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Autore: Thalassa_    11/10/2017    6 recensioni
Albus lo stava guardando, in attesa, occhi verdi in occhi verdi. Guardare suo figlio era come guardare uno specchio che lo riportava a quando aveva lui quindici anni, riportando alla luce ogni sorta di ricordi, piacevoli e spaventosi, divertenti e tristi. Albus aveva i suoi capelli neri, forse solo appena più lisci e ordinati, la sua statura, il suo naso e i suoi occhi; ma quasi nient’altro.
Era circondato di amore quanto Harry era stato bisognoso di affetto, eppure lo rifuggiva; era sfuggente, chiuso, non alzava mai la voce – i muri della Tana se la ricordavano, la voce di Harry, quando aveva quindici anni e sbraitava contro le ingiustizie del mondo; aveva un umorismo ironico e tagliente, e Harry lo adorava, suo figlio, tanto diverso, tanto complicato e incomprensibile, suo figlio. Ma di tutte le cose che avresti potuto prendere da me, Al, pensò Harry, amareggiato, proprio le manie di persecuzione?

***
Harry iniziava sinceramente ad allarmarsi. “Cosa sta succedendo a Hogwarts, Neville?” chiese.
Neville sospirò.
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo X
 

Qualche settimana dopo l’incidente del Tuono Alato, nuovi pettegolezzi avevano preso il suo posto. L’intera faccenda era uscita dai pensieri della maggior parte degli studenti, con due sole eccezioni.
James, a sentire Lily, ripeteva ossessivamente le sue accuse contro Virginia a ogni allenamento, ammonendo tutti i membri della squadra a tenersi alla larga da lei nella convinzione che avrebbe sicuramente tentato di sabotarli durante Grifondoro-Corvonero.
La seconda eccezione era Albus. Chi aveva tranciato quelle corde, e con quale scopo?
A differenza di suo fratello, Albus si teneva le proprie domande per sé. Non essere più sulla bocca di tutti era un sollievo. Ora che tutto era tornato alla normalità, lui e Scorpius erano tornati a essere ignorati da tutti come sempre.
Non proprio da tutti, a dire la verità. Qualcosa era cambiato. Nel vedere il posto vuoto di fronte a sé, Albus realizzò improvvisamente che aveva iniziato a dare per scontata la presenza di Virginia al loro tavolo.
“Strano” commentò Scorpius, che evidentemente stava pensando la stessa cosa. “Non è da lei essere in ritardo a colazione”.
Proprio in quel momento, Virginia arrivò trafelata tenendo tra le mani un enorme tomo dalle pagine ingiallite. Sbatté il libro sul tavolo e si sedette al proprio posto senza nessuna grazia, sbuffando. L’intera scena era talmente anomala che Albus non poté esimersi dal domandare, con voce incerta:
“Tutto bene, Vì?”
Virginia gli rivolse un’occhiata contrariata e attaccò ferocemente un pancake con la forchetta.
“Sono stata in biblioteca” annunciò, come se questo spiegasse tutto. In effetti, sembrava che Scorpius avesse colto implicazioni a lui misteriose, perché rispose, in tono comprensivo:
“Ancora niente?”
“Niente di niente, ho cercato per ore” borbottò Virginia.
L’unico commento che si affacciava alla mente di Albus era di natura ben diversa.
“Hai cercato per ore? A che ora sei andata in biblioteca, alle sei di mattina?” domandò, sconcertato. “E comunque cosa stavi cercando, Nicolas Flamel?”
Cercare Nicolas Flamel era un’espressione di casa Potter-Weasley per indicare una ricerca impossibile. Qualche volta, poteva anche indicare una ricerca apparentemente impossibile che si rivelava poi essere una banalità, come quando si cerca freneticamente la bacchetta per poi accorgersi di averla in mano.
“Lasciate perdere” commentò, notando che Virginia e Scorpius lo guardavano straniti. “Insomma, cosa stavi cercando?”
“Ti ricordi quando ti ho raccontato della lezione in cui Griffith ha detto che avremmo saltato i Dissennatori? Da quel momento non sono più riuscita a togliermelo dalla testa” rispose Virginia, abbassando la voce.
“Ma è successo mesi fa!” replicò Albus, strabuzzando gli occhi. Virginia ignorò il suo intervento e riprese a parlare.
“Dopo la lezione, ho deciso che avrei approfondito l’argomento per conto mio. Non mi sono messa a cercare subito, però, perché ero molto impegnata con la preparazione della Felix Felicis per Pozioni e con i temi di Cura delle Creature Magiche. Appena ho avuto del tempo libero, però, sono andata in biblioteca”.
“D’altronde, non potevi certo permetterti una lacuna così profonda nella tua istruzione” commentò Albus, serio. Con la coda dell’occhio, vide Scorpius nascondere la bocca dietro al tovagliolo per camuffare una risata.
Dal momento che Virginia era estremamente permalosa, non si poteva mai sapere come avrebbe reagito alle battute di Albus. Questa volta, il risultato fu una comica unione di un’occhiataccia e un sorriso.
“Esattamente” rispose, sorniona. “Il nostro libro di testo liquida l’argomento in poche pagine e in biblioteca non sono riuscita a trovare una singola riga di approfondimento sui Dissennatori. L’unico riferimento che sono riuscita a trovare è questo”. Aprì il libro che si era portata dietro e indicò una frase perché Albus la leggesse. Per uno studio più approfondito dei Dissennatori si rimanda all’opera di Tarquinus il Sagace del 1628.
“Ho controllato e si trova nella Sezione Proibita” sospirò Virginia, con aria sconfitta. “La cosa veramente strana è che io sono sicura che fino all’anno scorso c’erano altri libri in biblioteca su questo tema. Penso che Griffith li abbia fatti spostare nella Sezione Proibita…”.
“E perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere?” domandò Scorpius, perplesso. Virginia scosse la testa.
“Non lo so, ma si è comportato in modo decisamente anomalo in quella lezione. Comunque, non mi firmerà mai un permesso per andare nella Sezione Proibita, e non vedo come posso chiederlo a un altro insegnante senza che lui lo venga a sapere, dato che si tratta della sua materia” concluse tristemente. “Ma lasciamo perdere. Di cosa stavate parlando prima che arrivassi?”
“Io e Al discutevamo di come moriremo soli e infelici” rispose Scorpius in tono leggero.
“Tu morirai solo e infelice, Scorpius” ribatté Albus, in tono lugubre. “Io verrò rifiutato da tutte le ragazze carine e finirò per sposare qualche tua cugina orrenda e Purosangue solo per innervosire i miei genitori!”.
Scorpius rise, mentre Virginia alzò gli occhi al cielo.
“Scorpius, sei bello, intelligente, ricco e l’unico erede dei Malfoy. Non c’è speranza che tu muoia solo, neanche se continui a impegnarti come hai fatto finora” affermò in tono pratico. Scorpius sgranò gli occhi e rimase a fissarla con la bocca semiaperta e la forchetta a mezz’aria.
“Albus, tu sei un Potter; farai come tutti i Potter e sposerai una rossa che ti comanda a bacchetta e che assomiglia tremendamente a tua madre!” proseguì imperterrita con lo stesso tono pragmatico.
“C’è solo un piccolo problema” borbottò Albus, “tutte le ragazze con i capelli rossi a Hogwarts sono mie parenti!”.
Stavolta Scorpius e Virginia scoppiarono a ridere insieme. Dopo poco Albus si unì a loro, incapace di tenere il broncio.
“Tu invece, Vì?” chiese Albus, quando furono tornati seri. “Si dice che hai ridotto in lacrime Michael Bronn quando ti ha chiesto di uscire”.
Virginia fece spallucce. “Se l’è cercata” rispose laconicamente.
“Si dice anche che hai un innamorato segreto” insistette Albus.
“Io so chi è” intervenne a sorpresa Scorpius, mortalmente serio. “È Salazar Serpeverde risorto dai morti!”.
 
“Che hanno tanto da ridere quei tre?” chiese James, scrutando il tavolo dei Serpeverde con espressione sospettosa.
“Scorpius è buffo” rispose Rose sovrappensiero.
“Scorpius? Da quando tu e Malfoy vi chiamate per nome?” esclamò James con aria allarmata. Vedendo l’espressione del cugino, Rose si rese rapidamente conto di aver fatto un passo falso, e si affrettò a riempirsi la bocca di patate al forno per evitare di rispondere.
“Passi molto tempo con loro, Rose” commentò Molly in tono insinuante.
“Passo molto tempo con Albus” rispose Rose, piccata, “non posso impedire ai suoi amici Serpeverde di stargli intorno, ma non significa che siano miei amici”. La risposta sembrò soddisfare i suoi cugini, che cambiarono argomento.
 
*
 
Erano quasi le undici quando Virginia rientrò; la Sala Comune di Serpeverde era semideserta. Solo gli studenti del quinto e del settimo anno erano ancora svegli a studiare.
Nel solito tavolo in un angolo trovò Scorpius chino su una pergamena, su cui stava scrivendo con la sua grafia minuscola e fittissima. Di fianco a lui, Albus aveva la testa appoggiata sul tavolo, semiaddormentato. “Scorpius, che fai a quest’ora?” gli chiese, sedendosi di fianco ad Albus.
“Il tema di Trasfigurazione!” rispose Scorpius entusiasticamente, senza alzare gli occhi dal suo lavoro.
“Ma se l’hai finito ieri!”.
“Sì, ma questo è quello di Albus” rispose pazientemente Scorpius, come se stesse spiegando qualcosa di ovvio. Succhiò la penna con aria distratta e aggiunse un altro paragrafo.
“Albus!” esclamò Virginia indignata, sbattendo un libro sul tavolo proprio di fianco al suo orecchio. Albus si tirò a sedere sobbalzando e la guardò con odio.
“Non è sfruttamento, Vì” biascicò, con la voce impastata per il sonno, “a lui piace fare i compiti al posto mio!”. Virginia spostò lo sguardo da uno all’altro, incredula.
“Trasfigurazione è la mia terza materia preferita!” confermò Scorpius allegramente. “E poi non ci beccheranno mai, non ho solo ricopiato il tema, l’ho riscritto adottando una prospettiva completamente diversa! Ora che ci penso, è molto più bello del primo che ho scritto, possiamo scambiarli, Al?”.
“Fa’ come ti pare” borbottò Albus, riappoggiando la testa sul tavolo ma senza più chiudere gli occhi.
Virginia sospirò. “Ci rinuncio, Albus, fai come vuoi, ma tra poco è Natale e gli esami si avvicinano”. L’espressione di Al si incupì ancora di più. “Esami e Natale tutto in una sola frase! Vuoi farmi venire gli incubi?” protestò.
Virginia gli rivolse un’occhiata perplessa.
Albus sembrò riscuotersi per un’idea improvvisa. “Ehi, Scorpius, che ne dici se quest’anno rimaniamo a Hogwarts per Natale? Magari riesco a convincere i miei” propose con un sorriso speranzoso.
Scorpius scosse la testa.
“No, voglio stare con mio padre. È il primo Natale senza la mamma e non voglio che lo passi da solo” disse malinconicamente. Virginia vide gli occhi verdi di Albus riempirsi di tristezza.
“Scusa, non ci avevo pensato” sussurrò. “E tu Vì cosa fai per Natale?” le chiese con falsa allegria.
“Torna a casa mio padre, permesso di uscita speciale da Azkaban” rispose Virginia. Scorpius aveva finito di scrivere il suo tema – tre pergamene e mezzo – e sia lui che Albus la guardarono con l’aria di non saper bene cosa dire.
“Ed è una cosa positiva o negativa?” chiese infine Albus.
“Al!” protestò Scorpius, scandalizzato.
Virginia fece spallucce. “Non è così male. Mamma è contenta di rivederlo. Ma è strano, come avere un estraneo che gira per casa”.
“Siamo proprio una compagnia allegra!” commentò Scorpius, strappando a entrambi una risata.  
“Eppure ad Albus piace lamentarsi del suo Natale” aggiunse amaramente Virginia. Si sentì cattiva per averlo detto, ma non se ne pentì. Qualcuno doveva pur farlo. Non si rendeva conto di quanto era fortunato?
 
 
 
 
 
 
 
 
N.d.A.
 
Innanzitutto, grazie a tutti voi che seguite e commentate, siete sempre di più. Nel caso qualcuno stesse seguendo anche “Trilogia degli orfani”, vi annuncio che ho aggiornato anche quella.
Non ho particolari note, il capitolo è molto breve perché è di transizione: nel prossimo iniziano le vacanze di Natale.
A presto :)
Thalassa_
   
 
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