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Autore: ilaria8    13/06/2009    2 recensioni
Un ballo può trasformarsi in qualcosa di più.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

 

Una volti giunti a casa, Jack telefonò e ordinò due pizze, che arrivarono nel giro di qualche minuto.

-Pizza in arrivò!- gridò Jack portando due scatole fumanti nel salotto, posandoli sul tavolo.

Sam intanto aveva provveduto alle birre, mentre Jack si precipitò ad accendere il DVD, e fece partire la sigla dei Simpson.

La casa era avvolta in un clima piacevole; Sam stava seduta sul divano, e vicino Jack era totalmente preso dalla tv.

Adorava quel cartone, e Sam si soffermò ad osservare il suo profilo, che aveva un espressione concentrata stampata in volto. Si ritrovò a pensare agli anni passati all’SG1 e a tutti i pericoli che hanno affrontato senza che nessuno fosse a conoscenza del loro lavoro.

I suoi pensieri vagavano e decise di chiederglielo.

-Crede che un giorno tornerà un nuovo Goa’uld a minacciare la Terra?- disse fissando i suoi occhi verso di lui.

Jack si voltò sorpreso da quella domanda; non credeva che Sam avesse timore dei Goa’uld, ma evidentemente dopo molti anni passati a combatterli per poi vederne altri prendere il potere e acquistare maggior forza, forse avevano fatto nascere in lei alcuni dubbi.

-Sono certo che se un giorno se ne presenterà uno…noi saremo pronti a combatterlo- affermò deciso.

Sam però non sembrava del tutto convinta.

-Cosa ti preoccupa?- le chiese Jack avvicinandosi a lei.

-Niente…è tutto ok!- tentò di rassicurarlo sorridendogli, ma inutilmente.

-Non mentirmi Sam- insisté Jack, deciso più che mai a capire il motivo della sua preoccupazione.

Samantha sobbalzò al tocco di Jack sulla sua spalla semicoperta dalla spallina del vestito; sentiva le sue dita sulla sua pelle quel contatto la fece rabbrividire.

Non che non le facesse piacere, ma sapeva quanto era stato difficile nascondere i suoi sentimenti verso di lui, ed ora averlo lì accanto gli sembrava di essere tornata indietro agli anni dell’SG1.

-Alcune notti…ho degli incubi! A dir la verità…ogni notte!- sorrise tristemente –so che li abbiamo sconfitti, ma il timore che un giorno possano tornare e che altri all’SGC dovranno rischiare la vita…non riesco a levarmeli dalla testa Signore!- confessò infine Sam.

-Vieni qui!- Jack la prese tra le sue braccia e la strinse per farla sentire al sicuro; le poggiò una coperta sulle spalle mentre la Tv trasmetteva i titoli di coda del DVD.

Jack si alzò per spegnere il televisore e appena si voltò verso Sam si accorse che si era addormentata sul divano.

La coperta le era scivolata giù dalle spalle e Jack la risistemò.

Si soffermò ad osservarla per qualche istante, ripensando alle innumerevoli volte in cui era stato sul punto di dirle quanto l’amava, ma anche alle altrettante volte in cui aveva trovato un muro insormontabile a dividerli; decise infine di riposare sulla poltrona che stava proprio di fronte al divano.

Erano circa le quattro di notte quando Sam spalancò improvvisamente gli occhi; un altro incubo l’aveva colta in piena notte.

Jack essendo abituato in missione a svegliarsi al minimo rumore, aprì immediatamente gli occhi, incontrando subito lo sguardo di Sam nonostante l’oscurità, così accese la piccola luce che stava sul tavolino a lato della poltrona.

-Un incubo?- chiese preoccupato, scrutando il volto di Sam.

-Si Signore! Ma che ore sono?- chiese strofinandosi il viso, leggermente provata dai numerosi incubi che ormai la facevano riposare poco e niente.

-Sono le…quattro e dieci di notte!- affermò osservando l’orologio che portava al polso.

-Mi dispiace averla svegliata!- si scusò subito lei.

-Oh…tanto non stavo dormendo!- scherzò Jack tentando di strapparle un sorriso, che non tardò ad arrivare, anche se non era il solito sorriso radioso di Sam –piuttosto…come ti senti?-

-Sapendo di non poter più riprendere a dormire…direi non molto bene Signore!- spiegò Sam, tentando di non farlo preoccupare più del necessario; non voleva che qualcuno fosse in pensiero per lei, soprattutto non voleva che Jack si preoccupasse inutilmente.

-A me è venuta fame…preparo dei sandwich! Ne vuoi uno?- chiese dopo essersi alzato dalla poltrona ed essersi diretto verso la cucina.

-Volentieri grazie!- rispose anch’esse alzandosi.

Nella cucina di casa O’Neill, Sam affettava il pane mentre Jack li farciva con quante più cose trovava nella dispensa.

-Sai Sam…dopo tutto quello che abbiamo passato in questi anni, non avrei mai pensato che alle quattro del mattino mi mettessi a preparare sandwich in tua compagnia!- disse Jack sorridendo, voltandosi verso di lei.

-Perché? Non c’è nulla di male Signore!- rispose Sam seria.

-No, non intendevo questo. È che…- cercò di spiegare, ma si bloccò all’ultimo, prima di rivelarle i suoi sentimenti. Aveva passato anni a nascondere i suoi veri sentimenti a Sam, e ora che era lì, ad un passo da lui, si era bloccato, per paura della sua riposta.

-Che?- lo incitò Sam incuriosita, fissando il suo sguardo in quello di Jack.

-No niente!- tentò di cambiare discorso lui, distogliendo lo sguardo, perché sapeva che non lo avrebbe sostenuto un secondo di più.

-Non credeva che fosse una cosa possibile?- insistette Sam, decisa a non lasciar cadere l’argomento, posando nel frattempo i panini sul tavolo al centro della cucina.

-Non è questo Sam- disse Jack posando a sua volta i sandwich e tornando a fissarla –è che io ti amavo dannazione! Per tutto quel tempo tu eri il mio unico pensiero, e dopo che ti hanno trasferita, il mio cuore è andato in mille pezzi. Ho cercato di dimenticarti, e pian piano, con il passare dei giorni il dolore si è attenuato- confessò infine, incapace di trattenersi ulteriormente.

-Crede che io non abbia sofferto invece?- chiese accusatoria Sam, in preda all’ira –Lei non ha idea di cosa ho passato per tutti questi anni a dire:sì Signore, no Signore, Colonnello agli ordini eccetera. Il posto che mi hanno offerto all’Area 51 era una buona occasione per la mia carriera, ed è proprio per le nostre maledette carriere che non potevamo stare insieme! Quindi non mi venga a dire che lei è l’unico che ha sofferto!- disse sfogando tutta la tensione e la frustrazione accumulata negli anni, e dopo aver afferrato la borsetta e il suo coprispalle, si voltò dirigendosi verso l’entrata.

Sam era quasi giunta alla porta di casa; Jack era rimasto imbambolato con il sandwich in mano, che poco dopo venne lanciato per aria, nel tentativo di raggiungere Sam.

Jack l’afferrò per il braccio, con una presa salda, ma facendo attenzione a non farle del male, e la fece voltare.

Notò immediatamente le sue iridi azzurre che tentavano di non affogare nel mare di lacrime che ormai non riusciva più a trattenere. A Jack si strinse il cuore, non poteva essere lui la causa del suo dolore; non poteva essere lui la causa delle sue lacrime.

Le prese dolcemente il viso tra le mani e dopo essersi avvicinato delicatamente alle sue labbra, fino a sentire il suo respiro mischiarsi con il suo, la baciò con quanta più passione e tenerezza aveva.

Sam rispose immediatamente al bacio, e legò le sue braccia attorno al collo di Jack, avvicinandolo ancor più a se, facendo aderire i loro corpi.

Purtroppo il bisogno d’aria era troppo forte, e i due dovettero dividersi, seppur stando sempre molto vicini. Jack si soffermò a guardarla per qualche istante, e ogni secondo che passava, le sembrava sempre più bella; Sam si avvicinò nuovamente e lo baciò a sua volta, incapace di staccarsi dalle sue labbra.

 

 

FINE

 

Angolo dell’Autrice:

Scusate per la lunghezza non entusiasmante, ma mi è venuta così…ho preso un foglio di carta e ho iniziato a scrivere, poi un altro e ho scritto il secondo capitolo. Spero che comunque, anche se breve, sia riuscita a colpirvi!! Mi è sempre piaciuta l’idea di una mega festa, a cui i nostri personaggi preferiti avrebbero partecipato, così…da cosa nasce cosa…e siamo finiti ai Simpson e ai Sandwich. Ringrazio comunque tutti coloro che leggeranno e che eventualmente recensiranno! Baci!!!

ILARIA   J

 

 

  
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