<< Serge vorrei scambiare quattro
chiacchiere con te >> poi guardando la figlia
aggiunse:<< In
privato >> Adele fece per allontanarsi quando Serge la
trattenne:<<
Può dirmi qualsiasi cosa davanti ad Adele, non voglio avere
segreti con lei
>> anche perché ne aveva già uno
bello grande e gli bastava per il
momento.
Deciso
a prendere
la situazione in mano, dopo aver ripensato alle parole di suo fratello
per
tutto il pomeriggio, Tony si stava avviando verso la camera di Aric e
Nana
sperando che il suo amico fosse ancora disperso chissà dove
e che la deliziosa
piccola ballerina che gli aveva stregato il cuore fosse davvero
disposta ad
ascoltarlo o per lo meno a concedergli una possibilità di
chiederle scusa.
Aveva
quasi
raggiunto la sua camera quando qualcuno gli passò accanto di
fretta urtandolo
leggermente:<< Mi scusi, non volevo…
>> poi con un piccolo sorriso
una ragazza dal caschetto dorato continuò a percorrere il
corridoio fermandosi
proprio davanti alla porta di Nana bussando
energicamente:<< Oh andiamo
Nana apri! Sono io, andiamo vuoi lasciarmi qui in corridoio tutta la
notte?
>> prima che lui potesse anche solo pensare di
avvicinarsi la porta si
aprì e Diana fece un piccolo sorriso vedendo la nuova
arrivata:<< Ciao
Stacy >> mormorò poi sperando di risultare
convincente:<< Oh mio
dio tesoro che ti è successo? Chi ti ha ridotto in questo
stato? >> Nana
fece per rispondere ma poi il suo sguardo incrociò quello di
Tony:<<
Nessuno, nessuno di importante >> Stacy agitò
una mano come a dire che
non le credeva per poi abbracciarla stretta:<< Non ti
preoccupare, ci
occuperemo insieme di questo signor nessuno e la pagherà
cara, non può fare
questo alla mia amica, dovrà vedersela con me, stanne certa
>> poi senza
curarsi di chi altri c’era nel corridoio entrò in
camera chiudendo la porta in
faccia a Tony che, chissà perché, aveva come
l’impressione che quella minaccia
fosse rivolta proprio a lui.
Serge Asimov sr e Melissa Asimov
Stacy (migliore amica di Diana)
Grimilde's
Ed eccomi...no, non sono morta e no non ho lasciato perdere, ho solo avuto un periodo decisamente troppo incasinato anche per i miei gusti e, purtroppo per me, il tempo e l'ispirazione se ne sono andati per un po'...(più il tempo a dire il vero ma le due cose sono collegate)
Ad ogni modo sono di nuovo qui e, incrociate le dita per me, dovrei restarci per un bel po'...vi avviso che alcuni personaggi non sono comparsi in questo capitolo perchè saranno nel prossimo (che parlerà della stessa giornata ma da altri punti di vista)
Per il momento vi lascio perchè non c'è molto altro da aggiungere se non il fatto che spero di aggiornare molto presto...