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Autore: Thalassa_    02/08/2017    6 recensioni
Albus lo stava guardando, in attesa, occhi verdi in occhi verdi. Guardare suo figlio era come guardare uno specchio che lo riportava a quando aveva lui quindici anni, riportando alla luce ogni sorta di ricordi, piacevoli e spaventosi, divertenti e tristi. Albus aveva i suoi capelli neri, forse solo appena più lisci e ordinati, la sua statura, il suo naso e i suoi occhi; ma quasi nient’altro.
Era circondato di amore quanto Harry era stato bisognoso di affetto, eppure lo rifuggiva; era sfuggente, chiuso, non alzava mai la voce – i muri della Tana se la ricordavano, la voce di Harry, quando aveva quindici anni e sbraitava contro le ingiustizie del mondo; aveva un umorismo ironico e tagliente, e Harry lo adorava, suo figlio, tanto diverso, tanto complicato e incomprensibile, suo figlio. Ma di tutte le cose che avresti potuto prendere da me, Al, pensò Harry, amareggiato, proprio le manie di persecuzione?

***
Harry iniziava sinceramente ad allarmarsi. “Cosa sta succedendo a Hogwarts, Neville?” chiese.
Neville sospirò.
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo VI

Albus scrutò l’amico con aria preoccupata. Scorpius era sceso a colazione estremamente teso e se possibile ancora più pallido del solito. L’ultima volta che Albus l’aveva visto così nel panico era stato quando cinque minuti prima del compito di Trasfigurazione si era accorto di aver saltato un capitolo. Avery passò accanto a loro, aprendo la bocca per dire qualcosa, ma Scorpius la fulminò con un’occhiata.
“Se mi ripeti un’altra volta quegli stupidi schemi, ti uccido” sibilò minaccioso.
“D’accordo” rispose Avery, tranquillamente. “Per stavolta ti lascio in pace. Solo, non essere così teso, ok? Abbiamo concrete possibilità di vittoria, questa volta”.
“Albus, ripetigli tu gli schemi” aggiunse sottovoce. “Ormai li saprai a memoria. Flint! Piantala di ridere e concentrati!”.
“Rilassati, Vì” rispose Alyssa con una smorfia, passandosi una mano tra i capelli biondi. “Non lascerò prendere il boccino a una ragazzina del terzo anno”.
“Ti ricordo che la ragazzina del terzo anno è figlia di una giocatrice di Quidditch professionista e del più precoce Cercatore del secolo” ribatté vivacemente Avery.
“Potrei dire lo stesso del nostro piccolo amico qui” rispose, rivolgendo un mezzo sorriso ad Albus. “Perché non hai mai provato a entrare in squadra, Potter? Hai paura di scontrarti con i tuoi fratelli? O forse saresti contento, se Grifondoro vincesse…”
Albus alzò gli occhi al cielo e non rispose. Iniziò a ripetere gli schemi a Scorpius.
“Li hai davvero imparati a memoria!” sorrise l’amico. “Da quando ti interessa il Quidditch?”
“Da quando il mio migliore amico è nella squadra” rispose Albus. Scorpius distolse lo sguardo, evidentemente compiaciuto. “E da quando Avery dice che avete serie possibilità di stracciare Grifondoro. Voglio vedervi umiliare James! Quest’estate con lui è stata un incubo…”
Un’ora dopo, Albus era seduto sugli spalti e per la prima volta era nervoso per l’esito della partita. Non aveva scordato che oltre a essere la prima partita di Scorpius, era anche l’esordio di Lily. Comunque fossero andate le cose, una parte di lui avrebbe esultato e l’altra sarebbe stata triste.
C’era fermento nello stadio. La partita Serpeverde-Grifondoro era sempre accanita, ma quest’anno c’era un’animosità particolare. Troppo nervosismo, troppi scontri repressi; il campo da Quidditch era l’unico luogo dove era permesso dare liberamente sfogo alle ostilità.
Socchiuse gli occhi per cercare di vedere chi avrebbe fatto la cronaca della partita. Non poteva essere…oh, no…
Pochi secondi dopo, la vocetta stridula di Chloe McLaggen fu magicamente amplificata in tutto lo stadio, fugando ogni dubbio.
“Benvenuti alla prima partita dell’anno, l’attesissimo match Grifondoro-Serpeverde!” trillò. “Ricordando che Grifondoro ha vinto la Coppa delle Case per quattro anni di fila, rimanendo quasi imbattuta, non è difficile immaginare l’esito della partita…”
“Signorina McLaggen, al primo cenno di favoritismi le tolgo il microfono!” sbraitò la preside, seduta accanto a lei. “Si attenga ai fatti, per favore!”
“Era una semplice constatazione, preside…ed ecco scendere in campo le formazioni ufficiali! Grifondoro: Potter, Weasley, Granger-Weasley, Jordan, Carter, Thomas e Potter! Non si può certo dire che la scelta del nuovo Cercatore sia stata una sorpresa, considerando che suo fratello è il Capitano…”
“McLaggen!” abbaiò la McGonagall.
Evidentemente l’insopportabile McLaggen aveva una certa imparzialità nel parlare male di tutte le persone presenti in campo, anche quelle della sua Casa.
“Serpeverde: Avery, Bulstrode, O’ Donnell, Prewett, Selwyn, Malfoy e Flint! Sembra che il nuovo capitano Virginia Avery abbia messo su una squadra di modelli… Malfoy sembra insolitamente esile vicino a Caster e Thomas…”
Albus si concentrò a seguire l’andamento della partita. Qualcosa non stava andando come avrebbe dovuto. C’era qualcosa di insolito nel gioco dei Grifondoro…
“Potter, passa a Granger-Weasley, ottimo bolide di Avery che devia il tiro! Ora O’Donnell è in possesso della Pluffa, Prewett, ancora O’Donnell, intercettata da Jordan, lancio lungo per Granger-Weasley – e segna! Dieci a zero per Grifondoro!”
I Serpeverde stavano giocando in maniera ineccepibile, ma Scorpius e Avery non avevano ancora portato a termine la loro mossa segreta…perché? Albus scrutò il campo in cerca di una risposta. Vide Avery avvicinarsi a Scorpius e fargli dei cenni, e in quel momento Albus capì. I Cacciatori di Grifondoro non stavano usando i loro soliti schemi, che Scorpius aveva dovuto imparare a menadito. Rose e Jordan si erano scambiate di ruolo per confondere gli avversari. Questo significava che non era più Rose a fungere da collegamento tra Jordan e James. Questo significava che Scorpius avrebbe dovuto…
“Bulstrode, Prewett, schiva facilmente un Bolide di Caster, a cosa miravi, Caster, alla luna? Prewett tira, ottima parata di Weasley, buon sangue non mente, suppongo… Grifondoro in possesso di Pluffa, Jordan, Granger-Weasley schiva agilmente un bolide di Avery, che classe quella ragazza, e – ah! Era una trappola! Il Bolide di Malfoy l’ha colpita alla nuca!”
Albus guardò con il fiato sospeso la cugina perdere l’equilibrio e cadere rovinosamente dalla scopa. L’infermiera arrestò la caduta un secondo prima che toccasse terra. Albus sospirò di sollievo. Sembrava che stesse abbastanza bene, certo, per essere una che è appena caduta da tre metri d’altezza.
“Sembra che Granger-Weasley stia bene, il gioco riprende…il Capitano di Grifondoro non ha preso molto bene la faccenda, non fa altro che sbraitare e…attento, James!”
Troppo tardi. James era talmente infuriato da aver perso del tutto il controllo della partita. Un Bolide lo colpì in pieno petto e cadde a terra boccheggiando. Albus esultò insieme alla metà verde-argento dello stadio.
“È inutile prendersela con Avery, Potter” commentò filosoficamente Chloe. “Il Bolide era di Caster. Forse avresti fatto meglio a scegliere anche tu dei Battitori con un po’ di cervello. Ora ti pentirai di non avermi voluto in squadra, immagino”.
Con Rose e James fuori uso, la partita era ormai decisa. Jordan fece l’impossibile per recuperare, ma i Grifondoro continuavano a subire una rete dopo l’altra.
“La disfatta è ormai segnata” commentò Chloe, che sembrava divertirsi immensamente a criticare le pessime scelte di James. “Senza due dei suoi Cacciatori non c’è speranza per Grifondoro…un momento! Potter si dirige spedita nella direzione di Flint! Che voglia vendicare il fratellino? O forse ha visto qualcosa?”
Dai, Lily, tifò mentalmente Albus, vai, prendilo!
“Flint sembra essersi accorta troppo tardi che quella di Potter non era una finta! La sta inseguendo, ma Potter ha diversi metri di vantaggio…sì!”. Ci fu un boato unanime da entrambe le parti dello stadio.
“Potter afferra il boccino, ma Serpeverde vince centonovanta a centosessanta!”
 
Albus corse ad abbracciare l’amico.
“Ce l’hai fatta, Scorp! Abbiamo vinto!” esultò, festante.
Scorpius lo guardò con gli occhi spalancati dall’orrore e si prese il volto tra le mani.
“Al, cos’ho combinato! Rose non mi parlerà mai più!” gemette. “Avrei dovuto colpire Jordan, non Rose!”
“Lascia perdere Rose” rispose Albus, spazientito. “Ho appena avuto un’idea geniale. Lo sai fare l’Incantesimo di Adesione Permanente, vero?”
 
***
 
Harry guardò perplesso sua moglie correre qua e là per la cucina come un’ape impazzita, sbuffando ansiosamente. Ginny estrasse dal forno una torta dall’aspetto deforme, la guardò con aria critica e la fece Evanescere con un colpo secco di bacchetta.
“Ripetimi un’altra volta perché è così importante che ti riesca la Victoria Sandwich” si azzardò a chiedere.
Ginny alzò gli occhi su di lui con aria esasperata.
“Te l’ho detto! Bill se n’è saltato fuori con questa storia che Fleur sa preparare una Victoria Sandwich identica a quella della mamma, e io ho lanciato la sfida, ora non mi posso più tirare indietro! Oh Harry, cosa mi è venuto in mente? Le mie torte sono un disastro!”
Harry non se la sentì sinceramente di controbattere. In vent’anni di matrimonio, a Ginny non era riuscito nemmeno una volta di riprodurre i dolci di Molly. La torta di mele che aveva preparato per il suo compleanno era così spugnosa che James ne aveva ricavato una Pluffa e l’ultimo tentativo di Victoria Sandwich era misteriosamente esploso nel forno.
“Probabilmente Bill esagerava, sono sicuro che Fleur non sappia davvero cucinare così bene” disse in tono consolatorio, cingendole dolcemente un fianco.
Ginny lo scrutò con occhi pieni d’ansia.
“George l’ha assaggiata e ha detto che la torta di Flebo è davvero délicieux…” replicò, svincolandosi dall’abbraccio e rimettendosi a vagare per la cucina.
“In ogni caso, perché devi prepararla ora? Saremo da tua madre domani sera a cena”.
Ginny gli rivolse uno sguardo assassino.
“Perché entro domani sera deve essere perfetta” sbottò, facendo levitare il coltello pericolosamente vicino alla testa di Harry. “Quella donna è già bella oltre ogni umana decenza! Ma l’hai vista? Ti sembra una che ha passato tre gravidanze? Due giorni dopo aver scodellato Louis era già in forma come prima! Non posso tollerare che cucini anche come mia madre, e – chi c’è ora?” sibilò seccata, sentendo il campanello suonare.
“Vado io” si offrì Harry, ringraziando mentalmente per la preziosa via di fuga che l’ospite inatteso gli aveva appena regalato.
“Arthur!” esclamò sorpreso, trovando il suocero davanti alla porta. “Non ti aspettavamo. È successo qualcosa al Ministero?”
“Ciao Harry” salutò amichevolmente il signor Weasley. “No, sono stato inviato qui da Molly. Come va di là?” chiese con un’occhiata significativa alla cucina, da cui provenivano allarmanti suoni di pentole sbattute.
“La situazione è critica” affermò Harry in tono serio. Entrambi scoppiarono a ridere.
“Forse posso rimediare” disse Arthur, dirigendosi verso la cucina. “Ginny, vieni qui! Tua madre ti manda questa”.
Porse a Ginny un incartamento che lei aprì frettolosamente, rivelando la più gloriosa Victoria Sandwich mai realizzata, un trionfo di crema e lamponi. “Cara, cara mamma” esultò Ginny, “non mi lamenterò mai più di quanto sei impicciona!”
“Molly ha pensato che tu potessi avere bisogno di un…aiutino” spiegò Arthur con un sorriso. “Giusto nel caso in cui la tua torta non riesca perfettamente. Non credo che tua madre accetterebbe mai che la Victoria Sandwich possa essere realizzata da qualcuno che non ha sangue inglese nelle vene!”
“Grazie papà, mi avete davvero salvato” commentò Ginny, tirando un sospiro di sollievo. “Ora possiamo rimettere tutto a posto, Harry dammi una mano… Harry? Ti sei di nuovo fissato con le uova?”
Harry sussultò, riscosso dai suoi pensieri. Distolse con aria colpevole lo sguardo dalle uova. L’uovo è un uovo, signor Potter.
“Arthur” chiese lentamente, “hai mai conosciuto un uomo di nome Saul Croaker? Un tempo lavorava al Ministero”.
Ginny sfoderò la sua migliore espressione da ti-prego-Harry-non-di-nuovo-questa-storia, ma Harry decise di ignorarla.
“Croaker” rispose Arthur, meditabondo. “Pover’uomo, non lo vedo da anni. Brutta storia, quella. Non che mi fosse particolarmente simpatico, come tutti gli Indicibili aveva sempre l’aria di saperne più di chiunque altro su tutto, ma… sì, davvero una brutta storia”.
“Mi piacerebbe sentirla” disse Harry. Ginny alzò gli occhi al cielo e si abbandonò stancamente su una sedia.
“Tanto vale che ci sediamo, allora” replicò in tono pratico, appellando teiera e tazzine. “Preparo il tè”.
“Non pensavo a Croaker da anni. Come mai mi chiedi di lui, Harry?” domandò il signor Weasley, perplesso.
“L’ho incontrato l’altro giorno al Ministero, in…ascensore” rispose in fretta Harry. “Farneticava qualcosa di incomprensibile. Mi ha fatto una certa impressione”.
“Ah, non fatico a crederlo” replicò Arthur, scuotendo la testa. Guardò Harry con fare paterno; era sempre stato bravo a intuire quando qualcosa lo preoccupava. “Inutile arrovellarsi, Harry: qualunque cosa ti abbia detto era priva di senso. Il suo cervello è completamente fritto, ormai. E pensare che era uno dei migliori! Una delle risorse più preziose dell’Ufficio Misteri!”
“Cosa gli è successo, poi?” domandò Harry, sorseggiando il tè. Ginny poteva avere qualche difficoltà con le torte, ma il suo tè era imbattibile.
“Come ben sai, Maledizioni Cruciatus intense e ripetute possono portare alla follia, come è successo ai Longbottom” cominciò a spiegare Arthur. “Credo che Croaker sia ricoverato nello stesso reparto, anche se di tanto lo fanno tornare al Ministero. I Curatori pensano che gli faccia bene”.
“Anche lui è stato torturato da Bellatrix?” chiese Ginny, quasi in un sussurro. Il ricordo delle Cruciatus che i Carrow le avevano inflitto durante il suo sesto anno a Hogwarts era uno dei più sgradevoli, anche dopo tanti anni.
“No, il suo caso è diverso. Troppi incantesimi di rimozione della memoria” rispose Arthur, asciutto. “Vi ricordate di Broderick Bode?”
Harry annuì. “Quello che era stato messo sotto Imperius da Lucius Malfoy per rubare la profezia, e che poi è stato strangolato da un Tranello del Diavolo per insabbiare il tutto”.
“Proprio lui” confermò Arthur. “Era un collega di Croaker. Lavoravano in coppia a non so bene cosa, nella Stanza delle Profezie, suppongo”.
“Ora mi ricordo dove ho già sentito questo nome!” esclamò Ginny. “Li abbiamo incontrati alla mia prima Coppa del Mondo di Quidditch, quella in cui poi è stato evocato il Marchio Nero”.
“Può darsi” concesse Arthur. “Comunque sia, in quel periodo Voldemort voleva a tutti i costi mettere le mani sulla profezia che riguardava lui e Harry. L’idea di usare un Indicibile era stata di Avery, che in quel momento era quanto mai ansioso di riconquistarsi le simpatie del suo capo. Era uno di quelli che avevano rinnegato Voldemort dopo la sua prima dipartita, sapete. Non aveva le stesse conoscenze di Lucius al Ministero, perciò tentò ripetutamente di mettere un’Imperius su Croaker, ma senza successo. Non so per quale motivo non lo uccise, dato che sapeva troppo; forse pensava che gli sarebbe potuto essere utile nel caso in cui Bode avesse fallito”.
Fece una pausa. Erano anni che a Harry non capitava più di occuparsi di crimini accaduti durante la guerra, e questo era il tipo che più detestava, il genere di crimine del tutto evitabile e non necessario.
Arthur riprese la sua spiegazione.
“La memoria degli Indicibili…non funziona come quella di tutti gli altri maghi. Lavorando là dentro, spesso sono Obliviati dai loro stessi capi per ragioni di sicurezza. Probabilmente la memoria di Croaker era già molto delicata…gli incantesimi di Avery l’hanno compromessa per sempre”.
Un silenzio pesante piombò nella stanza. Ecco un’altra delle tante persone rimaste vittime della crudeltà dei Mangiamorte per cui Harry non avrebbe mai potuto fare nulla, assolutamente nulla.
Ho già fatto quello che potevo fare, si disse. Avery è rinchiuso ad Azkaban a vita, e non potrà più rovinare quella di qualcun altro.
Il pensiero lo fece sentire meglio. Immaginò il bel volto di Avery, che non aveva perso l’espressione arrogante nonostante gli anni passati ad Azkaban, dietro le sbarre della sua cella di isolamento…e poi quegli stessi occhi magnetici vagare alteri per i corridoi di Hogwarts…  
“Tre gufi!” esclamò Ginny, facendolo sobbalzare. “Tre gufi questa settimana, Harry! O è un miracolo o è successo un cataclisma!”
Arthur spalancò la finestra della cucina e tre gufi entrarono in picchiata uno dietro l’altro. La civetta bianca di Albus e il gufo di James erano impegnati ad azzuffarsi per cercare di strapparsi le lettere a vicenda, come gli avevano diligentemente insegnato i rispettivi padroni. Lily si era sempre categoricamente rifiutata di occuparsi di un qualsiasi animale, perciò aveva mandato un vecchio gufo della scuola, che si lasciò cadere sul tavolo stremato subito dopo aver consegnato la lettera.
Ginny strillò così forte da spaventare qualsiasi uccello nel raggio di due chilometri e i due animali smisero finalmente di lottare; il gufo marrone consegnò docilmente la sua lettera, mentre la civetta si rintanò in un angolo, offesa.
“Questa è quella di James” annunciò Ginny, aprendola e scorrendola velocemente, aggrottando la fronte nel tentativo di decifrare la grafia disordinata del figlio. “Si capisce ancora meno del solito…sembra decisamente furioso…ah, si tratta di Quidditch! Grifondoro ha perso contro Serpeverde, accidenti!”
Harry e Arthur espressero rumorosamente il loro disappunto.
“Mmm…insulti vari contro i Serpeverde, bla bla bla… Qua dice qualcosa su Malfoy, ma non si capisce niente… Qui c’è una macchia di liquirizia… Non dice altro di interessante, quindi suppongo che possiamo concludere che per il resto va tutto bene” commentò Ginny in tono pratico.
“Oh no” esclamò Harry, angosciato, “ora che ci penso, questa era la prima partita di Lily! Povera piccola”. Prese dal tavolo la lettera di Lily e cominciò a leggere ad alta voce.
 
Cari mamma e papà,
scrivo a voi perché non posso sfogarmi con nessun altro. Oggi ho giocato la mia prima partita come titolare della squadra di Grifondoro. Ero molto nervosa, ma è andata alla grande! Cioè no, in realtà è andata malissimo, è stata una sconfitta devastante.
Ma io ho preso il Boccino! Sono così contenta che vorrei saltellare in giro per la felicità, ma tutti stanno vestendo il lutto per il risultato e quindi devo fingere di essere triste anch’io. Un po’ lo sono, ma non avrei proprio potuto evitare che perdessimo, eravamo sotto di troppi punti. Avreste dovuto vedermi! Alyssa Flint, il Cercatore di Serpeverde, non si è accorta di niente, si è lasciata sfuggire il Boccino sotto il naso!
La McGonagall era furibonda per il risultato, sembrava le uscissero spire di fumo dalle narici. Però è venuta da me a complimentarsi per la mia presa, ha detto che devo aver ereditato il talento di papà.
Ora vado a porgere le condoglianze a James, non ditegli di questa lettera altrimenti mi uccide!
Con affetto,
Lily Luna

 
Harry non poté trattenere un gran sorriso mentre leggeva. “Ce l’ha fatta!” esultò Ginny. “Le manderemo in risposta una riserva di Api Frizzole che le basterà almeno fino all’anno prossimo!”.
“Non vorrei essere in chi divide la stanza con James e con Rose, in questo momento” osservò saggiamente Arthur. “Quei due sono i tipi più competitivi che abbia mai visto”.
“Ora manca solo quella di Albus” disse Ginny. “Coraggio, Harry, aprila”.
Harry accarezzò la civetta bianca che gli ricordava tanto Edvige e le sfilò delicatamente dalle zampe la lettera di Albus. Nonostante non fosse difficile immaginare l’argomento che l’aveva spinto a scrivere a casa, visto il tono delle altre due lettere, Harry non poté fare a meno di emozionarsi un po’ nel leggere sulla busta “Per papà” scritto con la calligrafia minuta e precisa di Al.
Non appena la aprì, qualcosa che non fece in tempo a identificare volò fuori e gli si appiccicò sulla fronte. La busta non conteneva nient’altro e dalle espressioni di Ginny e Arthur non si aspettava nulla di buono.
“Carino il tuo nuovo coprifronte, tesoro. Si intona al colore dei tuoi occhi” sghignazzò Ginny, porgendogli uno specchio. Harry inorridì nel vedere la sua fronte completamente coperta da uno stendardo verde-argento che riportava la scritta SERPEVERDE REGNA.
“Non posso crederci” borbottò, grattandosi inutilmente la fronte. “Tra mezz’ora devo essere in ufficio, non posso presentarmi così, Wilkins mi prenderà in giro a vita… Datemi una mano a toglierlo, vi prego…”
Dopo qualche minuto di tentativi, apparve evidente che né Ginny né Arthur erano in grado di staccarlo. Ginny protestò vivacemente quando Harry la accusò di avere un’espressione troppo divertita e gli proibì di continuare a cercare di levarselo da solo o avrebbe finito per cavarsi un occhio con la bacchetta.     
“Mi dispiace, Harry, sembra proprio che Al abbia usato un incantesimo di Adesione Permanente” constatò Arthur, scuotendo la testa. “Hermione dovrebbe essere in grado di sistemarlo facilmente”.
“Andrò nell’ufficio di Hermione in mezzo alle risate di tutti quelli che incontrerò nel tragitto, allora” si arrese stancamente. “Se solo Albus si impegnasse a scuola come per farmi i dispetti avrebbe già i G.U.F.O. in mano. Non è possibile che prenda continuamente Desolante in Incantesimi e poi sappia realizzare un incantesimo di Adesione Permanente così potente”.
 
 
 
 
 
 
N.d.A.
Aggiorno oggi perché poi parto (ahimè, l’estate è così: ogni tanto sparisco, però poi torno, promesso).
La Victoria Sandwich è un dolce tipico inglese dall’aspetto decisamente invitante (per lo meno, quella cucinata da Molly Weasley). Sono contenta che Arthur Weasley abbia fatto una comparsata: è un grand’uomo. Spero di non avervi annoiato troppo con la partita; prometto che dopo questo match non parlerò più di Quidditch.
Un ringraziamento speciale a Ginevra1988 e inzaghina che hanno pazientemente recensito ogni capitolo! :)
Per chi se lo fosse perso, ecco il mio nuovo progetto di minilong (non temete, sono solo quattro capitoli) "Trilogia degli orfani". Non sono riuscita a mettere il link, andate a sbirciare nella mia pagina.
 
   
 
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