Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Valexu15    09/08/2017    2 recensioni
Due amiche si ritrovano a dover cambiare radicalmente lo stile delle loro vite. L'incontro con sette famosi Idol coreani non renderà le cose semplici.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 9


Le ragazze dormirono quasi per nulla. Presero sonno intorno alle sei del mattino e vennero svegliate di prepotenza alle otto. Parlarono tutto il tempo di ciò che successe durante quell’assurda giornata, raccontando passo per passo tutte le vicende, senza tralasciare alcun dettaglio. 
Successivamente si ritrovarono tutti, nessuno escluso, nella hall dell’albergo, con le valigie già pronte. Si sarebbero dovuti spostare a Nagoya per il proseguimento del tour. 
Mentre il manager, Kim Namjoon e gli altri responsabili discutevano delle faccende lavorative, il resto dei sei ragazzi pensava a perder tempo in qualche modo, salutando le fotografe che arrivarono per ultime. 
-Guarda, là c'è Jimin. Credo che dovresti andare a parlargli.- bisbigliò ad un tratto Valentina all’orecchio dell’amica, dandole una leggera spinta d’incoraggiamento; notò il giovane seduto su una poltrona a contemplare il vuoto con aria abbattuta. 
Roberta avanzò verso il ragazzo, lentamente, un po' incerta e dubbiosa. 
-Hey… - mormorò, poggiando delicatamente una mano sulla spalla del giovane per fargli notare la sua presenza. Quest’ultimo alzò per un attimo lo sguardo su di lei, tornando a fissare il nulla subito dopo. 
La ragazza fece un espressione dispiaciuta; non immaginava che Jimin fosse turbato fino a quel punto. Si inginocchiò, posizionandosi di fronte a lui, mise le sue mani su quelle del ragazzo -che erano poggiate sulle sue gambe- e lo guardò dritto negli occhi. Jimin abbassò immediatamente lo sguardo, non voleva incrociare quello dell'altra. 
-Ho capito la situazione, non ti devi preoccupare. So che non eri del tutto in te, stanotte. Per questo non sono arrabbiata. Ho già dimenticato tutto.- spiegò la bionda, incurvando lievemente gli angoli della bocca per formare un piccolo sorriso gentile. Il giovane spostò di scatto gli occhi su di lei dopo aver udito l’ultima frase, con un espressione mista tra sorpresa e amareggiata. 
Roberta si alzò da terra –non si rese conto della reazione che ebbe Jimin sentendo quelle parole– e, prima di dirigersi verso l’amica impegnata a parlare con gli altri, passò una mano tra i capelli del moro, scompigliandoglieli leggermente in un gesto affettuoso. 
Jimin si sentì sollevato, in un primo momento, quando la giovane gli rivelò che non era in collera con lui, però allo stesso tempo rimase deluso sentendo che aveva dimenticato subito l’accaduto. 
Il manager esortò tutti i presenti a dirigersi alle vetture per partire verso la prossima tappa del tour. 
In un attimo ognuno si avviò nelle apposite automobili. Le due fotografe andarono con il gruppo di stylists e dopo una decina di minuti dalla partenza, crollarono in un sonno profondo l'una sull'altra, stremate dalla stanchezza.

 
 
◇◆◇◆◇◆


Nella vettura dei sette ragazzi regnava uno strano silenzio. Tutta quella tranquillità fece storcere il naso al leader, che si guardò intorno turbato, domandandosi che cosa stesse succedendo o quali pensieri balenassero nella mente dei suoi amici da renderli tanto preoccupati. 
Notò Seokjin con lo sguardo perso nel vuoto del paesaggio, rivolto al finestrino alla sua sinistra; gli occhi spenti, quasi non fossero quelli di un essere umano. 
Passò la sua attenzione su Jimin, il quale aveva il capo chino su sé stesso, immerso anch’egli nei suoi pensieri; le parole della fotografa lo avevano scosso più di quel che si aspettasse. 
Namjoon aggrottò la fronte, perplesso; spostò il suo sguardo velocemente anche sugli altri ragazzi, troppo impegnati a usare i loro cellulari. Possibile che nessuno di loro si era accorto di quella strana situazione? Cosa stava succedendo? Si Allarmò. 
-Ragazzi! Cos'è quest'aria?- chiamò l’attenzione di tutti, costringendoli a guardarlo. 
-Cosa?- domandò confuso Taehyung. 
-Cos’è quest’aria pesante? Capisco che siete stanchi, ma dobbiamo fare del nostro meglio, dobbiamo mettercela tutta. Le ARMY aspettano noi, dobbiamo dimostrare loro quanto siamo grati del supporto e dell’affetto che ci danno! Cosa credete penderebbero se ci vedessero con queste facce da funerale? Ragazzi, lo so che magari non state passando un bellissimo periodo e che siete stressati, ma cercate di essere positivi. Ricordatevi che ognuno c’è per l’altro. Noi siamo una cosa sola, non dimenticatelo. Nessuno può separarci. Chiaro? Siamo o non siamo i Boy Scout a prova di proiettile? Mi dispiace se in questi giorni mi sono arrabbiato più del solito, però sapete che lo faccio perché vi voglio bene e ci tengo che diate sempre il massimo! Siamo una famiglia, no? BTS fighting!- proclamò il leader, lasciando i ragazzi a bocca aperta, meravigliati, per una frazione di secondo. Cercò di confortarli e di risollevargli il morale, ricordandogli che loro fossero più importanti di qualsiasi altra cosa. 
-Fighting!- gridarono all’unisono entusiasti, sorridendo felici, come se fossero in un videogioco e si fossero rigenerati trovando tutti i loro punti ferita. 


◇◆◇◆◇◆


Arrivarono a destinazione dopo quattro lunghe ore di viaggio ininterrotto. I BTS sarebbero dovuti andare al Nippongaishi Hall, subito dopo essere arrivati all’albergo e aver posato le valigie nelle apposite stanze, per le prove e l’organizzazione generale del concerto che si sarebbe tenuto il giorno successivo. 
Prima che potessero dirigersi nella loro camera, un membro dello staff dei sette idol -incaricato dal manager-, fermò le due fotografe e le avvisò che sarebbero dovute rimanere in albergo fino al termine delle prove dei ragazzi e che non era necessaria la loro presenza. Le due annuirono e tornarono sui loro passi, dirette alla stanza in cui avrebbero dovuto passare il resto della giornata. Posarono le valigie e si lanciarono sull’enorme letto matrimoniale, sbuffando. 
Toc toc. 
Qualcuno bussò alla loro porta; si guardarono confuse. Erano passati nemmeno cinque minuti da quando erano entrate e già avevano battezzato quella porta picchiandoci una mano sulla superficie. La minore fece cenno all’altra di andare ad aprire. 
Valentina si alzò a fatica, sbuffando rumorosamente; fece ruotare la maniglia della porta all’ingiù, facendo scattare la serratura. 
-Ehm… ciao ragazze.- le salutò Namjoon, seguito dal resto dei sei ragazzi dietro di lui che agitarono freneticamente le loro mani. Le due amiche si sorpresero. Che ci facevano lì tutti insieme? 
La bionda si alzò dal letto e si avvicinò alla porta, salutando i sette bellocci scuotendo velocemente una mano, con un sorriso allegro in viso. 
-Ciao ragazzi, che succede?- chiese preoccupata la maggiore, credendo fosse accaduto qualcosa di negativo. Scrutò i volti di tutti e si soffermò per qualche attimo soltanto su uno di loro. Notò che Seokjin con lo sguardo rivolto verso il basso, non accennò a guardare la giovane neanche per un istante. Quest’ultima sentì una forte stretta al petto; le venne da piangere, ma riuscì a trattenersi, passando la sua attenzione sul ragazzo di fronte a lei pronto a parlare. 
-Oh, no no! Niente. Abbiamo saputo che rimarrete qui, siamo semplicemente venuti a salutarvi.- rivelò un po’ imbarazzato il leader. Con la coda dell’occhio aveva notato che Roberta lo fissava, quasi imbambolata, con la bocca semi-aperta. Rise mentalmente alla scena e con un movimento veloce portò la sua mano sotto il mento della giovane; face una leggera pressione, serrandole le labbra. -Attenta a non farci entrare le mosche.- aggiunse ghignando, facendo ridere anche gli altri ragazzi. Roberta non sopportava di essere presa in giro, soprattutto davanti a tutti. 
-Ma perc- 
-Che pensiero carino! Siete gentili. Ci fa piacere che prima di andare siate passati a salutarci. Allora… ci vediamo dopo!- la mora interruppe immediatamente l’amica, pronta a partire con una delle sue sfuriate. Sapeva che si era infastidita dopo quel gesto, ma non le avrebbe permesso di creare un nuovo litigio con Namjoon. Adorava vederli punzecchiarsi a vicenda, ma non erano né il momento e né il luogo adatti. 
I sette idol sorrisero raggianti in risposta, salutandole ancora una volta con le mani e dirigendosi nella hall per raggiungere il manager e il resto dello staff. La minore si posizionò in mezzo al corridoio e alzò entrambe le braccia al cielo, agitandole allegramente, dopo aver visto il suo (adorato) amico Hoseok mandarle tanti baci a distanza; fin quando Namjoon gli tirò un piccolo schiaffo dietro la nuca, costringendolo a girarsi e a massaggiarsi la testa esclamando: auch! 
Quando furono certe che i ragazzi si fossero allontanati rientrarono tranquillamente nella camera, chiudendo la porta, ma quest’ultima venne bloccata da una mano che la spinse, riaprendola completamente. Yoongi era tornato indietro, da solo. Fissò Valentina -che lo guardava perplessa a sua volta- per pochi attimi prima di parlare. 
-Scommetto che stanotte non hai chiuso occhio. Ti consiglio di andare a riposare mentre siamo alle prove.- esordì, poi, ghignando soddisfatto. Si voltò e tornò dai ragazzi, lasciando l'altra, di nuovo, senza parole. 
Roberta -che assistette alla scena- guardò l'amica incredula. 
-Dobbiamo parlare.- annunciò, poi, seria. -Ma che cosa sta succedendo?- aggiunse, appena l’altra chiuse la porta della stanza. Valentina le aveva raccontato dell'accaduto al ristorante e del fatto che fosse arrivato Yoongi a rovinare l'atmosfera, ma non aveva aggiunto nient'altro, se non che non ebbe il coraggio di baciare Seokjin perché si sentì in colpa nei suoi confronti. La giovane aveva visto bene la reazione dell’amica alle parole del ragazzo dai capelli corvini. Non era la reazione che si sarebbe aspettata da parte sua dopo una scenetta di quel tipo. La compagna era imbarazzata! Era arrossita! La faccenda non le era del tutto chiara e avrebbe fatto qualsiasi cosa per cambiare ciò. 
-Cosa sta succedendo?! Non lo so nemmeno io che cazzo sta succedendo! So soltanto che quel bastardo è riuscito a distruggere ogni mia certezza nei confronti di Jin!- sbottò la mora in preda alla collera, sedendosi pesantemente sul letto. Aveva le braccia incrociate al petto e lo sguardo fisso nel vuoto. 
-Tu quindi cosa provi? Cosa senti?- 
-Confusione. Rabbia. Delusione. Non lo so. Sono incazzata.- 
-Sei arrabbiata? Sicuro? Perché a me dai tutt’altra impressione. Allora dimmi una cosa, quando è entrato nel ristorante cosa hai provato? Voglio capire, o almeno dovresti anche tu, se senti qualcosa per lui. Mi hai detto che hai rifiutato il bacio di Jin perché ti sentivi in colpa, ma non hai provato nient'altro? Ho visto come lo guardi, non credere che non ti abbia tenuta d’occhio. Ti conosco, so come ti comporti quando provi qualcosa per qualcuno. Però so anche che nemmeno tu te ne sei accorta, perché inizialmente provavi qualcosa per Jin, ma credo che le cose siano cambiate. Io credo che ormai tu ti senta solo in colpa nei suoi confronti e nient’altro, per questo non lo vuoi accettare.- osservò Roberta, lasciando l’amica a bocca aperta che la guardò esterrefatta. Si sentiva come Sherlock Holmes quando risolveva uno dei suoi intricati casi. Le due rimasero in silenzio. 
Valentina tornò a prestare la sua attenzione al vuoto all’interno di quella piccola camera, immersa nei suoi pensieri. Era come se l’amica le avesse aperto un nuovo mondo. E se fosse vero? E se realmente non provasse più alcun che per Seokjin? No. Impossibile, non poteva essere la verità. 
Assottigliò gli occhi e li riportò sulla figura magra dell’altra che stava aspettando con ansia un responso, seduta su una seggiola. 
-Sì, lo ammetto. Per un attimo, quando l’ho visto entrare da quella porta, quando si è avvicinato a me lentamente e quando mi ha guardata in quel modo con quegli occhi così penetranti, ho sperato che la persona che stessi aspettando fosse lui.- rivelò seria la maggiore, con lo sguardo fisso rivolto all’amica che sorrise soddisfatta. -Però.- aggiunse. -Devo correggerti su una cosa: non è vero che nei suoi confronti mi sento solamente in colpa. So cosa provo quando mi guarda, e non è affatto dettato dai sensi di colpa. Non mi sono mai sentita così prima. È vero che ho tentennato un momento, ma non ricapiterà! Yoongi… Yoongi è solo un ammaliatore e sa come confondere le persone. Non è difficile mandarmi in pappa il cervello se uno strafigo entra nel ristorante dove stai aspettando il ragazzo dei tuoi sogni e già di tuo sei super agitata! Poi mi pare pure logico se questo ti sussurra cose con quella voce dannatamente sexy che ti farebbe cadere ai suoi piedi semplicemente pronunciando una vocale. Sono un essere umano, oh! E… - Valentina si interruppe da sola, vedendo l’amica fare un sorriso compiaciuto; corrucciò la fronte e ripensò alle sue stesse parole. Fece per parlare, ma l’altra la precedette. 
-E quindi anche io dovrei sentirmi in quel modo quando parlo con i ragazzi? A parer mio sono tutti molto attraenti. Sembrano delle bambole viventi. E in certe occasioni sono anche mooolto sexy.- la mora fece una smorfia e si lasciò cadere completamente sul letto, portandosi entrambe le mani sul viso. Era confusa e non voleva ascoltare oltre le parole della minore. -Oh! Allora la strana sono io! Giusto! Mh? Ma fammi il favore. Hai praticamente detto che ti fa bagnare solo se parla. E a me questa cosa non succede, sai che sono fissata con le voci dei ragazzi e la sua mi piace anche. Credo che la cosa che senti tu, io la provo quando apre bocca quel disgraziato di… com’è che si fa chiamare? Ah! Rap Monster.- rivelò più seria che mai Roberta, facendo scattare l’altra che si mise di nuovo a sedere, sgranando gli occhi. 
-Allora lo ammetti!- replicò, poi, puntandole il dito contro come per accusarla di aver taciuto per troppo tempo. 
-Sì! Sì! Avevi ragione. Contenta? Quella bestia di Satana mi piace. E anche… non cambiare discorso, stronza!- 
-Okay okay aspetta! Fermati. Adesso parliamo di me, se vuoi, ma voglio dirti questo: lo sai, vero, che a lui piaci?- 
-Ma che cazzo dici!- dichiarò esterrefatta la più piccola, alzandosi di scatto dalla sedia su cui era seduta tranquillamente. La sua reazione parve un tantino esagerata e forzata alla compagna, ma non ci diede peso. 
-Sei proprio scema. Come puoi non rendertene conto? Anche quello di prima è stato un segnale! La cosa delle mosche, hai presente?- le ricordò Valentina, mimando il gesto che fece Namjoon nei confronti dell’amica fuori la porta della loro camera per chiuderle la bocca. 
-Tu sei fuori, non può essere. Mi prende solo in giro. Mi vede come lo spasso di turno.- 
-E le scenate di gelosia? Andiamo Rò! So che non sei deficiente!- insistette la mora, notando ancora quello strano comportamento dell’altra: era un po’ troppo agitata, tanto che la cosa le fece sorgere un dubbio. -Aspetta un momento… ma tu… tu te ne sei già accorta! Impossibile non notarlo, eh? Allora perché scappi? Mh? Di che hai paura?- 
-M-ma di niente! Non gli piaccio, punto. Non insistere. Mi sono stancata.- concluse Roberta, irritata. 
L’amica la guardò severa. Odiava quando si comportava in quel modo e fuggiva dalle situazioni cercando la via più facile, ma sapeva di non dover insistere se non voleva litigare. Avrebbe riaperto il discorso un’altra volta. 
-Ok, va bene. Come vuoi.- 
Decisero di mettersi a lavorare alle fotografie sui loro computer portatili -dato che sarebbero dovute rimanere chiuse in quella stanza tutto il giorno-, in silenzio. La minore le fece capire di non volerle parlare mettendosi le cuffiette alle orecchie, ascoltando musica a un volume esageratamente alto. Possibile che appena si parlava di Namjoon si stizziva a tal punto? Eppure aveva tirato fuori lei stessa l’argomento. Valentina sbuffò e si concentrò sul lavoro, ignorando il comportamento infantile della compagna. 


◇◆◇◆◇◆


I ragazzi arrivarono al Nippongaishi Hall in mezz’ora e iniziarono quasi subito le prove. Dopo una dozzina di canzoni fecero una pausa, dirigendosi nel camerino per riprendere un po’ di fiato e riposarsi. 
All’improvviso Taehyung -mentre gli altri erano distratti- prese di prepotenza Jimin per un braccio, trascinandolo all’esterno della struttura senza fiatare, sorprendendo il compagno. 
-Oh Tae, ma che cavolo fai!- si lamentò Jimin, confuso dall’improvvisa e strana reazione dell’amico. 
Quest’ultimo si bloccò quando furono all’esterno, lontano da occhi e orecchie indiscreti e con uno spintone, fece sbattere l’altro contro il muro, facendolo ululare dal dolore. 
-Ma sei fuori?! Che ti prende?- 
-Sto aspettando.- disse finalmente Taehyung, serio; serrò la mascella e con le braccia incrociate al petto fulminò il compagno con lo sguardo. 
-Cosa?- chiese perplesso Jimin, massaggiandosi le spalle doloranti a causa del brusco impatto avvenuto un attimo prima contro la parete di cemento della struttura. 
-Che inizi a parlare.- 
-Ma parlare di cosa?- 
-Del tuo strano comportamento.- rivelò Taehyung, senza smettere di guardare l’amico dritto negli occhi, con aria severa. 
-Il mio comportamento non è cambiato.- sbottò l’altro, cambiando espressione e rifiutando lo sguardo del ragazzo posizionato di fronte a lui, abbassando il suo. Pensò a come il suo modo di fare potesse essere cambiato e come avrebbe potuto, il compagno, notarlo. Sapeva che non sarebbe stato possibile. 
-Io pensavo che il mio migliore amico mi raccontasse tutto.- lo rimproverò Taehyung con tono accusatorio. 
-Ma io ti dico tutto!- insistette Jimin, sempre più confuso, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare l’amico. Non sospettava minimamente che lui sapesse. 
-Ah sì? E di Rob, me ne hai parlato?- lo attaccò il giovane, andando finalmente al punto della questione. 
Jimin sgranò gli occhi, sorpreso. Non se lo sarebbe mai aspettato; come aveva fatto Taehyung a scoprirlo? Aveva per caso farfugliato nel sonno mentre era in sua compagnia? Impossibile. Eppure era stato bravo a non far trapelare nulla dal suo comportamento, ne era sicuro. Allora come? 
-Come lo hai capito?- 
-Vi ho visti.- 
Jimin si sorprese ulteriormente, rimanendo a bocca aperta e con gli occhi spalancati. 
Come? Come avrebbe fatto a vederli? Erano chiusi in camera! Forse quando lui suggerì alla ragazza di chiudere la porta, questa non lo fece a dovere perché era agitata e tesa. Però, anche se fosse, avrebbero di certo notato un movimento della porta. Quindi come li avrebbe visti? Di certo non bluffava, come avrebbe potuto. 
L’unica spiegazione sarebbe quella che Taehyung era già nella stanza… ma lo aveva visto lui stesso entrare nella sua, di camera. 
Jimin iniziò a sudare freddo, non riusciva a spiegarsi come avrebbe potuto, l’amico, vedere il bacio tra lui e la fotografa. Forse era stata proprio quest’ultima a dirglielo. Alzò lo sguardo sull’amico che lo fissò ansioso di sapere come si sarebbe giustificato. 
-Ma… ma come? Com’è possibile che tu ci abbia visti?- 
-In realtà non stavo dormendo.- dichiarò Taehyung soddisfatto. Jimin corrucciò la fronte; cosa intendeva? 
-Che cazzo significa che non stavi dormendo?- domandò perplesso, alzando il tono di voce. Quindi era realmente nella camera della ragazza? Questo pensiero lo irritò. Cosa ci faceva lì? 
-Jimin…- lo chiamò, sventolandogli una mano davanti al viso, riportandolo alla realtà. -Ma hai capito a cosa mi riferisco?- 
L’amico lo guardò ancora più confuso di quanto già fosse. Si riferiva al bacio, a cosa sennò? Jimin si passò una mano tra i capelli, per poi farla scivolare lungo tutto il viso. Guardo il compagno e alzò le spalle, come a dire “non so a cosa ti riferisci”. 
-Quella volta che abbiamo bevuto nella camera di Hoseok hyung.- disse Taehyung, riferendosi al momento in cui Jimin -poco lucido a causa dell’alcol- cercò di baciare la ragazza sul pavimento della stanza del suo hyung. 
-Aaaah!- esclamò sollevato l’altro, sorridendo lievemente. Come avrebbe potuto vederli la notte precedente, pensò scuotendo leggermente il capo. 
-Ma perché, a che pensavi?- 
-A niente!- mentì. Taehyng parve non farci caso; era troppo preso dal voler sapere perché l’amico non glielo avesse detto. 
-Ho aspettato fino a ora, sperando fossi tu a dirmelo, ma non ce la facevo più.- spiegò, poi, con tono amareggiato, girandosi dal lato opposto all’amico con le braccia conserte, come per fargli capire di essersi offeso. 
-Va bene Tae, mi dispiace. Però, davvero, non ne ero sicuro nemmeno io.- 
-Tu lo sai che mi puoi dire tutto, qualunque cosa, in qualsiasi momento, vero?- 
Jimin annuì alle parole rassicuranti del giovane, abbracciandolo. Si sentiva davvero fortunato ad avere persone del genere al suo fianco; la sua seconda famiglia. Sorrise felice al pensiero. 
I due si staccarono l’uno dall’altro e tornarono indietro. Quando furono vicini alla porta del camerino, Taehyung si fermò. Si voltò verso l’amico con aria preoccupata. 
-Ah, cazzo, ma c’è un problema.- rivelò; l’altro lo guardò perplesso. -Lo sai, vero, che anche Namjoon hyung ne è stracotto?-
 


◇◆◇◆◇◆ 


Nel frattempo, nel camerino ognuno era impegnato a fare qualcosa: Jungkook si stava gustando del ramen fumante in scatola; Namjoon era immerso nella scrittura dei suoi testi (ogni momento era buono per scrivere, diceva); Hoseok si stava riposando su uno dei divani, rilassandosi completamente; Yoongi rivolgeva la sua totale attenzione al cellulare, guardando chissà cosa, seduto anch’egli su uno dei sofà; infine, Seokjin, era su una sedia con aria abbattuta, perso come sempre nei suoi pensieri a fissare un punto imprecisato della stanza. 
Dopo che Taehyung trascinò Jimin fuori dal camerino, Jungkook alzò lo sguardo sul più grande dell’intero gruppo, facendo un espressione preoccupata. 
Fece segno al leader di guardare Seokjin, per fargli capire di dover fare qualcosa per cambiare lo stato delle cose. 
Namjoon si alzò dalla sua postazione, lasciando in sospeso ciò a cui stava lavorando; si avvicinò al più piccolo che lo fissò dubbioso, non avendo ben chiaro cosa avesse intenzione di fare. Il maggiore gli bloccò le braccia dietro la schiena. 
-Hyung! L’ho bloccato! Prendigli il ramen e mangiamolo noi.- annunciò, poi, divertito. Jungkook si dimenava, cercando di liberarsi dalla presa del compagno. Tutto quel trambusto attirò l’attenzione degli altri due ragazzi.
-Non ho fame.- specificò Seokjin amaramente. 
I quattro si guardarono sorpresi nello stesso istante. Da quando in qua Kim Seokjin rifiutava del cibo? 
Hoseok divenne serio; si sentiva terribilmente in colpa, aveva contribuito a rendere infelice il suo compagno. Guardò Yoongi che non parve minimamente toccato, continuando a rivolgere la sua completa attenzione all’aggeggio tra le sue mani. 
Hoseok si alzò e andò verso di lui, guardandolo con rammarico. Gli si fermò di fronte fissandolo solamente, sperando che lo notasse e che gli rivolgesse la sua attenzione. Yoongi si accorse che il compagno lo stava guardando intensamente, ma non reagì. 
L’altro sbuffò e si accomodò accanto a lui, senza staccargli i suoi occhi accusatori da dosso. 
-È inutile che me lo dici, già lo so. Non pensare che questa situazione mi piaccia. Ci sto soffrendo anche io.- mormorò finalmente Yoongi, continuando a tenere lo sguardo fisso sul piccolo schermo del suo cellulare. 
Hoseok staccò i suoi occhi dall’amico per posarli su Seokjin. 
-Come puoi mettere lei al posto di Jin hyung? La conosci a malapena. Io davvero non riesco a capire.- 
-Non lo capisco nemmeno io. So solo che è più forte di me, è una cosa totalmente fuori dal mio controllo.- disse Yoongi, sempre a bassa voce per non farsi udire dagli altri, voltandosi finalmente verso l’amico e guardandolo serio. 
-Quindi sei davvero deciso, tra lei e lo hyung, scegli lei?- 
-Sì.- affermò il maggiore dei due, senza esitare. 
Hoseok sbuffò ancora una volta, poggiando la testa allo schienale del sofà, rilassando completamente tutti i muscoli del suo corpo. 
-Qual è la prossima mossa?- bisbigliò, guardando il vuoto sopra la sua testa, sorprendendo l’altro.
 


◇◆◇◆◇◆


Dopo aver sentito quelle parole uscire dalla bocca di Kim Seokjin, Jungkook decise di chiedergli spiegazioni, ignorando completamente le proteste di Namjoon che gli ripeteva di lasciarlo solo. Quest’ultimo sospirò e tornò al testo della sua canzone; Jungkook era fin troppo deciso. 
-Hyung, mi dici che hai? È da stamattina che stai così.- disse preoccupato, poi, avvicinandosi a Seokjin. 
-Lasciami stare, Jungkook. Voglio stare da solo.- lo rifiutò freddamente l’altro, alzando gli occhi al cielo. 
-Come potrei lasciarti da solo? Tu lo faresti?- 
-È una situazione complicata. Sei troppo giovane per capire.- continuò tagliente il maggiore. 
-Prova almeno a spiegarmela.- insistette Jungkook; non voleva arrendersi. Non sopportava di vedere un suo compagno così abbattuto, si sentiva in dovere di fare qualcosa. 
-Non è il momento!- lo ammonì l’altro, severo. Il ragazzo si sorprese della reazione dell’amico. 
Seokjin si alzò, rabbioso. Si diresse verso la porta della stanza per uscire; quella situazione era diventata soffocante per quanto gli riguardava. 
Nel momento stesso in cui si avvicinò alla soglia della porta, si imbatté in Jimin e Taehyung che stavano rientrando dopo essere usciti senza dire una parola a nessuno. 
Taehyng scrutò il volto dell’amico che lo ignorò completamente. 
-Hyung! Ma che hai?- gli chiese, infine, turbato. 
-Non ho niente! Lasciatemi stare!- 
I ragazzi si guardarono tutti esterrefatti. Non avevano idea di come comportarsi nei confronti dell’amico. Erano preoccupati, ma lui non permetteva loro di capire cosa gli stesse passando per la testa; si sentivano inutili, in un certo senso. 
-Posso sapere che diavolo ha? Qualcuno di voi lo sa?- domandò d’un tratto Taehyung, rivolgendosi al gruppo. 
-Non vuole parlarne. Ha detto che è complicato. Io ci ho provato.- constatò amaramente Jungkook. 
-Ragazzi, ha solo bisogno di tempo per pensare. Vedrete che gli passerà, lasciatelo stare. So che vi fa male vederlo così, anche a me, però è meglio lasciare che le cose facciano il loro corso e si aggiustino da sole.- convenne Namjoon, calmo. 
Lui era al corrente della faccenda di Seokjin; gliene aveva parlato. Con qualcuno doveva confidarsi. Sapeva che il leader fosse la persona più indicata. Gli raccontò dell’appuntamento e di come si sentì dopo il rifiuto della ragazza. L’amico cercò di confortarlo spiegandogli che tutto si sarebbe risolto con il tempo. Seokjin lo aveva ringraziato e si erano abbracciati da bravi amici. 
Alle parole di Namjoon, gli altri non parvero convinti (eccetto Hoseok e Yoongi), ma qualcuno entrò nel camerino per avvisarli del proseguimento delle prove. Si diressero sul palcoscenico e lasciarono le questioni personali al dopo. 


◇◆◇◆◇◆


Senza che le due fotografe se ne accorgessero, il cielo si incupì e calò la sera. Erano rimaste a lavorare alle fotografie dei sette idol. 
Come previsto, non si rivolsero la parola per l’intera giornata. Roberta sapeva essere molto testarda. L’amica non era in collera con lei, ormai sapeva come comportarsi in queste situazioni. Seppur non le piacesse, quella era una parte della personalità della compagna e l’aveva accettata suo malgrado. Più di tutto avrebbe voluto che Roberta non provasse sempre di scappare dai problemi, cercando la soluzione più semplice: non affrontarli. Odiava vederla privarsi di qualcosa che magari l’avrebbe fatta felice solo per non rischiare di ferirsi o di sbagliare. Stava succedendo anche adesso, con il leader dei BTS. Si chiedeva da quanto tempo si fosse accorta che si piacessero a vicenda. 
Sperò che quel ragazzo riuscisse a far crollare definitivamente tutti quei muri inutili che l’amica innalzava da sola, allontanandosi dalla realtà. 
Toc toc. 
Mentre si torturava la mente con questi pensieri, il picchiettare delle nocche delle mani di qualcuno sulla porta della loro camera la fece ritornare nel mondo reale. Si alzò dal letto su cui era seduta e andò ad aprire. 
Alla porta si presentò lo stesso ragazzo che le aveva avvisate di dover restare in camera per quella giornata; le riferì che si sarebbero dovute presentare al piano inferiore in quarantacinque minuti per la cena formale di tutto lo staff. 
Valentina annuì e ringraziò il giovane, che si congedò con un inchino. 
Dopo aver chiuso la porta avvisò l’amica che si sarebbero dovute preparare in brevissimo tempo. Riuscirono nell’impresa, indossando gli stessi abiti neri della prima cena con lo staff. 
-Okay, basta. Non riesco a non parlarti per troppo tempo. È difficile. Mi dispiace. Non aprire l’argomento e andiamo. Annuisci e basta.- disse all’improvviso la minore, mentre entrambe si infilavano gli scomodi decolté neri. 
L’altra sorrise e annuì solamente, come da richiesta. 
Quando arrivarono al piano inferiore, trovarono tutti già accomodati al tavolo, anche i sette ragazzi, che salutarono. 
La cena durò un’ora, circa. Discussero di lavoro tutto il tempo e su come si sarebbero dovuti svolgere i giorni a Nagoya. 
Le fotografe furono le prime a lasciare il tavolo, salutando cortesemente i presenti e dirigendosi alla loro stanza. Dopo quest’ultime si unirono anche i sette idol, diretti alle loro camere. 
Le giovani si fermarono fuori la porta della stanza, in cerca della chiave; udirono le voci dei ragazzi avvicinarsi lentamente. 
D’un tratto qualcuno corse verso le fotografe e avvolse le braccia attorno alle spalle delle due, in un gesto affettuoso. 
-Ah! Ragazze mi siete mancate oggi. Che avete fatto di bello senza di noi?- le salutò raggiante Hoseok, guardando prima a destra, poi a sinistra, verso le ragazze che aveva colto alla sprovvista. 
-Abbiamo lavorato… - rispose, ancora un po’ sorpresa, la maggiore. 
-Ci sei mancato anche tu! Soprattutto a me.- aggiunse sorridente l’altra, abbracciando affettuosamente il ragazzo. 
-Capisco! Brave! Allora adesso che ne direste di fare qualcosa tutti quanti? Per recuperare il tempo in cui non siamo stati insieme.- 
-Ma non siete stanchi dopo le prove?- chiese Valentina. 
-In rea- 
-Oh Hope! Lasciale stare! Siamo tutti molto stanchi, andiamo a dormire.- lo interruppe il leader, avendo sentito la loro conversazione, rimproverandolo. 
Improvvisamente qualcun altro corse incontro al terzetto, saltando sulle spalle di Hoseok, facendolo inclinare in avanti e costringendo anche le due ragazze a fare lo stesso, perché Hoseok continuava a circondarle con le braccia. 
-Io ci sto!- proferì allegro Kim Taehyung dopo essersi staccato dalla schiena del compagno che si lamentò con lui e si scusò con le fotografe che, invece, risero divertite. Il giovane lasciò la presa da una delle due ragazze, per prestare attenzione solamente a colei che gli circondava il busto con le sue piccole braccia. 
-Sì sì, facciamo qualcosa!- esclamò la bionda attaccata a Hoseok con l’entusiasmo di una bambina. 
-Voglio partecipare anche io! Che si fa?- commentò Jungkook, guardando i suoi amici fermi nel bel mezzo del percorso che portava alle camere. 
-Jimin-shi! Vieni a far baldoria anche tu!- gridò Taehyung all’amico in fondo al corridoio che proseguiva a passo di lumaca seguito dagli altri. 
Jimin raggiunse il gruppetto che si era fermato a metà strada, per poi rivolgere la sua attenzione a Namjoon -l’unico che pareva contrario-, guardandolo con occhi imploranti, sfoggiando la sua espressione più dolce e persuasiva, conoscendo il punto debole del compagno. Il ragazzo non poteva resistere alla dolcezza di Jimin, lo aveva ammesso diverse volte. 
Namjoon sbuffò e alzando gli occhi al cielo disse: -Okay, va bene.- 
Si voltò, poi, verso Seokjin che aveva quasi raggiunto il gruppo (seguito da Yoongi), gli andò incontro e lo afferrò per un braccio con espressione seria. L’altro corrucciò la fronte e lo guardò confuso. 
-Tu vieni con me.- gli ordinò, trascinandolo verso gli altri. 
Seokjin si girò, a sua volta, verso Yoongi, l’ultimo rimasto. 
-Tu che fai, non vieni?- 
-No, torno in camera.- rispose serio il ragazzo dai capelli neri, ignorando le lamentele dei compagni. 
Era quasi riuscito a infilare la chiave nella serratura della porta della sua stanza, quando si sentì tirare per il colletto della camicia bianca. 
-No no, tu vieni con noi!- gli ordinò Hoseok. Yoongi fece per parlare, ma l’altro lo interruppe. -Non hai scelta.- 



◇◆◇◆◇◆


Si ritrovarono tutti nella camera delle due fotografe. Mentre i ragazzi decidevano cosa fare, le ragazze andarono in bagno a cambiarsi per indossare dei vestiti più comodi. 
Quando ebbero terminato si misero in cerchio a terra e optarono per un gioco: verità o penitenza. Consisteva nel far girare una bottiglia qualsiasi, al centro, che scegliesse la persona a cui dover chiedere di rivelare una verità oppure decidere di subire la penitenza –che consisteva nel bere del soju–; colui che girava la bottiglia, aveva il compito di porre una domanda al prescelto. 
Le due amiche, come al solito, si sedettero l’una accanto all’altra. Di fianco alla bionda (a destra) c’era Hoseok, con la quale iniziò a interagire subito, scherzando e ridendo; alla destra di quest’ultimo c’era Yoongi, seguito da Namjoon, Jimin, Jungkook, Seokjin e, infine, Taehyung. 
Iniziarono a parlare tutti nello stesso momento, causando solamente caos inutile. 
-Ragazzi! Shhh! Abbassate la voce. Dobbiamo iniziare o no?- proferì Jimin, calmando gli animi del gruppo, che lo guardò annuendo in silenzio. -Chi parte?- aggiunse. 
-Facciamo carta, sasso, forbici per decidere.- propose Hoseok, sorridendo allegro. 
-Va bene.- 
Ne uscì vincitore Kim Taehyung, esultando come se avesse vinto la coppa del Mondo. Sarebbe toccato a lui girare per primo la bottiglia, dando il via al gioco. 
Il ragazzo, con un movimento veloce e deciso della mano, fece roteare l’oggetto che iniziò a volteggiare su sé stesso ripetutamente, per poi rallentare gradualmente, fino a fermarsi puntando la prima vittima: Valentina. 
La mora fece una smorfia di disapprovazione, non si sarebbe aspettata di essere la prima. Ammetteva di essere in ansia. Si voltò verso il ragazzo alla sua sinistra e attese che le ponesse la fatidica domanda, sperando non fosse qualcosa di imbarazzante. Il giovane ci pensò per qualche istante, poi si convinse e si decise a parlare, sotto lo sguardo ansioso del resto del gruppo. 
-Com’è andato l’appuntamento con Jin hyung?- chiese finalmente, con un sorriso raggiante. Sperava di aver posto la domanda giusta. 
Da Jimin e Jungkook si alzò una specie di ululato compiaciuto, al contrario del resto dei ragazzi. Hoseok e Yoongi si scambiarono uno sguardo d’intesa; Roberta si morse il labbro dal nervosismo, come se la domanda scomoda fosse stata posta a lei invece che all’amica; Namjoon si portò una mano alla fronte e scosse il capo. Seokjin guardò la mora, che ricambiò, guardandolo a sua volta. Si trovò spiazzata, non sapendo se rispondere con una bugia o no. 
Gli altri stavano attendendo una mossa da parte sua, confusi. Tutto l’entusiasmo (solo da parte dei tre) dei ragazzi sparì. 
La giovane decise, quindi, di bere. Prese il bicchierino, ma prima che potesse portarlo alla bocca, Seokjin con un rapido movimento le sottrasse l’oggetto dalle mani e bevve il liquido all’interno in un sol colpo. 
-Hyung! Perché? Doveva bere lei!- si lamentò Taehyung, sbuffando. 
-Sta’ zitto, non è contro le regole.- si giustificò l’altro. 
-Va be’, continuiamo.- li interruppe Jungkook, prendendo la bottiglia da terra. 
-Kookie! Ma deve girare Vale la bottiglia!- lo rimproverò Hoseok. Il più piccolo sbuffò. 
-Che fa! Voglio girare io! Cambiamo le regole, gira chi vuole. Ti dispiace?- concluse, rivolgendosi, alla fine, alla mora che scosse il capo, facendogli capire che non le importasse. Jungkook sorrise soddisfatto. 
Fece roteare la bottiglia un’altra volta. La seconda vittima fu Namjoon. Un terzo ululato si alzò nella stanza, questa volta molto più potente. Jungkook pareva molto felice della scelta del fato, era emozionato. Aveva già pronta la domanda, sicuramente l’aveva preparata prima che iniziasse il gioco. Ecco perché voleva girare la bottiglia a tutti i costi. Il leader si voltò verso di lui, tranquillo. Non sapeva che il giovane stava per metterlo nei pasticci. 
-Hyung.- disse, facendo una breve pausa, lasciando tutti col fiato sospeso. Lui sorrideva raggiante, pronto a sganciare la bomba. Guardò tutti i presenti per godersi le loro espressioni prima di riprendere parola. -Ora che l’hai vista in intimo rosso, non ti piacerebbe vederla anche in nero?- continuò, posando il suo sguardo su Roberta appena le parole “l’hai vista” uscirono dalla sua bocca, per poi fissare nuovamente il compagno. 
Namjoon rimase a bocca aperta, non se lo sarebbe mai aspettato. Jungkook se la rideva, vedendo gli occhi della ragazza diventare sempre più grandi, finché urlò scioccata: -COOOSA?!-. 
Il resto dei ragazzi (eccetto Valentina, che scosse la testa) non capì la situazione. Fissavano la giovane, confusi. 
-Jeon Jungkook! Tu sei morto!- gridò furiosa la bionda, puntando il ragazzo che non parve minimamente preoccupato. 
-Ma che gli è successo, è diventato stronzo all’improvviso? Fino a ieri faceva tanto il timido.- sussurrò Valentina all’orecchio di Taehyung, che rise di gusto. 
-In realtà Kookie è così. Ha solo preso confidenza con voi. È timido solo all’inizio.- 
-Jungkook, che cazzo ti salta in mente?!- ringhiò Namjoon al più piccolo che alzò semplicemente le spalle come a voler dire “ormai il danno è fatto”. 
-Ma com’è possibile? Che Diavolo!- si lamentò Roberta incrociando le braccia al petto. 
-Tu quando ti deciderai a cancellare quella dannata foto?- la rimproverò Valentina, attivando immediatamente la curiosità degli altri ragazzi che iniziarono a capire qualcosa. Non era difficile mettere insieme la parola “intimo” e “foto” per formare qualcosa di sensato. 
-Ah, sì, hai ragione. Adesso la elimino.- 
Prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni che aveva indossato qualche minuto prima e lo sbloccò. Andò nella galleria per cercare la foto. Uno strano silenzio era calato nella stanza. 
Valentina le diede un forte spintone, facendola lamentare. Quando alzò lo sguardo dal display luminoso del cellulare, capì il perché di quel gesto da parte dell’amica. L’attenzione di tutti, compreso quelli già al corrente, era rivolta all’aggeggio tra le mani della ragazza. Quest’ultima retrasse il cellulare a sé, premendo abilmente il tasto per bloccare lo schermo, facendo tornare tutti al proprio posto. 
-Lo farò… dopo! Cos’è, non avete mai visto una ragazza? Maniaci!- 
I furbetti fecero finta di non aver capito, guardando altrove, cercando di risultare del tutto innocenti. 
-Tu! Tu vieni con me! Ora!- urlò d’un tratto la bionda, alzandosi e indicando il leader che sospirò e si alzò a sua volta senza protestare, seguendo la ragazza fuori dalla stanza. 


◇◆◇◆◇◆
 

-Che c’è?- domandò scocciato Namjoon appena furono fuori dalla camera, sbuffando. 
-Qual è la tua camera?- 
-Quella.- 
-Andiamo.- 
-Che vuoi farmi? Guarda che io sono un bravo ragazzo! Non le faccio certe cose con te!- proclamò il giovane con una finta espressione disgustata in viso, avvolgendo le sue braccia attorno al suo stesso busto, con fare teatrale. 
La giovane lo guardò esterrefatta, con la bocca aperta. 
-Ma sei deficiente? Se vuoi discutere qui, in mezzo al corridoio, per me non ci sono problemi.- 
-Volevo solo mettere le cose in chiaro. Però non saltarmi addosso, eh. Mi metto ad urlare.- continuò il leader, ridendo dopo aver osservato l’espressione della bionda che cercava di ignorarlo. 
Prese la chiave della camera e aprì la porta, entrando per primo, seguito dalla ragazza che sbatté violentemente la porta alle sue spalle. 
-Piano, non essere aggressiva, mi spavento.- 
-Mi spieghi che Diavolo è successo?- 
-Hai sbattuto la porta.- 
-Mi prendi per il culo?- 
-Sì.- 
Roberta rimase senza parole per qualche attimo, stava diventando sempre più furiosa. Sapeva che Namjoon si divertiva nel vederla in quello stato, ma conosceva bene anche il suo poco autocontrollo. Fece un respiro profondo prima di parlare, cercando di non esplodere. 
-Intendevo… che cazzo è successo quando quel ragazzino ha visto la foto! E come?!- urlò, infine. Non riuscì a trattenersi. 
-Ancora non la cancelli quella foto?- chiese il ragazzo, ignorando le sue lamentele. 
-Tu pensa ai cazzi tuoi e al fatto che hai ficcato di nuovo il naso nel mio cellulare!- sputò furiosa la bionda, alzandosi sulle punte per cercare di arrivare (almeno di poco) all’altezza del leader. Avrebbe voluto prenderlo a schiaffi per togliergli quel sorrisetto beffardo dalla faccia. 
-In realtà è stato Jungkookie.- rispose Namjoon, rivelando l’ovvio. Era lì, in piedi, guardando la ragazza fare espressioni contrariate a ogni sua risposta sarcastica. Si era addirittura sollevata sulle punte cercando di intimorirlo, ma nonostante i suoi sforzi, continuava ad essere alta quanto una mollica di pane. Questo la rendeva ancora più adorabile agli occhi del giovane. 
-Ma tu hai guardato di nuovo! Jungkook non lo sapeva che tu l’avessi già vista! Dopo me la vedrò io con quel moccioso maniaco.-
-La prossima volta non lasciare il tuo cellulare in giro se hai quel genere di foto.- la rimproverò serio, questa volta. 
-Ma l’avevo inviata a Vale per farle vedere il completino! Poi si è salvata. Che palle.- disse sbuffando, incrociando le braccia al petto e facendo un’espressione imbronciata che fece scuotere il cuore del ragazzo. 
-Perché non la mandi anche a me?- chiese, poi, tornando a stuzzicarla. 
-Perché, ti piace così tanto?- 
-Non mi piaci tu, sia chiaro, ma il completino che indossi.- 
Roberta restò in silenzio, scioccata. Non si sarebbe aspettata un’affermazione del genere. Sapeva bene che il giovane si divertiva a prenderla in giro, ma, in un certo senso, ci era rimasta male. Quelle parole l’avevano irritata più di tutti i commenti stupidi che il leader aveva fatto fino a quel momento. 
Quest’ultimo, notando la palese espressione delusa dipinta sul volto della giovane, sorrise e le si avvicinò; prese una ciocca dei suoi capelli biondi e iniziò a scuoterla leggermente. 
-Non mi toccare! Mi dai fastidio!- la fotografa lo respinse, spingendo bruscamente via la mano del ragazzo. 
Namjoon si abbassò all’altezza della giovane, guardandola negli occhi e sfidandola con lo sguardo. 
-Sennò che fai?- 
La bionda, sempre più in collera, portò le sue mani sulle spalle del ragazzo –ancora chinato per essere al suo livello– e cercò di spingerlo indietro, ma il giovane glielo impedì, prendendole entrambi i polsi e abbassandoli delicatamente. Si sollevò e sorrise. Roberta aveva la testa abbassata; se lo avesse guardato, era sicura che gli sarebbe saltata addosso, sì, ma per malmenarlo. 
-Sei solo una camionista che deve imparare a stare al suo posto. Dov’è finito il mio manuale?- disse Namjoon, sfidandola ancora una volta. Stava mettendo a dura, durissima prova la sua pazienza. 
La ragazza non reagì, però stava ribollendo dall’interno, sarebbe potuta esplodere da un momento all’altro. E il leader, non contento, fece ciò che non avrebbe mai dovuto fare: sollevò una mano e la portò sulla testa bionda della giovane, dandole due leggere pacche. 
-Brava, vedo che stai iniziando a capire.- 
Roberta sgranò gli occhi. Poteva vedersi il fumo uscirle dalle orecchie. Prese la mano del ragazzo e la respinse brutalmente, costringendo Namjoon a fare due passi indietro. Dire che era furiosa non bastava. Doveva uscire, altrimenti l’avrebbe ucciso di certo e avrebbe pagato le conseguenze anche Valentina. 
Fissò il ragazzo per qualche istante, con espressione assassina, per poi avvicinarsi all’uscita. 
-Stronzo! Bastardo!- sbraitò fuori di sé, sbattendo violentemente la porta della camera una volta uscita, facendo vibrare addirittura le pareti. 
Tornò nella sua camera, dove gli altri non attesero di certo il ritorno dei due ragazzi per continuare il gioco.
 


◇◆◇◆◇◆ 


-Non credi di aver esagerato questa volta?- osservò serio Seokjin rivolgendosi al più piccolo del gruppo seduto alla sua sinistra, dopo che Roberta uscì dalla camera insieme a Namjoon, infuriata. 
-No, hyung, non ho detto nulla di male, alla fine. Stavo solo scherzando. È una foto! Una bella foto… ma comunque una foto.-rispose Jungkook tranquillamente, senza smettere di sorridere. 
-E com’è?- domandò curioso il giovane alla sinistra del ragazzo sopracitato. 
-È… - il minore alzò le braccia, cercando di disegnare la sagoma di Roberta con le mani, per aria, accentuando la zona dei fianchi in modo esagerato, lanciando occhiate maliziose a Jimin. 
D’un tratto, dall’altro lato del cerchio formato dal gruppo, arrivò un cuscino dritto sulla faccia di Jungkook, facendo ridere tutti i ragazzi. 
-È della mia migliore amica che stai parlando! Smettila, Jungkook!- lo richiamo Valentina, lanciando un’occhiataccia anche all’amico al suo fianco, che abbassò lo sguardo. 
-Scusa, scusa! E comunque non l’ho offesa! E poi non stavo parlando, stavo mostrando a Jimin com- 
-Jungkook, basta!- intervenne Yoongi, stufo di quella situazione, ammutolendo il ragazzo. -Continuiamo il gioco? Chi gira?- aggiunse. 
Nella camera era calato un improvviso silenzio. Yoongi guardò per un secondo l’unica ragazza in quel gruppo e notò che lo stava fissando, come incantata, ma non appena i loro sguardi si incrociarono, la giovane lo distolse immediatamente. 
-Giro io.- 
Seokjin prese la bottiglia e la posizionò al centro, facendola volteggiare velocemente. Il fato volle che la terza vittima fosse proprio Min Yoongi. Quest’ultimo pareva impassibile, ma in realtà era preoccupato della domanda che potesse porgli il compagno. Si guardarono negli occhi per pochi istanti, poi Seokjin fece finalmente la sua domanda. 
-Cosa scegli tra amore e amicizia?- 
Tutti gli sguardi si spostarono su Yoongi, che continuava a fissare colui che aveva posto la domanda; erano tutti estremamente sicuri che il compagno rispondesse “amicizia”. Hoseok diede una leggera spinta all’amico alla sua destra, per incitarlo a rispondere. 
Yoongi ci pensò per qualche attimo, prima di decidersi. Gli occhi di quest’ultimo si posarono sul piccolo bicchierino contenente quel liquido alcolico; fece la sua scelta. Lo sollevò e bevve in una sola volta, poi guardò nuovamente Seokjin che sorrise lievemente. 
-Ma dai! Nessuno risponde! Se volevate bere, bastava dirlo.- si lamentò Taehyung, facendo un espressione imbronciata. 
-Dai! Non te la prendere. Anche questo è il bello del gioco.- disse sorridendo Valentina, poggiandogli una mano sul ginocchio per cercare di calmarlo e proseguire il gioco. Il ragazzo ricambiò il sorriso. 
-Giro io!- 
-Di nuovo tu, Kookie?- 
-Ho troppe domande che mi frullano per la testa! Dai!- 
-Tutte domande stronze, immagino.- 
Jungkook rise e sollevò di nuovo la bottiglia, guardando i ragazzi per capire se fossero d’accordo che a girarla fosse ancora lui; gli altri annuirono e il giovane procedette con il gioco. 
La quarta vittima fu Hoseok, che si passò una mano sul viso, preoccupato per ciò che Jungkook stesse per chiedergli. 
-Jungkook, fai il bravo.- disse, deglutendo rumorosamente. 
Il minore sfregò entrambe le mani tra loro, sorridendo più raggiante che mai. Gli altri lo fissavano curiosi. 
-Hyung, ma da quand’è che non… sfoghi- pronunciò l’ultima parola alzando le mani per mimare le virgolette con le dita, come per voler far intendere che la parola giusta fosse un’altra. -con una ragazza?- 
Il gruppetto scoppiò in una sonora risata, tranne Hoseok, che rimase di stucco. 
-Jungkook! Ma che domanda è! C’è anche Valentina qua!- 
-Per questo non sono stato esplicito. Dai, rispondi… o bevi!- 
Hoseok era in imbarazzo. Cosa avrebbe dovuto rispondere? “Non mi ricordo quando è stata l’ultima volta”. No, non lo avrebbe fatto di certo! Non davanti a Valentina. 
Guardò incerto il bicchiere di soju e lo sollevò. I ragazzi gridarono un “oooh” all’unisono vedendo l’amico mandarlo giù tutto d’un fiato. 
-Giro io, giro io!- annunciò Jimin, col viso rosso a causa delle troppe risate. 
Il fato volle che la quinta vittima fosse ancora Hoseok. Il ragazzo imprecò, al contrario del resto che rise a crepapelle. 
-Okay, okay.- proferì Jimin, con le lacrime agli occhi. -Hyung, senti una cosa. Ma tu… quando dormi- il giovane non riuscì a trattenere altre risate, facendo sospirare l’amico che iniziò a farsi aria con una mano a causa dell’improvviso calore provocatogli dall’alcol. -Quando dormi, ti tocchi solo la parte superiore del corpo?- continuò. 
Tutti scoppiarono pesantemente a ridere, ancora, sotto lo sguardo sempre più imbarazzato di Hoseok che credé di stare per andare letteralmente a fuoco. 
-Dai, ragazzi, ma perché queste domande del cazzo!- 
-Me la spiegate questa cosa? Che vuol dire che si tocca nel sonno?- chiese curiosa Valentina, trattenendosi dal ridere anche lei. 
In quel preciso momento, la porta della stanza si spalancò e entrò Roberta visibilmente arrabbiata. Pareva che stesse per esplodere da un momento all’altro. Si sedette accanto all’amica, al suo posto originario, incrociando le braccia al petto e guardando Jungkook con occhi inceneritori. Il ragazzo mimò il gesto di un cuore nella direzione della fotografa, senza ottenere il risultato sperato. 
Successivamente entrò un Namjoon sorridente e soddisfatto che andò a sedersi dov’era prima di uscire dalla stanza. 
-Allora, quanti giri avete fatto?- domandò, poi, al gruppo. 
-Stavamo per spiegare a Vale la cosa di Hoseok hyung che si tocca nel sonno.- 
Il leader iniziò a ridere, annuendo. Hoseok, intanto, senza il permesso di nessuno, prese altri due cicchetti di soju e li bevve, sperando che in quel modo l’imbarazzo sparisse. Si sentì subito più leggero. 
-Hyung ma che fai! Non puoi bere a caso! La prendo come risposta.- lo ammonì Jimin. -Comunque, per il fatto di quando si tocca, è che io e Tae lo abbiamo visto dormire mentre si accarezzava nel sonno, da solo.- aggiunse, poi, ridendo. Valentina fece lo stesso. 
-Voglio girare io, adesso.- 
Taehyung prese la bottiglia e la fece roteare. Quest’ultima puntò proprio verso Jimin. Il ragazzo sorrise tranquillo; sapeva che l’amico non gli avrebbe mai fatto qualche domanda che potesse metterlo in difficoltà. 
Taehyung ci pensò per un po’. Conosceva già tutto di Jimin, cosa avrebbe potuto chiedergli? Proprio non ne aveva idea. 
Però, poi, la lampadina si accese e gli venne in mente un possibile buon quesito. 
-Jimin-shi, quando è stato il tuo ultimo bacio?- 
Il diretto interessato si sorprese per la domanda, poi si rilassò; non era così tragica. Guardò Roberta, e vide che la bionda lo stava già fissando con aria preoccupata. Le sorrise, per poi posare la sua attenzione sul compagno. 
Tutti stavano aspettando una risposta. 
-Circa ventiquattro ore fa.- disse sicuro, lasciando la ragazza senza parole. Lo aveva detto! Gli altri lo guardarono increduli. Taehyung lo fissò per un po’, ma capì da solo e sorrise. 
-Cosa?! Con chi?- domandò esterrefatto Jungkook. 
-La domanda era “quando”, non “con chi”. Io ho risposto.- 
Valentina guardò l’amica, preoccupata per una sua reazione, arrabbiata com’era; la giovane divenne rossa dall’imbarazzo. Roberta gliel’aveva raccontato, quindi era al corrente della situazione. La abbracciò leggermente, senza far capire nulla ai ragazzi, per darle conforto. 
Jimin non si preoccupò, infondo la ragazza aveva detto di aver dimenticato l’accaduto. Considerò la domanda di Taehyung come una piccola vendetta da parte sua. Sapeva bene che la giovane voleva solamente tranquillizzarlo, ma a lui aveva dato fastidio. Come se avesse detto che lui non contasse. Non era ciò che voleva. 
Qualcuno, però, un po’ più razionale, non poté non capire tutto al volo. In che occasione, Jimin, avrebbe potuto uscire e vedere delle ragazze? Le stylists? No. Le makeup artists? No. Impossibile. La risposta era una soltanto, e a Namjoon non piaceva affatto. 
-Perché non giri tu la bottiglia ora?- sussurrò la mora all’orecchio dell’amica. L’altra la guardò e annuì. 
-Giro io!- 
Prese la bottiglia e la fece volteggiare su sé stessa. La settima vittima fu di nuovo Yoongi. 
Il ragazzo guardò la giovane che assottigliò gli occhi fissandolo a sua volta, come per penetrargli l’anima. 
-Ehm… qual è il tuo tipo ideale?- chiese, poi, fingendosi ingenua. 
I ragazzi fecero delle smorfie, come a dire “che domanda stupida”. La bionda rispose con una linguaccia. 
A Valentina, però, la domanda parve interessante. Sapeva che l’amica l’aveva fatto di proposito. Era curiosa di sapere csa avrebbe detto il ragazzo. Quando lo vide sollevare nuovamente il bicchierino di soju e mandarlo giù, accantonò le sue speranze di sentire una risposta sensata. 
-Ma che fai! Ma se è lì! A pochi posti da te!- gridò Hoseok, indicando la mora, che rimase pietrificata. 
Yoongi guardò serio l’amico, mostrandosi calmo e composto, quando in realtà avrebbe voluto prenderlo a pugni. Fece un finto sorriso e guardò gli altri che rimasero a bocca aperta a fissarlo. 
-Ma lo vedete che già sta male? Per lui tre bicchieri sono troppi, lo sapete.- 
-Perché, vorresti negare che lei ti piace?- esordì Seokjin, guardandolo serio. Questo fece rimanere Yoongi senza parole; si sentì come colpito da una freccia, dritta al petto. 
Il resto dei ragazzi non sapeva come reagire, erano preoccupati. Guardarono Seokjin, per poi posare gli occhi sull’altro compagno. I due parevano scannarsi con lo sguardo. 
-Oh! Ma devo girare io!- intervenne improvvisamente Roberta, cercando di calmare la situazione, invano. 
-No. Basta così. Il gioco è finito. Torniamo tutti nelle nostre stanze.- ordinò il leader, con tono autoritario. Nessuno si azzardò a protestare. Si alzarono uno alla volta e si diressero all’uscita. 
Valentina si sentiva in colpa. Non voleva essere la causa del litigio di due buoni amici, quasi fratelli. Sentì la testa pesante, avrebbe voluto evaporare e far dimenticare a tutti della sua presenza. L’aria che c’era in quella camera qualche istante prima era così pesante da impedirle di respirare correttamente. E se per colpa sua sarebbe successo qualcosa al gruppo? Non avrebbe mai potuto accettarlo. 
Una volta che tutti furono fuori, diretti alle loro stanze, qualcuno inseguì Yoongi e lo bloccò prima che potesse entrare nella sua. 
-Io e te dobbiamo parlare.- proferì Seokjin, guardando fisso l’amico, con gli occhi infiammati dalla rabbia.
   
 
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