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Autore: Mary Evans    20/07/2017    4 recensioni
E se Harry avesse avuto una sorella?
E se lui venisse rapito la notte del 31 Ottobre?
E se Elizabeth Potter credesse di essere l’unica bambina sopravvissuta?
Storia scritta a quattro mani da me e fenice cremesi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Elizabeth Pov

Era il 24 Novembre, il giorno della prima prova. 
Da quando avevo avuto la conferma che sarei stata costretta a partecipare al torneo Tremaghi avevo pensato che mi sarei sentita sopraffatta dall’ansia quando avrei dovuto affrontare le prove del torneo dinnanzi agli studenti di tre scuole di magia, e invece mi sentivo stranamente isolata da tutti, sia che mi augurassero buona fortuna sia che sibilassero «Teniamo pronta una scatola di fazzoletti, Potter» al mio passaggio.

Grazie ad Harry mi sentivo pronta ad affrontare quel drago, che con la sfiga che mi portavo appresso ero sicura si sarebbe trattato sicuramente dello Spinato.

Il pensiero ritornò immediatamente alla scena che avevo visto in compagnia di Hagrid e rabbrividii.

FLASHBACK

Qualche settimana prima della prima prova mentre camminavo per i corridoi vidi Hagrid che, dopo essersi guardato intorno circospetto, mi si avvicinò e mi disse in un sussurro cosí sommesso che riuscii a sentirlo appena «Beth, ci vediamo stanotte a mezzanotte alla mia capanna. Mettiti il mantello». 
Quella sera alle undici e mezzo feci finta di andare a dormire presto, indossai il Mantello dell'Invisibilità, sgattaiolai fuori la sala comune e attraversai il castello.

Il parco era molto buio cosí percorsi il prato in discesa puntando alle luci che brillavano nella capanna di Hagrid.

Bussai due volte.

«Sei tu, Elizabeth?» sussurrò Hagrid, aprendo la porta e guardandosi attorno.
«Sì» risposi, scivolando all'interno dell’abitazione e sfilandomi il mantello dell’invisibilità di dosso. «Che cosa succede?»

«C'è una cosa che devo farti vedere» disse Hagrid.

Era terribilmente agitato. All'occhiello esibiva un fiore che assomigliava a un enorme carciofo. Sembrava che avesse smesso di usare la morchia, ma evidentemente aveva cercato di pettinarsi, perché distinsi i denti spezzati del pettine impigliati nella sua chioma.

«Vieni con me, fai pianino e stai coperta» disse Hagrid uscendo dalla capanna e addentrandosi nella notte «Non portiamo Thor, a lui non ci piacerebbe...» 
Mi affrettai a seguirlo scomparendo nuovamente sotto il mantello e, con mia grande sorpresa, scoprii che Hagrid mi guidava verso la carrozza di Beauxbatons.

«Hagrid, che cosa...?»
«Sssst!» disse Hagrid, e bussò tre volte alla porta effigiata con le bacchette d'oro incrociate.
Fu Madame Maxime ad aprire.

Attorno alle spalle massicce portava uno scialle di seta.

Sorrise quando vide Hagrid.

«Ah. Agrìd... è ora?»

«Bonsuàr» disse Hagrid con un sorriso radioso, e le porse la mano per aiutarla a scendere i gradini d'oro. Madame Maxime si richiuse la porta alle spalle, Hagrid le offrí il braccio e i due si incamminarono costeggiando lo steccato che ospitava i cavalli alati giganti di Madame Maxime, mentre io, completamente sbalordita, correvo per tenere il loro passo.

Hagrid aveva voluto mostrarmi Madame Maxime? Potevo vederla tutte le sante volte che volevo... non era proprio difficile da individuare... Ma pareva che ci fosse una sorpresa anche per Madame Maxime, perché dopo un po' disse in tono giocoso: «Dove mi stai portondo, Hagrid?»

«Ti piacerà» rispose Hagrid burbero. «Ne vale la pena, credimi. Solo che non devi dire a nessuno che te li ho fatti vedere, d'accordo? Non dovresti saperlo».
«Certo che no» disse Madame Maxime sbattendo le lunghe ciglia nere.  Proseguirono, ed io diventai sempre più sbalordita mentre trotterellavo dietro di loro. Finalmente, dopo esserci allontanati lungo i confini della Foresta al punto che il castello e il lago non erano più visibili -  sentii qualcosa. C'erano degli uomini che gridavano laggiù... poi si udì un ruggito assordante, da spaccare i timpani... Hagrid guidò Madame Maxime oltre una macchia di alberi e si arrestò.

Mi affrettai ad affiancarli - per un istante credetti di vedere dei falò, e degli uomini che correvano tutto intorno - e poi rimasi a bocca spalancata.

Draghi.

Una consapevolezza mi investí in pieno e mi paralizzai sul posto.

Erano la prima prova.

FINE FLASHBACK

Naturalmente, non ci avevo pensato due prima di avvertire Cedric della nuova scoperta. Avevo dato per scontato che, poiché Madame Maxime e Karkaroff, che avevo visto in giro nei pressi dei draghi, erano a conoscenza della prova non avrebbero esitato a dirlo anche ai loro campioni, per cui mi sembrava corretto che anche Cedric ne fosse informato, cosí almeno saremmo partiti tutti con le stesse possibilità di vittoria.

La mattinata proseguí tranquilla, anche se Hermione fece di tutto per alimentare la mia ansia ripetendomi tutti gli incantesimi che avevamo imparato insieme che sarebbero potuti tornarmi utili per affrontare il drago, nel caso il piano originale fosse andato storto.

Grazie agli allenamenti con Harry eravamo diventate entrambe piú agili e forti, anche se il nostro nucleo magico non si era ancora sviluppato del tutto.

Da come Harry ci aveva spiegato, se fosse stato lui a dover affrontare il drago, poiché aveva avuto un addestramento fisico e mentale ed il suo nucleo magico era molto piú potente del nostro, avrebbe potuto semplicemente attivare uno scudo superiore intorno a lui che lo avrebbe difeso dalle fiamme e dagli attacchi fisici del drago nel mentre si accingeva ad impadronirsi dell’uovo.

Nel mio caso, invece, non ero abbastanza forte per attivare uno scudo tale da proteggermi sia dalle fiamme che dagli attacchi del drago, quindi avrei dovuto optare per uno scudo meno potente che mi avrebbe protetta dalle fiamme, e nel mentre appellare la mia scopa e conquistare l’uovo grazie alla mia bravura nel Quidditch.

Un piano semplice e lineare, senza troppi fronzoli.

Ci avevo messo parecchie settimane per perfezionare lo scudo superiore in quanto, come mi disse in seguito Harry, era da livello indicibile, ma dopo numerosi tentativi ero riuscita finalmente ad uscire indenne dalle fiamme create da lui, e dopo imparare l’incantesimo di appello fu davvero molto facile.

Sapevo che avrei visto i miei genitori dopo la prima prova, e non vedevo l’ora di vedere le loro espressioni stupefatte dopo la dimostrazione del mio livello di abilità magico con il drago. Anche se ero piú curiosa della faccia di mio padre di fronte ai risultati dei nostri allenamenti estivi con la scopa.

Mi avevano già mandato i loro ‘in bocca a Remus’ (questo papà, la mamma mi aveva detto di dare forfait se le cose si mettevano male), e mi avevano assicurato che anche Remus e Sirius sarebbero stati presenti.

Avevo ricevuto dei ‘buona fortuna’ anche da parte loro, naturalmente, però dalle lettere mi erano sembrati preoccupati per qualcos’altro piú che per la mia incolumità, quindi sperai solo che non fosse successo nulla di grave.

A pranzo mi ritrovai circondata, come sempre negli ultimi tempi d’altronde, da Harry ed Hermione, mentre i gemelli, posizionati davanti a me, si stavano esibendo nel loro repertorio migliori di battute per distrarmi dal pensiero della prima prova.

Stavo ancora ridendo quando vidi la professoressa McGranitt che mi correva incontro nella Sala Grande, ed un po’ d’ansia iniziò a salirmi a quel punto.

«Potter, i campioni devono venire giù nel parco adesso... dovete prepararvi per la prima prova».

«Va bene» dissi alzandomi, mentre la forchetta cadeva nel piatto con un tintinnio.
«Buona fortuna, Elizabeth » sussurrò Hermione, esprimendo preoccupazione nonostante tutto. «Andrà tutto bene!»

«Ne sono certo anch'io.» intervenne Harry, e il suo commento mi diede una carica che mi rassicurò piú delle parole di Hermione.

Uscii dalla Sala Grande assieme alla professoressa McGranitt, e vidi che quasi non sembrava lei; in effetti, era preoccupata quasi quanto Hermione.

Mentre mi scortava giù per i gradini di pietra mi posò una mano sulla spalla.
«Ora, non farti prendere dal panico» disse, «cerca di restare distaccata... abbiamo maghi a disposizione per controllare la situazione se sfugge di mano... la cosa più importante è che tu faccia meglio che puoi, e nessuno penserà male di te... ti senti bene?»

«Si.» mi sentii rispondere «Sono pronta a tutto, non si preoccupi professoressa.»

Eppure quelle parole invece di tranquillizzarla sembrano agitarla ancora di piú.

Mi stava guidando verso il luogo in cui si trovavano i draghi, lungo il limitare della Foresta, ma quando ci avvicinammo alla macchia di alberi oltre la quale vi era la recinzione che li conteva potei vedere che era stata eretta una tenda per nasconderli.
«Devi entrare là con gli altri campioni» disse la professoressa McGranitt con voce piuttosto tremante, «e aspettare il tuo turno, Potter. Il signor Bagman è là dentro... ti spiegherà la... la procedura... buona fortuna».

«Grazie» dissi con voce sorda e distante, l’agitazione che iniziava a farsi sentire.

Lei mi lasciò all'ingresso della tenda ed io entrai. 
Fleur Delacour era seduta in un angolo su un basso sgabello di legno.

Non sembrava affatto calma come al solito, ma era pallida e sudaticcia.

Viktor Krum sembrava anche più arcigno del solito, ma io supposi che fosse il suo modo di manifestare la tensione.

Cedric camminava avanti e indietro.

Al mio ingresso mi rivolse un sorrisetto, che  ricambiai.

«Elizabeth! Ehilà!» disse Bagman allegro, voltandosi a guardarmi. «Entra, entra, mettiti comoda! Be', ora che ci siamo tutti è giunto il momento di informarvi!» disse Bagman in un tono vivace che mi fece alzare un sopracciglio per quanto fosse inopportuno.

«Quando il pubblico avrà preso posto, vi consegnerò questa borsa» - mostrò un sacchetto di seta viola e lo scosse - «da cui estrarrete a turno un modellino della cosa che state per affrontare! Ce ne sono diversi - ehm - tipi, sapete. E devo dirvi anche qualcos'altro... ah, sì... il vostro compito e impadronirvi dell'uovo d'oro!»

E in un attimo, si udirono centinaia e centinaia di paia di piedi al di là della tenda, mentre i loro proprietari parlavano eccitati, ridevano, scherzavano...

Dopo qualche secondo, Bagman aprì il sacchetto di seta viola e lo porse a Fleur Delacour. La ragazza infilò una mano tremante nel sacchetto ed estrasse un minuscolo, perfetto modellino di drago: un Gallese Verde. Attorno al collo aveva appeso il numero due. Ed io seppi, dal fatto che Fleur non diede segno di sorpresa, che avevo avuto ragione: Madame Maxime le aveva detto che cosa la aspettava.

La stessa cosa valse per Krum. Lui estrasse il Petardo Cinese. Aveva il numero tre attorno al collo. Krum non batté ciglio, si limitò a fissare il terreno.
Cednc infilò la mano nel sacchetto e ne uscì il Grugnocorto Svedese blugrigio, col numero uno appeso al collo.

Sapendo che cosa era rimasto, misi la mano nel sacchetto di seta con determinata rassegnazione ed estrassi l'Ungaro Spinato, il numero quattro.

Mentre lo guardavo, quello spalancò le ali e scoprì le minuscole zanne.
«Bene, ci siamo!» disse Bagman, sempre con quel tono allegro che mi stava dando sui nervi. «Ciascuno di voi ha estratto il drago che dovrà affrontare, e i numeri si riferiscono all'ordine in cui li sfiderete, capito? Ora, fra un attimo vi devo lasciare, perché farò la telecronaca. Signor Diggory, lei è il primo, non deve far altro che entrare nel recinto quando sente un fischio, d'accordo? Ora... Elizabeth... posso dirti due parole? Fuori?»
«Ehm... sì» dissi confusa, ed uscii dalla tenda con Bagman che mi condusse poco distante, tra gli alberi, e mi si rivolse con fare paterno.

«Ti senti bene, Elizabeth? C'è qualcosa che posso farti avere?»

Strabuzzai di poco gli occhi.

«Che cosa? Io... no, niente».

«Hai un piano?» mi chiese Bagman, abbassando la voce in tono cospiratorio. «Perché non mi dispiace darti qualche consiglio, se ti va, insomma. Voglio dire» continuò Bagman, a voce ancora più bassa, «tu sei quella messa peggio qui, Elizabeth ... se posso fare qualcosa per aiutarti...»

«No» risposi decisa. Dove stava andando a parare quella conversazione non mi piaceva per niente. «No... io… ho già deciso che cosa fare, grazie».

«Non lo verrebbe a sapere nessuno, Elizabeth.» disse Bagman con una strizzatina d'occhio.

«No, sto bene» dissi seccamente, chiedendomi perché continuavo a ripeterlo a tutti.

Stavo per affrontare un DRAGO, dannazione, ovvio che non stavo bene! Mi chiedevo davvero cosa si aspettassero gli dicessi… 
Da qualche parte risuonò un fischio.

«Oh cielo, devo correre!» esclamò Bagman allarmato e filò via, mentre io tornai verso la tenda vedendone uscirne un Cedric più verde che mai.

Gli augurai buona fortuna mentre passava, prima di ritornare dentro da Fleur e Krum.

Qualche secondo più tardi, udimmo il ruggito della folla, a indicare che Cedric era entrato nello steccato e si trovava faccia a faccia con l'equivalente in carne e ossa del suo modellino...
Fu peggio di quanto avessi mai potuto immaginare, star lì seduta ad ascoltare.

La folla urlò... strillò... trattenne il respiro come una sola entità dotata di molte teste, mentre Cedric s'ingegnava a superare il Grugnocorto Svedese.

Krum continuava a fissare a terra.

Fleur ripercorreva i passi di Cedric, intorno alla tenda.

E la cronaca di Bagman rendeva tutto molto, molto peggiore creando nelle nostre teste immagini pericolose…

Prima di poter perdere il controllo di me stessa, mi sedetti per terra a gambe incrociate sotto gli sguardi straniti degli altri due campioni.

Chiusi gli occhi ed iniziai a respirare profondamente, con la voce di Bagman che nella mia testa si affievoliva sempre di piú… Sentii distrattamente prima Fleur e poi Krum uscire fuori dalla tenda per il loro turno, e la mia tranquillità si interruppe solamente quando, dopo l’uscita del terzo campione, sentii la voce di Bagman esclamare:«Sta dimostrando un bel coraggio... e... sì, ha preso l'uovo!»

Gli applausi incrinarono l'aria invernale tesa come un vetro.

Krum aveva finito, a momenti sarebbe toccato a me.

Mi alzai, notando vagamente che le mie gambe sembravano fatte di zucchero filato.

Nonostante tutto l’allenamento con Harry, mi sentivo molto più consapevole del solito di possedere un corpo: molto consapevole del mio cuore che batteva forte, e delle mie dita che formicolavano di paura... 
Attesi. E poi sentii il fischietto suonare.

Uscii dall'ingresso della tenda con il panico crescente dentro di me, mentre nella mia testa mi ripetevo ciò che dovevo fare e cercavo di tranquillizzarmi.

Ed ecco che oltrepassai gli alberi entrando nello steccato attraverso un'apertura.

C'erano centinaia e centinaia di facce che mi fissavano da tribune che erano state erette per magia dall'ultima volta che ero stata lí.

E c'era lo Spinato, all'altro capo del recinto, accoccolato sulla sua covata, le ali ripiegate a metà e i malvagi occhi gialli fissi su di me.

La folla faceva un gran frastuono, ma io non me ne curai.

Era ora di fare ciò che doveva fare... di concentrare la mente, totalmente e assolutamente, sulla cosa che era la mia sola possibilità... Levai la bacchetta.

«Accio Firebolt!» urlai, e ben presto la sentii sfrecciare nell'aria alle mie spalle.

Voltandomi, vidi la mia preziosa Firebolt costeggiare il recinto e immobilizzarsi a mezz'aria accanto a me, in attesa che la cavalcassi.

Gettai la gamba oltre la scopa e decollai, tra l’esultanza della folla.

Immediatamente attivai lo scudo superiore su di me inglobando anche la scopa, ed un istante dopo, accadde qualcosa di miracoloso...
Mentre mi alzavo in volo, mentre il vento mi soffiava nei capelli, mentre sotto di me i volti del pubblico esultante diventavano semplici punte di spillo color carne e lo Spinato rimpiccioliva diventando delle dimensioni di un cane, capii che non mi ero lasciata indietro solo il suolo, ma anche la mia paura... Ero tornata nel mio elemento... Quella era solo un'altra partita a Quidditch, e lo Spinato era solo un'altra brutta squadra avversaria... Guardai giù il mucchio di uova, e riconobbi quello d'oro, che brillava contro i compagni color granito, tutti ammucchiati al sicuro tra le zampe davanti del drago.

«Ok» mi dissi, «tattica diversiva...andiamo...»

E mi tuffai.

Il muso dello Spinato mi seguì, ma io conoscevo le sue intenzioni.

Scartai dalla picchiata appena prima che un getto di fuoco mi investisse ma non vi feci caso: era esattamente come evitare un Bolide...

Mi levai più su, in cerchio.

Lo Spinato stava ancora seguendo la mia avanzata, e scesi a picco proprio mentre lo Spinato spalancava la bocca.

Venni investita dalle fiamme ed udii degli strilli dalla folla, ma lo scudo superiore aveva funzionato.

Uscii illesa dalle fiamme tra l’esultanza di tutti, ed iniziai a girare intorno al drago per spostare la sua attenzione lontano dalle uova. Sembrava che il fatto che le sue fiamme non mi avessero uccisa lo avesse distratto parecchio, e infatti mi seguí spostandosi nella mia direzione.

Non appena vidi che aveva lasciato scoperte le uova, prima che capisse cosa stava succedendo, sfrecciai verso il suolo a velocità massima ed afferrai l'uovo d'oro.

Con un’enorme accelerata in su mi ritrovai a galleggiare sopra le tribune e fu come se qualcuno avesse appena rialzato il volume: per la prima volta mi accorsi del fragore della folla, che urlava e applaudiva forte come i tifosi irlandesi alla Coppa del Mondo…

«Santo cielo, questo è volare! Ma guardate un po'! La nostra campionessa più giovane è stata la più veloce a prendere l'uovo! Bene, ciò abbasserà le quote sulla signorina Potter!»

Vidi i guardiani accorrere per domare lo Spinato, e, all'ingresso del recinto, la professoressa McGranitt, i miei genitori, Sirius e Remus che mi correvano incontro e mi facevano tutti segno di avvicinarmi, i sorrisi ben visibili anche a quella distanza. Tornai a volare sulle tribune, mentre il frastuono della folla mi pulsava nelle orecchie, ed atterrai dolcemente, il cuore più leggero di quanto non fosse stato da settimane... avevo superato la prima prova…

«Ottimo, Potter!» urlò la professoressa McGranitt mentre scendevo dalla Firebolt tutta sorridente: detto da lei era un complimento insolito.

Immediatamente mi sentii abbracciare da mia madre talmente forte che credetti di smettere di respirare.

Ricambiai il suo abbraccio cercando di rassicurarla mentre lei mi sussurrava all’orecchio frasi come «Ho avuto tanta paura» e «Sei stata bravissima».

Dopo fu il turno di mio padre che mi abbracciò se possibile piú forte di mia madre, ma quando si staccò potei vedere che aveva gli occhi pieni di orgoglio, ed io gli sorrisi perché capii che non si aspettava usassi la scopa per oltrepassare un drago, quando nemmeno un giocatore professionista del calibro di Krum aveva pensato a quell’eventualità.

«Ottima tattica diversiva, Beth.» commentò infatti, appena prima che Sirius mi prendesse in braccio e mi facesse volare in aria come quando ero bambina.

Urlai divertita e feci cadere la scopa per terra.

«E brava! Lo sai che mi hai fatto morire di paura?! E quando hai imparato ad evocare uno scudo superiore, me lo spieghi?!» esclamò sorridendo prima di mettermi per terra e lasciarmi un bacio sulla testa.

«Sono piena di sorprese.» gli risposi con un sorriso, mentre Remus mi stringeva forte a lui dicendo che gli avevo fatto perdere almeno dieci anni di vita.

Prima che potessi dire qualcosa vidi Hermione e Ron in lontananza e mi staccai in fretta dal mio padrino.

Lanciai un’occhiata a mio padre e lui capí al volo.

Subito inventò una scusa e si allontanò trascinandosi dietro tutti gli adulti, appena prima che io venissa investita dall’abbraccio di Hermione.

«Beth, sei stata eccezionale!» mi disse con voce roca. C'erano graffi sul suo viso, nei punti in cui aveva affondato le unghie per la paura. «Sei stata straordinaria! Davvero!»

Ma io stavo guardando Ron, appena dietro di lei, che era molto pallido, e mi fissava come
se fossi un fantasma.

«Beth» disse in tono molto serio, «chiunque abbia messo il tuo nome in quel Calice... io... io credo che stiano cercando di farti fuori!» Era come se le ultime settimane non fossero mai passate, come incontrassi Ron per la prima volta appena dopo essere stata designata quarto campione di Hogwarts.

«Ci sei arrivato, eh?» commentai freddamente. «Ci hai messo un bel po'».

Hermione stava in mezzo a noi due, tesa, guardando dall'uno all'altra.

Vidi Ron aprire la bocca, incerto, e capendo che stava per scusarsi all'improvviso sentii che non avevo bisogno di ascoltarlo.

«È tutto ok» dissi, prima che Ron potesse spiccicar parola. «Lascia perdere».
«No» disse Ron. «Non avrei dovuto...»

«Lascia perdere» ripetei di nuovo.

Ron mi sorrise, imbarazzato, ed io ricambiai il sorriso.

Mi abbassai per prendere la mia Firebolt per terra, e quando mi rialzai Ron era tornato il solito e mi stava aggiornando sulle prove degli altri campioni parlando in fretta, prima che mi dessero il punteggio.

«Sei stata la migliore, davvero, non c'è paragone. Cedric ha fatto una cosa strana, ha trasfigurato una pietra per terra... l'ha trasformata in un cane... voleva che il drago lo inseguisse. Be', è stata una gran bella Trasfigurazione, e ha funzionato, in un certo senso, perché ha preso l'uovo, ma si è anche bruciato: il drago ha cambiato idea a metà strada e ha deciso che preferiva acchiappare lui, se l'è cavata per un pelo. E quella Fleur ha tentato una specie di incantesimo, credo che volesse ipnotizzarlo o roba del genere; be', ha funzionato, un po', almeno, il drago era tutto insonnolito, ma poi ha sbuffato, ed è venuto fuori un gran getto di fuoco, e la sua gonna ha preso fuoco: l'ha spenta facendo uscire dalla bacchetta un po' d'acqua. E Krum - non ci crederai, ma non gli è nemmeno venuto in mente di volare! Probabilmente è stato il migliore dopo di te, comunque. L'ha beccato nell'occhio con un incantesimo. Solo che quello si è messo a calpestare tutto dal dolore e ha schiacciato metà delle uova vere; gli hanno tolto dei punti, non doveva danneggiarle».

Ron riprese fiato e si voltò verso le postazioni dei cinque giudici.

«Ciascuno può dare al massimo dieci» disse Ron, ed io, strizzando gli occhi per vedere dall'altra parte del campo, vidi il primo giudice Madame Maxime - levare per aria la bacchetta. Ne sfuggì quello che parve un lungo nastro d'argento, che si curvò in un grande nove.

«Non male!» esclamò Ron tra gli applausi della folla.

Poi toccò al signor Crouch, che sparò in aria un bel dieci.

«Sta andando bene!» strillò Ron, dandomi dei gran colpi nella schiena mentre Hermione mi stritolava il braccio. 
Poi Silente. Dieci.

La folla applaudiva più forte che mai. 
Ludo Bagman. Dieci.

E poi Karkaroff levò la bacchetta. Si fermò un attimo, e poi anche dalla sua bacchetta filò fuori un numero: quattro.

«Cosa?» tuonò Ron infuriato. «Quattro? Tu, sporca canaglia parziale, a Krum hai dato dieci!»

Ma a me non importava, non mi sarebbe importato nemmeno se Karkaroff mi avesse dato zero: l'indignazione di Ron valeva almeno cento punti per me.

E non era solo Ron... non erano solo i Grifondoro quelli che applaudivano nella folla. Quando si era arrivati al dunque, quando avevano visto che cosa dovevo affrontare, gran parte dei ragazzi della scuola si erano schierati dalla mia parte, come da quella di Cedric.

«Sei al primo posto, Elizabeth! Ottimo lavoro!» disse Charlie Weasley, il fratello di Ron domatore di draghi, affrettandosi a raggiungerci mentre tornavamo a scuola. «Senti, devo correre, devo mandare un gufo a mamma, le ho giurato di dirle che cosa succedeva - ma è stato incredibile! Oh, sí - e devi restare qui ancora qualche minuto... Bagman vuole parlarti nella tenda dei campioni».

Ron ed Hermione dissero che mi avrebbero aspettato, così tornai nella tenda. 
Fleur, Cedric e Krum entrarono insieme.

Un lato del viso di Cedric era coperto da una densa pasta arancione, che presumibilmente stava curando la sua scottatura.

Mi sorrise quando mi vide.

«Bel colpo, Elizabeth».

«Anche il tuo» gli dissi restituendogli il sorriso.

«Ben fatto, tutti quanti!» esclamò Ludo Bagman, entrando saltellando nella tenda, soddisfatto come se fosse stato lui a superare un drago. «Ora, solo due parole veloci. Avete una bella pausa lunga prima della seconda prova, che avrà luogo la mattina del 24 febbraio alle nove e mezza, ma nel frattempo vi diamo qualcosa a cui pensare! Se guardate le uova d'oro che tenete in mano, vedrete che si aprono... vedete il segno? Dovete risolvere l'indovinello che c'è nel vostro uovo, perché vi dirà qual è la seconda prova, e vi permetterà di prepararvi! È tutto chiaro? Sicuri? Bene, allora potete andare!»

Uscii in fretta dalla tenda con l’uovo e la Firebolt sotto il braccio e raggiunsi Ron e Hermione.

Insieme ci incamminammo lungo il limitare della Foresta, e solo allora mi venne in mente un particolare che mi fece bloccare sul posto.

I miei amici mi guardarono straniti.

«Ragazzi, ma dov’é Harry?»

 

Harry Pov

Elizabeth era stata grandiosa.

Mi avevano detto che era brava a volare ma quel che avevo visto, il modo in cui aveva acciuffato l’uovo, mi avevano persuaso che anche senza il mio aiuto sarebbe riuscita a superare la prima prova alla grande.

Ero molto orgoglioso di averla come sorella.

Appena dopo la fine della sua prova, proprio quando Ron ed Hermione si stavano allontanando dalle tribune per andarle incontro, sentii la runa del richiamo bruciare.

Con una scusa mi allontanai da loro, e corsi veloce verso la nostra Sala Comune fino a farmi bruciare i polmoni.

Quando arrivai, il volto di mio padre era già nel caminetto.

Sorrisi.

Avevamo molto di cui parlare.

 

James Pov

Sbattei la porta d’ingresso con forza.

Mio figlio non si era fatto vedere, e Lily non era riuscita a somministrargli la pozione per rivelare la nostra parentela.

Remus e Sirius non capivano.

Harry Evans era mio figlio, ed io lo avrei dimostrato a qualunque costo.

 

?? Pov

Entrare a Grimmuld Place numero 12 era stato piú facile del previsto.

Avevo silenziato il quadro della vecchia Walburga, addormentato Krecher e sostituito il medaglione vero con una copia.

Quel luogo sembrava disabitato da anni, quindi supposi che dopo averla abbandonata a sedici anni Sirius non ci avesse più rimesso piede, nonostante fosse a tutti gli effetti l’unico erede dopo la morte dei suoi genitori e di suo fratello.

Appena uscito dalla casa, annullai gli incanti sul quadro e sull’elfo domestico.

Mi smaterializzai direttamente nel mio studio ed aprii la teca dove avevo conservato i resti di Nagini, della coppa di Tassorosso e dell’anello dei Gaunt.

Posizionai al centro il medaglione ed evocai l’ardemonio.

Stava andando tutto secondo i piani.

XXXXXXXXXXXXXXXXX

Allora eccomi tornata.
Come potete vedere gran parte del pezzo del capitolo é stato tratto dal libro, e stesso dicasi per altri capitoli. 
Lo ripeto perché meglio una volta in piú che in meno. 
Ho ricevuto molte ipotesi su chi fosse il misterioso ?? E credo che con questo capitolo ho svelato abbastanza da far capire che non é Regulus. 
Mi scuso per la formattazione perché sto scrivendo i capitoli con il cellulare e non so come creare un HTML decente con i siti online. Non so nemmeno se esiste un'app Android che si occupa di questo quindi se avete qualche suggerimento da darmi é ben accetto. 
Elizabeth é al primo posto, rispetto al libro, perché ho pensato che, non essendosi ferita al braccio grazie allo scudo ed avendo totalizzato un tempo inferiore a quello di tutti gli altri campioni sarebbe stato strano il contrario.
I Potter non sono riusciti a far bere ad Harry la pozione per svelare la sua parentela con loro, e Remus e Sirius per certi versi ne sono piuttosto sollevati. 
Probabilmente hanno paura che il loro amico possa essere ritenuto un pazzo non solo da loro ma anche dal resto della comunità. 
Provvidenziale Runa del Richiamo. 
Sarà stato un caso? 
Tanti baci e al prossimo capitolo. 
Mary Evans

  
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