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Autore: Grimilde Deveraux    04/10/2017    3 recensioni
INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE
Parigi, Hotel des Fleurs, vent'anni dopo la fine dei giochi in cui Dorian e François hanno conosciuto le loro mogli e in cui la loro vita è cambiata per sempre; come Isaac ha sempre ricordato loro "i giochi non sbagliano mai" ma c'è qualcuno all'interno della famiglia Atelier che non la pensa esattamente così e quindi quale modo migliore per dimostrare di aver ragione se non partecipare ai giochi e smentire la loro leggenda?
Ora tocca alla nuova generazione quindi...in bocca al lupo a tutti!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Game of Love'
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Capitolo 19 Image and video hosting by TinyPicGrimilde's
Un paio di spiegazioni veloci prima di procedere con il capitolo: le parti in verde sono le strofe della canzone (niente di rilevante, solamente una sorta di accompagnamento al testo); quelle in rosso delle citazioni che secondo me esprimoro ogni parte citata e i suoi protagonisti e per finire quelle in blu che sono un flashback della lunga notte appena trascorsa; ogni parte infatti comprenderà il risveglio il giorno dopo e i ricordi di ognuno della notte passata.
Buona lettura ci rivediamo a fine capitolo!
Chiedo scusa per quanto sia venuto lungo il capitolo ma volevo davvero inserire tutti i protagonisti di questa lunga notte e qualche risveglio...spero che sia di vostro gradimento.

<< Ormai è tardi Dorian, hanno già bevuto la pozione >> Ian guardò gli occhi blu di suo padre per poi voltarsi verso quelli poco più chiari del figlio:<< Philip, vai in camera tua, parleremo dopo della tua punizione >> il giovane non fiatò uscendo dalla stanza mentre padre e figlio restavano a guardarsi in un agghiacciante silenzio.

Studio di Dorian Atelier, dopo cena

<< Ragazzi >> e Dorian guardò Serge e Fabian immobili davanti a lui con un leggero sorriso:<< Quanto durerà? >> domandò allora Fab, non si pentiva di quello che aveva fatto, ma in quel momento aveva una gran voglia di andare a cercare Eve per…per fare cosa? Dio non lo sapeva nemmeno lui, sapeva solo che doveva vederla!
<< La vostra punizione partirà da domani mattina Fabian, per i prossimi quattro giorni tu e il signor Asimov sarete agli ordini di Clau >> sentenziò Dorian calmo:<< Come? >> e Fabian sbiancò, quell’elfo era un piccolo ditt
atore, stare ai suoi ordini voleva dire passare un inferno, era la punizione peggiore che poteva capitargli, quasi quasi si pentiva di averle date a Damien…quasi…

<< Potete andare ragazzi, ci rivediamo domani mattina, Clau vi aspetta nelle cucine prima di colazione >> i due ragazzi uscirono dallo studio lasciando soli Dorian e François.
<< Domani mattina? Da quando ti sei ammorbidito Ian? >> il maggiore guardò il fratello:<< Da quando le volpi hanno cominciato a giocare >> Frankie lo guardò perplesso ma Ian non aveva intenzione di dargli spieg
azioni in quel momento:<< È tardi e sarà meglio andare a dormire, augura buonanotte a Leila da parte mia >> aggiunse poi avvicinandosi alla porta e, lui lo sapeva bene, quella sarebbe stata per molti di loro una buona, anzi splendida, notte…

 

Il bronzo è lo specchio del volto,
il vino quello della mente.

Eschilo

Maybe it’s intuition

But some things you just don’t question

Felice…girandosi nel letto e sentendo un corpo accanto a sé, ancora con gli occhi chiusi Elpis Medea sorrise, sì felice era il termine giusto, era proprio come si sentiva quella mattina svegliandosi accanto a Jack Jonathan Black.

<< Buongiorno my lady >> la salutò Jack restando a sua volta sdraiato e con lo sguardo verso il lampadario del soffitto:<< My lady…come siamo galanti stamattina >> lo prese in giro lei mentre si sollevava sui gomiti per arrivare a guardarlo in faccia e baciarlo:<< Mi sento insolitamente romantico stamattina >>

lei rise quando Jack fece di nuovo per baciarla:<< Vuoi ottenere qualcosa con questi gesti romantici Jack? >> lui allungò un braccio circondandole la vita:<< Magari quello che non ho ottenuto stanotte? >> di nuovo Elis scoppiò a ridere:<< Te l’ho già detto: devi conquistartelo, non ho intenzione di cedere così facilmente >> Jack la guardò fingendosi oltraggiato e si portò una mano sulla fronte con fare melodrammatico:<< Donna malvagia >> risero entrambi poi Jack tornò a guardare il soffitto e si lasciò andare ai ricordi della notte precedente…

Dopo aver rivelato la verità ad Elis quel pomeriggio si era sentito strano per tutta la cena, più che strano si sentiva sulle spine, continuava a guardare le bende sul suo braccio come se il marchio sotto di esse gli stesse bruciando la carne e avesse il potere di comparire davanti a tutti; Elpis era riuscita ad accettarlo e a fingere che quell’orrore sul suo braccio non fosse nulla di i
mportante, ma tutto il resto di loro lo avrebbe fatto? Tutto il resto del mondo? Lo stesso Asimov che aveva impiegato così tanto impegno per averlo a lavorare con lui a Parigi l’avrebbe voluto ancora se avesse saputo la verità che giaceva sotto quelle bende nere?

Si era girato alla sua sinistra quando aveva sentito una mano poggiarsi sul suo braccio; si era girato e aveva incrociato lo sguardo caldo e rassicurante di Elpis che gli sorrideva come se loro due fossero stati le uniche due persone nella sala, le uniche due sulla faccia della terra.

 

<< Ti va di fare due passi? >> le aveva domandato una volta finita al cena avvicinandosi a lei nell’atrio:<< Come? Dove vuoi andare? >> gli domandò curiosa e Jack indicò le scale:<< Solo qui in giro, non ho molto sonno e non ho voglia di stare solo >> Elis annuì e si avvicinò prendendo la mano che lui le stava offrendo
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<< Non sei solo Jack, non più >> gli occhi scuri di lui brillarono per un istante:<< Così mi stai tentando signorina Medea, mi stai davvero tentando >> non cogliendo subito l’allusione del giovane Elis lo guardò dubbiosa:<< Tentando a fare che cosa? >> inaspettatamente Jack le mise le mani alla vita spingendola dolcemente contro il muro del corridoio:<< Questo >> e le diede un veloce bacio a stampo all’angolo della bocca:<< E questo… >> continuò poi scendendo con la bocca lungo la linea della mascella di Elis, lungo il collo:<< E anche questo >> continuò avvicinandosi al cuore di lei che la scollatura del vestito lasciava in parte scoperto:<< Jack… >> sospirò lei piacevolmente sorpresa da quella situazione:<< Ma penso di dove cominciare da questo >> continuò lui risalendo fino a guardarla negli occhi per poi chinare la testa e afferrare le labbra di Elpis con le proprie dando alla ragazza un bacio degno di un film, come lo avrebbe chiamato Julie, un bacio davvero fenomenale…
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Sentendo incredibilmente freddo nonostante il suo stesso sangue avesse a
ppena preso fuoco Elis gettò le braccia al collo di Jack lasciandosi andare ad un piccolo sospiro in cui lui si tuffò lasciando che la lingua di Elis trovasse la sua approfondendo il loro contatto:<< Jack… >> lui interruppe il bacio per un attimo guardandola come un cacciatore con la sua preda:<< In camera…adesso… >> una piccola parte di lei avrebbe voluto dirgli di no, che era troppo presto e che non lo conosceva così bene da andare subito a letto con lui, ma lei la mise a tacere annuendo e stringendosi a lui mentre Jack si smaterializzava per poi riapparire nella camera che condivideva con Adrienne sperando che la ragazza non fosse arrivata sul più bello.
<< Che cos’hai? >> gli domandò Elis notando che lui si era bloccato, in piedi, in mezzo alla stanza, con ancora le braccia attorno alla vita di lei:<< Come? >> << A che stavi pensando? Sembravi lontano anni luce >> Jack scosse la testa sorridendo:<< Mi sono solo ricordato che non sono solo in questa camera >> poi tirando fuori la bacchetta e puntandola verso la porta mormorò piano:<< Colloportus >> poi tornando a girarsi verso di lei rimise la bacchetta nella tasca dei pantaloni:<< Bene, dove eravamo? >>


all’improvviso imbarazzata per quell’intimità Elis lo guardò sorridendo e allontanandosi di qualche passo da lui:<< Balliamo? Ho voglia di ballare >> Jack sorrise avvicinandosi di nuovo a lei:<< Sta cercando di distrarmi signorina Medea? >> << Cosa? Perché pensi che…Jack… >> ma il rossore sulle sue guance la tradì e lui fece scivolare le mani lungo le sue braccia stringendole poi le mani:<< Se non vuoi farlo basta che tu lo dica Elpis >> poi facendole un mezzo sorriso sghembo aggiunse:<< Io sono qui, resterò qui comunque >> prima che Jack potesse finire la frase lei gli gettò le braccia al collo baciandolo di nuovo e guardandolo come se fosse stata l’ultima meraviglia del mondo; se ci fossero stati dei rimpianti li avrebbe affrontati il giorno dopo, ora voleva solo prendersi il suo Jack Black, almeno per una notte. 

Like in your eyes, I see my future in an instant
And there it goes, I think I’ve found my best friend

 

Il vino prepara i cuori
e li rende più pronti
alla passione.

Ovidio

<< Dillo di nuovo >> Tyler alzò gli occhi al cielo ma poi scoppiando in una genuina risata tornò a guardare Reyna dritto negli occhi ripetendole piano:<< Ti amo Reyna Black >> la ragazza sorrise di nuovo:<< Ce ne hai messo di tempo per dirmelo >> scuotendo la testa Ty la guardò dritto negli occhi:<< Io? >> poi sbuffando aggiunse:<< Non mi sembra di aver mai sentito quelle due paroline uscire dalla tua bocca Black >> la ragazza sorrise raccogliendo la sfida:<< E non le sentirai ancora per un po’ TylerPan, me ne hai fatte passare troppe per averla vinta così facilmente >> di nuovo Ty sbuffò:<< Sei ingiusta >> si lamentò poi come un bambino e, ovviamente, Rey gli scoppiò a ridere in faccia rovinando l’atmosfera romantico-passionale di quel momento.

<< Ecco! Sei una vera guastafeste Black, chi me lo fa fare di restare qui io proprio non… >> e sapendo o meglio dire sperando in una reazione di Rey, fece per avvicinarsi alla porta della saletta ricreativa:<< Tyler! Aspetta Ty! >> e lei lo raggiunse prima che Gail potesse appoggiare la mano sulla maniglia:<< Tyler io ti…io… >> non lasciandole completare la frase Ty si girò stringendo le mani di lei con le proprie:<< Ehi…stavo scherzando… >> poi accarezzandole i palmi e i polsi per calmarla aggiunse:<< Non me ne vado da nessuna parte, non ti libererai di me così facilmente >> Reyna scosse la testa ma davanti a quello sguardo adorante non poté fare a meno di sciogliersi e sorridere:<< Sei un idiota Gail >>

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lui annuì tirandola un po’ più vicino a sé:<< Ma sono il tuo idiota >> << Non era un complimento >> << Davvero? >> poi alzando una mano per accarezzarle una guancia e scostarle una ciocca dal viso aggiunse:<< Perché a me sembrava proprio così >> << Solo tu puoi prendere idiota come un complimento >> << Mi stai forse offendendo miss Black? Perché se è così dovrei… >> e non finendo la frase cominciò a scendere con le mani sui fianchi di Rey facendole il solletico, ormai conosceva ogni punto sensibile di quella ragazza è poteva usarlo a suo vantaggio:<< Tyler! Tyler ti prego >> e cercò di dire qualcosa mentre si autoimponeva di non scoppiare a ridere come una pazza:<< Mi stai già pregando...se sapevo che bastava così poco... >> ma mentre parlava Ty allentò un po’ la presa dando modo a lei di divincolarsi:<< Dicevi TylerPan? >> e improvvisando una specie di balletto della vittoria Reyna sorrise divertita; tuttavia la sua esultanza durò poco perché Ty allungò una mano afferrandole un fianco:<< Dove pensi di andare? Non abbiamo ancora finito signorina >> Rey provò di nuovo a divincolarsi ma ciò servì solo ad agevolare Tyler che, sollevandola da terra, l’appoggiò sulla prima superficie libera riprendendo a baciarla mentre con le mani si insinuava sotto al maglione di Rey.

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<< Mi sei mancata >> sussurrò poi mentre interrompeva il bacio per sfilarle l’indumento dalla testa:<< Delwin non ti ha fatto passare la voglia di starmi dietro? >> entrambi sorrisero ripensando a quanto la signorina Lohan avesse fatto per “vendicare” la sua amica rendendo spesso la vita di Tyler un inferno:<< Credo che Aric la stia tenendo occupata per ora >> poi sfidando il collo di Rey con le labbra aggiunse avvicinandosi al suo orecchio:<< Ma comunque ci vorrebbe un esercito per tenermi lontano da te Black >> << Ruffiano >> gli ricordò Reyna ma quando Ty cominciò ad abbassarsi la zip della felpa la sua bocca divenne secca.
Non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura ma Tyler Gail e il suo corpo, il suo fantastico, tonico, scolpito corpo, erano qualcosa che le era mancato terribilmente in quei giorni in cui non gli aveva parlato.

<< Vacci piano tigre, ci tengo a questa maglietta >> la prese in giro lanciando un’occhiata alla maglietta con il logo dei Wigtown Wanderers:<< I macellai? Sul serio TylerPan? >> Ty fece spallucce ricordando le sciarpe che aveva visto al collo di Reyna e di suo fratello ai tempi della scuola:<< Non tutti sono dei tifosi del Puddlemere come lei signorina Black >> poi infilando le mani sotto la maglietta intima che lei aveva addosso tornò a baciarla:<< Ma adesso basta parlare, stiamo perdendo troppo tempo >> Rey scosse il capo e si lasciò baciare, dimenticando tutto il resto…

La luce del sole svegliò Tyler prima ancora che lo facesse il corpo della ragazza sdraiata sul pavimento accanto al caminetto accanto a lui e coperta solo da quella specie di coperta di lana e finta pelliccia che avevano recuperato durante la notte.

Sorridendo allungò una mano per spostare i capelli di Rey che le coprivano il viso guardando la sua espressione estasiata…quante volte aveva sognato di svegliarla con un bacio? Quante volte si era sentito misero per il fatto che spariva alla chetichella prima che lei aprisse gli occhi? Certo le lasciava sempre un fiore o un pensiero per farle capire che ci teneva e che quegli incontri erano importanti anche per lui, ma da quando aveva capito, in quegli ultimi giorni, di essere innamorato di lei, lasciarla gli sembrava il gesto più meschino ed orribile del mondo.

 

<< Buongiorno raggio di sole >> sentendo quella voce calda Reyna sorrise stiracchiandosi le braccia sopra la testa:<< Sei ancora qui >> Ty annuì chinandosi per baciare il tatuaggio che lei aveva sulla spalla:<< Te l’ho detto Black, non vado da nessuna parte >> Reyna fece per girarsi e mettere le braccia attorno al collo di Tyler quando, abbassando la testa sul proprio corpo si accorse di quello che aveva dimenticato di fare la sera prima e i suoi occhi si sbarrarono.

<< Black…Reyna…Rey… >> la voce di Tyler le arrivò ovattata quasi come se lui si stesse allontanando e nonostante le mani che stavano scorrendo sulle sue braccia per lei era come se si trovasse dall’altro lato del mondo.

<< Reyna… >> istintivamente la ragazza si girò di scatto avvolgendosi nella coperta come un bruco nella crisalide lasciando Tyler scoperto e nudo.
<< Si può sapere che ti prende? >> le domandò lui avvicinandosi e cercando di infilarsi sotto quell’involucro che le stava facendo da scudo:<< La mia maglietta…dov’è la mia maglietta? >> Ty rimase immobile per qualche secondo poi allungando una mano dietro di sé afferrò il primo indumento che gli capitò a tiro, la propria maglia, porgendola a Reyna:<< Tieni >> poi mettendosi seduto e cercando i propri boxer aggiunse:<< Ti starà larga ma così ti coprirai meglio >> c’era acidità nella sua voce o lei se l’era solo immaginata?

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<< Tyler…tutto bene? >> il ragazzo evitò di guardarla:<< Sai credevo che ti fidassi di me, ne abbiamo passate talmente tante che ormai pensavo fossimo oltre a queste cose >> << Che stai dicendo? >> gli domandò cercando di capire che cosa stava succedendo:<< Quando siamo andati a letto insieme la prima volta sono rimasto un po’ sorpreso >> lei lo guardò invitandolo silenziosamente a continuare e Ty fece una mezza smorfia andando avanti:<< Voglio dire, la notizia dell’incendio che ha coinvolto te e tua madre non ha fatto il giro del mondo ma papà mi ha detto qualcosa quando siete state ricoverate al San Mungo, mi sono sorpreso quando ho visto che il tuo corpo non aveva nemmeno un segno o un graffio di quella notte >> << Tyler io… >> cercò di mormorare lei inaspettatamente senza parole e con un groppo che le serrava la gola:<< Fammi finire >> le ordinò piano poi continuando a fissare il muro davanti a sé continuò:<< Mi sono sempre detto che era una fortuna che non ti fosse successo niente di così irreparabile, che non ci fosse niente a ricordarti quei momenti terribili, invece ieri notte ho visto la verità >> poi girandosi a guardare lei per la prima volta da quando aveva iniziato a parlare aggiunse:<< Usavi un incantesimo illusorio o roba simile vero? >> la ragazza annuì in silenzio per poi fissarlo con gli occhi bassi:<< Non sono mai riuscita a vedermi con queste addosso, mi sento un mostro, sono un mostro >> precisò poi debolmente ma prima che potesse fermarlo Tyler le tolse la coperta di dosso sollevandole la maglia in modo da poterla guardare:<< Un mostro? >> si chinò a baciarle la pancia mentre le poneva quella domanda:<< Io non vedo nessun mostro >> e mentre continuava a parlare salì con le labbra verso il seno di lei:<< Le cicatrici sono ciò che ci rendono quello che siamo, che ci ricordano cosa abbiamo vissuto >> poi sfilandole di nuovo la maglia e stendendosi sopra di lei aggiunse guardandola come se stesse guardando il sole:<< Hai affrontato l’inferno Reyna, letteralmente – i suoi occhi innamorati erano l’espressione di ciò che lui provava – ma hai vinto tu, queste cicatrici sono la prova che ce l’hai fatta, che sei una sopravvissuta e che sei più forte di quanto pensassi >> poi baciando la più grande di quelle che lei aveva sempre considerato le sue “vergogne più grandi” mormorò:<< Sei la mia ragazza Black, la mia bellissima, meravigliosa ragazza che non dovrà mai più credere di essere un mostro >> poi strizzandole l’occhio concluse con il preciso intento di farla ridere:<< Al massimo sarai il mio mostro >> incapace di trattenersi ancora Reyna scoppiò a ridere gettandosi addosso a Tyler invertendo le loro posizioni e cominciando a riempire il suo viso di piccoli baci:<< Sei un idiota Gail! >> poi ridendo ancora:<< Ma sei il mio idiota e ti amo da morire >> accorgendosi solo poi di quello che aveva detto Reyna si bloccò fissando Ty che sorrideva soddisfatto:<< Sapevo che dovevo solo aspettare >>

 

I know that it might sound more than a little
Crazy, but I believe

 

 

Com’è vero che nel vino c’è la verità
ti dirò tutto, senza segreti. 

William Shakespeare

Sbattendo le palpebre per abituarsi alla luce Serge cominciò a mettere a fuoco la stanza attorno a lui: era una stanza dal tipico stile orientale, non ricordava di averla mai visitata prima ed era stato in quasi tutte le stanza dell’hotel quindi…


Ad un tratto un movimento accanto a lui catturò la sua attenzione, abbassò lo sguardo e vide la ragazza sdraiata sul pavimento accanto a lui che si stava svegliando:<< Uhm…che ore sono? >>


Serge le sorrise baciandole una tempia:<< Credo sia mattina, non ho idea di che ora precisamente >> poi ricordandosi della punizione che Dorian gli aveva assegnato si alzò di scatto:<< Devo andare, non voglio arrivare tardi o Clau si vendicherà su di me e lo riferirà a tuo padre >> poi baciandole dolcemente le labbra mentre si alzava le sorrise avvicinandosi alla porta:<< Ci vediamo a colazione, ti amo >>
Ancora in ginocchio sul pavimento di marmo dorato Dede si strinse nelle spalle: possibile che Serge non ricordasse nulla di quello che era successo quella notte? Perché lei lo ricordava anche troppo bene e aveva una paura folle che dopo aver scoperto quel piccolo segreto il giovane Asimov avrebbe dato ragione a suo padre lasciandola sola e spezzandole il cuore.

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<< Ehi sei qui >> sentendo la voce del suo ragazzo Adele si girò con un piccolo sorriso mentre lui si avvicinava:<< Com’è andata con papà? >> gli domandò poi quando Serge fu a pochi passi da lei:<< Abbastanza bene, da domani mattina saremo in punizione per tutto il fine settimana >> lei annuì poggiandogli poi le mani sulle braccia e accarezzandogliele sovrappensiero:<< Che genere di punizione? >> Serge sorrise:<< In cucina con Clau >> una mezza risata scappò dalle labbra di Adele, tutti sapevano bene quanto Clau fosse in realtà un piccolo dittatore mascherato da elfo quando si trattava di aiutare il suo padrone nel “punire” coloro che lo meritavano.

<< Sta per caso ridendo di me mademoiselle Atelier? >> le chiese lui cercando di non ridere a sua volta per quello che lo aspettava l’indomani:<< Io? Di voi monsieur Asimov? Non mi permetterei mai >> gli ricordò lei ma poi incapace di fingere oltre scoppiò a ridere stringendosi al petto di Serge per cercare di smettere:<< Che fidanzata ingrata che ho! >> scherzò lui sollevandole il viso e guardandola con amore, Dede ricambiò lo sguardo:<< So che l’hai fatto per colpa mia, so che… >> ma Serge le mise un dito sulle labbra fermando le sue parole:<< Volevo picchiare quell’idiota dalla prima volta in cui ha messo gli occhi su di te e lo rifarei ancora, Clau è un piccolo prezzo da pagare >> lei annuì mettendogli le mani al collo e guardandolo radiosa:<< Dobbiamo goderci questa serata allora prima che cominci la tua prigione >> con un incantesimo non verbale Serge fece partire il vecchio giradischi nell’angolo sotto la finestra e le dolci noti di una vecchia canzone d’amore riempirono l’aria; guardando la sua fidanzata Serge fece un piccolo inchino tenendole la mano:<< Mi concede questo ballo mademoiselle? >> Dede non se lo fece ripetere annuendo e lasciandosi guidare da lui in quel piccolo valzer improvvisato.

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Mentre scendeva le scale per raggiungere le cucine Serge ripensò a quello che era successo dopo il loro ballo in biblioteca, ancora non poteva credere che Adele si fidasse di lui fino a quel punto…insomma certo anche lui la amava ma contrariamente a lei era preda della paura…

<< Serge… >> si girò a guardarla mentre lei aveva allungato una mano per stringerla a quella di lui:<< Sì mon amour? >> le guance di lei arrossirono a quel nomignolo, la amava anche per quella sua parte spontanea:<< C’è una cosa che ti devo dire… >> poi abbassando gli occhi sul proprio grembo aggiunse:<< Cioè che voglio dirti…non so cosa ne penserai ma sento che è giusto…devi saperlo o potrei esplodere…insomma sono anni che… >> preoccupato nel vederla così seria le strinse entrambe le mani:<< Adele…Dede ma vie… >> le baciò le mani guardandola innamorato:<< Tesoro che cosa c’è? Cos’è che ti preoccupa? >> lei alzò gli occhi incrociando i suoi:<< Devi venire in un posto con me, poi ti spiegherò tutto te lo prometto, ma devi venire e non chiedermi niente >> Serge annuì:<< Dovunque tu voglia, se serve a farti stare meglio >> un istante dopo Adele si alzò in piedi continuando a stringergli la mano e uscendo dalla biblioteca lo condusse su per le scale lungo un corridoio dove non era mai stato prima.

<< Dove siamo? >> le domandò quando lei si fermò davanti ad una porta di legno nero che però sembrava non avere né maniglie né serrature:<< Tienimi la mano, vieni >> e con un sorriso Adele si avvicinò alla porta attraversandola come se non ci fosse mai stata.

Una volta dall’altra parte Serge si guardò intorno: alcune rade candele illuminavano la stanza di un tenue arancio facendo brillare i riverberi dorati sul pavimento di marmo, tutte le pareti erano di legno in stile orientale e al centro della sala c’era una grande vasca nera interrata colma d’acqua con alcuni petali di rosa che galleggiavano placidi sulla superficie.

<< Ma dove siamo? >> le domandò vedendo che lei avanzava verso la vasca portandosi la bacchetta alla tempia:<< Questo è il pensatoio dell’Hotel des Fleurs, mio nonno l’ha rimodernato dopo che ha preso in mano la gestione dell’hotel e papà ha deciso di usarlo anche nei Jeux d’amour qualche anno fa >> collegando ciò che aveva detto Dorian Atelier i primi giorni dei giochi Serge guardò la fidanzata:<< Perché mi hai portato qui? >> lei si voltò a guardarlo con un piccolo sorriso triste:<< Perché voglio condividere un mio ricordo con te >> poi spostando la bacchetta e facendosi uscire dalla testa un sottile filo d’argento aggiunse facendolo cadere nell’acqua della vasca:<< È qualcosa che non ho mai detto a nessuno, nemmeno a mio padre >> sapendo bene quale legame c’era tra Adele e suo padre, Serge si sentì onorato di essere l’unico con cui lei voleva condividere quel ricordo anche se ne sembrava terrorizzata.

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Stupida! Stupida! Stupida!
Maledicendosi mentre tornava in camera Dede ripercorse tutto ciò che era successo da quando lei e Serge erano entrati nel suo ricordo.

Aveva stretto istintivamente la mano di lui quando la lei tredicenne era apparsa davanti a loro.

La divisa azzurra e grigia della squadra di Quidditch che allora le stava ancora un po’ larga, i lunghi capelli neri stretti in una treccia.
Si girò a guardare Serge ma gli occhi di lui erano tutti per la ragazzina s
eduta sulla panchina che tremava come una foglia:<< Ansia da pre-partita? >> le domandò non distogliendo lo sguardo:<< No, è il giorno delle selezioni della squadra >> gli spiegò poi abbassando gli occhi visto che non riusciva a guardarlo aggiunse:<< Il giorno peggiore della mia vita, mi vergogno così tanto >> Serge si voltò verso di lei:<< Perché? Sei entrata in squadra con una prova spettacolare, sei stata grande e… >> << Guarda >> gli ricordò mesta e Serge si girò a guardare la Adele ragazzina che tirava fuori qualcosa dalla cartella accanto a lei:<< Che cos’è? >> le domandò poi vedendo la piccola fiala e la ragazzina che la beveva:<< Fortuna liquida >> mormorò Dede quasi alle lacrime:<< Avevo talmente paura di non entrare in squadra insieme a Mat e Fab, di deludere mio padre, zio Pierre, di deludere tutti che… >> un singhiozzo le mozzò per un attimo la voce:<< Avevo così paura di sbagliare che l’ho usata per vincere le selezioni >> poi mentre la lei tredicenne beveva la pozione il ricordò cominciò a svanire riportando loro alla realtà…

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<< Adele >> non si voltò a guardarlo cercando di fermare le lacrime:<< Adele >> la chiamò di nuovo ma dovette metterle le mani sulle spalle per farla voltare verso di lui:<< Adele guardami >> quando aveva alzato gli occhi blu su di lui gli si era stretto il cuore: erano così grandi, tristi e pieni di lacrime:<< Sei libero di andartene, ti capirò se… >> cercò di mormorare lei ma scuotendo la testa lui si chinò per baciarle le labbra:<< Non vado da nessuna parte >> gli occhi di lei gli dicevano che ancora non gli credeva:<< Cosa? Ma…dopo quello che hai visto… >> lui sorrise facendole segno di sedersi in un angolo dove erano stati messi alcuni cuscini; quando furono seduti le poggiò le mani sulle spalle guardandola con dolcezza:<< Non vado da nessuna parte sono stato chiaro? >> poi sorridendole e stringendole le mani aggiunse:<< Avevi tredici anni Dede, tutti fanno degli sbagli a quell’età >> poi cercando di restare serio nonostante morisse dalla voglia di baciarla aggiunse:<< Hai mai usato la felix dopo? Durante le partite intendo >> lei scosse vigorosamente il capo:<< Volevo dimostrare che non era solo grazie a quella pozione che ero in squadra, volevo farcela con le mie forze >> << Allora non hai niente di cui vergognarti >> << Ho imbrogliato >> replicò lei ancora delusa da sé stessa e lui capì che ci sarebbe voluto un po’ perché lo accettasse, si era tenuta dentro quel segreto per quasi dieci anni:<< In una selezione, hai avuto quattro anni di partite per dimostrare quanto vali veramente e senza aiuti >> lì per lì lei non rispose, si limitò a stringersi nell’abbraccio di Serge piangendo tutte le lacrime che si era tenuta dentro per tutti quegli anni.

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<< Tostati signor Asimov, tostati non bruciati! >> e la voce squillante di Clau e pochi centimetri dal suo orecchio lo fece tornare alla realtà mentre Fabian accanto a lui era concentrato a tagliare a fettine un’intera cassetta di mele, probabilmente per i fagottini di sfoglia che Clau serviva ogni mattina.

<< Signorino Fabian! >> di nuovo la voce dell’elfo li richiamò all’ordine ma Serge giurò di vedere un sorrisetto spuntare sulle labbra di Fabian mentre questi continuava a tagliare le mele.

<< Vestirci? Uscire? Ma stiamo così bene qui >> e ridendo Jack guardò la rossa seduta al tavolino da caffè che indossava una delle sue camice come vestaglia del pigiama e lo guardava con rimprovero:<< Dobbiamo scendere per colazione Jack >> lui la guardò sorridendo:<< Possiamo chiedere ad uno degli elfi di portarcela qui e restare a letto per tutto il giorno >> di nuovo Elis scosse il capo alzandosi per poi avvicinarsi alla porta:<< Vado a cambiarmi Black, ci vediamo giù per colazione >>

Londra, dintorni di Kensington, il giorno prima

<< È mia sorella, tu non avevi il diritto di aiutarla >> Julie alzò gli occhi al cielo:<< Aidan, Elpis è adulta, può fare quello che vuole e poi vostro cugino è… >> << Serge è troppo affezionato a lei per dirle di no e Eli sarà anche adulta ma lì dentro…lì… >> al giovane Medea mancavano perfino le parole:<< Stai esagerando >> replicò la bionda seduta nel piccolo locale davanti a lui:<< Tu non sai cosa può succederle >> << È in un lussuoso hotel a Parigi attorniata da probabili spasimanti, sai che rischi può correre >>



di nuovo il ragazzo strinse i pugni e cercò di concentrare la sua attenzione sulla tazza di caffè che aveva davanti per evitare di far esplodere qualcosa in un eccesso di magia involontaria in un bar babbano pieno  di gente:<< So che sei sua amica Julie e… >> lei lo guardò come a volerlo fulminare:<< Sono sua amica? Sono la sua migliore amica razza di… >> poi sbuffando nervosa aggiunse:<< Tu non sai come stava Elpis prima di partire, non sai niente di lei da quando si è diplomata, quando è stata l’ultima volta che l’hai vista o che qualcuno della vostra illuminata ed altolocata famiglia è venuto a trovarla? >> Aidan incassò il colpo in silenzio, Julie Loker era sì la migliore amica di Elpis ma lui sapeva bene che c’erano cose, la loro delicata situazione familiare in primis, che sua sorella non aveva mai condiviso con nessuno.

<< Non devo rendere conto a te dei miei rapporti con mia sorella >> << Perché avete dei rapporti? >> lo stuzzicò lei e per una frazione di secondo lo spezzaincantesimi sorrise: Julie Loker sarebbe stata una splendida Serpeverde:<< Ultimamente non ci siamo visti molto, ma ciò non toglie che io e la mia famiglia le vogliamo bene, molto bene >> << Se le vuoi davvero bene fidati, sta bene >> Aidan prese fiato cercando di mantenere il suo aplomb:<< Pensi di sapere cosa sia meglio per lei vero? Credi che sarà felice alla fine di tutta questa storia? >> Julie annuì convinta ma quando vide il sorrisetto compiaciuto di Aidan capì di essere caduta nel suo tranello e le parole del giovane poco dopo gliene diedero la conferma:<< Allora vediamo se hai ragione tu signorina Loker >> poi alzandosi in piedi aggiunse:<< Domani mattina andremo a trovare Eli >> << Andremo? >> domandò lei perplessa:<< Sì, io, James, Carter e tu naturalmente >> poi senza darle il tempo di rispondere Medea si alzò lasciando qualche sterlina sul tavolo uscendo dal locale alla ricerca di un posto sicuro per smaterializzarsi, doveva parlare urgentemente con i suoi fratelli  

I knew I loved you before I met you
I think I dreamed you into life

I knew I loved you before I met you

I have been waiting all my life

Una donna e un bicchiere di vino soddisfano ogni bisogno,
chi non beve e non bacia è peggio che morto.

Johann Wolfgang von Goethe


<< Oh dai Stacy vieni con me, solo per cinque minuti >> e Nana con il suo sguardo angelico sorrise all’amica che la guardava come se fosse diventata un basilisco a due teste:<< Te lo scordi tesoro! Resto qui ancora per due giorni, non voglio ammalarmi perché tu senti il richiamo della neve >> poi squadrando l’amica da capo a piedi aggiunse:<< E non dovresti nemmeno t visto che non hai nemmeno una giacca >> Diana fece una smorfia:<< Non ho una giacca perché tu mi hai fatto vestire così >> poi avvicinandosi alla porta finestra aggiunse:<< Ma non mi ammalerò per cinque minuti, ci vediamo in camera >> poi lasciando sola l’amica si diresse verso il porticato che dava sul giardino innevato.

<< Ti piace proprio la neve eh… >> lei si girò di scatto a quella voce trovando Tony che, sorridente come poche altre volte lo aveva visto, si avvicinava:<< Ciao >> poi tornando a guardare i fiocchi che cadevano aggiunse:<< Sì, la adoro >> lui arrivò al suo fianco fermando poi la sedia a rotelle e allungandole una mano dove teneva un giaccone di pelle imbottito di pelo:<< La tua amica aveva ragione prima, ti prenderai un raffreddore >> allungando una mano per prendere la giacca Nana si accorse che probabilmente era di Anthony visto che lui era in maniche di camicia:<< E tu? Non avrai freddo? >> lui fece spallucce:<< Sono stato un Auror, ci addestrano a sopportare di tutto, qualche fiocco di neve non mi ucciderà >> lei annuì convinta da quelle parole e, non senza qualche difficoltà viste le taglie di differenza, indossò la giacca lasciandosi avvolgere dal calore e dall’odore del corpo di Tony.

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<< Simpatica la tua amica >> lei si voltò a guardarlo:<< Stacy? Sì, è un vero tornado >> Tony sorrise:<< Sì, l’ho notato >> e chi non lo notava? Si domandò Diana con una punta di malinconia; anche a scuola tutti avevano sempre adorato ed ammirato Stacy, il vulcano espansivo e vivace, lei era la piccola e timida amica che l’altra si portava dietro ma che non aveva il coraggio di fare niente per paura di restarci male; con quella scusa aveva finito per non vivere affatto e ora se ne stava pentendo.

<< Tutti sono affascinati da Stacy, è come il sole, abbaglia chiunque le stia intorno >> << Non sono d’accordo >> si girò di nuovo a guardarlo sorpresa da quel tono di voce serio:<< Cosa? >> lui si girò per guardarla negli occhi:<< Non sono d’accordo >> ripeté calmo per poi passare a spiegarle:<< Come hai detto tu è un tornado, qualcosa che ti sconvolge con la sua forza e spesso ti cattura al suo interno ma che se ti lascia, ti lascia distrutto e devastato… >> era strano sentirlo fare discorsi del genere come era strano sentir parlare di Stacy a quel modo:<< Non è bello parlare così di persone che non conosci >> Tony non parve minimamente scomporsi a quelle parole:<< Lei è un tornado, tu sei il sole >> << Io? Non prendermi in giro >> Tony continuò a guardare la neve:<< Non sto scherzando, da quando ti ho conosciuto, da quando ti ho visto entrare qui dentro sono rimasto abbagliato dai tuoi occhi e dal tuo sorriso >> << Anthony… >> non sapeva nemmeno lei che dire, non avevano mai parlato tanto e di certo non a quel modo:<< So che è stupido quello che dico, so che è sciocco pensare che tu possa anche solo prendermi in considerazione ma non riesco più a smettere di pensarci, di pensarti, di pensare ai baci che vorrei darti, a quello che vorrei fare… >> << Baci? A me? >> e in bilico tra le lacrime e una risata Diana restò a guardarlo perplessa e Tony si voltò a fissarla con un piccolo sorriso:<< Sì, milioni di baci, vorrei farlo anche ora ma a che pro? >> << Perché? >> lui strinse i pugni nervoso:<< Perché non ti renderei felice >> poi alzando gli occhi verso il cielo con un sorriso acido aggiunse:<< Non dico che non ci proverei, ma ci sono cose che materialmente non potrò più fare e so che dopo un po’ ti stuferesti di una vita a metà >> << Una vita a metà? >> domandò lei non capendo dove lui stesse andando a parare:<< Beh sì…andiamo se un giorno dovessimo sposarci non potrei nemmeno portarti in braccio oltre la soglia >> inaspettatamente Diana scoppiò a ridere:<< Ho diciannove anni Anthony, ancora non ci penso a sposarmi e poi non penso che sia essenziale oltrepassare la soglia in braccio >> 

lui scosse la testa cocciuto:<< Non è solo quello, ci sono talmente tante cose che non potrò mai fare o fare insieme a te >> inaspettatamente Nana gli prese una mano tra le proprie:<< Cose importanti? >> << Beh sai quelle romantiche passeggiate in riva al mare con le onde che ti bagnano i piedi, quelle giornate a pattinare sul ghiaccio o magari a ballare, io non posso farlo Diana, non… >> << Lo sai che queste cose non sono davvero importanti vero? >> << Lo dici adesso, ma cosa succederà quando un giorno ti stuferai di avere un ragazzo che non può neanche portarti a ballare o che non può nemmeno prenderti in braccio? >> di nuovo lei lo sorprese sedendoglisi in grembo:<< Tecnicamente mi stai tenendo in braccio >> << Sai cosa voglio dire, non è la stessa cosa >> << Tu pensi di sapere cosa voglio >> Tony fece una smorfia:<< Ho avuto parecchie ragazze Diana, so cosa volete tutte nonostante quello che dite >> lei alzò gli occhi al cielo sbuffando:<< Io non sono le altre >> << Lo so e proprio per questo vorrei che tu fossi felice >> di nuovo lei sbuffò:<< Allora stai zitto e baciami maledizione >> si bloccò e arrossì improvvisamente non appena si rese conto di quello che aveva detto: ok, aveva bevuto la felix ma poteva la pozione farle quell’effetto? Insomma portare fortuna era diverso dall’aprire bocca senza peli sulla lingua, insomma non era da lei e poi…ma le labbra di Tony sulle sue le impedirono di pensare ancora e quando sentì le mani di lui che le stringevano la vita portò le proprie sulle sue guance sorridendo per la barba di lui che le pizzicava i palmi.

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Si staccarono molti minuti dopo quando un brivido di freddo le percorse la schiena e Tony le sorrise sfiorandole il collo con la punta del naso:<< Dobbiamo rientrare, stai tremando >> sollevando gli occhi per guardarlo Nana fece un piccolo sorriso:<< Non credo che sia per il freddo >> non aveva mai provato niente del genere per nessuno e, proprio perché non l’aveva mai provato, poteva immaginare che cosa le stava succedendo.

<< È una proposta signorina Lightqueen? >> << Dipende da quale sarà la sua risposta signor Dumas >> il sorriso di Tony si allargò, non si sentiva così bene da molto tempo e, per una volta, decise di seguire l’istinto e di lasciarsi andare, era troppo tempo che era infelice senza un vero e proprio motivo.

<< Penso tu possa immaginare quale sarà la mia risposta >>

 

Quando riaprì gli occhi la mattina dopo Tony guardò la ragazza addormentata nell’altra metà del suo letto; Diana indossava ancora il suo vestito rosso e la giacca che lui le aveva prestato la sera prima; fece per allungare una mano e sfiorarle un fianco ma poi quello che era successo la notte prima lo bloccò.

Tutto era cominciato per il meglio, ma quando erano finiti in camera stesi sul letto e lui aveva fatto scivolare la mano oltre l’orlo del vestito di Diana lei si era irrigidita e i suoi occhi si erano spalancati impauriti; non aveva detto niente ma non ce n’era stato bisogno, gli era bastato guardare quegli enormi occhioni spaventati per sentirsi male e per infrangere la bolla di felicità in cui pensava di essere caduto.

<< Anthony… >> abbassò la testa sentendosi chiamare e trovò la sua compagna notturna rannicchiata contro il suo petto che lo guardava sorridendo:<< Buongiorno >> le sussurrò incapace di restare serio davanti a quegli occhioni da cucciola:<< Mi dispiace per ieri sera >> mormorò poi lei allungando una mano per stringere quella di lui:<< Ti dispiace per cosa? >> le domandò anche se poteva benissimo immaginare a cosa lei si stesse riferendo:<< Mi sono spaventata, volevo farlo, davvero…ma quando tu hai… >> poi diventando come al solito rossa come un peperone si nascose contro il petto di lui borbottando a mezza voce il resto della frase, fu così che Tony le fece scostare il viso da sé e la guardò dolce:<< Io ho cosa? >> lei scosse il capo:<< Non sei tu…è che io…io… >> cercò ancora di nascondersi ma lui non glielo permise:<< Sei tu cosa? >> lei abbassò gli occhi nervosa poi mormorò timidamente:<< Non l’ho mai fatto prima e mi sono spaventata >> poi sollevando viso e mani per sfiorare le braccia di lui aggiunse:<< Non che non voglia farlo! Voglio! >> Tony sorrise a quelle parole:<< Ma se fossi un disastro? >> << Diana…tesoro tu non potrai mai essere un disastro >> poi chinandosi fino a pochi centimetri dalla sua bocca aggiunse sorridendo:<< Ma faremo le cose per bene, con tutti i riti del caso >> lei lo guardò sorpresa:<< Riti? >> Tony annuì:<< Sì signorina Lightqueen, stasera ti porto fuori a cena, è ora di avere un vero primo appuntamento >>

There’s just no rhyme or reason
Only this sense of completion

And in your eyes, I see the missing pieces

I’m searching for, I think I found my way home

L’amore inespresso è come il vino tenuto
 nella bottiglia: non placa la sete 

George Herbert

Camera di Dorian e Margaret Atelier

<< Dovrei mandare in cucina anche te, ma non so quanto ti servirebbe come punizione, credo che questo sia più utile a farti crescere Philip >> e gettando un sacchetto di pelle sulla scrivania suo padre aveva aspettato che lui allungasse una mano e che lo aprisse:<< Prenderai parte ai giochi insieme agli altri >> poi porgendogli un pezzo di pergamena aggiunse:<< Non era una richiesta, ora vai >> e l’aveva congedato così, con un ordine quanto mai assurdo e il suo prossimo mese di vita rovinato!

Lui non voleva partecipare a quegli stupidi giochi, non aveva minimamente idea o voglia di trovarsi una compagna o addirittura di sposarsi ma sapeva fin troppo bene che quando Dorian Atelier decideva qualcosa, niente e nessuno poteva fargli cambiare idea e per certi versi lui se l’era andata a cercare.

Era così assorto nei suoi pensieri da non accorgersi di dove stava andando e quando se ne accorse ormai era troppo tardi e la giovane davanti a lui cadde a terra sollevando poi gli occhi acquamarina per guardarlo arrabbiata:<< Ti diverti tanto a farmi cadere Atelier? >> domandò poi rimettendosi in piedi e raccogliendo la bacchetta che le era scivolata dallo chignon mentre ora i suoi capelli le ricadevano in morbide onde sulle spalle:<< Credimi Delacroix, se volessi divertirmi te ne accorgeresti >> poi avvicinandosi mettendo in evidenza la loro notevole differenza di altezza nonostante Fanny non fosse esattamente piccola aggiunse:<< Se non fossi così bassina probabilmente ti avrei notata prima >> la ragazza incrociò le braccia sotto al seno guardandolo male:<< Bassina? Senti un po’ non puoi chiamare le persone così solo perché tu sei una specie di gigante chiaro? >> Phil sorrise divertito:<< Sono comunque più alto di te >> Fanny arricciò il naso nervosa:<< Non siamo bambini e non sei all’asilo Atelier, forse è ora che cresci >> innervosito per l’ennesimo riferimento al suo essere infantile Philip imprecò tra i denti:<< Proprio tu vieni a darmi lezioni? >> << Cosa vuol dire proprio io? >> domandò lei innervosita a sua volta:<< Nulla lascia perdere Delacroix, ci vediamo ok >> poi salutandola con la mano si incamminò verso le scale.

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Rimasta sola e ancora un po' scossa dalle minacce di Ethan e dalla scoperta di quanto il suo ex avesse tradito la sua fiducia, Fanny, decise di scendere in giardino, era tardi e probabilmente faceva un freddo cane ma non aveva nessuna voglia di tornare in camera e affrontare di nuovo Jenkins e i suoi folli piani per rovinare gli Atelier.
Arrivata sotto al portico di pietra la giovane guardò il giardino coperto da una spolverata di neve, non ne era caduta molta ma era comunque molto bello e rilassante, proprio quello di cui aveva bisogno.

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Stava per sedersi su una delle panchine e trasfigurare il suo cappotto in una calda coperta di lana quando alzando gli occhi incrociò una figura che si muoveva e veniva nella sua direzione.

Aguzzò la vista per poter vedere meglio visto il buio e pian piano l’ombra assunse la forma di un animale su quattro zampe che si avvicinava.

<< No…non di nuovo… >> e cercando di non alzarsi di scatto e mettersi ad urlare guardò il ghepardo, sì lo stesso dell’altra volta a quanto pareva, che si avvicinava sinuoso, sembrava quasi puntare proprio lei…poi quasi ridendo si rese conto che a quell’ora di notte non c’erano molte persone in giardino!

Restò immobile con il fiato sospeso fino a quando l’animale non arrivò a pochi passi da lei e le si fermò davanti guardandola con curiosità:<< Che cosa vuoi? Che cosa stai facendo? >> domandò poi allarmata quando lo vide avvicinarsi e cominciare ad annusarla come se stesse pregustando un succulento bocconcino:<< Vai via…io non sono… >> stava per allungare una mano e prendere la propria bacchetta quando l’animale le arrivò ad un soffio dal naso guardandola fisso negli occhi: aveva due occhi azzurro scuro, quasi blu, erano strani, non sembravano quasi gli occhi di un felino, non aveva mai visto un gatto o un suo simile con occhi del genere…fece per muoversi ma l’animale scese con le zampe dal suo grembo e dopo averla guardata ancora una volta si voltò cominciando a muoversi nella direzione opposta alla sua.

<< Aspetta! Aspettami! >> e senza sapere nemmeno lei quello che stava facendo Fanny si avvolse nella coperta cominciando a rincorrere la bestia per il prato…rincorrere un ghepardo, che idea stupida!


Girò di scatto dietro alla serra dove aveva visto sparire l’animale quando:<< Ahia! >> andò a sbattere contro qualcosa di duro ed enorme, alzò gli occhi per vedere che diavolo fosse e si ritrovò nuovamente a specchiarsi negli occhi azzurro-blu di Philip Atelier:<< E tu che ci fai qui? Credevo fossi andato in camera tua >> gli domandò poi più curiosa che arrabbiata per averci sbattuto contro per l’ennesima volta:<< Innanzitutto delle scuse sarebbero gradite Delacroix >> le ricordò con un mezzo sorriso poi vedendo che aveva il fiato corto aggiunse:<< Da cosa stai scappando? >> lei scosse la testa:<< Non sto scappando, stavo seguendo il ghepardo che… >> Phil la guardò come se fosse da internare:<< Ghepardo? Quale ghepardo? >> Fanny cercò di non dare i numeri, era la seconda volta che lo vedeva, non poteva esserselo immaginato:<< Quello che gira qui in giardino, andiamo non vorrai dirmi che non è vostro… >> << Un ghepardo qui? Andiamo Delacroix sei seria? Come ti viene in mente? >> << Ma devi averlo visto, è venuto proprio da questa parte, devi… >> la risata di Philip la bloccò e il ragazzo si sciolse e rilegò velocemente il codino biondo che portava alla nuca:<< Io non ho visto niente, te lo sarai immaginato >> << Ma devi averlo… >> poi sbuffando e lasciando cadere il discorso aggiunse:<< Che cosa ci fai qui? Quando ci siamo visti prima stavi andando di sopra >> Phil annuì e alzò la mano sinistra mostrandole una burrobirra:<< Assaporo l’ultima notte di libertà >> allo sguardo curioso di Fanny aggiunse:<< Ho fatto arrabbiare mio padre e lui ha pensato bene di punirmi facendomi partecipare ai Jeux d’amour >> la ragazza sorrise:<< Beh è eccessivo chiamarla punizione >> Phil bevve una generosa sorsata:<< Parla per te, a me la mia vita va benissimo così com’è, non mi voglio sposare e non voglio nessuna fidanzata che mi giri intorno >> << Bugiardo >> la frase le uscì prima che potesse impedirsi di farlo:<< Come scusa? >> Fanny arrossì fino alla punta dei capelli:<< Beh a scuola…a  Beauxbatons, eri pieno di ragazze, chiunque cadeva ai tuoi piedi e ne cambiavi una a settimana, non sembravi esattamente il tipo che non vuole relazioni >> Phil fece spallucce:<< Cambiano tante cose in due anni, ho capito che quella non è la vita che fa per me, ma ora non penso di avere molta scelta >> << Non sei obbligato a trovare qualcuno, partecipare non vuol dire… >> all’improvviso Fanny se lo trovò più vicino di quanto avesse immaginato

<< È qui che ti sbagli reginetta delle fate, nessuno è immune alla magia dei Jeux d’amour, se non sei tu a trovare l’amore è lui che trova te >> per un attimo Fanny restò imbambolata davanti alle sue parole:<< È lui che…che trova… >> ma Phil non le lasciò finire la frase mettendole un dito sotto al mento per farglielo sollevare verso il proprio:<< Esatto fatina, ora fai la brava e vai a dormire, finché rispondo ancora di me >> aveva quasi sussurrato l’ultima parte ma Fanny doveva averla sentita comunque visto come i suoi occhi si spalancarono:<< Philip… >> ma il resto della frase che stava per dire fu fermato dalle labbra di lui che velocemente sfiorarono le sue:<< Buonanotte Delacroix, sogni d’oro >> e strizzandole l’occhio si smaterializzò lasciandola dietro la serra avvolta nella sua coperta.

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Quando riaprì gli occhi la mattina dopo Fanny si ritrovò sola nella sua camera, era salita poco dopo che Philip si era smaterializzato e aveva cercato di addormentarsi il prima possibile per evitare di incrociare anche solo per sbaglio Ethan ma lui sembrava non aver rimesso piede in camera, chissà dov’era finito...

Stava per alzarsi quando un flash della sera prima le attraversò la mente bloccandola sul posto: Philip Atelier l’aveva baciata! Certo si era trattato di un veloce bacio a stampo, niente di epico ma allora perché? Perché l’aveva fatto e perché lei ora gli stava dando tutta quell’importanza?

Scuotendo la testa e cercando di tornare alla normalità un altro pensiero la bloccò: possibile che lei fosse l’unica a vedere quel dannato ghepardo? Se lo era davvero immaginato o Philip le nascondeva qualcosa? Insomma una volta poteva essere un caso, ma due?

 
I know that it might sound more than a little

Crazy, but I believe

 

Quando il vino entra, 
strane cose escono.

Johann C. Friedrich von Schiller

Atena Vladimir…Atena Vladimir era quella specie di ninfa dai capelli dorati e gli occhi celesti che lui aveva incontrato sulla terrazza quel pomeriggio…
Seduto sul bordo del proprio letto Ethan ancora faticava a digerire la ver
ità…come diavolo era possibile? Come poteva quella specie di asociale malvestita strana ragazza, decisamente maschiaccio poi, essere diventata quella visione con il corpo da modella e il sorriso di una sirena?

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 No…quella ragazza stava sicuramente scherzando, non poteva succedere davvero, non poteva succedere a lui!

Deciso a scoprire la verità e a smascherare quella bugiarda, tutti mentivano e lui lo sapeva bene, si alzò poggiando la bottiglia sul comodino e avvicinandosi alla porta della camera e, a piedi e torso nudi, si avviò lungo il corridoio alla ricerca della verità.

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<< Aprimi! Dannazione aprimi! >> Talia alzò di scatto gli occhi dal libro che aveva tra le mani:<< Apri ti ho detto! >> conosceva quella voce imperiosa ma non si aspettava di trovarselo sulla porta a quell’ora di notte:<< Che cosa vuoi? >> domandò tenendo sempre la porta chiusa:<< Sei una bugiarda, voglio sapere come fai a sapere di Atena, voglio sapere chi te lo ha detto >> alzando gli occhi al cielo e cercando di non lanciargli una qualche maledizione attraverso la porta Tal aprì l’uscio trovandosi davanti Ethan Jenkins ridotto all’ombra di sé stesso:<< Chi me lo ha detto? Io c’ero se te ne sei dimenticato >> lo rimbrottò poi acida:<< Ora dimmi quello che devi e vattene, ho da fare >> non che leggere l’ennesimo manuale sugli ippogrifi fosse qualcosa di estremamente vitale, ma aveva bisogno di una scusa per non affrontare quell’uomo.

<< Dimmi chi…chi ti ha detto…raccontato quella storia >> biascicò appoggiando una mano sullo stipite della porta e facendo un passo avanti in modo che lei non potesse chiudergliela in faccia:<< Te lo ripeterò per l’ultima volta Jenkins: io sono Atena Vladimir, ora se hai finito di fare il tuo teatrino ti sarei grata se te ne andassi e mi lasciassi in pace >>

Ethan scosse la testa deciso, mossa decisamente sbagliata visto la quantità di alcol che aveva in corpo:<< Quanto hai bevuto? >> gli domandò lei quando lo vide barcollare leggermente:<< Non sono affari tuoi >> poi guardandola male aggiunse:<< E chi ti dice che ho bevuto? >> Talia strinse le labbra per evitare di buttarlo in corridoio mandandolo al diavolo:<< Forse il tuo alito, è peggio di una distilleria >> replicò spostandosi poi per farlo entrare e per evitare di vederlo cadere in stato comatoso sulla sua porta:<< Tu non sei Atena >> commentò ancora lui testardo mentre si sedeva sul letto di lei:<< E tu non sei nelle condizioni né di capire né di parlare >> gli ricordò quando avvicinandosi lo aiutò a stendersi:<< Non sono un bambino >> un piccolo sorriso scivolò sulle labbra di Talia:<< Sì, come dici tu Jenkins >> poi alzandosi si avvicinò alla porta del bagno:<< Vado a prendere un paio di asciugamani, vedi di non ucciderti nel frattempo >> << Vai al diavolo bugiarda, non ho bisogno di… >> ma mentre alzava la testa di scatto per gridarle dietro di nuovo la stanza si mise a girare e Tal dalla porta sorrise divertita:<< Dicevi? >> Ethan non rispose ma alzò una mano mostrandole il dito medio facendola immancabilmente sorridere ancora di più.


<< Vedo che quando vuoi sai fare il bravo bambino >> commentò Talia uscendo dal bagno con un asciugamano umido e uno asciutto:<< Vai al diavolo >> mormorò Ethan a mezza voce e con gli occhi chiusi dal momento che la stanza continuava ancora a girare:<< Stai fermo e lasciami fare ok? Vedrai che dopo starai meglio >>

<< Che cosa vuoi fare? >> domandò poi vedendo che lei si stava allungando verso il comodino prendendo una boccetta che vi era appoggiata sopra:<< Solo farti dormire un po’ >> << Io non prendo… >> << Intrugli di cui non so il nome? >> lo canzonò lei con un sorriso agitandogli la boccetta davanti:<< È solo un po’ di Distillato di morte vivente, ti farà dormire meglio >> Ethan non replicò, la mente ancora ferma alle prime parole della bionda:<< Come sapevi che stavo…che volevo dire… >> Talia scosse la testa:<< Perché hai avuto la stessa reazione davanti ad semplice pozione pepata e sei rimasto lo stesso idiota sbruffone che faceva l’assistente a Durmstrang, ancora mi chiedo come potessi piacermi >> gli rivelò poi senza curarsi di quello che stava dicendo:<< Atena… >> e ricordando anche lui il loro primo incontro Ethan rimase immobile a fissare la bionda che versava poche gocce della pozione in un bicchiere puntandoci poi contro la bacchetta per aggiungervi dell’acqua.

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<< Avanti bevi >> e guardandolo come se fosse stato un bambino Talia gli allungò il bicchiere:<< Mi prendo cura di draghi, Kelpie e addestro cuccioli di ippogrifi, penso di saper curare una sbornia, coraggio bevi >> lui allungò la mano per prendere il bicchiere e nel farlo notò le piccole linee più chiare, del tutto simili a dei graffi, che lei aveva sulla mano.

<< Non guardarli come se non li avessi mai visti, è stata colpa tua >> replicò Talia nervosa:<< Mia? Che cosa…eri tu che… >> lei alzò gli occhi al cielo:<< Io stavo solo tenendo compagnia a quella povera bestia che il preside teneva rinchiuso come un trofeo, sei tu che lo hai spaventato >> memore delle parole che le aveva detto già all’epoca Ethan scorse la bocca:<< Gli ippogrifi non sono animali da compagnia >> le ricordò nuovamente e a Tal sembrò di essere tornata indietro nel tempo a quel pomeriggio dove il povero animale spaventato dalla voce di Ethan aveva ferito lei alla mano, fortunatamente non era successo nulla di grave, ma lei ancora incolpava lui di ciò che era successo.

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Quando Jenkins ebbe bevuto tutta la pozione lei fece per alzarsi e tornare al suo libro quando la mano di lui la trattenne:<< Aspetta…che cosa ti è successo? >> lo sguardo di lei dovette parlare da solo perché si affrettò ad aggiungere:<< Non sei come ti ricordavo…sei cambiata >> poi prima di poter ascoltare la sua risposta però girò la testa sul cuscino crollando in un sonno profondo.

Mentre lo guardava dormire Tal ripensò al giorno del suo diploma, il giorno in cui l’uomo che ora dormiva nel suo letto le aveva spezzato il cuore.

<< Perché dovrei interessarmi ad una studentessa? Ad una stramboide che parla con gli ippogrifi e coccola i Kelpie poi >> la voce di Ethan era fredda e crudele e a lei, giovane diciassettenne, si era spezzato il cuore, si era sentita sola, rifiutata e per qualche tempo aveva tenuto tutti a distanza credendo che nessuno al mondo l’avrebbe mai accettata per chi era o per quello che le piaceva, poi aveva iniziato a frequentare il corso per diventare magizoologa e le cose erano cambiate, aveva conosciuto persone come lei, appassionate di animali come lo era lei e poi aveva conosciuto Phil…sarebbe stata persa senza il suo amico e lo sapeva bene; tuttavia guardando l’uomo addormentato a pochi metri da lei, guardando quei capelli color caramello, quelle lunghe ciglia che coprivano gli occhi più profondi che avesse mai visto, quelle labbra sottili ma dannatamente invitanti, seppe che nonostante tutto nella sua vita fosse cambiato, il suo cuore continuava comunque a spingerla verso Ethan Jenkins.

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La mattina dopo fu la luce che filtrava dalla finestra a svegliarlo, la testa che ancora gli doleva ma meno dei soliti “mattini dopo”, si girò per vedere se la sua compagna di stanza dormisse ancora quando i suoi occhi incrociarono una figura rannicchiata sul divano dolcemente avvolta in una coperta e con un cuscino sotto la chioma biondo grano: non era in camera sua e di certo quella non era Fanny Delacroix…ma quindi cos’era successo? Aveva sognato una specie di incontro con Atena Vladimir, la ragazzina che a scuola si era presa una cotta per lui, aveva pure sognato che quella ninfa di Talia Roux gli avesse rivelato di essere Atena, che sogno stupido…però la Roux era lì, a pochi metri da lui sul divano, se erano finiti nella stessa camera allora…

Si alzò avvicinandosi al divano, si mise in ginocchio in modo da essere alla stessa altezza del viso di lei e allungò una mano come per accarezzarla, ci era quasi riuscito quando la mano candida di Talia gli bloccò il polso e lei spalancò i suoi grandi occhi azzurri:<< Vedo che ti sei svegliato Jenkins, dormito bene? >> poi allontanando la mano di lui da sé aggiunse:<< Non farti strane idee, non è successo niente finora e non succederà mai >>

I knew I loved you before I met you
I think I dreamed you into life

I knew I loved you before I met you

I have been waiting all my life

I am complete now that I found you

 

La forza sconvolgente del vino penetra l’uomo
e nelle vene sparge e distribuisce l’ardore 

Tito Lucrezio Caro


Continuando a camminare nella stanza con le luci spente Eve allungò le mani per raggiungere i bottoni della camicetta che si trovavano sulla sua schiena; lanciò l’indumento una volta slacciato sul letto e calciò le scarpe ai lati opposti della stanza, avrebbe rimesso a posto tutto più tardi, ma in quel momento aveva bisogno di un bel bagno caldo con tanta, tantissima schiuma…
Si portò le mani sul pantaloni slacciando il bottone e facendoli scivolare lu
ngo le proprie gambe per poi scavalcarli con un piccolo salto; Mat le aveva detto di avere un paio di cose da fare e che l’avrebbe raggiunta più tardi, quindi aveva tutto il tempo di rilassarsi un po’.

Aperta la porta del bagno sorrise vedendo l’enorme vasca da bagno e ringraziando il cielo che Matisse fosse un’amante dei lunghi bagni perché era proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento.

Con un incantesimo non verbale aprì il rubinetto dell’acqua e si avvicinò alla mensola sotto lo specchio per scegliere uno dei tanti bagnoschiuma.
La camera era immersa nel buio e nel silenzio, forse stava dormendo, forse non era stata una grande idea andare lì, forse non…ma che cosa andava blaterando? Doveva vederla, voleva assolutamente vederla!

Mentre camminava come un ladro all’interno della sua camera cercando di non fare rumore Fabian quasi inciampò in un ammasso informe sul pav
imento, abbassò gli occhi accendendo la punta della bacchetta e riconobbe i jeans scuri di Eve, alzò gli occhi e notò altri due indumenti a terra poco prima della porta del bagno.

Cercando di fare piano si avvicinò alla porta socchiusa restando immobile ad ammirare la sirena coperta di schiuma alla tremula luce delle candele che con gli occhi chiusi si rilassava nella sua vasca da bagno.

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Restò lì ancora per qualche minuto poi cercando di non fare rumore, le si avvicinò.


Un piccolo mugolio di piacere le sfuggì dalle labbra quando due mani calde iniziarono a massaggiarle le spalle, conosceva quelle mani e poco importava se era un sogno, era sempre meglio della solitudine a cui lui l’aveva abbandonata.
Sentì due labbra morbide scivolarle sul collo e un respiro caldo farle venire la pelle d’oca, poi:<< Mirra e anice, il mio preferito >> il bisbiglio al suo orecchio le fece spalancare gli occhi di colpo trovando le mani di Fabian su
lle sue spalle e il suo viso a pochi millimetri dal suo, non era un sogno…

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<< Che ci fai qui? >> lui sorrise:<< È camera mia, posso venirci quando voglio >> Evangeline lo guardò nervosa:<< Sai cosa intendo, non dovresti essere qui >> lui le sorrise alzando una mano per accarezzarle una guancia:<< Sono esattamente dove voglio essere, dove avrei dovuto essere anche nelle scorse due settimane >> << Sei tu che hai voluto andartene >> replicò Eve anche se sapeva che lui non aveva tutti i torti:<< Ero ferito, puoi forse biasimarmi? >> lei fece per rispondere ma con un dito Fab le chiuse le labbra:<< Ad ogni modo basta parlare, abbiamo parlato per giorni e non è servito a niente >> poi rialzandosi in piedi la guardò sorridendo malizioso:<< Vestiti, risolveremo la cosa come abbiamo sempre risolto tutto il resto >> << Cioè? >> lui sorrise tronfio:<< Sul campo, honey >> poi avvicinandosi alla porta aggiunse:<< Ti aspetto in camera, sbrigati >>

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Dieci minuti dopo, con tanto di piumini, sciarpa e guanti, Fabian e Eve erano a cavallo delle loro scope sul campo sul retro dell’hotel:<< Che cosa vuoi fare? >> gli domandò poi dal momento che lui non le aveva ancora spiegato che cosa aveva in mente:<< Ho bisogno di sfogare un po’ di questa tensione, che ne dici di un po’ di allenamento alla vecchia maniera? Io ti miro e tu cerchi di schivare i miei bolidi? >> conoscendo bene la bravura del ragazzo nel suo ruolo, non a caso era diventato il capitano della nazionale nel giro di due anni, Eve deglutì appena:<< Non mi farai male vero? >> << Devi fidarti di me per saperlo >> stava di nuovo giocando con lei, la stava di nuovo stuzzicando ma quella sera non se ne sarebbe rimasta zitta, Fab voleva giocare? Bene avrebbero giocato in due.

<< Sei diventata lenta Eve >> la derise lui mentre lanciava l’ennesimo bolide e lei lo schivava per un pelo:<< Sono vestita come un eschimese, non è facile volare così >> lui rise acido:<< Scuse, tutte scuse >> e senza darle il tempo di riprendere fiato colpì di nuovo il bolide con la mazza indirizzandolo verso di lei.
Non voleva farle male o essere cattivo ma come aveva detto in camera av
eva un po’ di nervosismo da sfogare e la sola cosa che lo calmava era sempre stata colpire quei maledetti bolidi, per quello era così bravo…
<< Ma sei pazzo? Potevi uccidermi! >> la voce di lei lo riportò alla realtà e al bolide che l’aveva quasi centrata:<< Te l’ho detto, sei lenta >> << Lenta? Davvero? >> poi pronunciando un incantesimo e facendosi apparire l’altra mazza tra le mani si preparò a colpire a sua volta il bolide:<< Vediamo chi è lento adesso >> e colpendo la palla la indirizzò dritta verso di lui, sapeva di non avere la sua forza o la sua mira ma voleva per lo meno provarci, era stufa di subire e basta in quell’estenuante infinita litigata!

<< Vuoi la guerra? >> ad ogni colpo Fabian continuava a guardarla e davanti agli occhi gli passavano i ricordi più belli che aveva con lei, rivide i primi giorni della loro amicizia,Image and video hosting by TinyPic le loro sciocche discussioni che finivano sempre con Eve che gli faceva la linguaccia e correva via,

Image and video hosting by TinyPicrivide i suoi sorrisi, i loro baci…

Colpì il bolide automaticamente ma capì quello che stava per succeder ancora prima che accadesse davvero.

Guardò la palla passare a pochi centimetri dalla testa di Eve e lei, per evitarla, si sbilanciò un po’ troppo; sarebbe stata una cosa da niente se i guanti di lana non avessero reso scivolosa la sua presa sulla scopa impedendole di restarvi aggrappata:<< Eve! >> e senza pensarci Fabian si lanciò nella sua direzione per afferrarla prima che cadesse al suolo.

Evangeline si sentì afferrare per la vita a poche decine di metri dal prato e, quando Fab la rimise con i piedi per terra, si voltò a guardarlo con gli occhi che mandavano lampi:<< Dovevo fidarmi di te eh? Dovevo fidarmi? Mi hai quasi fatta ammazzare! Sono stufa di giocare! Sono stufa di tutta questa storia, vuoi rovinarmi l’esistenza? Vuoi farmela pagare? Beh io non ci sto, arrangiati da solo la prossima volta >> poi girandosi fece per dirigersi verso l’ingresso e rientrare quando Fabian allungò una mano afferrandole un braccio:<< Aspetta, Eve ti prego >> lei si girò come una furia:<< Aspettare cosa? Ho aspettato giorni che ti passasse o che per lo meno ti decidessi a parlare con me ma non è… >> e mentre gli urlava contro cominciò a colpire il suo petto con i pugni, era così presa da ciò che stava facendo da non accorgersi che le sue gambe si erano intrecciate a quelle di Fabian e che ora entrambi stavano cadendo sull’erba.
<< Stai bene? >> le domandò lui allentando un po’ la presa attorno al corpo di lei che era finita proprio sopra di lui:<< Io sì…tu stai… >> Fabian sorr
ise:<< Sto bene >> poi fissandola dritto in quegli occhi grigi che amava alla follia la sua bocca fece quello che il suo cuore e il suo cervello pensavano prima che gli mancasse il coraggio e sollevando il viso di quei pochi centimetri trovò le sue labbra con tutta al naturalezza del mondo.

Rimasero immobili per un attimo poi chinandosi a sua volta Eve lo baciò di nuovo facendolo sorridere.

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Gli bastò smaterializzarsi per ricomparire all’interno della camera di Eve a pochi passi dal suo letto:<< Fabian…Fab…non…dobbiamo… >> lui continuò a baciarla mentre con le mani le scioglieva il nodo della sciarpa di Beauxbatons:<< Dobbiamo invece, abbiamo parlato abbastanza >> << Non siamo più…non siamo più fidanzati >> lui la lasciò per un istante guardandola serio:<< Lo so, per questo ti sto seducendo signorina Duchamp…ti farò innamorare di nuovo di me, ti farò perdere la testa ancora una volta >> Eve lo baciò sorridendo evitando di dirgli che lei lo amava già e che, anzi, non aveva mai smesso ma era bello pensare che lui era disposto a corteggiarla di nuovo, che voleva farla innamorare ancora…lo lasciò fare e sorrise di nuovo quando sentì il soffice piumone del letto sotto di sé e il corpo atletico di Fabian che la sovrastava…


Sarebbe rimasto lì per ore a guardarla dormire avvolta nelle sue lenzuola con quel delicato profumo misto al suo, sarebbe rimasto lì per tutto il giorno ma dopo quello che avevano fatto e, soprattutto, dopo quello che le aveva promesso prima di farla di nuovo sua, Fabian sapeva che doveva andarsene di lì prima che Eve aprisse gli occhi, voleva riconquistarla ma voleva farlo come si deve; la guardò per un ultimo istante sorridendo per poi alzarsi, rimettersi la maglietta e i jeans e lasciare la stanza.

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Girandosi nel proprio letto Evangeline si ritrovò sola in mezzo alle coperte, era stato un sogno? Si era immaginata tutto? Affondò la testa nel cuscino sconsolata ma un intenso profumo di anice l’avvolse e un sorriso le si disegnò sul viso: non era stato un sogno…i sogni non profumavano e poi le lenzuola nell’altra metà del letto conservavano ancora il calore di un altro corpo…

<< Andiamo non dirmi che è così strano, voglio dire voli su una scopa, fai magie, google maps è una bazzecola in confronto >>

Sebastian scosse la testa guardando Adrienne che camminava accanto a lui, aveva una strana luce negli occhi quando parlava di quelle diavolerie tecnologiche che i babbani si erano inventati per ovviare alla magia e l’avrebbe ascoltata parlare per ore e ore anche se di quei maps o mappe non ci capiva proprio niente…

<< Beh…allora…buonanotte >> e avvicinandosi alla porta della sua camera Adri si girò a guardarlo con un piccolo sorriso:<< Buonanotte Adrienne >> lei alzò una mano per salutarlo ma Seb, preso da un moto di coraggio di cui Tobias sarebbe stato moto fiero, si avvicinò sfiorandole la guancia con le labbra:<< Sogni d’oro >> le mormorò poi ad un soffio dal suo orecchio:<< Sogni d’oro >> ripeté lei ancora imbambolata a guardarlo ma quando si girò per aprire la porta della sua camera fu spinta indietro da una forza invisibile cadendo a terra:<< Ahia! >> in un secondo Seb le su affianco inginocchiandosi per darle una mano a rimettersi in piedi:<< Stai bene? >> lei annuì tornando poi a guardare la porta incriminata:<< Ma non riesco ad entrare, è come se ci fosse una parete di gomma che mi rimbalza indietro >> tirando fuori la bacchetta e girandosi verso la porta Seb chiuse gli occhi prendendo fiato, poi mormorò a bassa voce un paio di incantesimi.

Adrienne lo guardò in silenzio affascinata: Sebastian diventava diverso quando si parlava di magia, quando usava la sua bacchetta o le spiegava tutte quelle cose incredibili sul mondo dei maghi i suoi occhi si illuminavano, la sua voce diventava più sicura, i suoi gesti più decisi…era davvero, davvero molto attraente così…ripensando poi alla frase che lui aveva usato durante il pomeriggio che avevano passato insieme sorrise: lui era davvero il ragazzo più intelligente che avesse mai conosciuto e lei aveva un debole per gli uomini così brillanti, se erano impacchettati in un corpo come quello di Sebastian Delacroix poi…

<< È un colloportus >> << Un collo che? >> domandò Adri tornando alla realtà:<< Un incantesimo, la porta è chiusa dall’interno e non si può aprirla in nessuno modo >> la ragazza rimase immobile per quasi un minuto poi alzando gli occhi su quelli di Seb domandò ingenuamente:<< E io ora dove andrò a dormire? >> di nuovo uno strano coraggio lo invase, che Toby si fosse impossessato di lui? Che usasse l’imperius o un qualche incantesimo a distanza?
Ad ogni modo Seb fece spallucce guardando la splendida morettina davanti a lui:<< Vieni in camera mia >> non si scompose nemmeno visto il doppio senso chiaramente insito in quella frase, ma nemmeno Adri parve scioccarsi più di tanto:<< E Elpis? >> Seb fece un paio di passi avviandosi verso la sua stanza:<< Ci penseremo quando arriverà, al massimo trasfigurerò il tavol
ino in un letto >> Adri sorrise raggiungendolo:<< Mi piacerebbe vedertelo fare sai >> sorridendo fiero Seb le poggiò un braccio sulle spalle attirandola vicino a sé:<< Ogni suo desiderio è un ordine signorina >> ed insieme salirono le scale che portavano alla camera.

<< È mattina! Accidenti mi sono addormentata! >>  

<< È mattina! Accidenti mi sono addormentata! >> Seb fu svegliato dalla voce agitata di Adrienne che, alzatasi di scatto dal letto di Elis, stava cercando le sue scarpe e il maglione che aveva addosso la sera prima:<< Adri…Adri calmati…ti sei solo addormentata, può succedere >> la ragazza non accennò a calmarsi:<< Sì, lo so ma…io devo…ho un appuntamento più tardi e… >> poi raccogliendo velocemente le sue cose uscì dalla stanza lasciando Sebastian solo, ancora a letto e ancora in pigiama!

Una volta in corridoio Adri si bloccò per un attimo a riprendere fiato e ad analizzare quello che era appena successo: si era svegliata nella camera di Sebastian, sì certo aveva dormito nel letto di Elpis Medea quindi tra di loro non era successo niente, ma lei lo avrebbe voluto invece.

Sì? 
No?

Si passò le mani nei capelli cercando di ricomporsi: che cavolo le stava succedendo? Da quando le aveva dato quel bacio sulla guancia per augurarle la buonanotte la sera prima Adri aveva iniziato a fantasticare su un bacio un po’ meno fraterno, un po’ meno casto e decisamente più passionale.

Ma che cosa aveva il suo cervello adesso? Quando lui le aveva proposto di dormire nella sua camera ci era mancato poco che si fosse infilata nel letto di Seb con la scusa del freddo, moriva dalla voglia di abbracciarlo di nuovo, aveva perfino accennato al suo appuntamento di quel giorno per avere una qualche reazione da lui ma Delacroix sembrava così tranquillo e rilassato, come se non gli interessasse…eppure da come si comportava avrebbe giurato di interessargli, almeno un po’…scuotendo di nuovo la testa e sperando di riuscire ad entrare in camera visto che aveva bisogno di una doccia e di cambiarsi Adrienne cominciò a scendere le scale mentre una piccola idea si faceva largo nella sua mente: se Seb faceva l’indifferente ci avrebbe pensato lei a fargli cambiare idea!

I knew I loved you before I met you
I think I dreamed you into life

I knew I loved you before I met you

I have been waiting all my life

 

 

La felicità, come un vino pregiato,
deve essere assaporata sorso a sorso.

Ludwig Feuerbach

<< Ciao micina, che cosa ci fai qui? >> e Aric sorrise vedendo entrare Delwin nella palestra che aveva scovato quella mattina girovagando per l’hotel e che aveva deciso di usare quella sera per sciogliersi un po’ i muscoli:<< Devo parlare con te Dellbert >> lui sorrise restando comunque attaccato alla trave su cui si stava allenando


<< Dellbert? Come sei formale micina >> Delwin arricciò il naso a quel nomignolo e lui sorrise, la adorava quando faceva quella smorfia:<< Puoi scendere da lì così parliamo da persone civili? >> gli domandò allora accigliata visto che lui non accennava a muoversi

<< Ehi…Delwin…va tutto bene? >> e lasciando la trave Aric atterrò a terra avvicinandosi poi a lei e mettendole le mani sulle spalle:<< No che non va bene! >> buttò fuori lei scostandosi poi da Aric come se fosse stata scottata:<< Non va bene per niente! >> capendo che c’era qualcosa che la turbava lui rimase immobile guardandola negli occhi:<< Che cos’è successo? Mi sembrava che andasse tutto bene stamattina >> Delwin incrociò le braccia sul petto:<< Stamattina…già, stamattina quando mi sono svegliata a casa tua nel tuo letto? O stamattina quando mi hai detto ciao appena arrivati qui e mi hai piantata in asso? >> ora si spiegava tutto, le era mancato…non riuscendo a resistere le labbra di Aric si aprirono in un sorrisetto gongolante che Del trovò altamente irritante quasi come le sue successive parole:<< Se ti sono mancato basta dirlo micina, sono sempre qui ogni volta che mi vuoi >> la Lohan alzò gli occhi al cielo sbuffando:<< Ma non sei capace di essere serio? Non sto scherzando Aric! >> chinando il capo e facendo un piccolo inchino lui si appoggiò ad uno dei pali che sorreggeva la trave:<< Ok, spiegati allora >>


la vide deglutire nervosa e stringere le mani cercando di calmarsi:<< A che gioco stai giocando? >> << Gioco? >> domandò lui perplesso:<< Sì, gioco >> poi guardandolo arrabbiata aggiunse:<< Mi inviti ad uscire, mi affibbi stupidi nomignoli e poi, quando mi porti a vedere la tua città mi ritrovo davanti quella specie di odiosa bambola di porcellana che marca il territorio e tu non fai niente per… >> << Ti ho già detto che non c’è mai stato niente con Ann, siamo solo amici >> Delwin continuò per la sua strada imperterrita:<< Ma sarebbe potuto succedere vero? Lei è il genere di ragazza che piace a voi uomini; sexy, affascinante, disinibita >> la risata di Aric la fermò ma la fece anche infuriare:<< Sto parlando seriamente, puoi darmi retta e smetterla di... >> << Ann non è il mio tipo >> le spiegò continuando a sorridere:<< Davvero Delwin, ho smesso di interessarmi a quel genere di ragazza quando ho capito che dalla vita volevo qualcosa di più profondo ed impegnativo che qualche corsa in moto e un po’ di ginnastica da letto >> << Ginnastica da... >> poi capendo che cosa lui intendeva fece finta di vomitare:<< Che razza di linguaggio è? >> lui fece spallucce:<< Scusa, colpa della vicinanza di mio cugino, sai lui è un tipo un po’ più pratico e alla mano, non si complica la vita come il sottoscritto >> << A me non sembri complicato >> commentò lei sovrappensiero:<< Dici così perché ancora non mi conosci micina >> Del sollevò per un istante gli occhi al cielo:<< Oh non fare tanto il misterioso, sei più semplici di quello che credi >> come sempre incapace di rinunciare ad una sfida Aric la guardò ghignando:<< Ah davvero micina? >> Delwin annuì convinta:<< Certo >> lui le indicò una panca per le flessioni lì accanto:<< Bene, vediamo se quello che dici è vero >> 

<< Cosa? Che stai dicendo? >> Aric sogghignò di nuovo poi incrociando le braccia sul petto entrò in modalità investigatore:<< Dunque vediamo: Delwin Candice Lohan, direi circa 20 anni, visto come hai reagito quando Reyna Black ti ha chiamato Candy posso supporre che non ti piaccia molto il tuo secondo nome – sogghignò di nuovo – ma devo dire che non mi dispiacerebbe assaggiare il tuo sapore caramellina >> << Sbirro! >> e cercando di non diventare rossa Del lo fulminò con gli occhi ma Aric non si scompose minimamente:<< Hai finito la scuola qualche anno fa, parli almeno tre, forse quattro lingue quindi il tuo lavoro ti porta ad avere a che fare con persone di paesi stranieri; non parli quasi mai della tua famiglia quindi non penso siate in buoni rapporti o non li vedi comunque molto spesso >> << Sì beh mia madre… >> << Ma ti mancano >> proseguì lui tranquillo come se stesse stilando la lista della spesa:<< Come lo fai a dirlo? Se non ne parlo mai non puoi… >> Dellbert si avvicinò sollevandole il mento con un dito:<< Sei una persona molto espressiva Delwin Lohan, mi è bastato guardare quegli occhioni marroni da cerbiatta che ti ritrovi per leggerci tutto quello di cui avevo bisogno >> 

<< I miei occhi sono azzurri >> precisò lei piccata:<< Lenti a contatto >> commentò lui sicuro:<< Ammetto che mi avresti ingannato, ma la notte in cui abbiamo dormito a casa mia ho notato che avevi un astuccio per le lenti sul comodino e ci ho sbirciato dentro >> poi avvicinando le labbra a quelle di lei aggiunse:<< Sono curioso di vederlo sai micina… >> << Cosa? >> domandò Del che in quel momento sapeva a malapena come si chiamava:<< Il colore naturale dei tuoi occhi >> poi poco prima di sfiorare le labbra di lei che già assaporava quel bacio si spostò guardandola ridendo:<< Ma stavamo parlando di me giusto? Avanti sono curioso di sapere che cosa sai di me signorina Lohan >> sbattendo le palpebre per cercare di non fare la figura del pesce lesso Delwin cercò di riprendersi:<< Non c’è molto da dire Aric Dellbert, vuoi passare per il classico tipo donne, moto e birra e potrebbe anche sembrare così, ma basta guardarti per capire che dietro c’è molto di più >> << Di più? Sicura  micina? >> Del annuì:<< Hai parlato con Diana per aiutarla a sciogliersi un po’ e a fare colpo su Anthony >> << Che? Non sono mica cupido… >> Delwin scosse la testa:<< Diana Lightqueen è la persona più timida che io abbia mai conosciuto in vita mia eppure con te si sente perfettamente a suo agio, non arrossisce, non balbetta o cose simili, l’hai messa a suo agio dal primo momento e hai fatto la stessa cosa anche con Adrienne e con me >> << Ci ho provato con te fin dal primo minuto dolcezza >> Delwin fece finta di non sentirlo:<< Ti piace farti passare per uno superficiale, tutto muscoli e niente cervello ma poi sai direi vita, morte e miracoli di una persona solamente stando in silenzio ed osservandola e leggi romanzi come Sherlock Holmes e altra roba del genere, inoltre hai un cane e ci vuole molta responsabilità e umanità per prendersi cura di un animale >> << Come sai di Lux? >> domandò lui dal momento che quando erano andati a casa sua il suo husky era da sua sorella:<< Ho visto una foto in camera tua, sulla mensola accanto all’armadio >> gli rivelò candidamente:<< Mi sono guardata un po’ in giro mentre ti stavi facendo la doccia >> ammise piano:<< Ero curiosa di scoprire qualcosa su di te >> Aric sorrise:<< Non avrai frugato nella mia biancheria spero >> << Non ho…certo che no! Non faccio certe cose >> lui fece spallucce:<< Peccato perché almeno saremmo stato pari >> << Cosa?! Hai frugato nella mia…hai messo le mani… >> la faccia di Delwin era rossa peggio di un pomodoro maturo un po’ per l’imbarazzo all’idea che lui avesse frugato tra le sue cose, biancheria compresa, un po’ per la rabbia e la voglia di strozzarlo o prenderlo a schiaffi, a seconda del momento!

<< Devo dirtelo micina, dovresti essere un po’ più ordinata, non puoi tenere i completi di pizzo in mezzo alle tute da ginnastica, insomma uno potrebbe anche… >> incapace di trattenersi ancora e sempre più arrabbiata mano a mano che Aric continuava a parlare Delwin alzò gli occhi al cielo imprecando tra i denti per poi scagliarsi contro di lui con i pugni alzati:<< Io ti uccido! Dellbert io ti… >> ma si accorse troppo tardi di essere caduta nella trappola di Aric visto che ora le labbra del ragazzo stavano baciando le sue e le sue mani le stavano accarezzando la schiena.

 

Staccandosi per riprendere fiato Aric fece per sollevare una mano e accarezzare il viso di Delwin quando lei, vai a capire perché, si divincolò dal suo abbraccio scappando via.

 

<< Ehi…micina…aspetta >> sentendo quelle dita calde che le stringevano il polso Del si voltò a guardarlo indecisa su cosa fare:<< Aric io…tu…noi… >> ma il suo sorriso la confuse ancora di più:<< Shhh….adesso basta parlare >> e riprendendo a baciarla la sollevò di peso portandola di nuovo in palestra, c’erano talmente tante cose che voleva fare con lei e alcuni di quegli attrezzi sarebbero anche potuti tornargli utili.


Biblioteca dell’Hotel des Fleurs, il giorno dopo

<< Dunque, ci rivediamo Black >>

Jack alzò lo sguardo sulla porta della biblioteca dove si era rifugiato in attesa che Elis fosse pronta e scosse il capo mentre sul suo viso si apriva un piccolo sorriso derisorio:<< Aidan Medea, mi aspettavo arrivassi prima, dopo quello che hai visto stamattina >> poi notando gli altri due giovani dietro di lui aggiunse:<< Hai portato la cavalleria vedo >>

Carter fece spostare il fratello di lato avvicinandosi con aria minacciosa al suo ex compagno di casa:<< Non c’è niente da scherzare Black, siamo qui per… >> Jack guardò il suo ex caposcuola diventando serio a sua volta:<< Siete qui per difendere l’onore di Elpis >> poi ridacchiando aggiunse:<< Anche se non credo che lei ne abbia bisogno, sa difendersi da sola la mia Rossa >> << La tua cosa? >> e James si infervorò all’istante vedendo l’espressione dell’altro:<< Non scaldarti occhietti d’angelo, non è successo quello che stai immaginando, anche se devo dire che la tua bassa opinione di me un po’ mi lusinga >>


capendo solamente in quel momento che Jack aveva letto nelle loro menti da quando era iniziata quella conversazione Aidan tornò a guardare l’ex Corvonero:<< Non stiamo scherzando Black, lei è nostra sorella >> Jack fece per replicare ma Carter si fece avanti sedendosi sul divano opposto a Jack:<< È nostra sorella e ci preoccupiamo per lei Black, vogliamo solo che Eli sia felice e al sicuro >> Jack chiuse finalmente il libro che aveva ancora in mano e guardò il giovane dritto negli occhi:<< E hai paura che il perfido Black le faccia del male Medea? >> Carter scosse il capo:<< Voglio, vogliamo – si corresse mentre i fratelli si sedevano attorno a Jack – solo assicurarci che lei stia bene >> 

Jack annuì appena:<< Sì, credo che mi comporterei anche io così se avessi una sorella ma lei sta bene >> << E dovrei fidarmi della tua parola? >> domandò Aidan acido:<< Della mia o puoi chiederlo direttamente a lei, dovrebbe arrivare tra poco >> poi calmandosi e tornando a guardare il maggiore dei tre aggiunse:<< Voglio anche io che lei sia felice e farò qualsiasi cosa perché sia così >> << Eli è…tu… >> cominciò James ma Carter gli fece segno di tacere concludendo poi diplomaticamente:<< Mi fiderò della tua parola Black ma se scoprirò che stia solo pensando di farla soffrire sarai finito, nemmeno il tuo nome o la tua famiglia ti salveranno chiaro? >> Jack fece per rispondere quando la porta si aprì…

<< Jack sei pronto, dobbiamo… >> ma vedendo chi c’era in compagnia del giovane Black Elpis si fermò sulla soglia della porta:<< E voi che ci fate qui? >>

I knew I loved you before I met you
I think I dreamed you into my life

<< Ciao Rossa >> la salutò il maggiore dei suoi fratelli alzando una mano:<< Che cavolo ci fate voi tre qui? >> poi lanciando un’occhiata a James e alla sua chioma quasi biondo platino aggiunse:<< E tu che diavolo hai fatto ai capelli? >> il ragazzo sorrise ma fu di nuovo Carter a prendere la parola:<< Dobbiamo avere per forza un motivo per venire a trovare la nostra sorellina? >> Elpis guardò il fratello maggiore negli occhi: Carter era stato un Corvonero ai tempi di Hogwarts, probabilmente aveva condiviso qualche anno anche con Jack e, inutile negarlo, sapeva come giocare con le parole e manipolare le persone girando sempre la situazione a proprio vantaggio:<< Vi conosco Carter, voi tre insieme non fate mai niente senza un valido motivo, soprattutto se questo comprende me >>

la risata di Aidan la fece voltare verso la serpe di casa:<< E tu non ridere, ce n’è anche per te >> lui fece finta di spaventarsi alzando le mani quasi lei gli avesse puntato un’arma:<< Ehi…vacci piano tigre >> poi riabbassandole e infilandole nelle tasche dei pantaloni aggiunse:<< Puoi non crederci ma veniamo in pace >> << Tu sai cos’è la pace Aidan? >> lo rimbeccò lei dal momento che tra i tre lui era quello più attaccabrighe:<< Hai così poca fiducia in me Eli? >> le domandò poi scherzoso fingendo un’espressione da angelo:<< Gli occhi dolci attaccano con mamma, non con me >> lo bloccò subito lei e stavolta fu James, il piccolo del gruppo, a scoppiare a ridere:<< Sei stato fregato fratello >> Aidan fece spallucce:<< Poco importa, abbiamo quello per cui siamo venuti >>

<< Quello per cui siete… >> ma James si avvicinò alla sua sorellina mettendole le mani attorno al corpo e abbracciandola stretta:<< Sì, vedere la nostra piccola Rossa >> poi guardandola con quegli occhioni azzurri grandi come quelli di un cucciolo aggiunse:<< Che ne dici di andare fuori a pranzo? Potrebbe venire anche la tua amica Julie, è venuta con noi ma poi l’abbiamo persa di vista >> gli occhi verdeacqua di Elpis mandarono lampi:<< Avete portato Julie qui? Come? >>

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poi girandosi verso Aidan aggiunse:<< Come, Aidan? >> il ragazzo sorrise:<< Non le ho fatto niente, è ancora viva e vegeta, era venuta a cercarti e ora sarà in giro per l’hotel >> << Una babbana in un hotel pieno di maghi e magia! Complimenti! Davvero! >> poi guardando Jack che in tutta quella scenetta era rimasto in piedi in silenzio appoggiato alla libreria aggiunse:<< Mi dai una mano a cercarla? >> Black annuì poi avvicinandosi a Carter aggiunse:<< Dividiamoci in due gruppi, faremo prima >> e insieme al maggiore dei fratelli uscì dalla saletta.

<< Dopo voglio sapere perché siete venuti, non pensate che finisca qui >> e guardando James ed Aidan puntò il dito contro entrambi in una palese minaccia:<< Volevamo solo vedere come andava sorellina, chi avevi conosciuto, chi stavi frequentando…insomma sai che… >> << James! Non avrete…avete detto a Jack… >> ma Aidan scosse la testa avvicinandosi e mettendo una mano sulla spalla di Elis si chinò per baciarle una tempia con affetto:<< No piccola, non abbiamo detto niente di quello >> James annuì concordando con il fratello:<< È una cosa che devi fare tu, quando ti sentirai pronta >> facendo un piccolo sorriso Elis aprì la porta andando alla ricerca della sua amica sperando di trovarla ancora intera.

Grande è la fortuna di colui che possiede una buona bottiglia,
un buon libro, un buon amico.

Molière

 
Non sapeva nemmeno lei perché era andata lì, sapeva solo che aveva voglia di starsene un po’ per conto suo a pensare: dopo aver parlato con Fabian circa l’offerta di Matisse aveva pensato di parlarne con il diretto interessato per capire come mai volesse aiutarla ma trovare il giovane Atelier da solo era stata praticamente un’impresa visto che c’erano sempre o Evangeline o la piccola Lloyd con lui….

Se avesse avuto qualcuno che guardava lei come Matisse guardava Flick…

Scosse la testa facendo una smorfia schifata: che cosa diavolo stava pensando? I discorsi stupidi delle sue sorelle cominciavano davvero a condizionarla per caso? Lei stava bene così, non aveva bisogno di un uomo che l’adorasse nella sua vita, non aveva bisogno di qualcuno che baciasse la terra su cui camminava come il marito di Nicole o il fidanzato di turno di Marion.

Scosse di nuovo la testa continuando a camminare: no. Lei stava bene così.

Era ancora immersa nelle sue riflessioni mentre entrava nelle terme dell’hotel che il rumore dell’acqua e una voce alle sue spalle la fece sobbalzare:<< Ciao >>

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Calliope sobbalzò guardando poi quella specie di statua greca che spuntava dall’acqua:<< Ma perché ogni volta che ci vediamo sei mezzo nudo? Maledizione a Salazar non hai una maglietta? >> Matisse sorrise, anzi rise proprio, vedendo che nonostante la sua voce da dura le guance di Calliope si erano colorate di una lieve sfumatura di rosso, ma non era così stupido da farglielo notare, non in quel momento almeno!

<< Te lo ripeto di nuovo: questi jeans costano una fortuna, non li rovinerò facendo il bagno vestito >> avvicinandosi piano Callie si sedette su una delle sdraio di legno e lanciò in direzione di Matisse uno degli asciugamani:<< Abbi un po’ di decenza e copriti >> avvicinandosi ai gradini che risalivano la piscina Mat uscì dall’acqua come un perfetto dio dell’antica Grecia e chinandosi per afferrare l’asciugamano si asciugò il viso passandoselo poi sulle spalle:<< Cosa c’è miss imperturbabile? Non riesci a guardarmi? >> commentò poi notando che Callie guardava ovunque tranne che verso di lui:<< La finirai mai di fare lo sbruffone? >> Mat fece una smorfia come a dire di no e sorridendo appena si avvicinò sedendosi sulla sdraio accanto a quella di Callie; fu solo in quel momento che lei notò l’intricato tatuaggio che gli copriva entrambe le braccia:<< E quello che cavolo è? Ha un senso almeno? >> senza minimamente scomporsi Matisse sorrise:<< A prima vista sembra di no, è questo il bello dei tatuaggi maori… >> poi con aria soddisfatta si avvicinò un po’ a lei e, guardando meglio dove lui le indicava, Callie notò i nomi di tutti i suoi familiari mescolati alle linee del maori, c’erano perfino delle date, momenti importanti nella vita del giovane Atelier con ogni probabilità, poi sul bicipite, proprio sotto quella che sembrava un’onda c’era un nome: Penelope…

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<< Chi è Penelope? >> si ritrovò a domandare curiosa e lo sguardo di Mat divenne di ghiaccio:<< Un’amica >> << E ti sei tatuato il nome di un’amica? Andiamo non prendermi per stupida >> lui scosse la testa stendendosi sulla sdraio:<< È la verità, Penny è un’amica >> poi volendo cambiare discorso girò la testa a guardare lei:<< Piuttosto, tu che ci fai qui? Non sei nemmeno andata a cambiarti, che ti succede? >> Callie chinò la testa cominciando a giocherellare con le pieghe del vestito bianco che aveva indossato a cena, era stato Fabian a convincerla a farlo ma lei si sentiva tremendamente a disagio vestita così…

<< Avevo bisogno di un posto tranquillo per pensare, non credevo avrei trovato qualcuno qui a quest’ora >> Mat annuì:<< Io ero qui per lo stesso motivo >> << A che pensavi? >> << Ho un appuntamento da organizzare >> minimizzò lui e di nuovo Callie ripensò al modo in cui lui aveva amabilmente flirtato con Flick per tutta la cena:<< Oh non fare quella faccia, so organizzare appuntamenti fantastici >> Calliope si riscosse:<< Come? Cosa? No io non… >> non si era nemmeno accorta della smorfia che le era comparsa sul viso e di certo non voleva condividere quei pensieri con lui:<< Tu invece a cosa devi pensare per aver bisogno di scappare fino a qui? >> presa da chissà quale impulso la sua bocca si aprì da sola:<< Stavo pensando alla tua offerta >> << La mia offerta? >> domandò Matisse perplesso:<< Sì, il tuo aiuto per il desiderio >> Atelier annuì in silenzio:<< Mi sembrava non volessi l’aiuto di nessuno >> << Ci ho pensato >> Mat sorrise:<< Hai parlato con mio fratello >> commentò poi e Callie non negò poi alzando gli occhi azzurri quasi come quelli di Mat aggiunse:<< Mi stavo chiedendo perché lo fai, perché mi vuoi aiutare? >> << Deve per forza esserci un motivo? >> lei lo guardò incrociando le braccia sul petto:<< Beh visto quanto sei stato amichevole con me da quando sono arrivata, non ne vedo il motivo >> Matisse si passò una mano nei riccioli biondi ancora bagnati per la piscina:<< È una sensazione di pancia ok? >> << Una cosa? >> domandò Callie che, da quando era iniziata quella conversazione non riusciva a togliere gli occhi dal petto di lui coperto da centinaia di piccole goccioline d’acqua che gli scivolavano tra gli addominali e lungo la sua pelle che spariva sotto l’elastico del costume:<< Non ti so dare un motivo, è semplicemente istinto >> poi girandosi e sorridendo aggiunse:<< E devo ammettere di essere piuttosto bravo con gli incantesimi per cavarmela in quasi ogni situazione >> << Modesto eh… >> lui mosse la mano come a minimizzare la cosa, poi aggiunse:<< Adesso però sono curioso, che cosa desideri così tanto da volere il mio aiuto? >> << Mio padre >> di nuovo la sua bocca parlò prima che il suo cervello potesse ordinarle di non farlo:<< E non puoi chiedere a tua madre? >> lei scosse la testa muovendo i lunghi capelli scuri:<< Non è così semplice >> << Spiegati >> deglutendo per un istante Callie si fece forza, tanto valeva raccontargli tutto visto che l’avrebbe comunque scoperto una volta trovato l’uomo in questione:<< Mia madre non è mai stata un tipo molto materno se così vogliamo dire, era papà quello che voleva una famiglia numerosa, lei si era già stufata dopo la nascita di Rod e Nicole, una sera uscì con alcune amiche e in un bar conobbe un uomo, ci passò la notte e la mattina dopo tornò a casa come se niente fosse, nove mesi dopo nacqui io >> poi facendo una smorfia e girandosi verso di lui aggiunse:<< Per tutti io sono una nata babbana ma sono l’unica della mia famiglia ad avere la magia >> poi girandosi e guardando Mat con gli occhi lucidi aggiunse:<< Mia madre mi disse la verità a 18 anni,  mi disse che Charles Arlcotte non era veramente mio padre, quando le ho chiesto chi fosse mio padre mi disse che l’aveva conosciuto quella sera al bar e che di lui si ricordava solo il nome, Axel  >> poi riprendendo fiato cercò di non mettersi a piangere, erano anni che non succedeva ma erano anni che non parlava di quella storia con qualcuno:<< So che è stupido, ma voglio conoscerlo, io non centro nulla con la mia famiglia e non posso fare a meno di chiedermi se magari lui…se io… >> la mano di Matisse sulla sua le trasmise un po’ di calore:<< Se magari assomigli a lui? >> lei annuì:<< Vedi è colpa delle mie sorelle se io sono venuta qui >>


rise acida al pensiero della sua ultima litigata con Nicole al matrimonio di Rod:<< Loro sono perfette, belle, educate, eleganti, Nicole è sposata con un ricco dentista che la adora e Marion…beh lei è fidanzata con il figlio di un imprenditore amico di mio padre, hanno una vita perfetta e meravigliosa >> un altro sospiro le sfuggì dalle labbra:<< Loro hanno tutto e io non ho niente, mia sorella me l’ha ampiamente ricordato poche settimane fa, per quello sono venuta qui, per dimostrarle che si sbaglia >> Mat, che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio fece spallucce:<< Ti importa davvero quello che pensano di te? >>

lui aveva imparato molti anni prima a non dare credito a ciò che pensava la gente, ma capì dal suo sguardo che per Calliope non era la stessa cosa:<< Sono le mie sorelle, sono la mia famiglia, certo che mi importa >> di nuovo lui alzò le spalle:<< La scelta è tua, ma pensaci, se ti volessero bene dovrebbero accettarti per come sei, non volerti cambiare >> lei sapeva che quel pomposo arrogante aveva ragione, sapeva che ciò che diceva aveva un senso ma non l’avrebbe mai ammesso davanti a lui, mai nemmeno sotto tortura:<< E suppongo che tu sia un esperto in materia vero? Che cosa ne sai tu di me? Della mia vita e della mia famiglia? >> poi nervosa si alzò di scatto facendo per andarsene, stava per scoppiare a piangere e non voleva certo farlo davanti a lui, si sentiva strana quella sera e non voleva peggiorare la cosa.

<< Aspetta >> e alzandosi a sua volta Mat le prese un polso delicatamente per fermarla:<< Non volevo essere maleducato >> Callie fece per rispondere ma fu costretta a prendere fiato o si sarebbe messa a piangere:<< Davvero non volevo, so che abbiamo cominciato con il piede sbagliato ma… >> << Senti non c’è bisogno che ti scusi, davvero…abbiamo opinioni diverse, tutto qui…solo che tu non sai come ci si sente soli quando si è indesiderati >> e stringendosi le braccia intorno al corpo Callie guardò la statua di Poseidone in fondo alla piscina, stava per girarsi e andarsene quando una mano grande e calda le strinse una spalla e sentì la voce roca di Matisse mischiata al suo profumo di cedro:<< D’accordo ci sto >>

<< Come? >> e alzò la testa per guardarlo sorpresa:<< Ti aiuterò >> commentò poi lui con un piccolo sorriso:<< Matisse non devi… >> un brivido percorse la schiena del giovane, erano anni che qualcuno non lo chiamava più Matisse, faceva uno strano effetto sentirlo di nuovo:<< Voglio farlo ok? >> poi allontanandosi aggiunse:<< Ora siediti e riprendi fiato ok? >>

Fu un timido raggio di sole che gli colpiva il viso a svegliare Matisse il mattino seguente, gli girava la testa e si sentiva come dopo una pesante sbronza ma la sera prima aveva bevuto pochissimo, giusto un bicchiere o due che vista la portata dei piatti di Clau era come non aver bevuto affatto.
Sbattendo le palpebre si rese conto di essere ancora alle terme, era andato a fare una nuotata dopo cena e poi si era trovato davanti Calliope Arlcotte, av
evano chiacchierato per un po’ poi…

Si bloccò girando la testa sulla sdraio accanto a lui trovandovi lei addormentata.

Indossava ancora il vestito bianco della sera prima, segno che si erano entrambi addormentati lì…
Si girò nella sua direzione poggiando i piedi nudi a terra e rimase immobile a fissarla per qualche istante: sembrava così tranquilla e serena, aveva un picc
olo sorriso sul viso e con una mano stringeva un lembo del grosso accappatoio che lui le aveva messo come coperta la notte prima, memore solo in quel momento dell’aiuto che aveva accettato di darle Mat si trovò a sperare che tutto andasse per il meglio; era vero che non avevano iniziato nel migliore dei modi, come aveva detto lei, ma ora che conosceva la sua storia voleva solo che lei avesse ciò che desiderava.

Cercando di svegliarla dal momento che non potevano stare lì ancora per molto, allungò una mano con tutta l’intenzione di scuoterle delicatamente la spalla, ma Callie si girò nel sonno e le sue dita si trovarono a sfiorarle prima una di quelle morbide guance rosa e poi le sue labbra, si scostò di scatto per non essere frainteso mentre lei sbatteva le palpebre svegliandosi.

<< Ciao >> lo salutò con un sorriso:<< Ma dove…dove siamo? >> domandò poi guardandosi intorno e Mat fece un sorrisetto divertito:<< Credo che ci siamo addormentati qui ieri sera, è ancora presto, possiamo tornare in camera senza che nessuno se ne accorga >> poi alzandosi in piedi le porse la mano per aiutarla a fare altrettanto.

I knew I loved you before I met you
I have been waiting all my life


Studio di Dorian Atelier, mattino dopo

<< Cosa intendi per effetti collaterali papà? >> domandò François guardando Isaac che, nonostante quello che stava dicendo, continua a sorridere soddisfatto:<< Quello che ho detto, non avevamo mai testato la pozione su dei babbani prima, a giudicare dallo sguardo della signorina Bellden e del signor Dellbert direi che l’effetto su di loro non è ancora svanito >> << Non è ancora svanito? >> domandò il minore dei suoi figli con un accenno di preoccupazione, era il capo del dipartimento di pozioni del ministero, avrebbe dovuto uccidere o per lo meno denunciare suo padre per quell’imprudenza:<< E tu perché non l’hai fermato? >> domandò poi girandosi verso il fratello maggiore che sedeva alla sua scrivania:<< Ho cercato di farlo Frankie, ma era già troppo tardi >> Isaac rise passandosi una mano nei capelli e guardando i figli:<< Non preoccuparti troppo François, l’effetto è innocuo e svanirà prima del tramonto >> poi lanciando uno sguardo a Dorian aggiunse:<< E comunque non credo che a loro dispiaccia…>>







Carter Alexander Medea (30, impiegato del ministero, ex Corvonero)


Aidan Michael Medea (25, Spezzaincantesimi, ex Serpeverde)


James Nicholas "Occhi d'angelo" Medea (23, Curatore, ex Grifondoro) e
Julie Loker (21, amica di Elis, babbana)



Philip Atelier (18, impiegato al ministero sezione Regolazione e
Controllo delle Creature Magiche)




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Dal prossimo capitolo qualcuno comincerà a "giocare" con le ametiste dei desideri...per la serie chissà cosa accadrà, non ho ancora deciso chi saranno i primi, qualche preferenza? A parte i vostri personaggi ovviamente...(Risposta veloce per messaggio privato, mi basta il nome anche perchè ho già un'idea quasi per tutti i desideri)

PS: Halleluja qualcuno finalmente si è svegliato (Tony per chi non l'avesse capito dal mio sfogo) ma le cose non finiscono qui...vediamo come andrà avanti perchè mister paranoia non può mica finire così! 
   
 
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