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Autore: shira21    27/11/2017    1 recensioni
Elizabeth ha conosciuto Lysandro al liceo, trovando in lui un porto sicuro dopo la morte dei genitori, e quando anni dopo si mettono insieme pensa che sia solo la normale evoluzione della loro amicizia.
Ma come fidanzati iniziano ad avere dei problemi: lui è sempre più distante e lei vuole di più.
Poi una sera, incontra il suo migliore amico, Castiel, e in quegli occhi grigi scopre un anima simile alla sua.
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Quando il taxi si ferma davanti casa, noto che è tutto buio e silenzioso. Non era una cosa così strana quando eravamo solo io e Lysandro ma da quando Castiel si è trasferito da noi non era mai successo; mi ero abituata ad averlo sempre intorno, sia quando eravamo amici -perché non importa così gli avessi detto questa mattina o quanto ci fossimo feriti a vicenda, noi eravamo davvero amici!- sia quando abbiamo iniziato ad ignorarci; mentre ora entrare in casa e non trovare nessuno mi riempe gli occhi di lacrime mentre una sensazione di vuoto mi striscia sotto pelle fino a stritolarmi il cuore in una morsa gelida.
Ti prego Dio, fai che non se ne sia andato!
Come una pazza, faccio le scale di corsa e apro la porta. Quando vedo tutte le sue cose al loro posto, il panico che non sapevo neanche di provare si allenta e mi lascio scivolare a terra, scossa dai singhiozzi. Quando ero nell'ufficio ho accantonato velocemente, forse anche troppo, i miei sentimenti per Castiel ma dopo gli ultimi minuti non posso più negarlo a me stessa: mi sono innamorata di Castiel, completamente. Sapere che Lys sarebbe andato via per alcuni giorni alla fattoria dei suoi genitori non mi aveva particolarmente scosso ma l'idea di non vedere Castiel mi ha quasi uccisa.
Quando ho iniziato a smettere di desiderarlo soltanto e ho iniziato ad amarlo?
Non lo so e onestamente il pensiero mi fa ancora paura. Perché rimane il fatto che ho il terrore di perdere la mia sicurezza con Lys mentre Castiel è come lanciarsi da un dirupo senza sapere se il paracadute si aprirà in tempo!
Ora mi rendo conto che ho mentito quando gli ho detto se non sapevo sa amavo ancora Lys... perché io non l'ho mai amato! Gli voglio bene e mi farei sparare per salvarlo ma, in confronto a quello che sto provando ora, sembra tutto così pallido e insignificante.
E ho sbagliato anche nei confronti di Castiel, io per prima dovrei sapere cosa significa quando qualcuno ti fa credere di essere uno sbaglio. Ho vissuto per quasi tutta la mia vita così.
Mi rialzo ma non voglio ancora andarmene; faccio scorrere le dita sulle sue cose: i libri accatastati, alcuni souvenir provenienti da chissà dove, la custodia della sua prima chitarra, il suo letto. Quando arrivo a quest'ultimo cedo alla tentazione e mi ci rannicchio sopra; il cuscino ha il suo odore, quel profumo che dannazione se mi è mancato. Le lacrime si stanno asciugando anche se probabilmente ora assomiglio a un panda e la treccia mi si è completamente disfatta. Abbraccio con ancora più forza il cuscino. Due minuti e me ne vado... solo due minuti.

«Baby», sento un respiro caldo contro il collo mentre una mano mi scuote gentilmente. Piano piano riemergo dal mondo dei sogni in cui ero sprofondata profondamente per la prima volta da settimane e mi ritrovo a fissare a distanza ravvicinata gli occhi argentati di Castiel. Ci metto qualche secondo a rendermi conto che mi sono addormenta sul suo letto che sto ancora stringendo il suo cuscino come una bambina bisognosa di affetto.
Lo guardo allontanarsi e fissarmi in modo spudorato: la camicetta sbottonata lascia intravedere il pizzo del reggiseno e la gonna si è arrotolata intorno alle gambe. Mi sento arrossire tutta, persino sul collo e il petto. Castiel sorride. «Non dico che non sia una piacevole visione ma posso sapere cosa ci fai qui? Soprattutto dopo tutte le cose carine che mi hai detto stamattina».
Mi tiro a sedere di scatto, certa di essere rossa come un pomodoro. Nei film c'è sempre quel momento in cui il protagonista di turno deve prendere una decisione e puntualmente fa la cosa sbagliata per poi passare il tempo seguente a cercare di rimediare. Io non so cosa sta succedendo alla mia vita ma so che non voglio fare la scelta sbagliata.
Posso andarmene e trovare rifugio nella relazione confortevole con Lys... o posso per una volta essere sincera con Castiel.
Ho paura, non so se lanciarmi da questo dirupo o meno. Ho paura di rimanere ferita.
Eppure quando lo guardo in volto, quel viso così bello, mi rendo conto che neanche lui sembra felice; sembra stanco tanto quanto me.
«Mi manchi» mi sfugge dalle labbra.
«Scusami ma faccio fatica a crederci!» Incrocia le bracia sul petto e si appoggia con la schiene contro lo stipite della porta. «Ogni volta che ci siamo parlati, sei stata piuttosto chiara su quello che pensi di me!»
Mi alzo perché se sono riuscita ad ammettere quella piccola verità, allora posso anche dirgli tutto il resto.
Mi avvicino fino ad essere a pochi centimetri da lui, per guardarlo devo buttare indietro la testa. «Possiamo per un momento deporre le armi e smettere di ferirci a vicenda?»
Castiel è sorpreso ma qualcosa nel suo atteggiamento sembra ammorbidirsi un pochino. Poi mi alzo in punta di piedi e faccio l'unica cosa che desidero da troppo tempo: lo bacio.
Gli sfioro le labbra con le mie e lo sento irrigidirsi. Non mi do per vinta mentre mi avvicino ancora di più. Sfioro il suo labbro inferiore con la punta della lingua, lo stuzzico, cerco una sua reazione. E non tarda ad arrivare quando sposta le braccia sui miei fianchi, annullando ogni distanza e il bacio diventa qualcosa di più. Affamato, voglioso e assolutamente perfetto.
Non ti rendi conto che ti mancava qualcosa fino a quando non lo trovi e io mi sento completa per la prima volta, a casa solo tra le sue braccia.
Sono in punta di piedi, tesa fino allo spasimo, e vorrei solo che questo momento non finisse mai.
Purtroppo non è possibile e quando si stacca mi sfugge uno mugolio di protesta. Lui sorride e m'infila una mano tra i capelli «Elizabeth, non giocare con me» e poi aggiunge, in tono quasi disperato «Per favore!» Le sue parole mi provocano una fitta al cuore. Lo prendo per mano e lo trascino fino al letto. Castiel, che non si può certo dire che sia stupido, si siede e mi trascina sulla sue gambe. Ora finalmente siamo alla stessa altezza, occhi negli occhi.
«Non sto giocando, Castiel.»
«Perché io non sono quello con cui fare sesso per toglierti la voglia prima di tornare dal tuo fidanzato perfetto, okay? Io non pos-» prima che possa dire altro mi sporgo e lo bacio di nuovo. Ci perdiamo l'uno nel sapore dell'altro e quando sono certa che non dirà altro, mi sposto e gli dico la verità come se fosse la cosa più semplice del mondo «Mi sono innamorata di te».
Guardo le emozioni rincorrersi sul suo volto e poi sussurrare «Fino a prima amavi lui, com'è possibile?»
«No, ho mentito. Gli voglio bene ma lui non è te!»
E quando mi bacia è come se fosse la prima volta! Mi divora le labbra fino a quando non riesco più a respirare e il cuore mi batte forte nel petto. Mi aggrappo a lui, faccio scorrere le dita tra i suoi capelli e li tiro strappandogli un altro mugolio.
Sposto indietro la testa, fremo quando lo sento scendere sul collo. Mi morde sulla clavicola e sento ogni terminazione nervosa infiammarsi; nel frattempo le sue mani scorrono voraci sul mio corpo e velocemente finisce di slacciare la camicia. Quando le sue labbra continuano a scendere, inarco istintivamente la schiena e un piccolo ansito mi graffia la gola. In questa posizione sento la sua erezione crescere contro di me e neanche mi rendo conto di aver iniziato a far oscillare il bacino contro.
Segue con la lingua la linea superiore del reggiseno e mormora contro la mia pelle «Sei bellissima!»
Gemo e tremo, ormai ho del fuoco liquido che mi brucia nelle vene.
«Non ho mai provato nulla di simile prima» ansimo e dire che non è ancora sceso più giù del seno.
Razionalmente so che sto sbagliando ancora, sono ancora fidanzata con Lysandro e quando gli ho detto cosa provo per lui non mi aspettavo di finirci a letto ma la verità è che sembra così giusto e il pensiero di staccarmi da lui mi fa fisicamente male! All'improvviso sposta le mani sulle mie cosce e con un semplice movimento inverte le posizioni, stendendomi con la schiena contro il letto mentre lui pesa sopra di me.
Si sposta quando basta per togliermi la gonna e io alzo le anche per aiutarlo. In questo momento farei qualsiasi cosa mi chiedesse, anche buttarmi giù da un ponte.
«Dio, non hai idea di quante volte ti ho immaginata così nel mio letto!» Il modo in cui mi guarda mi fa sentire davvero bella... no, mi fa sentire perfetta. Poi il suo sguardo si posa sul mio collo e noto la sorpresa e lo shock. Porto le mani al nastro... o dove dovrebbe essere perché mi rendo conto che si è sciolto e ora giace inerme sul letto.
Imbarazzata faccio per alzarmi ma Castiel mi blocca le braccia sopra la mia testa, anche questa volta gli ci vuole solo una mano per imprigionarmi i polsi, e di colpo mi sento vulnerabile come non mai.
Sento le sue labbra proprio sulla cicatrice e apro gli occhi di scatto. E dire che non mi ero neanche resa conto di averli chiusi! Ma quando lo guardo non vedo traccia di pietà o disgusto; mi guarda ancora come se fossi la donna più bella del mondo.
«Con me non ti devi nascondere, mai!» E quel suo tono autoritario e dolce allo stesso tempo accende un nuovo tipo di eccitazione in me. La mia cicatrice è davvero brutta, spessa e irregolare, prende tutto il lato sinistro del collo eppure quando si abbassa a baciarmi di nuovo me la dimentico. «Posso?» Mi indica il polso coperto che nasconde una griglia di cicatrici simile a quella sul collo ma annuisco lo stesso. Quando toglie il nastro mi sento nuda e per una volta non me ne importa.
Ci baciamo e trovo naturale perdermi in lui. E quando raggiungo l'orgasmo, ferocemente aggrappata a lui, urlo tanto da graffiarmi la gola.
La discesa dal paradiso alle sue braccia è lenta, adoro sentire il suo peso su di me. «Ti sto schiacciando», ridacchia Castiel prima di posarmi un bacio sulla punta del naso. «Non fa nulla» e mi trovo a ridere anch'io come un adolescente.
Onestamente riesco a respirare a malapena ma stare tra le sue braccia è un afrodisiaco naturale.
«Baby, ti sei addormentata?» Alzo le palpebre e lo guardo praticamente con i cuoricini negli occhi.
«Adoro starti così vicina» e pigramente faccio scorrere le dita lungo la sua spina dorsale. «Piace anche a me in effetti» e mi fa il suo solito sorrisetto malizioso. Poi, di colpo, si fa serio «Vuoi parlarne?»
«Del fatto che abbiamo appena fatto l'amore?» E lui scoppia a ridere, sento il suo petto vibrare in modo piacevole. «No, gattina. Delle cicatrici».
«Ah», rimango un attimo in silenzio e lui ne approfitta per girarsi sul fianco e trascinarmi con se. Affondo il volto contro il suo petto «Non c'è molto da dire. Quella sera guidava mio padre, mia madre era seduta al suo fianco e io dietro; loro stavano parlando di affari». Faccio un respiro profondo, fa male ricordarsi di quella notte. «Onestamente stavano proprio discutendo: mia madre urlava e mio padre era sempre più nervoso, negli ultimi mesi erano sempre in quel modo.» Gli bagno il petto con le lacrime, non ho mai smesso di piangere per quello che è successo, la mia scorta di lacrime sembra infinita.
«Respira, baby. Ci sono qui io con te» e io faccio come mi ha detto, abbracciandolo ancora più stretto.
«Cercavo in ogni modo di ignorarli, odiavo sentirli litigare in quel modo, e mi concentravo sul cellulare. Pioveva a dirotto e mio padre aveva un po' bevuto... non ha visto in tempo il camion che arrivava dalla direzione opposta.
Hanno dovuto segare il metallo della macchina per tirarmi fuori, loro erano già morti», le sue braccia mi stringono più forte, quasi volesse assorbire tutto il mio dolore «Non ho detto neanche ai poliziotti che sono venuti alcuni giorni dopo in ospedale di quel litigio... o che mio padre è morto sul colpo ma mia madre no! L'ho vista spegnersi lentamente, ogni minuto che passava un atroce agonia. Eppure nonostante soffrisse atrocemente, ha continuato a parlarmi; è persino riuscita a prendermi per mano. Mi sono resa conto che era morta quando ho sentito le dita strette alle mie perdere la presa e farsi pesanti. Penso che non ci sia nulla di più orribile di quella sensazione!»
Non mi ero mai resa conto di quanto avessi bisogno di parlarne con qualcuno, neanche a Lysandro ho mai detto tutta la storia. «Mi dispiace, Lizzie. Potessi, cancellerei tutto il tuo dolore!»
Alzo la testa e lo guardo, un minuscolo sorriso sul mio volto «Lizzie?»
«Beh, ti chiamano tutti El... dovevo trovare un modo per distinguermi!»
Ridacchio e onestamente solo lui sarebbe capace di farmi parlare dell'incidente per poi ridere subito dopo. Mi tiro un po' su e lo bacio piano «Fidati, tu ti distingui!»
Mi accoccolo di nuovo contro il suo fianco e con un sorriso mi addormento ascoltando il battito del suo cuore.
   
 
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