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Autore: Saigo il SenzaVolto    08/09/2017    4 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!



 

Fortezza e bestie 3


“Dobbiamo muoverci!” disse.

Naruto e gli altri erano rimasti sconvolti nel vederlo apparire così all’improvviso.

“Boruto!” esclamò Sarada, i suoi occhi pieni di sollievo nel vedere che il suo amico stava bene. “Che cosa è successo? Dove siamo?”

Il biondo li guardò tutti con la sua solita espressione seria ed indecifrabile. “Siamo in una zona opposta del castello rispetto a quella dove eravamo prima.” spiegò. “Vi ho portato qui tramite una tecnica di richiamo particolare. Ma non c’è tempo di spiegare ogni cosa, dobbiamo darci una mossa.”

“Cosa intendi dire?” chiese Minato aggrottando le sopracciglia. “Che cosa è successo? Come hai fatto a restare illeso dall’attacco di prima?”

Boruto lo guardò di sbieco. “Quello che la creatura ha attaccato prima era un mio clone,” spiegò brevemente. “Appena dopo essere stato colpito mi sono nascoto e ho analizzato le tecniche delle bestie. Poi mentre voi eravate occupati a combatterle io ho raggiunto questa sala per riuscire a formulare una strategia.”

“E cosa hai scoperto?” chiese Sakura.

“Tutte le creature sembrano essere immuni agli attacchi fisici e ai jutsu.” continuò il ragazzo. “E possiedono una forza ed una velocità notevoli, persino io potrei avere difficoltà nel fronteggiarle tutte insieme.”

“Questo lo sappiamo.” confermò Sasuke, incrociando le braccia. “Cos’hai notato di nuovo?”

Boruto sorrise misteriosamente. “Tutte le creature hanno un punto debole,” disse loro con tono serio. “Un punto che si trova sul loro cuore.”

“Un punto debole?” domandò Naruto, confuso.

“Spiegati meglio!” gli intimò Fugaku.

Boruto puntò un dito sul proprio petto. “Dovreste aver notato anche voi che tutte le creature presentano un simbolo tatuato sul petto, proprio sopra il cuore. Quel simbolo è il loro punto debole.”

Gli altri erano rimasti stupiti dalla notizia. Non avevano notato nessun simbolo sulle creature prima. Dopotutto erano stati troppo occupati a tentare di sopravvivere dai loro attacchi per notarlo.

“Un momento,” esclamò Kushina improvvisamente, attirando l’attenzione su di sé. “Ho notato anch’io uno strano simbolo sul petto del mostro con la testa da orso! Era veramente tatuato sul petto, sotto uno strato di peluria.”

“Davvero?” chiese Minato.

La donna annuì. “Sì, è vero!” confermò ancora lei. “L’ho visto quando ho attaccato la bestia, anche se solo per un secondo.”

“Quel simbolo,” riprese a dire Boruto seriamente. “È l’unico punto del corpo delle creature vulnerabile ad attacchi fisici e jutsu. Tutto il flusso di chakra delle creature passa per quel punto.”

“Come possiamo esserne certi?” chiese Fugaku, teso. “Non voglio dubitare delle tue parole, ma non abbiamo prove che quello che dici sia vero. Potremmo rischiare di essere feriti inutilmente nel tentativo di colpire quel punto, senza poi avere nessun effetto.”

“Una prova c’è.” disse ancora il Nukenin con il tono privo di emozione, puntando poi un dito verso Hinata. “Io l’ho visto chiaramente, ed anche lei riuscirebbe a vederlo col suo Byakugan.”

Sakura si voltò verso la Hyuuga. “Hinata, hai visto qualcosa prima?” domandò.

La ragazza scosse la testa. “Non ho avuto modo di attivare i miei occhi.” rispose. “Ero troppo impegnata a schivare e bloccare gli attacchi che subivo.”

Tuttavia qualcosa non quadrava.

“Come hai fatto a notarlo?” chiese improvvisamente Minato a Boruto, il suo tono serio ed autorevole era colmo di sospetto. “Hai detto che hai visto chiaramente il flusso di chakra passare per il simbolo, ma se non possiedi il Byakugan come puoi esserne certo? Cosa stai nascondendo?”

Boruto lo guardò per un istante, colpito dalle sue parole, poi sorrise divertito.

“Avrei dovuto immaginare che il leggendario Quarto Hokage avesse una grande intuizione ed un grande acume. Dopotutto, non per niente lei era considerato un genio…”

“Cosa stai dicendo?” domandò con sospetto Sasuke.

Boruto li guardò tutti, il suo occhio sinistro freddo e glaciale. “Io ho la capacità di vedere molte cose,” rispose poi con freddezza. “Una di queste cose è il movimento del chakra nell’ambiente e nei corpi viventi. Per questo sono riuscito a notare il punto debole delle creature prima.”

Rimasero tutti a bocca aperta. La notizia era incredibile. Che razza di abilità possedeva Boruto per riuscire a vedere il flusso stesso del chakra? Neanche lo Sharingan ed il Byakugan erano in grado di vedere il movimento naturale che l’energia vivente aveva nell’ambiente e nei corpi. Il primo si limitava ad evidenziarne la natura e l’intensità, riuscendo a notare illusioni, distorsioni ed emissioni di chakra, ma non oltre; mentre il secondo poteva notarne il percorso e la variazione di esso nei corpi anche a grandi distanze ed oltre ostacoli fisici, ma non permetteva di capirne il suo movimento nell’ambiente in sé.

“Come puoi avere una simile abilità?” gli chiese Fugaku, incredulo. “Un potere simile sarebbe in grado di notare qualsiasi minima variazione di chakra in ogni istante! Non esiste niente del genere!”

Il ninja traditore si limitò a stringere le spalle. “Se non volete credermi fate pure, ma questo non cambia la realtà dei fatti.”

“È il tuo occhio destro!” disse improvvisamente Sarada con un tono serio. “Riesci a vedere il flusso di chakra grazie ad esso, non è vero?”

Tutti si voltarono verso di lei di scatto. L’occhio destro di Boruto? Non ci avevano pensato, ma poteva essere una possibilità. Il ragazzo lo teneva sempre chiuso, e con quella grossa cicatrice sopra di esso gli altri avevano pensato che fosse andato perduto. Ma se era come nel caso di Kakashi allora poteva essere un occhio impiantato capace di vedere l’energia naturale. Ma di quale occhio si trattava?

“Cos’ha di particolare il tuo occhio destro, Boruto-kun?” domandò Mikoto.

Il biondo la fissò ma non rispose.

“Hai un occhio impiantato come Kakashi-sensei?” chiese ancora Naruto.

Boruto sospirò d’irritazione, ma rispose comunque. “Non ho un occhio impiantato. Il mio occhio destro è davvero il mio, ma non ho alcuna intenzione di rivelarvi cosa sia o le mie abilità. Quindi gradirei che rispettaste la mia volontà.” il suo tono di finalità era freddo e distaccato.

“Comunque,” riprese poi a dire subito dopo. “Non abbiamo molto tempo prima che quelle bestie ci trovino. Io vi ho rivelato il loro punto debole, ma se vogliamo sconfiggerle ci serve una strategia.”

Minato tornò serio in un istante. “Cos’hai in mente?”

“Hai un piano?” chiese anche Sasuke.

Boruto annuì.“Ci divideremo in gruppi da due,” spiegò allora. “Ogni gruppo attirerà ed affronterà uno solo dei principi lontano dagli altri, e dovrà elaborare una strategia per abbatterlo. In questo modo sarà più semplice difendersi ed attaccarlo, senza preoccuparsi degli altri quattro. Oltre a ciò, ogni squadra dovrà anche cercare il manufatto che dovrebbe trovarsi qui dentro, esplorando ogni zona della fortezza.”

Minato annuì. Anche lui aveva avuto la stessa intuizione. Dividersi avrebbe permesso di avere maggiore libertà e capacità d’azione, assieme anche alla superiorità numerica ed al lavoro di squadra, e per questo era la soluzione migliore.

“Sono d’accordo con questa strategia.” disse l’Hokage rivolgendosi a tutti. “Qualcuno è contrario?”

Tutti rimasero in silenzio. La risposta era chiara.

“Allora è deciso!” constatò Sasuke. “Come ci divideremo?”

“Io andrò con Kushina, dato che è l’unica presente abituata alle mie tecniche e con cui ho fatto squadra.” disse Minato.

“Anche io e Fugaku siamo abituati a lavorare insieme.” disse poi Mikoto.

“E noi come facciamo?” domandò Naruto, impaziente.

Fu Boruto a rispondere. “Io ho delle proposte.” disse con calma, attirando l’attenzione di tutti. “Sasuke Uchiha e Sakura-san andranno insieme. La forza degli attacchi di Sakura-san sarà più letale e precisa con l’abilità oculare degli Uchiha che permette di anticipare le mosse dell’avversario. Obiezioni?”

Il giovane Uchiha si limitò ad annuire accettando la strategia, mentre Sakura aveva praticamente le stelle negli occhi all’idea di andare in squadra con il ragazzo che amava.

“L’altra squadra sarà composta da Naruto Uzumaki ed Hinata Hyuuga.” riprese il Nukenin. “Il potere della Volpe e gli occhi del clan Hyuuga dovrebbero bastare a formulare diverse strategie di attacco e difesa contro uno dei cinque principi. Siete d’accordo?”

Naruto ci rifletté per qualche istante. Non aveva mai lavorato in squadra insieme ad Hinata, ma per qualche motivo sentiva che il piano avrebbe funzionato. Inoltre, aveva davvero voglia di vedere la ragazza in azione, ed in caso di problemi avrebbe potuto difenderla attivando la modalità chakra della Volpe.

“Io ci sto!” dichiarò il ragazzo.

Hinata da parte sua sentì il nervosismo e la tensione salire di secondo in secondo. La sua cotta per Naruto era evidente, ma avrebbe potuto compromettere la missione se avesse abbassato la guardia. E se per causa sua Naruto fosse finito nei guai? Non poteva accettarlo.

“Se posso difendere Naruto-kun, allora non ho paura! Lo proteggerò con la mia stessa vita!” pensò.

“Anche per me va bene.” disse lei finalmente con un sorriso incerto, facendo sorridere ampiamente il biondo.

Boruto annuì. “Molto bene. L’ultimo gruppo saremo io e Sarada Uchiha. Se qualcuno ha qualcosa da ridire, parli adesso.”

Nessuna obiezione.

“La decisione è presa!” esclamò Naruto battendo un pugno sul palmo della mano.

“Mi raccomando,” disse Minato rivolgendosi a tutti. “State sempre all’erta e non abbassate mai la guardia! Se dovessero esserci problemi, scappate e riunitevi con un altro gruppo. Dividiamoci nei quattro punti cardinali, mentre un gruppo andrà al centro del castello. In questo modo i principi saranno costretti a dividersi a loro volta per attaccarci. Buona fortuna a tutti!”

Detto questo, ogni gruppo si divise e cominciò a correre per le sale. Minato e Kushina si diressero verso la zona ad ovest del castello, Fugaku e Mikoto in quella a nord, Sasuke e Sakura verso est, nella zona d’ingresso, e Naruto e Hinata avanzarono verso il centro della fortezza. Mentre tutti gli altri si muovevano, Boruto e Sarada erano rimasti fermi nella sala.

“Come facciamo ad attirare una delle bestie qui?” chiese la ragazza aggiustandosi gli occhiali e guardando il biondo con serietà.

Il ragazzo col mantello fece un passo in avanti, sorridendo feralmente. “Ho un’idea!”
 

SQUADRA 1

Mikoto e Fugaku stavano correndo per diversi corridoi, quando dopo un po’ di tempo si ritrovarono in una stanza ampia dalla forma quadrata. Un gigantesco camino si ergeva su una parete frontale completamente spoglia, mentre davanti ad esso c’erano alcune poltrone di tessuto rosso, molto pregiate. Nella zona in fondo alla sala invece, erano presenti numerosissimi scaffali alti qualche metro e ricolmi di pergamene e libri di diverse forme e dimensioni. Gli scaffali erano allineati in diverse file, formando così dei piccoli corridoi all’interno della stanza. Ai lati della sala, si trovavano diversi tavoli da studio pieni di fogli, penne da scrivere e vasetti d’inchiostro.

“Che strano posto” pensò Fugaku. “Sembra quasi una specie di studio, o di biblioteca.”

Prima che i due potessero ispezionare meglio ciò che li circondava, un ringhio basso e feroce proveniente da dietro di loro li fece voltare di scatto.

Il Lupo era proprio dinanzi la porta, a quattro zampe, il pelo sul suo corpo umanoide rizzato, la coda tesa e la sua espressione ferale e minacciosa mentre li osservava coi suoi occhi rossi pieni di rabbia e brama di uccidere.

“Sembra che ci abbia trovato subito.” disse Mikoto portandosi affianco al marito ed impugnando dei kunai.

“Al contrario,” rispose Fugaku con un ghigno. “Siamo noi ad aver trovato lui in fretta!”

La bestia avanzò lentamente verso di loro, le zanne snudate in un ringhio minaccioso. I due coniugi si scambiarono un’occhiata d’intesa.

“Il solito?” chiese Fugaku assumendo una posa da combattimento.

“Il solito.” confermò Mikoto con un sorriso confidente.

Lo scontro iniziò.

Con uno scatto fulmineo in avanti, la bestia tentò di azzannarli alle gambe, ma i due riuscirono a prevedere la sua mossa con lo Sharingan e lo evitarono saltando ai lati opposti.

La donna atterrò su una delle poltrone e lanciò i suoi kunai contro la bestia, la quale li schivò balzando subito all’indietro.

In quel momento Fugaku fece la sua mossa. Appena il principe Lupo toccò terra, l’Uchiha gli saltò addosso, sferrandogli un calcio sulla spalla. La creatura venne colpita in pieno, e si scaraventò proprio contro il camino della stanza con forza, distruggendolo con un tonfo fragoroso ed alzando grosse nuvole di polvere e cenere.

Mikoto passò in rassegna a diversi sigilli con le mani. Katon: Endan!” urlò. (Fiammata)

La fiammata della sua tecnica investì il punto dove era stato fiondato il principe senza pietà, inondandolo di fuoco per diversi secondi. Ma, all’improvviso, dalle fiamme balzò fuori ancora una volta il Lupo, il quale si mise a correre subito verso di loro, completamente illeso dagli attacchi e latrando di rabbia con le zanne scoperte.

Fugaku scattò in avanti e tentò di colpirlo alle zampe anteriori, ma il nemico fu più rapido. Avvitando il corpo verso destra con un movimento disumano, il Lupo evitò il pugno diretto verso di lui con facilità, e spalancando le fauci azzannò con forza il collo dell’Uchiha prima che potesse reagire anche con lo Sharingan.

Era caduto in trappola.

“ORA!”

Appena le sue zanne affondarono nel suo corpo, un violento spruzzo di fango uscì fuori dalla ferita, investendo il Lupo sulla faccia ed accecandolo. Il clone di terra di Fugaku, appena fu libero dalla morsa, bloccò subito il principe portandosi alle sue spalle ed afferrandolo dal collo con le braccia per impedirli di scappare, invischiandolo di fango ed immobilizzandolo.

Il Lupo ringhiò di rabbia e si dimenò dalla presa per diversi istanti, graffiando e tentando di mordere il clone con forza, ma il fango divenne subito solido e gli impedì di liberarsi dalla stretta. Mentre continuava a dimenarsi, i due coniugi notarono uno strano simbolo nero ovale sul petto del principe. Il punto debole che stavano cercando.

“Adesso!” urlò Fugaku.

Mikoto non perse tempo. In meno di un secondo saltò in avanti, e con un kunai in mano si scagliò con forza contro la bestia immobilizzata, colpendola in pieno petto proprio sopra il simbolo sul cuore, affondando in profondità la lama dell’arma nella carne del mostro. Dalla ferita fuoriuscì del sangue nero. Il Lupo guaì con forza, dimenandosi incessantemente per diversi secondi ed emettendo un lamento assordante. Dopo alcuni secondi, però, si fermò di botto, e s’irrigidì all’istante, teso come una statua.

Poi, a partire dalle zampe posteriori, il corpo del principe cominciò senza preavviso a pietrificarsi lentamente dal basso verso l’alto, fino a trasformarlo completamente in una statua.

Mikoto e Fugaku osservarono allibiti la scena. Non appena il Lupo fu completamente pietrificato, il suo corpo andò in frantumi di colpo, crollando a terra in un cumulo di macerie e pietra. Il silenzio tornò a regnare nella sala.

Avevano vinto.

“Beh, non è stato tanto difficile. Vero, tesoro?” disse Mikoto con un sospiro.

“Già! Per niente!” confermò Fugaku, incrociando le braccia con un sorriso.

Ma prima che potessero dire altro, una fragorosa esplosione si sentì rimbombare per tutto il castello in lontananza, facendo tremare le pareti e spaventandoli a morte.

KABOOOM!

I due Uchiha si girarono verso l’uscita della sala, sconvolti.

“Che diavolo succede?” esclamò Mikoto.
 


SQUADRA 2

Sasuke e Sakura erano appena arrivati all’ingresso della fortezza che avevano lasciato precedentemente, osservando la confusione ed i detriti di pietra che avevano ricoperto il pavimento a causa dello scontro di prima. Si guardarono attorno attentamente, tesi nel caso una delle creature potesse comparire da un istante all’altro.

“Siamo tornati all’ingresso.” disse Sakura dopo un po’ di silenzio imbarazzante.

“Hn.” fu l’unica risposta di Sasuke, il quale scrutava minuziosamente con lo Sharingan l’ambiente attorno a loro.

Sakura sospirò sommessamente. Anche se il suo compagno si era finalmente pentito per le sue azioni dopo tutto questo tempo, continuava ancora a trattarla con un certo distacco e disinteresse, ignorandola per la maggior parte del tempo che erano insieme. Anche con Naruto si comportava similmente, nonostante avesse qualche volta scambiato qualche parola con lui di tanto in tanto. La cosa faceva soffrire molto la ragazza.

“Ehi, Sasuke-kun…” cominciò a dire lei, esitando un po’. “Posso chiederti una cosa?”

Il ragazzo si voltò leggermente e la fissò di sbieco senza dire nulla, ma annuì debolmente.

“Perché continui a distanziarti da noi?” chiese Sakura fissandolo con tristezza. “Perché continui a ignorarci? Ad ignorare Naruto? Ad ignorare me? Perché non torniamo ad essere una squadra come una volta?”

Il giovane corvino si voltò ancora e riprese a guardarsi intorno. “Non è così semplice, Sakura.” rispose alla fine senza guardarla.

“Non lo metto in dubbio, ma tu potresti renderlo più facile.” riprese lei con enfasi.

Il ragazzo scosse piano la testa. “Non posso.” riprese ancora, il suo tono basso e distaccato. “Non posso cambiare il passato. Non posso dimenticare quello che ho fatto così come se nulla fosse. Le cose non funzionano in questo modo.”

Sakura aggrottò le sopracciglia. “Non ricordi cosa hanno detto i tuoi genitori? Non permettere al tuo passato di rovinarti il futuro! So che quello che hai fatto è sbagliato, ma puoi ancora rimediare! Puoi ancora riuscire a tornare indietro! C’è ancora speranza! Non sei da solo in questo…”

Sasuke abbassò lo sguardo. Sapeva che Sakura aveva ragione, ma non riusciva ad accettarlo fino in fondo. Come poteva ritornare indietro dopo tutto quello che aveva fatto? Come poteva guardare in faccia i suoi amici dopo che li aveva rinnegati? Non poteva farcela. Aveva paura.

Lentamente si voltò verso di lei.

“Sakura, io…”

Non poté finire la frase che subito gli si raggelò il sangue nelle vene e le parole gli morirono in gola appena vide ciò che stava accadendo. I suoi occhi si sgranarono.

Proprio dietro la ragazza, a circa cento metri e senza che lei se ne fosse accorta, stava il principe Toro. E non era fermo. Stava caricando contro di lei con una velocità disarmante ma senza fare rumore, le corna puntate in avanti ed il collo teso e pronto all’impatto.

Senza esitare neanche per un secondo, Sasuke scagliò di getto un kunai verso il mostro alle spalle della ragazza, mancandola di striscio e spaventandola a morte. Il kunai colpì la creatura in testa, ma non fece alcun danno.

“Salta!” urlò allora il giovane con forza, incapace di raggiungere la ragazza in tempo.

Sakura, incredibilmente, reagì all’istante e riuscì ad evitare il colpo della creatura qualche secondo prima che la colpisse alle spalle, saltando e portandosi affianco a Sasuke. Il Toro si fermò di colpo, sbuffando rabbiosamente e pestando a terra. I suoi occhi rossi fissavano intensamente i due giovani con furia.

“G-Grazie Sasuke-kun!” disse Sakura ansimando, ancora scossa dallo spavento.

“Stai all’erta! Non abbassare la guardia!” intimò lui, irrigidendosi.

Il Toro muggì con forza e riprese a caricare contro di loro rapidamente. I due giovani si prepararono ad attaccare.

Con un urlo rabbioso, Sakura scagliò un pugno potentissimo a terra, facendo incrinare il pavimento ed alzando davanti a sé un grosso pezzo di pietra come scudo appena la creatura le fu abbastanza vicina. Con uno schianto fragoroso, il Toro colpì in pieno il pezzo di pavimento con la testa, facendolo barcollare. Non ebbe neppure il tempo di riprendersi che subito dopo Sasuke gli comparve davanti, la mano destra completamente ricoperta da una scia elettrica bluastra.

Chidori!” (Mille Falchi)

L’attacco del ragazzo corvino lo prese in testa, proprio in mezzo alle corna, e tutta la creatura fu investita da una violentissima scarica elettrica che la percorse per tutto il corpo violentemente e la fece tentennare per qualche secondo. Appena la scarica elettrica cessò, un pugno dalla forza micidiale colpì il Toro sulla guancia con un sonoro CRACK, facendolo rotolare con forza a terra per diversi metri. Sakura fece schioccare la mano, soddisfatta dal successo.

Sasuke si portò subito vicino a lei. “Bel colpo, hai dei buoni riflessi!”

“Grazie,” disse lei arrossendo un po’ e guardando in basso. “Tsunade-sama mi ha addestrata bene.”

Ma, improvvisamente, dalle macerie del pavimento la creatura si rialzò rapidamente scuotendo la testa e sbruffando con vigore e rabbia.

“Dannazione, non ha avuto effetto!” imprecò Sakura.

“Dobbiamo tentare di colpirlo al petto, dove dovrebbe avere il simbolo di cui parlava Boruto!” ragionò Sasuke, senza distogliere lo sguardo dalla bestia.

“Come facciamo?” domandò la ragazza.

Il ragazzo si voltò verso di lei e la fissò con serietà.

“Ascoltami attentamente!”

Dopo qualche secondo di tregua il Toro muggì rabbiosamente, facendo riecheggiare il suo lugubre verso per tutta la sala con forza, per poi riprendere a caricare con più rapidità ed enfasi di prima contro i due ragazzi. Entrambi, stavolta, rimasero fermi ed immobili. La bestia continuava ad avanzare incessantemente. I due non si mossero.

Cinquanta metri. Ancora nulla.

Trenta metri. Niente.

Venti metri. Nessun movimento.

Dieci metri. Entrambi s’irrigidirono all’istante, ma non fecero un passo.

Cinque metri.

Era il momento.

“Ora, Sakura!” urlò Sasuke.

“Shannarooo!”

Con un urlo di rabbia, la ragazza colpì ancora una volta il pavimento con un pugno potentissimo, prima che la bestia potesse raggiungerli. Questa volta, però, l’effetto fu diverso dal precedente.

Il pavimento sotto i piedi del Toro, infatti, si frantumò all’istante, e grossi pezzi di pietra s’innalzarono in alto con forza dal punto colpito da Sakura.

Il principe fu immediatamente scagliato verso il soffitto dalla violenza del colpo, muggendo con violenza ed agitando freneticamente le zampe dallo spavento. Ma non ebbe il tempo di riprendere l’equilibrio, perché Sasuke si scagliò contro di lui con forza, la mano destra puntata in avanti e coperta da una scarica scattante di fulmini.

Raikiri!” (Taglio del Fulmine)

Il Toro, privo di equilibrio e senza alcun appoggio, fu completamente incapace di difendersi dall’attacco del ragazzo, che lo colpì in pieno petto con forza nel punto dove presentava un simbolo ovale, spingendolo ancora più in alto fino a farlo schiantare contro il soffitto. La violenza dell’attacco fu talmente grande che la mano di Sasuke perforò completamente la pelle della bestia, trapassando la carne ed i tessuti senza pietà.

Con un ultimo straziante muggito di dolore, il principe spirò. Dopo alcuni secondi il suo corpo si frantumò in mille pezzi di pietra, i quali caddero a terra come gocce d’acqua durante la pioggia. Sasuke atterrò qualche secondo dopo, annullando la tecnica nella mano con un sospiro.

Sakura lo raggiunse in un attimo. Sasuke si voltò verso di lei con un sorriso, ma non riuscì a proferire parola, poiché la ragazza lo travolse senza preavviso in un forte abbraccio. Il ragazzo rimase senza parole, incapace di registrare completamente il gesto di Sakura.

“Ce l’abbiamo fatta Sasuke-kun!” disse lei con un sorriso, stringendolo con affetto. “Lo abbiamo sconfitto! Siamo una squadra imbattibile!”

Sasuke era rimasto allibito, con la bocca e gli occhi sgranati. Sakura lo stava abbracciando dopo così tanto tempo. Nonostante tutto quello che aveva fatto in passato, Sakura lo stava abbracciando come quando erano bambini. Nonostante avesse tentato di ucciderla una volta, lei continuava a cercarlo e a non volerlo abbandonare. Nonostante tutto il male che aveva compiuto in nome della vendetta, lei non aveva mai smesso di amarlo.

E, per quanto la cosa fosse ingiusta, sentiva che tutto questo lo rendeva felice. Anche se non si meritava una simile affezione da parte di Sakura, una parte di lui voleva credere che fosse giusto così. Una parte di lui sentiva che era quello che voleva per tutta la vita. Il suo cuore ambiva ancora alla felicità.

Dopo qualche secondo di esitazione, Sasuke ricambiò l’abbraccio.

“Grazie, Sakura.”

KABOOOM!

Il loro momento di affetto fu improvvisamente interrotto dal fragore di un’esplosione proveniente da un’altra zona del castello. Entrambi si voltarono si scatto nella direzione da cui proveniva.

“Cos’è stato?” urlò Sakura.

 



Note dell'autore!!!

Salve gente! Ecco a voi il nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto. Il prossimo dovrebbe uscire dopodomani, ma potrebbe esserci un pò di ritardo a causa di impegni personali, quindi in caso mi scuso in anticipo. Grazie a tutti quelli che leggeranno e commenteranno! A presto! ;)
   
 
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