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Autore: my_name_is_nera    15/07/2017    0 recensioni
E se Leon S. Kennedy avesse avuto una sorella? Più piccola di lui; sedici anni. Le ambientazioni sono quelle successive al salvataggio della figlia del presidente americano. Leon e sua sorella Eleonora, dal carattere inverso ma profondamente simili
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leon Scott Kennedy, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9 (RE)

Eravamo nello studio principale del Campus, e insieme a me c’erano Mike, Jack, Peter, i tre bulli, mio fratello, il presidente, Alex Green, Frans Walker, il padre di Michael, e i genitori di Marcus, Thomas, Jack e Peter.

Clay mi stava fissando in modo arrabbiato e mio fratello non toglieva gli occhi di dosso da me e da lui; sapeva che, se non mi avesse aiutato, sarei stata in pericolo.

<< Allora, cos’è successo esattamente? >> chiese John, guardando tutti noi.

<< E’ successo che quei quattro ci hanno picchiato! >> ringhiò Clay.

<< Perché hai iniziato tu >> rispose tranquillo Jack.

<< Non parlatevi uno sopra l’altro! Voglio che tutti raccontiate come sono andati i fatti >>

<< Diciamo che tutto è iniziato due o tre giorni fa, all’incirca. Io, Eleonora e Jack stavamo tornando dentro l’atrio del Campus e abbiamo visto Mike che stava piangendo e ci raccontò di loro tre >> indicò Clay, Thomas e Marcus << e ci ha raccontato che aveva dei lividi dietro la schiena >>

Il padre di Michael sussultò appena e guardò il figlio che, invece, abbassò lo sguardo per la vergogna.

<< Abbiamo deciso di aiutarlo. La sera è venuto a dormire da noi e il mattino seguente gli siamo sempre stati vicini così come la sera; poi sono stati loro a infastidire Eleonora e Michael e noi ci siamo messi in mezzo per difenderli. Io avevo paura che qualcuno di loro potessero picchiarli, e poi ieri sera hanno iniziato loro e abbiamo dovuto ricambiare >> Peter sembrava tranquillo da come parlava, e questa cosa mi metteva solo ansia senza sapere il perché.

<< E chi mi dice che non avete iniziato voi, invece? >> ringhiò Alex.

<< Basta che guardi le ferite nostre e poi le loro. Quelli messi peggio siamo noi, mi pare ovvio! >> Jack perse anche molta voce, non riusciva ad alzarla più di tanto.

Continuai a sentirmi in colpa. E’ stata colpa mia, pensavo che con l’aiuto di mio fratello avrei risolto tutto, e, invece, avevo solo messo in mezzo i miei amici… Leon non avrebbe mai reagito così di fronte ad una rissa, avrebbe calcolato bene la situazione senza mettere in mezzo gli altri. Io sono stata solo impulsiva credendo di fare la cosa giusta. Idiota che non sono altro.

<< E quindi? >> riprese Alex << Potreste anche esservele fatte voi, no? >>

<< Lo stesso vale per suo figlio, allora. Perché se ragionassimo tutti come lei, non ci sarebbe stato nemmeno il bisogno di convocare una riunione alle otto del mattino nel suo ufficio >> ringhiai io.

<< Non alzare la voce con me >>

<< E’ libera di fare quello che vuole, signore. E’ una vittima, ha il diritto di esprimersi >> gli spiegò calmo mio fratello guardandolo. Lui non gli rispose e guardò suo figlio Clay.

<< Non dici nulla? >>

<< Io dico che stanno mentendo. Tutti quanti! Partendo da lei >> mi indicò << La più persona più bugiarda che avessi mai conosciuto! >>

<< Cosa ha fatto? >> chiese il presidente.

<< Prima mi provoca e poi dice che l’ho picchiata! >>

<< Ti sei messo nei guai da solo, Green! >> esclamai. Ed era vero.

<< Quindi, affermi di aver picchiato per prima tu, la ragazza? >> chiese mio fratello.

<< Lei mi ha provocato! >>

<< Non è una giustifica >> dissi e, poi, continuai << E’ vero che ti ho provocato, ma l’ho fatto solo per fare in modo che ti allontanassi da Mike. Lo avevi preso di mira insieme ai tuoi amici. Ho sbagliato, è vero! >> mi guardai intorno << Scusi signor Walker se non sono riuscito ad aiutare al massimo suo figlio >> e indicai Michael, che aveva subito anche lui le percosse da parte loro << E chiedo scusa al signor Green, perché ho provocato suo figlio per allontanarlo da un mio amico. Volete mandare via qualcuno da qui per dei capricci? Perfetto, io sono pronta >> e guardai mio fratello continuando a parlare << Come ho anche detto a Michael, avrei promesso di aiutarlo e di non metterlo nei guai con il Campus. Scusa Clay se ti ho provocato, va bene? Ti bastano le mie scuse? O ne vuoi, o meglio, ne volete altre?! >> stavo iniziando a delirare, ero nervosa, arrabbiata con me stessa e con tutti loro e volevo solo e soltanto uscire di lì. Respirai in maniera affannata e ripensai a quello che avevo detto chiudendo gli occhi. “Sono una cretina!” pensai “Sei impulsiva, stupida e inutile! Parli e parli, senza mai concludere nulla. Leon poteva aiutarmi a restare, ma in questo modo ho rovinato tutto”.

<< Grazie, ragazza >> esclamò il padre di Michael << Per quello che hai cercato e che continui a fare per mio figlio >>

<< Di nulla, signore >> sorrisi appena.

<< Io avrei una domanda da fare >> fece Jack.

<< Cosa Jack? >> fece sua madre.

<< Signor presidente, per caso qui al Campus ci sono delle telecamere? >>

<< Sì, certo. Perché? >>

<< Possiamo guardare i filmati dove veniamo ripresi noi con Clay, Thomas e Marcus? >>

Boom! Grande Jack. Ho sempre saputo che eri uno grosso!

Il presidente acconsentì e tutti noi guardammo le riprese di quando avevamo incontrato Mike nell’atrio, della cena insieme e del giardino dove vennero anche riprese le nostre percosse.

<< Bene >> fece il presidente << Vorrei avere voce in capitolo su questa situazione >>

Si alzò in piedi e guardò tutti quanti << Intanto, signor Green, vorrei che suo figlio venga espulso dal Campus. Ho visto anche troppo. E lo stesso vale per Marcus King e Thomas Wright. Forse non vi siete resi conto della grave situazione che avete creato >>

Mike e noi sorridemmo senza darlo troppo a vedere e scambiai degli sguardi felici con loro.

<< Ma non è finita qui >> si voltò verso noi quattro << Espulsi per tre giorni, perché non avete denunciato subito la situazione e avete reagito come loro >>

<< Se posso, signore. Jack e Peter voleva andare subito a denunciare l’accaduto al direttore >> e guardai Alex << Ma avevamo paura, perché scoprimmo che era il padre di Clay. La colpa è mia e sono seria. Diteglielo anche voi, ragazzi. Basta con questa storia >> sospirai.

<< Sì, va bene, ma avevi buone intenzioni >> disse Jack.

<< E volevi proteggere tutti noi! Quindi, Ele, non dire cazzate per favore e non fare l’eroina >> esclamò Mike.

Gli sorrisi e ricambiò.

<< Grazie, Eleonora, ma comunque tre giorni fuori dal Campus vi fate. Non mi interessa, questa è una lezione che serve a loro come a voi >>

Subito dopo andammo a firmare i fogli dove c’erano scritti i giorni della sospensione e il motivo; poi, me ne andai in stanza e preparai le valigie con le borse.

Non era ancora finita, però; certo, non era proprio questo ciò che mi aspettavo, ma mi meritavo tutto. “Sei stata impulsiva, Eleonora? Bene, ecco quello che ti meriti! Volevi fare l’eroina? Bene, ecco le conseguenze!”

Almeno non sono stata espulsa del tutto e potevo ancora vedere i miei amici.

Scesi e sulle scale vidi mio fratello aspettarmi.

<< Mi dispiace >> dissi a lui << Non volevo rovinare tutto >>

<< Una persona che si sacrifica per un’altra rovina tutto? Io questa cosa non l’ho mai sentita >> mi aiutò a portare le valigie in macchina e mi fece salire.

<< Non volevo finisse così, però >>

<< Lo so, Ele. Ti capisco benissimo e, credimi, nemmeno io volevo che il presidente stesso decidesse la tua espulsione. E, comunque, non gli ho raccontato niente; sei riuscita a fare tutto da sola e hai risolto tutto tu >>

<< Davvero non sapeva nulla?! Ma, perché… >>
<< Perché tu, infondo, sei come me. Te la sai cavare da sola aiutando gli altri >>

Quelle parole mi confortarono e gli sorrisi ringraziandolo. E’ bello stare con lui.

<< Ora che facciamo? >> chiesi.

<< Ah, giusto. Non te l’ho detto >> sorrise.

<< Cosa? >> gli sorrisi anche io.

<< Andiamo da Krauser >>

   
 
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