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Autore: ClodiaSpirit_    03/09/2017    1 recensioni
Magnus e Alec dopo la confessione dello Stregone della 2x15. La debolezza dello Stregone lo porta ad aprirsi completamente allo Shadowhunter, mostrando un lato di sé che ha sempre odiato: i suoi occhi da gatto, simbolo della sua natura. Magnus intende mostrarsi ad Alec così per come è, temendo il pensiero dell'altro. « Non c’è niente di brutto in te » aveva detto con così tanta determinazione da far ribaltare in aria le mille convinzioni e castelli d’acciaio che Magnus aveva costruito fin dal momento in cui era venuto al mondo, fin dalla sua infanzia. Da quando sua madre si era tolta la vita per colpa sua, per colpa della sua natura da Nascosto. Aveva ceduto anche se si era ripromesso di non farlo. Ma con Alec era stato diverso.
// Plus altri capitoli basati su altri episodi o di puro pensiero/ immaginazione so stay tuned.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spazio autrice: Salve a tuuuuutti, eh sì, questa volta l’aggiornamento ha fatto un piccolo salto all’indietro e ha deciso di passare a Domenica invece che a Lunedì. Meglio no?
In realtà non lo volevamo buuuu *cori da stadio*
COMUNQUE *ehm ehm* volevo confermare che questo capitolo è stato accelerato e avuto grazie anche una conversazione accesa e davvero problematica se non geniale, grazie a Pau ( ily) E volevo dedicarlo invece a , perché quella ragazza è stata una delle prime a credere in questa OS quindi, la ringrazio ancora e ancora perché è unica e niente, grazie a twitter conosco sempre gemme, so, grazie Lu. E vorrei anche dirle di rimanere fino alla fine del capitolo sullo spazio autrice finale ( che metto per la primissima volta) per la tanto attesa surprise.
Ma bando alle ciance, AVVERTIMENTO: Uno dei personaggi di cui leggerete è stato preso secondo un interpretazione dei libri (come vi avevo già detto, amo fondere la serie e questi) quindi don’t hate me.
Buona lettura. - Clodia



If you bleed, I’ll bleed the same



La coperta grande, forse a tratti troppo larga, era fredda e il corpo di Alec se ne stava abbandonato sul letto come un relitto. Non dormiva, era perfettamente sveglio. Magnus era dovuto scappare da un cliente abituale con cui doveva sbrigare i suoi tanto misteriosi affari e questo non dava per niente fastidio allo Shadowhunter. Quello che urtava i suoi pensieri era ben altro e se per Magnus si fosse trattato solo e unicamente di quello, non ne sarebbe sorto un problema. Problema era la traduzione letterale per Alec di ossessione a quanto pare perché, non trovava modo di scacciare come erano passate le ultime settimane. Non disturbava il pensiero di Magnus che lavorava, così come ovviamente doveva, essendo il Sommo Stregone di Brooklyn, ma bensì altro.
**


Qualche giorno fa, erano fuori da casa, una passeggiata a Central Park li aveva distratti dal lavoro e da ciò che effettivamente non doveva avvelenare ventiquattro ore su ventiquattro le loro teste. Era stata una serata piacevole, con quell’aria che tagliava un po’ la faccia per via del vento, Magnus che si stringeva al cappotto di Alec che gli aveva fatto indossare non senza troppe moine e tentativi. Lo Stregone si era fermato a salutare un suo collega o quanto meno quello che avrebbe dovuto essere. E fino a lì, niente di male. Alec se ne era rimasto in disparte fin quando Magnus non lo aveva fatto avvicinare e in modo abbastanza impacciato, quello aveva fatto la conoscenza della persona in questione.
Solo l’aspetto era bastato per mandare in confusione lo Shadowhunter che vantava di un fiuto allenato, intelligente. Era un’altro Stregone, ma di Manhattan. Si ricordò si chiamasse Harold o Harry o qualcosa del genere. Era piuttosto giovane, o così sembrava, dato l’aria che portava come se nessuno potesse non notarlo: occhi chiari sul nocciola luminoso e capelli scuri.
Alec ricordava le preferenze o il tipo preferito dal suo Stregone e come a mo’ di registratore mentale, ripeté le stesse parole che sempre proferiva:
Ho un debole per gli occhi chiari e i capelli scuri. Ma i tuoi Alexander, i tuoi sono il mio specchio, ed è questo che mi fa traballare.
Alec aveva subito deglutito ascoltando in modo effimero metà della conversazione che i due stavano tenendo davanti a lui, trovandosi di tanto in tanto qualche occhiata da parte di Magnus. Appena i vecchi amici o colleghi - non seppe decidersi Alec - si salutarono, quello si sentì subito addosso l’occhiata dell’altro.
« Alec, ehi tutto okay? » e quando Alec notò che lo aveva fatto preoccupare si era pentito amaramente e subito di quello che gli stava passando per la testa. Sei un idiota.
« Cosa stai guardando? » Alec era entrato in una trans muta e lontana e non se ne era nemmeno accorto. Notò la figura dell’uomo con cui stavano parlando prima farsi piccola piccola lungo gli alberi del parco. Magnus lo beccò, seguendo l’omino che era diventato ormai un fantasma trasparente. Aveva sospirato sonoramente e lo aveva preso sotto braccio.
« Mi sa che ti sto facendo vedere troppi film, » aveva esordito « Se dovessi tradirti, » la buttò sul serio ma aveva un tono di ghiaccio e Alec lo sentì dentro « Non lo farei di certo con uno come quello.»
« Non me lo hai mai… mai presentato » si ritrovò senza fiato, una nuvola di vapore freddo gli uscì dalle labbra.
« Alexander, » il tono colorato che svaniva via « stai davvero pensando quello che-»
« No» lo fermò, « Mi dispiace, scusami » deglutì e lo Stregone cercò di dire qualcosa, ma rimase in silenzio. Ci volle un infinità di tempo affinché riprendessero a camminare.
« Sai, il fatto che tu non conosca tutti quelli che non ti presento » cominciò amaramente lo Stregone « non vuol dire che io abbia qualche ripensamento su di noi » non era ferito era solo… solo non come prima. Alec lo fermò con un braccio mentre notava che Magnus si allontanava a passo più spedito sul selciato verde e ghiacciato. Lo raggiunse ottenendo un suo sguardo che lo fece sentire mille volte ancora più stupido di quanto si era dimostrato
« Lo so» soffiò « Lo so, lo so » continuò Alec senza un freno « E’ solo che certe volte non... » sospirò mordendosi le labbra « Certe volte vorrei far più parte della tua vita, Magnus, solo questo » concluse. Lo Stregone lo aveva studiato a lungo
« Credo sia colpa mia»
« No, non lo è, non è colpa di nessuno » sostenne il suo sguardo « Scusami, io mi fido di te. Più di quanto mi fidi di me stesso, Magnus -» Lo Stregone lo fermò a mezz’aria, il braccio che si incastonava di nuovo sotto il suo « Invece sì e dispiace anche a me, e se proprio vuoi saperlo, Harold è stato ed è un mio caro amico da tempo a cui » Magnus sorrise piano, Alec che si mangiava i battiti, ho dovuto rifiutare anche un flirt
»
« Oh »
« Già » si sbrigò a dire « Niente di personale, ma semplicemente c’era qualcun’altro a quei tempi » Alec sollevò le sopracciglia, Magnus inclinò la testa di lato , i lineamenti evidenti, gli occhi come due linee piccole e sinuose, i capelli alti e coperte da un cappello di lana però firmato.
« Chi, se posso chiedere? »
« Forse lo conosci, si chiama Alec sono un cretino Lightwood » Alec sbuffò serio ma deglutì ugualmente mentre Magnus non batté ciglia. Lo Shadowhunter allora deglutì di nuovo.
« Dici davvero? »
« Esattamente pochi giorni dopo che Clary si era presentata a casa mia con un lupo mannaro sanguinante, sì. » Alec si grattò la testa con la mano sinistra che non stava stringendo lo Stregone e si maledisse mentalmente « Sono proprio un idiota » mormorò.
« Me ne ero accorto, sai? » ma invece di continuare ancora quello scompiglio, strinse di più la presa sulla sua mano e sorrise « Ma ti amo » e Alec non poté fare altro che baciarlo.

**

Mentre ricordava, Alec mormorò sonoramente, da solo, nel chiarore tardo della stanza senza la certezza di che ore fossero.
Come era certo, non era più in grado di dormire ma era rimasto immobile da quella mattina stessa, dopo ciò che aveva scoperto. O meglio che aveva visto.
Lo Stregone aveva un appuntamento con un solito cliente. Il problema non era quello, bensì la verità che si nascondeva dietro quello.
Alec si era aggrovigliato nelle coperte com’era solito combinare, modalità animale selvatico e la prima cosa che aveva adocchiato, era stato il telefono dello Stregone sul comodino. Lo aveva dimenticato e non se ne era accorto ma pensò che era normale, in quel periodo Magnus aveva tante cose per la testa e capitava che potesse dimenticarsi anche la cosa più banale. Fino a lì niente di strano. Alec aveva sviato lo sguardo, si faceva forza con i gomiti per mettersi seduto contro la tastiera del letto quando, quello vibrò. Alec ignorò il rumore e si mise comodo.
L’aggeggio elettronico continuò a vibrare e lo schermo ad accendersi a scatti. La curiosità lo aveva battuto, ma non era una curiosità maligna... voleva solo sapere chi cercasse lo Stregone a quell’ ora del giorno. I suoi occhi erano piombati come saette subito in direzione di quello e non resistette. Lo raggiunse allungandosi sull’ altra sponda del letto e un piccolo quadrato bianco spuntò : un messaggio.
Alec si morse le labbra, incerto se invadere la privacy dell’altro. Magnus non lo avrebbe fatto, avrebbe direttamente chiesto. Magnus no, ma Alec sapeva il suo codice di sblocco e si fermò prima di aprire la cartella dei messaggi.
Non sarà niente, sospirò.
Magnus non ha niente da nasconderti, perché curiosare?
Un altro respiro lo tradì.
Aprì il messaggio pentendosene subito appena lesse la conversazione.

23:00 Magnus, ehi mi ha fatto piacere incontrarti settimana scorsa... era da tempo che non ti vedevo.
Alec si irrigidì.


23: 05 Anche a me Harold, mi dispiace solo per Alec... è un po’ insomma, credo sia normale la sua reazione, mi scuso ancora per lui. Mi scuso per lui.

Era davvero stato così evidente? Quello che aveva provato quando aveva notato l’apparenza dell’ altro Stregone, quasi dei suoi stessi tratti, il modo in cui scherzava con Magnus.


23:06 Non preoccuparti Mags, tranquillo.

Mags, da quando uno sconosciuto poteva chiamarlo come lo chiamava lui?

23:07 Sarebbe bello poterci vedere di nuovo qualche volta... magari per un caffè.
23:08 Domani avrei un mezzo impegno...

23:09 Oh capisco..

23:10 Ma potrei liberarmene in mezza giornata, sempre se non perda più tempo...ma penso che non sia il caso..

Alec leggeva senza un freno e più lo faceva più aveva voglia di chiudere quella cartella e allontanare il telefono, ma non ci riuscì.


23:11 Oh, ottimo! Quindi, domani?
E comunque fattelo dire sei in splendida forma ;)


Alec si irrigidì ancora di più.


23:12 Harold, sempre il solito, non cambi mai! Si, va bene verso l’una, o giù di lì? Ho appena ricevuto un altro messaggio riguardo il mio mezzo impegno... e credo che si parli di almeno due ore quindi..
23:13 Va benissimo Mags! Al solito posto, quello di una volta?
23:14 Oddio, lo ricordo vagamente, è una vita che non ci vado! Sì, allora ci vediamo lì.

Alec deglutì e scorse con il dito i nuovi messaggi che aveva appena ricevuto lo Stregone:

12:40 Io sto arrivando, riservami un posto vicino la finestra.
12:42 Ah e Mags? Per favore non ritardare e non metterci tanto per scegliere chissà quale delle tue chincaglierie, che sei sempre al top!
12:43 ;)


Non glielo aveva detto. Alec buttò il cellulare, che cadde a faccia in giù sul materasso senza neanche troppe cerimonie. Perché non glielo aveva detto? Alec si coprì la faccia con le mani e cercò di respirare.

**

Si alzò da lì a poco, trascinandosi in mezzo alla casa, al salotto, la cucina, in boxer. Non si stupì affatto quando notò dall'orologio che erano quasi l’una e un quarto, e Magnus non era ancora tornato. Aprì il frigo e ne uscì una bottiglia d'acqua, se ne versò un bicchiere e fissò quel cerchio sopra la sua testa.
Il tempo sembrava scorrere lento e lui era ancora in stato di elaborazione. Magnus era andato a prendere un caffè con un amico, e con questo? Un amico che aveva avuto una cotta per lui, un amico che lo chiamava con il diminutivo che lui usava, un amico di vecchia data di cui non conosceva niente se non il nome e che era parte del passato o presente dello Stregone. Un amico con cui non gli aveva detto che sarebbe uscito. Si scervellò e si fece male inevitabilmente. Mando giù quella sostanza liquida fresca tutta e cristallina tutta d’ un fiato e andò di nuovo in camera per vestirsi. Scelse dei pantaloni da tuta e una maglia a maniche a scollo, sentiva caldo. O forse era solo nervosismo. Sistemò il letto rifacendolo, rimettendo i cuscini, aggiustando addirittura anche il tappeto lì vicino.
Era teso e le mani gli si muovevano da sole, liberamente. Sentiva che i nervi lo avrebbero divorato da lì a poco, se non si fosse calmato. Un miagolio in lontananza lo aveva distratto. Una palla di pelo si avvicinò a passo svelto, mentre tintinnava il suo collarino troppo vistoso per un semplice gatto. Alec andò in soggiorno e prese Presidente Miao in braccio, e facendo così e sedendosi se lo portò in grembo. Il gatto sembrò non ribellarsi anzi, si distese lungo le gambe di Alec e si lasciò coccolare abbondantemente. Grattò il mento e poi la pancia del gatto sotto di sé.
« Cosa devo fare? » parlò a Presidente miao « il tuo padrone mi farà uscire pazzo » si beccò un occhiataccia di comprensione da quella palla di pelo « Lo conosci meglio di me, è così?» il gatto emise un sonoro miagolio e Alec non seppe se interpretarlo come un cenno d’assenso o solo un verso felino.
Quello si stiracchiò ancora, mentre le zampette si piegavano e allungavano cercando le mani del ragazzo. Alec sospirò e Presidente Miao inclinò la testolina pelosa e tremendamente tranquilla. « Dici che andrà tutto bene? » continuò credendo che il felino potesse capirlo « Non me lo ha detto, cavolo, non me lo ha detto, perché? » ripeté grattandogli ora le orecchie. Presidente miao si immobilizzò e per un attimo Alec pensò di aver fatto qualcosa di male o che quello fosse solo un modo per impaurirlo. Il gatto rizzò le orecchie e si sentì una serratura che faceva rumore, la porta si aprì. Proprio in quel momento, il gatto ritornò in modalità giocherellone e Alec si irrigidì.
Magnus entrò in casa e posò la giacca, guardando lo Shadowhunter con un sorriso un po’ stanco.
« Qualcuno è in vena di coccole, vedo » camminò fino al divano. Alec era ancora immobile, in silenzio. Annuì e guardò di nuovo il Presidente ma il gatto forse, sentì la sua tensione e subito, si aiutò con le zampette sul ventre di Alec per girarsi e andarsene, scendendo con un salto dal divano.
Alec deglutì e Magnus che sembrò non accorgersene gli diede un bacio in testa mentre passava in cucina.
« Oggi cibo takeaway » mormorò con delle buste che Alec vide spuntare dal nulla « A meno che tu non voglia cucinare, ma, » si guardò attorno mentre Alec si alzava dal divano « Non credo che tu ne abbia tanta voglia » appena lo Shadowhunter si ritrovò vicino al tavolo della cucina, Magnus gli si avvicinò , lo guardò meglio « Alexander,» mormorò allerta « va tutto bene?»
Alec lo guardò. No, non va tutto bene. Mi hai mentito.
« Sì » disse mentre gli baciava la guancia « Tutto bene »

**

Stavano finendo di pranzare ed era calato un silenzio imbarazzante. Almeno per uno dei due, era come se la voce fosse diventata un opinione trascurabile e anche solo parlare potesse significare mandare tutto all’aria.
« Allora, com’è andata oggi con il cliente? » improvvisò Alec. Magnus guardò la sua vaschetta con un misto di insalata e pollo dentro, facendo una smorfia.
« Ugh, » mormorò « Pensavo fosse più facile. Insomma era una cliente abituale ma pensavo non ci fossero tante problematiche visto che di solito, riesco a cavarmela subito » si portò un pezzo di lattuga alla bocca.
Alec appuntò la forchetta dentro il suo cibo, distratto vago, sembrava aver perso appetito e mangiato davvero solo qualche boccone.
« È stato difficile? Qualcosa di assurdo?» continuò.
« Beh, un cambiamento di persona se non altro sì. Ha voluto a tutti i costi prendere questa scelta dell’aspetto che ringiovanisce o qualcosa del genere » disse mandando giù un pezzo di pollo « Non che questo la aiuti ovvio. Anche se non sono stato mai d’accordo su queste faccende, è stato un suo desiderio e certe volte preferirei solo evocare demoni, » sbuffò « Vivrà nell’ ombra e non nella sincerità della sua persona, questo è ovvio, » appuntò la lattuga con la forchetta « Ma sono scelte. »
Alec affilò lo sguardo , deglutì « E la sincerità è il primo passo verso la convivenza con se stessi e con gli altri » concluse Magnus.
Alec si alzò di scatto dal tavolo, la sedia fece un po’ rumore e posò ciò che era rimasto del suo pranzo sul piano della cucina.
« E tu, » fu vago, ma sapeva dove mirare « ne sei un esperto, immagino »
Magnus però non abboccò « Beh, ho visto tante persone volere vivere nella menzogna, » spiegò « E certe volte si usa solo per non far soffrire o a fin di bene » disse lo Stregone.
« Oh, non è assurdo come chi predichi sempre in modo saggio e in modo esperto, » buttò lì Alec « alla fine scelga sempre l’opposto dei suoi consigli di vita? » fu fin troppo onesto.
Calò il silenzio. Magnus si girò sulla sedia stessa, guardandolo.
« Alexander, » disse in modo calmo « va tutto bene? »
Alec semplicemente lo ignorò e camminò verso il soggiorno.
« Meravigliosamente » ma il tono traballante e nervoso lo tradì. Non passò molto e un Magnus in apprensione lo raggiunse.
« Alexander » fu sempre calmo e si ritrovò subito dov’era l’ altro « dimmi cosa ti prende, per favore »
« Come se non lo sapessi » sbuffò fuori, le mani che si allargavano e si allontanavano dal petto in un gesto che si scagliò subito. Magnus lo guardò confuso.
« Un cliente, non ci sarò tutta la mattina, certo, » la sua voce si alzò impercettibilmente « MI CREDI SCEMO?!»
« Alexander- »
« Così, sei andato solo a sbrigare faccende per lavoro, giusto?! » la sua voce si incrinò e Magnus temette il peggio.
« Prima che tu possa dire altro, c’è una spiegazione valida » cercò di calmarlo Magnus. Alec serrò le palpebre e ispirò forte, le braccia lungo i fianchi e le mani che si muovevano ancora.
« Era una bugia a fin di bene? » sputò fuori. Magnus boccheggiò, preso alla sprovvista.
« Nessuno ti ha detto di guardare il mio cellulare » sbottò fuori affilato, sempre moderando il tono « Esiste una cosa chiamata privacy, Alec » ed ecco che il tono saliva gradualmente « C’è una cosa che non tollero, ed è che io non venga controllato anche a distanza!»
« MI HAI MENTITO!» urlò Alec.
« E questo ti da il diritto di guardare il mio cellulare?! » sbraitò, portandosi le mani in aria « Non ti ho detto niente perché sapevo come avresti reagito sapendolo » Magnus stava perdendo le staffe notando che Alec si portava le mani alla testa e cercava di non crollare ancora di più « Come l’altra volta quando eravamo al parco e non hai proprio dato una bella visione di te, non volevo ti sentissi male al riguardo! » spiegò.
« Perché, adesso secondo te COME MI SENTO?! » la voce gli si alzò di più e Magnus gli fece cenno di abbassarla.
« Ma non ti fidi di me tanto da dovermi spiare il cellulare, » constatò Magnus « E questo come dovrebbe fare sentire me, invece? »
Alec lo guardò in cagnesco e ci fu silenzio.
« Non ho detto questo » Alec rimase interdetto « Non è di te che non mi fido »
« Ma hai controllato i miei messaggi »
« Harold ti ha suggerito di non agghindarti per il caffè, cosa dovevo fare?! Starmene lì, » Alec cominciò a perdere il controllo « credendo ancora che tu fossi dal tuo prezioso cliente?»
Magnus gli lanciò uno sguardo di fuoco.
« Per tua informazione, sono andato al mio appuntamento di lavoro! » continuò accendendosi « E dopo a prendere il caffè con il mio amico. Sì, proprio così » era un fascio di nervi « E la conversazione che ho avuto se proprio vuoi sapere,» continuò « È stata quasi tutta su di te! »
« Oh, certo, » rise amaramente « Così come la notte scorsa tu non gli hai inviato dei messaggi o non vi siete visti oggi » fu gelido.
Magnus lo guardò torvo, era esausto. Stavano davvero discutendo su quello che pensava?
« Stai esagerando »
« Oppure non me lo hai detto perché effettivamente, » constatò sempre affilato, ormai la tensione usciva fuori e si trasformava in tanti fuocherelli interni « ti vergogni di me » Magnus si portò le dita alla tempie e si massaggiò, visibilmente esasperato
.
« Ti ho appena detto il motivo per cui non te l’ho detto e no, » deglutì appena lo guardò « Perché dovrei mai vergognarmi di te, Alec? » la voce ridota a un flebile sussurro Mi spieghi perché stai facendo tutto questo?»

« Non ho cominciato io » si difese. Magnus sgranò gli occhi. Un bambino, ecco cos’era, solo un bambino.
« Tutto questo è assurdo, » sputò fuori , incrociò le braccia al petto « Non discuterò ancora con te Alec, » fu determinato « andrò a farmi un giro, non posso proprio stare qui per adesso » e subito si avviò verso la porta deciso a uscire fuori da quella situazione difficile, appuntita. Era il colmo, Alec spiava il suo cellulare e gli rinfacciava una semplice uscita. Qualcosa lo trattenne. Alec lo strattonò e lo avvicinò.
« Alec, lasciami! » si dimenò lo Stregone, mentre quello gli teneva i polsi fermi.
« Mi hai mentito Magnus » mormorò ancora. Il volto una maschera di rabbia e nervosismo.
« Non vuoi capire Alec, » cercò di liberarsi da quella morsa « voglio andarmene. Voglio andarmene da qui, dalle idiozie che stai dicendo, non ce la faccio,» si lamentò « lasciami » ordinò.
Alec non lo ascoltò, lo ignorò completamente. Magnus lo guardò sfidandolo, in modo minaccioso.
« Alec, lasciami subito » gli ordinò imperioso « lasciami subito o giuro che mi metto a urlare! » minacciò. Riprovò a fuggire dalla stretta e dovette usare la sua forza, perché se avrebbe potuto usare la magia sarebbe già stato libero di andarsene via da Alec.
Lo Shadowhunter lo guardò in silenzio, mentre quello cercava di scappare.
« Alec-» soffiò fuori dolorante.
« MI HAI MENTITO! » alzò la voce furioso.
« Non alzare la voce con me » disse stanco senza la forza di controbattere superando il suo tono.
« Non sei tu che decidi cosa io debba fare o no!» Magnus si lasciò andare, perché non riusciva più a contenersi. Non lo aveva mai fatto in vita sua, ma si disse impossibile a non reagire allo stesso identico modo. Così, riuscendo a muovere la mano nonostante quello lo tenesse fermo, con un solo sforzo, un sonoro schiaffo atterrò sulla guancia dello Shadowhunter. Il suono sembrò rimbombare pesantemente e la faccia di Alec si spostò di un millimetro. Tuttavia, lo Shadowhunter rimase con la bocca spalancata ma non disse niente, anzi, sembrò apparentemente calmarsi.

« Se ricominci, giuro che-»
« Zitto, sta zitto » mormorò in tono basso Alec. Magnus lo guardò sconvolto. Nessuno zittiva lo Stregone di Brooklyn ma Alec lo stava davvero prendendo in contro piede.
« Alexander- »
« Ssh, zitto »
Ancora con le mani serrate sui suoi polsi, Alec si impadronì delle sue labbra e non gli diede più modo di replicare. Mentre Magnus cercava ancora di liberarsi, Alec lo tenne incollato a lui, mentre lo baciava con sfogo, con rabbia, con passione. Magnus si staccava per aria e si divincolava ancora e Alec che gli apriva la bocca di nuovo con la sua, in un gioco da gatto e topo. Alec lo tirò completamente a sé lasciandogli i polsi. Magnus non cercò di andare via, di ribellarsi questa volta ma comunque cercò di recuperare un po’ di aria e di spazio, il tempo per poter semplicemente risolvere. Alec lo prese per i fianchi e lo sollevò fino a farlo aderire a sé e Magnus dovette reggersi come meglio poteva aggrappandosi al suo collo, mentre lo Shadowhunter lo trascinava, tenendolo da sotto il fondoschiena, in camera.
Alec camminò a tentoni non staccandosi dalle labbra dello Stregone, ringraziando di aver lasciato, quella tarda mattinata, la porta aperta della camera da letto. Le dita di Alec gli sfioravano decise e curiosamente i glutei e Magnus registrò un po' di calore avvampargli il viso. Le gambe di Magnus sembrarono cedere, chiedendosi cosa stesse facendo, se Alec potesse reggere il suo peso nonostante fosse allenato.
Magnus fu scaraventato sul letto da Alec e non ebbe nemmeno il tempo di pensare poiché l’altro si scagliò su di lui, aderendo al suo corpo. Lo Stregone mugugnò qualcosa e Alec semplicemente cominciò svelto a sbottonargli la camicia fermata da un odiatissimo gilet. Magnus protestò sonoramente cercando di bloccare le dita affusolate di Alec, mentre si alzava con forza sui gomiti, ma quello sfilò entrambi gli indumenti in tempo record scaraventandoli sul pavimento. Lo Stregone si ritrovò a torso nudo ed ebbe solo un istante per fermarsi a guardare un Alec febbricitante che era alle prese con i suoi jeans. Una delle mani di Magnus cercarono di bloccarlo di nuovo.
« Alexander- »
Alec gli diede solo un rapido sguardo. Magnus deglutì, la bocca secca.
« Non voglio sentire una parola, » mormorò in tono così basso e rauco che per un attimo Magnus dovette prender nota che quello era Alec. Il suo Alec.

Lo Shadowhunter si liberò della sua maglia velocemente e ritornò a concentrarsi sulla cerniera dell’altro « Tu, » Alec vagò con la sua mano libera, mentre con l’altra si appoggiava al suo zigomo, al suo orecchio « non mi hai detto niente » mormorò dentro quello. Magnus sentì una fitta familiare e cercò di non contorcersi proprio in quel momento.
« Se pensi che io ti chieda scusa per ciò che ho fatto » lo sfidò Magnus, il tono che si scoloriva e non era più saldo come prima « Ti sbagli » sibilò. Alec non rispose, agì soltanto. La sua mano trovò ciò che cercava dopo aver premuto sul cavallo dei jeans dello Stregone, il quale ansimò sommessamente. Alec abbassò con uno scatto la cerniera e liberò Magnus di un altro indumento. Lo Stregone scattò in avanti e Alec lo aiutò così velocemente a liberarsi di quelli che gli parve di sentire uno strappo. Magnus ansimò più forte mentre sentiva il rumore lacerante del tessuto dei jeans e la morte che si faceva vicina mascherata dei panni di Alec.
Lo Shadowhunter si staccò per pochi minuti dall’ altro, trovandosi a cavalcioni su di lui, mentre si abbassava i pantaloni della tuta. Magnus lo osservò sopra di sé. Sembrava un leone: spettinato, arrabbiato, le dita che si muovevano così veloci come mai gli aveva visto fare da quando stavano insieme. Quando Alec riuscì a sfilarsi i pantaloni, rimase soltanto in boxer e fu in quel momento che Magnus disse qualcosa di inopportuno.
« Puoi provare quanto vuoi a zittirmi, » il pomo d’adamo in evidenza, il respiro affannato « Ma sappiamo entrambi che non ne sei capace,» continuò e deglutì « Non se fai così » Alec si avventò su di lui e solo in quel momento Magnus si accorse di sentirlo completamente premuto su di lui. Alec era nudo. Ma come se quello non fosse abbastanza, lo Shadowhunter gli portò le braccia sopra la testa fermandole con le mani. Era ancora accovacciato sopra di lui e Magnus credette di stare morendo. Alec gli tappò la bocca con la sua mentre muoveva piano i fianchi su di lui. Magnus soffocò un gemito dentro la sua bocca e si sentì lì lì per imprecare. Alec cominciò a scendere su di lui e Magnus osservò quella visione, ancora in biancheria intima. Si sentì baciare prima il petto, poi sentì la bocca di Alec che percorreva il suo torace, lasciando baci umidi. Seguendo quella traiettoria Alec azzardò a mordicchiargli una porzione di pelle e Magnus capì solo dopo che si stava mordendo così forte il labbro quasi da farsi uscire sangue. Le dita dell’ altro - una delle mani aveva liberato la presa su di lui - si infilarono sotto le mutande dello Stregone e quello perse completamente qualsiasi pensiero lucido.
Alec mosse le sue dita sempre più in basso, finché non raggiunse il membro di Magnus. Lo Stregone strinse i denti ma subito dopo, Alec si era già posato con le labbra sopra le sue e la sua mano si muoveva, si muoveva sul suo corpo, si muoveva proprio in quel punto.
« Io, » proferì parola Alec « voglio le tue scuse » mormorò a un soffio dal suo viso. Magnus restrinse le labbra, scosse la testa. Alec cominciò a muoversi, non accennando a voler liberare Magnus sotto di sé.
Lo Stregone ansimò vicino al suo orecchio sporgendosi in avanti « Magnus » lo invitò mentre gli baciava e dedicava attenzioni alla sua nuca, la mano che mentre massaggiava l’intimità dello Stregone. Magnus si contorse un poco contro di lui. La sua mano era così vicina e lui sentiva ancora lo strato di tessuto intorno a lui farsi sempre più scomodo.
« Magnus » mormorò ancora. Magnus deglutì, ricacciò un gemito e allora Alec rincarò la dose, le sue dita si inoltrarono dentro la sua apertura e si mossero. Magnus sobbalzò.
« A-aaah » la sua gola si espose, gli occhi chiusi, le labbra aperte.
« Se vuoi che ti liberi, » sussurrò in modo roco « sai cosa devi fare »
Lo Stregone in piena estasi non rispose, limitandosi a guardarlo, completamente perso. Alec era così soggiogato da quello sguardo che quasi temette di cedere. La visione che lui stesso si era guadagnato era impagabile. Ma era ancora arrabbiato, non sapeva spiegarsi perché ma lo era ancora. Le sue dita si incurvarono e Magnus scattò di nuovo.
« A-ALEXANDER » uscì un gorgoglio strozzato.
« Magnus, » lo baciò quel piccolo angolo vicino la bocca « se vuoi sentirmi di più, devi solo » si avvicinò al suo orecchio, la voce che si insinuava dentro neanche fosse una conchiglia con sottofondo il rumore del mare « dirlo » sussurrò. Magnus arricciò le labbra e sentì Alec fermarsi. E sentì quella sensazione acuta che adorava, fermarsi. Inclinò la testa per guardarlo meglio sopra di sé, la mano che gli aveva lasciata libera che si intrecciò nei capelli neri dell'altro.
« M- mi dispiace, » esalò fuori « mi dispiace n-non avertelo detto, » continuò senza fiato «Non volevo farti p-preoccupare » Alec sembrava essersi sciolto, notando l’altro così sincero, aperto con lui, com’era sempre stato « Ma se ne avessi la possibilità, » continuò, il battito accelerato « lo rifarei di nuovo perché Alexander, » la dita che gli tiravano i ciuffi sulla nuca « la verità è che non ti fidi e- »
« Non farmi arrabbiare ancora di più, » lo fermò Alec ferito quasi, Magnus si sentì penetrare dentro « Io mi fido di te, » deglutì, lo sguardo duro che non voleva andarsene però « Sono io. Ho creduto di aver fatto qualcosa che avrebbe potuto rovinare tutto, un motivo più studiato che ti avesse portato a non dirmelo, » era così vicino e Magnus notò che quando Alec parlava di sé assumeva un’ aurea leggera e innocente anche se in quel momento, era visibilmente determinato in volto « Non mi fido di Harold. Ma soprattutto non mi fido di me. » ammise.
« Non hai rovinato niente, Alex-»
« Ma ne ho avuto il terrore »
« E fai male, » mormorò piano lo Stregone « Io so che non è così, so come sei, e non ti fidi di Harold perché, » si leccò le labbra, un piccolo sorriso affiorò per poi lasciare spazio a un sospiro « Sei geloso » scandì.
« Io non sono geloso » era irritato.
Magnus lo guardò seriamente « Allora credo uscirò con Harold anche doman-»
« Non mi provocare » lo ammonì. Lo Stregone era sempre sotto di lui, sentiva quanto fosse su di giri
se proprio quello fosse il modo meno volgare per definirlo e che non sarebbe poi resistito a lungo.
« Perché? » ammiccò « Te lo sto dicendo, ora, » continuò beccandosi un occhiata interessata « Lo chiamerò e-»
Alec scattò in avanti e Magnus si sentì stringere con entrambe le mani ora alla vita, poi, una di quelle pensò bene di giocare con l’elastico delle sue mutande. Magnus lo guardò silenziosamente.

Alec con un solo gesto, senza staccargli gli occhi di dosso, si liberò anche di quelle facendole scivolare velocemente lungo le sue gambe, sfiorandogli involontariamente l’interno coscia. Adesso, l’altro era completamente disteso su di lui e senza nessun preavviso, Alec gli aprì le gambe e Magnus emise uno di quei suoi famosi versi gutturali.
« Alexan-» gli occhi felini avevano fatto capolino e Alec si dimostrò più acceso di prima, le pupille dilatate e Magnus che mancava di contare i suoi battiti. Lo Shadowhunter si fece più vicino e sentì l’altro già così pronto, vivo sotto di lui. Gli aveva chiesto scusa ma si riteneva ancora preso da ciò che aveva provato quella mattina, anche se diceva di averlo fatto per lui, sentiva di dover sciogliere altri nervi, di marcare altre posizioni. Le sue mani passarono dietro i suoi fianchi, sul sedere, sulla sua apertura. Magnus scattò subito in avanti e le sue gambe andarono ad avvolgersi intorno ai fianchi di Alec. Lo Stregone tenne il suo glamour così a lungo mentre il Nephilim lo guardava come se volesse mangiarselo vivo. Mentre pensava a quello, senza troppe cerimonie, Alec si spinse dentro lo Stregone e senza più esitazione, trovò l'espressione di pura trans sul suo volto. Lo Shadowhunter si spinse ancora e Magnus si aggrappò alla sua schiena, affondandoci le mani. Le sue labbra si sporsero lungo la linea del suo orecchio, Magnus sentì un'altra spinta prenderlo in pieno. Alec stava andando già troppo veloce per lui, e cercò di farglielo capire. Ma poi ne arrivò u'altra.
« Alex-» lo Shadowhunter lo baciò zittendolo. Arrivò un'altra spinta e Magnus si contorse, lamentandosi. Sentiva il respiro caldo dell'altro e non si scostò di molto dal grido di prima. Alec si staccò dal suo viso e lo guardò in apprensione.
« Ti ho fatto male? »
Magnus arricciò le labbra, che tremavano « Oddio ti ho fatto male » ripeté Alec. Magnus cercò di tranquillizzarlo.
« Solo... solo un po'» lo rassicurò.
Alec deglutì.
« Non c'ho visto più, » confessò « Sono... » Magnus lo guardò interrogativo. Alec sospirò « credo di essere ancora arrabbiato con te »
Magnus fece un oh disegnandolo con la bocca. Alec cercò di guardarlo ma gli uscì solo uno sguardo direttamente nervoso e serio.
« Ale-,» si corresse « Alexander »
« Voglio solo che tu sappia che mi sono lasciato prendere, non volevo- »
« Lo so, lo so » Alec era ancora dentro di lui, fermo, e Magnus cercò di mantenere il controllo prima di parlare « Vorrei che tu non lo fossi, vorrei che tu sapessi che non c'è bisogno che tu lo sia » la sua voce sembrava miele e Alec si sciolse irrimediabilmente, senza poterci fare niente. Magnus lo guardò perso, onesto « Sono tuo, Alexander »
E niente quello che accadde dopo, lo portò solo a riprenderlo con sè e Magnus lo spinse lentamente su di sé fino a quando Alec non trovò quel ritmo che lo faceva morire.
« Sì, Alexander, dio »
« Sei mio? » non ci pensò molto e disse Alec. Si spinse ancora, tempestandolo di baci lungo il collo. Si rialzò per vedere la faccia del suo ragazzo bellissimo mentre chiudeva gli occhi e mugolava fuori il suo nome.
« Sì, sì Alexander, s-sono tuo » si sue unghia che graffiavano poco la schiena piena di rune.
« Ridillo » mormorò sorridendo piano. Magnus cercò di ripristinare il cervello mentre con una delle sue mani scendeva lungo il pendio della sua schiena, accarezzò la sua natica destra. La pelle diversa lì, meno ruvida e più liscia.
« A-aaah, sono tuo! » gemette forte.
Alec si spinse ancora mentre sentiva mani curiose toccarlo, con piccoli movimenti Magnus gli lasciava piccoli segni anche lì.
« Sei mio » un'altra spinta « Dio Magnus e io sono tuo? » mormorò mentre sentiva che Magnus cominciava a ruotare i fianchi.
« S-sì,» lo Stregone si aggrappò allo Shadowhunter « Alexander non p-potrebbe essere d-diversamente » si mangiò le parole.
Alec lo colpì in quel punto preciso e Magnus si accartocciò contro di lui sentendolo gemere.
« Sai, » cominciò Alec sorridendo « Certe volte non credo a quanto io sia fortunato, » ed era assurdo il modo in cui lo stesse dicendo mentre si fondeva con Magnus, mentre lo vedeva sudare con lui, mentre si affannavano per raggiungere la pienezza « per averti »
Magnus si piegò ancora e lo baciò con i denti, Alec lo sentì sorridere appena finirono per cercare aria « Non cominciamo s-su questo che potremo s-scatenare un'altra discussione- » mugolò con il sorriso che si trasformò subito in una smorfia.
« Invece sì, lo sono » Alec lo colpì ancora.
« A-aaah » Magnus quasi si morse la lingua « A-alexander dico solo questo: s-secoli, » pronunciò in balia del suo movimento insieme a quello dell’ altro « sono passati s-secoli prima che mi sentissi c-così, » Magnus mugolò e arrivò a sfiorargli la guancia con la bocca « così v-vivo e sei a-arrivato tu » Alec lo guardava mentre lo Stregone si sporgeva per lasciargli un bacio salato lì vicino, sulla mascella, sul mento.
« Magnus » mormorò ansimante.
« Sono così f-fortunato » balbettò mente Alec si spingeva ancora e lo sentiva, sentiva parte di sè ricomporsi, ritrovare un senso a tutto quello che aveva passato, di cui si era privato.
« Magnus, » le mani artigliate ai suoi glutei per tirarlo più a sè « Dio mio, » il fiato corto, il tono basso addosso « Quanto sei bello»
Lo guardava in adorazione con quegli occhi famelici che si mangiavano la dolcezza trasformandola in desiderio profondo, dolce.
Alec si spinse ancora e Magnus si aggrappava saldamente sulla sua schiena, le scapole di Alec che si avvicinavano per lo sforzo, la fronte sudata, il fiato corto ma che pronunciava solo complimenti. Lo Stregone si sentì da parte sua lusingato, ma sapeva solo rispondere a monosillabi e con il nome musicale dell'amante.
« Sei mio » Magnus sembrò sognarlo ma Alec lo stava ripetendo mentre lo colpiva più forte facendolo impazzire « Magnus, dio, sei mio»
Un ultima forte spinta portò Magnus ad attaccarsi completamente ad Alec.
« A-Alexander penso di star -» ma lo Shadowhunter lo baciò e in un solo attimo, anche lui fu preso dal vortice che si placava in un liquido bianco e familiare e insieme al miscuglio delle loro voci.
Alec venne dentro di lui, mentre Magnus lo deliziò con quella sostanza appiccicaticcia sul ventre e in parte sull'addome. Magnus di scatto, afferrò la testa dello Shadowhunter e se la piazzò sul petto, che si alzava e si abbassava freneticamente. Respirarono insieme, i capelli neri poggiati sulla pelle caramellata.
La testa dello Stregone sul cuscino ormai storto e pieno di pieghe.
Quando Alec uscì dallo Stregone sembrarono passare più minuti che secondi. Si piazzò di fianco a lui e si ritrovò un Magnus che sorrideva stanco, il guizzo negli occhi gli confermava che non era arrabbiato. Non lo era più nemmeno lui.
« Perché mi guardi così? »
« Niente »
« Dai dimmi »
Alec si sistemò meglio, mentre l’altro sembrava pensare a qualcosa di divertente.
« Devo ammetterlo, » cominciò, le mano che si sfiorava i capelli « Quando sei geloso, » si girò verso di lui « Sei ancora più passionale, Alexander » Quello sbuffò e Magnus sospirò «Non negare l'evidenza, ricordati che ti conosco, » il broncio dello Shadowhunter era ostinato e lo Stregone non trovò modo migliore che farlo avvicinare indicandolo con il dito e l'altro come l'altra metà di un magnete lo fece « e mi dispiace per lo schiaffo di prima » sospirò. Alec appoggiò la fronte contro la sua, i nasi che si toccavano
« Credo di essermelo meritato »
« Credi? » lo prese in giro com'era solito fare, la voce che si colorava di riso e di quell’ atteggiamento sfacciato. Alec lo guardò, sospirò e rilasso gli occhi, respirando il profumo intorno, il profumo di Magnus affianco a sé.
« Magnus, » esordì, le guance colorate più o meno di rosso, deglutì. Lo Stregone sembrò attendere una vita mentre l'altro cercava di formulare un pensiero forse troppo denso e delicato. Vide l'altro sospirare e prese la sua mano sopra le lenzuola, come ad incoraggiarlo « Prima non mi hai... » balbettò, Magnus si intenerì di conseguenza « dato modo di farti capire perché penso che io sia fortunato di averti, di avere questo » lo sguardo pieno, acceso e le iridi che sembravano liquide così vivide « Mi sento come se finalmente avessi trovato un mio posto, da quando questo è iniziato. Mi sento bene e mi sento così, così leggero quando posso stare con te, è strano forse che io lo dica, ma pensavo sarei rimasto l’ Alec che mandava sempre tutto dentro, ricacciando le emozioni, che azzardava a tutto ma comunque a niente di solido, » Magnus era così attento che quasi si distrasse mentre stava cercando di spiegarsi
« E finalmente ho qualcosa, ho qualcosa di concreto, che non mi sarei aspettato potesse accadere, ho questa nuova consapevolezza di me stesso, ho questo posto, casa, in cui tornare » abbozzò un sorriso spontaneo e Magnus sentì il suo cuore volteggiare come una ballerina « ho te. E non voglio porre fine a questo, non voglio che vada via » annunciò a voce così bassa. Magnus non poté contenersi e lo portò vicino, mentre le loro mani rimanevano chiuse e intrecciate
« Solamente perché è successo questo oggi non vuol dire che debba finire » sospirò teneramente lo Stregone.
« Lo so ma... ero.. »
« Geloso, preoccupato? » lo aiutò.
« La seconda »
« Io avrei risposto entrambe, ma » lo guardò mentre la sua mano libera andava a posarsi lungo la sua guancia per accarezzarla, ne sentì il calore « Non c’e ra bisogno di esserlo e non mi è piaciuto il modo in cui hai dovuto... Eri preoccupato Alexander, ma sbirciando tra le mie cose mi hai fatto vacillare - »
« Scusami »
E quel silenzio pieno di rimpianto sembrò pesare leggermente ma Magnus sapeva che Alec non era capace di mentire. Non su quanto fosse dispiaciuto di essere stato complice di qualcosa.
« Sai bene che non riesco a rimanere arrabbiato con te così a lungo » sospirò, sorrise e gli baciò la fronte sentendo che l’ altro si stava rilassando « La prossima volta ti dirò tutto, e potrà farti male o meno ma, » era così limpido e cercò subito il suo consenso « ti dirò tutto, nessuna barriera, niente di simile »
Alec annuì e lo Stregone poggiò la sua testa sul suo petto , mentre l'altro sganciava la presa alla sua mano per circondargli il bacino e permettergli di sentire, questa volta, il suo cuore che batteva.

Spazio autrice: TANTANTAAAAAN

Che dirvi ragazzi, aggressive!Alec e ve lo siete beccati e MUTI ( ok stop) solo io penso che in situazioni del genere Alec sia così arrabbiato da sfogarsi su Magnus diventando incredibilmente effoslkwoofrfr IL SESSO? Okay, sì ci siamo spiegati.

Comunque, Lu, se hai finito di leggere cosa che avresti già dovuto fare se sei arrivata qui sotto, vai a controllare i tuoi messaggi. COOORRRIII.

E a voi lettori tenevo a dire grazie davvero, di cuore, per l’interessamento che mostrate di continuo o le semplici curiosità nel chiedermi di questa storia.

See you at the next chapter c:

   
 
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