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Autore: Meramadia94    15/08/2017    0 recensioni
Dall'arrivo di Kitty a Londra è passato un anno e la vita scorre tranquillamente. Ma un giorno questa quiete viene interrotta, e un caso di tentato omicidio attacca al cuore uno dei fratelli Holmes. Sherlock, aiutato da John, indaga. Ma ben presto si accorge che per risolvere il caso, dovrà far luce su un mistero irrisolto di un anno prima. Il caso diventa una corsa contro il tempo che in caso di sconfitta potrebbe costare molto cara.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Il piano di Catherine aveva funzionato, ma solo in parte. Mentre stava per mettere al sicuro le informazioni su una possibile minaccia per la sicurezza dell'Inghilterra e forse per tutto il mondo occidentale, a voler essere ottimisti, era stata scoperta.
Probabilmentre drogata... ma di certo, non uccisa. Non ancora.
In quel piano avevano curato molto i dettagli.... come scegliere una cavia che nessuno avrebbe mai potuto ricollegare a loro per diversi fattori, scaricare la responsabilità su un uomo che proprio a causa del background privato della prima vittima non aveva avuto modo di discolparsi e tentare di uccidere qualcuno che si stava avvicinando alla verità con la stessa sostanza...
Che non avessero ucciso una delle persone che stava cercando di smascherare tutto era una deuduzione che si basava su una cosa incerta come la speranza e l'affetto che impediva a qualunque essere umano di pensare uno dei loro affetti come una persona morta ed era da folli darlo per scontato.
Ma li reputava abbastanza intelligenti ( almeno reputava intelligente il capo della baracca, gli veniva troppo difficile associare la parola intelligenza a Dale Collins) da intuire che se la fidanzata detective della loro ultima vittima fosse scomparsa, proprio quando aveva rivelato ad un'amica di aver capito, e fosse stata ritrovata morta ammazzata... beh, non ci sarebbe voluto nemmeno Sherlock Holmes per fare due più due e trovare presto i colpevoli.
Una volta appurato che la piccola di casa Holmes aveva bisogno di aiuto, Greg organizzò subito delle squadre di ricerca.
'' Sappiamo che l'hanno portata in un mattatoio abbandonato...''- fece Sherlock -'' concentriamo  le ricerche sui mattatoi in disuso a Londra.''
'' Come sai che è a Londra?''- fece John -'' Potrebbero anche non essere in città.''
'' No...''- fece Sherlock -'' I mattatoi nelle città vicino a Londra sono attivi e ben funzionanti, mentre a Londra ce ne sono...''- s'interruppe giusto il tempo di finire di leggere le informazioni che il fratello maggiore gli aveva inviato -'' tre. Non dovrebbe essere difficile individuare quello giusto.''- poi andò a passo spedito verso l'ispettore -'' Novità?''
'' Non ancora.''- fece l'ispettore -'' Stiamo tracciando  il segnale del cellulare di Catherine, ma ci vorrà un po'.''
'' Un po' quanto?''- fece John iniziando ad agitarsi seriamente.
Come si poteva parlare di aspettare quando dei criminali avevano in mano sia l'arma per condannarli tutti a morte e che permetteva loro di tenere il mondo intero sotto scacco sia una ragazza di appena ventidue anni?
Si era sempre considerato un uomo dalla notevole pazienza, non si spazientiva quasi mai... tranne per le questioni urgenti.
E la vita della sorella dell'amore della sua vita altrochè se era urgente.
'' Troppo in ogni caso.''- fece Sherlock -'' e comunque staranno in allerta, se vedono qualsiasi cosa che somiglia anche solo vagamente alla polizia o un'auto della polizia potrebbero agire per rabbia, sentendosi braccati.''
'' Quindi?''- lo sfidò il sergente Donovan -'' Che fai, lasci morire tua sorella senza nemmeno provare a cercarla?''
John e Greg erano sul punto di dirgliene quattro, ma lo sguardo glaciale del consulente investigativo fu più eloquente di tutte le parole che potevano essere usate contro di lei.
'' Non osare dire che non m'importa di lei.''- questo dicevano gli occhi di Sherlock, che da azzurro vivo erano diventati di ghiaccio.
Sally era pronta a giurare di aver sentito anche un brivido freddo percorrerla da capo a piedi nel momento in cui il detective l'aveva guardata.
'' Andremo a cercarla io e John.''- fece Sherlock -'' daremo sicuramente meno nell'occhio di quanto non lo dareste voi.''
'' Come ci arrivamo?''- chiese John. Vero, per i criminali dietro a quella faccenda sarebbe stato sospettoso ai massimi livelli vedere delle macchine della polizia avvicinarsi... ma mai quanto poteva esserlo vedere un taxi proprio nei dintorni del loro covo.
O una qualsiasi altra vettura.
'' Mio fratello ci ha fatto portare una macchina, useremo quella e la lasceremo ad una distanza sufficente a non far insospettire nessuno.''- fece Sherlock scrivendo qualcosa sul suo cellulare -'' useremo quella.''
'' Io che cosa faccio?''- fece Greg.
In quel momento sentì la suoneria che lo avvisava che era arrivato un messaggio.
Quando controllò il numero vide che si trattava di Sherlock.
Sta per dirigliene quattro tipo, chiedergli l'utilità di inviare messaggi ad una persona che si trovava proprio di fronte a lui ma il detective lo anticipò.
'' Sono i nomi degli unici posti in cui può essere stata portata Cath... fai una ricerca, mi serve tutto quello che riesci a trovare.''
Nel dir così si precipitò fuori mettendosi alla guida della macchina che Mycroft aveva mandato loro.
...
...
...
Iniziò a riprendere lentamente i sensi.
La puzza di sangue rappreso aveva aiutato molto in quel senso, anche se il suo stomaco era in procinto di dire la sua.
Ricordava di essere stata aggredita proprio quando aveva iniziato a copiare i dati su un dischetto per portarlo via e consegnarlo a Mycroft in modo che potesse prendere provvedimenti e di aver rivelato tutto ai suoi '' colleghi'', con il cellulare che aveva preso in prestito da un collega di Nicholas prima di farsi rapire... quando qualcuno l'aveva aggredita e drogata.
Fece una faccia disgustata.
Odiava essere presa alle spalle per essere narcotizzata con quelle schifezze, le sembrava sempre di avere la bocca piena di monete o di miele avariato.
'' Oh finalmente la bella addormentata si è svegliata...''- fece una vocetta stridula e fastidiosa. Guardò di fronte a sè, riconoscendolo come il ragazzo che l'aveva aggredita alle spalle.
Lo squadrò da capo a piedi.
'' Tu devi essere Dale Collins...''
Dale sgranò gli occhi, meravigliato e lusingato allo stesso tempo -'' Mi conosci? Dunque sono famoso.''
'' Si... per essere un'idiota patentato e che di recente è diventato un criminale. Se fossi in te io non me ne vanterei.''
L'espressione facciale di Dale cambiò, aggrottando le sopracciglia in una smorfia rabbiosa -'' Tutta colpa dei miei colleghi invidiosi, che non sono mai riusciti a digerire che fossi più bravo di tutti loro messi assieme.''
Cath lo guardò con rabbia prima di sputargli addosso -'' Certo, come no... tu sei il nuovo Fleming, colui che salva milioni di vite umane che però è rimasto vittima di una sordida macchinazione...''
'' Sì!''- il suo tono somigliava tanto a quello di un ragazzino che frignava dopo essere stato rimproverato dalla madre per aver preso un brutto voto a scuola e che tentava di accampare patetiche scuse per convincere sè stesso e gli altri che quell'insuccesso era dovuto a molte cose e molte persone... tranne che a sè stesso -'' Ed è per questo che mi hanno sempre messo i bastoni tra le ruote... e alla fine ci sono pure riusciti...''
Chissà come mai... pensò la ragazza.
'' Per fortuna poi ho incontrato qualcuno.... che ha capito il mio stato d'animo e di quanto fossi stato sottovalutato... e mi ha offerto il suo aiuto per riemergere.''
Senza farsi vedere recuperò il telefono che aveva nascosto nella tasca posteriore dei pantaloni prima di svenire.
Certe volte essere una Holmes era un bel vantaggio: comportava un ottima memoria, che le permetteva di di maneggiare il cellulare senza guardare la tastiera.
E registrare il tutto era ancora più facile quando c'erano i soliti cattivi megalomani troppo orgogliosi per stare zitti e troppo ottusi da capire che tutte le chiacchiere che usavano nel tentativo di far credere di essere intelligenti oltre ogni misura umana era una dimostrazione di stupidità.
Ma che c'era qualcuno dietro di lui, Sherlock l'aveva già capito. Era da escludere a priori persino per un inetto totale che quel Collins fosse il capo della baracca, troppo tonto per ideare un piano simile così pieno di meticolose precauzione e dettagli curati al massimo.
'' Quindi, per dimostrare che sei un ottimo medico, uccidi una donna che non ti ha mai fatto niente di male?''- fece la ragazza quasi per fargli notare l'incoerenza delle sue parole con i fatti.
'' Non avevo in programma di ucciderla... ma tu non sai quale soddisfazione è stata, vedere quel pomposo pallone gonfiato di Reed essere messo al bando, trascinato in tribunale e messo alla berlina, così come lui ha fatto con me...''- nel dir così aveva gli occhi che brillavano, quasi fosse drogato -'' Ah, che spettacolo superbo... sublime, direi.''
In quel momento maledì le fascette da elettricista che le serravano i polsi. Si sentiva bruciare. Le bruciavano le mani dalla voglia di fargli sputare tutti i denti, uno ad uno.
Quel tale aveva una sola speranza di uscirne vivo: che qualcuno con il potere di arrestarlo lo trovasse prima che lei potesse liberarsi e mettergli le mani addosso, o non era in grado di dare alcuna garanzia.
'' Poi è toccato al suo cocco.''- fece con una voce a sfottò riferendosi a Nicholas - '' E' stata una cosa insperata.''
Kitty s'irrigid e solo dopo molti attimi di silenzio riuscì a trovare la forza per chiedere -'' Cos....a?''
Fino a quel momento, era sempre stata certa... anzi, erano sempre stati sicuri che Nicholas fosse stato ridotto in fin di vita perchè si stava avvicinando troppo ad una verità troppo scomoda per essere resa di dominio pubblico.
Ma da come la stava raccontando Dale... sembrava quasi che l'attacco fosse programmato.
'' Oddio... che cosa... che cosa hai fatto...?''
'' C'era sempre lui, al primo posto.''- fece Dale -'' se c'era un'operazione importante era sempre lui la prima scelta di Reed. Sempre e comunque. Era odioso, insopportabile. Tu non sai che avrei dato per vederlo sparire nel nulla... vederlo rovinato e coperto d'infamia.''
'' No..''- borbottò Cath iniziando a capire poco a poco  quello che Dale stava dicendo.
'' Non era solo un modo per dimostrare quanto valevo...''- sibilò Dale -'' quell'offerta di lavoro, era anche l'occasione di vendicarmi di coloro che mi avevano sempre osteggiato e messo in ombra. Anthony Reed e Nicholas Hooper. Entrambi dovevano pagare.''
Respirava affannosamente. Adesso le era tutto dannatamente chiaro... anche Nicholas sarebbe dovuto finire come Reed. Incolpato di omicidio colposo, trascinato in tribunale, radiato dall'albo...
'' Ma non l'hai fatto... perchè...''- poi dopo un attimo capito. Ovvio che non l'aveva fatto.
C'erano due motivi, l'uno strettamente legato all'altro: primo, non aveva avuto il tempo di avvelenare qualcun'alto.
Secondo, il suo '' capo'' glielo aveva impedito. Probabilmente, prima che avesse il tempo di infettare anche uno dei pazienti di Nicholas, gli aveva fatto notare che se con Marie Marcado avevano il salvagente che la loro vittima era sposata con un uomo che la picchiava e che mai avrebbe dato il permesso di effettuare delle analisi più approfondite per timore che si scoprisse che forse era proprio lui la causa del decesso, e che quindi nessuno sarebeb mai risalito a loro... forse con i parenti della vittima di Nicholas non sarebbero stati così fortunati.
'' Immagino che non sia necessario che te lo spieghi, giusto?''- fece Dale sarcastico -'' Ero piuttosto seccato di non poter dare anche a quel dottorino una bella lezione per fargli abbassare la cresta... ma poi lui ha avuto un'idea meravigliosa, anche se non per lui. Voleva fare delle ricerche e riaprire il caso della Marcado... a quel punto... beh immagino che la storia da qui, la sai già...''
Si.
La sapeva già.
Ma l'aveva sempre saputo.
Era solo la storia di Taylor che si ripeteva.
Fin da quando avevano avuto la certezza che si trattava di tentato omicidio: un'invidia così forte, talmente potente da sentirsi come un Dio in terra e da rendere ceco chiunque di fronte a coloro che erano migliori e che meritavano stima e ammirazione...
Aveva ragione Sherlock, come sempre: alla fine, i moventi si somigliavano sempre.
Avrebbe voluto mettersi a piangere e gridare tutta la rabbia, tutto l'odio e tutto il dolore che era esploso dentro di lei in quel momento... ma non poteva.
Non poteva e non voleva avere un crollo proprio in quel momento, davanti a quell'essere insignificante.
''' Ottimo lavoro Dale...''- fece la voce di un uomo più maturo preceduta da una porta che si apriva e che veniva richiusa -'' Puoi andare a caricare tutto, a lei penso io.''
'' Va bene.''- fece il ragazzo lasciando la stanza.
La giovane tirò su con il naso energicamente,  e quando vide chi era il capo quasi impallidì.
Dunque era lui... e il suo movente probabilmente era quello che aveva ipotizzato...
Solo che le sembrava assurdo che fosse proprio lui, l'assassino che cercava.
...
...
...
'' A proposito del mattatoio...''- fece Greg -'' abbiamo fatto le ricerche che hai chiesto, e sapete a chi è intestato uno? Paul Whitacher.''
'' Paul Whitacher?''- fece eco John -'' QUEL Paul Whitacher?''
'' Lo conosci?''- fece Sherlocksenza smettere di guidare in direzione dell'ultimo mattatoio. Avevano perlustrato i primi due da cima a fondo senza trovare nulla di rilevante per le loro indagini.
Quindi per principio di eliminazione non poteva che essere l'ultimo il posto e l'obiettivo della loro ricerca.
'' Solo di fama.''- rispose il medico -'' So che possiede una casa farmaceutica e che ha dedicato moltissimi anni della sua vita nella ricerca di malattie sconosciute e virali, ed un vaccino che possa neutralizzarle... solo che non capisco come mai dovrebbe comprare un mattatoio.''
''  Io invece lo so.''- fece Sherlock -'' Lo usa come laboratorio di morte, il che è molto evocativo visto che si tratta di una struttura in cui si uccidono gli animali in modo truculento.''
'' Laboratorio di morte?''- fece eco Lestrade dall'altra parte del telefono -'' aspetta, vuoi dire che...''
'' Sì, ispettore.''- fece Sherlock -'' Lui e la sua equipè hanno creato il virus. Hanno creato anche un antidoto, ovviamente.''
'' Cosa... ma... perchè...?''- fece Greg che ancora faticava a crederci. Perchè mai, un uomo che aveva passato gli ultimi quarant'anni della sua vita a studiare le malattie e trovare una cura che potesse salvare un numero indefinito di esseri umani, avrebbe dovuto creare una pestilenza che aveva già ucciso una donna, che se si fosse diffusa nell'atmosfera avrebbe fatto precipitare il mondo ai tempi medievali, ai tempi in cui la gente moriva per un graffietto o che moriva dopo aver subito trattamenti chirurgici estremi che in genere ammazzavano la metà di coloro che si ammalavano?
'' Senza offesa per i presenti...''- fece Sherlock riferendosi alla professione di John -'' Ma ultimamente c'è gente che pensa che i medici e case farmaceutiche non siano altro che ciarlatani avvoltoi che spaventano la gente per far ingoiare qualunque tipo di vaccino o antibiotico per riempirsi le tasche di soldi...''
'' Tutte frottole.''- fece John.
'' Condivido.''- fece Sherlock -'' però su una cosa hanno ragione. La gente è talmente terrorizzata dall'idea della morte...''- poveri idioti, come se non sapessero che stanno solo rimandado l'inevitabile, pensò Sherlock -'' che darebbe ascolto a chiunque e farebbe qualsiasi cosa pur di non doverci fare i conti.''
John, che non aveva ben capito cosa c'entrassero i seguaci del metodo Hamer in quel discorso iniziò a comprendere -'' Aspetta, vuoi dire che...''
'' Che ormai ci sono farmaci per qualsiasi cosa. Influenza, raffreddore, e le malattie che di solito bastava anche solo nominare per andare in preda al panico, non fanno più paura con i vaccini...
Ed è assai improbabile che una misteriosa epidemia, minacci Londra e metà mondo occidentale, così dal nulla e che i medicinali moderni siano impotenti...''
'' Oh Gesù...''- quindi era accaduto questo.
Paul Whitacher aveva creato un germe assassino in laboratorio, progettando di somministrarlo in maniera discreta, quasi inconscia, e di diffonderlo.
E mentre la gente entrava nel panico a causa di quell'epidemia, ecco spuntare lui, che sosteneva di aver scoperto una cura che funzionava, nemmeno fosse l' Alexander Fleming del terzo millennio a sanare la peste che lui stesso aveva creato.
...
...
...
...
Lo stesso stava accadendo nel mattatoio abbandonato.
Paul Whitacher, un uomo sui cinquant'anni, ben rasato, capelli curati ed occhiali da vista, in un completo elegante stava dando le stesse medesime spiegazioni ad Catherine inginocchiata sul pavimento sporco di sangue rappreso, caviglie e polsi immobilizzati da fascette da elettricista.
'' Quindi è per questo...''- fece Cath desiderosa di fargli sputare i polmoni dagli occhi -'' è per questo che hai assassinato quella povera ragazza...''
'' Dovevo pur assicurarmi che il batterio facesse il suo lavoro... ho chiesto a Dale di scegliere la cavia... e devo ammetterlo, ha fatto un lavoro... brillante, non trovi? Ad un passo dalle dimissioni, in perfetto stato di salute... beh, più o meno... e soprattutto, aveva un marito che si guardava bene dall'autorizzare l'autopsia.''
''Beh, funzionava mi pare!!!!''- gli urlò contro -'' Perchè quando vi siete accorti che avevate quello che volevate sapere non le avete salvato la vita?!?'' - poi ci arrivò. Ovvio. Una malattia improvvisa che come si era manifestata era sparita?
Reed si sarebbe insospettito, avrebbe fatto fare altre analisi...
'' Mi spiace per il tuo caro ragazzo....''- fece Paul -'' ma un uccellino mi ha detto che si era messo a ficcare il naso... doveva essere fermato.''
Cath dentro di sè sorrise.
Quelle parole, ci poteva giurare, erano le stesse che aveva pronunciato Nick quando aveva iniziato ad avvicinarsi alla verità.
'' Quindi...''- fece Cath -'' è solo questo il motivo che ti ha spinto ad infettare e forse uccidere milioni di persone? Guidare un'auto più bella, comprare una casa più grande, abiti firmati, vacanze esotiche? Solo per soldi?''
...
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...
'' Tutto questo per dei... maledetti soldi?''- fece John disgustato dall'idea di essere una specie di '' collega'' di quel mostro.
La prima cosa che gli avevano insegnato, tanti anni prima, quando aveva iniziato a studiare medicina era che non aveva scelto un lavoro, ma una missione. E chi sceglieva scienze farmaceutiche non era poi tanto diverso in fondo... ma  quel mostro aveva usato le sue conoscenze e strumentalizzato la scienza, che doveva aiutare l'umanità, per creare una pestilenza... da cui solo lui avrebbe tratto beneficio.
'' Sì...''- fece Sherlock -'' questa è una piccola parte di verità.''
'' Perchè, c'è dell'altro?''- fece Greg.
'' Direi.''- fece Sherlock -'' Ha ripetuto gli esami del primo anno fino alla nausea e con risultati non paricolarmente lusinghieri.
Scavalcato da quasi tutti i suoi compagni di corso per master e dottorati, definito uno studentello mediocre che al massimo, mentre tutti i suoi compagni  si realizzano, magari i professori gli dicono che al massimo potrà trovare lavoro in una farmacia di quartiere... un rospo bello grosso da ingoiare.''
John tornò indietro con i ricordi alla sera di tre anni prima. La notte in cui iniziò il peggiore dei suoi incubi. Sherlock che veniva ammanettato, Greg che lo supplicava di non intromettersi per non essere costretto ad arrestare un altro suo amico... Sally, tronfia e soddisfatta, che o guardava come per dire '' Avevo ragione io, come vedi'' che gli chiedeva che razza di persona poteva mai essere una persona che creava paura e dolore solo per vantarsi di essere in grado di risolvere tutto.
E ora se lo domandava veramente... che razza di persona era, un '' medico'' che creava una piaga solo per vantarsi di poter salvare le persone che lui stesso aveva infettato?
Non un uomo.
Non una bestia.
Forse nemmeno un mostro.
Ma uno scarto della peggior specie, quello sì.
...
...
...
'' Quindi tu...''- fece Cath -'' Avresti ucciso dei veri medici, dei veri soldati, dei veri eroi... solo per poter avere un ruolo importante?''
Paul la guardò con soddisfazione -'' Lo chieda a Reed. O al suo prezioso Nicholas perchè hanno scelto di indossare  il camice bianco? Per amore della vita umana? No...  mi creda, loro non sono così diversi da me... solo che non hanno avuto il fegato di rischiare e hanno preferito accontentarsi delle briciole. Nessuno fa niente per niente. Apra gli occhi. L'eroe che sava l'umanità, a costo di rischiare la sua stessa vita solo perchè crede che sia l'unica cosa giusta da fare, non esiste.
Solo nelle favole.''
Era sul punto di ucciderlo. Solo la vista del suo sangue scarlatto avrebbe potuto calmare l'odio, la rabbia ed il ribrezzo che quel... non sapeva nemmeno come chiamarlo. Pensò al suo Nicholas inchiodato in un letto d'ospedale, ricoperto di fili, legato ad un computer, mentre lottava disperatamente per sopravvivere... da quando avevano scoperto che era stato avvelenato con un'arma biologica... pensava di aver a che fare con qualcuno di diverso da tutti gli altri.
Che se al principio dell'indagine era riuscito a sviare persino Sherlock Holmes, fosse '' speciale'', anche se in senso cattivo...
E invece non era niente.
Un omuncolo frustrato che voleva mettersi in mostra, avido di denaro e che voleva ottenere il massimo con il minimo sforzo...
Il suo fidanzato stava per essere ucciso da un niente... da un cumolo di spazzatura che camminava nel tentativo di sentirsi meno insignificante.
'' Ne porterai il peso...''- fece la ragazza con un filo di voce -'' ne porterai il peso.''
Paul sogghignò -'' Non credo nè in Dio nè l'inferno, mia casa.''
'' Non mi riferivo a quello.''- fece la ragazza -'' Il tuo piano fa acqua da tutte le parti: una pestilenza che minaccia di sterminare il mondo occidentale facendolo ripiombare nei secoli bui, e solo un uomo può impedire un genocidio? La gente non è così stupida come pensi. Capiranno che il responsabile dell'epidemia è l'unico ad averne tratto dei vantaggi.''
Paul fece le spallucce per niente intimorito dal dato di fatto che la giovane Holmes aveva appena sbandierato.
'' Adesso è lei che dimentica un dettaglio...''- fece Whitacher tirando fuori dalla tasca un accendino -'' per accusare qualcuno... ci vogliono delle prove. Vero, questo posto... potrebbe darmi problemi... ecco perchè brucio tutto.''
Kitty sobbalzò.
Ok, questo non l'aveva previsto... la cosa buona, nella peggiore delle sue possibilità,  era che ormai Sherlock, Mycroft, John e Greg avevano intuito su chi andare a parare, quindi non doveva essere tanto difficile scoprire la verità... e poi era quasi riuscita a liberare le mani.
In quella stanza non vi era nè benzina nè altre tracce di un qualche accellerante malgrado sentisse un odore piuttosto forte.
Quindi, la benzina era stata messa fuori... aveva tutto il tempo di prendere il CD e scappare.
Poco probabile che il suo carnefice rimanesse a farle compagnia mentre il mattatoio bruciava assieme a lei.
'' Rimarrà qualcosa di me.''- fece Cath guardandolo con fierezza -'' Resta sempre qualcosa dei cadaveri bruciati... e quando avranno fatto il test del DNA si chiederanno come ci sono finita qui... quanto gli dai prima che risaliscano a te?''
'' Con il tuo fidanzato che... occhio e croce, ha poco più di quattordici ore da vivere e tu che non sai dove mettere le mani? Il suicidio si spiega da solo.''
'' Oh, non diciamo scemenze... è una balla campata in aria, nessuno ci crederà mai.''
'' Non ti hanno mai detto che le donne sono le naturali portatrici del melodramma? Credere ad una cosa simile è più semplice di quello che pensi.''
Cath abbassò la testa, ma solo per non farsi vedere mentre sorrideva.
Sì. L'opinione pubblica ci avrebbe creduto sicuramente e magari avrebbe commentato la vicenda come se fosse una tragedia di Shakespeare o una di quelle storie d'amore tragiche in cui la morte era vista come l'unico modo di stare assieme.
Ma Sherlock no.
E nemmeno Mycroft, Greg, Molly, John, Mrs Hudson... nessuno di loro si sarebbe bevuto questa balla.
'' Sta solo attento... hai attirato l'attenzione di qualcuno che quando deve trovare un delinquente non si limita a cercare... da la caccia. E credimi, se ti dico che non è piacevole.''
'' E si vede che il mondo va a rovescio...''- fece Paul ridendo di gusto dirigendosi verso la porta -'' Il cacciatore sono io, e la preda in trappola sei tu. Goditi l'inferno. ''- nel dir così la abbandonò chiudendola a chiave.
Pochi minuti dopo, la giovane iniziò a sentire la puzza di fumo che saliva.
...
...
...
...
'' Ok...''- fece Sherlock scendendo dall'auto. Si trovavano alla periferia di Londra vicino al Tamigi, in prossimità del mattatoio intestato alla società di Withacher.
Solo per il fatto che era un posto in cui si era soliti sgozzare delle bestie dopo averle tranquillizzate con dei farmaci, metteva i brividi.
Ed il buio della notte non migliorava certo le cose.
'' Se le mie deduzioni sono corrette... Cath dovrebbe essersi fatta portare qui...''
John sgranò gli occhi e divenne terreo in volto.
'' Sai, non avrei mai pensato di dirlo... ma spero che tu ti stia sbagliando... e non sai quanto ci spero...''
Sherlock aggrottò le sopracciglia, sopreso -'' Perchè? Non vuoi che ritroviamo Cath e mettiamo con le spalle al muro Paul Watakker?''
'' Whitacher, caso mai...''- fece John sempre più pallido -'' Ovvio che voglio ritrovarla e che stia bene... ecco perchè spero con tutto il cuore che non sia qui...''- nel dir così fece cenno al fidanzato di guardare quello che si presentava di fronte.
Il piano terra dell'edificio era completamente pieno di fuoco e l'intero edificio era avvolto dal fumo.
'' Oh mio Dio...''- fece il detective con un filo di voce.
'' Chiamo i pompieri e un'ambulanza... oh Gesù.... SHERLOCK!!!''
Non fece in tempo nemmeno a vederlo partire che il fidanzato si era arrampicato su per il cancello, scavalcandolo iniziando a correre verso l'edificio.
  
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