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Autore: LatazzadiTea    21/07/2017    5 recensioni
Oscar inizia a rendersi conto di ciò che prova, quando André smette di parlarle come faceva un tempo. Ora che tutto sembra cambiato, lei cercherà di ritrovare se stessa aprendo il suo cuore a un nuovo sentimento. Il suo amore per lui cresce dentro al suo cuore facendosi strada giorno per giorno, divendo sempre più intenso e opprimente, quanto il silenzio che la circonda senza il suono della sua voce.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Era una splendida giornata di fine estate del 1753. La marea stava salendo e Joséphine Huguet guardò le onde avanzare lentamente sulla sabbia.

- Fra poco dovrò tornare a casa... - mormorò sentendosi sopraffare dall'ansia.

Malgrado il sole pomeridiano fosse molto caldo, Joséphine rabbrividì un poco mentre la brezza marina le agitava la lunga gonna. Seduto accanto a lei, su una rada zolla erbosa, Robert Grandier l'attirò a sé, stringendola forte fra le braccia.

- E se decidessi di non lasciarti più andare? - la stuzzicò scherzosamente lui.

Robert le pose un dito sotto il mento e la baciò.

- Oh, Robert io... - ansimò Joséphine scostandosi un po per guardarlo nei grandi occhi castani.

- Sai che vorrei rimanere e parlarti di tante cose, ma i miei genitori mi staranno cercando a quest'ora, chiedendosi dove sono finita - gli rispose a malincuore la giovane.

Josèphine sbirciò verso la strada che costeggiava la scogliera a strapiombo sul mare, sperando di non scorgere la sua carrozza. Gli Huguet provenivano da Charleroi, una deliziosa cittadina del Belgio ed erano soliti passare le vacanze nelle vicinanze di Boulogne, dove possedevano un piccola casa sulla costa. Lei e Robert si vedevano di nascosto in quella spiaggia di proprietà della sua famiglia, fin da quando, circa due anni prima, vi si erano incontrati per la prima volta per caso. Robert Grandier viveva a Boulogne da diversi anni ormai, e gestiva col padre un'umile bottega da falegname.

Robert si recava spesso su quella spiaggia in cerca di legname e quel giorno in particolare, ne aveva trovata una grossa quantità a causa di un naufragio avvenuto poco distante da quelle coste. Non dovendo più acquistare il legno alla vicina segheria, Robert aveva risparmiato molto denaro, e dopo aver finito di caricare il suo ricco bottino sul carro, si era attardato ad osservare il mare ancora agitato dalla tempesta avvenuta la notte precedente. In un primo momento, Joséphine gli era apparsa come una sirena spuntata dalle onde, per poi rendersi subito conto che la ragazza doveva essere stata trascinata nell'acqua dalla forza di un violento cavallone abbattutosi su di lei mentre camminava a pochi passi dalla battigia.

Era stato amore a prima vista e ogni anno, durante le sue vacanze Robert l'aspettava in quella spiaggia, sperando di poterla rivedere anche solo per un breve istante.

- Sembra vicinissima, eh? Invece dovrai fare una lunga camminata per tornare fino a casa - osservò lui.

- Peccato che tu non possa volare, Joséphine, arriveresti in un baleno. Pensa alla faccia dei tuoi se atterrassi sul tettuccio della loro carrozza, gli verrebbe un colpo! - aggiunse Robert ridendo.

Joséphine si adombrò, nascondendosi fra le sue braccia forti e robuste. Robert non poteva sapere che in quella carrozza i suoi genitori non c'erano, la credevano in visita da un amica, ed infatti era proprio solo la sua amica Marguerite ad attenderla in quella carrozza. Se avessero saputo che invece scendeva alla spiaggia per incontrarsi con un uomo, loro e i suoi fratelli l'avrebbero spellata viva.

- Ho detto qualcosa di sbagliato? - si preoccupò Robert.

- No, è solo che, a volte penso che tu ami il mare e questo posto più di me - gli rispose lei.

- Ne sei proprio sicura? - le domandò lui sorridendo, dopo di ché la tirò su in piedi e la fece roteare tutt'intorno.

- Mettimi giù Robert Grandier! Fammi scendere... o dopo camminerò per tutto il tempo a zigzag come una papera! - strillò lei mettendosi a ridere a sua volta.

- Molto meglio! Così resterai con me ancora un momento! - replicò Robert gridando a sua volta.

- Non posso Robert, non posso davvero... devo andare adesso... - dovette insistere lei.

- Perché non posso chiedere a tuo padre di sposarti? - le chiese all'improvviso.

- Oh Robert, perché insisti sempre con questa storia? - sbottò la giovane in tremendo imbarazzo.

- Perché ti amo, Joséphine. Se è per la mia condizione sociale, per via del fatto che sono un umile falegname e i tuoi, invece, rinomati musicisti, sono sicuro che io e mio padre riusciremmo a farli ragionare. Troveremo un compromesso, vedrai... - ribatté Robert con un sospiro.

- Mio padre non vi permetterebbe nemmeno di mettere piede in casa, figuriamoci parlarvi o contrattare con voi per la mia mano. Lui non darà mai la sua unica figlia a un umile falegname Robert, a dire il vero, non sa nemmeno che tu esista! - gli confessò lei fra le lacrime.

Robert la prese fra le braccia e la zittì con un lungo bacio. Le sue labbra erano calde e il loro tocco gentile.

-Ti amo anch'io, non sai quanto... Voglio che diventi mio marito, ma so che mio padre non mi permetterà mai di sposarti - ammise Joséphine quando lui si fu scostato.

La differenza di classe sociale, malgrado Joséphine non fosse una nobile ma la figlia di un ricco borghese, li avrebbe divisi per sempre. Robert la prese sottobraccio e l'accompagnò fino alla fine del viottolo in cui la sua amica Marguerite la stava pazientemente aspettando, raccomandandosi di pensare alla sua proposta e al fatto che, nel caso i suoi genitori si fossero opposti, se avesse scelto di sposarlo la sua famiglia l'avrebbe sempre potuta accogliere come una figlia.

- Promettimi che parlerai di noi coi tuoi genitori stasera, ti prego amore mio - la supplicò Robert.

- Lo farò, Robert! Ti amo più della mia stessa vita... - gli aveva promesso quel tardo pomeriggio la giovane prima di salutarlo.




A quel tempo Marie lavora già come nutrice. Fino ad allora aveva cresciuto ben due generazioni di Jarjayes e ora, con le figlie del generale, che con l'ultima arrivata contava la bellezza di cinque femmine, si dedicava alla terza. Mandava a Boulogne la maggior parte del suo stipendio, e le uniche occasioni di visita che aveva, erano quelle legate ai periodi di vacanza che la famiglia del generale Jarjayes passava ad Arras presso una delle sue residenze.

Non vedeva il figlio ormai da mesi, quando Robert le spedì la prima lettera. Il giovane le raccontava di lei, della ragazza per cui aveva perso il suo cuore, Joséphine Huguet. Ricordava ancora il profondo timore che aveva provato quando Robert le aveva spiegato delle sue origini, del fatto che apparteneva a una famiglia altolocata, ma che sopratutto, che quella famiglia non l'approvava nella sua scelta di sposare un uomo di un estrazione sociale molto più bassa della sua.

Marie lo sapeva, l'aveva capito da tempo, mentre il figlio era troppo sciocco per comprendere quale fosse il suo posto nel mondo e fino a dove, un giovane con le sue origini, potesse aspirare di arrivare. Così alla prima occasione si era recata a casa per conoscere questa fanciulla, e capire cosa potesse fare per loro visto che il suo intento, fin da subito, era stato quello di aiutare il figlio malgrado lei stessa non vedesse di buon occhio quell'unione. Ma il giorno prefissato, poco dopo natale, Joséphine non si era presentata nel luogo dell'appuntamento. Era stata Marguerite, la sua amica, ad arrivare al suo posto con una missiva da parte della ragazza per Robert.

Joséphine gli diceva addio, chiedendogli di non cercarla mai più e di perdonarla, per essere stata tanto codarda da non essere riuscita a sfidare i suoi genitori che l'avevano promessa a un nobile fiammingo. Per Robert era stato un colpo troppo duro da digerire ed era andato più volte a bussare a quella porta, anche se inutilmente, visto che gli Huguet erano partiti ormai da giorni: Josèphine si era raccomandata con Marguerite di consegnare quella lettera qualche giorno dopo la sua partenza proprio per impedire a Robert di fermala.

Sei mesi più tardi lui e Marguerite erano sposati. Robert aveva voluto dimenticarla e ricominciare una nuova vita, con la speranza di ritrovare un po di pace e di tranquillità in quella sua esistenza tormentata. Quando solo un mese più tardi però, qualcuno bussò alla loro porta consegnando un fagotto di pochi giorni accompagnato da una lunga lettera, le cose cambiarono radicalmente per lui e la sua famiglia.

Robert non riusciva a crederci: quel bambino si chiamava André, ed era suo figlio.

Joséphine lo aveva dato alla luce a Charleroi il 26 Agosto di quell'anno e non potendolo tenere, lo affidava a lui perché lo crescesse e ne avesse cura. Dopo di ché, il suo primo, unico vero amore, era scomparso nel nulla, portando con sé tutte le sue speranze e i suoi sogni giovanili senza nessuna spiegazione logica, né una ragione che avesse un senso. Solo molti anni più tardi Robert avrebbe saputo tutta la verità, una verità che purtroppo, l'avrebbe ucciso.

Marie chiuse gli occhi dando libero sfogo al dolore provocato da quei ricordi, la sua unica consolazione era stato quel nipote. Ma André, se da sua madre aveva ereditato la bellezza, da suo padre non aveva preso solo la stuatura, ma anche la cocciutaggine. Nel rincorrere lo stesso sogno di suo figlio Robert, André avrebbe potuto fare la stessa fine.

Sospirò, e dopo aver asciugato un altra lacrima, passò al racconto della seconda lettera.




Lisette Huguet non smise di guardare fuori dalla finestra fino a che non scorse la carrozza che trasportava la figlia, rientrare alla scuderia. Una delle domestiche fece scoccare una delle pentole contro la parete piastrellata della cucina e lei sbottò, innervosita da quell'imperdonabile ritardo.

- Avevi giurato che saresti tornata in tempo per la cena, per dio figliola, dove sei finita? - volle sapere sua madre in collera.

- Ero con Marguerite, Maman, ve l'ho detto - tagliò corto Joséphine con il cuore in gola.

- Sei certa di non aver incontrato anche quello sfaticato di francese, sulla strada del ritorno? - le chiese serio suo fratello maggiore Philip. Joséphine sbiancò.

- Di che parli Phil, non dire sciocchezze! - replicò lei tentando di salvare la situazione. - Invece lo sai benissimo! - intervenne David sorridendo al fratello maggiore.

- Che francese? Chi sarebbe costui? - indagò Lisette sempre più turbata.

- Un giovane di Boulogne, Maman... - azzardò Philip che ovviamente non conosceva Robert di persona. Il ragazzo, che all'epoca aveva ventun anni, era stato informato da alcuni conoscenti del paese che la sorella minore aveva intrattenuto rapporti di cortesia con uno sconosciuto alla fiera del bestiame di Tully, e ovviamente non aveva gradito.

Josèphine respirò sollevata, per poco non si era tradita.

Il fatto che qualcuno si interessasse a lei anche quando non era sorvegliata dalla sua famiglia, la fece riflettere. Per fortuna, nessuno l'aveva mai vista con Robert su quella spiaggia. Doveva essere più cauta.

- Vi sbagliate, e comunque era il fratello di Marguerite il ragazzo con cui ho interloquito alla fiera... - ribatté lei facendosi forza.

La famiglia di Marguerite era ben vista dai suoi genitori, ed essendo il fratello di lei poco più di un bambino, non avevano ritenuto quell'incontro fortuito qualcosa per cui valesse la pena preoccuparsi.

- Guardatela, Joséphine è tutta rossa! - esclamò poi uno dei suoi fratelli minori.

Le cose sembravano essersi appianate dopo quel chiarimento, ma Lisette e Philip, per togliersi ogni dubbio, decisero d'indagare più a fondo sulla questione.

Joséphine aveva solo quindici anni ma era già una bellezza. Vantava lunghi capelli ricci e bruni e grandi occhi verdi da cerbiatto, di un colore intenso e molto particolare. Una caratteristica di cui lei stessa andava molto fiera, per questo sua madre e il fratello maggiore, dubitavano fortemente che non avesse mai suscitato interesse fra gli altri giovani incontrati a Buologne.

Ma era mai possibile che la loro piccola, così modesta e buona, si fosse intrattenuta da sola con un uomo a loro insaputa?

Non potevano immaginare che si fosse già concessa a qualcuno, e poco importava che quel qualcuno fosse stato l'uomo che amava; se avessero saputo di lei e del suo amante, molto probabilmente sarebbe stato quest'ultimo ad avere la peggio. Il pensiero che i suoi fratelli maggiori potessero fare del male a Robert la faceva impazzire, tanto quanto esserne la causa.

Avrebbe aspettato a parlare di lui ai suoi genitori, almeno, fino alla fine delle loro vacanze estive.


Naturalmente una volta a casa, per Joséphine, invece di migliorare le cose peggiorarono. Poco dopo essere tornata a Charleroi, il padre le aveva presentato un suo conoscente, un nobile olandese di quasi il doppio dei suoi anni. Aveva chiesto tempo per conoscere meglio l'uomo che la sua famiglia aveva scelto per lei, con la speranza che si stancasse di aspettarla e decidesse di rompere quel fidanzamento imposto.

La corrispondenza con Marguerite si era fatta così più fitta, l'amica le raccontava di Robert in forma anonima, di come stava, di ciò che faceva, di quanto l'amasse e la stesse aspettando, fino al punto che aveva chiesto e ottenuto il permesso di tornare a Buologne un ultima volta in occasione del natale, prima di fissare la data del matrimonio. Era partita con l'intento di sposare Robert all'insaputa dei suoi e di rifugiarsi con lui nella falegnameria della sua famiglia, e infatti, il giorno prima la vigilia, s'incontrarono di nuovo alla spiaggia. Nessuno dei due poteva prevedere che quella sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero visti, nemmeno dopo essersi amati di nuovo in quel posto segreto che apparteneva solo a loro avrebbero potuto immaginare di doversi separare per sempre.

Quando i fratelli Huguet e i loro scagnozzi arrivarono alla spiaggia dove Joséphine si era incontrata con Robert, il buio era profondo e il freddo glaciale.

Erano arrivati a Boulogne quel pomeriggio e dopo aver sbrigato alcuni affari al porto, erano andati a cercare la sorella minore a casa di Marguerite per festeggiare con lei il natale. Non avendola trovata i due giovani erano andati a cercarla altrove, sviati dall'amica di lei e dalla sua famiglia. Solo dopo aver compreso l'inganno, erano tornati a quella spiaggia dove la ragazza era solita andare e benché fosse quasi notte, fu proprio lì che la trovarono.

Robert era risalito lungo la strada per allontanarsi a cavallo, mentre lei si accingeva a salire sulla carrozza che l'avrebbe riportata a casa di Marguerite, quando li vide arrivare.

Robert sentì solo un grido lontano, un suono a che quella distanza non seppe riconoscere e che confuse con il richiamo di un uccello, forse di una civetta o di un gufo. In ogni caso proseguì felice verso casa, con la promessa di Joséphine a rischiarargli la via, quella di una nuova vita insieme.

Dunque, Joséphine era stata rapita dai suoi stessi fratelli e riportata a Charleroi contro la sua volontà, quella stessa notte?

Marie sospirò e ripose il resto di quelle missive al loro posto, un prezioso cofanetto d'ebano intarsiato.

Avrebbe continuato la lettura a tempo debito, doveva sapere tutto se voleva riuscire a spiegare come fossero andate le cose anche ad André. Qualcuno da uno dei corridoi  di servizio l'aveva chiamata, era ora di tornare ai suoi doveri.


 
   
 
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