Marik e Giulia
Giulia
Marik era forse il cattivo peggiore di tutte e otto le serie, ma che dico, di tutte le serie di
Yu gi oh!
Conoscevo fin troppo bene i suoi metodi, il problema era che non conoscevo a fondo i suoi piani, dovevo tenere gli occhi aperti. Se avessi sbagliato qualcosa Marik mi avrebbe spedito nel regno delle ombre grazie alla barra del millennio.
-So cosa stai pensando...-la voce del mio carceriere mi fece sobbalzare.
-Non credo proprio.
La sua risata mi fece accapponare la pelle.
-Sei proprio ingenua Giulia. Esattamente come il Mago Nero anche io conosco alcune cose di te, tra cui il fatto che conosci molto bene l'universo in cui ti stai muovendo.
Ok potevo dire di essere praticamente fregata. Tuttavia non era ancora detto, dovevo sondare il territorio.
Marik era furbo, ma io sapevo che, a volte, lo ero di più.
-Visto che fai tanto il misterioso allora posso chiederti cosa sai esattamente di me?-
Lo ammetto la domanda non era furba, ma volevo vedere come avrebbe reagito lui.
Come immaginavo Marik non rispose.
Mi aveva portata in una stanza che sembrava vuota, ma qualcosa mi suggeriva che non era così.
Infatti Marik si avvicinò ad una parete e la toccò. Si sentì un rumore di ingranaggi che si attivavano e la parete ruotò su cardini nascosti.
-Coraggio...o hai paura?
Mi ero appena ricordata il motivo per il quale non lo sopportavo.
-Non ho paura di un corridoio buio.- affermai spavalda.
Marik ridacchiò voltandomi le spalle ed oltrepassando la soglia. La sua risata era simile al suono che produce un unghia che gratta su un vetro.
Io lo seguii.
Forse il mio nemico mi stava sottovalutando. Io non ero Ahmose, ero solo la sua reincarnazione ma non ero lei.
Questo per lui poteva essere un vantaggio o forse no.
Altra lezione che avevo imparato in anni e anni di serie di
Yu gi oh, mai sottovalutare gli avversari e mai dare per scontato che il nemico sia imbattibile.
Marik aveva il drago alato di Ra dalla sua, ma come ogni mostro anche il Ra aveva i suoi punti deboli.
Il corridoio era in realtà una scala che scendeva nell'oscurità. Mi sembrava di scendere negli inferi, ma non era possibile.
Era solo suggestione.
In fondo alle scale vi era una sala che mi ricordava le antiche catacombe cristiane. Osservando meglio mi resi conto che era la sala principale di un tempio.
Riconobbi la tavola dove erano incise le divinità egizie.
Mi vennero i brividi. Ero nel cuore del quartier generale di Marik.