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Autore: summer_time    15/08/2017    2 recensioni
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Iris si è sempre sentita troppo rossa: dal colore dei suoi capelli, dalla sua armatura, dal suo copriletto fino alle sue stupende ali. Ma non è un rosso caldo e accogliente, bensì un rosso cupo e sanguinolento, come piace a Micheal. Anche se lei non lo sa.
Micheal invece ha una passione sfrenata per l'orrore: si diverte a essere violento verbalmente, schiacciando coloro che intralciano il suo cammino con semplici ma efficaci parole; non sopporta assolutamente il lavoro di squadra. Forse se Iris glielo chiedesse cambierebbe idea, ma niente è certo con uno come lui.
Entrambi dovranno però adattarsi a una nuova profezia, insieme a un gruppo di sfortunati semidei, proprio su di loro: perchè nessuno di loro in realtà vuole che il Leviatano si liberi dalla sua gabbia di ghiaccio.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9

Iris si sentiva terribilmente leggera. Percepiva il suo corpo fluttuare in quella che doveva essere – o almeno sembrava - un’immensa distesa d’acqua: vedeva piccole bollicina ripiene di gas salire dal basso e perdersi verso l’alto, vicine a una luce tenue. Ma lei veniva trascinata da una corrente invisibile ed estremamente forte verso il basso e poi verso destra, cambiando poi direzione e andando a sinistra, in un percorso a zig zag molto complesso. La rossa provò a muovere le dita dei piedi, delle mani, mosse le braccia e tentò di opporsi debolmente a quella forza sconosciuta ma nulla cambiava, anzi era ancora più stanca: decise quindi di lasciar perdere, abbandonandosi al flusso, non rendendosi conto che respirava.

Scorse molte figure, sbiadite e lontane, muoversi freneticamente attorno a una fonte massiccia di potere: Iris tentò di aguzzare la sua vista ma si accorse che stava andando esattamente contro di loro, perciò aspettò tranquilla di arrivare più vicino e capire dove diavolo era. Come da lei previsto, man mano che si avvicinava, le figure assunsero contorni definiti, fino ad avere anche suoni propri: Iris non riusciva a riconoscere nessuno di questi personaggi, neanche uno sguardo vagamente famigliare, forse ricordava di aver studiato alcuni dei mostri presenti al Campo, ma non ne era sicura.

“Kyros, il tuo compito è stato assolto con successo. Vedrai, Lui ti ricompenserà a dovere!”

Una voce stridula e graffiante, leggermente ovattata,  si complimentò con il giovane che li aveva attaccati sul Rio: Iris – dopo un primo momento di panico – fece per prendere i suoi fedeli sai legati alla cintura dei suoi pantaloni, ma le sue dita incontrarono solo il vuoto: sconcertata, la ragazza si guardò e, con completo stupore, notò che la sua armatura era stata completamente sostituita da una lunga, calda e bianca camicia da notte. Spaventata tentò di muoversi e nascondersi, prima che Kyros o chiunque di loro si accorgesse della sua presenza, ma venne trapassata completamente da uno sconosciuto, impegnato ad assolvere i suoi doveri.

“Non sono realmente qui. Questa è una visione, io non sono con loro davvero.”

Se in un primo momento il pensiero la rincuorò, un brivido di paura le scorse sulla schiena: dov’era esattamente il suo corpo allora? E come faceva a tornare indietro? Poteva tornare indietro?

Ma prima che potesse spaventarsi più di quanto non lo era già, Iris vide due ragazzi in catene essere trascinati vicino alla parete, inchiodati con le braccia sollevate al muro e poi derisi violentemente da due uomini. La rossa vide anche Kyros allontanare stizzito il proprietario di quella voce così irritante e andare verso i due malcapitati, come a volerli studiare attentamente, come se loro fossero carne da macello; Iris lo seguì, più per non restare  da sola che per capire cosa stava succedendo ma si coprì ben presto la bocca con le mani quando identificò i due giovani appesi al muro: erano Arthur e Julie, i suoi compagni di squadra! Erano entrambi pieni di graffi e ferite, di cui alcune che ancora sanguinavano, privi di forze e non del tutto coscienti: Arthur in particolare sembrava totalmente spaesato mentre Julie aveva l’occhio stanco ma vigile, come se temesse un attacco ai danni del figlio di Ade.

Iris, aggirando per riflesso Kyros, provò a toccare le braccia dei ragazzi, non ottenendo però nessun risultato soddisfacente; provò allora a sussurrare brevi parole, con la paura di essere udita: quando notò che nessuno stava avendo interesse per lei, riprovò a parlare ai due ragazzi con più vigore, tentando di scuoterli dal loro sonno ma neanche loro sembravano accorgersi di lei. Disperata, Iris incominciò a parlare a voce alta, tentando di scuotere il figlio di Ade e la figlia di Tiche ma ancora una volta nessuno dei due la sentiva, nessuno dei due reagiva a lei; provò pure ad urlare prima che il panico e la tristezza prendessero il sopravvento.
Con le lacrime agli occhi, Iris si scostò dai suoi amici e si focalizzò sull’ ambiente: si trovava sicuramente in una specie di groppa sotterranea, lo sentiva dal gelo e dall’umidità che le facevano venire piccoli brividi e creavano nubi di condensa quando le persone parlavano; probabilmente era la base dove il loro nemico operava e dove Kyros abitava: ma dov’era questo maledetto posto?

“Bene bene, c’è qualcuno che ci osserva!”

La ragazza si irrigidì in preda al panico, mentre vedeva Kyros, uno degli oggetti dei suoi pensieri, girare a vuoto nel grande salone. Era forse diventata visibile?

“Non so dove sei, piccola spia, ma sento il tuo odore. Il metallo non passa inosservato da queste parti. Avanti, fatti vedere”

La voce del ragazzo era morbida e suadente ma ricca di veleno: ragione per cui Iris incominciò a cercare in tutti i modi di tornare al suo vero corpo ma niente. Tutti i suoi sforzi erano vani.

“Piccoli semidei, avete le vostre spie che vi hanno trovati, complimenti! Mi congratulo sinceramente, neanche io saprei come cercarvi se fossi all’oscuro di questo posto: le Ande e i loro oscuri tesori, non trovate sia un buon titolo? Oppure, le Ande e i vulcani, cosa c’è sotto di misterioso?”

La lama affilata e affusolata del giovane fece un nuovo taglio sul braccio di Julie, procurandole un gemito strozzato e un’ulteriore  perdita di sangue: Iris si maledì per essere inutile di fronte a questo atto di pura crudeltà ma i contorni delle cose si fecero sempre più sfumate, fino a che non vide il buio.


E poi la luce. Con uno scatto improvviso Iris si mise a sedere su quella che doveva essere una brandina improvvisata: era all’interno di una tenda – se così si potevano definire qualche lenzuola legate, appese e sostenute da dei pali in legno – dove alcuni tappeti coprivano il suolo e gli zaini erano ordinatamente disposti in fila. Persino lei era distesa su un tappeto rosso e coperta da una semplice giacca blu: guardandola meglio però si potevano vedere i marchi di Calvin Klein impressi nei polsini, come di marca era la felpa che indossava – non sua – mentre la semplice maglia e i pantaloni erano di un blu confetto, senza particolari loghi.

Aveva un po’ di nausea ma sembrava che il resto del suo corpo stesse bene, persino le ali erano guarite dall’attacco del mostro;  a fatica Iris si alzò, andando verso l’esterno per trovare i restanti suoi compagni: Florian e Ninette erano seduti attorno a un piccolo falò mentre di Micheal non c’era traccia. Fu Ninette la prima ad accorgersi che era sveglia e in un lampo le si accostò, aiutandola a camminare fino al fuoco e poi a sedersi.

“Come ti senti?”
“Ho mal di testa ma penso perché mi sono alzata di botto. Tutto sommato mi sento anche abbastanza bene”

Ninette non parlava ma scrutava il suo volto alla ricerca di un indizio sul suo effettivo stato di salute: quanto sembrò vedere bastò per avere il suo lasciapassare, così Iris stette insieme a loro.

“Cos’è successo? E dov’è Micheal? E perché indosso cose non mie?”

“Il tuo fidanzato psicopatico sta facendo il turno di guardia, l’unica cosa che ancora gli permette di non impazzire totalmente: dico io, è possibile che uno sia così over-protettivo da rischiare di ucciderci pur di occuparsi di te? Non credo proprio! Dovresti fargli un bel discorso a mr. Vi-faccio-tutti-a-pezzi, non è molto carino quello che ci ha detto e fatto! Mancava poco che lei – Florian indicò con un gesto elegante della mano Ninette - gli saltasse addosso o lo uccidesse nel sonno, nascondendo il cadavere qui da qualche parte, e piangendo la sua prematura scomparsa, con la mia totale approvazione -”

“Lui non è il mio fidanzato”
Ninette si accorse del repentino cambio di sguardo in Iris e per evitare di far chiudere a riccio a ragazza, s’intromise nel sproloquio di Florian.

“Florian non intendeva dire letteralmente questo ma da come si comporta, da come ci ha trattati quando stavi praticamente agonizzando, non posso fare a meno di chiedermi se sei al corrente di come lui diventi quando sei in pericolo”
“Non è sempre stato così”

Ninette vide Iris mordersi piano un labbro, corrugò la fronte, decisamente presa di sorpresa da questa rivelazione: guardò Florian in una muta richiesta di spiegazioni ma neanche il figlio di Afrodite sapeva di cosa Iris stesse parlando.

“Anni fa, c’è stato l’incidente con un drago meccanico che i figli di Efesto stavano tentando di costruire vicino alla foresta, non so se vi ricordate”
“Sì – Ninette annuì pensierosa, non capendo bene cosa centrasse questo con Baey - pensavano che avesse potuto aiutare a proteggere i confini e allontanare alcuni mostri dalla foresta invece risultò difettoso e scoppiò, lanciando lamiere ovunque. I figli di Apollo e Asceplio fecero gli straordinari quella settimana”

“Io sono stata colpita alla testa da uno di quei pezzi volanti mentre stavo tornando alla Casa Grande”
“E questo cosa centra con Baey?”

“Io e lui eravamo amici da bambini, o così mi disse Chirone. A causa di quell’incidente, ho perso la memoria del mio primo periodo al Campo e tutt’ora ricordo solo sprazzi: da quello che so, io ero l’unica sua amica in quel periodo dove non riusciva a controllare gli scatti d’ira mentre lui era l’unico che volesse parlare con me, per via delle mie ali e anche a causa della mia insicurezza. Ma poi non gli ho più parlato, non l’ho neanche più cercato perché non sapevo chi era, non mi ricordavo di lui”

“E questa sarebbe una spiegazione possibile a ciò che successe dopo: Micheal è esploso in violetti attacchi prima di riuscire a calmarsi e controllarsi, ha persino mandato in infermeria parecchi semidei più grandi di lui”

Per Ninette questa sì che era una rivelazione alquanto strana: persino il principino era rimasto shockato dalla notizia bomba e se ne stava con gli occhi sgranati a fissare Iris come se fosse un capo di Gucci in saldo; tentando di recuperare un po’ di buonsenso ma soprattutto di contatto con la realtà, Ninette cambiò totalmente discorso, informando la ragazza di come era riuscita a salvarla e di come si erano arrangiati nella loro piccola – e alquanto sprovvista – base sicura.

Le raccontò di come lei e Florian fossero tornati indietro a recuperare tutto ciò che poteva essere utile dal relitto della barca, alla fine affondata per le troppe ingiurie, mentre Micheal si assicurava di trovare un posto riparato e protetto da occhi indiscreti dove lasciarla guarire in pace; alla fine erano riusciti anche a rubacchiare qualcosa, come i tappeti, da una piccola imbarcazione mercantile di passaggio nel Rio. Le raccontò anche della sua febbre alta e degli effetti collaterali veleno, delle notti dove il figlio di Phobos faceva la guardia mentre Florian in silenzio le passava degli stracci, bagnati per l’occasione, sulla fronte e sulle braccia, pulendo il sudore accumulato.
Vide Iris sorridere genuina e di slancio abbracciare in una morsa ferrea il figlio di Afrodite, che colto alla sprovvista, non riuscì a respingerla fino alla fine dell’abbraccio: Ninette vide le gote del ragazzo assumere una lievissima tonalità rosea, come se fosse orgoglioso che finalmente qualcuno gli desse il merito per qualcosa che aveva fatto, nonostante di piccola entità. Persa nei suoi pensieri pure Ninette non riuscì a salvarsi dalla morsa di Iris che abbracciò anche lei, ringraziandola per averla salvata: se in un primo momento le diede fastidio quel contatto umano così ravvicinato e soprattutto non richiesto, goffamente tentò di ricambiare con dei veloci colpetti sulla schiena della ragazza che immediatamente sciolse la presa e le sorrise tutta grata.

E Ninette girò a se stesse che se avesse mai visto qualcuno di felice, di realmente felice lo avrebbe paragonato a come Iris stava sorridendo in quel momento, scarna e provata da giorni di malattia ma splendente di gratitudine verso due persone che probabilmente al Campo avrebbero riso di lei. La vide alzarsi, con calma, e chiedere dove fosse Micheal: Florian inaspettatamente volle accompagnarla, probabilmente per vedere se Iris avrebbe litigato con il ragazzo, cosa che dallo sguardo molto agguerrito – rispetto al precedente – della ragazza poteva benissimo essere vero.

“Ninette secondo te come mi vede Micheal?”

La ragazza in questione ci pensò un poco, prima di dare la sua risposta: voleva essere semplice e chiara.
“Come una ragazza fatta di vetro, fragile e con il costante bisogno che qualcuno la sorvegli. Riconosce le tue capacità ma ha paura a lasciarti libera”

Iris annuì con decisione prima di inoltrarsi nella foresta con Florian al suo fianco: per Ninette quella ragazza avrebbe rivoluzionato totalmente il figlio di Phobos.

 
₪₪₪

Florian amava i litigi, sia che fosse lui a condurli, sia nel guardarli. Sentiva già nell’aria l’odore di guai per Baey mentre vedeva Iris camminare tranquillamente verso il ragazzo: la calma prima della tempesta, ghignò il moro. Ed infatti appena Baey scorse Iris e si avvicinò raggiante per abbracciarla, lei lo fermò con un semplice gesto della mano, segno inequivocabile che non voleva essere toccata da lui: Florian quasi ghignò vittorioso nel vedere il potente Micheal Baey guardare smarrito la ragazza davanti a lui, ignorando cosa ci fosse di sbagliato.

“Sai Micheal, durante questa missione ho sempre visto il tuo interesse verso di me come un qualcosa di carino, strano certo considerando cosa sono, ma piacevole sotto un certo punto di vista. La cosa avrebbe potuto avere un risvolto migliore se tu non mi vedessi in quel modo”

Florian dovette trattenersi dal ridere: e chi lo pensava che sotto quelle piume Iris nascondesse la sottile arte del litigio, certamente non del suo livello, ma con quelle parole quasi smielate aveva fatto allarmare il figlio della paura. E paura ora l’aveva lui.

“Non credi sia oltraggioso nei miei confronti? Oppure credi che, siccome sono stata un’emarginata al Campo, io non abbia imparato a difendermi? Credi che io abbia il desiderio costante di un supporto dove piangere e lamentarmi come una bambina?”

“Io non penso niente di tutto questo Iris, ma –“

“Oh sì che lo pensi invece. Micheal Baey non mentirmi!”

Florian non sapeva più da che parte guardare: a fianco a lui c’era Iris con gli occhi verdi piantati come coltelli in quelli carbone di Baey, pieni di paura e affanno. Avrebbe voluto registrare il litigio e poi riguardarselo in camera almeno una decina di volte, poiché era di una potenza emotiva sconvolgente: due aure quasi complementari in conflitto tra loro: una cosa emotivamente distruggente.

“Iris per me sei la cosa più importante in questo mondo: niente e nessuno può farti del male, altrimenti dovrebbero passare sul mio cadavere!”

“E tu pensi di farmi vivere in una bolla? La povera e indifesa Iris che guarda dall’alto mentre il mondo muore per lei. Ma ti pare? Ti pare che io abbia bisogno di un trono dove stare seduta immobile? Praticamente mi stai considerando come un soprammobile da spolverare ogni tanto, giusto per non fargli prendere polvere, alla fine sta fermo e buono: è così che mi vuoi? Ferma e buona nelle tue mani con te padrone della mia vita? Perché se è così non ci sto Micheal: se è così le tue attenzioni puoi anche risparmiartele perché preferivo morire per quel veleno, piuttosto che guardare inespressiva la mia vita scorrere con te che minacci tutti di morte. Hai minacciato i tuoi stessi compagni! Cosa potevi pretendere di più da loro due! Mi hanno salvata e curata da un veleno mortale: hai pensato di chiedere a loro come stavano o pensavi soltanto a me? Oh, non occorre che rispondi, so già la risposta: no. Siamo tutti tuoi compagni di squadra, dovresti pensare un po’ a tutti e meno a me: sono sopravvissuta in ogni occasione, non mi serve una balia.”

“Iris ti prego, posso aver esagerato e mi scuserò, davvero, ma rimani con me, ti prego”

“Non così Micheal.Non puoi pensare di poter fare tutto quello che vuoi su di me o sugli altri e poi scusarti se le tue parole hanno ferito i sentimenti di qualcuno. D’ora in avanti, fino a prove che mi dimostreranno il contrario, la tua parola non varrà niente per me: scuse, insulti, promesse saranno come il silenzio.”

E con questa dichiarazione ad effetto, Iris si voltò e tornò da dove era venuta insieme a Florian che sorrise estasiato per tutto il percorso: lasciarono Micheal, con un accenno di lacrime agli angoli degli occhi scuri, nella sua postazione a rimuginare su ciò che la ragazza gli aveva detto e su ciò che lui pensava.

“Credi che abbia capito il messaggio?”

Florian guardò di sottecchi la rossa, e ci pensò su per qualche secondo. Sinceramente neanche lui sapeva se le parole della ragazza avessero avuto effetto ma una cosa che aveva imparato nei fumetti era che se la donna amata dall’eroe litigava con lui, l’eroe cambiava solitamente in meglio: forse funzionava anche così per loro due. Fece le spallucce, quasi a voler sottolineare un po’ il suo menefreghismo per quella faccenda ma Iris non se la prese.

“Dov’è Neos?”

A quella domanda Florian si irrigidì, ricordandosi solo in quel momento che lei non sapeva nulla degli ultimi avvenimenti: non sapeva neanche degli altri due dispersi, Arthur e la figlia di Tiche.
“E’ morto. E gli altri due sono dispersi”

Vide Iris rimanerci male, corrucciare le labbra e la fronte, prendere un bel respiro e lasciare che piccole lacrime scendessero dal suo volto, per poi asciugarle con il dorso della mano.

“Non è una bella notizia. Avete recuperato il cadavere? Lo avete bruciato?”
“No, totalmente disperso. Ninette ha cercato per un paio di giorni, ma non lo ha trovato, neanche un pezzo: probabilmente la corrente lo ha portato via e i pesci lo staranno mangiando”
“Non è decisamente una bella notizia. Almeno ho visto gli altri due”

E al suo sguardo decisamente incredulo, Iris gli raccontò la sua visione.


ANGOLO AUTRICE

Heylà giovani! Come stanno andando le vacanze? 
Spero che il capitolo vi soddisfi e che questa nuova parte di Iris vi abbia lasciato una buona impressine di lei :) Fatemi sapere! In più mi scuso per il ritardo nel postare il capitolo ma mi sono trasferita nel mio nuovo appartamento e mi sto un pochino ancora abituando!

Summer_time

  
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