Film > Pirati dei caraibi
Segui la storia  |       
Autore: Rack12345    30/07/2017    2 recensioni
[In Sospeso]
Dal testo:
"Proprio così, il suo desiderio era quello di diventare un pirata. Cosa che non si addice di solito ad una ragazza. Ma lei era diversa. Amava il mare più della sua stessa vita, e quale modo migliore per dimostrarlo se non dedicando la sua vita ad esso?"
--------
"Le scostò una spalla del vestito madido di sudore che indossava cercando di far sì che non si svegliasse o chissà che avrebbe pensato di lui. Osservò la spalla della giovane con attenzione e vide quel tatuaggio, visto anni prima, che riconobbe e che non poteva dimenticare. Sulla pelle della ragazza era disegnata la rosa dei venti sospesa su delle onde che ora, dopo anni, stavano sbiadendo.
Impossibile scordare una ragazza tanto determinata come lei.
-Williams.- sussurrò Jack."
------
Ciao Pirati!
Vi spiego un po' di cose prima di leggere la fanfiction:
-La storia è ambientata dopo i fatti della maledizione della prima luna, ma non avverranno gli avvenimenti (scusate il gioco di parole) dei seguenti film;
-Forse il mio Jack non sarà del tutto fedele al Jack dei film;
-Godetevi la storia e fatemi sapere cosa ne pensate, ne ho bisogno :) Grazie per l'attenzione.
Rack
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erin & Jack's Saga
Cadice
 




Jack se ne stava appollaiato sulle scale del cassero di poppa. Era tutto il giorno che si trovava sopracoperta per manovrare la sua nave e in quel momento Gibbs gli aveva detto di riposarsi e che alla nave per un po' ci avrebbe pensato lui. Così Jack per "riposarsi" si era seduto sulla prima cosa che aveva trovato ed aveva poggiato la testa contro il corrimano. Durante tutto il mese in cui avevano viaggiato verso Cadice non era mai stato così stanco. Gli bruciavano gli occhi per via del sole che aveva preso per tutto il giorno e ed era ancora dolorante per l'allenamento con Erin del giorno prima. Sorrise al ricordo di come lo aveva conciato, pensando che fosse una fortuna che la ragazza imparasse così in fretta tutto ciò che lui e William le insegnavano. Era diventata veramente brava a tirare di spada ed ogni giorno migliorava. Jack ricordava quanto all'inizio la ragazza avesse faticato anche solo ad imparare ad impugnare la spada, ma ogni giorno lei migliorava ed adesso era lui che faceva un po' di fatica a tenerle testa. Aveva ancora molto da imparare, non aveva mai combattuto contro un avversario vero e proprio, ma l'importante era che avesse imparato ad essere agile con la spada. E poi aveva la sua infallibile mira con la pistola.
-Sei quasi quasi al mio livello!- le aveva detto Jack.
Dopo aver riposato per pochi minuti gli occhi il capitano si alzò ed osservò il mare. Ormai mancava meno di un giorno per arrivare alle coste della Spagna. Lo capiva dal colore dell'acqua. Non era cristallina e di quell'azzurro chiaro tipico del mar dei Caraibi. Era di un blu molto intenso, un blu che Jack non aveva mai visto in acqua. Osservò la posizione del sole: stava per posarsi sul pelo dell'acqua. Probabilmente sarebbero sbarcati la mattina successiva.
-Gibbs?-
-Sì, capitano?-
-Io vado a farmi un sonnellino, ho il cervello fritto. Per qualsiasi cosa puoi cercare quello scansafatiche del primo ufficiale.- disse Jack massaggiandosi le tempie.
-Va bene, capitano.- rispose Gibbs.
Jack osservò ancora una volta il mare ed ebbe una strana sensazione. Gli girò la testa e per un secondo vide tutto a chiazze bianche.
Scosse la testa e si disse che era normale dopo aver passato 12 ore in coperta senza toccare cibo e acqua. Solo rum.
Prima di entrare nella sua cabina prese la bussola. Lo faceva spesso: guardarla senza motivo, anche quando sapeva già quale fosse la rotta giusta.
L'ago prese a girare come al solito e poi puntò verso la sua cabina.
"Ho decisamente bisogno di dormire." pensò.
 Si diresse dove puntava la sua bussola, ma poi l'ago si spostò leggermente. Jack alzò un sopracciglio e seguì la direzione in cui puntava l'ago della bussola, finché l'ago non ruotò verso destra indicando una stanza ben precisa. Jack la osservò. La stanza di Erin.
La ragazza era ciò che voleva di più al mondo in quel momento?
Forse.
Cosa avrebbe dovuto fare? Bussare? Spiarla dalla serratura? Origliare un qualsiasi rumore?
Appoggiò l'orecchio alla porta nell'intento di sentire qualcosa, ma questa si scostò leggermente emettendo un live cigolio.
"Mannaggia. E' l'unica donna che non chiude la porta a chiave in un posto che brulica di uomini che non vedono donne da un mese!"
Il capitano rimase immobile sperando che Erin non avesse visto o sentito nulla, sperando che dormisse. Intanto la porta si era aperta quel che bastava per poter vedere dentro la stanza della ragazza, così Jack colse l'occasione per sbirciare.
Solo che nella stanza non c'era nessuno.
"Dove diavolo si è cacciata stavolta?"
Era da quando Jack le aveva detto di suo padre che Erin non stava ferma un attimo. Se ne andava sempre in giro sulla Perla, cercando qualcosa da fare per non pensare al fatto che suo padre era vivo. Jack capiva quanto la ragazza potesse essere sconvolta, ma questo suo modo di reagire era veramente strano.
-Erin?-
Nessuna risposta.
"Bah!"
Ma se Erin non era lì, per quale motivo la bussola lo aveva portato alla sua stanza? Per rispondere a questa domanda Jack decise di entrare nella stanza. Vide che era ordinata come non lo era mai stata nel mese in cui la ragazza si era imbarcata con loro. Il letto era rifatto alla perfezione con le coperte che Jack aveva "preso in prestito" durante la loro ultima tappa di una settimana prima, per terra era pulito, anche lo scrittoio era in ordine.
 Jack si soffermò a guardare cosa c'era sullo scrittoio: vari fogli con disegni fatti a caso, scritte che Jack non riusciva a comprendere a causa della velocità con cui la ragazza le aveva scritte. Tra i vari disegni poi ne notò uno in particolare. Non era finito, ma dalla bandana e dai capelli, Jack poteva benissimo intuire che si trattasse di un suo ritratto. Ne rimase colpito, non avrebbe mai immaginato che Erin disegnasse e non si sarebbe mai aspettato che avrebbe potuto disegnare lui. Decise che per il momento aveva sbirciato abbastanza negli affari di Erin ed uscì dalla stanza sperando di non trovarsela davanti.
Una volta uscito rizzò le orecchie e si bloccò sul posto. Sentì una risata, anzi due. Erano lei ed Elizabeth che chiacchieravano nella stanza di quest'ultima. Jack si avvicinò alla cabina di Elizabeth e Will ed origliò cosa stavano dicendo le due. Capì ben poco anche perché il sonno e la stanchezza lo attanagliavano sempre di più.
"Non ci credo Beth!"
"Te lo giuro! Ho bruciato tutto il rum dando fuoco quasi completamente all'isola! Dovevi vedere la faccia di Jack!"
Jack aggrottò le sopracciglia "Ma tu guarda queste qui.."
"Senti Erin, tornando a tuo padre.."
"No Elizabeth, tranquilla.. Lo capisco, alla fine ci conosciamo da così poco e nessuno di voi avrebbe mai potuto essere sicuro che non avrei reagito alla notizia uccidendovi tutti."
"Ok, momento riflessivo tra donne, meglio se me ne vado."
Jack si allontanò dalla stanza e si recò nella sua cabina.
Finalmente si stese sul suo letto a pancia in su portandosi entrambe le mani dietro la nuca. Gli scricchiolarono le ossa e la testa prese a girargli, ma dopo poco tempo si fermò e si addormentò.
 
----------------------------
 
Erin aggrottò le sopracciglia
-Liz, non hai sentito dei passi svelti li fuori?-
-Effettivamente sì, mi è parso di sentirli!- la bionda si girò controllando che nessuno stesse alla porta -Non preoccuparti, sono i mozzi che puliscono qui sopra le nostre teste!-
Erin annuì sorridendo.
-Sai Erin.. Io e te non abbiamo mai parlato del tuo rapporto con Jack.-
La ragazza scosse la testa agitando le mani.
-Che rapporto scusa?-
-Beh..- cominciò Elizabeth -Si vede lontano un miglio che siete attratti l'uno dall'altra. Sotto tutti i punti di vista, Erin.-
-M-ma no! Ma che dici!-
-Avanti! Con me puoi parlarne!-
Effettivamente cosa provava Erin nei confronti di Jack? Si trovò a chiederselo anche se non era quella la prima volta in cui se lo chiedeva da quando lo aveva rivisto.
Erin aveva sempre ammirato Jack, fin dal loro primo incontro. Lo trovava geniale, folle, dolce. Lo aveva adorato durante quei tre giorni in cui l'aveva scortata a Tortuga ed adesso il loro rapporto si stava approfondendo, si stavano lentamente conoscendo un pezzo alla volta. Ne era attratta? Sì e molto. Gli piaceva, ma lei non era sicura che Jack ricambiasse, anche se l'aveva visto molto interessato a lei e molto felice di riaverla a bordo.
-E' che non so che dirti a riguardo, Liz. Sto ancora cercando di scoprirlo. Il rapporto tra me e Jack si sta creando adesso.- Erin fece una pausa. -Sì è vero, sono attratta da lui per tutto quello che fa e dice e per tutti i suoi tatuaggi e per le sue camicie che lasciano intravedere quei pettorali abbronzati!-
Elizabeth rise, soddisfatta di aver colto nel segno.
-Ma non sono certa che lui ricambi, e forse, per ora, è troppo presto dire questo..- continuò Erin.
-Oh Erin..- Cominciò Elizabeth. -Fidati che Jack non è più lui da quando sei tornata nella sua vita ed per questo che sia io che Will pensiamo che ti tenga molto a cuore.-
Erin sorrise.
Poi si rese conto che era dal giorno prima che non vedeva Jack. Invece oggi lo aveva visto solo di sfuggita mentre si allenava con la spada insieme a Will e Jack era al timone. Aveva passato il resto della giornata chiusa nella sua stanza a disegnare e poi a scherzare con Elizabeth.
Si accorse che in quel momento un po' gli mancava e decise di salire sopracoperta per vedere cosa stava facendo.
Salutò Elizabeth con la scusa di dover prendere un po' di aria fresca, visto che era tutto il giorno che si trovava là sotto.
Prese a sorridere mentre andava di fretta per i corridoi della nave, pensando a cosa le avrebbe detto Jack dopo non averla vista per un'intera giornata.
Una volta giunta sul ponte si rese conto che al comando della nave c'era Gibbs e che di Jack non c'era traccia. Salì sul cassero di poppa e chiese a Gibbs dove si trovasse Jack.
-Buonasera Miss Erin! Il capitano è andato nella sua cabina per riposarsi. Sai è stato tutto il giorno qui sopra e poco fa quando ho preso il suo posto non aveva una bella cera.- le aveva risposto Gibbs.
Erin aggrottò le sopracciglia.
-Sta male?-
-Non saprei Miss, forse è semplicemente la stanchezza di un'intera giornata sotto il sole.-
"Povero Jack, l'ho lasciato solo."
-Ma se volete potete andare nella sua cabina e vedere se è sveglio! Sono sicuro che gli farà piacere ricevere una vostra visita.- disse Gibbs ammiccando, ma Erin non lo capì.
La ragazza si limitò ad annuire e a scendere sul ponte per entrare nella stanza del capitano.
Attraversò la stanza più grande della cabina, dove si trovava il tavolo su cui Jack aveva sparso carte nautiche e fogli vari, ed aprì la porta attraverso la quale si accedeva alla camera di Jack. Lo trovò completamente vestito, anche con gli stivali. Dormiva con la bocca dischiusa ed aveva il respiro pesante. Erin si avvicinò all'uomo  e gli sfiorò appena il viso con l'indice, sperando che non si accorgesse di lei.
La ragazza si rese conto però che Jack scottava. Era bollente. Preoccupata se ne infischiò del fatto che potesse svegliarsi e sorprenderla ad accarezzarlo e prese a toccargli tutto il volto, le guance, la fronte, il collo e l'inizio del petto. Era bollente ovunque.
-Oh mio Dio..- sussurrò -Vuoi vedere che si è preso la febbre?-
Adesso che poteva fare? Come si cura la febbre in mare aperto? Non sapendo che fare corse nella sua cabina, prese dell'acqua dal suo barile con una ciotola e la sua spugna, poi tornò da Jack.
Mise a terra la ciotola sperando che il barcollio della nave non la facesse rovesciare. Per fortuna il mare era calmo. Inzuppò la spugna e la strizzò, per poi passarla sulla fronte di Jack, il quale continuava a dormire.
-Ma come è possibile che dormi con l'acqua gelida addosso?- disse Erin.
Posò la spugna anche sul collo di Jack e quel punto il capitano cominciò a svegliarsi.
-Ugmgn.. mh..- mugugnò parole incomprensibili ad Erin.
-Jack?- Fece la ragazza. -Jack insomma,ti svegli o no!?!- esclamò passandogli la spugna su tutta la faccia, ma delicatamente.
Jack si svegliò sputacchiando senza sapere cosa stesse succedendo. Cercò di tirarsi su sui gomiti, ma tutto ciò che ottenne fu una forte fitta alla testa.
-Ahi!- esclamò ributtandosi sul letto -Erin! Cosa vuoi farmi! Il bagno, per caso?- disse dolorante.
-Jack, credo tu abbia la febbre..-
-Che!?! Io la febbre???-
-Sei bollente!-
Jack si toccò la fronte e il viso. -A me non sembra! Secondo me è una scusa per farmi da balia, questa.- disse sorridendo dolcemente.



Erin sbuffò. -No Jack! Ora non scotti perché ti ho bagnato con la spugna!-
Jack rimase a fissarla sorridendo. Era così dolce a preoccuparsi per lui. Si tirò su, stavolta più lentamente cosicché la fitta alla testa non arrivò. Si mise a sedere e prese per le spalle la giovane.
-Mia giovane donzella preoccupata..- cominciò -E' molto dolce da parte tua preoccuparti per me, ma.. vedi.. dimentichi una cosa importante..-
-Cosa?- chiese Erin che in quel momento riusciva solo a pensare alle mani di Jack sulle sue spalle.
-Sono il capitano Jack Sparrow.- disse infine lui.
-Oh! Certo! E al capitano Jack Sparrow è proibito avere la febbre, non è vero?-
-Ma non è proibito! E' che al capitano Jack Sparrow non viene la febbre!- rise Jack.
Erin sbuffò di nuovo guardandolo e cercando di non ridere, anche se si sentiva presa in giro.
-Stai tranquilla, mi succede ogni tanto quando sto tutto il giorno sotto il sole. E' solo stanchezza! Mi farò una bella dormita e mi passerà!-
-Mh.. D'accordo.. Allora ti lascio dormire.-
Erin si alzò e Jack rimase a fissare il punto in cui era inginocchiata la ragazza poco prima di fianco al suo letto.
-Ma invece perché non resti qui?-
Erin, che ormai era giunta alla porta della stanza si voltò.
-Jack, veramente volevo andare a prendere una boccata d'aria sul ponte, scusami..- sorrise.
Jack stava per sciogliersi. Dio solo sa cosa gli stava impedendo in quel momento di resistere a quel sorriso.
-Va bene, tesoro, vai.-
Erin fece per uscire ma poi si girò di nuovo verso Jack.
-Jack, quando pensi che arriveremo a Cadice?-
Jack ci pensò su pochi secondi. -Credo che domani mattina saremo arrivati sulla costa. Non ci resterà che cercare tuo padre poi.-
I due si sorrisero, dopo di che Erin andò sul ponte con una coperta e si sdraiò lì osservando le stelle finché non si addormentò.
 
 
----------------------
-Williams! Svegliati! Stiamo per calare l'ancora!-
Erin si sentì scuotere.
-Williams!! Forza! Questo è un ordine del tuo capitano!-
Subito Erin si rese conto che aveva dormito tutta la notte sul ponte e si alzò di scatto.
-Oh mio dio!-
-No cara, io sono Jack! Ma se ti va chiamami anche così!- esclamò il capitano, il quale, una volta aver portato a termine il compito di svegliare Erin, girò i tacchi e se ne andò.
La ragazza si guardò un po' intorno e si rese conto di essere in un porto. Gli uomini della ciurma andavano da una parte all'altra della nave, eccitati all'idea di vedere nuovi posti. O forse eccitati all'idea di scendere dalla nave ed entrare nella prima locanda che avrebbero trovato. Erin invece corse verso la sua cabina e lungo il tragitto si scontrò con Will.
-Will!!!-
-Erin!-
-Cosa, cosa cos-.. !!??- Erin gesticolava dicendo cose senza senso.
-Perché nessuno mi ha svegliata!?!?!-
Will la guardava e gli veniva da ridere ma non l'avrebbe mai fatto. -B-Beh io non.. ehm..-
-Shh! Zitto!- e si infilò nella sua cabina.
Si sistemò i capelli, si sciacquò il viso e si diede una cambiata. Indossò un altro paio di pantaloni scuri ed una camicia larga simile a quella di Jack, una giacca corta di pelle che Jack aveva rimediato durante una delle loro tappe, e il suo cinturone con pistola e spada.
Non ebbe neanche il tempo di pensare come sarebbe stato rivedere suo padre, di pensare a cosa gli avrebbe detto, che Gibbs era tornato a chiamarla per avvertirla che il capitano stava scendendo dalla nave.
 
A terra scesero Jack ed Erin, mentre William ed Elizabeth sarebbero rimasti sulla nave fino al loro ritorno, dopo di che sarebbero scesi loro.
La prima cosa che fecero fu quella di infilarsi in una taverna e mangiare finalmente un buon pasto caldo. Presero due boccali di birra e due belle porzioni di carne di maiale con delle patate dolci. Poi si diressero al lato opposto del porto, dove si trovava il covo di Peter Williams. O meglio, la sua casa.
In quel momento la testa di Erin era completamente vuota. Vi aspettereste che in una situazione del genere una ragazza si metterebbe a pensare ad ogni cosa che sarebbe potuta succedere rivedendo il padre che credeva morto, e invece Erin non riusciva a pensare a nulla. Decise dunque di concentrarsi sull'ambiente che la circondava in quel momento. Il porto di Cadice non era molto grande ed era fatto interamente di sampietrini piuttosto grossi. Tutte le case vicino le quali passavano erano fatte di mattoni grigi e tetti di legno. Attraversarono un mercato e un odore pervase il suo naso.
Limoni.
Si voltò alla sua sinistra e vide una quantità immane di casse piene di enormi limoni. Rimase a fissarli. Ovviamente conosceva il limone, nella taverna era il miglior ingrediente per dare sapore ai cibi, ma di limoni così grandi, colorati e profumati non ne aveva mai visti.
Jack aveva notato che la ragazza si era fermata, così era tornato indietro.
-Tesoro, se ne vuoi uno puoi prenderlo!-
-Magari quando salperemo Jack.- disse Erin che con la voce di Jack si era risvegliata da quella sorta di trance ed era tornata con la mente al loro obiettivo principale.
Continuarono a camminare per alcuni minuti, finché non giunsero alla taverna dove alloggiava Peter Williams.
Erin prima di entrare alzò gli occhi e lesse l'insegna della locanda: "Mare in tempesta".
-Nome azzeccatissimo, papà.- mugugnò Erin.
Seguì Jack fino all'interno della taverna. Ai lati del bancone si trovavano due porte. Quella a sinistra era la cucina. Quella a destra era la stanza in cui Capitan Williams riceveva chiunque lo cercasse, cioè, in questo caso, lei e Jack.
Prima di entrarvi Jack si voltò verso la ragazza.
-Erin, sei sicura di voler entrare?-
-Jack! Assolutamente sì!!-
-D'accordo, d'accordo! Ma poi non voglio doverti prendere a secchiate di acqua per farti rinsavire, intesi?-
Erin alzò gli occhi al cielo.
-Cammina Jack.-
Quando entrarono Erin notò con sorpresa che la stanza era molto illuminata, al contrario di quello che si aspettava. Era completamente vuota. C'erano un armadio ed un tavolo grande in legno scuro al centro dietro il quale stava seduto un uomo intento a scrivere non si sa bene cosa. Jack avanzò velocemente verso l'uomo. Troppo velocemente secondo i gusti di Erin. Era rimasta dietro Jack e si era calata il più possibile il cappello sul volto. Non era del tutto sicura di voler essere riconosciuta da suo padre.
-Peter!- esclamò Jack.
L'uomo al tavolo alzò di scatto la testa.
-Non posso crederci! Jack Sparrow!- L'uomo cominciò ad alzarsi per andare ad abbracciare l'amico.
Erin in quel momento desiderò sparire dalla faccia della terra, fece qualche passo indietro.
Fortunatamente suo padre non aveva ancora notato la sua presenza. Ma sentire la sua voce dopo dieci anni le fece schizzare il cuore in gola e per qualche secondo smise di respirare. Non riusciva ad alzare gli occhi, ma voleva veramente tanto sapere come fosse conciato.
-Qual buon vento ti porta così lontano dai tuoi amati Caraibi?-
Jack sbirciò per un momento dietro di sè per vedere quale fosse la reazione di Erin.
"Beh sta reagendo bene." aveva pensato.
-Amico ho bisogno del tuo aiuto! Sto cercando una grotta che si chiama in spagnolo, ma non ricordo quale sia il nome preciso.-
-Una grotta che si chiama in spagnolo?- chiese Peter sollevando le sopracciglia.
Ad Erin venne da ridere. Jack era proprio scemo a volte.
-Sì sai, quella che si dice sia fatta di topazi.-
-Oh! Ti riferisci alla grotta dell' Isla de Dragonera?-
-Ehm.. suppongo di sì.-
Peter si voltò per tornare alla sua scrivania ed in quel momento Erin alzò velocemente lo sguardo per vedere suo padre.
Aveva i capelli neri striati da qualche ciocca bianca, molto più lunghi di quello che ricordava lei ed erano stretti in un coda che all'uomo arrivava appena alle spalle. Di spalle, Erin riusciva a vedere solo che suo padre indossava un lungo mantello nero.
Continuò a rimanere nascosta dietro a Jack, il quale gli aveva fatto cenno con la mano di avvicinarsi a lui, ma la ragazza probabilmente non lo aveva neanche notato.
-Bene Jack, per trovare quell'isola hai bisogno della sua mappa. Ora.. io ho la mappa, ma non so come leggerla. Più di questo non so che fare.-
-Benissimo allora, dammi la mappa!-
Peter lo guardò fisso negli occhi. -Jack, siamo pirati, lo sai che non si fa niente per niente.-
Jack si voltò un attimo verso Erin, poi tornò velocemente a guardare l'amico.
-Beh..- cominciò Jack -Sai, in realtà credo di avere molto di più di un semplice oggetto di scambio.-
"Jack, no!" pensò Erin.
Peter inarcò un sopracciglio. -Beh ne parleremo dopo.- poi riprese a parlare con aria seria. -Jack, per caso hai più avuto notizie di mia figlia dopo averla lasciata sull'isola di Tortuga?-
Jack smise di respirare.
Erin fece lo stesso.
Nessuno dei due sapeva più cosa fare.
-Jack?-
Jack ebbe la brillante idea di spostarsi verso sinistra e fare qualche passo indietro.
Erin lo maledì. Strinse i pugni e fissò suo padre.
Peter rimase lì a fissarla per un minuto buono in silenzio con gli occhi sgranati che parevano schizzare fuori dalle orbite.
Erin tentò di parlare, ma riuscì solo ad aprire la bocca.
Quello era suo padre e, come lei, non sapeva cosa dire. Non se lo aspettava evidentemente. A parte i capelli più lunghi e imbianchiti, era uguale a come lo ricordava Erin. I suoi occhi verdi brillavano grazie alla luce che entrava dalle finestre.
Peter se ne stava lì con le mani a mezz'aria senza sapere cosa dire o fare.
Fu Jack a spezzare quella imbarazzante situazione schiarendosi la voce e ciò permise agli altri due di risvegliarsi dal loro stato di trance, durante il quale si erano visti passare davanti agli occhi tutte le giornate che avevano passato insieme.
Peter fece un passo verso la ragazza.
-Erin?-
La giovane si tolse il capello mettendosi le mani dietro la schiena. Si morse un labbro per cercare di trattenere le lacrime.
-Ciao papà.-
 
 
 
 
 
 














Angolo autrice
Sera!
Allora ecco un nuovo capitolo! Finalmente i nostri amici sono sbarcati a Cadice ed Erin e suo padre si sono ritrovati. Come reagiranno i due a questo improvviso incontro? Lo scopriremo nella prossima puntata!
Ringrazio Miss_Sparrow_17_09 per le sue dolci recensioni! E ringrazio chiunque abbia letto il capitolo =)
A prestissimo con il prossimo capitolo!
Rack <3
 
P.S. Vi informo che sto lavorando ad una nuova long su Johnny Depp, se siete appassionati/e (ma principalmente credo di trovare delle appassionatE) di questo meraviglioso genio Stay Tuned!
P.P.S. Scusate la gif a tradimento che potrebbe causare infarti! *-*

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: Rack12345