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Autore: eleCorti    09/08/2017    2 recensioni
Ultima chiamata per il volo diretto a Londra... ecco la tanto attesa chiamata. Mark guardò per l’ultima volta l’entrata dell’aeroporto, ma di lei nessuna traccia. Sbuffò e prese il suo trolley, pronto a dirigersi verso il gate.
“Mark! Aspetta!” una scarica di adrenalina lo pervase. Si voltò: Strawberry stava correndo verso di lui. Le sorrise di rimando. Aveva sperato fino all’ultimo che la sua ragazza arrivasse in tempo e finalmente era giunta lì.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Brutto incontro
 
 
Ripensava a quello che era successo qualche ora prima. Fin da quando era tornata a Tokyo, non le era mai successo di sfogarsi in quel modo. Ma con Ryan sentiva che fosse diverso, si sentiva per la prima volta dopo tanto tempo al sicuro tra le braccia di qualcuno. Sì, protetta tra le braccia di Ryan dove nessuno avrebbe potuto farle ancora del male.
Sospirò, per poi appoggiare il viso sulle ginocchia piegate. Ryan era fidanzato e non avrebbe mai potuto dedicare le sue attenzioni a lei. Si sentiva sola. Triste. Sconsolata. Perché questo grande interesse verso Ryan? Non poté fare a meno chiedersi. Forse perché l’atteggiamento del ragazzo era cambiato così all’improvviso da destare in lei un nuovo interesse. O forse le era sempre interessato, ma solo ora se ne rendeva conto. Ora che era troppo tardi.
Ryan, Mark... in un modo o nell’altro i ragazzi la facevano soffrire. Sospirò di nuovo, era meglio non pensarci.

 
*****
 
 
Erano ritornati nella sua stanza, la giovane Berry con le braccia conserte faceva avanti e indietro per quella piccola camera. Ed era ancora arrabbiata: non soltanto il suo ragazzo l’aveva lasciata sola a letto, ma quando era scesa per controllare dove fosse, lo aveva beccato abbracciato con quella Strawberry.
Ryan, invece, era impassibile. Sapeva di non aver fatto nulla di male, quindi non doveva nessuna spiegazione alla sua ragazza.
“Allora? Non hai nulla da dirmi?” smise di fare avanti e indietro per la stanza, rimanendo con le braccia incrociate e fissando il giovane con uno sguardo truce. Ryan per tutta risposta alzò un sopraciglio segno che fosse perplesso.
“Riguardo a quello che è successo con quella!” sbottò lei, agitando le braccia in aria.
“La stavo solo consolando! Il suo ragazzo l’ha tradita!” rispose Ryan visibilmente irritato da quella situazione.
Berry si bloccò, sentendosi una sciocca per quello che aveva pensato, ossia che il suo ragazzo la stesse tradendo.
“Oh... mi dispiace” abbassò lo sguardo non potendo più sostenere quello del fidanzato. Si sentiva una sciocca.
Ryan sospirò. Era contento che la ragazza non l’avesse presa male. Le voleva bene. Ma l’amava? Dopo quello che era appena successo, la risposta si delineava sempre più nella sua mente: no, non l’amava. Quell’evento lo aveva scosso, ma lui era bravo a nasconderlo. Lui doveva andare avanti come giusto che fosse.

 
****
 
 
Un altro giorno era iniziato e – come sempre – dopo la scuola Strawberry andò a lavorare al Caffè Mew. Stava rientrando in cucina dopo aver consegnato le ordinazioni ai clienti, quando qualcuno la bloccò: era Berry. La giovane dopo la discussione avuta con il suo ragazzo, si era sentita in colpa per avere insinuato che Strawberry glielo volesse portare via. Voleva, inoltre, aiutarla a superare la sua delusione amorosa.
“Ciao. Senti stasera ci sarà una serata alla discoteca Blue Moon. Ti andrebbe di venire?” le sorrise amabilmente mentre le porgeva il biglietto per la serata.
Strawberry esitò. Andarci avrebbe significato passare anche la serata con Ryan e lei in quel momento non voleva stargli vicino. Però apprezzava molto che la nuova arrivata volesse legare anche con lei. Era molto indecisa.
“Sì Strawberry, vieni anche tu! Ti farà bene distrarti!” si voltò verso le porte scorrevoli della cucina. Era stata Pam a parlare, la quale evidentemente aveva ascoltato la loro conversazione. Le altre, anche loro in ascolto, annuirono.
“E va bene. Verrò volentieri” prese il biglietto dalla mano della giovane e le sorrise grata.

 
*****
 
 
Era da circa mezz’ora che cercava qualcosa da mettersi tra i capi d’abbigliamento del suo guardaroba. Era la prima volta dopo tanto tempo, che usciva per andare da qualche parte. Passava in rassegna tutti i suoi vestiti, le sue gonne e le sue magliette, etichettandole come troppo infantili e quando il suo sguardo si era posato su un vestitino che non aveva mai indossato, il suo telefono squillò. Era un messaggio.
Sto venendo a prenderti. Le ragazze vanno con Kyle. Diceva il messaggio. Ma prima che Strawberry iniziasse a formulare un pensiero, le arrivò un altro messaggio.
Ps. Berry non è gelosa. È stata lei a chiedermi di accompagnarti, così non puoi perderti! Aveva appena finito di leggere il messaggio, quando realizzò: Ryan stava venendo lì e lei era ancora in intimo.
Uscì dall’armadio quel vestitino che aveva adocchiato poco prima: era aderente, attillato, a pois e scollato. Era perfetto. Lo indossò e si guardò allo specchio. Non le stava per niente male, le scarpe che aveva scelto (delle decolté nere) la slanciavano. Ricordò che quel vestito gliel’avevano regalato le sue amiche, dicendole che avrebbe dovuto sfoggiarlo durante i suoi appuntamenti con Mark. Scosse la testa scacciando quei brutti pensieri.
Si sciolse i codini, e si mise il rossetto, che poi ficcò nella pochette di paillettes. E aspettò. Poco dopo il campanello suonò e sua madre la avvertiva che Ryan era arrivato. Inspirò profondamente prima di alzarsi e uscire dalla stanza. Era agitata, poiché voleva fare buona impressione su Ryan. Voleva sembrare più adulta, più sexy ai suoi occhi.
E quando lentamente scese le scale, le sembrò per un attimo che Ryan la stesse guardando ammaliato.
“Ciao” lo salutò, cercando di sembrare normale. Lui si alzò dal divano nero e si avvicinò a lei. Lentamente. Lo sguardo indecifrabile. Il cuore di Strawberry prese a battere come un tamburo.
“Hai la frangetta fuori posto” era così vicino che sentì il suo fiato fresco sul collo. Poi allungò la mano e le aggiustò la frangia. Strawberry chiuse gli occhi nel vano tentativo di controllare i battiti impazziti del suo cuore. Mai prima le aveva fatto quell’effetto. O forse ricordava male.
“Bene, andiamo?” si risvegliò dal suo stato di trance, soffermandosi a osservare il ragazzo. Indossava dei jeans e una camicia bianca i cui primi due bottoni erano sbottonati, facendo intravedere il petto muscoloso.
“Sì” rispose, ridestandosi dalla sua trance. Uscirono da casa e, saliti in sella alla moto di Ryan, partirono alla volta della discoteca.

 
****
 
 
La discoteca era abbastanza grande: con una pista da ballo al centro, i tavolini in fondo alla sala e di lato il bar dove la gente beveva i propri cocktail. La giovane Strawberry era seduta proprio davanti al bancone del bar che beveva il suo analcolico, mentre le sue amiche erano in pista a scatenarsi. Qualcuno le venne incontro. Mark. Lei, per sua fortuna, non lo riconobbe.
“Strawberry?” si sedette accanto a lei. Strawberry trasalì. Che cosa ci faceva lui lì? Perché era tornato a Tokyo? E perché si era seduto accanto a lei? La rabbia le montò dentro. Voleva andarsene. Si alzò senza guardarlo. Stava per andarsene. Qualcuno, però, la bloccò: Mark le aveva afferrato il braccio, impedendole di andarsene.
“Lasciami!” gridò, cercando di divincolarsi da quella presa, ma essa era assai forte. Le persone nonostante l’alta musica si erano voltate verso di loro, spinte dalla curiosità di sapere che cosa stesse accadendo.
“No, aspetta!” fece forza sulla stretta, mentre Strawberry cercava di divincolarsi.
“Ti ho detto lasciami!” fece ancora più forza, ma invano. La presa di Mark era troppo salda.
“No,ti prego! Io...” cercò di attirarla a sé, ma la giovane opponeva resistenza.
“Ehi, non hai sentito? Lasciala andare!” qualcuno gli aveva sferrato un pugno in pieno volto. Cadde a terra, mentre perdeva sangue dal naso.
“Tutto bene?” era Ryan che, vedendo ciò che stava accadendo, aveva perso il controllo. Rivedere quel bastardo schifoso che osava metterle le mani addosso, gli aveva fatto perdere la calma.
Strawberry annuì. Le lacrime premevano per uscire. Mark, nel frattempo, si era rialzato e aveva riconosciuto il suo aggressore. Non gli era mai piaciuto.
“Strawberry, ti prego, ascoltami!” cercò di riavvicinarsi alla sua ex ragazza, ma Ryan gli sbarrò la strada.
“Non hai sentito, amico? Vattene!” il suo tono di voce era calmo e pacato, ma il suo sguardo era furente.
Mark indietreggiò e se ne andò. Voleva solo parlarle, chiederle scusa per ciò che era accaduto a Londra, che non voleva tradirla, ma non la amava più. Strawberry, intanto, era crollata. Le lacrime scorrevano sul suo viso, come un fiume in piena.

 
****
 
 
Erano tornati al Caffè Mew. Strawberry, ancora sconvolta, era seduta sul letto di Ryan con indosso una coperta per coprirle le spalle. Le altre se n’erano andate, lasciandola nelle mani di Ryan, Kyle e Berry.
“Ti ho portato un po’ di cioccolata” Ryan senza bussare era entrato nella stanza, reggendo in mano una tazza di cioccolata fumante, preparata da Berry.
“Grazie...” sussurrò fissando il liquido marrone che aveva formato dei cerchi.
“L’ha preparata Berry, non io” disse, sedendosi sul letto accanto a lei.
“No, grazie per quello che hai fatto prima” chiarì lei, sempre fissando le increspature della sua cioccolata.
“Figurati”. È quello che si meritava quel bastardo” appoggiò le mani dietro di sé, soffermandosi a fissare il soffitto buio.
“Perché è venuto? Perché mi perseguita? Io...” una lacrima le solcò il viso, finendo dentro la cioccolata. Tutto ciò che lei voleva, era andare avanti e dimenticare. E lui si era ripresentato lì, di fronte a lei, come se non fosse successo niente. Quando lo aveva rivisto, qualcosa dentro di lei si era scatenato. Non erano farfalle, ma era una tempesta di rabbia verso quel ragazzo che le aveva spezzato il cuore.
“Strawberry... non posso vederti così” le sollevò il viso e asciugò le sue lacrime. I loro occhi entrarono in contatto. Cioccolato e oceano.
Furono attratti l’uno verso l’altra, quando meccanicamente si avvicinarono, facendo incontrare le loro labbra in un piccolo, dolce bacio. Breve, ma intenso. I due quando si staccarono erano rossi, e sorridevano. Lei sorrideva dimenticandosi della sua sofferenza, mentre lui si era dimenticato di avere una ragazza.
Qualcuno dalla porta semiaperta aveva osservato la scena, rimanendo shockata. Era Berry.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: allora... nonostante il caldo, finalmente aggiorno. Abbiate pietà, il caldo non mi aiuta a scrivere. Allora... il capitolo è volutamente tagliato, poiché ripensandoci questa fine mi piace. Abbiamo rivisto Mark, ma già vi dico che non lo rivedremo più. Ma soprattutto finalmente i nostri due si sono baciati. Ma... ma... non credete sia ancora finita! Ho ancora in serbo qualche altra cosa, prima di mettere il punto fine a questa storia. Spero di aggiornare presto.
   
 
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