Un paio di spiegazioni veloci prima di procedere con il capitolo: le parti in verde sono le strofe della canzone (niente di rilevante, solamente una sorta di accompagnamento al testo); quelle in rosso delle citazioni che secondo me esprimoro ogni parte citata e i suoi protagonisti e per finire quelle in blu che sono un flashback della lunga notte appena trascorsa; ogni parte infatti comprenderà il risveglio il giorno dopo e i ricordi di ognuno della notte passata.
Buona lettura ci rivediamo a fine capitolo!
Chiedo scusa per quanto sia venuto lungo il capitolo ma volevo davvero inserire tutti i protagonisti di questa lunga notte e qualche risveglio...spero che sia di vostro gradimento.
<<
Ormai è tardi Dorian, hanno già bevuto la pozione
>> Ian guardò gli occhi
blu di suo padre per poi voltarsi verso quelli poco più
chiari del
figlio:<< Philip, vai in camera tua, parleremo dopo della
tua punizione
>> il giovane non fiatò uscendo dalla stanza
mentre padre e figlio
restavano a guardarsi in un agghiacciante silenzio.
Studio di
Dorian Atelier, dopo cena
<<
Ragazzi >> e Dorian guardò Serge e Fabian
immobili davanti a lui con un leggero sorriso:<< Quanto
durerà? >>
domandò allora Fab, non si pentiva di
quello che aveva fatto, ma in quel momento aveva una
gran voglia di andare a cercare Eve per…per fare cosa? Dio
non lo sapeva
nemmeno lui, sapeva solo che doveva vederla!
<< La vostra punizione partirà da domani
mattina Fabian,
per i prossimi quattro giorni tu e il signor Asimov sarete agli ordini
di Clau
>> sentenziò Dorian calmo:<<
Come? >> e Fabian sbiancò,
quell’elfo
era un piccolo dittatore, stare
ai suoi ordini voleva dire passare un inferno, era
la punizione peggiore che poteva capitargli, quasi quasi si pentiva di
averle date
a Damien…quasi…
<<
Potete andare ragazzi, ci rivediamo domani mattina,
Clau vi aspetta nelle cucine
prima di colazione >> i due ragazzi uscirono
dallo studio lasciando soli Dorian e François.
<< Domani mattina? Da quando ti sei ammorbidito Ian?
>> il maggiore guardò il
fratello:<< Da quando le volpi hanno
cominciato a giocare >> Frankie lo guardò
perplesso ma Ian non aveva
intenzione di dargli spiegazioni in
quel momento:<< È tardi e sarà
meglio andare a
dormire, augura buonanotte a Leila da parte mia >>
aggiunse poi
avvicinandosi alla porta e, lui lo sapeva bene, quella sarebbe stata
per molti
di loro una buona, anzi splendida, notte…
Il
bronzo è lo specchio del volto,
il
vino quello della mente.
Eschilo
Maybe
it’s
intuition
Felice…girandosi
nel letto e sentendo un corpo accanto a sé, ancora con gli
occhi chiusi Elpis
Medea sorrise, sì felice era il termine giusto, era proprio
come si sentiva
quella mattina svegliandosi accanto a Jack Jonathan Black.
lei rise quando Jack fece di nuovo per baciarla:<< Vuoi ottenere qualcosa con questi gesti romantici Jack? >> lui allungò un braccio circondandole la vita:<< Magari quello che non ho ottenuto stanotte? >> di nuovo Elis scoppiò a ridere:<< Te l’ho già detto: devi conquistartelo, non ho intenzione di cedere così facilmente >> Jack la guardò fingendosi oltraggiato e si portò una mano sulla fronte con fare melodrammatico:<< Donna malvagia >> risero entrambi poi Jack tornò a guardare il soffitto e si lasciò andare ai ricordi della notte precedente…
Dopo aver rivelato la verità ad Elis quel pomeriggio si era sentito strano per tutta la cena, più che strano si sentiva sulle spine, continuava a guardare le bende sul suo braccio come se il marchio sotto di esse gli stesse bruciando la carne e avesse il potere di comparire davanti a tutti; Elpis era riuscita ad accettarlo e a fingere che quell’orrore sul suo braccio non fosse nulla di importante, ma tutto il resto di loro lo avrebbe fatto? Tutto il resto del mondo? Lo stesso Asimov che aveva impiegato così tanto impegno per averlo a lavorare con lui a Parigi l’avrebbe voluto ancora se avesse saputo la verità che giaceva sotto quelle bende nere?
Si era girato alla sua sinistra quando aveva sentito una mano poggiarsi sul suo braccio; si era girato e aveva incrociato lo sguardo caldo e rassicurante di Elpis che gli sorrideva come se loro due fossero stati le uniche due persone nella sala, le uniche due sulla faccia della terra.
Sentendo incredibilmente freddo nonostante il suo stesso sangue avesse appena preso fuoco Elis gettò le braccia al collo di Jack lasciandosi andare ad un piccolo sospiro in cui lui si tuffò lasciando che la lingua di Elis trovasse la sua approfondendo il loro contatto:<< Jack… >> lui interruppe il bacio per un attimo guardandola come un cacciatore con la sua preda:<< In camera…adesso… >> una piccola parte di lei avrebbe voluto dirgli di no, che era troppo presto e che non lo conosceva così bene da andare subito a letto con lui, ma lei la mise a tacere annuendo e stringendosi a lui mentre Jack si smaterializzava per poi riapparire nella camera che condivideva con Adrienne sperando che la ragazza non fosse arrivata sul più bello.
Like in
your eyes, I see my future in an instant
And there
it goes, I think I’ve found my best friend
Il
vino prepara i cuori
e
li rende più pronti
alla
passione.
Ovidio
<<
Dillo di nuovo >> Tyler alzò gli occhi al
cielo
ma poi scoppiando in una genuina risata tornò a guardare
Reyna dritto negli
occhi ripetendole piano:<<
Ti amo Reyna Black >> la ragazza sorrise di
nuovo:<< Ce ne hai messo di tempo per dirmelo
>> scuotendo la testa
Ty la guardò dritto negli occhi:<< Io?
>> poi sbuffando
aggiunse:<< Non mi sembra di aver mai sentito
quelle due paroline uscire dalla tua bocca Black >> la
ragazza sorrise
raccogliendo la sfida:<< E non le sentirai ancora per un
po’ TylerPan, me
ne hai fatte passare troppe per averla vinta così facilmente
>> di nuovo
Ty sbuffò:<< Sei ingiusta >> si
lamentò poi come un bambino e,
ovviamente, Rey gli scoppiò a ridere in faccia rovinando
l’atmosfera
romantico-passionale di quel momento.
lui annuì tirandola un po’ più vicino a sé:<< Ma sono il tuo idiota >> << Non era un complimento >> << Davvero? >> poi alzando una mano per accarezzarle una guancia e scostarle una ciocca dal viso aggiunse:<< Perché a me sembrava proprio così >> << Solo tu puoi prendere idiota come un complimento >> << Mi stai forse offendendo miss Black? Perché se è così dovrei… >> e non finendo la frase cominciò a scendere con le mani sui fianchi di Rey facendole il solletico, ormai conosceva ogni punto sensibile di quella ragazza è poteva usarlo a suo vantaggio:<< Tyler! Tyler ti prego >> e cercò di dire qualcosa mentre si autoimponeva di non scoppiare a ridere come una pazza:<< Mi stai già pregando...se sapevo che bastava così poco... >> ma mentre parlava Ty allentò un po’ la presa dando modo a lei di divincolarsi:<< Dicevi TylerPan? >> e improvvisando una specie di balletto della vittoria Reyna sorrise divertita; tuttavia la sua esultanza durò poco perché Ty allungò una mano afferrandole un fianco:<< Dove pensi di andare? Non abbiamo ancora finito signorina >> Rey provò di nuovo a divincolarsi ma ciò servì solo ad agevolare Tyler che, sollevandola da terra, l’appoggiò sulla prima superficie libera riprendendo a baciarla mentre con le mani si insinuava sotto al maglione di Rey.
<<
Mi sei mancata >> sussurrò poi mentre
interrompeva il bacio per sfilarle l’indumento dalla
testa:<< Delwin non
ti ha fatto passare la voglia di starmi dietro? >>
entrambi sorrisero
ripensando a quanto la signorina Lohan avesse fatto per
“vendicare” la sua
amica rendendo spesso la vita di Tyler un inferno:<<
Credo che Aric la
stia tenendo occupata per ora >> poi sfidando il collo di
Rey con le
labbra aggiunse avvicinandosi al suo orecchio:<< Ma
comunque ci vorrebbe
un esercito per tenermi lontano da te Black >>
<< Ruffiano >>
gli ricordò Reyna ma quando Ty cominciò ad
abbassarsi la zip della felpa la sua
bocca divenne secca.
Non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura ma Tyler Gail
e
il suo corpo, il suo fantastico, tonico, scolpito corpo, erano qualcosa
che le
era mancato terribilmente in quei giorni in cui non gli aveva parlato.
<<
Vacci piano tigre, ci tengo a questa maglietta >>
la prese in giro lanciando
un’occhiata alla maglietta con il logo dei Wigtown
Wanderers:<< I macellai? Sul serio TylerPan?
>> Ty fece spallucce
ricordando le sciarpe che aveva visto al collo di Reyna e di suo
fratello ai tempi
della scuola:<< Non tutti sono dei tifosi del Puddlemere
come lei
signorina Black >> poi infilando le mani sotto la
maglietta intima che
lei aveva addosso tornò a baciarla:<< Ma
adesso basta parlare, stiamo
perdendo troppo tempo >> Rey scosse il capo e si
lasciò baciare,
dimenticando tutto il resto…
La
luce del sole svegliò Tyler prima ancora che lo facesse il
corpo della ragazza
sdraiata sul pavimento accanto al caminetto accanto a lui e coperta
solo da
quella specie di coperta di lana e finta pelliccia che avevano
recuperato durante
la notte.
Sorridendo
allungò una mano per spostare i capelli di Rey che le
coprivano il viso
guardando la sua espressione estasiata…quante volte aveva
sognato di svegliarla
con un bacio? Quante volte si era sentito misero per il fatto che
spariva alla
chetichella prima che lei aprisse gli occhi? Certo le lasciava sempre
un fiore
o un pensiero per farle capire che ci teneva e che quegli incontri
erano
importanti anche per lui, ma da quando aveva capito, in quegli ultimi
giorni,
di essere innamorato di lei, lasciarla gli sembrava il gesto
più meschino ed
orribile del mondo.
<<
Buongiorno raggio di sole >> sentendo quella voce calda
Reyna sorrise stiracchiandosi
le braccia sopra la testa:<< Sei ancora qui
>> Ty annuì chinandosi
per baciare il tatuaggio che lei aveva sulla spalla:<< Te
l’ho detto
Black, non vado da nessuna parte >> Reyna fece per
girarsi e mettere le
braccia attorno al collo di Tyler quando, abbassando la testa sul
proprio corpo
si accorse di quello che aveva dimenticato di fare la sera prima e i
suoi occhi
si sbarrarono.
<<
Black…Reyna…Rey… >> la
voce di Tyler le arrivò ovattata quasi come se lui
si stesse allontanando e nonostante le mani che stavano scorrendo sulle
sue
braccia per lei era come se si trovasse dall’altro lato del
mondo.
<<
Reyna… >> istintivamente la ragazza si
girò di scatto avvolgendosi nella
coperta come un bruco nella crisalide lasciando Tyler scoperto e nudo.
<<
Si può sapere che ti prende? >> le
domandò lui avvicinandosi e cercando
di infilarsi sotto quell’involucro che le stava facendo da
scudo:<< La
mia maglietta…dov’è la mia maglietta?
>> Ty rimase immobile per qualche
secondo poi allungando una mano dietro di sé
afferrò il primo indumento che gli
capitò a tiro, la propria maglia, porgendola a
Reyna:<< Tieni >>
poi mettendosi seduto e cercando i propri boxer
aggiunse:<< Ti starà
larga ma così ti coprirai meglio >>
c’era acidità nella sua voce o lei se
l’era solo immaginata?
<<
Tyler…tutto bene? >> il ragazzo
evitò di guardarla:<< Sai credevo
che ti fidassi di me, ne abbiamo passate talmente tante che ormai
pensavo
fossimo oltre a queste cose >> << Che stai
dicendo? >> gli
domandò cercando di capire che cosa stava
succedendo:<< Quando siamo
andati a letto insieme la prima volta sono rimasto un po’
sorpreso >> lei
lo guardò invitandolo silenziosamente a continuare e Ty fece
una mezza smorfia
andando avanti:<< Voglio dire, la notizia
dell’incendio che ha coinvolto
te e tua madre non ha fatto il giro del mondo ma papà mi ha
detto qualcosa
quando siete state ricoverate al San Mungo, mi sono sorpreso quando ho
visto
che il tuo corpo non aveva nemmeno un segno o un graffio di quella
notte
>> << Tyler io… >>
cercò di mormorare lei inaspettatamente
senza parole e con un groppo che le serrava la gola:<<
Fammi finire
>> le ordinò piano poi continuando a fissare
il muro davanti a sé continuò:<<
Mi sono sempre detto che era una fortuna che non ti fosse successo
niente di
così irreparabile, che non ci fosse niente a ricordarti quei
momenti terribili,
invece ieri notte ho visto la verità >> poi
girandosi a guardare lei per
la prima volta da quando aveva iniziato a parlare
aggiunse:<< Usavi un
incantesimo illusorio o roba simile vero? >> la ragazza
annuì in silenzio
per poi fissarlo con gli occhi bassi:<< Non sono mai
riuscita a vedermi
con queste addosso, mi sento un mostro, sono un mostro >>
precisò poi debolmente
ma prima che potesse fermarlo Tyler le tolse la coperta di dosso
sollevandole
la maglia in modo da poterla guardare:<< Un mostro?
>> si chinò a
baciarle la pancia mentre le poneva quella domanda:<< Io
non vedo nessun
mostro >> e mentre continuava a parlare salì
con le labbra verso il seno
di lei:<< Le cicatrici sono ciò che ci rendono
quello che siamo, che ci
ricordano cosa abbiamo vissuto >> poi sfilandole di nuovo
la maglia e
stendendosi sopra di lei aggiunse guardandola come se stesse guardando
il
sole:<< Hai affrontato l’inferno Reyna,
letteralmente – i suoi occhi innamorati
erano l’espressione di ciò che lui provava
– ma hai vinto tu, queste cicatrici
sono la prova che ce l’hai fatta, che sei una sopravvissuta e
che sei più forte
di quanto pensassi >> poi baciando la più
grande di quelle che lei aveva
sempre considerato le sue “vergogne più
grandi” mormorò:<< Sei la mia
ragazza Black, la mia bellissima, meravigliosa ragazza che non
dovrà mai più
credere di essere un mostro >> poi strizzandole
l’occhio concluse con il
preciso intento di farla ridere:<< Al massimo sarai il
mio mostro
>> incapace di trattenersi ancora Reyna
scoppiò a ridere gettandosi
addosso a Tyler invertendo le loro posizioni e cominciando a riempire
il suo
viso di piccoli baci:<< Sei un idiota Gail!
>> poi ridendo
ancora:<< Ma sei il mio idiota e ti amo da morire
>> accorgendosi
solo poi di quello che aveva detto Reyna si bloccò fissando
Ty che sorrideva
soddisfatto:<< Sapevo che dovevo solo aspettare
>>
I know
that it might sound more than a little
Crazy, but
I believe
Com’è
vero che nel vino c’è la
verità
ti dirò tutto,
senza segreti.
William
Shakespeare
Sbattendo
le palpebre per abituarsi alla luce Serge cominciò a mettere
a fuoco la stanza
attorno a lui: era una stanza dal tipico stile orientale, non ricordava
di
averla mai visitata prima ed era stato in quasi tutte le stanza
dell’hotel
quindi…
Ad un tratto un movimento accanto a lui catturò la sua attenzione, abbassò lo sguardo e vide la ragazza sdraiata sul pavimento accanto a lui che si stava svegliando:<< Uhm…che ore sono? >>
Serge
le sorrise baciandole una tempia:<< Credo sia mattina,
non ho idea di che
ora precisamente >> poi ricordandosi della punizione che
Dorian gli aveva
assegnato si alzò di scatto:<< Devo andare,
non voglio arrivare tardi o
Clau si vendicherà su di me e lo riferirà a tuo
padre >> poi baciandole
dolcemente le labbra mentre si alzava le sorrise avvicinandosi alla
porta:<< Ci vediamo a colazione, ti amo >>
<<
Sta per caso ridendo di me mademoiselle Atelier?
>> le chiese lui cercando di non
ridere a sua volta per quello che lo aspettava
l’indomani:<< Io? Di voi monsieur Asimov? Non
mi permetterei mai >>
gli ricordò lei ma poi incapace di
fingere oltre scoppiò a ridere stringendosi al petto
di Serge per cercare di smettere:<< Che fidanzata ingrata
che ho!
>> scherzò lui sollevandole il
viso e guardandola con amore, Dede ricambiò lo
sguardo:<< So che l’hai fatto per colpa mia, so
che… >> ma Serge le
mise un dito sulle labbra fermando le sue parole:<<
Volevo picchiare
quell’idiota dalla prima volta in cui ha messo gli occhi su
di te e lo rifarei
ancora, Clau è un piccolo prezzo da pagare >>
lei annuì mettendogli le
mani al collo e guardandolo radiosa:<< Dobbiamo goderci
questa serata
allora prima che cominci la tua prigione >> con un
incantesimo non
verbale Serge fece partire il vecchio giradischi nell’angolo
sotto la finestra
e le dolci noti di una vecchia canzone d’amore riempirono
l’aria; guardando la
sua fidanzata Serge fece un piccolo inchino tenendole la
mano:<< Mi
concede questo ballo mademoiselle? >> Dede non se lo fece
ripetere
annuendo e lasciandosi guidare da lui in quel piccolo valzer
improvvisato.
Mentre
scendeva le scale per raggiungere le cucine Serge ripensò a
quello che era
successo dopo il loro ballo in biblioteca, ancora non poteva credere
che Adele
si fidasse di lui fino a quel punto…insomma certo anche lui
la amava ma
contrariamente a lei era preda della paura…
<<
Serge… >> si girò a guardarla
mentre lei aveva
allungato una mano per stringerla a quella di lui:<<
Sì mon amour?
>> le guance di lei arrossirono a quel nomignolo, la
amava anche per
quella sua parte spontanea:<< C’è
una cosa che ti devo dire… >> poi
abbassando gli occhi sul proprio grembo aggiunse:<<
Cioè che voglio dirti…non so cosa ne penserai ma
sento che è giusto…devi
saperlo o potrei esplodere…insomma sono anni che…
>> preoccupato nel
vederla così seria le strinse entrambe le
mani:<<
Adele…Dede ma vie… >> le
baciò le mani guardandola innamorato:<<
Tesoro che cosa c’è? Cos’è
che ti preoccupa? >> lei alzò gli occhi
incrociando i suoi:<< Devi venire in un
posto con me, poi ti spiegherò tutto te lo prometto, ma
devi venire e non chiedermi niente >> Serge
annuì:<< Dovunque tu
voglia, se serve a farti stare
meglio >> un istante dopo Adele si alzò in
piedi
continuando a stringergli la
mano e uscendo dalla biblioteca lo condusse su per le
scale lungo un corridoio dove non era mai stato prima.
<<
Dove siamo? >> le domandò quando lei si
fermò
davanti ad una porta di legno nero che però sembrava non
avere né maniglie né
serrature:<< Tienimi la
mano, vieni >> e con un sorriso Adele si
avvicinò
alla porta attraversandola
come se non ci fosse mai stata.
Una volta
dall’altra parte Serge si guardò intorno: alcune
rade
candele illuminavano
la stanza di un tenue arancio facendo brillare i
riverberi dorati sul pavimento di marmo, tutte le pareti erano di legno
in
stile orientale e al centro della sala c’era una grande vasca
nera interrata colma
d’acqua con alcuni petali di rosa che galleggiavano placidi
sulla superficie.
<<
Ma dove siamo? >> le domandò vedendo che lei
avanzava verso la vasca portandosi la bacchetta alla
tempia:<< Questo è
il pensatoio dell’Hotel des Fleurs, mio nonno l’ha
rimodernato dopo che ha
preso in mano la gestione dell’hotel e papà ha
deciso di usarlo anche nei Jeux
d’amour qualche anno fa >> collegando
ciò che aveva detto Dorian Atelier
i primi giorni dei giochi Serge guardò la
fidanzata:<< Perché mi hai
portato qui? >> lei si voltò a guardarlo con
un piccolo sorriso
triste:<< Perché voglio condividere un mio
ricordo con te >> poi
spostando la bacchetta e facendosi uscire dalla testa un sottile filo
d’argento
aggiunse facendolo cadere nell’acqua della
vasca:<< È qualcosa che non ho
mai detto a nessuno, nemmeno a mio padre >> sapendo bene
quale legame
c’era tra Adele e suo padre, Serge si sentì
onorato di essere
l’unico
con cui lei voleva condividere quel ricordo anche se ne sembrava
terrorizzata.
Stupida!
Stupida! Stupida!
Maledicendosi
mentre tornava in camera Dede ripercorse tutto ciò che era
successo da quando
lei e Serge erano entrati nel suo ricordo.
Aveva
stretto istintivamente la mano di lui quando la lei
tredicenne era apparsa
davanti a loro.
La divisa
azzurra e grigia della squadra di Quidditch che allora
le stava ancora un
po’ larga, i lunghi capelli neri stretti in una treccia.
Si girò a guardare Serge ma gli occhi di lui erano tutti per
la
ragazzina seduta sulla
panchina che tremava come una foglia:<< Ansia
da pre-partita? >> le domandò non distogliendo
lo sguardo:<< No, è
il giorno delle selezioni della squadra >> gli
spiegò poi abbassando gli
occhi visto che non riusciva a guardarlo aggiunse:<< Il
giorno peggiore
della mia vita, mi vergogno così tanto >>
Serge si voltò verso di
lei:<< Perché? Sei entrata in squadra con una
prova spettacolare, sei
stata grande e… >> << Guarda
>> gli ricordò mesta e Serge si
girò a guardare la Adele ragazzina che tirava fuori qualcosa dalla
cartella accanto a lei:<< Che cos’è?
>> le domandò poi vedendo la
piccola fiala e la ragazzina che la beveva:<< Fortuna
liquida >>
mormorò Dede quasi alle lacrime:<< Avevo
talmente paura di non entrare in
squadra insieme a Mat e Fab, di deludere mio padre, zio Pierre, di
deludere
tutti che… >> un singhiozzo le
mozzò per un attimo la voce:<< Avevo
così paura di sbagliare che l’ho usata per vincere
le selezioni >> poi
mentre la lei tredicenne beveva la
pozione il ricordò cominciò a svanire riportando
loro alla realtà…
<<
Adele >> non si voltò a guardarlo cercando di
fermare le lacrime:<< Adele >> la
chiamò di nuovo ma dovette
metterle le mani sulle spalle per farla voltare verso di
lui:<< Adele
guardami >> quando aveva alzato gli occhi blu su
di lui gli si era stretto il cuore: erano così grandi,
tristi e pieni di
lacrime:<< Sei libero di andartene, ti capirò
se… >> cercò di
mormorare lei ma scuotendo la testa lui si chinò per
baciarle le
labbra:<< Non vado da nessuna parte >> gli
occhi di lei gli
dicevano che ancora non gli credeva:<< Cosa?
Ma…dopo quello che hai
visto… >> lui sorrise facendole segno di sedersi in
un angolo dove erano stati messi alcuni cuscini; quando furono seduti le
poggiò le mani sulle spalle guardandola con
dolcezza:<< Non vado da
nessuna parte sono stato chiaro? >> poi sorridendole e
stringendole le
mani aggiunse:<< Avevi tredici anni Dede, tutti fanno
degli sbagli a
quell’età >> poi cercando di restare
serio nonostante morisse dalla
voglia di baciarla aggiunse:<< Hai mai usato la felix
dopo? Durante le
partite intendo
>> lei scosse vigorosamente il capo:<<
Volevo
dimostrare che non era solo grazie a
quella pozione che ero in squadra, volevo farcela
con le mie forze >> << Allora non hai
niente di cui vergognarti
>> << Ho imbrogliato >> replicò
lei
ancora delusa da sé stessa e lui capì che ci
sarebbe voluto un po’ perché lo
accettasse, si era tenuta dentro quel segreto per quasi dieci anni:<<
In una selezione, hai avuto quattro anni di partite per dimostrare
quanto vali
veramente e senza aiuti >> lì per
lì lei non rispose, si limitò a
stringersi nell’abbraccio di Serge piangendo tutte le lacrime
che si era tenuta
dentro per tutti quegli anni.
<<
Tostati signor Asimov, tostati non bruciati! >> e la voce
squillante di
Clau e pochi centimetri dal suo orecchio lo fece tornare alla
realtà mentre
Fabian accanto a lui era concentrato a tagliare a fettine
un’intera cassetta di
mele, probabilmente per i fagottini di sfoglia che Clau serviva ogni
mattina.
<<
Signorino Fabian! >> di nuovo la voce dell’elfo
li richiamò all’ordine ma
Serge giurò di vedere un sorrisetto spuntare sulle labbra di
Fabian mentre
questi continuava a tagliare le mele.
<<
Vestirci? Uscire? Ma stiamo così bene qui >> e
ridendo Jack guardò la
rossa seduta al tavolino da caffè che indossava una delle
sue camice come vestaglia
del pigiama e lo guardava con rimprovero:<< Dobbiamo
scendere per
colazione Jack >> lui la guardò
sorridendo:<< Possiamo chiedere ad
uno degli elfi di portarcela qui e restare a letto per tutto il giorno
>>
di nuovo Elis scosse il capo alzandosi per poi avvicinarsi alla
porta:<<
Vado a cambiarmi Black, ci vediamo giù per colazione
>>
Londra,
dintorni di Kensington, il giorno prima
<< È mia sorella, tu non avevi il diritto di aiutarla >> Julie alzò gli occhi al cielo:<< Aidan, Elpis è adulta, può fare quello che vuole e poi vostro cugino è… >> << Serge è troppo affezionato a lei per dirle di no e Eli sarà anche adulta ma lì dentro…lì… >> al giovane Medea mancavano perfino le parole:<< Stai esagerando >> replicò la bionda seduta nel piccolo locale davanti a lui:<< Tu non sai cosa può succederle >> << È in un lussuoso hotel a Parigi attorniata da probabili spasimanti, sai che rischi può correre >>
di nuovo il ragazzo strinse i pugni e cercò di concentrare la sua attenzione sulla tazza di caffè che aveva davanti per evitare di far esplodere qualcosa in un eccesso di magia involontaria in un bar babbano pieno di gente:<< So che sei sua amica Julie e… >> lei lo guardò come a volerlo fulminare:<< Sono sua amica? Sono la sua migliore amica razza di… >> poi sbuffando nervosa aggiunse:<< Tu non sai come stava Elpis prima di partire, non sai niente di lei da quando si è diplomata, quando è stata l’ultima volta che l’hai vista o che qualcuno della vostra illuminata ed altolocata famiglia è venuto a trovarla? >> Aidan incassò il colpo in silenzio, Julie Loker era sì la migliore amica di Elpis ma lui sapeva bene che c’erano cose, la loro delicata situazione familiare in primis, che sua sorella non aveva mai condiviso con nessuno.
<<
Non devo rendere conto a te dei miei rapporti con mia sorella
>> << Perché avete dei rapporti?
>> lo stuzzicò lei e per una
frazione di secondo lo spezzaincantesimi sorrise: Julie Loker sarebbe
stata una
splendida Serpeverde:<< Ultimamente non ci siamo visti
molto, ma ciò non
toglie che io e la mia famiglia le vogliamo bene, molto bene
>> <<
Se le vuoi davvero bene fidati, sta bene >> Aidan prese
fiato cercando di
mantenere il suo aplomb:<< Pensi di sapere cosa sia
meglio per lei vero?
Credi che sarà felice alla fine di tutta questa storia?
>> Julie annuì
convinta ma quando vide il sorrisetto compiaciuto di Aidan
capì di essere
caduta nel suo tranello e le parole del giovane poco dopo gliene
diedero la
conferma:<< Allora vediamo se hai ragione tu signorina
Loker >> poi
alzandosi in piedi aggiunse:<< Domani mattina andremo
a trovare Eli >>
<< Andremo? >> domandò lei
perplessa:<< Sì, io, James, Carter
e tu naturalmente >> poi senza darle il tempo di
rispondere Medea si alzò
lasciando qualche sterlina sul tavolo uscendo dal locale alla ricerca
di un
posto sicuro per smaterializzarsi, doveva parlare urgentemente con i
suoi fratelli
I knew I
loved you before I met you
I think I
dreamed you into life
I knew I
loved you before I met you
I have
been waiting all my life
Una
donna e un bicchiere di
vino soddisfano ogni bisogno,
chi non beve e non bacia
è peggio che morto.
Johann
Wolfgang von Goethe
<<
Oh dai Stacy vieni con me, solo per cinque minuti
>> e Nana con il suo sguardo angelico sorrise
all’amica che la guardava
come se fosse diventata un basilisco a due teste:<< Te lo
scordi tesoro!
Resto qui ancora per due giorni, non voglio ammalarmi perché
tu senti il
richiamo della neve >> poi squadrando l’amica
da capo a piedi
aggiunse:<< E non dovresti nemmeno t visto che non hai
nemmeno una giacca
>> Diana fece una smorfia:<< Non ho una
giacca perché tu mi hai
fatto vestire così >> poi avvicinandosi alla
porta finestra
aggiunse:<< Ma non mi ammalerò per cinque
minuti, ci vediamo in
camera >> poi lasciando sola l’amica si diresse
verso il porticato che
dava sul giardino innevato.
<<
Ti piace proprio la neve eh… >> lei si
girò di
scatto a quella voce trovando Tony che,
sorridente come poche altre volte lo aveva visto,
si avvicinava:<<
Ciao >> poi tornando a guardare i fiocchi che
cadevano aggiunse:<< Sì, la adoro
>> lui arrivò al suo fianco
fermando poi la sedia a rotelle e allungandole
una mano dove teneva un giaccone di pelle imbottito
di pelo:<< La tua amica aveva ragione prima, ti prenderai
un raffreddore
>> allungando una
mano per prendere la giacca Nana si accorse che
probabilmente era di Anthony visto che lui era in maniche di
camicia:<< E
tu? Non avrai freddo? >> lui fece
spallucce:<< Sono stato un Auror,
ci addestrano a sopportare di
tutto, qualche fiocco di neve non mi ucciderà
>> lei annuì convinta da quelle
parole e, non senza qualche difficoltà viste le
taglie di differenza, indossò la giacca lasciandosi
avvolgere dal calore e
dall’odore del corpo di Tony.
<<
Simpatica la tua amica >> lei si voltò a
guardarlo:<< Stacy? Sì, è un vero tornado
>> Tony sorrise:<< Sì,
l’ho notato
>> e chi non lo notava? Si domandò
Diana con una punta di malinconia; anche a scuola tutti
avevano sempre adorato ed ammirato Stacy, il vulcano espansivo e
vivace, lei
era la piccola e timida amica che l’altra si portava dietro
ma che non aveva il
coraggio di
fare niente per paura di restarci male; con quella
scusa aveva finito per non
vivere affatto e ora se ne stava pentendo.
lui scosse
la testa cocciuto:<< Non è solo quello, ci
sono
talmente tante cose che non potrò mai fare o fare insieme a
te >>
inaspettatamente Nana gli prese una mano tra le
proprie:<< Cose importanti?
>> << Beh sai quelle romantiche passeggiate
in riva al mare con le
onde che ti bagnano i piedi, quelle giornate a pattinare sul ghiaccio o
magari a
ballare, io non posso farlo Diana, non… >>
<< Lo sai che queste
cose non sono davvero importanti vero? >>
<< Lo dici adesso, ma
cosa succederà quando un giorno ti stuferai di avere un
ragazzo che non può
neanche portarti a
ballare o che non può nemmeno prenderti in braccio?
>> di nuovo lei lo sorprese sedendoglisi in
grembo:<< Tecnicamente
mi stai tenendo in braccio >> << Sai cosa
voglio dire, non è la
stessa cosa >> << Tu pensi di sapere cosa
voglio >> Tony fece
una smorfia:<< Ho avuto parecchie ragazze Diana,
so cosa volete tutte nonostante quello che dite >> lei
alzò gli occhi al
cielo sbuffando:<< Io non sono le altre >>
<< Lo so e proprio
per questo vorrei che tu fossi felice >> di nuovo lei
sbuffò:<<
Allora stai zitto e baciami maledizione >> si
bloccò e arrossì
improvvisamente non appena si rese conto di quello
che aveva detto: ok, aveva bevuto la felix ma
poteva la pozione farle quell’effetto? Insomma portare
fortuna era diverso
dall’aprire bocca senza peli sulla lingua, insomma non era da
lei e poi…ma le
labbra di Tony sulle sue le impedirono di pensare ancora e quando
sentì le mani
di lui che le stringevano la vita portò le proprie sulle sue
guance sorridendo
per la barba di lui che le pizzicava i palmi.
Si
staccarono molti minuti dopo quando un brivido di freddo le
percorse la schiena e Tony le sorrise sfiorandole il collo con la punta
del
naso:<< Dobbiamo
rientrare, stai tremando >> sollevando gli occhi per
guardarlo Nana fece un piccolo sorriso:<< Non credo che
sia per il freddo
>> non aveva mai provato niente del genere per nessuno e,
proprio perché
non l’aveva mai provato, poteva immaginare che cosa le stava
succedendo.
<<
È una proposta signorina Lightqueen? >>
<<
Dipende da quale sarà la sua risposta signor Dumas
>> il sorriso di Tony
si allargò, non si sentiva così
bene da molto tempo e, per una volta, decise di seguire
l’istinto e di lasciarsi
andare, era troppo tempo che era infelice senza un vero
e proprio motivo.
<<
Penso tu possa immaginare quale sarà la mia risposta
>>
Quando
riaprì gli occhi la mattina dopo Tony guardò la
ragazza addormentata nell’altra
metà del suo letto; Diana indossava ancora il suo vestito
rosso e la giacca che
lui le aveva prestato la sera prima; fece per allungare una mano e
sfiorarle un
fianco ma poi quello che era successo la notte prima lo
bloccò.
Tutto
era cominciato per il meglio, ma quando erano finiti in camera stesi
sul letto
e lui aveva fatto scivolare la mano oltre l’orlo del vestito
di Diana lei si
era irrigidita e i suoi occhi si erano spalancati impauriti; non aveva
detto
niente ma non ce n’era stato bisogno, gli era bastato
guardare quegli enormi
occhioni spaventati per sentirsi male e per infrangere la bolla di
felicità in
cui pensava di essere caduto.
<<
Anthony… >> abbassò la testa
sentendosi chiamare e trovò la sua compagna
notturna rannicchiata contro il suo petto che lo guardava
sorridendo:<<
Buongiorno >> le sussurrò incapace di restare
serio davanti a quegli
occhioni da cucciola:<< Mi dispiace per ieri sera
>> mormorò poi
lei allungando una mano per stringere quella di lui:<< Ti
dispiace per
cosa? >> le domandò anche se poteva benissimo
immaginare a cosa lei si
stesse riferendo:<< Mi sono spaventata, volevo farlo,
davvero…ma quando
tu hai… >> poi diventando come al solito rossa
come un peperone si
nascose contro il petto di lui borbottando a mezza voce il resto della
frase,
fu così che Tony le fece scostare il viso da sé e
la guardò dolce:<< Io
ho cosa? >> lei scosse il capo:<< Non sei
tu…è che io…io…
>>
cercò ancora di nascondersi ma lui non glielo
permise:<< Sei tu cosa?
>> lei abbassò gli occhi nervosa poi
mormorò timidamente:<< Non
l’ho mai fatto prima e mi sono spaventata >>
poi sollevando viso e mani
per sfiorare le braccia di lui aggiunse:<< Non che non
voglia farlo!
Voglio! >> Tony sorrise a quelle parole:<<
Ma se fossi un disastro?
>> << Diana…tesoro tu non potrai
mai essere un disastro >>
poi chinandosi fino a pochi centimetri dalla sua bocca aggiunse
sorridendo:<<
Ma faremo le cose per bene, con tutti i riti del caso >>
lei lo guardò
sorpresa:<< Riti? >> Tony
annuì:<< Sì signorina Lightqueen,
stasera ti porto fuori a cena, è ora di avere un vero primo
appuntamento
>>
There’s
just no rhyme or reason
Only this
sense of completion
And in
your eyes, I see the missing pieces
I’m
searching for, I think I found my way home
L’amore
inespresso è come il
vino tenuto
nella bottiglia: non
placa la sete
George
Herbert
Camera di
Dorian e Margaret Atelier
<<
Dovrei mandare in cucina anche te, ma non so quanto ti
servirebbe come punizione, credo che questo sia più utile a
farti crescere
Philip >> e gettando un sacchetto di pelle sulla
scrivania suo padre
aveva aspettato che lui allungasse una
mano e che lo aprisse:<< Prenderai parte ai
giochi insieme agli altri >> poi porgendogli un pezzo di
pergamena
aggiunse:<< Non era una richiesta, ora vai
>> e l’aveva congedato
così, con un ordine quanto mai assurdo e il
suo prossimo mese di vita rovinato!
Lui non
voleva partecipare a quegli stupidi giochi, non aveva
minimamente idea o voglia di trovarsi una compagna o addirittura di
sposarsi ma
sapeva fin troppo bene che quando Dorian Atelier decideva qualcosa,
niente e nessuno
poteva fargli cambiare idea e per certi versi lui se l’era
andata a cercare.
Era
così assorto nei suoi pensieri da non accorgersi di dove
stava andando e quando se ne accorse ormai era troppo tardi e la
giovane
davanti a lui cadde a terra
sollevando poi gli occhi acquamarina per guardarlo
arrabbiata:<<
Ti diverti tanto a farmi cadere Atelier? >>
domandò poi rimettendosi in piedi e raccogliendo la
bacchetta che le era
scivolata dallo chignon mentre ora i suoi capelli le ricadevano in
morbide onde
sulle spalle:<< Credimi Delacroix, se
volessi divertirmi te ne accorgeresti >> poi
avvicinandosi mettendo in
evidenza la loro notevole differenza di altezza nonostante
Fanny non fosse esattamente piccola aggiunse:<< Se non
fossi così bassina
probabilmente ti
avrei notata prima >> la ragazza incrociò le
braccia sotto al seno guardandolo male:<< Bassina? Senti
un po’ non puoi
chiamare le persone così solo perché tu sei una
specie di gigante chiaro?
>> Phil sorrise divertito:<<
Sono comunque più alto di te >> Fanny
arricciò
il naso nervosa:<< Non siamo bambini e non sei
all’asilo Atelier, forse è
ora che cresci >> innervosito
per l’ennesimo riferimento al suo essere infantile
Philip imprecò tra i denti:<< Proprio tu vieni
a darmi lezioni? >>
<< Cosa vuol dire proprio io? >>
domandò lei innervosita a sua
volta:<< Nulla lascia perdere Delacroix, ci
vediamo ok >> poi salutandola con la mano si
incamminò verso le scale.
Rimasta sola
e ancora un po' scossa dalle minacce di Ethan e
dalla scoperta di quanto il suo ex avesse tradito la sua fiducia,
Fanny, decise
di scendere in giardino, era tardi e probabilmente faceva un freddo
cane ma non
aveva nessuna voglia di tornare in camera e affrontare di nuovo Jenkins
e i
suoi folli piani per rovinare gli Atelier.
Arrivata sotto al portico di pietra la giovane guardò il
giardino coperto da una spolverata di neve, non ne era caduta molta ma
era
comunque molto bello e rilassante, proprio quello di cui aveva bisogno.
Stava per
sedersi su una delle panchine e trasfigurare il suo
cappotto in una calda coperta di lana quando alzando gli occhi
incrociò una
figura che si muoveva e veniva nella sua direzione.
Aguzzò
la vista per poter vedere meglio visto il buio e pian
piano l’ombra assunse la
forma di un animale su quattro zampe che si avvicinava.
<<
No…non di nuovo… >> e cercando di
non alzarsi di
scatto e mettersi ad urlare guardò il ghepardo,
sì lo stesso dell’altra volta a
quanto pareva, che si avvicinava sinuoso, sembrava quasi puntare
proprio
lei…poi quasi ridendo si rese
conto che a quell’ora di notte non c’erano molte
persone in giardino!
Restò
immobile con il fiato sospeso fino a quando l’animale non
arrivò a pochi passi da
lei e le si fermò davanti guardandola con
curiosità:<< Che cosa vuoi? Che cosa stai
facendo? >> domandò poi
allarmata quando lo vide avvicinarsi e
cominciare ad annusarla come se stesse pregustando
un succulento
bocconcino:<< Vai via…io non sono…
>> stava
per allungare una mano e
prendere la propria bacchetta quando l’animale le
arrivò ad
un soffio dal naso guardandola fisso negli occhi: aveva due occhi
azzurro
scuro, quasi blu, erano strani, non sembravano quasi gli occhi di un
felino,
non aveva mai visto un gatto o un suo simile con occhi del
genere…fece per
muoversi ma l’animale scese con le zampe dal suo grembo e
dopo averla guardata
ancora una
volta si voltò cominciando a muoversi nella direzione
opposta alla sua.
<<
Aspetta! Aspettami! >> e senza sapere nemmeno lei
quello che stava facendo Fanny
si avvolse nella coperta cominciando a rincorrere la
bestia per il prato…rincorrere un ghepardo, che idea stupida!
Girò di scatto dietro alla serra dove aveva visto sparire l’animale quando:<< Ahia! >> andò a sbattere contro qualcosa di duro ed enorme, alzò gli occhi per vedere che diavolo fosse e si ritrovò nuovamente a specchiarsi negli occhi azzurro-blu di Philip Atelier:<< E tu che ci fai qui? Credevo fossi andato in camera tua >> gli domandò poi più curiosa che arrabbiata per averci sbattuto contro per l’ennesima volta:<< Innanzitutto delle scuse sarebbero gradite Delacroix >> le ricordò con un mezzo sorriso poi vedendo che aveva il fiato corto aggiunse:<< Da cosa stai scappando? >> lei scosse la testa:<< Non sto scappando, stavo seguendo il ghepardo che… >> Phil la guardò come se fosse da internare:<< Ghepardo? Quale ghepardo? >> Fanny cercò di non dare i numeri, era la seconda volta che lo vedeva, non poteva esserselo immaginato:<< Quello che gira qui in giardino, andiamo non vorrai dirmi che non è vostro… >> << Un ghepardo qui? Andiamo Delacroix sei seria? Come ti viene in mente? >> << Ma devi averlo visto, è venuto proprio da questa parte, devi… >> la risata di Philip la bloccò e il ragazzo si sciolse e rilegò velocemente il codino biondo che portava alla nuca:<< Io non ho visto niente, te lo sarai immaginato >> << Ma devi averlo… >> poi sbuffando e lasciando cadere il discorso aggiunse:<< Che cosa ci fai qui? Quando ci siamo visti prima stavi andando di sopra >> Phil annuì e alzò la mano sinistra mostrandole una burrobirra:<< Assaporo l’ultima notte di libertà >> allo sguardo curioso di Fanny aggiunse:<< Ho fatto arrabbiare mio padre e lui ha pensato bene di punirmi facendomi partecipare ai Jeux d’amour >> la ragazza sorrise:<< Beh è eccessivo chiamarla punizione >> Phil bevve una generosa sorsata:<< Parla per te, a me la mia vita va benissimo così com’è, non mi voglio sposare e non voglio nessuna fidanzata che mi giri intorno >> << Bugiardo >> la frase le uscì prima che potesse impedirsi di farlo:<< Come scusa? >> Fanny arrossì fino alla punta dei capelli:<< Beh a scuola…a Beauxbatons, eri pieno di ragazze, chiunque cadeva ai tuoi piedi e ne cambiavi una a settimana, non sembravi esattamente il tipo che non vuole relazioni >> Phil fece spallucce:<< Cambiano tante cose in due anni, ho capito che quella non è la vita che fa per me, ma ora non penso di avere molta scelta >> << Non sei obbligato a trovare qualcuno, partecipare non vuol dire… >> all’improvviso Fanny se lo trovò più vicino di quanto avesse immaginato
<<
È qui che ti sbagli reginetta delle fate, nessuno
è
immune alla magia dei Jeux d’amour, se non sei
tu a trovare l’amore è lui che trova te
>>
per un attimo Fanny restò imbambolata davanti alle sue parole:<<
È lui che…che trova… >>
ma Phil non le lasciò finire la frase mettendole un dito
sotto al mento per farglielo sollevare verso il
proprio:<< Esatto fatina, ora
fai la brava e vai a dormire, finché rispondo ancora di me
>> aveva quasi
sussurrato l’ultima parte ma Fanny doveva averla sentita comunque visto
come i suoi occhi si spalancarono:<< Philip…
>> ma il resto della
frase che stava per dire fu fermato dalle labbra di lui che velocemente
sfiorarono le
sue:<< Buonanotte Delacroix, sogni d’oro
>> e strizzandole l’occhio
si smaterializzò lasciandola dietro la serra avvolta nella
sua coperta.
Quando
riaprì gli occhi la mattina dopo Fanny si ritrovò
sola nella sua camera, era
salita poco dopo che Philip si era smaterializzato e aveva cercato di
addormentarsi
il prima possibile per evitare di incrociare anche solo per sbaglio
Ethan ma
lui sembrava non aver rimesso piede in camera, chissà
dov’era finito...
Stava
per alzarsi quando un flash della sera prima le attraversò
la mente bloccandola
sul posto: Philip Atelier l’aveva baciata! Certo si era
trattato di un veloce
bacio a stampo, niente di epico ma allora perché?
Perché l’aveva fatto e perché
lei ora gli stava dando tutta quell’importanza?
Scuotendo
la testa e cercando di tornare alla normalità un altro
pensiero la bloccò:
possibile che lei fosse l’unica a vedere quel dannato
ghepardo? Se lo era
davvero immaginato o Philip le nascondeva qualcosa? Insomma una volta
poteva essere
un caso, ma due?
I
know
that it might sound more than a little
Crazy, but
I believe
Quando
il vino entra,
strane cose
escono.
Johann
C. Friedrich von
Schiller
Atena Vladimir…Atena
Vladimir era quella specie di ninfa dai
capelli dorati e gli occhi celesti che lui aveva incontrato sulla
terrazza quel
pomeriggio…
Seduto sul bordo del proprio letto Ethan ancora faticava a
digerire la verità…come
diavolo era possibile? Come poteva quella specie di
asociale malvestita
strana ragazza, decisamente maschiaccio poi, essere
diventata quella visione con il corpo da modella e il sorriso di una
sirena?
Deciso
a scoprire la verità e a smascherare quella bugiarda,
tutti mentivano e lui lo sapeva bene, si alzò poggiando la
bottiglia sul
comodino e avvicinandosi
alla porta della camera e, a piedi e torso nudi, si avviò
lungo il corridoio
alla ricerca della verità.
<< Aprimi! Dannazione
aprimi! >> Talia alzò di
scatto gli occhi dal libro che aveva tra le mani:<< Apri
ti ho detto!
>> conosceva quella voce imperiosa ma non si aspettava di
trovarselo
sulla porta a quell’ora di notte:<< Che cosa
vuoi?
>> domandò tenendo sempre la porta
chiusa:<< Sei una bugiarda,
voglio sapere come fai a sapere di Atena, voglio sapere chi te lo ha
detto
>> alzando gli occhi al cielo e cercando di non
lanciargli una qualche
maledizione
attraverso la porta Tal aprì l’uscio trovandosi
davanti
Ethan Jenkins ridotto all’ombra di sé
stesso:<< Chi me lo ha detto? Io
c’ero se te ne sei dimenticato
>> lo rimbrottò poi acida:<< Ora
dimmi
quello che devi e vattene, ho da fare >> non che leggere
l’ennesimo
manuale sugli ippogrifi fosse qualcosa
di estremamente vitale, ma aveva bisogno di una scusa per
non affrontare
quell’uomo.
<<
Dimmi chi…chi ti ha detto…raccontato quella
storia
>> biascicò appoggiando
una mano sullo stipite della porta e facendo un passo
avanti in modo che lei non potesse chiudergliela in
faccia:<< Te lo
ripeterò per l’ultima volta Jenkins: io sono Atena
Vladimir, ora se hai finito
di fare il tuo teatrino ti sarei
grata se te ne andassi e mi lasciassi in pace >>
Ethan
scosse la testa deciso, mossa decisamente sbagliata visto
la quantità di alcol che aveva in corpo:<<
Quanto hai bevuto? >>
gli domandò lei quando
lo vide barcollare leggermente:<< Non sono affari tuoi
>> poi guardandola
male aggiunse:<< E chi ti dice che ho bevuto?
>> Talia strinse le labbra per evitare di buttarlo in
corridoio
mandandolo al diavolo:<< Forse il tuo alito, è
peggio di una distilleria
>> replicò spostandosi poi per farlo entrare e
per evitare di vederlo
cadere in stato comatoso sulla sua porta:<< Tu non sei
Atena >>
commentò ancora lui testardo mentre si sedeva sul letto di
lei:<< E tu
non sei nelle condizioni né di capire né di
parlare >> gli ricordò quando
avvicinandosi lo aiutò a stendersi:<< Non sono
un bambino >> un
piccolo sorriso scivolò sulle labbra di
Talia:<< Sì, come dici tu Jenkins
>> poi alzandosi si avvicinò alla porta del
bagno:<< Vado a
prendere un paio di asciugamani, vedi di non ucciderti nel frattempo
>>
<< Vai al diavolo bugiarda,
non ho bisogno di… >> ma mentre alzava la
testa di
scatto per gridarle
dietro di nuovo la stanza si mise a girare e Tal dalla
porta sorrise divertita:<<
Dicevi? >> Ethan non rispose ma alzò una
mano mostrandole il dito medio facendola immancabilmente sorridere
ancora di
più.
<< Vedo che quando vuoi sai fare il bravo bambino >> commentò Talia uscendo dal bagno con un asciugamano umido e uno asciutto:<< Vai al diavolo >> mormorò Ethan a mezza voce e con gli occhi chiusi dal momento che la stanza continuava ancora a girare:<< Stai fermo e lasciami fare ok? Vedrai che dopo starai meglio >>
<< Che cosa vuoi fare? >> domandò poi vedendo che lei si stava allungando verso il comodino prendendo una boccetta che vi era appoggiata sopra:<< Solo farti dormire un po’ >> << Io non prendo… >> << Intrugli di cui non so il nome? >> lo canzonò lei con un sorriso agitandogli la boccetta davanti:<< È solo un po’ di Distillato di morte vivente, ti farà dormire meglio >> Ethan non replicò, la mente ancora ferma alle prime parole della bionda:<< Come sapevi che stavo…che volevo dire… >> Talia scosse la testa:<< Perché hai avuto la stessa reazione davanti ad semplice pozione pepata e sei rimasto lo stesso idiota sbruffone che faceva l’assistente a Durmstrang, ancora mi chiedo come potessi piacermi >> gli rivelò poi senza curarsi di quello che stava dicendo:<< Atena… >> e ricordando anche lui il loro primo incontro Ethan rimase immobile a fissare la bionda che versava poche gocce della pozione in un bicchiere puntandoci poi contro la bacchetta per aggiungervi dell’acqua.
<<
Avanti bevi >> e guardandolo come se fosse stato
un bambino Talia gli allungò il bicchiere:<<
Mi prendo cura di draghi,
Kelpie e addestro cuccioli di ippogrifi, penso di saper curare una
sbornia,
coraggio bevi >> lui allungò la mano per
prendere il bicchiere e nel
farlo notò le piccole linee più chiare, del tutto
simili a dei graffi, che lei
aveva sulla mano.
<<
Non guardarli come se non li avessi mai visti, è stata
colpa tua >> replicò
Talia nervosa:<< Mia? Che cosa…eri tu
che… >> lei
alzò gli occhi al cielo:<<
Io stavo solo tenendo compagnia a quella povera
bestia che il preside teneva rinchiuso come un trofeo, sei tu che lo
hai
spaventato >> memore delle
parole che le aveva detto già all’epoca Ethan
scorse la
bocca:<< Gli ippogrifi
non sono animali da compagnia >> le ricordò
nuovamente e a Tal sembrò
di essere tornata indietro nel tempo a quel pomeriggio dove il
povero animale spaventato dalla voce di Ethan aveva ferito lei alla
mano,
fortunatamente
non era successo nulla di grave, ma lei ancora incolpava
lui di ciò che era successo.
Quando
Jenkins ebbe bevuto tutta la pozione lei fece per alzarsi
e tornare al suo libro quando la mano di lui la
trattenne:<< Aspetta…che
cosa ti è successo?
>> lo sguardo di lei dovette parlare da solo
perché
si affrettò ad aggiungere:<<
Non sei come ti ricordavo…sei cambiata
>> poi prima di poter ascoltare la sua risposta
però girò la testa sul
cuscino crollando in un sonno profondo.
Mentre
lo guardava dormire Tal ripensò al giorno del suo
diploma, il giorno in cui l’uomo che ora dormiva nel suo
letto le aveva
spezzato il cuore.
<< Perché
dovrei interessarmi ad una studentessa? Ad una
stramboide che parla con gli ippogrifi e coccola i Kelpie poi
>> la voce
di Ethan era fredda e crudele e a lei, giovane diciassettenne, si era
spezzato
il cuore, si era sentita sola, rifiutata e per qualche tempo aveva
tenuto tutti
a distanza credendo che nessuno al mondo l’avrebbe mai
accettata per chi era o
per quello che le piaceva, poi aveva iniziato a frequentare il corso
per
diventare magizoologa e le cose erano cambiate, aveva conosciuto
persone come
lei, appassionate di animali come lo era lei e poi aveva conosciuto
Phil…sarebbe stata persa senza il suo amico e lo sapeva bene;
tuttavia guardando l’uomo
addormentato a pochi metri da lei, guardando quei capelli color
caramello,
quelle lunghe ciglia che coprivano gli occhi
più profondi che avesse mai visto,
quelle labbra sottili ma dannatamente invitanti, seppe che nonostante
tutto
nella sua vita fosse cambiato, il suo cuore continuava comunque a
spingerla
verso Ethan Jenkins.
La
mattina dopo fu la luce che filtrava dalla finestra a svegliarlo, la
testa che
ancora gli doleva ma meno dei soliti “mattini
dopo”, si girò per vedere se la
sua compagna di stanza dormisse ancora quando i suoi occhi incrociarono
una
figura rannicchiata sul divano dolcemente avvolta in una coperta e con
un
cuscino sotto la chioma biondo grano: non era in camera sua e di certo
quella
non era Fanny Delacroix…ma quindi cos’era
successo? Aveva sognato una specie di
incontro con Atena Vladimir, la ragazzina che a scuola si era presa una
cotta
per lui, aveva pure sognato che quella ninfa di Talia Roux gli avesse
rivelato
di essere Atena, che sogno stupido…però la Roux
era lì, a pochi metri da lui
sul divano, se erano finiti nella stessa camera allora…
Si
alzò avvicinandosi al divano, si mise in ginocchio in modo
da essere alla stessa
altezza del viso di lei e allungò una mano come per
accarezzarla, ci era quasi
riuscito quando la mano candida di Talia gli bloccò il polso
e lei spalancò
i
suoi grandi occhi azzurri:<< Vedo che ti sei svegliato
Jenkins, dormito
bene? >> poi allontanando la mano di lui da sé
aggiunse:<< Non
farti strane idee, non è successo niente finora e non
succederà mai >>
I think I
dreamed you into life
I knew I
loved you before I met you
I have
been waiting all my life
I am
complete now that I found you
La
forza sconvolgente del vino
penetra l’uomo
e nelle vene sparge e
distribuisce l’ardore
Tito
Lucrezio Caro
Continuando
a camminare nella stanza con le luci spente Eve
allungò le mani per
raggiungere i bottoni della camicetta che si trovavano
sulla sua schiena; lanciò l’indumento una volta
slacciato sul letto e calciò le
scarpe ai lati opposti della stanza, avrebbe rimesso a posto tutto
più tardi,
ma in quel momento aveva bisogno di un bel bagno caldo con tanta,
tantissima schiuma…
Si portò le mani sul pantaloni slacciando il bottone e
facendoli
scivolare lungo le
proprie gambe per poi scavalcarli con un piccolo salto;
Mat le aveva detto di avere un paio di cose da fare e che
l’avrebbe raggiunta
più tardi, quindi aveva tutto il tempo di rilassarsi un
po’.
Aperta la
porta del bagno sorrise vedendo l’enorme vasca da
bagno e ringraziando il
cielo che Matisse fosse un’amante dei lunghi bagni
perché era proprio quello di cui aveva bisogno in quel
momento.
Con un
incantesimo non verbale aprì il rubinetto
dell’acqua e si
avvicinò alla mensola sotto lo specchio per scegliere uno
dei tanti
bagnoschiuma.
La camera era immersa nel buio e nel silenzio, forse stava
dormendo, forse non era stata una grande idea andare lì,
forse non…ma che cosa
andava blaterando? Doveva vederla, voleva assolutamente vederla!
Mentre camminava come un ladro all’interno della sua camera
cercando di non fare rumore Fabian quasi inciampò in un
ammasso informe sul pavimento,
abbassò gli occhi accendendo la punta della bacchetta e
riconobbe i jeans scuri
di Eve, alzò gli occhi e notò altri due indumenti
a terra poco prima della
porta del bagno.
Cercando di
fare piano si avvicinò alla porta socchiusa restando
immobile ad ammirare la sirena coperta di schiuma alla tremula luce
delle
candele che con gli occhi chiusi si rilassava nella sua vasca da bagno.
Restò
lì ancora per qualche minuto poi cercando di non fare
rumore, le si avvicinò.
Un piccolo
mugolio di piacere le sfuggì dalle labbra quando due
mani calde iniziarono a massaggiarle le spalle, conosceva quelle mani e
poco
importava se era un sogno, era sempre meglio della solitudine a cui lui
l’aveva
abbandonata.
Sentì due labbra morbide scivolarle sul collo e un respiro
caldo
farle venire la pelle d’oca, poi:<< Mirra e
anice, il mio preferito
>> il bisbiglio al suo orecchio le fece spalancare gli
occhi di colpo
trovando le mani di Fabian sulle sue
spalle e il suo viso a pochi millimetri dal suo, non era
un sogno…
<<
Che ci fai qui? >> lui sorrise:<<
È camera
mia, posso venirci quando voglio
>> Evangeline lo guardò
nervosa:<< Sai cosa
intendo, non dovresti essere qui
>> lui le sorrise alzando una mano per
accarezzarle una guancia:<<
Sono esattamente dove voglio essere, dove avrei
dovuto essere anche nelle scorse due settimane >>
<< Sei tu che hai
voluto andartene >> replicò Eve anche se
sapeva che lui non aveva tutti i
torti:<< Ero ferito, puoi forse biasimarmi?
>> lei fece per
rispondere ma con un dito Fab le chiuse le labbra:<<
Ad ogni modo basta parlare, abbiamo parlato per giorni e non
è servito a niente
>> poi rialzandosi in piedi la guardò
sorridendo malizioso:<<
Vestiti, risolveremo la cosa come abbiamo sempre risolto tutto il resto
>> << Cioè? >> lui
sorrise tronfio:<< Sul campo, honey
>> poi avvicinandosi alla
porta aggiunse:<< Ti aspetto in camera, sbrigati
>>
Dieci minuti
dopo, con tanto di piumini, sciarpa e guanti,
Fabian e Eve erano a cavallo
delle loro scope sul campo sul retro
dell’hotel:<< Che cosa vuoi fare?
>> gli domandò poi dal momento
che lui non le aveva ancora spiegato che cosa aveva in
mente:<< Ho
bisogno di sfogare un po’ di questa tensione, che ne dici di
un po’ di
allenamento alla vecchia maniera? Io ti miro e tu cerchi di
schivare i miei bolidi? >> conoscendo bene la bravura del
ragazzo nel suo
ruolo, non a caso era diventato il capitano della nazionale nel giro di
due
anni, Eve deglutì appena:<< Non mi farai male
vero? >> <<
Devi fidarti di me per
saperlo >> stava di nuovo giocando con lei,
la stava di nuovo stuzzicando ma quella sera non se ne sarebbe rimasta
zitta,
Fab voleva giocare? Bene
avrebbero giocato in due.
<<
Sei diventata lenta Eve >> la derise lui mentre
lanciava l’ennesimo bolide e lei lo schivava per un
pelo:<< Sono vestita
come un eschimese, non è facile volare così
>> lui rise acido:<<
Scuse, tutte scuse >> e senza darle il tempo di
riprendere fiato colpì di
nuovo il bolide con la mazza indirizzandolo verso di lei.
Non voleva farle male o essere cattivo ma come aveva detto in
camera aveva un
po’ di nervosismo da sfogare e la sola cosa che lo calmava
era sempre stata colpire quei maledetti bolidi, per quello era
così bravo…
<< Ma sei pazzo? Potevi uccidermi! >> la
voce di lei
lo riportò alla realtà e al bolide che
l’aveva quasi centrata:<< Te l’ho
detto, sei lenta >> << Lenta? Davvero?
>> poi pronunciando un
incantesimo e facendosi apparire l’altra mazza tra le mani si
preparò a colpire
a sua volta il bolide:<< Vediamo chi è lento
adesso >> e colpendo
la palla la indirizzò dritta verso di lui, sapeva di non
avere la sua forza o
la sua mira ma voleva per lo meno provarci, era stufa di subire e basta
in
quell’estenuante infinita litigata!
<< Vuoi la guerra? >> ad ogni colpo Fabian continuava a guardarla e davanti agli occhi gli passavano i ricordi più belli che aveva con lei, rivide i primi giorni della loro amicizia, le loro sciocche discussioni che finivano sempre con Eve che gli faceva la linguaccia e correva via,
rivide i
suoi sorrisi, i loro
baci…
Colpì
il bolide automaticamente ma capì quello che stava per
succeder ancora prima che
accadesse davvero.
Guardò
la palla passare a pochi centimetri dalla testa di Eve e
lei, per evitarla, si
sbilanciò un po’ troppo; sarebbe stata una cosa da
niente se i guanti di lana non avessero reso scivolosa la sua presa
sulla scopa
impedendole di restarvi aggrappata:<< Eve!
>> e senza pensarci
Fabian si lanciò nella sua direzione per afferrarla prima
che cadesse al suolo.
Evangeline
si sentì afferrare per la vita a poche decine di
metri dal prato e, quando Fab la rimise con i piedi per terra, si
voltò a
guardarlo con gli occhi che mandavano lampi:<< Dovevo
fidarmi di te eh?
Dovevo fidarmi? Mi hai quasi fatta ammazzare! Sono stufa di giocare!
Sono stufa
di tutta questa storia, vuoi rovinarmi l’esistenza? Vuoi
farmela pagare? Beh io
non ci sto, arrangiati da solo la prossima volta >> poi
girandosi fece
per dirigersi verso
l’ingresso e rientrare quando Fabian allungò una
mano
afferrandole un braccio:<< Aspetta, Eve ti prego
>> lei si girò
come una furia:<< Aspettare cosa? Ho aspettato giorni che
ti passasse o
che per lo meno ti decidessi a parlare con me ma non
è… >> e mentre gli
urlava contro cominciò a colpire il suo petto con i pugni,
era così presa da
ciò che stava facendo da non accorgersi che
le sue gambe si erano intrecciate a quelle di
Fabian e che ora entrambi stavano cadendo sull’erba.
<< Stai bene? >> le domandò lui
allentando un po’ la
presa attorno al corpo di lei che era finita proprio sopra di
lui:<< Io
sì…tu stai… >> Fabian
sorrise:<<
Sto bene >> poi fissandola dritto in quegli
occhi grigi che amava alla follia la sua bocca fece quello che il suo
cuore e
il suo cervello pensavano prima che gli mancasse il coraggio e
sollevando il
viso di quei pochi centimetri
trovò le sue labbra con tutta al naturalezza del mondo.
Rimasero
immobili per un attimo poi chinandosi a sua volta Eve
lo baciò di nuovo facendolo sorridere.
Gli
bastò smaterializzarsi per ricomparire all’interno
della
camera di Eve a pochi passi dal suo letto:<<
Fabian…Fab…non…dobbiamo…
>> lui continuò a baciarla mentre con le mani
le scioglieva il nodo della
sciarpa di Beauxbatons:<<
Dobbiamo invece, abbiamo parlato abbastanza
>> << Non siamo
più…non siamo più fidanzati
>> lui la lasciò
per un istante guardandola serio:<<
Lo so, per questo ti sto seducendo signorina
Duchamp…ti farò innamorare di
nuovo di me, ti farò perdere la testa ancora una volta
>> Eve lo baciò sorridendo evitando di dirgli
che lei lo amava già e che,
anzi, non aveva mai
smesso ma era bello pensare che lui era disposto a
corteggiarla di nuovo, che voleva farla innamorare ancora…lo
lasciò fare e
sorrise di nuovo quando sentì il soffice piumone del letto
sotto di sé e il
corpo atletico di Fabian che la
sovrastava…
Sarebbe
rimasto lì per ore a guardarla dormire avvolta nelle sue
lenzuola con quel
delicato profumo misto al suo, sarebbe rimasto lì per tutto
il giorno ma dopo
quello che avevano fatto e, soprattutto, dopo quello che le aveva
promesso
prima di farla di nuovo sua, Fabian sapeva che doveva andarsene di
lì prima che
Eve aprisse gli occhi, voleva riconquistarla ma voleva farlo come si
deve; la
guardò per un ultimo istante sorridendo per poi alzarsi,
rimettersi la
maglietta e i jeans e lasciare la stanza.
Sebastian
scosse la testa
guardando Adrienne che camminava accanto a lui, aveva una
strana luce negli
occhi quando parlava di quelle diavolerie tecnologiche
che i babbani si erano inventati per ovviare alla magia e
l’avrebbe ascoltata
parlare per ore e ore anche se di quei maps o mappe non ci capiva
proprio
niente…
<<
Beh…allora…buonanotte >> e
avvicinandosi alla porta
della sua camera Adri si girò a guardarlo con un piccolo
sorriso:<<
Buonanotte Adrienne >> lei alzò una mano per
salutarlo ma Seb, preso da
un moto di coraggio di cui Tobias sarebbe stato moto fiero, si
avvicinò
sfiorandole la guancia con le labbra:<< Sogni
d’oro >> le mormorò
poi ad un soffio dal suo orecchio:<< Sogni
d’oro >> ripeté lei
ancora imbambolata a guardarlo ma quando si girò
per
aprire la porta della sua camera fu spinta indietro da una forza invisibile
cadendo a terra:<< Ahia! >> in un secondo
Seb le su affianco inginocchiandosi
per darle una mano a rimettersi in piedi:<< Stai bene?
>> lei annuì
tornando poi a guardare la porta incriminata:<< Ma non
riesco ad entrare,
è
come se ci fosse una parete di gomma che mi rimbalza indietro
>> tirando
fuori la bacchetta e girandosi verso la porta Seb chiuse gli occhi
prendendo
fiato, poi mormorò a bassa voce un paio di incantesimi.
Adrienne lo
guardò in silenzio affascinata: Sebastian diventava
diverso quando si parlava di magia, quando usava la sua bacchetta o le
spiegava
tutte quelle cose incredibili sul mondo dei maghi i suoi occhi si
illuminavano,
la sua voce diventava più sicura, i suoi gesti
più decisi…era davvero, davvero molto
attraente così…ripensando poi alla frase che lui
aveva usato durante il
pomeriggio che avevano passato insieme sorrise: lui era davvero il ragazzo
più
intelligente che avesse mai conosciuto e lei aveva un debole per gli
uomini
così brillanti, se erano impacchettati in un corpo come
quello di Sebastian
Delacroix poi…
<<
È un colloportus >> << Un collo
che?
>> domandò Adri tornando alla
realtà:<< Un incantesimo, la porta
è
chiusa dall’interno e non si può aprirla in
nessuno modo >> la ragazza
rimase immobile per quasi un minuto poi alzando gli
occhi su quelli di Seb domandò ingenuamente:<<
E
io ora dove andrò a dormire? >> di nuovo uno
strano coraggio lo invase,
che Toby si fosse impossessato di lui? Che usasse l’imperius
o un qualche
incantesimo a distanza?
Ad ogni modo Seb fece spallucce guardando la splendida morettina
davanti a lui:<< Vieni in camera mia >> non
si scompose nemmeno
visto il doppio senso chiaramente insito in quella frase, ma nemmeno
Adri parve
scioccarsi più di tanto:<< E Elpis?
>> Seb fece un paio di passi
avviandosi verso la sua stanza:<< Ci penseremo quando
arriverà, al
massimo trasfigurerò il tavolino in un
letto >> Adri sorrise raggiungendolo:<< Mi
piacerebbe vedertelo fare sai >> sorridendo fiero Seb le
poggiò un
braccio sulle spalle attirandola vicino a
sé:<< Ogni suo desiderio è un
ordine signorina >> ed insieme salirono le
scale che portavano alla camera.
<< È mattina! Accidenti mi sono addormentata! >>
<<
È mattina! Accidenti mi sono addormentata! >>
Seb fu svegliato dalla voce
agitata di Adrienne che, alzatasi di scatto dal letto di Elis, stava
cercando
le sue scarpe e il maglione che aveva addosso la sera
prima:<< Adri…Adri
calmati…ti sei solo addormentata, può succedere
>> la ragazza non accennò
a calmarsi:<< Sì, lo so ma…io
devo…ho un appuntamento più tardi e…
>> poi raccogliendo velocemente le sue cose
uscì dalla stanza lasciando
Sebastian solo, ancora a letto e ancora in pigiama!
Una
volta in corridoio Adri si bloccò per un attimo a riprendere
fiato e ad analizzare
quello che era appena successo: si era svegliata nella camera di
Sebastian, sì
certo aveva dormito nel letto di Elpis Medea quindi tra di loro non era
successo niente, ma lei lo avrebbe voluto invece.
Sì?
No?
Si
passò le mani nei capelli cercando di ricomporsi: che cavolo
le stava succedendo?
Da quando le aveva dato quel bacio sulla guancia per augurarle la
buonanotte la
sera prima Adri aveva iniziato a fantasticare su un bacio un
po’ meno fraterno,
un po’ meno casto e decisamente più passionale.
Ma
che cosa aveva il suo cervello adesso? Quando lui le aveva proposto di
dormire
nella sua camera ci era mancato poco che si fosse infilata nel letto di
Seb con
la scusa del freddo, moriva dalla voglia di abbracciarlo di nuovo,
aveva
perfino accennato al suo appuntamento di quel giorno per avere una
qualche
reazione da lui ma Delacroix sembrava così tranquillo e
rilassato, come se non
gli interessasse…eppure da come si comportava avrebbe
giurato di interessargli,
almeno un po’…scuotendo di nuovo la testa e
sperando di riuscire ad entrare in
camera visto che aveva bisogno di una doccia e di cambiarsi Adrienne
cominciò a
scendere le scale mentre una piccola idea si faceva largo nella sua
mente: se
Seb faceva l’indifferente ci avrebbe pensato lei a fargli
cambiare idea!
I knew I
loved you before I met you
I think I
dreamed you into life
I knew I
loved you before I met you
I have
been waiting all my life
La
felicità, come un vino
pregiato,
deve essere assaporata sorso a
sorso.
Ludwig
Feuerbach
<< Ciao micina, che cosa ci fai qui? >> e Aric sorrise vedendo entrare Delwin nella palestra che aveva scovato quella mattina girovagando per l’hotel e che aveva deciso di usare quella sera per sciogliersi un po’ i muscoli:<< Devo parlare con te Dellbert >> lui sorrise restando comunque attaccato alla trave su cui si stava allenando
<<
Dellbert? Come sei formale micina >> Delwin
arricciò il
naso a quel nomignolo e lui sorrise, la adorava quando faceva quella
smorfia:<< Puoi scendere da lì così
parliamo da persone civili? >>
gli domandò allora accigliata visto che lui non accennava a
muoversi
<< Ehi…Delwin…va tutto bene? >> e lasciando la trave Aric atterrò a terra avvicinandosi poi a lei e mettendole le mani sulle spalle:<< No che non va bene! >> buttò fuori lei scostandosi poi da Aric come se fosse stata scottata:<< Non va bene per niente! >> capendo che c’era qualcosa che la turbava lui rimase immobile guardandola negli occhi:<< Che cos’è successo? Mi sembrava che andasse tutto bene stamattina >> Delwin incrociò le braccia sul petto:<< Stamattina…già, stamattina quando mi sono svegliata a casa tua nel tuo letto? O stamattina quando mi hai detto ciao appena arrivati qui e mi hai piantata in asso? >> ora si spiegava tutto, le era mancato…non riuscendo a resistere le labbra di Aric si aprirono in un sorrisetto gongolante che Del trovò altamente irritante quasi come le sue successive parole:<< Se ti sono mancato basta dirlo micina, sono sempre qui ogni volta che mi vuoi >> la Lohan alzò gli occhi al cielo sbuffando:<< Ma non sei capace di essere serio? Non sto scherzando Aric! >> chinando il capo e facendo un piccolo inchino lui si appoggiò ad uno dei pali che sorreggeva la trave:<< Ok, spiegati allora >>
la vide deglutire nervosa e stringere le mani cercando di calmarsi:<< A che gioco stai giocando? >> << Gioco? >> domandò lui perplesso:<< Sì, gioco >> poi guardandolo arrabbiata aggiunse:<< Mi inviti ad uscire, mi affibbi stupidi nomignoli e poi, quando mi porti a vedere la tua città mi ritrovo davanti quella specie di odiosa bambola di porcellana che marca il territorio e tu non fai niente per… >> << Ti ho già detto che non c’è mai stato niente con Ann, siamo solo amici >> Delwin continuò per la sua strada imperterrita:<< Ma sarebbe potuto succedere vero? Lei è il genere di ragazza che piace a voi uomini; sexy, affascinante, disinibita >> la risata di Aric la fermò ma la fece anche infuriare:<< Sto parlando seriamente, puoi darmi retta e smetterla di... >> << Ann non è il mio tipo >> le spiegò continuando a sorridere:<< Davvero Delwin, ho smesso di interessarmi a quel genere di ragazza quando ho capito che dalla vita volevo qualcosa di più profondo ed impegnativo che qualche corsa in moto e un po’ di ginnastica da letto >> << Ginnastica da... >> poi capendo che cosa lui intendeva fece finta di vomitare:<< Che razza di linguaggio è? >> lui fece spallucce:<< Scusa, colpa della vicinanza di mio cugino, sai lui è un tipo un po’ più pratico e alla mano, non si complica la vita come il sottoscritto >> << A me non sembri complicato >> commentò lei sovrappensiero:<< Dici così perché ancora non mi conosci micina >> Del sollevò per un istante gli occhi al cielo:<< Oh non fare tanto il misterioso, sei più semplici di quello che credi >> come sempre incapace di rinunciare ad una sfida Aric la guardò ghignando:<< Ah davvero micina? >> Delwin annuì convinta:<< Certo >> lui le indicò una panca per le flessioni lì accanto:<< Bene, vediamo se quello che dici è vero >>
<< Cosa? Che stai dicendo? >> Aric sogghignò di nuovo poi incrociando le braccia sul petto entrò in modalità investigatore:<< Dunque vediamo: Delwin Candice Lohan, direi circa 20 anni, visto come hai reagito quando Reyna Black ti ha chiamato Candy posso supporre che non ti piaccia molto il tuo secondo nome – sogghignò di nuovo – ma devo dire che non mi dispiacerebbe assaggiare il tuo sapore caramellina >> << Sbirro! >> e cercando di non diventare rossa Del lo fulminò con gli occhi ma Aric non si scompose minimamente:<< Hai finito la scuola qualche anno fa, parli almeno tre, forse quattro lingue quindi il tuo lavoro ti porta ad avere a che fare con persone di paesi stranieri; non parli quasi mai della tua famiglia quindi non penso siate in buoni rapporti o non li vedi comunque molto spesso >> << Sì beh mia madre… >> << Ma ti mancano >> proseguì lui tranquillo come se stesse stilando la lista della spesa:<< Come lo fai a dirlo? Se non ne parlo mai non puoi… >> Dellbert si avvicinò sollevandole il mento con un dito:<< Sei una persona molto espressiva Delwin Lohan, mi è bastato guardare quegli occhioni marroni da cerbiatta che ti ritrovi per leggerci tutto quello di cui avevo bisogno >>
<<
I miei occhi sono azzurri >> precisò
lei piccata:<< Lenti a contatto >>
commentò lui sicuro:<<
Ammetto che mi avresti ingannato, ma la notte in cui abbiamo dormito a
casa mia
ho notato che avevi un astuccio per le lenti sul comodino e ci ho
sbirciato
dentro >> poi avvicinando le labbra a quelle di lei
aggiunse:<<
Sono curioso di vederlo sai micina… >>
<< Cosa? >> domandò
Del
che in quel momento sapeva a malapena come si chiamava:<<
Il colore
naturale dei tuoi occhi >> poi poco prima di sfiorare le
labbra di lei
che già assaporava quel bacio si spostò
guardandola ridendo:<< Ma stavamo
parlando di me giusto? Avanti sono curioso di sapere che cosa sai di me
signorina Lohan >> sbattendo le palpebre per cercare di
non fare la figura del
pesce lesso Delwin cercò di riprendersi:<< Non
c’è molto da dire Aric
Dellbert, vuoi passare per il classico tipo donne, moto e birra e
potrebbe
anche sembrare così, ma basta guardarti per capire che
dietro c’è molto di più
>> << Di più? Sicura micina?
>> Del annuì:<< Hai parlato con
Diana per aiutarla a sciogliersi un
po’ e a fare colpo su Anthony >>
<< Che? Non sono mica cupido…
>> Delwin scosse la testa:<< Diana
Lightqueen è la persona
più
timida che io abbia mai conosciuto in vita mia eppure con te si sente
perfettamente a suo agio, non arrossisce, non balbetta o cose simili,
l’hai
messa a suo agio dal primo momento e hai fatto la stessa cosa anche con
Adrienne e con me >> << Ci ho provato con
te fin dal primo minuto
dolcezza >> Delwin fece finta di non
sentirlo:<< Ti piace farti
passare per uno superficiale,
tutto muscoli e niente cervello ma poi sai direi vita,
morte e miracoli di una persona solamente stando in silenzio ed
osservandola e
leggi romanzi come Sherlock Holmes e altra roba del genere, inoltre hai
un cane
e ci vuole molta responsabilità e umanità per
prendersi cura di un animale
>> << Come sai di Lux? >>
domandò lui dal momento che quando
erano andati a casa sua il suo husky era da sua
sorella:<< Ho visto una
foto in camera tua, sulla mensola accanto all’armadio
>> gli rivelò
candidamente:<< Mi sono guardata un po’ in giro
mentre ti stavi facendo
la doccia >> ammise piano:<<
Ero curiosa di scoprire qualcosa su di te >>
Aric sorrise:<< Non avrai frugato nella mia biancheria
spero >>
<< Non ho…certo che no! Non faccio certe cose
>> lui fece
spallucce:<< Peccato perché almeno saremmo
stato pari >> <<
Cosa?! Hai frugato nella mia…hai messo le mani…
>> la faccia di Delwin
era rossa peggio di un pomodoro maturo un po’ per
l’imbarazzo all’idea che lui
avesse frugato tra le sue cose, biancheria compresa, un
po’ per la rabbia e la voglia di strozzarlo o prenderlo a
schiaffi, a seconda
del momento!
<<
Devo dirtelo micina, dovresti essere un po’ più
ordinata, non puoi tenere i completi di pizzo in mezzo alle tute da
ginnastica,
insomma uno potrebbe anche… >> incapace di
trattenersi ancora e sempre
più arrabbiata mano a mano che Aric continuava a parlare
Delwin alzò gli occhi al
cielo imprecando tra i
denti per poi scagliarsi contro di lui con i pugni
alzati:<< Io ti uccido! Dellbert
io ti… >> ma si accorse troppo tardi di
essere caduta nella trappola di Aric
visto che ora le labbra del ragazzo stavano
baciando le sue e le sue mani le stavano accarezzando la schiena.
Staccandosi
per riprendere fiato Aric fece per sollevare una
mano e accarezzare il viso
di Delwin quando lei, vai a capire perché, si
divincolò dal suo abbraccio
scappando via.
<<
Ehi…micina…aspetta >> sentendo
quelle dita calde
che le stringevano il polso Del si voltò a guardarlo
indecisa su cosa fare:<<
Aric io…tu…noi… >> ma il
suo sorriso la confuse ancora di più:<<
Shhh….adesso
basta parlare >> e riprendendo a baciarla la
sollevò di peso portandola
di nuovo in palestra,
c’erano talmente tante cose che voleva fare con lei e
alcuni di quegli attrezzi
sarebbero anche potuti tornargli utili.
Biblioteca dell’Hotel
des Fleurs, il giorno dopo
<< Dunque, ci rivediamo Black >>
Jack alzò lo sguardo sulla porta della biblioteca dove si era rifugiato in attesa che Elis fosse pronta e scosse il capo mentre sul suo viso si apriva un piccolo sorriso derisorio:<< Aidan Medea, mi aspettavo arrivassi prima, dopo quello che hai visto stamattina >> poi notando gli altri due giovani dietro di lui aggiunse:<< Hai portato la cavalleria vedo >>
Carter fece spostare il fratello di lato avvicinandosi con aria minacciosa al suo ex compagno di casa:<< Non c’è niente da scherzare Black, siamo qui per… >> Jack guardò il suo ex caposcuola diventando serio a sua volta:<< Siete qui per difendere l’onore di Elpis >> poi ridacchiando aggiunse:<< Anche se non credo che lei ne abbia bisogno, sa difendersi da sola la mia Rossa >> << La tua cosa? >> e James si infervorò all’istante vedendo l’espressione dell’altro:<< Non scaldarti occhietti d’angelo, non è successo quello che stai immaginando, anche se devo dire che la tua bassa opinione di me un po’ mi lusinga >>
capendo
solamente in quel momento che Jack aveva letto nelle loro menti
da quando era iniziata quella conversazione Aidan tornò a
guardare l’ex
Corvonero:<< Non stiamo scherzando Black, lei
è nostra sorella >>
Jack fece per replicare ma Carter si fece avanti sedendosi sul divano
opposto a
Jack:<< È nostra sorella e ci preoccupiamo per
lei Black, vogliamo solo
che Eli sia felice e al sicuro >> Jack chiuse finalmente
il libro che
aveva ancora in mano e guardò il giovane dritto negli
occhi:<< E hai
paura che il perfido Black le faccia del male Medea? >>
Carter scosse il
capo:<< Voglio, vogliamo – si corresse mentre i
fratelli si sedevano
attorno a Jack – solo assicurarci che lei stia bene
>>
Jack
annuì appena:<< Sì, credo che mi
comporterei anche io così se avessi una
sorella ma lei sta bene >> << E dovrei
fidarmi della tua parola?
>> domandò Aidan acido:<< Della
mia o puoi chiederlo direttamente a
lei, dovrebbe arrivare tra poco >> poi calmandosi e
tornando a guardare
il maggiore dei tre aggiunse:<< Voglio anche io che lei
sia felice e farò
qualsiasi cosa perché sia così >>
<< Eli è…tu…
>> cominciò
James ma Carter gli fece segno di tacere concludendo poi
diplomaticamente:<< Mi fiderò della tua parola
Black ma se scoprirò che
stia solo pensando di farla soffrire sarai finito, nemmeno il tuo nome
o la tua
famiglia ti salveranno chiaro? >> Jack fece per
rispondere quando la
porta si aprì…
<<
Jack sei pronto, dobbiamo… >> ma vedendo chi
c’era in compagnia del
giovane Black Elpis si fermò sulla soglia della
porta:<< E voi che ci
fate qui? >>
I knew I
loved you before I met you
I think I
dreamed you into my life
<< Ciao Rossa >> la salutò il maggiore dei suoi fratelli alzando una mano:<< Che cavolo ci fate voi tre qui? >> poi lanciando un’occhiata a James e alla sua chioma quasi biondo platino aggiunse:<< E tu che diavolo hai fatto ai capelli? >> il ragazzo sorrise ma fu di nuovo Carter a prendere la parola:<< Dobbiamo avere per forza un motivo per venire a trovare la nostra sorellina? >> Elpis guardò il fratello maggiore negli occhi: Carter era stato un Corvonero ai tempi di Hogwarts, probabilmente aveva condiviso qualche anno anche con Jack e, inutile negarlo, sapeva come giocare con le parole e manipolare le persone girando sempre la situazione a proprio vantaggio:<< Vi conosco Carter, voi tre insieme non fate mai niente senza un valido motivo, soprattutto se questo comprende me >>
la risata di Aidan la fece voltare verso la serpe di casa:<< E tu non ridere, ce n’è anche per te >> lui fece finta di spaventarsi alzando le mani quasi lei gli avesse puntato un’arma:<< Ehi…vacci piano tigre >> poi riabbassandole e infilandole nelle tasche dei pantaloni aggiunse:<< Puoi non crederci ma veniamo in pace >> << Tu sai cos’è la pace Aidan? >> lo rimbeccò lei dal momento che tra i tre lui era quello più attaccabrighe:<< Hai così poca fiducia in me Eli? >> le domandò poi scherzoso fingendo un’espressione da angelo:<< Gli occhi dolci attaccano con mamma, non con me >> lo bloccò subito lei e stavolta fu James, il piccolo del gruppo, a scoppiare a ridere:<< Sei stato fregato fratello >> Aidan fece spallucce:<< Poco importa, abbiamo quello per cui siamo venuti >>
<< Quello per cui siete… >> ma James si avvicinò alla sua sorellina mettendole le mani attorno al corpo e abbracciandola stretta:<< Sì, vedere la nostra piccola Rossa >> poi guardandola con quegli occhioni azzurri grandi come quelli di un cucciolo aggiunse:<< Che ne dici di andare fuori a pranzo? Potrebbe venire anche la tua amica Julie, è venuta con noi ma poi l’abbiamo persa di vista >> gli occhi verdeacqua di Elpis mandarono lampi:<< Avete portato Julie qui? Come? >>
poi
girandosi verso Aidan aggiunse:<< Come, Aidan?
>> il ragazzo
sorrise:<< Non le ho fatto niente, è ancora
viva e vegeta, era venuta a
cercarti e ora sarà in giro per l’hotel
>> << Una babbana in un
hotel pieno di maghi e magia! Complimenti! Davvero! >>
poi guardando Jack
che in tutta quella scenetta era rimasto in piedi in silenzio
appoggiato alla
libreria aggiunse:<< Mi dai una mano a cercarla?
>> Black annuì poi
avvicinandosi a Carter aggiunse:<< Dividiamoci in due
gruppi, faremo
prima >> e insieme al maggiore dei fratelli
uscì dalla saletta.
<<
Dopo voglio sapere perché siete venuti, non pensate che
finisca qui >> e
guardando James ed Aidan puntò il dito contro entrambi in
una palese minaccia:<<
Volevamo solo vedere come andava sorellina, chi avevi conosciuto, chi
stavi
frequentando…insomma sai che… >>
<< James! Non avrete…avete detto a
Jack… >> ma Aidan scosse la testa
avvicinandosi e mettendo una mano
sulla spalla di Elis si chinò per baciarle una tempia con
affetto:<< No piccola,
non abbiamo detto niente di quello
>> James annuì concordando con il
fratello:<< È una cosa che devi
fare tu, quando ti sentirai pronta >> facendo un piccolo
sorriso Elis
aprì la porta andando alla ricerca della sua amica sperando
di trovarla ancora intera.
Grande è la
fortuna di colui
che possiede una buona bottiglia,
un buon libro, un buon amico.
Molière
Non sapeva nemmeno lei
perché era andata lì, sapeva solo che
aveva voglia di starsene un po’ per conto suo a pensare: dopo
aver parlato con
Fabian circa l’offerta di Matisse aveva pensato di parlarne
con il diretto
interessato per capire come mai volesse aiutarla ma trovare il giovane
Atelier
da solo era stata praticamente un’impresa visto che
c’erano sempre o Evangeline
o la piccola Lloyd con lui….
Se
avesse avuto qualcuno che guardava lei come Matisse guardava
Flick…
Scosse
la testa facendo una smorfia schifata: che cosa diavolo
stava pensando?
I discorsi stupidi delle sue sorelle cominciavano davvero a
condizionarla per caso? Lei stava bene così, non aveva
bisogno di un uomo che
l’adorasse nella sua vita, non aveva bisogno di qualcuno che
baciasse la terra
su cui camminava come il marito di Nicole o il fidanzato di turno di
Marion.
Scosse di nuovo la testa
continuando a camminare: no. Lei stava
bene così.
Era
ancora immersa nelle sue riflessioni mentre entrava nelle
terme dell’hotel che il rumore dell’acqua e una
voce alle sue spalle la fece
sobbalzare:<<
Ciao >>
Calliope
sobbalzò guardando poi quella specie di statua greca
che spuntava dall’acqua:<< Ma perché
ogni volta che ci vediamo sei mezzo
nudo? Maledizione
a Salazar non hai una maglietta? >> Matisse sorrise,
anzi rise proprio, vedendo che nonostante la sua voce da dura le guance
di
Calliope si erano colorate di una lieve sfumatura di rosso, ma non era
così
stupido da farglielo
notare, non in quel momento almeno!
<<
Te lo ripeto di nuovo: questi jeans costano una
fortuna, non li rovinerò facendo il bagno vestito
>> avvicinandosi piano
Callie si sedette su una delle sdraio di legno e lanciò in
direzione di Matisse
uno degli asciugamani:<< Abbi un po’ di decenza
e copriti >>
avvicinandosi ai gradini che risalivano la piscina Mat uscì
dall’acqua come un
perfetto dio dell’antica Grecia e chinandosi
per afferrare l’asciugamano si asciugò il viso
passandoselo
poi sulle spalle:<< Cosa c’è miss
imperturbabile? Non riesci a guardarmi?
>> commentò
poi notando che Callie guardava ovunque tranne che verso
di lui:<< La finirai mai di fare lo sbruffone?
>> Mat fece una
smorfia come a dire di no e sorridendo appena si avvicinò
sedendosi sulla
sdraio accanto a quella di Callie; fu solo in quel momento che lei
notò
l’intricato tatuaggio che gli copriva entrambe le
braccia:<< E quello che
cavolo è? Ha un senso almeno? >> senza
minimamente scomporsi Matisse
sorrise:<< A prima vista sembra di no, è
questo il bello dei tatuaggi
maori… >> poi con aria soddisfatta si avvicinò
un
po’ a lei e, guardando meglio dove lui le indicava, Callie
notò i nomi
di
tutti i suoi familiari mescolati alle linee del maori,
c’erano perfino delle
date, momenti importanti nella vita del giovane Atelier con ogni
probabilità,
poi sul bicipite, proprio sotto quella che sembrava un’onda
c’era un nome:
Penelope…
<<
Chi è Penelope? >> si ritrovò a
domandare curiosa
e lo sguardo di Mat divenne di ghiaccio:<<
Un’amica >> << E
ti sei tatuato il nome di un’amica? Andiamo non prendermi per
stupida >>
lui scosse la testa stendendosi sulla sdraio:<<
È la verità, Penny è
un’amica >> poi volendo cambiare discorso
girò la testa a guardare
lei:<< Piuttosto, tu che ci fai qui? Non sei nemmeno
andata a cambiarti,
che ti succede? >> Callie chinò la testa
cominciando a giocherellare con
le pieghe del vestito bianco che aveva indossato a cena, era stato
Fabian a
convincerla a farlo ma lei si sentiva tremendamente a disagio vestita
così…
rise acida al
pensiero della sua ultima litigata con Nicole al matrimonio
di Rod:<< Loro sono perfette, belle, educate, eleganti,
Nicole è sposata
con un ricco dentista che la adora e Marion…beh lei
è fidanzata con il figlio
di un imprenditore amico di mio padre, hanno una vita perfetta e
meravigliosa
>> un altro sospiro le sfuggì dalle
labbra:<< Loro hanno tutto e io
non ho niente, mia sorella me l’ha ampiamente ricordato poche
settimane fa, per
quello sono venuta qui, per dimostrarle che si sbaglia >>
Mat, che fino a
quel momento aveva ascoltato in silenzio fece
spallucce:<< Ti importa
davvero quello che pensano di te? >>
lui
aveva imparato molti anni prima a non dare credito a ciò che
pensava la gente, ma capì dal suo sguardo che per Calliope
non era la stessa
cosa:<< Sono le mie sorelle, sono la mia famiglia, certo
che mi importa
>> di nuovo lui alzò le
spalle:<< La scelta è tua, ma pensaci, se
ti volessero bene dovrebbero accettarti per come sei, non volerti
cambiare
>> lei sapeva che quel pomposo arrogante aveva ragione,
sapeva che ciò
che diceva aveva un senso ma non l’avrebbe mai ammesso
davanti a lui, mai
nemmeno sotto tortura:<< E suppongo che tu sia un esperto
in materia
vero? Che cosa ne sai tu di me? Della mia vita e della mia famiglia?
>>
poi nervosa si alzò di scatto facendo per andarsene, stava
per scoppiare a
piangere e non voleva certo farlo davanti a lui, si sentiva strana
quella sera
e non voleva peggiorare la cosa.
<< Come? >> e alzò la testa per guardarlo sorpresa:<< Ti aiuterò >> commentò poi lui con un piccolo sorriso:<< Matisse non devi… >> un brivido percorse la schiena del giovane, erano anni che qualcuno non lo chiamava più Matisse, faceva uno strano effetto sentirlo di nuovo:<< Voglio farlo ok? >> poi allontanandosi aggiunse:<< Ora siediti e riprendi fiato ok? >>
Fu
un timido raggio di sole che gli colpiva il viso a svegliare Matisse il
mattino
seguente, gli girava la testa e si sentiva come dopo una pesante
sbronza ma la
sera prima aveva bevuto pochissimo, giusto un bicchiere o due che vista
la
portata dei piatti di Clau era come non aver bevuto affatto.
Sbattendo
le palpebre si rese conto di essere ancora alle terme, era andato a
fare una
nuotata dopo cena e poi si era trovato davanti Calliope Arlcotte, avevano
chiacchierato per un po’ poi…
Si
bloccò girando la testa sulla sdraio accanto a lui
trovandovi lei addormentata.
Indossava
ancora il vestito bianco della sera prima, segno che si erano entrambi
addormentati lì…
Si
girò nella sua direzione poggiando i piedi nudi a terra e
rimase immobile a
fissarla per qualche istante: sembrava così tranquilla e
serena, aveva un piccolo
sorriso sul viso e con una mano stringeva un lembo del grosso
accappatoio che
lui le aveva messo come coperta la notte prima, memore solo in quel momento
dell’aiuto che aveva accettato di darle Mat si
trovò a sperare che tutto
andasse per il meglio; era vero che non avevano iniziato nel migliore
dei modi,
come aveva detto lei, ma ora che conosceva la sua storia voleva solo
che lei
avesse ciò che desiderava.
Cercando
di svegliarla dal momento che non potevano stare lì ancora
per molto,
allungò una mano con tutta l’intenzione di
scuoterle delicatamente la spalla,
ma Callie si girò nel sonno e le sue dita si trovarono a
sfiorarle prima una di
quelle morbide guance rosa e poi le sue labbra, si scostò di
scatto per non
essere frainteso mentre lei sbatteva le palpebre svegliandosi.
I knew I
loved you before I met you
I have
been waiting all my life
<<
Cosa intendi per effetti collaterali papà? >>
domandò François guardando
Isaac che, nonostante quello che stava dicendo, continua a sorridere
soddisfatto:<<
Quello che ho detto, non avevamo mai testato la pozione su dei babbani
prima, a giudicare dallo sguardo della signorina Bellden e del signor
Dellbert
direi che l’effetto su di loro non è ancora
svanito >> << Non è
ancora svanito? >> domandò il minore dei suoi
figli con un accenno di
preoccupazione,
era il capo del
dipartimento di pozioni del ministero, avrebbe dovuto uccidere
o per lo meno denunciare suo padre per
quell’imprudenza:<< E tu perché
non l’hai fermato? >> domandò poi
girandosi verso il fratello maggiore
che sedeva alla sua scrivania:<< Ho cercato di farlo
Frankie, ma era già
troppo
tardi >> Isaac rise passandosi
una mano nei capelli e guardando i figli:<< Non
preoccuparti troppo
François, l’effetto è innocuo e
svanirà prima del tramonto >> poi
lanciando uno sguardo a Dorian aggiunse:<< E comunque non
credo che a
loro dispiaccia…>>
Carter Alexander Medea (30, impiegato del ministero, ex Corvonero)
Aidan Michael Medea (25, Spezzaincantesimi, ex Serpeverde)
James Nicholas "Occhi d'angelo" Medea (23, Curatore, ex Grifondoro) e
Julie Loker (21, amica di Elis, babbana)
Philip Atelier (18, impiegato al ministero sezione Regolazione e
Controllo delle Creature Magiche)
Grimilde's
Dal prossimo capitolo qualcuno comincerà a "giocare" con le ametiste dei desideri...per la serie chissà cosa accadrà, non ho ancora deciso chi saranno i primi, qualche preferenza? A parte i vostri personaggi ovviamente...(Risposta veloce per messaggio privato, mi basta il nome anche perchè ho già un'idea quasi per tutti i desideri)
PS: Halleluja qualcuno finalmente si è svegliato (Tony per chi non l'avesse capito dal mio sfogo) ma le cose non finiscono qui...vediamo come andrà avanti perchè mister paranoia non può mica finire così!