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Autore: Eevaa    13/07/2017    3 recensioni
Dopo alcuni mesi dalla grande battaglia contro Majin-Bu, gli abitanti della Terra sembrano vivere un armonioso periodo di pace. Ma, con il ritorno di Mirai Trunks, un nuovo pericolo incombe prepotentemente sulle vite dei nostri eroi e non solo.
Una particolare richiesta da parte del saiyan del futuro potrebbe sconvolgere per sempre il corso degli eventi, di cosa si tratta? Riusciranno i combattenti a far fronte ad una catastrofe apparentemente silenziosa?
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Mirai!Bulma, Mirai!Trunks, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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DRAGON BALL GA : GAME OF AGES



CAPITOLO 25 - IL PRINCIPE ED IL RE



 
Hic et Nunc
 
Mirai Trunks e suo padre iniziarono a volare sempre più veloci dopo aver sentito l'immane potenza di Vegeta farsi più intensa, oramai più che convinti che quella fosse un'esplicita richiesta di aiuto. Ma, quando finalmente giunsero sul luogo del misfatto, appena cinque minuti dopo, era decisamente troppo tardi. 
Il principe, ancora trasformato in Super Saiyan, aveva appena smesso di girovagare a vuoto tra le desolate macerie di quell'inquietante scenario, e sostava adagiato sulle le ginocchia sopra ad un ingranaggio color ruggine. Nessun segno di colluttazione, non un livido sulla pelle ambrata del combattente. Lo sguardo vuoto, perso in chissà quale tormento. Uno sguardo che spaventò non poco i due alleati, i quali non fecero però subito caso ad un dettaglio di vitale importanza. 
«Vegeta! Cos'è successo?» domandò il ragazzo spostando poi l'attenzione su suo padre, quello del futuro, il quale aveva appena iniziato a guardarsi intorno. Fu in quel momento che comprese cosa fosse accaduto di lì a poco prima, fu esattamente in quell'istante che capì che non vi era alcun bisogno di spiegazioni. 
«Dov'è?» domandò glaciale Mirai Vegeta, spostandosi a passi decisi verso il suo sosia disarmato a terra. «Dov'è Trunks?»
Di tutta risposta, il principe dei saiyan dell'epoca passata spezzò la calma surreale con uno straziante urlo di rabbia mista a dolore, emanando potenti scintille che infransero tutti gli ingranaggi nel raggio di diversi metri. Mirai Trunks ben sapeva che non ci sarebbe stato alcun modo di calmare quell'uomo e, indietreggiando di qualche passo, lo lasciò sfogare ulteriormente sino a che non esaurì tutto il fiato che aveva in gola, sino a che l'ossigeno nel petto non sembrò venire a meno. Fu proprio in quell'istante che si decise a parlare.
«Quell'essere... quell'orribile alieno l'ha portato via! E io me lo sono lasciato sfuggire!» gracchiò Vegeta spegnendo improvvisamente la fiamma che teneva vivo ogni suo muscolo, regredendo allo stadio naturale. I suoi capelli si fecero nuovamente corvini, il suo sguardo tetro e buio come la notte.
«Di chi diavolo stai parlando?» domandò il suo sosia incrociando le braccia, ascoltando poi la risposta e la spiegazione del saiyan con estrema attenzione, non lasciandosi sfuggire nemmeno un dettaglio. Quel che però il principe decise di omettere, però, era che non avrebbero potuto uccidere Tuurmerik senza conseguenze irreparabili, e lo fece per un motivo ben preciso. 

Vegeta era disperato, era bastato solo un attimo di disattenzione, solo un istante in cui aveva mollato la potente presa sul collo di quell'essere, per far sì che egli si divincolasse e scomparisse. Tutto ciò non prima di aver preso tra le orribili braccia viola il corpo inerme di suo figlio. Il suo adorato Trunks, il suo orgoglio, non aveva avuto nemmeno l'occasione di difendersi, di liberarsi. Tuurmerik l'aveva rapito e portato via, chissà dove e chissà perché; era scomparso nel nulla, come se si fosse completamente dissolto. Non poteva sentirne l'aura e, date le condizioni critiche nelle quali l'aveva messo con quel brusco attacco, non avrebbe potuto percepire neppure quella di suo figlio. Aveva vagato in lungo e in largo prima di arrendersi e poi venir trovato da quei due inutili alleati che erano giunti troppo tardi in suo soccorso. 
Oramai suo figlio non era più con lui, non avrebbe più potuto fare niente per proteggerlo. Aveva giurato a se stesso di non permettere a nessuno di torcergli un capello, e l'aveva giurato a Bulma. Aveva deluso tutti, non era stato in grado di prendersene cura, nemmeno quella volta. Non era sempre stato un buon padre, ma lo era diventato, o quanto meno aveva scelto di provarci. Però aveva fallito, si sentiva un buono a nulla per aver perso di vista suo figlio in una situazione simile, e tutto ciò diede lui una sensazione ben peggiore di una battaglia persa. 
Guardò negli occhi Mirai Trunks, quegli occhi così simili ai suoi, così simili a quelli del suo vero figlio; si sentì perso in essi. Affogò in quel blu sino ad avvertire una sensazione di soffocamento. Deviò lo sguardo su quello del suo sosia, il quale però ricambiò con un espressione indecifrabile in volto.

Com'era possibile che il valoroso principe dei saiyan fosse diventato così simile ad un terrestre? Mirai Vegeta lo squadrò da capo a piedi, non si capacitò del fatto che quell'uomo non era altri che se stesso. Egli era lo specchio di come sarebbe diventato se fosse riuscito a battere gli androidi.
Non si sentiva così, il principe del futuro. Certo, era cambiato decisamente, ma non fino a quel punto. Non si sarebbe disperato in tal modo per il rapimento di suo figlio. Oppure sì? Era confuso, forse più di prima. Comprendeva in qualche modo quella sofferenza ma non era sicuro di essere in grado di provarla. Non gli piaceva, non lo voleva, non avrebbe voluto diventare così debole. Quella drammatica scenetta gli metteva il voltastomaco: un valoroso combattente non avrebbe dovuto piegarsi in preda all'autocommiserazione, dove diamine era finita a sua dignità? Si avvicinò a quella strana versione di se stesso ed incrociò le braccia.
«Tirati sù» ordinò Mirai Vegeta con tono pungente, contemplando poi la carcassa di quell'uomo che si faceva ancora chiamare "principe". Non seppe di preciso perché, ma provò rabbia del vedersi in quel modo. Non era ancora pronto a vedersi così cambiato. 
«Papà... forse non è-» sussurrò Mirai Trunks, mostrandosi piuttosto contrariato ai bruschi modi che stava adottando il padre nei confronti di un uomo che aveva appena perso il figlio.
«Non c'è tempo per queste sceneggiate. Non è il momento di fare i deboli, e comportarci come degli stupidi sentimentali. Dobbiamo pensare a battere quel Tuurmerik e riprenderci il moccioso» lo interruppe Mirai Vegeta osservando ancora dall'alto in basso quello che per lui, oramai, era diventato un vero e proprio terrestre. Fin troppo terrestre per i suoi gusti. 
Vegeta sollevò lo sguardo e fu in quel momento che lo vide: era se stesso, in carne ed ossa. Lo spettro dell'uomo che aveva deciso non essere. Spietato, sbruffone, egoista, insensibile. Eccolo lì, a giudicare il dolore che egli non aveva mai provato, a sminuire la sua determinazione, il suo coraggio, le sue scelte. Lo poteva percepire in quell'occhiata rabbiosa, in quell'aura maligna che ancora lo circondava. Lo odiava, si odiava per quello che era stato, perché solo in quel momento comprese quanto fosse ridicolo. 
Aveva superato sin troppe battaglie per ritenersi inferiore a quell'immaturo saiyan. Non era lui che aveva visto morire con i propri occhi Mirai Trunks durante il Cell Game, non era lui che aveva percepito le auree dei suoi cari spegnersi con l'esplosione della Terra a causa di Majin Bu. Come poteva egli sapere come ci si sente a veder scomparire per la seconda volta il posto che si chiama "casa"? Si rese conto che era diventato davvero una persona migliore a causa di questi eventi, pur non sotterrando del tutto quegli aspetti cinici del suo carattere che lo contraddistinguevano da chiunque altro. Si sentì improvvisamente una versione migliorata di quel principe pieno di sé che invece non aveva vissuto mai niente di tutto ciò e probabilmente mai l'avrebbe vissuto. 
Si alzò finalmente in piedi ed inforcò con gli occhi il suo doppione. Poi, lapidario, iniziò a parlare con tono deliziosamente inquietante.
«Hai ragione, sai? Non c'è tempo per stare con le mani in mano» proferì Vegeta avvicinandosi a passi lenti e maestosi al suo sosia del futuro, portando il proprio viso pericolosamente vicino a quello di lui. «Non provare mai più a darmi del debole» sibilò minaccioso.
«Altrimenti?» controbatté Mirai Vegeta, alzando leggermente il mento. 
Mirai Trunks trattenne il fiato. Non si sarebbe mai aspettato di vedere suo padre fronteggiare un altro suo padre. Fu proprio in quel momento che capì cos'era successo poco dopo essere atterrato in quella dimensione, come mai si fossero praticamente ringhiati contro alla vista l'uno dell'altro: erano la stessa persona, ma erano completamente diversi. Ognuno di loro ricordava all'altro qualcosa che non faceva parte di sé.
«Tu credi di essere migliore di me, ma la vuoi sapere una cosa? Non lo sei. Io ti conosco, perché io ero te. Pensi che io sia diventato un rammollito, un indegno di rappresentare la stirpe dei saiyan, ma la verità è un altra: tu hai solo una gran fifa» ridacchiò sadicamente Vegeta guardando gli occhi dell'altro principe spalancarsi nell'udire l'amara verità servita su un piatto d'argento. «Hai paura di diventare come me. Perché sei ancora smanioso di essere il più forte, sei ancora un completo egoista. Ed è per questo che tu, tra noi due, sei quello debole. Non hai la minima idea di quello che sono diventato e del perché. Devi ancora crescere ma ti giuro, te lo giuro su mio figlio, se non la smetti di fissarmi con quell'aria di superiorità io ti spezzerò l'osso del collo prima che tu possa farlo».
Mirai Vegeta deglutì. Fosse stato un'altra persona non ci avrebbe messo più di due secondi a provare a sferrargli un attacco, ma era di sé stesso che si stava parlando, per l'amor del cielo! E, purtroppo, se ne rese conto di quanto quell'uomo avesse ragione: se era diventato in quel modo sicuramente c'era stato un motivo, questo non poteva negarlo. Lo sentiva nelle ossa che anch'egli si stava lentamente trasformando della versione 2.0. del principe dei saiyan, un ibrido terrestre. Ed era vero: questa cosa lo terrorizzava, non gli piaceva. Come poteva non provare un sentimento simile? Egli si allontanava di molto da quello che era stato in passato, ancor di più di quanto lo avesse già fatto.
Suo padre si sarebbe rivoltato nella tomba a vederlo accoppiato con una terrestre, figurarsi a conoscere la sua versione dell'epoca ancor più "buona". Ma Vegeta aveva ragione, avrebbe dovuto mettere da parte la propria rivalità e tentare di allearsi con lui, di apprendere qualcosa di nuovo da lui, di comprendere come mai quell'uomo fosse notevolmente più apprezzato e fortunato nel suo mondo.
Era solo una la verità: uno dei due era di sicuro il Principe dei saiyan, ma l'altro era diventato il Re. Ma Mirai Trunks era certo al cento per cento che anche suo padre un giorno lo sarebbe divenuto e, forse, quel giorno non era poi così lontano. 
«Troviamo tuo figlio» concluse Mirai Vegeta non sapendo cosa rispondere, forse ancora troppo confuso su cosa stesse provando, forse sempre più spaventato dalla parte buona di sé che stava prendendo il sopravvento sul suo passato da assassino.
Vegeta ghignò più che soddisfatto di aver fatto ragionare quella testa dura di un saiyan. Sapeva che non si sarebbe mai più permesso di insultarlo. D'altronde poteva pure essere testardo e ancora meschino, ma non stupido. Quello mai. Anche se ci avrebbe scommesso la faccia che gli avrebbe dato ancora del filo da torcere, soprattutto sulle decisioni da prendere.

«Da dove iniziamo? Siamo al punto di partenza» fece notare Mirai Trunks tirando un sospiro di sollievo per il fatto che i suoi due padri fossero giunti ad un'apparente tregua.
«Io direi di proseguire tutti insieme, da ora in poi. Abbiamo perso il 25% dei partecipanti alla missione, non è di certo utile farci abbattere uno dopo l'altro come birilli» suggerì Mirai Vegeta, digrignando i denti.
«Sono d'accordo. Questo posto però è tutto uguale e, da quel che ne sappiamo, lui può comparire ovunque a suo piacimento» spiegò Vegeta, cercando di sorvolare sul fatto che quel burbero se stesso del futuro si fosse appena rivolto a suo figlio con una percentuale. Forse era anche sin troppo irritabile, in quel momento.
Vegeta alzò il naso appuntito in direzione il cielo, sempre che di cielo si potesse parlare. La coltre viola e gialla aleggiava in bilico tra nulla e tutto, spaventosa e maestosa allo stesso tempo. Chissà dove si trovava in quel momento suo figlio, solo al pensiero che potesse averlo perso per sempre fece precipitare il cuore del saiyan riducendolo in polvere. Avrebbe dato qualsiasi cosa per accogliere di nuovo tra le sue braccia di granito quel moccioso che spesso gli faceva perdere la pazienza, quella era la verità. Lo promise a se stesso e la sua anima buia, l'avrebbe abbracciato di nuovo a costo di dare in pasto agli inferi la sua stessa vita. Non pregava mai, Vegeta, non avrebbe avuto nessuno a cui rivolgersi per suo conto. Probabilmente nessuno degli Dei l'avrebbe mai preso in considerazione, ma in quel momento un pensierino lo fece. Pregò che suo figlio fosse ancora vivo, e implorò le divinità di metterlo al sicuro. Supplicò che egli lo aspettasse. Pregò e sarebbe stata l'ultima volta.
«Sto arrivando, Trunks».

 


Angolo autrice:
Buon pomeriggio miei cari e care! Capitolo molto incentrato sui due principi, come avrete notato. E' dall'inizio della storia che avrei voluto delineare bene le differenze tra l'uno e l'altro e finalmente è giunta l'occasione adatta. Spero di non essere caduta troppo nell'OOC con Vegeta del passato, però ho sempre visto questo personaggio come un uomo in continua evoluzione a seconda degli eventi. Un tragico fatto come il rapimento di Trunks in una situazione come quella è anche logico che l'abbia sconvolto, no? Fatemi sapere cosa ne pensate.
E adesso? Dove cavolo sarà finito Tuurmerik? Perché ha deciso di rapire Trunks? Cosa glie ne viene in tasca? Riusciranno a trovarlo?
Purtroppo ve lo devo dire, settimana prossima l'appuntamento di giovedì salterà perché sono (finalmente) in ferie e me ne vado al mare :D son quattro anni che non ci vado! Però non preoccupatevi: la settimana successiva pubblicherò sia lunedì 24 che giovedì 27 per farmi perdonare! 
Buon week end a tutti e a presto!
Eevaa
  
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