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Autore: WolfieIzzy    21/07/2017    0 recensioni
Aprile 1795. Eleanor Kenway è su una carrozza diretta a Parigi, dopo aver affrontato un viaggio partito quasi un mese prima da casa, in America. Vuole scoprire di più sulla sua famiglia. Vuole scoprire da dove viene. Vuole diventare un'Assassina come suo padre, Connor. In Francia la aspetta il suo destino, e il Maestro Arno Victor Dorian, che la addestrerà per farla diventare un'Assassina perfetta e con il quale combatterà per il futuro della Nazione. Ambientata dopo gli eventi di Assassin's Creed Unity.
NB: Questa storia cerca di essere il più possibile fedele sia ai fatti storici reali, che a quelli fittizi appartenenti alla storia di Assassin's Creed. Qualsiasi modifica apportata al "canone" storico reale e/o appartenente al mondo di AC è voluta ed è utile ai fini della storia. Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arno Dorian, Napoleone Bonaparte, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Arno's POV*

Eleanor mi seguì fino al quartiere del Tempio, davanti al quale ci fermammo.

Il posto era circondato da realisti. E dovevo ammettere che trovarmi in quella situazione, in quel luogo... mi portò esattamente all'anno prima.

Scossi la testa, prima di ricadere in ricordi che mi avrebbero solo distratto.

'C'è un punto debole.' disse Eleanor.

'Dove?'

'Sulla destra. Vicino al castello, le mura sono meno circondate. Passiamo per di là.' 

La seguii fra i palazzi fino a che non riuscimmo ad intrufolarci all'interno dell'antico quartiere del Tempio. Non eravamo sicuri dell'esatta posizione di Poulain, ma il castello era definitivamente il luogo più adatto per un nascondiglio.

'Fermati.' mi disse Eleanor, facendomi un cenno con la mano. Eravamo nascosti sotto il porticato, l'entrata del castello si trovava solo a qualche decina di metri.
Ma sentimmo delle voci.

'Realisti. Solo un paio, davanti all'entrata. Ci penso io.'

Eleanor sgattaiolò via e trenta secondi dopo sentii i due uomini cadere a terra sgozzati.

La aiutai a nascondere i corpi ed entrammo nel castello.

'Dobbiamo salire.' le suggerii. 'Sicuramente si trova in alto.'

Io ed Eleanor arrivammo piano piano alle sale degli ultimi piani del castello, che era quasi vuoto. 

'Io... credo mi stia aspettando.' Disse Eleanor, con la voce leggermente incrinata.

Io le presi la mano fra le mie.

'Sei pronta. Ci sono io con te. Puoi fargliela pagare per tutto quello di orribile che ha causato a noi, ai nostri cari e a Parigi. Ah, e Eleanor... voglio che tu usi questa, per affrontarlo.'

Scostai la giacca dal mio fianco e dall'elsa dove abitualmente si trovava la mia solita spada tirai fuori la Spada dell'Eden, che avevo deciso di portare quel giorno per lei.

'Questa è... Arno, non può essere la...'

'Si, Eleanor. È la Spada dell'Eden. Per tutti questi mesi l'ho lasciata nascosta nei sotterranei del Cafè, ma ora è arrivato il momento di usarla. È un'arma che non ha di certo il potere che aveva secoli fa, ma rimane ancora letale. Più di qualsiasi altra spada.'

Appena Eleanor prese l'arma fra le mani, uno strano bagliore percorse gli strani simboli che percorrevano l'intera lama.

Eleanor sussultò per un secondo, e mi guardò.

'Che è successo?' le chiesi.

'Non ne ho idea. Per un secondo, mi è parso di sentire qualcosa. Credo derivi dalla Spada...' mormorò lei, dubbiosa.

'È un frutto dell'Eden. Hanno dei poteri che ancora oggi non siamo stati in grado di comprendere. Tu... usala per affrontare Poulain come useresti la tua spada e basta.'

Lei annuì.
'Anche perché non sappiamo cosa potrebbe avere lui fra le mani...' disse.

'È il motivo principale per cui l'ho portata qui oggi. Non abbiamo idea di quale frutto dell'Eden recuperato dall'Italia stessero parlando gli inglesi in quella lettera... quindi è meglio presentarsi preparati.'

Salimmo l'ultima rampa di scale, ritrovandoci davanti ad una sala molto ampia, quella che probabilmente doveva essere un'antica sala del trono.

Non un rumore, non un'ombra sospetta si mosse quando Eleanor entrò per prima.

La lasciai avanzare lentamente, passo dopo passo, fino a quando si udì una voce dal fondo della sala dove effettivamente era posto un trono di legno, con lo schienale molto alto girato inusualmente verso di noi.

'Erano anni che aspettavo di incontrarti.' disse una voce maschile molto profonda e un po' roca.

Io, per sicurezza, rimasi nascosto dietro le colonne davanti all'entrata senza farmi vedere.

Eleanor si fermò su due piedi a circa metà salone.

'Antoine Poulain.' disse. 'Finalmente.'

Si udì una leggera risata dal fondo della sala, e l'uomo si alzò dal trono appoggiandosi con le mani al parapetto della finestra.

'Sembra che i vostri amici della Guardia Nazionale stiano facendo fatica, a San Rocco.'

Notai qualcosa di strano. Poulain indossava qualcosa sulle spalle... un mantello dorato, che emetteva una strana e fioca luce. 

'Non ne sarei così sicura, Antoine. Dopo questi mesi non mi pare che tutti i tuoi piani siano andati a buon fine.' disse Eleanor, un po' troppo spavalda. Stava scherzando col fuoco e non ero sicuro quello fosse il momento più adatto.

Poulain, che le dava ancora le spalle, si irrigidì a quell'affermazione. Un secondo dopo, notai qualcosa di strano. Quello che aveva alle spalle non era un mantello dorato qualsiasi. Su quel mantello c'erano dei simboli... gli stessi simboli presenti sulla Spada dell'Eden.

Quella che aveva alle spalle era... la Sindone. La Sindone dell'Eden. Ecco qual era il Manufatto del quale stavano parlando gli inglesi nella lettera!

Poulain si girò lentamente verso Eleanor, mostrandosi finalmente in volto.

Assomigliava moltissimo a suo figlio. Nonostante l'età, che doveva essere prossima alla sessantina, era alto e ben piazzato. Al contrario del figlio, però, non sembrava abituato al combattimento corpo a corpo. E questo veniva decisamente a nostro vantaggio.

'È vero. Tu... e i tuoi Assassini, me li avete rovinati quasi tutti. Ma oggi, non sarà così.' disse, avvicinandosi di un altro passo a lei, che indietreggiò.

Si osservavano molto attentamente entrambi. E stavano dosando le parole. Nell'aria la tensione era altissima.

'Cosa te lo fa credere? Vi abbiamo annientati. Voi e le vostre alleanze. Non riuscirete mai a far rinascere l'Ordine dei Templari... ho sacrificato anche troppo per permettere che succeda. E tu sai benissimo di cosa parlo!' esclamò Eleanor, stringendo la mano sull'elsa della Spada dell'Eden.

'Tua madre... non era la persona che credevi.' Poulain alzò il tono della voce.

'So che mio figlio, prima che tu LO UCCIDESSI, ti ha proposto di allearti con noi... hai fatto un errore enorme a non accettare la sua offerta. Perché io non te la riproporrò, Eleanor. Ora è troppo tardi per qualsiasi cosa. Devo eliminarti a qualunque costo.' 

Velocissimo, mise la mano alla pistola che portava al fianco e sparò un colpo ad Eleanor, che fortunatamente riuscì a schivarlo lanciandosi dietro una statua di pietra.

Nonappena fu in piedi di nuovo, si scagliò con la spada dell'Eden addosso a lui, che aveva tirato fuori la sua e schivava tutti i suoi colpi. Evidentemente lo avevo sottovalutato, perché con la spada sembrava cavarsela.

Eleanor appariva esasperata e stanca di combattere, probabilmente a causa anche della fatica che aveva fatto in campo poco prima. Iniziai a preoccuparmi quando Poulain riuscì a parare un suo colpo e a sferrarle un pugno fortissimo in pieno ventre, che le fece mancare il respiro. 

Eleanor non sembrava recuperare.

'No..' sussurrò esasperata, passandosi una mano sul ventre.
Una lacrima le scese dal viso, mentre cercava di rimettersi in piedi fallendo miseramente.

Poulain fece una risatina, puntandole la spada al collo.

'E io che pensavo di trovarmi davanti chissà che avversaria. Sei quasi riuscita a rovinare i miei intenti in questi mesi... ma ho una cattiva notizia per te. Ora è tutto finito.' Le sussurrò all'orecchio, avvicinandosi a lei.

Eleanor nonostante la sua situazione colse l'occasione e, tirata fuori la lama celata, con un movimento velocissimo gliela piantò nello stomaco con tutta la forza che aveva.

Poulain perse la spada e cadde in ginocchio, premendosi la ferita con la mano.

Quello che successe poi, fu incredibile.

La Sindone sembrò prendere vita e si illuminò per qualche secondo, facendo sussultare Antoine che tolse la mano dalla ferita: sotto lo sguardo stupito di tutti, si scoprì che era svanita.

Il momento di incredulità finì grazie alla risata roca di Poulain, che tornò in piedi prendendo la spada.

'Ma che cosa...' disse Eleanor incredula, alzandosi e allontanandosi da lui.

'Sei sorpresa, Eleanor?... Arrenditi. Non riuscirai mai a sconfiggermi!' urlò lui e fece per colpirla a morte con la spada.

Ma Eleanor, incredibilmente, strinse i denti e afferrò la spada dell'Eden, pronta a rispondere al colpo.

La lama sembrò risvegliarsi in un modo quasi spaventoso.
La spada attrasse a sè un fascio di luce quando io, finalmente, decisi che era il momento per me di entrare in azione.

'ARNO!' chiamò lei guardando verso la mia direzione, quasi avesse avuto la mia stessa idea.

Così uscii dalla colonna.

Uscii correndo il più veloce possibile.
In un secondo che sembrò dividersi in un'infinità di frammenti temporali, riuscii a piombare addosso a Poulain e con la lama celata tagliai la catenella che teneva la Sindone attaccata al suo collo.

Poi non vidi più nulla. Solamente un fascio di luce accecante alle mie spalle...

Pochi attimi dopo, riaprii gli occhi.

Fra le mie mani stringevo la stoffa della Sindone. 
Un'immagine apparve nella mia mente: la sala del Tempio, un anno prima circa.

'Èlise! No!' 

Rividi il suo volto. Senza vita, fra le mie mani.

No. Non potevo ricaderci.

Scossi la testa e mi alzai subito, girandomi.

Ma non riuscii a credere a quello che mi si parò davanti agli occhi.

Davanti al muro di pietra, il corpo senza vita di Poulain.

Di fronte ad esso, Eleanor... in ginocchio, che lo fissava incredula.
L'elsa della Spada dell'Eden lasciò le sue dita, provocando un leggero tonfo metallico che riecheggiò nella sala.

'Che cosa diavolo è successo...' mormorò con la voce tremante.

Io corsi e mi inginocchiai davanti a lei, abbracciandola fortissimo.

'Per fortuna, per fortuna stai bene. Eleanor, stai bene?' le chiesi agitato, prendendo il suo viso fra le mie mani.

Lei annuì, e scoppiò a piangere.

'È finita? È finita davvero?' chiese.

'Si, si lionne. È finita davvero.' la strinsi di nuovo a me, accarezzandole leggermente il capo.

Non sembrava reale nemmeno a me.
Ma era davvero finita.

*Angolo dell'autrice*

Mamma mia, ragazzi, ormai ci siamo! Siamo giunti quasi alla fine della storia, manca ancora qualcosa da chiarire ma scoprirete tutto nel prossimo capitolo, che sarà l'epilogo. Allora, che dire? È stata davvero un'avventura fantastica per me scrivere e immaginare questo racconto, per poi pubblicarlo qui. Eleanor alla fine ce l'ha fatta, ha sconfitto il nemico più grande... anche grazie all'aiuto di Arno, e si, della Spada dell'Eden. Devo confessare che raccontare quest'ultima sfida è stato davvero emozionante per me. Che dire, i saluti li farò nel prossimo ed ultimo (mi sembra incredibile dirlo) capitolo!
Ringrazio tantissimo voi per avermi letta e scritto le vostre opinioni (che da un po' non leggo più e mi piacerebbe moltissimo tornare a farlo!) questa storia è stata molto importante per me, che non scrivevo da un po' e riuscire a concluderla è davvero un traguardo.
Grazie ancora!

Izzy
 

  
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