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Autore: SaintPotter    23/08/2017    1 recensioni
“ Lo scarlatto scoppiettio delle fiamme era ciò che di più vivo albergasse nel maniero. Il fuoco, alimentato dalla legna del caminetto, sembrava ardere, producendo quei brevi rumori ripetuti, ma non bruciava veramente. Era estate ed in quella stagione qualcuno si disturbava a lanciare l’Incantesimo Freddafiamma al focolare. Le fiamme non avevano il fine ultimo di riscaldare le pelli diafane degli abitanti del maniero, ma i loro cuori. Sempre che qualcuno, lì, avesse un cuore. ” ( ... ) “ Albus Potter era il fratello che Scorpius Malfoy non aveva mai avuto, era più lui la sua famiglia che Draco Malfoy. Era tutto, o quasi. Perché c’era qualcun altro. O meglio, c’era stato, ma poi era successo un disastro. Uno di quei disastri che parevano irrisolvibili. Un disastro gigante. E così Lily Potter si era ritrovata a diciassette anni incinta della figlia di Scorpius Malfoy ed ora, due anni ed un mese dopo, i due nemmeno si parlavano. ” ( ... ) “ Tutti soffrono. ” ( ... ) #TeamScorily.
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Everybody hurts

SaintPotter
 
 
 
 
 


4
 


 
Albus era di fronte alla porta della stanza di James quando sentì, nella stanza accanto, il suo cellulare suonare. Che tempismo! Sospirò, quindi lasciò stare il fratello ed andò a vedere chi volesse rompergli i boccini a quell’ora di mattina (saranno state le undici e mezza, oppure mezzogiorno, ma per lui era comunque troppo presto). Quando fu nella propria stanza, sentì più chiaramente Jingle Bells suonare e… sì, va bene, Albus Potter era l’unico essere sulla faccia della Terra ad avere come suoneria per il cellulare una canzoncina natalizia. In sua difesa, adorava il Natale e almeno anche in estate ne avrebbe avuto un po’! Quel ragionamento non faceva una piega. Quando lesse sul display il nome del migliore amico, si affrettò a rispondere.
«Ehy, Scorp!»
«Ciao» gli rispose quello dall’altra parte. Dal suo tono di voce non sembrava molto… contento. Albus se ne accorse subito.
«Tutto okay?»
«Mio padre è uno stronzo e all’ospedale non mi vogliono dare notizie. E mio padre è uno stronzo» disse di nuovo, il che fece preoccupare Albus. «Quindi no.»
«Hai detto due volte stronzo in una stessa frase» fece preoccupato.
«Veramente sono due frasi diverse» lo corresse l’altro. Stava per dire che fossero anche due periodi diversi, l’intelligentone e precisino, ma l’altro lo bloccò.
«Vabbè. Racconta!»
«Puoi venire qui?»
«Adesso?»
«È un problema?»
«Più o meno» ammise, pensando che dovesse ancora andare a scoprire cosa non andasse col fratello di sangue. Alzò le spalle e concluse tra sé e sé che ci avrebbe pensato dopo. Tanto si trattava di James, si sarebbe sicuramente trattato di una cazzata. «No, anzi, non fa niente, se è importante vengo.»
«Lo è» confermò Scorpius, che comunque non poteva immaginare la situazione familiare dell’altro. E in ogni caso avrebbe insistito per farlo venire a casa sua.
«Un attimo e sono da te» concluse allora Albus, prima di attaccare la chiamata. Forse un po’ più di un attimo, dato che doveva andarsi a vestire. Menomale che si era già lavato prima di fare colazione!
Dopo aver infilato le scarpe, pensò di scendere di sotto e raccomandarsi con Lily e Fred di non combinare guai, soprattutto dal momento che era stato lui a garantirlo alla madre, poco prima. Ci pensò e realizzò che tanto i guai, quei due, li avrebbero combinati lo stesso, quindi lasciò il cellulare sul comodino, invece prese la bacchetta ed alla svelta si Materializzò nel maniero dei Malfoy.
Peccato. Non aveva idea che quella fosse l’unica possibilità di parlare con James e che, comunque, fosse meglio farlo subito perché era davvero importante, non una delle solite cazzate che lo riguardavano. O meglio, era importante per essere una delle cazzate fatte da James Potter. Non aveva idea che cinque minuti dopo il fratello sarebbe sparito e nessuno avrebbe avuto idee su dove potesse trovarsi, sul fatto che i genitori, preoccupati, avrebbero chiamato il giorno successivo persino la polizia babbana. Peccato.
«Ma dove si è cacciato?» si domandò Scorpius, guardando l’orologio a cucù che aveva sopra la testa: era quasi mezzogiorno ed era passato più di un attimo. Ormai, dopo quella attesa, la sua rabbia verso Draco e San Mungo s’era enormemente alleviata. Ad Albus, comunque, gliene avrebbe dette quattro. Quello fece il suo ingresso nel salotto dei Malfoy due minuti dopo.
«Scusa» si giustificò, «per sbaglio mi sono Materializzato nella tua cucina. Ed Irvin ha insistito tanto perché io mangiassi qualcosa!»
«Per sbaglio?» Di certo non se l’era bevuta. «Non avrai svuotato di nuovo mezzo frigo?»
«No, tranquillo, avevo già fatto colazione!» Sì, con del caffè e dello yogurt! Troppo poco! Aveva bisogno di energie, appena dopo pranzo avrebbe ripreso a studiare per il prossimo esame universitario! «Solo un quarto. Comprate sempre ottima roba.» Ed era vero: tutto era di gran lunga più gustoso (e costoso e di classe) rispetto a quello che comprava sua madre. Ma insomma, suo padre aveva salvato il mondo e nemmeno gli permettevano di avere una colazione da re? Era ingiusto.
Scorpius gli rispose sbuffando. Albus decise di lasciar perdere e per primo si accomodò su una poltrona. L’altro si accomodò di fronte a lui.
«Allora, che succede?» Tornò subito serio.
«Stamattina sono andato a Diagon Alley per ritirare dei soldi per pagare l’università.»
«Tuo padre…?»
«No.»
Ah.
«E ho visto un Guaritore affrettarsi per comprare chissà quale ingrediente per una pozione» continuò Scorpius.
«Okay che studio Pozioni, ma non sono un detective, non vorrai farmi scoprire di cosa si tratta?» domandò l’amico arrivando a conclusioni affrettate.
«No, no» rispose Scorpius, prendendo a gesticolare. Non gli serviva scoprire nulla del genere, non credeva importante conoscere quale pozione dessero alla madre. «Credo che mia madre stia peggio del solito.»
Un sopracciglio corvino si inarcò sulla fronte del Potter, che iniziava a preoccuparsi.
«Perché lo dici?»
«Al…» riprese Scorpius, non sapendo bene cosa dire. Perché in realtà aveva troppo da dire. E urlare. Invece ora era calmo, non così freddo solo perché stava parlando col suo migliore amico. «La Strout ha detto che per ora è viva. E che è grave. E lo so che sta sempre peggio e… e io… » Io… Abbassò lo sguardo grigiastro sui propri piedi. Non era sicuro che avrebbe retto quello del ragazzo. Perché, di nuovo, Scorpius Malfoy era molto più fragile di quanto sembrasse. Anche se a volte era rigido e ti trattava con una più o meno educata freddezza, anche se a volte invece era uno stronzo che ti prendeva per il culo e rideva amaramente di te. Anche se a volte era semplicemente buono. Ma era umano. E perciò era fragile. «Non credo che ce la farà.»
In realtà, non credeva che la madre potesse farcela da parecchio tempo, ma adesso improvvisamente la situazione, grave, sembrava più reale, più crudele, più… bè, difficile da reggere.
Questo era uno di quei momenti in cui Albus si sarebbe limitato ad abbracciarlo, invece lo guardò con una rigidezza che nascondeva un affetto gigantesco e disse soltanto: «andiamo da Alex.» Doveva farlo stare meglio.
Scorpius alzò in fretta gli occhi e lo guardò sorpreso in un primo istante, poi gli rise in faccia, una risata amara, scuotendo la testa senza troppa vivacità. Anche le sue parole furono amare.
«Lei non vuole.»
«Certo che vuole» insisté severamente Albus, giusto perché sapeva di avere ragione e voleva solo che il suo amico stesse bene.
«Non parlo di Alex.» Rise amaramente mentre l’altro fu in silenzio. Albus aveva capito, ora, a chi si riferiva e forse Scorpius aveva ragione. Ma sapete cosa? Non gliene fregava niente.
«Chissene.» Stette zitto ad attendere una risposta, ma questa non arrivò, allora continuò lui a parlare. «Hai bisogno di distrarti!»
Questa volta Scorpius alzò il tono di voce, più brusco. «Non ho bisogno di distrarmi! Non voglio distrarmi, lo capisci?»
Albus sospirò.
«Senti, Al, ho cose più importanti a cui pensare. Mia madre, mio padre che non la va a trovare da un mese…»
«Un mese?» gli fece eco, Albus, sconvolto. Che merda. Scorpius annuì. Ecco perché lui gli aveva dato dello stronzo.
«Adesso non ho tempo per pensare ad Alexandra.»
Da una parte aveva ragione, poiché si trattava di una questione di vita o di morte, anzi forse più di morte, perché molto probabilmente Astoria non ce l’avrebbe fatta,  ma dall’altra…
«Non puoi permetterti di non avere tempo per tua figlia.»
Tua figlia. Era così strano. Lui aveva solo ventuno anni ed era pure single, perché la madre di sua figlia non voleva saperne niente di lui. Ragionevolmente…  Scorpius sospirò.
«Tanto non la vedo già mai, dato che quella stronza di…»
«Non chiamarla così» lo rimproverò Albus, poiché Lily era pur sempre sua sorella. Scorpius non si scusò, ma si corresse e forse lo fece anche perché non la considerava davvero una stronza. Lui l’amava ancora.
«Dato che Lily non vuole farmi fare il padre.»
Questa frase suonò così triste alle orecchie di entrambi. Albus si fregò di ciò che Scorpius disse e mise una mano sulla sua spalla. Un istante dopo, questo sentì la nausea, più che altro per la sorpresa del viaggio improvviso, ed un istante dopo ancora furono alla Tana. Sia lodata la Materializzazione congiunta!, pensò Albus. Sia maledetta!, pensò invece l’altro. Poi Scorpius la vide. Alex. Era seduta sulle ginocchia di Molly Weasley, sul divano in salotto, e rideva gioiosamente. Ed era bellissima.






 


Angolo autrice.
Questo è l'ultimo capitolo corto della storia. Giuro. Gli altri dovrebbero essere di una lunghezza... normale? Tranquilli! E boh, non avevo niente di particolare da dire, giusto questo! Perciò... pace e amore e buon Albus Potter a tutti!
SaintPotter.
   
 
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