Sapore di te, sapore di casa (Prima Guerra Magica)

Sua madre gli aveva sempre detto: “Mai andare a casa di qualcuno senza cibo o qualcosa da bere,” e siccome Sirius non aveva mai detto se stavaa cucinando o no, Remus aveva pensato che preparare la cena fosse una buona idea quando aveva cominciato.*
Tutt’al più che, ne era abbastanza sicuro, Sirius non era un granché come cuoco e, dai vari cartoni di pizza che occupavano ogni superficie della cucina e del salotto, ipotizzava che raramente si mettesse ai fornelli.
Quando Sirius entrò in casa, quella sera, dopo un doppio turno per l’Ordine sentì un insolito profumo provenire dalla cucina: con la bacchetta sguainata e i sensi in allerta, vi si diresse cercando di fare il minor rumore possibile.
“Stupe- Remus!” bloccò l’incantesimo a metà, fermandosi giusto in tempo, mentre osservava il suo ragazzo salutarlo da vicino ai fornelli con un insolito grembiule in dosso.
“Sirius, ti sembra il modo?” lo prese in giro, continuando a sorridergli in quel modo che era tutto suo: un sorriso così, infatti, non lo rivolgeva mai a nessun’altro e a lui andava bene così, era suo e non l’avrebbe condiviso per nulla al mondo.
“Ma ti sembra il modo a te,” sbottò, “Pensavo fosse un Mangiamorte, qualcuno venuto per sapere cose dell’Ordine, pensavo…”
Remus lo interruppe con una risata, facendolo fermare e assumere un’espressione contrita e offesa.
“Dimmi, il Mangiamorte aveva fame e si era messo a cucinare?”
Lo guardò storto, togliendosi la giacca e buttandola su una sedia a caso, mentre assumeva la sua migliore aria da bambino offeso – come non mancava mai di fargli notare Remus.
“Come sei entrato?” borbottò, avvicinandosi al ragazzo.
“Diciamo che so dove tieni le chiavi d’emergenza,” girà qualcosa nella pentola e Sirius provò a sbirciare senza però riuscire a vedere niente. “Sotto al tappetino dietro al vaso, davvero? Un posto più comune non l’hai trovato?”
“Ma tu non stai mai zitto?” sbuffò indispettendosi ancora di più. “Che cucini?”
“E’ una sorpresa,” rispose enigmatico, appoggiandosi a Sirius che lo abbracciava da dietro. “Com’è andata oggi?”
“Un intero pomeriggio in compagnia di Malocchio, tu che dici?” rispose con la testa affondata nell’incavo del suo collo, iniziando a lasciarvi piccoli baci.
“Dico che non è così male come vuoi farlo passare tu,” inclinò la testa da un lato, così da facilitargli la risalita fino alle sue labbra.
“Sì, sono sicuro che hai ragione, ne parliamo dopo magari, eh,” e così dicendo catturò le sue labbra.
Non si vedevano da una settimana, a causa dei turni per l’Ordine e di un favore che Silente aveva chiesto a Remus, e Malocchio era l’ultimo dei problemi di Sirius in quel momento.
“Mi sei mancato,” gli mormorò Remus sulle labbra, avvicinandolo a sé ancora di più.
Sirius, in risposta, approfondì il bacio e infilò le mani sotto la maglietta del ragazzo, cominciando a passagli le mani lungo la schiena e sfiorandogli le cicatrici che trovava sparse lungo di essa.









NOTE A PIE' DI PAGINA:
Mi scuso per l'enorme ritardo ma sono partita per una settimana e tra quattro giorni ripartirò, e purtroppo avendo EFP l'html mi è difficile (Se non impossibile) aggiornare dal telefono. 
* il prompt, come sempre, viene da LJ "piscinadiprompt" che non smetterò mai di ringraziare.
Le storie, a partire da questa, si faranno sempre più angst e meno spensierate: il tempo della scuola è finito e loro si trovano catapultati nella guerra, e dato che ci tengo a rimanere fedele a zia Row e sappiamo bene le cose come vanno... beh, salutate i bei tempi felici.