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Autore: MaryFangirl    04/10/2017    1 recensioni
Al liceale Light Yagami viene dato il compito di fare da cicerone a Ryuzaki, nuovo ed eccentrico studente, e i due non vanno esattamente d'accordo...all'inizio. (AU ambientata al liceo).
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito | Coppie: L/Light
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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L

 

L accettò il telefono dalla mano tesa di Soichiro, domandandosi chi al mondo potesse chiamarlo utilizzando il telefono del padre di Light. "Ciao, Ranocchio" lo salutò la voce metallica.
Guardò i genitori di Light, che lo guardavano cautamente. "Chi sei?" chiese.
Si stava riferendo a Ryuzaki, o a L? La differenza poteva facilmente avere effetto sulla sopravvivenza di Light, e L avvertiva la profonda sensazione che non volesse parlare con Ryuzaki.
La voce ridacchiò, "Una vecchia conoscenza"
"Okay" replicò L lentamente, cambiando velocemente tattica, "allora cosa vuoi?"
"Cosa voglio?" la voce si fermò alla ricerca di un effetto drammatico, "Quello che voglio è farti soffrire"
L sospirò, passandosi una mano sugli occhi, "Presumo che non ti stia riferendo a Ryuzaki il liceale?"
La voce rilasciò un'altra risata divertita, "Certo che no. Non essere ridicolo...L"
L respinse le ondate di rabbia che minacciavano di eliminare la sua cauta compostezza, "Non so chi tu sia, o cosa pensi di sapere. Ma di sicuro, se tu sai chi sono, allora avrai sentito di cosa succede alle persone che pensano di potermi infastidire. A giudicare da come hai scelto di chiamarmi, e dal tempismo, sei il responsabile della scomparsa di Light. Se è così, sappi che sto arrivando. E se hai una qualsiasi ombra di intelligenza, dovresti scappare. Velocemente e lontano"
L realizzò vagamente che la mano gli stava tremando. Con riluttanza inspirò lentamente e profondamente e tentò di rimuovere qualsiasi emozione dalla voce e dalla mente.
"Ho piazzato due bombe nella regione del Kanto. Se scegli Light, migliaia di persone moriranno; se scegli le persone, sarà Light a finire tra le fiamme. Hai due ore. Buona fortuna, L. Ti aspetto" la linea cadde. L serrò i denti e si trattenne dal lanciare il telefono a terra per la frustrazione, era sicuro che non avrebbe aiutato per guadagnare il favore di Soichiro.
"Ryuzaki..." Sachiko aveva la mano di fronte alla bocca, gli occhi lucidi mentre lo guardava con aria implorante. Soichiro sembrava faticare per mantenere una posizione ferma. L lo guardò negli occhi e riconobbe la paura e il dolore dell'essere sul punto di perdere il figlio per la seconda volta nel giro di una settimana. Riconobbe il suo amore per Light e per la sua famiglia. Riconobbe gli occhi, non di un risoluto capo della polizia, ma di un genitore spaventato. L si passò una mano fra i capelli, rassegnandosi a ciò che era necessario fare. "Se mi fate entrare in casa, credo di avere molto da spiegare"
Senza parlare, i due si voltarono ed entrarono in casa, L sperò che fossero pronti mentalmente alle informazioni che avrebbe divulgato.

 

Light

 

Light si svegliò tossendo, come se i suoi polmoni stessero lottando per raggiungere la sua gola e balzare fuori dalla bocca. Tentò debolmente di muovere le braccia, ma sembrava che fossero strettamente legate dietro di lui con una corda intorno a una sedia in duro legno, così come le caviglie.
"Le mie scuse, Light-kun" una voce metallica fuoriuscì nell'oscurità, frantumando il silenzio, e rimbombando nelle sue orecchie. La voce artificiale ricordava la voce che era solito utilizzare L, con l'effetto di uno schiaffo in volto, m quella era più profonda e più sinistra, "Le droghe possono avere certi effetti sui polmoni. Hai mal di testa? È un altro effetto collaterale"
"Ho mal di testa, grazie per averlo detto" scattò Light.
"Uh" sbuffò la voce. "Intelligente e volitivo. Non c'è da stupirsi che abbia perso la testa per te. Non mi sarei aspettato che andasse così bene"
La rabbia fu rimpiazzata da una paura quasi paralizzante. Stava parlando di Ryuzaki. Light fece del suo meglio per non permettere all'ansia di manifestarsi sul suo volto e, citando la migliore qualità di Sayu, Light disse, "Sei un po' chiacchierone per essere un rapitore"
Si guadagnò una risata, "Puoi biasimarmi? Ho pianificato questo giorno da un sacco di tempo"
Light roteò gli occhi, "Che cliché. Chi sei, Moriarty?"
L'altro sembrò trovare la battuta esilarante, "Ah, beh" disse dopo aver placato le risate, "peccato che non vivrai abbastanza per scoprirlo"
Light ringhiò nel buio, non sapendo esattamente dove guardare. A giudicare da come il suono si muoveva, suppose di trovarsi in una stanza quadrata grande come un'aula di dimensioni medie. Quasi sicuramente non c'erano mobili a parte la sedia su cui era seduto. La stanza era nera, non c'era alcun segno di luce da nessuna parte, quindi probabilmente le finestre erano state coperte, e la porta sigillata. Light pensò che la stanza fosse anche insonorizzata. Poteva trovarsi in un qualsiasi luogo del Giappone. Light non aveva possibilità di stimare per quanto era rimasto senza sensi, e con la mancanza di luce e di suono, non aveva modo di giudicare che momento fosse del giorno o della notte. Light aveva letto di studi su persone che erano impazzite a seguito di esperimenti di deprivazione dei sensi, di persone che rinunciavano e supplicavano di essere liberate dopo alcuni minuti senza luce né suono. Era determinato a non mostrare alcun segno di disagio. Per quanto ne sapeva, il rapitore lo stava guardando attraverso lenti per la visione notturna, in attesa del suo crollo. Non gli avrebbe dato tale soddisfazione. Light si limitò a sperare che Ryuzaki e suo padre arrivassero prima di essere costretto a misure drastiche.

 

L

 

"D'accordo, ho capito" L ringraziò Watari e mise giù il telefono, lo stomaco stretto dall'ansia mai sperimentata in alcun caso precedente. Silenziosamente, L fece del suo meglio per schiacciare lo stress e allontanarlo. Non era il momento di cedere alle emozioni. L doveva essere calmo, composto e controllato come sarebbe stato per un qualsiasi altro caso. Controllò l'orologio. Meno di un'ora e trenta minuti.
Si voltò verso il divano dove Sachiko e Soichiro erano nervosamente abbarbicati, avendo ascoltato la sua conversazione con Watari. Con riluttanza, L si avvicinò e si mise fra di loro, tentando di apparire il più formale possibile, pensando invano a come poter pronunciare correttamente ciò che stava per dire. Sarebbe dovuto andare dritto al punto. Ogni secondo era prezioso.
Guardò Soichiro, "Suppongo che lei conosca il detective noto come L?"
Gli occhi dell'altro si strinsero, sospettosi, "Ho sentito delle storie. Se stai per dirmi che sei tu-"
"No" lo interruppe L, "Non glielo sto per dire...glielo sto per dimostrare"
"In che modo?" chiese, chiaramente sul punto di catalogare Ryuzaki come un pazzo.
"Salvando Light" L lo fissò con calma, tirò fuori il cellulare non appena giunse il messaggio di Watari. Gli mostrò una fotografia sullo schermo, "Questo è l'uomo che ha rapito suo figlio"
Sullo schermo, la foto mostrava del loro insegnante, nessun altro che Ohba-san. L non era sorpreso, era stata la prima persona che gli era venuta in mente quando stava riflettendo sui possibili sospettati.
"È-è un insegnante? Della scuola?" chiese Sachiko timidamente.
Soichiro scrutò la foto, poi ancora lui, "E come sei giunto, esattamente, a questa conclusione?"
L scosse il capo, "Non l'ho fatto io, ma Watari. Gli ho fatto controllare una lista di insegnanti per trovare quello che era recentemente arrivato a scuola senza alcuna informazione precedente. Questa foto è stata scattata da una telecamera per strada qualche minuto fa, vicino a una cabina telefonica. La stessa usata dal rapitore per mettersi in contatto col suo telefono"
"Come hai fatto a ottenerla?" chiese debolmente il padre di Light.
"Ho chiesto a Watari di tracciare il numero usato per contattare il suo cellulare, poi di hackerare le telecamere delle aree vicine. Di sicuro una lo ha beccato nella strada parallela rispetto a quella in cui si trova la cabina telefonica in questione"
"Ma perché hai chiesto a questo 'Watari' di controllare gli insegnanti della scuola?"
"Perché, prima, durante la nostra conversazione, il rapitore mi ha informato di essere una persona che conosco. Le uniche persone che conosco qui sono della scuola. Nessuno degli studenti che conosco personalmente avrebbe potuto fare tutto questo; gli insegnanti rimanevano gli unici sospettati. Tuttavia, questa è stata solo una precauzione, avevo già determinato che c'era il 95% di possibilità che il rapitore fosse effettivamente Ohba, per via del suo legame con Obata" spiegò tutto con estrema rapidità, sperando che Soichiro fosse in grado di stargli dietro, essendo anche lui un detective. Non avevano tempo. Stava rischiando tutto con quella versione affrettata e poco dettagliata di quanto stava accadendo, ma se L voleva salvare sia Light sia le vite di centinaia, forse migliaia di persone...era necessario!
"Al telefono, ha detto di aver piazzato una bomba nella regione del Kanto, migliaia di persone potrebbero morire" disse in fretta, a malapena registrando le due smorfie di orrore sulle facce di entrambi. "Signor Yagami?"
"Ti prego" fece un cenno impaziente con la mano. "Soichiro"
L avrebbe saltato per la gioia in un'altra situazione. Invece, si limitò a ghignare, "Quanto ci mette a mobilitare gli artificieri dell'NPA, qualsiasi sia il modo con cui li chiamate?"
"Possiamo averli pronti in pochi minuti, dimmi solo dove"
L annuì, "Non so esattamente il luogo, ma la bomba deve trovarsi nell'area più popolata e centrale del Kanto. Abbiamo esattamente" L controllò l'orologio, "Un'ora e venti minuti-"
Fu interrotto dal trillo del telefono che segnalava un messaggio in arrivo da un numero sconosciuto. 
'Mi sento scadente, ecco un indizio. ~O'
L lo fissò perplesso, Ohba sembrava aver dato un indizio sul luogo di una delle bombe..."Scadente..." borbottò L.
"Magari si riferisce a qualche tipo di cibo?" tentò Soichiro di aiutare, "Tu e Light siete mai andati da qualche parte a mangiare?"
L si schiaffeggiò sulla fronte, fissando i due che aveva davanti, "Il cinema!" esclamò, "La prima bomba è al cinema dove Misa ci ha trascinati per vedere quel film romantico scadente!"
"Un cinema? Sei sicuro?"
L sapeva che era un azzardo, con la quantità di tempo in diminuzione che avevano prima della detonazione, se non fosse stato così, molte persone sarebbero morte, "Ne sono sicuro" fece L per dare fiducia anche a se stesso, "Ha senso, il centro commerciale è in una posizione centrale, a quest'ora di sabato sarà gremito di persone"
"È il centro commerciale più grande del Kanto..." Soichiro si morse il labbro, "Spero tu abbia ragione, Ryuzaki"
"Anch'io" mormorò, con voce troppo bassa perché Soichiro lo sentisse mentre digitava il numero per chiamare il commissariato. L si morse l'unghia del pollice e rifletté. Non aveva senso che Ohba gli dicesse di scegliere, per poi dargli due ore...allora, capì.
L si alzò quando Soichiro terminò la chiamata, "Gli artificieri, come li hai adeguatamente chiamati, sono diretti al centro commerciale, vogliono che li raggiunga lì"
L annuì, "So dov'è la seconda bomba. Posso occuparmene"
Soichiro annuì e gli mise una mano sulla spalla, "Ryuzaki...L...mi dispiace per i problemi che ho causato a te e Light. Ora che riesco a vedere come lo rendi felice...spero soltanto che possiate perdonarmi"
Il suo cuore si gonfiò, e fu estremamente difficile controllare le emozioni, "Lo abbiamo già fatto" replicò.
L'altro annuì e si schiarì la gola, "Ti prego, salva mio figlio"
"Lo farò"
Detto ciò, marciò in direzione della persona, lasciando L con Sachiko, che gli regalò un sorriso rassicurante, "Voi due siete al sicuro, uh?"
L non sorrise di rimando, "Non ancora"
"Prendi la macchina" gli indicò le chiavi accanto alla porta, "salvalo".
Poi L fece qualcosa di inaspettato; la abbracciò. "Grazie" sussurrò.
Lei ricambiò l'abbraccio. "Fai attenzione"
L si allontanò e volò verso la porta prima che le emozioni potessero guadagnare ulteriore terreno. Balzando in macchina, L uscì dal vialetto, certo della sua destinazione. Sapeva soltanto un'altra cosa con certezza; Ohba voleva che L fosse solo. Era quello il proposito della seconda bomba. Era una distrazione. Un imbroglio. Il trucco di un mago per attirare l'attenzione della polizia da un'altra parte mentre lui e l'assassino erano da soli. La seconda bomba non sarebbe mai stata attivata. Non c'era mai stata la scelta tra Light e migliaia di persone. Ohba aveva soltanto bisogno di far pensare che ci fosse. L non aveva dubbi che ci fosse una bomba al cinema, piazzata e pronta a esplodere. Non aveva nemmeno dubbi che la bomba non fosse programmata per arrivare al termine del timer.
La cosa riguardava loro due. Era una questione personale. La mente di L corse mentre ripercorreva la lista di persone a cui aveva fatto torto o che aveva catturato durante tanti anni. Erano un sacco di persone. Troppe. Quel criminale era intelligente, per elaborare un gioco tanto raffinato. L non poteva sottovalutarlo. Non stavolta. Non aveva rinforzi, era impossibile che quel tizio non sapesse di Aiber e Wedy...spalancò gli occhi. Sterzò per evitare un pedone e quasi bruciò un segnale di stop. Sapeva cosa doveva fare.

 

Light

 

"Sveglia, sveglia!"
Light venne accecato da una luce improvvisa quando le finestre della prigione furono scoperte bruscamente. Strinse gli occhi alla feroce luca nel tentativo di cogliere i dettagli della stanza in cui si trovava. Light inspirò velocemente, riconoscendo le belle pareti verdi, e la lavagna disordinata dell'aula scolastica. La classe di Ohba. Sembrava la stessa di sempre, a parte per la mancanza di mobili, e l'aggiunta di uno strano e meccanico...aggeggio a circa sei metri di fronte a sé. Pur non avendo esperienza, Light sapeva riconoscere una bomba quando la vedeva. Voleva dire di essere sorpreso, ma in realtà Light si era aspettato una cosa del genere. La bomba era di una tipologia altamente tecnologica di cui non riusciva a ricordare il nome. Aveva alcuni cavi che scorrevano ai lati e luci intermittenti a coprirne la superficie. A giudicare dalla mancanza di timer, la detonazione sarebbe stata istantanea, e probabilmente attivata da distanza. 
Light strattonò inutilmente le corde che lo legavano al suo fato, pregando che Ryuzaki lo salvasse ma anche che stesse alla larga dalla bomba.
"Sembra che il nostro piccolo detective sia in arrivo...cosa pensi al riguardo, Light-kun?" disse la voce artificiale attraverso un piccolo microfono posato sul pavimento accanto alla bomba. "Sollevato? Felice? In colpa perché, a causa tua, condivide il tuo stesso destino?"
"Taci" ringhiò Light, cercando di risultare il più minaccioso possibile pur rimanendo impotente e legato a una sedia.
La voce ridacchiò. "Non credo tu sia nella posizione per dirmi cosa fare, Light-kun"
"Lascia stare Ryuzaki!" gridò disperatamente, "Non ha niente a che vedere con tutto questo. Sono io che ho bruciato il magazzino. Sono io che ho inviato i dati della telecamera alla polizia. Sono stati io a convincerlo di aiutare nelle indagini! Ryuzaki non merita nulla di tuto questo"
Per la prima volta, la voce dall'altro lato non sembrò divertita, "Non ha niente a che fare? Non se lo MERITA?! Cosa ne sai di quello che ha fatto! Come sai che non è venuto qui per la specifica ragione di risolvere il caso! Come sai per certo di cosa è capace, quando non conosci nemmeno il suo vero nome?!"
"Il suo...nome?" chiese Light perplesso, una sensazione nauseante alla bocca dello stomaco.
"Quanto conosci realmente del suo passato, rispetto al ruolo che ha nella tua vita?"
Il sangue di Light ghiacciò e tutti gli incessanti e opprimenti sospetti che aveva su Ryuzaki esplosero, fastidiosi, nella sua mente. Ogni più piccolo dubbio che Light aveva covato fin dal momento in cui era entrato nella sua vita, improvvisamente inondò la sua mente. 
Perché era giunto lì...perché era arrivato a tre mesi dalla fine dell'anno scolastico...come faceva a sapere già tutto quello che veniva insegnato senza dare segno di dedicare tempo allo studio...perché non usava mai il cognome...perché Watari sembrava più un maggiordomo che un genitore...perché era convinto di voler diventare uno scrittore quando non dimostrava entusiasmo per le lezioni di inglese...perché era presente a tutte le lezioni di Light...perché sapeva così tanto su quel caso dopo essersi appena trasferito...
Quella era solo una parte delle domande che vorticavano nei pensieri di Light come un uragano pronto a distruggere la sua fiducia in Ryuzaki. Per quanto Light si rifiutasse di ammetterlo, il suo rapitore aveva ragione. Non sapeva quasi nulla del passato di Ryuzaki, mentre Ryuzaki sapeva tutto del suo. Non sapeva cosa pensare.

 

L

 

Gli ci vollero circa dieci secondi per sterzare pericolosamente nel parcheggio della scuola, saltare giù dal posto di guida, volare verso la porta, recuperare la chiave, aprire la porta e inoltrarsi nel familiare corridoio. L sapeva in quale classe avrebbe trovato Light. Cercando l'aula numero 221, L notò la luce che si spargeva da sotto la porta. Con la sensazione del cuore che provava a fuoriuscire dalla cassa toracica, spalancò la porta e corse verso Light, non notando la bomba. Riusciva solo a vedere Light, legato a una sedia e fisso verso il pavimento, apparendo completamente sperduto.
"Light!" esclamò Ryuzaki, correndo da lui e mettendosi al lavoro sui nodi che gli tenevano ferme le braccia.
"Ryuzaki-" iniziò a dire il suo nome, ma L lo zittì, volendo slegarlo prima di qualsiasi altra cosa, "Ryuzaki!" gridò, con le braccia finalmente libere, e spinse L mentre questi stava per occuparsi delle gambe.
L indietreggiò, vicino al perdere l'equilibrio. "Light?"
Le sue braccia, libere, si strinsero intorno al proprio stomaco, come se stesse per vomitare, "Chi sei tu?" lo sussurrò così piano che L quasi non lo sentì. Il suo cuore crollò. "Chi sei tu?" ripeté a voce più alta, ancora evitando gli occhi di L. Gli ci volle tutta la sua volontà per non crollare sulle ginocchia. Light strinse i denti, l'incertezza e il senso di tradimento sul volto.
"Io..." farfugliò L, insicuro su cosa dirgli, "Posso spiegare-"
Clap! Clap! Clap! L sentì Ohba entrare nell'aula, applaudendo lentamente come se quello fosse un intrigante dramma preparato apposta per il suo divertimento.
"Sai..." iniziò parlando lentamente e con tono arrogante, "mentre pianificavo e aspettavo e progettavo...non ho mai immaginato che le cose sarebbero andate così bene"
"D'accorod, Ohba, sono qui, da solo, ora cosa vuoi?" chiese L con rabbia.
"È stato così coraggioso, così sconsiderato da parte tua correre qui per Light...e se ti avessi sparato a vista?" disse, eludendo la domanda.
L sospirò, "Sapevo che non l'avresti fatto. Se il tuo obiettivo fosse stato semplicemente uccidermi, l'avresti già fatto, prima che sapessi che c'eri tu dietro a tutto"
L'altro ghignò, e L fu sorpreso di vedere che gli mancavano dei denti. "Allora, hai capito? O ti sei dimenticato di quello che mi hai fatto?"
"Oh, quindi si tratta di vendetta, giusto?" chiese, fingendo disinvoltura, "Hai fatto tutto questo...per vendetta?"
Ohba scoppiò in un insano fragore di risate, "Non sai niente di cosa ho passato per assicurarmi di vincere su di te. Chi pensi abbia scelto la scuola della figlia del tuo sottoposto? Chi pensi abbia deciso dove, quando e come istruire Obata su chi uccidere? Su come farla franca? Chi pensi abbia mandato via la Ackerman quando aveva quasi scoperto il segreto di Obata? Chi pensi abbia consentito a Juuzo un lavoro di insegnante, nelle sue condizioni? Chi pensi abbia mandato Obata nella classe di Juuzo durante la riunione? Chi pensi che abbia mandato Juuzo in classe?. Io. HO FATTO TUTTO IO!"
Rivelò tutto con un folle ghigno in volto, gli occhi che brillavano maliziosamente, "È stata una fortunata coincidenza che Light sia entrato in quella scuola qualche anno prima di far partire il mio piano. Ne ho approfittato, aggiungendo la possibilità alla mia equazione. Mi sono assicurato che fossi presente in tutte le sue lezioni. Ho fatto in modo che ti facesse da guida il primo giorno" ridacchiò, ricordando, "Non ho mai pensato neanche una volta che il mio piccolo piano potesse funzionare così bene...ho risistemato i miei piani per includere Light, e guarda dove siamo arrivati...le cose non sarebbero potute andare a meglio nemmeno se avessi avuto il Fato nascosto nelle tasche!"
L fece un passo indietro, "Tu...tutto questo..." indicò la stanza, se stesso e Light, "Hai fatto tutto tu?"
Di nuovo, l'altro mosse le labbra a imitare impeccabilmente lo Stregatto. "Sì, tutto quanto...ho fatto tutto io"
"No" esalò L, tentando di comprendere tutto quello che era appena stato rivelato, "Light ed io...a causa tua..." L avvertì la schiacciante necessità di raggomitolarsi e di non svegliarsi mai più. Non riusciva a guardare Light. Non poteva credere alla propria stupidità.
"Chi sei?" chiese infine, guardandolo negli occhi, scrupolosamente privo di emozioni.
"Non ricordi?" sussurrò, "Sono il figlio di qualcuno che hai sconfitto anni fa. Qualcuno che hai distrutto come un insetto sotto le scarpe...tutto perché ti ha sfidato in un gioco"
Qualcosa scattò nel cervello di L. L'FBI...il vecchio...tre detective che competevano per essere il numero uno...
"Deneuve" sussurrò L, "Sei stato tu a far partire quelle bombe durante la Guerra dei Detective..."
Il ghigno aumentò, "Finalmente! Ci sei arrivato...sono qui per vendicare mio padre, che è stato ingiustamente sconfitto da te"
"D'accordo, Inigo Montoya, ma se tuo padre non è riuscito a battermi, cosa ti fa pensare di farcela ora?" lo sfidò L, sentendo un po' di arroganza fare ritorno.
"Grazie a lui" Ohba – o meglio, Deneuve – indicò Light. "È la tua unica debolezza. Ho trascorso gli ultimi tre anni a scoprire tutto quello che potevo su di te...non è stato facile, te lo devo, ma finalmente ho smascherato due dei tuoi più fidati sottoposti; Wedy e Aiber. È stato semplice fare un piano...minacciare la figlia di Aiber, attirare te, annunciare la mia presenza, e mettere fine alla tua miserabile esistenza. Non avrei mai pensato che tu saresti venuto a scuola di persona...né che ti saresti davvero innamorato di uno dei miei studenti! È stato quasi troppo facile!"
"Quindi?" L interruppe il suo folle sproloquio, "Ora che siamo qui, cosa farai?"
In risposta, l'altro cercò nella tasca, tirando fuori un piccolo interruttore portatile e agitandoglielo davanti, "Ora ti ucciderò, e libererò il mondo dal tuo sudiciume"
L spalancò gli occhi, "Ma rimarrai ucciso anche tu"
"Pensi che non lo sappia?" ridacchiò, inspiegabilmente calmo, "È il mio intento. Andarmene con il botto, per così dire, portando con me il mio più grande nemico e il suo più grande amore. Cos'altro potrei chiedere?"
"Dovresti sapere" fece L disperato, guardando il pollice sospeso sull'interruttore, "che tuo padre ha fatto tutto quanto in suo potere per uccidere sia me che Eraldo Coil. Quello che ho fatto è stato per autodifesa"
L'uomo fulminò L senza pietà, "Non m'interessa. Addio-" 
"Aspetta!" il grido di Light fermò il suo dito a centimetri dall'interruttore, "Ryuzaki forse è riservato e arrogante e del tutto insopportabile a volte"
L sbuffò indignato. "Ma io lo conosco. Il vero Ryuzaki. Non m'importa se conosco o meno il suo nome, conosco lui. Non avrebbe mai ucciso tuo padre se non per autodifesa o i nome della giustizia. Chiunque sia questo Deneuve, non ho dubbi che abbia meritato ciò che ha ottenuto" finalmente, i suoi occhi incontrarono quelli di L. "Ti amo" disse silenziosamente, e L capì. Light lo amava nonostante tutto. Non gli importavano i suoi segreti se esistevano per ragioni rispettabili. Quando giungeva il momento di farlo, Light sceglieva sempre di stare al suo fianco. Non pensava ci fosse un singolo momento in cui L si era sentito più felice prima di quel preciso istante, a scuola, vicino a una bomba, prima delle loro imminenti morti, e alla mercé del Fato stesso.
"BASTA!" giunse il grido indignato di Deneuve, abbastanza forte da infrangere il loro momento e i loro timpani. "NO! Tu dovresti odiarlo!" gridò a Light. La sua faccia si schiarì, un'espressione assente e allarmante, "Non importa, vi rivedrò comunque all'Inferno. Addio, L"
Il suo dito separò la distanza che lo allontanava dall'interruttore. In quell'istante accaddero diverse cose; la finestra a destra di Deneuve si frantumò verso l'interno, Light sbandò in avanti, le mani si posero sulle corde intorno alle caviglie, L sospirò profondamente, aveva sperato invano di non dover arrivare fino a quel punto, e Deneuve crollò a terra, l'interruttore cadde dalle sue molli dita.
Poi, il silenzio.
"R-Ryuzaki..." Light fissò senza capire la sagoma estesa di Deneuve. Cadde di schiena, le braccia e le gambe divaricate, e gli occhi spalancati per il terrore, mentre una simile espressione deturpava i lineamenti di Light. I fori sbavanti sui lati della testa di Deneuve testimoniavano il passaggio dei proiettili.
"È finita..." mormorò piano L, spostandosi verso Light per slegargli rapidamente le gambe, risollevandosi per ingolfarlo in uno stretto abbraccio, "È del tutto finita"
Light lo avvolse con titubanza, "P-pensavo che fossi arrabbiato con me quest'ultima settimana. Che mi avessi incolpato. Non volevo chiamarti, per paura che mi respingessi..." Light strofinò il capo contro quello di L, "Mi dispiace. Mi dispiace tanto..."
L lo strinse più forte, "Non hai nulla di cui scusarti. Ho fatto la stessa cosa, mi sono crogiolato nell'autocommiserazione finché non ce la facevo più...senza parlare del fatto che ti ho mentito sul tuo passato..."
Light si scostò leggermente per guardarlo in faccia, "Sai che anche se ti ho perdonato, hai comunque un sacco da spiegarmi"
L lanciò un'occhiata alla figura lasca di Deneuve Junior. "Sì...più tardi..."

  
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