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Autore: lady_sayuri    27/07/2017    1 recensioni
Una misteriosa ragazza di nome Rose appare nella ormai tranquilla cittadina di Satan City per portare a compimento una missione importante. Incontrerà i Saiyan, con i quali restaurerà un bel rapporto; essi infatti sono fondamentali per portare a compimento il suo compito. Qualche tempo dopo, però, grazie soprattutto all'aiuto di Junior, Goku e gli altri Saiyan riusciranno a scoprire la sua vera identità. Infatti, la ragazza non è quello che sembra: sembra avere una correlazione con uno dei Saiyan. Riuscirà Rose a portare a termine il suo compito? E, soprattutto, chi è realmente?
La storia è ambientata tra la fine della Saga di Super C-17 e la saga dei draghi malvagi, dunque esattamente un anno dopo l'inizio della storia di Dragon Ball GT e poco prima della dipartita di Goku.
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Goten/Valese
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 47

 

 

*Intanto, mezz’oretta prima, al Palazzo del Supremo*

«Ciao!»

Rose, appena atterrata, salutò Dende e Junior, che, come al solito, la aspettavano a quell’ora per allenarla.

I due ricambiarono il saluto.

«Cominciamo?» chiese la ragazza, felice ed emozionata di poter iniziare l’allenamento.

«Certo» le rispose Dende sorridendo.

I due si sedettero per terra a gambe incrociate, l’uno davanti all’altro, come sempre. Chiusero gli occhi e si concentrarono sulla loro energia.

Rose, focalizzandosi sull’enorme flusso di energia che si risvegliava sempre di più dentro di sé, all’improvviso udì la voce di Dende: «Rose!»

La ragazza aprì gli occhi e si ritrovò a guardare un Dende dall’espressione lievemente preoccupata.

«Che succede?» chiese lei, allarmata.

«I-io… ho percepito qualcosa di strano in te. Fammi controllare meglio»

Le posò una mano su un braccio e chiuse gli occhi.

La ragazza sentì dentro di sé l’energia di Dende che, partendo dal suo braccio, raggiunse ogni parte del suo corpo fino ad arrivare ai piedi.

Qualche secondo dopo, il Supremo riaprì gli occhi e chiamò Junior: «Junior, vieni qui a controllare anche tu»

Il namecciano si avvicinò e fece la stessa identica cosa che aveva appena fatto Dende.

«Eh sì» disse Junior «E’ proprio così»

«Ma di che cosa state parlando?» domandò Rose, leggermente infastidita per non aver ancora capito il problema.

«Adesso lo capirai tu stessa» disse Dende, ponendole ancora una volta la mano sul braccio.

Rose chiuse gli occhi e fu un attimo: dentro di sé percepì un’energia strana, diversa, proprio all’altezza del bacino.

All’improvviso, capì tutto.

Non lo sapeva per certo, ma il suo istinto le diceva che si trattava proprio di quello.

Riaprì immediatamente gli occhi e guardò allibita Dende e Junior.

«C-cosa?» chiese lei, con voce tremante «M-ma… è proprio q-quello che penso?»

«Temo proprio di sì» rispose Junior, con tono pacato.

«M-ma…» la ragazza si alzò di scatto da terra. I suoi occhi, che guardavano verso il basso, si muovevano di continuo, fissando pensierosi molti punti del pavimento.

Fu presa dalla paura, e sentì il suo cuore accelerare i battiti.

«Vista la tua attuale situazione» disse Dende «temo che non potremo più continuare gli allenamenti. Sarebbe troppo rischioso per te.

E comunque, credo che tu sia arrivata già ad un buon punto, puoi proseguire da sola»

La ragazza alzò lo sguardo e lo posò su Dende.

«C-certo» fu l’unica parola che riuscì a pronunciare «B-bene. Allora io… io vado»

I due annuirono e la ragazza, dirigendosi a passo incerto verso il bordo del Palazzo, spiccò il volo.

Dopo alcuni minuti atterrò nel centro di Satan City, entrò in un negozio, uscì e spiccò di nuovo il volo, questa volta in direzione della casa dei suoi nonni sui monti Paoz.

Sapeva che lì non doveva esserci nessuno, poiché i suoi parenti dovevano già essere tutti partiti alla volta della Capsule Corporation.

Come da lei previsto, in casa non trovò nessuno ed entrò indisturbata, dirigendosi verso il bagno. Dopo quella che per lei fu un’ora, ma che invece erano una quindicina di minuti, uscì dal bagno con il cuore che le batteva all’impazzata.

Aveva fatto ben tre test di gravidanza, e tutti e tre erano risultati positivi.

Non poteva essere.

Come poteva essere successo? Lei e David erano sempre stati attenti, sempre.

Non poteva essere capitato, proprio a e lei ma soprattutto proprio in quel momento!

Era furiosa, avvilita, si sentiva senza forze. Ma, soprattutto, non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere! La aveva presa completamente alla sprovvista.

Guardò per la decima volta i tre test di gravidanza che aveva in mano, chissà, magari sperando in un qualche cambiamento: sperava di aver visto male, oppure che i test non fossero corretti. Ma come era possibile che tre test fossero tutti sbagliati?

Sperava che fosse tutto un sogno, che tra qualche minuto si sarebbe risvegliata al Palazzo del Supremo. Chissà, magari facendo un esercizio poteva essersi addormentata oppure svenuta per il troppo sforzo, e quindi forse doveva ancora svegliarsi?

Sperò con tutto cuore che fosse così, ma più guardava i test e più si accorgeva che era tutto dannatamente reale.

Inoltre, se si concentrava sulla propria energia interiore, in particolare quella del bacino, poteva percepire benissimo quell’energia, che le diceva che c’era un altro esserino, minuscolo come una formica, dentro di lei.

Era una sensazione molto forte, bellissima ma nello stesso tempo che le causava molta paura.

La ragazza alzò gli occhi verso l’alto, mentre un’ espressione di disperazione appariva sul suo volto. Subito sentì gli occhi inumidirsi; qualche secondo dopo, erano pieni di lacrime. Chiuse le palpebre e strizzò gli occhi: non riuscì a trattenersi e scoppiò immeditatamente in lacrime. Si lasciò completamente andare in un pianto disperato, che durò qualche minuto.

Nella sua mente cominciarono a prendere forma vari pensieri: che cosa avrebbe pensato, suo padre, se fosse lì con lei, venendo a conoscenza di quella notizia? Come avrebbe reagito? Sicuramente avrebbe un po’ perso le staffe, all’inizio, ma poi forse si sarebbe calmato. Se la sarebbe presa anche con David, ovviamente: si immaginava già la scena in cui suo padre salutava il ragazzo a fatica, quasi senza nemmeno guardarlo in faccia.

E sua madre? Lei, forse, inizialmente sarebbe caduta in panico, ma poi sarebbe stata un po’ più comprensiva nei suoi confronti, e avrebbe cercato di trovare una soluzione.

Provò vergogna di fronte all’immagine dei suoi genitori che la fissavano, allibiti, sapendo che era rimasta incinta.

D’altronde, David era sempre stato uno di casa e loro lo avevano sempre accolto a braccia aperte e si erano sempre fidati di lui; probabilmente, avrebbero perso completamente fiducia sia in lei che in lui.

E poi, che cosa avrebbe pensato Pan? La Pan che conosceva la aveva sempre messa in guardia, proprio di fronte all’esperienza che lei stessa aveva avuto quando aveva vent’anni, e che l’aveva portata ad avere il suo primogenito, George.

Nella sua mente apparve Pan che la fissava con sguardo indignato, mentre, scuotendo la testa, diceva: “Ti avevo avvertito, io!”.

Che cosa sarebbe accaduto se fosse riuscita a tornare nel suo futuro, e a riportare in vita tutti quanti? Avrebbe detto loro “Mamma, papà, nel frattempo sono rimasta incinta nel futuro?!”

In quel momento, sapeva solo che non poteva sopportare anche questo, dopo tutto ciò che le era capitato: prima l’arrivo di Ludir, poi la morte di tutta la sua famiglia, poi la rottura con il suo ragazzo, poi la morte di Bulma, poi quella di Ellen e adesso anche questo.

Non poteva sopportarlo.

Non poteva essere capitato proprio a lei!

Si sentiva spaesata, non sapeva qual era il prossimo passo da fare.

Anzi, lo sapeva benissimo: andare da David.

Quindi, si asciugò frettolosamente le lacrime che le rigavano il volto e guardò l’orologio della cucina. Si accorse di essere in ritardo per il pranzo: ormai erano più di venti minuti che la stavano aspettando.

Così, prese di nuovo il volo alla volta della casa di Bulma.

   
 
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