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Autore: gufadeldestino    18/11/2017    0 recensioni
La bella stagione nel Paese dell'Acqua era breve, troppo breve.
Oltre alla neve, solo una cosa Tsuki non avrebbe mai potuto dimenticare: quei fiori violetti, a volte bluastri, colmi di quell'odore intenso capace allo stesso tempo di nausearti e trasmetterti la sensazione che tutto vada bene. I fiori di lavanda.
Piccola storia con il mio primo OC e Kisame Hoshigaki, uno dei miei character preferiti, insieme ovviamente all'organizzazione che tutti noi abbiamo amato, l'Akatsuki.
Non so ancora se seguirò o meno gli andamenti della storia originale, restate sintonizzati per scoprirlo.
I commenti, positivi e non, sono ben graditi!
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Kisame Hoshigaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Contesto generale/vago
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Quasi tutti i membri dell’Akatsuki si trovavano al rifugio principale, mancavano all’appello solamente Kakuzu, andato a riscuotere le ultime taglie della giornata, e Zetsu, che come al suo solito praticamente nessuno sapeva dove trovare.

Pain si trovava nella sua sala studio, dove insieme a Konan era solito dedicarsi alla pianificazione nei dettagli dei suoi obiettivi; la donna era seduta su una poltroncina mezza ammuffita, lo sguardo malinconico, con la carta impastata di chakra divertiva a creare e poi disfare un origami a forma di ranocchio.

Pain era in piedi, vicino a quello che una volta doveva assomigliare ad una scrivania. Osservando quell’arredamento sciatto poche persone avrebbero potuto immaginare che nascosti in quella base ci fossero un bel po' di milioni di Ryo.

Pain-sama, porto ottime notizie. L’abbiamo trovata. Si trova a poco più di due giorni di cammino da qui, che possono essere quasi dimezzati partendo subito” disse Kakuzu, che riapparse improvvisamente dal centro della stanza. L’apparizione del compagno distrasse Konan, che perdendo la concentrazione finì con il provocare lo strappo del piccolo ranocchio di carta, che finì a terra spezzettato.

Eccellente Kakuzu, ottimo lavoro. Manderò qualcuno a recuperarla il prima possibile.”

A chiunque toccherà, non sarà un lavoro facile. È abile, molto abile. Suggerisco di mandare Kisame ed Itachi, il primo padroneggia alla perfezione le arti acquatiche ed avrà meno problemi a reagire, e se le cose dovessero andare per il verso sbagliato potrebbe intervenie l’Uchiha, con il suo Sharingan, per farla cadere vittima di un’illusione”.

Pain annuì, e mentre Zetsu scomparve nello stesso modo in cui era arrivato il leader si avviò verso la sala comune, dove avev intenzione di informare i compagni sul da farsi.

Pain, sei proprio sicuro di quello che vuoi fare? Credi davvero nelle potenzialità di quella ragazza? Siamo già tanti qui, non credo che ci serva un ulteriore ‘collaboratore’ “ disse Konan, che risultava visibilmente seccata dall’annuncio di un nuovo membro di sesso femminile in arrivo nella squadra.

Hmpf, come se qualcuno potesse portarle via Pain.

Sì Konan, è fondamentale. Abbiamo bisogno di chiunque possa risultare di aiuto nella nostra missione finale, ovvero la cattura e la sigillatura delle bestie con la coda; se le voci sono vere, il suo ‘dono’ potrebbe risultarci molto, molto utile. E poi, è stato Lui a volerla farla entrare in squadra”

Alla donna gelò immediatamente il sangue nelle vene, e dopo aver rivolto uno sguardo dubbioso verso l’uomo, insieme si diressero verso gli altri.



Itachi, Kisame, è ora di mettersi in viaggio. Avete una nuova missione, dovete andare e reclutare un nuovo membro per la nostra organizzazione. Ora, se volete avvicinarvi vi spiegherò tutto nei dettagli...” e, finite le raccomandazioni, i due ninja si prepararono per mettersi in marcia.



 

Sento che domani sarà una giornata straordinaria” penso tra sé e sé Tsuki, sistemando la brace del piccolo fuoco che aveva acceso in precedenza per cucinare quel poco cibo che era riuscita a procurarsi in giornata. Tra i pezzetti di carbone ancora accesi aveva posizionati alcuni steli di lavanda selvatica, la stessa che aveva raccolto il giorno in cui quei cacciatori di taglie l’avevano attaccata.

Avrebbe anche potuto lasciare la fiamma accesa e scoppiettante tutta la notte, ma aveva paura del fuoco e della possibilità che potessero saltellare zampilli qua e là durante il suo sonno, rischiando magari anche di bruciarsi. Niente da fare, ormai aveva imparato la lezione.

Aveva radunato un buon mucchietto di foglie secche e ramettini, e ne era venuto fuori un discreto giaciglio. Dopo aver finito di sistemarsi le bende su entrambi gli arti superiori, che portava fasciati da poco meno del gomito fino alle dita, prese il suo lungo e pesante mantello e se lo sistemò addosso come se fosse una coperta. Osservando il cielo notturno e stellato, rasserenata dall’odore bruciacchiato della lavanda, persa tra mille ricordi, chiuse gli occhi.

  
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