Capitolo 5
Giorno 4
Sono solo le 5:55AM quando Ector si
dirige nella camera da
letto per controllare Kallen e sua madre. Appena entrato trova la madre
inginocchiata al capezzale della figlia che che piange mentre la rossa,
visibilmente in fin di vita, cerca di accennare qualche parola con
occhi
sofferenti e con voce fioca.
«Kallen.. non credevo che
avresti ceduto in soli 4 giorni...
mi deludi... non eri l’orgoglio dei cavalieri neri?»
«Come può dire
una cosa del genere Ector... la prego la
lasci morire con dignità... la supplico...» Chiede
la madre disperata mentre
piange.
«Se ne vada signora Kozuki,
devo parlare con sua figlia
prima che muoia»
«Va bene... ma la prego non
la lasci morire sola... e
sopratutto non senza di me...»
Ector attende che la donna esca dalla
stanza e poi rapido
chiude a chiave la porta. La madre di Kallen si allarma sentendo la
chiave
girare ma sa bene di non poter fare niente, ha paura per sua figlia ma
sa bene
che urlare o cercare di aiutarla peggiorerebbe solo la situazione.
Intanto
Ector inizia a parlare a Kallen dopo essersi seduto ai suoi piedi sul
letto.
«Allora Kallen... non hai
proprio una resistenza fisica
degna di nota devo dire...»
«Tu invece si?»
Chiede inespressiva.
«Direi... sono a digiuno e
senza acqua da quattro giorni esattamente
come te»
«Sentivo l’odore
di cibo provenire dalla cucina... non
mentire e poi anche se fosse... perchè?»
«Cucinavo per tua madre e
per il gatto...Non mi piace far
del male alla gente razza di sciocca! Ma dovevo darti una fottuta
lezione... mi
sono forzato in tutto il male che ti ho fatto... tranne per aver
bruciato
quella dannata fascia... non pensavo che un oggetto tanto
insignificante avesse
un qualche tipo di valore per te...»
«Ma ti sei sbagliato... ora
se sei un uomo eliminami per
favore...»
«No... ora ti scopro il
braccio... sei davvero ingenua...
non hai nemmeno notato che nel mio comodino avevo messo un kit per la
reidratazione d’emergenza.. sei proprio stupida»
«Lo avevo notato mentre
cercavo una bottiglietta d’acqua...
ma non avevo intenzione di barare...»
«Stai delirando? Cerchi
acqua e poi lasci un kit reidratante
a se stesso?»
« volevo solo rinfrescarmi
le labbra con un po d’acqua... farsi
una flebo in grado di reidratarmi per giorni non era nelle mie
intenzioni»
«Sei folle ma leale
ragazzina...»
«Anche tu che sei rimasto a
digiuno soffrendo la sete
assieme a me... ma perchè?»
«ti ho già
spiegato... non provo piacere nel farti del male
ma esattamente il contrario... ora... sta ferma, devo inserirti
l’ago in vena e
non voglio farti male...»
Ector inserisce lago facendo
però strizzare un occhio alla
rossa per il dolore, apre la flebo che rapidamente inizia a reidratare
la
ragazza. In circa 30 minuti Kallen riprende colore e i suoi occhi si
riaccendono lentamente. Quando la prima sacca finisce Ector ne prende
un altra
dal secondo comodino della stanza, che era chiuso a chiave, per
collegarla all’ago
che era stato inserito per la prima flebo.
«Bene tra poco sarai come
nuova, poi ti alzerai piano piano
camminerai un po con tua madre per la casa e poi beh... mangerai
qualcosina
assieme a me visto che sto crepando di fame quanto te!»
«Prima mi hai detto che
sono folle ma leale... potrei dire
la stessa cosa di te Ector»
«Certo come no... io penso
alla figura di merda che farò con
il mio amico quando ti vedrà viva, senza contare tua madre
che mi prenderà per
un rammollito» Conclude ridacchiando.
«Te la meriti una fig...
cioè... Ector... non volevo.. è
l’abitudine...»
«Falla finita e non
trattenerti scema! Muoviti a riprenderti
cosi faccio sparire tua madre da questa casa, quello stronzo mi ha
chiesto 50€
al giorno per il noleggio, se resta qui altri due giorni è
come se io ti avessi
acquistata due volte..»
La rossa annuisce e comprende che,
nonostante 50€ al dì
possano essere una cifra apparentemente insignificante, non sa nemmeno
come
Ector si guadagni da vivere quindi tollera la cosa con pazienza, in
fondo
incuriosita dallo strano atteggiamento dell’uomo che si
è auto punito
digiunando mentre la puniva.
Dopo circa un ora la signora Kozuki
rientra nella stanza
felice e gioiosa, Ector gli ha spiegato che, inteneritosi dopo aver
ricevuto le
scuse più cordiali di Kallen, gli ha somministrato liquidi
in vena e che presto
la farà mangiare. La donna al settimo cielo ringrazia Ector
prostrandosi come
un cane si prostra davanti al padrone per poi attendere paziente
l’amico di
Ector per essere portata via.
Due ore dopo l’amico di
Ector arriva così, dopo aver
salutato la figlia, la donna va via speranzosa che la stessa si
comporti bene
in futuro e che ubbidisca al suo padrone. Ector torna da Kallen, che
era ancora
distesa sul letto matrimoniale, la invita ad alzarsi e lei, seguendo le
sue
istruzione una volta alzatasi inizia a parlargli:
«Mi sento meglio ora ma...
spiegami come mai non hai detto
nulla a mia madre..»
«Non volevo fare una figura
di merda!» Esclama.
«Dovevo immaginarlo...
così ne hai fatta fare una a me eh?»
«Si dai! Alla tua
età anche io ne facevo tante con i miei
genitori!» Ridacchia.
«Certo come no... sarai
figlio del diavolo –ride di lui- ora
dov’è il mio pasto “Padron
Ector”?»
«Chiamami ancora padrone e
il pasto lo scarico nel Water!»
«Va bene Ettoruccio come
vuoi!» Esclama sarcastica.
«Cosi va meglio! Seguimi
Kallenuccia!»
La rossa lo segue fino al soggiorno,
dove trova la tavola
imbandita per entrambi. Come primo Ector prepara una carbonara semplice
e come
secondo del pollo al forno con patatine fritte. I due si siedono uno di
fronte
all’altra e dopo essersi dati il buon appetito iniziano a
mangiare. Durante il
pasto Kallen squadra Ector, non capisce chi sia il suo padrone... un
aguzzino
che non le darà tregua? O uno sfigato che è
semplicemente cotto di lei e sta
tentando di innescare una sorta di giochino psicologico per
conquistarla? Non
si fa scrupoli e gli fa la prima domanda che gli viene in mente.
«Perchè proprio
io? Come mai Ector?»
«Ricordi la tua prima
battaglia con quel Glasgow rosso?»
«A Shinjuku dici?»
«Esatto.. sai un Britanno
stava per schiacciarmi ma tu lo
spingesti via... non fosse per te sarei morto»
«Quindi ti ho salvato la
vita... allora perchè portarmi qui
e trattarmi a quel modo?»
«Sapevo come fare soldi,
come comprarti e salvarti ma non
cosa fare.... volevo sembrare un Britanno bastardo e evitarti la morte
visto
che eri solo merce invenduta ma... mi è stato impossibile
Kallen... io ho un
grosso debito con te e vorrei in qualche modo aiutarti nei limiti delle
mie
possibilità»
«Ti chiederei di liberarmi
ma... dubito che tu voglia
farlo... sarebbe un suicidio per te vero?»
«Esatto, ti farei un altra
proposta se vuoi»
«Spara»
«Resta qua, come mia
ospite, collaboriamo nel gestire la
casa e viviamo assieme come amici... so che non è una grande
prospettiva ma... posso
darti solo questo»
«Credo che dovrò
accettare... non ho altra scelta... ma
dimmi, hai intenzione di provarci con me o altro?»
«Ovviamente voglio provarci
con te bellezza! –ridacchia- ti
rendi conto di quanto sei figa?»
«E tu ti rendi conto di
quanto sei brutto?»
Dopo quella frase Ector si gira con
la sedia e incrociando
le gambe su di essa sconsolato fa silenzio per circa 20 minuti, poi
Kallen si
accorge di averlo offeso e alzandosi in piedi:
«Guarda che scherzavo, ma
non posso certo vederti bello! Non
è facile per una donna cancellare un abuso,
sappilo!»
«Lo so Kallen... non me la
sono presa giuro – si gira verso
di lei- ORA CAZZO MANGIAMO HO FAME!»
I due continuano il pasto e una volta
terminato, arrivate le
14:20PM, si alzano dalla tavola, che Kallen provvede a sparecchiare
senza che
gli venisse chiesto con Ector che la osserva sorpreso. Successivamente
la rossa
va nella sua stanza e si mette a dormire mentre l’uomo si
stende sul divano e
accende la tv, dove stavano trasmettendo I Simpson, per poi
addormentarsi poco
dopo tra mille pensieri “volevo
fare
qualcosa di decente per Kallen ma credo di aver fatto un vero
casino.... Non so
che cavolo fare! Forse farei meglio a essere semplicemente me stesso e
accollarmi tutti i rischi di un eventuale controllo degli ispettori per
la
schiavitù”.