Cap 34 -
L’ascesa del Re
Il tempo
scorreva
con una lentezza inesorabile, Elena aveva assistito impotente mentre un
gruppo
di cacciatori aveva rinchiuso Aris in quella gabbia di metallo e
lentamente
l’avevano poi trascinato con una carrucola proprio al centro
del lago. Sembrava
un grande canna da pesca con all’amo Aris, e mentre lo
guardava dimenarsi nel
tentativo di slegarsi, incapace di poterlo aiutare, i cacciatori
calarono quel
maledetto aggeggio nell’acqua.
La bionda si
sporse
di più dallo strapiombo, era straziante dover assistere a
tutto quello senza
poter muovere un solo dito, avrebbe fatto qualunque cosa per liberarlo,
persino
buttarsi da quell’altezza con il rischio di spezzarsi
l’osso del collo!
Fece un passo in
avanti per saggiare l’altezza della scogliera, ne stava solo
valutando
l’altezza quando sentì le mani di Nick chiudersi
ancora sulle sue braccia.
“Se
non farai la
brava sarò costretto a legarti di nuovo”
l’ammonì lui.
“Tu
non capisci…”
sussurrò Elena con lo sguardo implorante, gli occhi gonfi di
preoccupazione e
la paura che le faceva martellare il cuore in petto.
Il ragazzo la
spinse
verso un terreno più sicuro e dopo la liberò
dalla sua presa.
“Voi
non sapete
quello che gli farà” sussurrò Elena
portandosi le mani alla testa come se fosse
sul punto di impazzire.
Aris si trovava
nel
centro della battaglia fra i cacciatori e tritone, e francamente lei
non sapeva
decidersi su quale dei due fosse peggio. Non poteva fare nulla se non
guardare
quello che quegli incoscienti stavano per fare, se tritone avesse visto
tutto
quello con i suoi occhi, se l’avesse vista viva e vegeta e
se, cosa ancora più
grave, avesse visto Aris con gambe umane sarebbe sicuramente scoppiato
il
peggio, ci sarebbe stato uno sterminio di massa. Sì,
probabilmente questa volta
sarebbe arrivato al punto di uccidere persino l’unico
discendente maschio della
famiglia reale, ai suoi occhi quelle gambe sarebbero state la conferma
del
tradimento.
Elena non poteva
pensarci; se Tritone avesse ucciso Aris? Se tritone, pazzo di follia,
avesse
ucciso tutti?
Mentre si
tormentava
con tutti questi pensieri la voce di Lara risuonò chiara
alle sue orecchie.
“Abbiamo un piano… non devi preoccuparti, e se le
trattative non dovessero
andare come previsto passeremo alle maniere forti,
l’uccideremo prima ancora
che possa dire A.”
Elena che fino a
quel momento aveva tenuto la testa bassa si riscosse immediatamente a
quelle
parole.
“Che
cosa…? Avete
intenzione di uccidere il Re di Atlantica?!” si
voltò verso Lara quasi non
credendoci.
“Se
non dovesse
collaborare, è l’unica
soluzione…”
“No
che non lo è!”
obiettò lei decisa.
Atlantica non
poteva
rimanere senza un re! Persino lei sapeva che morto un sovrano il posto
sarebbe
stato occupato subito dal suo successore, e l’unico nella
lista era Aris! Così
facendo il suo ragazzo sarebbe stato costretto ad assumere il controllo
del
regno, sarebbe stato costretto a ritornare ad Atlantica e questo lei
non lo
voleva.
Ancora tremante
a
quell’idea continuò a parlare “io e Aris
abbiamo un piano, questi anelli hanno
provocato sin troppi guai e non è giusto che gli umani o i
tritoni abbiano il
controllo sull’oceano. L’oceano non ha bisogno di
padroni, di protettori forse, ma
non di sovrani spregevoli.”
I due ragazzi
l’ascoltarono in silenzio.
“Noi
vogliamo
distruggere tutti gli anelli, vogliamo appianare queste divergenze fra
umani e
sirene, siamo entrambi abitanti di questo pianeta, coesistiamo ognuno
con le
sue diversità.”
“Belle
parole che
non significano nulla.” Disse sprezzante la bruna.
“Mio
padre, ha dato
la vita per la sirena che amava e per suo figlio, non gli è
mai importato cosa fossero
loro due, li ha amati fino alla fine, fino all’ultimo suo
respiro,
incondizionatamente.”
Sui volti dei
due
ragazzi s’accese un’espressione di sgomento.
“Stai
dicendo che…”
Nick stava parlando ma era difficile persino fare quel pensiero.
“Tuo padre ha
avuto un figlio con una sirena?” chiese confuso.
“Sì,”
confermò lei
senza vergogna. “E senza di loro non sarebbe mai nato Aris.
Ed io gli sono grata
per questo.”
Lara
sgranò gli occhi
orripilata. “Tu e Aris siete fratelli!?”
gridò “Ma lui è…?! Voi state
insieme!
È totalmente”
Elena
l’interruppe
prima che dalla sua bocca potessero uscire ulteriori frasi accusatorie.
“Credevamo
di
esserlo, e fidati, scoprire che la persona che ami sia in
realtà tuo fratello
non è per niente un’esperienza
piacevole.”
La ragazza bruna
fissò un momento Nick di sottecchi la quale non si accorse
di niente, era
troppo concentrato sulla storia di Elena per prestare attenzione a quel
gesto.
“È
stato il periodo più
brutto della mia vita fino a quando non abbiamo scoperto di non essere
veramente fratelli. Eric non era il mio vero padre, mia madre mi aveva
avuto
con un altro uomo… Tra
me e Aris non
scorre nemmeno una goccia di sangue uguale.”
Nick stava
metabolizzando tutte quelle informazioni.
“Allora
era per
questo che avevi quell’attaccamento a lui?” non
riuscì a trattenersi.
“Ho
provato da
subito qualcosa per lui ma quando abbiamo realizzato che potevamo
essere fratelli
abbiamo tentato di ignorare i nostri sentimenti…ma quello
che voglio dirvi è
che lui è diverso dagli altri tritoni.”
Elena non voleva
parlare della sua travagliata storia sentimentale, voleva solo che loro
la
lasciassero libera così da poter correre in suo aiuto, non
era poi così
difficile no?
“Lui
è sincero ed è…onesto”
pensò a quando le aveva tenuto
nascosta la storia di Ayla, loro non dovevano per forza sapere tutti i
dettagli… “io capisco che voi possiate avere dei
timori nei confronti del
passato, ma lui è diverso, lui è un principe
tritone mezzo umano, ha a cuore i
nostri mondi e se ci date una possibilità noi possiamo
provare a cambiare le
cose.”
Nick
alzò le spalle
quasi scrollandosi di dosso ogni responsabilità
“non è con noi che ne devi
parlare Elena, noi non prendiamo decisioni, solo gli anziani hanno il
potere di
farlo, sono loro che hanno in mano le redini della nostra
società segreta.”
“Ed
allora è con
loro che voglio parlare.” Guadò per un istante
tutti e due negli occhi. “Ma non
posso farcela da sola, ho bisogno del vostro aiuto.”
Alzò le mani ancora legate
con la corda implorandoli con lo sguardo.
“Vi
prego.” Ma i loro
sguardi
non erano ancora del tutto convinti.
“Dirò
che sono
riuscita a scappare, se tutto dovesse andare per il peggio non
rivelerò ciò che
avrete fatto per me” sussurrò tentando di
convincerli.
“Ma
devo fare in
fretta, devo andare da questi anziani e convincerli prima che lui arrivi o sarà troppo
tardi!”
Lara mosse un
passo
verso di lei, guardava Nick e leggeva nei suoi occhi la stessa
incertezza che
provava lei, e se Elena avesse avuto ragione su tutto? Ci si poteva
davvero
fidare di quei due? Che cosa avrebbero potuto fare per aiutarli?
Ma le sue
riflessioni furono stroncate sul nascere, non c’era
più il tempo per
contrattazioni e ipotesi; al centro del lago un gorgoglìo
sommesso aveva iniziato
a risuonare nell’aria tesa del bosco.
Tritone stava
arrivando.
****
Aris era per
metà
immerso nell’acqua fresca del mare, era rassicurante
ritornare a contatto con
dell’acqua salata, ma le circostanze non erano per nulla
piacevoli anzi, lui
era la miccia che avrebbe fatto esplodere quella guerra e per quanto
potesse
sforzarsi non poteva fare altro che attendere inerme il suo
arrivo.
Ormai lo sapeva
bene, era questione di minuti o forse ore se erano fortunati, ma Re
Tritone
sarebbe arrivato, e quando sarebbe arrivato la guerra avrebbe avuto
inizio.
Come
d’improvviso il
cielo, già scuro della notte, si coprì di grandi
nuvole grigie che in pochi
istanti oscurarono la luce della luna e delle stelle. L’aria
si fece frizzante
quasi fosse carica di elettricità, tutti i presenti
attendevano trepidanti che
avvenisse qualcosa, Aris si teneva saldamente alla gabbia mentre
guardava la
superficie del lago in cerca di un segnale, la sua vista era molto
più buona di
quella degli umani, riusciva a vedere sott’acqua in piena
notte con la stessa
facilità del giorno.
Elena Lara e Nick si erano sporti per guardare cosa stesse accadendo, i
loro
binocoli erano adatti alla visione notturna e i due ragazzi poterono
monitorare
la situazione meglio di quanto potesse fare Elena.
“Cosa
sta
succedendo?” chiese lei spaventata. Il cielo stava diventando
sempre più nero,
come se da un momento all’altro stesse per diluviare,
indubbiamente doveva
essere opera di Tritone.
Lentamente il
lago
iniziò ad incresparsi nonostante nell’aria non ci
fosse un filo di vento, le
piccole onde si andavano ad accumulare ai lati della cascata, stavano
crescendo
gonfiandosi in verticale, era un movimento naturalmente impossibile.
“Si
stanno formando
delle…mura? Mura
d’acqua?” fu la
risposta di Nick.
Quello che
successe
dopo lasciò tutti i presenti letteralmente senza parole,
l’acqua salita in alto
fin quasi alla rocca dove vi era Elena si fermò. In
lontananza si udì cadere un
tuono, poi la luce del lampo per un momento illuminò la
radura e per un istante
fu possibile vedere l’acqua delle mura che stava ascendendo al cielo.
Dalle mura
d’acqua
lentamente, uno ad uno, si fecero avanti possenti tritoni dalle lunghe
code
corazzate. Era l’esercito del re, Aris li riconobbe subito,
avevano armature
ramate con impresso sul petto lo stemma di Atlantica, lunghi arpioni
che
terminavano con uncini a tre o quattro punte, alcuni tenevano in mano
spade
d’argento affilate come rasoi, altri più letali
avevano fiocine pronte ad
essere scagliate sugli avversari.
Vederli
comparire
lì, in fila, armati fino ai denti, gli fece accapponare la
pelle.
****
“Questo
maledetto
aggeggio non può andare più veloce?!”
Ursula si lamentò con Rachel.
“Più
veloce di
così?! Siamo già al limite consentito dalla
legge!” la rimbeccò quella
spingendo ancora un pochino sull’acceleratore.
La strega seduta
dal
lato del passeggero si sporse verso il finestrino, il cielo si era
annuvolato
di colpo, era convinta che il peggio sarebbe ancora dovuto arrivare.
“Facciamo
in fretta
per piacere, o sarà troppo tardi per salvarli.”
“Ancora
con quella
storia?” alla madre di Elena scappò un sorrisetto
ironico. Quella strana
signora che aveva detto di chiamarsi Ursula, per tutto il viaggio non
aveva
fatto che blaterare delle storie assurde. Le aveva raccontato di come
sua
figlia e Aris si fossero cacciati nei guai, di come
quest’ultimo, figlio del
suo ex marito e di una principessa sirena, avesse sfidato il nonno, Re
di
Atlantica (una specie di regno degli abissi), rinunciando a tutto per
stare con
sua figlia sulla terra.
Assurdo!
E le cose erano
andate peggiorando, il viaggio era stato piuttosto lungo e
così la strega aveva
avuto modo di raccontarle di una società segreta che
uccideva ogni tritone o
sirena che mettesse piede sulla terra, e poi di alcuni strani aggeggi
che
conferivano del potere sul mare, bah!
Si era rifiutata
di
protestare come aveva fatto all’inizio e aveva deciso che la
migliore soluzione
era starsi zitta e concentrarsi sulla strada, per quanto le riguardava
Ursula
era troppo fuori di testa per darle ascolto.
“Lo so
che non lei
non mi crede, ma era un suo diritto saperlo.”
L’altra
sospirò
all’ennesima frase sconnessa della vecchia.
“Quando
si troverà
nel bel mezzo della battaglia, capirà che purtroppo
è tutto vero.”
****
Il buio si era
fatto
sempre più fitto, sembrava quasi una presenza palpabile.
I soldati
schierati
in formazione aspettavano fermi l’arrivo del loro sovrano, di
certo il Re aveva
in mente un entrata ad effetto per stupire ancora di più
quei piccoli umani.
La luna non era
che
un cerchietto pallido che combatteva contro tutte quelle nubi per
rischiarare
la notte, un gorgoglìo sommesso iniziò ad animare
il centro del lago, un
vortice d’acqua prese a crescere con velocità
sempre più crescente.
Un fulmine cadde
proprio nel centro del vortice, il boato fu tremendo e la potenza
dell’impatto
fece cadere molti cacciatori, ma il mulinello continuava a crescere
indisturbato.
L’aria
era diventata
umida e appiccicosa, tutti sapevano chi sarebbe arrivato di
lì a poco, il piano
dei cacciatori aveva davvero funzionato, ma questa non era che la prima
fase; dal
centro del lago iniziarono a venire a galla piccole bollicine che via
via si facevano
più grandi e ascendevano anche loro al cielo, un secondo
fulmine cadde proprio
al centro del lago ma con la meraviglia di tutti la sua luce
attraversò l’acqua
e lì vi rimase.
Stridii acuti
vennero
dal fondo del mulinello seguiti da frustate vigorose, dal profondo del
gorgo
due enormi cavalli acquatici galoppavano energicamente per contrastare
la
potenza del vortice, la frusta tagliava l’aria e batteva
vigorosa sulle schiene
degli animali, mentre un cocchio d’oro massiccio illuminato
dalla luce del
fulmine che aveva assorbito iniziava a venire a galla.
La corrente
prese a
sballottare la gabbia del povero Aris che continuava a dondolare
precariamente
dentro l’acqua, con un ennesimo schiocco di frusta i cavalli
riuscirono ad
emergere completamente dall’acqua, tutta la radura
ammutolì sgomenta.
Re tritone a
bordo
del suo cocchio era immenso e maestoso, un’aura di regale
potenza lo pervadeva
dalla testa fino alla coda, i lunghi capelli bianchi ricadevano
disordinati
sulle spalle, sulla testa la corona d’oro brillava di una
luce calda e dorata.
Il torace era bardato con un armatura forgiata sulle sue enormi misure,
era
alto quanto tre uomini e forte come un gigante; la lunga coda era
interamente
ricoperta da un’armatura d’oro che proteggeva
scaglia per scaglia, le braccia
erano libere di muoversi ma erano ricoperte di bracciali
d’oro e stemmi. Il re
aveva oscurato la luna argentea con il suo splendore dorato,
l’unica fonte di
luce in tutta la radura veniva dal suo corpo che emanava bagliori
caldi, era
come stare al cospetto del sole, era impossibile guardarlo
direttamente.
La mano sinistra
teneva le redini delle bestie metà cavalli metà
pesci, mentre con la destra Re
tritone sollevò il tridente verso il cielo, un ennesimo
fulmine fu scagliato
verso il lago ma il re prontamente lo assorbì con lo scettro
caricandolo al
massimo della sua potenza, il bellissimo strumento adesso era
circondato da
scariche elettriche e brillava come una stella incandescente e
pericolosa;
incastonati nella sua elsa pronti a dar battaglia, vi erano gli anelli di Alimede.
A.A.