CAPITOLO
47
*Intanto,
mezz’oretta prima, al Palazzo del Supremo*
«Ciao!»
Rose,
appena atterrata, salutò Dende e Junior, che, come al
solito, la aspettavano a quell’ora per allenarla.
I
due ricambiarono il saluto.
«Cominciamo?»
chiese la ragazza, felice ed emozionata di poter iniziare
l’allenamento.
«Certo»
le rispose Dende sorridendo.
I
due si sedettero per terra a gambe incrociate, l’uno davanti
all’altro, come sempre. Chiusero gli occhi e si concentrarono
sulla loro
energia.
Rose,
focalizzandosi sull’enorme flusso di energia che si
risvegliava sempre di più dentro di sé,
all’improvviso udì la voce di Dende:
«Rose!»
La
ragazza aprì gli occhi e si ritrovò a guardare un
Dende
dall’espressione lievemente preoccupata.
«Che
succede?» chiese lei, allarmata.
«I-io…
ho percepito qualcosa di strano in te. Fammi controllare
meglio»
Le
posò una mano su un braccio e chiuse gli occhi.
La
ragazza sentì dentro di sé l’energia di
Dende che, partendo dal
suo braccio, raggiunse ogni parte del suo corpo fino ad arrivare ai
piedi.
Qualche
secondo dopo, il Supremo riaprì gli occhi e
chiamò Junior:
«Junior, vieni qui a controllare anche tu»
Il
namecciano si avvicinò e fece la stessa identica cosa che
aveva
appena fatto Dende.
«Eh
sì» disse Junior «E’ proprio
così»
«Ma
di che cosa state parlando?» domandò Rose,
leggermente
infastidita per non aver ancora capito il problema.
«Adesso
lo capirai tu stessa» disse Dende, ponendole ancora una
volta la mano sul braccio.
Rose
chiuse gli occhi e fu un attimo: dentro di sé
percepì
un’energia strana, diversa, proprio all’altezza del
bacino.
All’improvviso,
capì tutto.
Non
lo sapeva per certo, ma il suo istinto le diceva che si
trattava proprio di quello.
Riaprì
immediatamente gli occhi e guardò allibita Dende e Junior.
«C-cosa?»
chiese lei, con voce tremante «M-ma… è
proprio q-quello
che penso?»
«Temo
proprio di sì» rispose Junior, con tono pacato.
«M-ma…»
la ragazza si alzò di scatto da terra. I suoi occhi, che
guardavano verso il basso, si muovevano di continuo, fissando
pensierosi molti
punti del pavimento.
Fu
presa dalla paura, e sentì il suo cuore accelerare i
battiti.
«Vista
la tua attuale situazione» disse Dende «temo che
non
potremo più continuare gli allenamenti. Sarebbe troppo
rischioso per te.
E
comunque, credo che tu sia arrivata già ad un buon punto,
puoi
proseguire da sola»
La
ragazza alzò lo sguardo e lo posò su Dende.
«C-certo»
fu l’unica parola che riuscì a pronunciare
«B-bene.
Allora io… io vado»
I
due annuirono e la ragazza, dirigendosi a passo incerto verso il
bordo del Palazzo, spiccò il volo.
Dopo
alcuni minuti atterrò nel centro di Satan City,
entrò in un
negozio, uscì e spiccò di nuovo il volo, questa
volta in direzione della casa
dei suoi nonni sui monti Paoz.
Sapeva
che lì non doveva esserci nessuno, poiché i suoi
parenti
dovevano già essere tutti partiti alla volta della Capsule
Corporation.
Come
da lei previsto, in casa non trovò nessuno ed
entrò
indisturbata, dirigendosi verso il bagno. Dopo quella che per lei fu
un’ora, ma
che invece erano una quindicina di minuti, uscì dal bagno
con il cuore che le
batteva all’impazzata.
Aveva
fatto ben tre test di gravidanza, e tutti e tre erano
risultati positivi.
Non
poteva essere.
Come
poteva essere successo? Lei e David erano sempre stati
attenti, sempre.
Non
poteva essere capitato, proprio a e lei ma soprattutto proprio
in quel momento!
Era
furiosa, avvilita, si sentiva senza forze. Ma, soprattutto,
non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere! La aveva presa
completamente
alla sprovvista.
Guardò
per la decima volta i tre test di gravidanza che aveva in
mano, chissà, magari sperando in un qualche cambiamento:
sperava di aver visto
male, oppure che i test non fossero corretti. Ma come era possibile che
tre
test fossero tutti sbagliati?
Sperava
che fosse tutto un sogno, che tra qualche minuto si
sarebbe risvegliata al Palazzo del Supremo. Chissà, magari
facendo un esercizio
poteva essersi addormentata oppure svenuta per il troppo sforzo, e
quindi forse
doveva ancora svegliarsi?
Sperò
con tutto cuore che fosse così, ma più guardava i
test e più
si accorgeva che era tutto dannatamente reale.
Inoltre,
se si concentrava sulla propria energia interiore, in
particolare quella del bacino, poteva percepire benissimo
quell’energia, che le
diceva che c’era un altro esserino, minuscolo come una
formica, dentro di lei.
Era
una sensazione molto forte, bellissima ma nello stesso tempo
che le causava molta paura.
La
ragazza alzò gli occhi verso l’alto, mentre
un’ espressione di
disperazione appariva sul suo volto. Subito sentì gli occhi
inumidirsi; qualche
secondo dopo, erano pieni di lacrime. Chiuse le palpebre e
strizzò gli occhi:
non riuscì a trattenersi e scoppiò
immeditatamente in lacrime. Si lasciò
completamente andare in un pianto disperato, che durò
qualche minuto.
Nella
sua mente cominciarono a prendere forma vari pensieri: che
cosa avrebbe pensato, suo padre, se fosse lì con lei,
venendo a conoscenza di
quella notizia? Come avrebbe reagito? Sicuramente avrebbe un
po’ perso le
staffe, all’inizio, ma poi forse si sarebbe calmato. Se la
sarebbe presa anche
con David, ovviamente: si immaginava già la scena in cui suo
padre salutava il
ragazzo a fatica, quasi senza nemmeno guardarlo in faccia.
E
sua madre? Lei, forse, inizialmente sarebbe caduta in panico, ma
poi sarebbe stata un po’ più comprensiva nei suoi
confronti, e avrebbe cercato
di trovare una soluzione.
Provò
vergogna di fronte all’immagine dei suoi genitori che la
fissavano, allibiti, sapendo che era rimasta incinta.
D’altronde,
David era sempre stato uno di casa e loro lo avevano
sempre accolto a braccia aperte e si erano sempre fidati di lui;
probabilmente,
avrebbero perso completamente fiducia sia in lei che in lui.
E
poi, che cosa avrebbe pensato Pan? La Pan che conosceva la aveva
sempre messa in guardia, proprio di fronte all’esperienza che
lei stessa aveva
avuto quando aveva vent’anni, e che l’aveva portata
ad avere il suo primogenito,
George.
Nella
sua mente apparve Pan che la fissava con sguardo indignato,
mentre, scuotendo la testa, diceva: “Ti avevo avvertito,
io!”.
Che
cosa sarebbe accaduto se fosse riuscita a tornare nel suo
futuro, e a riportare in vita tutti quanti? Avrebbe detto loro
“Mamma, papà,
nel frattempo sono rimasta incinta nel futuro?!”
In
quel momento, sapeva solo che non poteva sopportare anche
questo, dopo tutto ciò che le era capitato: prima
l’arrivo di Ludir, poi la
morte di tutta la sua famiglia, poi la rottura con il suo ragazzo, poi
la morte
di Bulma, poi quella di Ellen e adesso anche questo.
Non
poteva sopportarlo.
Non
poteva essere capitato proprio
a lei!
Si
sentiva spaesata, non sapeva qual era il prossimo passo da
fare.
Anzi,
lo sapeva benissimo: andare da David.
Quindi,
si asciugò frettolosamente le lacrime che le rigavano il
volto e guardò l’orologio della cucina. Si accorse
di essere in ritardo per il
pranzo: ormai erano più di venti minuti che la stavano
aspettando.
Così,
prese di nuovo il volo alla volta della casa di Bulma.