Musica! Mia musa e fonte continua d’ispirazione e di
scrittura… Stavolta melodia consigliata dolce e malinconica
al tempo stesso. E’ un addio o forse un arrivederci. Da
Youtube digitate Galaxia’s locket e buona lettura ^.^
Le pareva di essere sospesa in un’altra dimensione: tutto era
leggero, immobile e impalpabile, indefinito e non riusciva a sentire
più nulla. L’unica cosa che percepiva era una
sensazione di assoluto benessere e beatitudine…forse
qualcuno l’aveva portata via in qualche altro posto oscuro?
Forse aveva sbagliato dimensione? O forse la sua anima si era
semplicemente staccata dal suo corpo? Una miriade di pensieri
le turbinavano nel cervello, e allora si disse che quello era un buon
segno, perché se riusciva ancora a pensare e a porsi delle
domande, evidentemente non era ancora morta. Poi di colpo le parve
d’intravedere quello stesso bagliore subito dopo che Dai Dai
le aveva sfiorato le labbra con le proprie.
E da quella luce si materializzò lentamente, con un
movimento lieve e impercettibile, una figura. Non riusciva a vederne
bene i contorni ma le pareva fosse abbastanza alta, ma difficile da
giudicare visto la luce che lo circondava…Himechan si fece
schermo con la mano dalla luce per guardare oltre, e finalmente
riuscì a mettere a fuoco l’immagine di
qualcosa…qualcuno…Non credeva ai suoi
occhi… deglutì un istante per rendersi conto
meglio…quel qualcuno era…era… un
immagine strana…di una persona in carne ed ossa, vivente,
ritta davanti a loro. Hime si voltò per un istante e vide,
poco più in là Dai Dai svenuto, e incosciente,
poi i suoi occhi si spostarono di nuovo verso quella strana creatura.
Non riusciva a definirne l’età. Né il
sesso e neppure se fosse magra o corpulenta. Sembrava
un’entità senza tempo e priva di sostanza.
Un lungo mantello color della notte, bordato di rosso lo
copriva fino ai piedi e indossava un coprispalle dotato di piccoli
aculei d’argento ed un elmo rosso rubino, con sopra una drago
ad ali spiegate che gli copriva i morbidi capelli neri come la notte.
Ciò che la colpì di più,
però, fu il suo volto: coperto da una maschera blu notte con
occhi neri, che gli dava un’espressione che lo rendeva remoto
e inquietante. Himechan si ripromise di essere prudente e di non fare
gesti avventati. E tuttavia anche se avesse voluto si era accorta di
avere i muscoli completamente bloccati: si sentiva incapace di reagire,
come un burattino con i fili spezzati.
Quella figura aveva un qualcosa di mistico e sacro insieme, e pur non
avendo emesso un solo fiato incuteva un rispetto e una forte
inquietudine che non si spiegava con nulla di razionalmente accettabile.
“Principe?” Era impossibile e allo stesso tempo
incredibilmente vero. LUI era lì, di fronte a loro, immobile
e vero. Possibile che la sua anima si fosse di nuovo riappropriata del
suo corpo? “Principe…” Hanae e Minako
accorsero verso quella creatura tanto impassibile e altera. Possibile
che… che così di colpo…si fosse
risvegliato? Era
assurdo…pazzesco…inspiegabile …Ma del
resto…C’era mai stato qualcosa di veramente
spiegabile in tutta quella storia?
Himi era immobile, ma non riusciva a capire se per il puro terrore di
quello che le era appena accaduto o semplicemente perché una
morte inconsapevole, che tuttavia la faceva ragionare e
sognare, l’aveva avvolta e ancora non se ne era
resa conto.
La figura era immobile, di fronte a loro, poi di colpo, mosse qualche
passo verso di lei, che era totalmente impossibilitata a compiere anche
il minimo gesto. Avrebbe potuto fare di lei ciò che voleva.
Non riusciva a reagire neanche con un’unghia del proprio
corpo.
Era atterrita e di colpo si sentiva svuotata e senza forze:
l’unica cosa che riusciva a percepire era un pericolo
imminente, in agguato. Tremava impercettibilmente; calde gocce di
sudore le scivolavano lente lungo le tempie in piccoli rivoletti. Le
pareva che l’unico muscolo che funzionasse fosse il suo cuore
che batteva all’impazzata, come se di colpo avesse voluto
balzare fuori dal petto. Dunque non era ancora morta. O il suo era
tutto un sogno? Cosa….cosa voleva farle? E
perché? Di colpo quella figura fu pervasa da una strana aura
dorata, scintillante, poi la sua mano si mosse lievemente, staccandosi
dal fianco, e rivolgendosi con una lentezza esasperante verso il suo
viso. Hime chiuse gli occhi pronta a ricevere quel tocco che poteva
significare l’inizio o la fine.
“Fermati, Axios!”
Una voce a lei conosciuta vibrò
nell’oscurità.
La figura si voltò.
Erika! Si era improvvisamente risvegliata dal suo lungo sonno, nello
stesso istante in cui il principe misterioso si riappropriava della sua
anima. Com’era stato possibile? Lei era addormentata nella
teca di cristallo, non poteva ritrovare di colpo tutte le energie che
lui le aveva succhiato, goccia a goccia in tutto quel tempo.
“Non farlo!” Lo fissava con occhi
imploranti, avvicinandosi lentamente, muovendo qualche passo incerto
verso di lui. Hime continuava a non capire. Allora lei lo conosceva.
Sapeva l’identità di quella creatura misteriosa.
Conosceva il suo vero aspetto e chi si nascondeva dietro quella
maschera.
Ma lui non l’ascoltò, e neanche potè
intuire l’espressione dei suoi occhi nascosti dalla maschera,
e prima che potesse accorgersene le scagliò addosso con un
semplice cenno della mano un’onda di energia accecante
“Erika!”
Quello di Himi fu poco più che un grido strozzato,
nell’oscurità, perché lo spaventoso
fascio di luce l’avrebbe centrata in pieno se qualcosa non si
fosse frapposto tra lei e l’onda di potentissima energia.
Qualcosa…o qualcuno… Non riusciva a riconoscerlo,
poi però i suoi occhi si abituarono di nuovo alle tenebre e
allora riuscì a mettere a fuoco l’immagine. Quindi
lo riconobbe. Era…Matsuyama!
Possibile?
Possibile.
Sì non c’era dubbio… Non
poteva che essere lui…Ma cosa…cosa ci faceva
lì? Perché… Non riusciva a capire
quale connessione potesse nascondersi tra il ragazzo misterioso e la
principessa del regno della magia, fattostà che lui respinse
l’onda di energia facendo da scudo con il proprio corpo,
proteggendo la principessa, prima di cadere stravolto, a terra.
Erika lo fissò tremante, ancora incredula, e
incapace di credere che Axios avesse rivolto il suo potere contro di
lei, e senza pensarci un istante, infischiandosene del
pericolo e del fatto che si sarebbe esposta di nuovo ai suoi colpi, si
chinò a prenderlo tra le braccia
“Oh no! No, non è giusto!!! No!!”
gridò mentre calde lacrime le rigavano il viso e scendevano
lievi, come gocce di rugiada sul volto di Matsuyama.
“Perché lo hai fatto?
Perché…”
Lui le sorrise gentilmente, un sorriso un po’ stanco e
affaticato
“Principessa….Pri…Principessa sono
stato bravo eh?” le bisbigliò a bassa voce, gli
occhi vacui.
“Io… Io…E’ stata tutta colpa
mia… Solo colpa mia… Io non dovevo coinvolgere
anche te in tutta questa storia… Non è
giusto…” Erika si sentiva schiacciata
dal senso di colpa e dalle sue responsabilità.
Matsuyama le sorrise ancora, rivolgendole un sorriso gentile, poi le
fece cenno di chinarsi ancora di più perché
voleva dirle qualcosa. Lei ascoltò, poi annuì
lentamente, gli occhi pieni di lacrime si fissarono verso Himi che,
seppur sconvolta fissava quella scena incredula, senza parlare.
E fu un attimo.
Sentì di colpo i muscoli del proprio corpo tornare a
muoversi nuovamente, avvertendo uno strano formicolìo e
quasi senza accorgersene riuscì a muovere qualche passo
verso di loro, senza che Axios, dritto di fronte a lei muovesse un dito.
“Ciao piccola Himi” Matsuyama le rivolse un sorriso
tirato, ma gentile.
Si vedeva che stava facendo uno sforzo terribile prima che le
forze lo abbandonassero definitivamente “Piccola
Himi…”
“Ma…Matsuyama!” mormorò lei
incredula, le lacrime agli occhi come la sua gemella, ma lui
allungò un dito ad asciugarle una lacrima, tremando, poi
scosse lievemente la testa
“No…Io…non…non chiamarmi
così..”
Per un attimo non riuscì a capire cosa volesse dirle
“Io sono sempre stato vicino a te… fin da quando
eri piccola…ricordi come giocavi con me? Quante volte mi hai
tirato in aria, quante volte abbiamo riso e scherzato e quanti segreti
mi hai raccontato?” deglutì a lungo, ora anche lui
aveva le lacrime agli occhi. In fondo era stato bello quel periodo da
umano.
Aveva imparato a piangere.
Himi strabuzzò gli occhi…no…non poteva
essere.
Era assurdo e pazzesco.
“Po..Pokotà?? Sei tu?
Possibile?”
Possibile.
Erika annuì.
“ Trasformare Pokotà in un essere umano
è stato il mio ultimo gesto prima di addormentami nel regno
delle tenebre, e l’ho fatto perché ti proteggesse
e ti stesse accanto. Ma non potevo pensare che… non avrei
creduto a…” di nuovo gli occhi le si colmarono di
lacrime, impedendole di parlare.
Lui le rivolse un sorriso mentre allungava a stringerle una mano
“Io non ti ho mai lasciato…anche quando pensavi il
contrario…Ed eri disperata perché ero tornato ad
essere un semplice pupazzo di pezza. Ogni cosa, però, aveva
un senso.” sorrise piano ma lei quasi non riusciva a vederlo
talmente le lacrime le oscuravano la vista
“Pokotà…ora non…non mi
lasciare. Non puoi farlo ora…” L’unica
cosa che le premeva ora era di non perderlo. Non le importava che
quella rivelazione l’aveva sconvolta, e neanche le importava
come fosse stato possibile che non si fosse mai accorta di niente.
L’unica cosa che le importava è che il suo amico
Pokotà tornasse da lei.
“Ho fatto di tutto per proteggerti. Ti avevo detto che dovevi
fidarti di me. Non ti avrei MAI tradito. Anche quando Dai Dai
è stato portato via… e tu…”
tacque un istante “Ma ora non ha più
importanza…Ora c’è Erika… E
lei sa… lei sa tutto.” Le rivolse un ultimo
sorriso, e per un attimo fu come percorrere insieme tutte le cose
vissute assieme. Era stato il suo miglior confidente, e in ultimo il
suo salvatore.
Un pupazzo di pezza.
No… molto di più.
Il suo più caro amico.
Una parte della sua infanzia… E lui ne portava via un pezzo
con sé.
Gli strinse forte una mano ma lentamente, e inesorabilmente si accorse
che questa diventava sempre più impalpabile e leggera, e
piano piano la sua figura cominciò a scomparire in tanti
piccole stille luminose.
“Sei grande ormai, Himi. Ora puoi farcela. Non hai
più bisogno di me.” Mormorò lievemente
prima di scomparire nell’oscurità.
“Oh No! NOOOOOO! Non è giusto! Amico
mio!” Tentò di abbracciarlo, ma si accorse di
stringere solamente sé stessa perché ormai del
suo amico d’infanzia non rimaneva che un’aura
luminosa che scomparve quasi subito.
Hime fissò incredula la sua gemella che la guardava con
espressione infinitamente triste e impotente. Il dolore muto, misto
all’incredulità negli occhi.
E ora? Cosa sarebbe successo?
“Ma che romantico quadretto”
Qualcuno applaudì lentamente, dietro di loro.
“Ma brave. E ora? Avete in mente qualche altro trucchetto per
fuggire?” Minako le fissava con espressione beffarda, accanto
al principe misterioso.
Erika prese per mano Hime rivolgendole uno sguardo complice e
significativo “Fidati di me…”le
bisbigliò e si rialzò lentamente guardandola con
aria di sfida “Non voglio fuggire. Non l’ho mai
fatto. Devi solo spiegarmi perché lo avete fatto. Le
motivazioni che vi hanno spinto, e soprattutto perché
lui”
Tacque un istante e rivolse una lunga occhiata a Daichi, disteso
immobile, abbandonato.
“Perché?”
Per la prima volta Lui parlò.
E fu una sorpresa per tutti.
Per Hime ed Erika.
E per le sue sorelle.
“Per questo” e detto ciò si tolse
lentamente l’elmo e scoprì la faccia.
Un volto molto conosciuto e inconfondibile.
Sotto la maschera…
La copia fatta e finita di Dai Dai.
Il termine Axios deriva dal greco antico e significa Colui che vale.
Nel prossimo capitolo scopriremo il perché del nome e il
destino di questa strana creatura ^^
So che molte si saranno chieste: ma questa folle che fine
avrà fatto? Sarà stata risucchiata da un buco
nero? Gli alieni l’avranno rapita? Ha vinto al superenalotto
e si è trasferita a Bora Bora?
Bhè amiche mie purtroppo o per fortuna niente di tutto
questo ^.^
Incasinatissima tra studio, lavoro e l’altra fic che sto
scrivendo ho trovato finalmente un angolino per Hime e Dai Dai. In
effetti mi mancavano troppo… Dunque dunque un po’
di nodi sono venuti al pettine. Che ne pensate? Prevedo un altro paio
di capitoli prima del gran finale, sempre se avrete la pazienza di
seguirmi e di non tirarmi pomodori marci e insulti ^.^ Ampiamente
meritati credo, data l’attesa!
Passo ai ringraziamenti per le mie recentrici di fiducia BARBIDOLUZZA,
ANGIERICCIO, SHIRIN E LUISINA e per tutte quelle che hanno letto e
messo tra i preferiti la Fic.
Un bacione a voi tutte e spero prima del 2030 di tornare ad aggiornare,
sempre ovviamente se ne avrete voglia e pazienza.