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Autore: Mikirise    25/07/2017    1 recensioni
La storia del soldatino di piombo non va mai a finire bene, non importa quante volte Kate la legga.
[Clintasha] [Modern!au]
Genere: Angst, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agente Maria Hill, Agente Phil Coulson, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prima che iniziate a leggere voglio lasciare due note:
La prima è: all'inizio questa doveva essere una Clintasha pura e semplice. Ho una lista di scrittura lunga come l'HTML che sto usando in questo momento. Mi ero detta vai così, scrivi la clintasha che ti hanno chiesto e non affezionartici. E invece mi sono affezionata alla storia, e continuo a scriverla quando sono triste. Yuppi. Ho usato alcune cose che ho letto nella testata di Hawkeye e nella testata della Vedova Nera, questo perché nell'MCU non mi lasciano molto su cui lavorare. Quindi okay. Non dovete aver letto niente, ma ehi. L'importante è avvertire.
La seconda nota è: ciao, vi voglio bene, spero che la storia vi piaccia. Domani pubblicherò il vero primo capitolo. La mania dei prologhi mi è rimasta, che devo fare? Yuppi?






Clint tira su col naso e si rigira nel letto, mentre Kate continua a saltare sul materasso, con Lucky che la guarda con il muso inclinato. Non ne è sicuro. È soltanto il fantasma lontano di un pensiero che gli balena in testa e, dopo qualche secondo, non è neanche poi tanto sicuro che ci fosse, qualche pensiero, all'interno della sua testa, ma -davvero, non ne è sicuro. Non crede di aver lasciato le chiavi a Kate, però. Non ricorda nemmeno di aver nascosto delle chiavi nella pianta davanti all'appartamento. A dirla tutta, non è sicuro del fatto che ci sia una pianta davanti alla porta del suo appartamento. Magari è tutta un'illusione ottica. Se fa finta di dormire abbastanza forte, l'illusione di Kate che salta sul materasso scomparirà e Lucky salirà sul letto, cosa che gli è proibitissimo fare, e dormirà vicino a lui. Sistema le mani sotto la testa e aggrotta le sopracciglia per concentrarsi e riprendere sonno. Kate fa un altro salto, pericolosamente vicino alla sua pancia. Odia quando fa così.

“Basta” borbotta lui, affondando la testa nel cuscino e continuando a fare strani versi di stanchezza. “Kate. Caffè. Sonno. Letto.” Si passa una mano sul viso e tira su le coperte.

“È mezzogiorno.” La ragazza, con un ultimo salto, si lascia cadere in ginocchio sul letto, per scuoterlo e farlo girare verso di lei. Clint non può vedere il suo viso. Nel senso che può, ma c'è veramente troppa luce per essere in un appartamento in città e con delle finestre così piccole. L'aveva scelto apposta. Così entra poca luce per svegliarlo nei suoi giorni liberi. O nei suoi giorni normali. Odia troppa luce in generale. Allora tiene gli occhi chiusi e aspetta che la ragazza lasci la presa, prima di farsi cadere di nuovo sul letto e girarsi di fianco. “Stai bene?” Clint nasconde la testa sotto il cuscino, dopo aver tirato su il lenzuolo e aver chiuso gli occhi, di nuovo, in un chiaro tentativo di riprendere sonno. È solo tanto stanco, si dice. Ha solo bisogno di dormire. Sente Kate sospirare e scendere dal letto. Probabilmente Lucky inclina la testa e la osserva incuriosito, e lei prende il muso tra le mani e fa quella smorfia strana che fanno le persone quando parlano con i cani, o coi bambini. “Ieri è stato un giorno speciale, Lucky” dice lei, e il cane scodinzola felice di ricevere affetto. Lei sospira. “Lo è stato per un soldatino di piombo” sussurra. “La conosci la storia del soldatino di piombo e la sua ballerina di carta?” chiede a Lucky, che inclina ancora la testa, appoggiandola contro la mano della ragazza. Lei ride. Lui probabilmente vuole solo un pezzo di pizza. Clint vorrebbe solo dormire.

Tiene gli occhi chiusi. Si concentra sul niente e la voce di Kate gli entra in testa. Vorrebbe solo poter dormire in pace. È solo stanco. Lo giura. È solo stanco.

“C'era una volta” inizia lei, dondolando i piedi fuori dal letto. Lucky si siede, lei sorride, Clint resiste. “C'era una volta” ripete lei.


 
  
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