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Autore: clarisss95    02/10/2017    3 recensioni
Missing moments sui malec della serie tv.
Il rating è verde, ma può variare nel corso dei capitoli.
1) 2x15 - Dormi insieme a me.
2) 2x20 - Come superare un litigio: a novel by Alec Lightwood.
3) 1x13 - Sentimenti che vanno, sentimenti che vengono.
4) 2x05 - Dolore.
5) 2x12 - Cosa accadde a Tokyo.
6) 2x07 - Occhi di gatto.
7) 2x06 - Il primo appuntamento.
8) 2x10 - Il filo rosso.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il primo appuntamento.


 
Questo capitolo è ambientato durante
la 2x06. Nel testo ho voluto inserire
una parte di ciò che c'è scritto nei
libri a proposito del primo 
appuntamento Malec. 
Spero vi piaccia, buona lettura!






Nonostante Alexander Lightwood non avesse mai avuto nessun appuntamento in vent'anni di vita, non poteva considerare il termine perfetto per descrivere quell'uscita con Magnus. Oh, per lo meno, ad un certo punto la piega della serata era diventata anormale, ma la sua curiosità aveva sempre la meglio su ogni cosa. 
Quando lo stregone gli aveva domandato se avesse avuto altri ex, lui si era imbarazzato, non voleva che la sua inesperienza fosse un ostacolo alla loro frequentazione, e poi Magnus gli piaceva sul serio, lo faceva sentire vivo come mai nessuno aveva fatto. Nell'ultimo periodo si erano baciati - e molto pure - ma in quella nottata improvvisamente tutto si era fatto scuro, come un salto in un tunnel nel quale inciampi senza farci caso.
Diciassette mila ex. Quanti anni aveva Magnus? Quanto conosceva di lui? Niente. Sapeva che era un ottimo seduttore, che lo aveva conquistato con tutti i suoi dettagli più strampalati, ma.... lui cos'era, infondo? Un altro tra i diciassette mila? Sarebbe stato solo questo? Un ricordo? 
Alec non avrebbe mai potuto sopportarlo. Già non avere esperienza era uno svantaggio, per lui, in più...come avrebbe potuto competere con diciassette mila ricordi?
Sbuffò, mettendosi le mani in tasca, seguendo il ragazzo che aveva al suo fianco e osservandolo di nascosto. Aveva le labbra piegate come se stesse accennando un sorriso, le braccia lungo i lati del corpo, gli occhi puntati verso il cielo, ma non proferiva parola. 
Non avevano parlato molto da quando erano usciti dal bar, in realtà. Magnus si era premurato di pagare i drink che avevano bevuto e quando Alec aveva fatto per ribattere gli aveva detto che non ce n'era bisogno: aveva proposto lui di uscire. 
Così erano andati via dal bar e all'unica domanda che gli aveva posto lo stregone 'Ti va di passeggiare al posto di prendere il portale?' aveva semplicemente annuito. Il freddo gli penetrava nelle ossa e non sapeva per che cosa fosse: per l'aria ghiacciata di gennaio o per quella situazione?


La casa di Magnus era molto distante dall'Hunter's Moon, i due ragazzi svoltarono l'angolo di Blackworth Street1 e si ritrovarono alla fermata della metropolitana. Lo stregone gli aveva fatto vedere due biglietti che teneva tra le mani, e Alec ne aveva afferrato uno sfiorandogli il polso. Era il primo contatto che aveva avuto con lui per tutta la serata.
Il ragazzo si accorse che Magnus era bollente. Voleva allungare la mano per verificare se fosse solo una sua impressione, e fece per alzarla, ma poi la riabbassò. Represse uno sbuffo, desolato, notando la quantità di persone presenti nel veicolo. 
- Scommetto che stai pensando a quanto fosse bello utilizzare una runa dell'invisibilità - sentì la voce di Magnus al suo fianco. 
I loro corpi erano attaccati. In ogni senso. Erano seduti in un sedile che condividevano, quindi lo stregone per richiamare la sua attenzione gli aveva sfiorato il braccio. 
- Se avessi saputo che c'era così tanto fracasso ti avrei detto di aprire il portale.
Magnus ridacchiò: - Ma non avrei avuto modo di contare tutte le volte che ti vedo sbuffare, Alexander.
Lo shadowhunter si voltò verso di lui, così stupito, tanto che le sopracciglia andarono a sfiorare l'attaccatura dei capelli. - Conti le volte che sbuffo? - domandò. 
- Certo, guardo il tuo viso ogni momento - rispose l'altro, con una tranquillità disarmante - Anche se non te ne accorgi - continuò.
- Perché? - chise Alec, senza parole.
- Perché amo il tuo volto - Alec deglutì per la sorpresa di quella confessione. - Dovresti saperlo, ormai, Alexander. Che mi piaci, intendo - sottolineò. 
Alexander si trovò a deglutire. Certo, era ancora scombussolato per il fatto dei diciassette mila ex dell'uomo che aveva di fronte, ma quella confessione così inaspettata lo aveva messo di buonumore....ma non poteva certo togliere quel numero nella sua mente. Alec inspirò, chiudendo gli occhi. Ne avrebbero parlato a casa sua.
Erano quasi arrivati alla loro fermata, quando due ragazzi vestiti con una cuffia, una maglietta e un paio di pantaloni larghi, si misero a pavoneggiare sulla metro.
- Noi siamo due rapper e ora vi faremo sentire il nostro ultimo singolo! - disse quello con la cuffia rossa.
- Non preoccupatevi, a breve conoscerete il nome del nostro duo! - fece l'altro, che aveva la cuffia blu.
Mentre i passeggeri - tra cui gli stessi Alec e Magnus - li guardavano confusi e straniti, c'era anche chi tra coloro  gettava delle occhiate, loro intonarono una canzone rap:
Le rose sono rosse e l'amore no, non dura
ma io lo so che quel culetto è sodo da paura
tutta quella roba che tieni nei pantaloni
uno sguardo e io ho già la lingua fuori
se ti stai chiedendo perché canto così
E' perché nessuna ha il tuo lato B
Se ti dico che sei bella dici 'non ci credo'
ma quello che interessa è la vista da dietro
mai stato romantico, non so cos'è l'amore
lo dico, non lo nego: me gusta il tuo sedere
non andare via però cammina lentamente
gira e poi volta e poi ancheggia fra la gente
io ti seguo a ruota zia, nessuno ti batte
lasciatelo dire, hai delle gran chiappe

Ci fu silenzio non appena quei due terminarono la canzone. Durò solo qualche istante, perché poi la maggior parte delle persone iniziarono a dar vita a un tonfo di risate che coinvolse lo stesso Magnus. 
Alec lo guardò mentre sorrideva e venne anche a lui da ridere - anche per la canzone che era orrenda - Dio, i mondani  non sapevano fare di meglio?
Ad un certo punto lo shadowhunter si sentì afferrare una mano e scese giù dalla metro insieme a Magnus. Pensò che una volta scesi dal vagone l'avrebbe lasciata, ma lo stregone tenne la stretta e Alec se ne beò. 
Ma c'era sempre quella vocina nella testa....


Mancavano solo poche centinaia di metri per arrivare al loft. 
Di certo i due che stavano mano nella mano non avevano pensato a quell'altro inconveniente. Quell'appuntamento aveva davvero preso una strana piega.
- Ragazzi, scusate, siete favorevoli a un sondaggio? - una ragazza che indossava un cartoncino verde attorno al corpo con scritto 'MATRIMONI OMOSESSUALI? NON SONO FASULLI: SONDAGGI LIBERATORI PER COLORO CHE NON HANNO PAURA DI MOSTRARSI' si avvicinò a loro.
Alec staccò la stretta di Magnus mormorando qualcosa di negativo. Probabilmente, pensò lo stregone, stava lanciando delle maledizioni.
- Un sondaggio? 
- Si, per i ragazzi omosessuali che hanno paura di circolare a Brooklyn. Sapete, non devono sentirsi diversi, non lo sono. Io sono a favore delle coppie gay e dei matrimoni tra entrambi i sessi. L'importante è che si amino.
- Quanti sondaggi hai ricevuto per ora? - Magnus sembrava davvero curioso.
- Meno di quanto credi - disse sconfitta la ragazza - Purtroppo i ragazzi si nascondono dietro le mille sfacettature che vogliono mostrare. Credo sia una cosa piuttosto comune...
- Se mi dicessi in cosa consistono questi sondaggi potrei darti una mano.
- Per l'angelo, ecco perché preferisco la runa dell'invisibilità... - mormorò Alec. Fortunatamente la ragazza non l'aveva sentito.
Prese dei fogli, porgendoli allo stregone: - E' solo questione di minuti. Dovresti segnare solo una crocetta.
Lo stregone guardò il foglio. Le domande erano banali, adatte ad una ragazza della sua età, probabilmente aveva solo sedici anni, ma il fatto che se ne premurasse così tanto gli fece stringere il cuore. Porse l'altro foglio ad Alec, che lo guardò smarrito, prima di leggerlo.
Mentre compilavano entrambi i sondaggi, la ragazza gli tartassò di domande: - Da quanto state insieme?
I due si guardarono un secondo, prima che Magnus rispondesse. Dei due era quello più abile nella parola: - Da un po'.
- Si, ma è un po'...po' o un po'...meno?
- Cosa? - disse Alec lamentandosi.
Magnus ridacchiò: - Posso solo dirti che è qualcosa di serio, signorina...
- Lena. Mi chiamo Lena - gli sorrise.
- E' un nome splendido.
- Grazie. Comunque, per quel che vale la mia opinione, vi shippo già.
- Anche io mi shippo con il mio uomo! - disse subito Magnus.
- Ci shippi? - Alec era davvero confuso.
- Oh, Alexander. E' un termine per indicare una coppia....
- Si - si intromise Lena. Sembrava avere sedici anni - Una coppia come voi che diventa l'epicentro del mondo. Un po' come i Brangelina.
- Ma i Brangelina non si sono lasciati? - domandò Magnus, curioso della risposta.
- Be', si...ma quando una coppia sta insieme da così tanto tempo, nonostante si lascino, continuano  a vivere nei cuori di-
- Tutto ciò è veramente carino. - Fece Alec, spazientito - Ma noi dovremmo proprio andare. 
Magnus non aveva mai sentito quel tono. 
Cercò di afferrargli il braccio, cercando di guardarlo negli occhi, ma lui si scansò da quel tocco: - Magnus, dobbiamo andare...
Lo stregone annuì semplicemente, prima di rivolgere l'attenzione a quella ragazza che li guardava stranita. - Scusa, cara. Io e il mio uomo qui dobbiamo proprio andare via....
Lei annuì poco convinta: - Come.....posso sapere come vi chiamate?
- Io mi chiamo Magnus, e lui è Alec. 
- Malec - il viso di quella ragazza si illuminò.
Magnus non ebbe il tempo di replicare, che la ragazza esclamò subito: - E' un bel tipo, quell'Alec. Nonostante sia così scorbutico, penso abbia un bel cuore. Tienitelo stretto.
Magnus annuì sorridendo: - Lo farò.


Quando Magnus e Alec raggiunsero il loft, l'ultimo sentì di cosa parlava lo stregone a stento, troppo impegnato con i suoi pensieri.  - Già - disse solo, sorprendendosi che la voce risultasse tanto calma. Lui non lo era affatto. - Ti da il tempo di pensare.
- Devi aver pensato molto - Magnus non sembrava turbato. Si versò qualcosa da bere, dandogli le spalle. 
Alec iniziò ad agitarsi. Era qualcosa di difficile da fare, eppure...
- Magnus... - iniziò. Vide l'interpellato bloccarsi un istante - Non credi che forse noi due siamo...
- Diversi? - subito disse lo stregone. Non si era ancora voltato.
Alec sospirò: - Si...
Notò Magnus annuire, prima di voltarsi completamente: - Proveniamo da due mondi diversi...
- Da secoli differenti.... - mormorò il più giovane. Non lo guardò negli occhi mentre borbottava qualcosa riguardo il fatto che dovesse andarsene. Né Magnus lo fermò, e forse fu proprio questo  a non far attraversare la soglia allo shadowhunter. Si bloccò, indeciso. Quello era l'uomo per cui aveva rischiato tutto. Era inutile negare, Magnus ormai possedeva il suo cuore e la sua anima. Non era arrabbiato per il fatto che avesse avuto tanti ex, quanto la nonchalance con il quale l'aveva ammesso. Sembrava che non gli importasse niente. Alec, in quell'istante, bloccato al centro della porta, poteva scegliere. Scegliere di andare via, rinunciando ad un amore complicato. O scegliere di restare e continuare a dar vita a qualcosa di cui non si sarebbe pentito. Scegliere di amare l'uomo che stava alle sue spalle, anche se questo significava doverlo lasciare, un giorno. E cercare di non essere più uno dei suoi tanti ragazzi sulla lista, ma essere l'unico. Chiuse gli occhi, prima di prendere la sua decisione.
Tornò indietro, svelto: - Ascolta, non m'importa con quante persone sei stato.
Magnus lo osservò assottigliando gli occhi: - Non m'importa con quante persone non sei stato.
Alec annuì e vacillò un istante, guardandogli le labbra. 
L'altro istintivamente si rese conto che lo voleva baciare. Alexander Lightwood, prima di dargli un bacio, si comportava sempre in quel modo: il respiro gli aumentò di ritmo, diventava più timido, gli occhi verdi erano più luminosi e sporgenti e soprattutto gli fissava le labbra. Quando il più giovane gli si avvicinò, lo stregone fu più che contento di riassaporarle. Nonostante Alec non avesse avuto alcuna relazione e nei baci non era un grande esperto, sentire le loro labbra a contatto gli dava sempre una sensazione universale, come fosse la prima volta che anche lui baciava qualcuno.
Il contatto era cauto e durò poco più di dieci secondi, ma entrambi rimasero a stretto contatto, quando Alec sussurrò con voce roca: - Ho sentito dire che le relazioni richiedono impegno.
Magnus sorrise: - Sono a favore dell'impegno. 
Anche lo shadowhunter sorrise, e fece per avvicinarsi, se non fosse stato per Jace. Perché il suo parabatai era ovunque?
Si era presentato con un borsone ed aveva chiesto a Magnus se avesse una stanza disponibile. Alec lo aveva guardato in cagnesco, sicuro che il biondo riuscisse a comprendere che aveva appena rovinato il momento, ma quello non lo colse. 
Jace noi due faremo una chiacchierata ed io....
Sentì la mano di Magnus accarezzare il suo braccio, e poi udì la sua voce dire che tornava subito, dirigendosi con Jace verso una stanza degli ospiti per mostrargliela.


Lo stregone ritornò dopo qualche minuto, massaggiandosi il collo: - Si sta sistemando nella stanza degli ospiti.
Alec annuì, avvicinandosi: - Bene... - lo guardò un istante. 
Magnus, capendolo al volo, domandò con ironia: - Dove eravamo rimasti?
Lo shadowhunter sorrise e gli si avvicinò per baciarlo. 
Il bacio che si erano dati poco prima non aveva niente a che vedere con questo - o meglio, con questi - che si stavano dando. Ogni bacio era sempre più focoso, ardeva, ed i due rimasero a stretto contatto. Ad un certo punto si ritrovarono sdraiati sul divano con Magnus che teneva le mani sul collo di Alec e questo che aveva le mani sui passanti dei jeans dello stregone per tenerselo vicino. Le loro lingue si accarezzavano in una danza continua, cercandosi disperatamente, come se non lo facessero da mesi. La mano di Magnus si era spostata dal collo al viso dell'altro e lo accarezzava mentre con la bocca esplorava quella del minore in cerca di una qualche profondità. 
Si staccarono solo dopo che non riuscirono più a trovare fiato, ma Alec si spinse a baciargli il collo e lo stregone non poté fare a meno di emettere un miagolio.
Improvvisamente Alec, che aveva tenuto tutto l'istante gli occhi chiusi, si ricordò di Jace. Era a casa con loro, e lui e Magnus erano sul divano a baciarsi incuranti.... Si alzò dal corpo di Magnus, e  si sistemò meglio su quel divano. Si schiarì la voce prima di dire:  - Forse dovrei tornare all'Istituto.
- Forse dovresti.... - gli fece da eco, Magnus. Aveva il fiato incastrato sulla gola, a causa di tutti quei baci dati allo shadowhunter.
- Ma non voglio farlo - disse quest'ultimo, sincero.
Magnus sospirò - Ed io non voglio che tu lo faccia. Ma, se rimani....
- C'è Jace qua. - Gli ricordò Alec - Vorrei che tu lo controllassi.
- E' un adulto, Alexander. 
- E' stato appena cacciato dall'Istituto...
- La  comprensione per il tuo parabatai è ammirevole, Alexander. E, per quanto non mi piaccia Trace-
- Jace - lo corresse.
Magnus lo ignorò, borbottando: - Lo  controllerò per te. 
- Grazie... - si sporse verso di lui per potergli dare un solo bacio a stampo e andar via. O meglio, quella era l'intenzione, ma si trovò immerso  in un intreccio di mani sui capelli, mani sul collo, lingue che si accarezzano e ansiti da volere qualcosa di più.... 
Magnus per Alec era come l'ossigeno, ne aveva bisogno e non poteva farne a meno. Sentiva di raggiungere la deriva quando il suo stregone non era nei paraggi. Un senso di panico lo assalì, temendo che prima o poi quell'uomo che lo aveva catturato con tante frequenti avances lo avrebbe abbandonato, e allora strinse più forte la presa su quel bacino perfetto, facendo scivolare la sua bocca lungo il collo dell'altro, alternando tra baci e carezze con i denti. Avrebbero dovuti tutto vedere che erano fidanzati e qualunque cosa avessero detto lo shadowhunter gli sarebbe stato accanto senza se o ma. Si erano trovati, pensava lui, come quella storia che raccontanavano a Isabelle riguardo quel filo rosso che faceva da perno a due persone che si stavano cercando da sempre. E si, ti ho trovato....
Il più giovane gli tenne il volto fra le mani mentre esplorava per l'ennesima volta la sua bocca, e Magnus tenne la stretta sui suoi capelli più docile per non fargli male. Sembravano persi nel loro mondo di baci, carezze e il solo rumore era quello delle loro bocche che si incontravano  e si ritiravano..... quando qualcosa - o meglio qualcuno - li riportò alla realtà.
- Per favore, almeno fino a che non trovo un altro posto potreste evitare di sbaciucchiarvi? - disse Jace sorridendo.
I due si allontanarono quel poco per scrutarlo. 
- Se inizi a tormentarmi ti caccio - fece subito Magnus.
Jace alzò le mani per difendersi e ritornò in camera sua, mentre lo stregone si rivolse ad Alec: - Allora.... a domani?
E' una promessa, si rese conto il più giovane.
- A domani - Alec gli diede un ultimo bacio veloce ed uscì da casa sua.





ciao a tutti!
Vi scrivo per dirvi che la storia sta volgendo al termine. Questo è il penultimo capitolo. Il prossimo sarà l'ultimo, ma la storia si concluderà con un capitolo extra che racchiude alcuni momenti che la serie tv non ci ha mostrato, dovrebbero essere otto momenti in tutto, e nelle note del prossimo capitolo vi farò sapere di quali parti si tratta. 
Mi fa piacere che questa storia sia stata apprezzata. 
Alla prossima.

Ps: il prossimo capitolo si baserà sulla 2x10!

eccone un (piccolo) spezzone:

"Nessuno era mai riuscito a farlo sentire così vivo come lo facevano i baci con quel ragazzo inesperto. E quello stesso ragazzo gli aveva pure fatto un regalo. Il primo regalo della sua vita. 
Ecco perché anche Magnus gli aveva risposto che si, lo amava anche lui. Perché anche se avesse provato a non amarlo, non ci sarebbe mai riuscito. Avrebbe aspettato tutto il tempo del mondo se alla fine avrebbe trovato ad attenderlo Alec Lightwood. "

   
 
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