Mai una sentenza l’aveva fatta sentire così impotente. Era paradossale, non vi era occasione nell’esercizio del ruolo ministeriale in cui il suo potere avesse maggiore rilevanza, eppure in quel preciso istante percepiva un macigno sul cuore che le impediva in tutti i modi di far valere la sua autorità, di presenziare a quella sentenza come se sulla sedia davanti ai suoi occhi giacesse un qualunque prigioniero. Forse infondo avrebbe solo dovuto seriamente chiudere le palpebre mentre pronunciava quell’ufficiale verdetto, immaginando Ron in salvo totalmente altrove, magari ad aspettarlo a casa insieme ai loro figli. Ma quel viaggio mentale non era sufficiente per modificare il presente e dare una svolta diversa, meno drammatica, al futuro.
Come avrebbe fatto a mettere a tacere le ragioni del Wizengamot? Non ne aveva nemmeno il diritto, visto che la democrazia al Ministero regnava sovrana, nonostante l’ultima parola spettasse al Ministro in persona. Le argomentazioni per salvaguardare suo marito erano troppo deboli, molto vicine all’illegalità.
Indugiò ad indossare la toga, quel tocco di formalità aveva l’esplicita e triste funzione di ricordarle quanto quel fatidico momento fosse ad un passo da lei. Prese quel tessuto dai colori spenti, lo fece lentamente scivolare tra i polpastrelli ed inevitabilmente la sua mente ritornò a tempi passati e felici. Gioviali e dolci parole di Ron le rimbombarono in testa, riprovò sulla pelle sensazioni con la consapevolezza e il timore di non riviverle mai più.
***
Hermione aveva minuziosamente indossato la sua toga, non vi era nemmeno una piega, si era attentamente impegnata nella cura del suo vestiario per quell'importante evento. Era alle prese con i capelli, quando intravide un grande sorriso alle sue spalle. Ron ammirava il riflesso della ragazza allo specchio e non poteva evitare di sfoggiare orgoglio per sua moglie, non l’aveva mai vista così bella e radiosa come in quel preciso istante.
Chi devi condannare, stamane?
Alzò gli occhi su di lui, udendo quell'umoristica frase. Cessò la sua attenta attività per tentare di essere al massimo della sua compostezza e ricambiò lo sguardo di lui sempre attraverso la ‘parete riflettente’.
Per quale ragione sei così elegante?
Ron, se non la pianti di prendermi in giro condanno tequel tono fintamente offeso contribuì a rendere l’aria che aleggiava in quella stanza ancora più serena
Piuttosto, non so come raccogliere i capelli
L’unica preoccupazione della ragazza era il suo abbigliamento, desiderava davvero dare una buona impressione in quell’occasione, dopotutto era il suo primo giudizio nei panni del Ministro della Magia e voleva essere all’altezza di quel ruolo. Era perfettamente consapevole che occorresse ben altro per svolgere nel migliore dei modi il suo ruolo, ma quello le sembrò un buon inizio per il suo mandato.
Ron, senza distogliere lo sguardo dallo specchio, le si avvicinò da dietro e lentamente tolse il mollettone, sciogliendole i capelli sulle spalle.
Così sei bellissima
Hermione sorrise dolcemente a quel complimento.
Ron, finiscila di adularmi
In effetti hai ragione, non mi conviene proprio che tu sia bellissima, non vorrei che qualcuno si innamorasse di te quando non ti sono accanto
La ragazza si voltò verso lui e a braccia conserte lo ‘rimproverò’ con lo sguardo.
Che c’è, tesoro? Cos’ho detto che non va?
Nessun altro potrebbe rubarmi il cuore, Ron, con o senza te al mio fianco. Puoi stare sereno
Non sapeva ancora come fosse possibile, ma quelle parole non poterono che rasserenarlo sul serio. Tornò cupo all’improvviso e, esternando tutta la sua gelosia, le porse severo il mollettone.
Rimettilo per sicurezza
Hermione rimase perplessa davanti a quel repentino gesto.
Non ti fidi?
Di te sì, è degli altri che ho poca fiduciale diede un bacio sulla guancia, soffocando un nuovo sorriso e si avviò verso la porta
Buona fortuna per la tua prima udienzama prima di varcare definitivamente la soglia, le lanciò un ultimo ‘avvertimento’
Mi raccomando, fai la scelta giusta
Aveva seguito i passi del marito, fino a che non scomparve alla sua vista.
Grazie, amore. Lo spero
Guardò l’oggetto tra le mani e con un innamorato sorriso si raccolse nuovamente i capelli.
***
In quel funesto presente Hermione sperava ancora di prendere la giusta decisione. Ron le raccomandava sempre di mettere in campo tutto il suo buon cuore, perché l’avrebbe sempre guidata nella direzione corretta, anche nelle sentenze più pesanti da pronunciare. Come faceva proprio in quel frangente ad ignorarlo, quando ora più che mai avrebbe dovuto ascoltarlo?Guardava la sua figura totalmente scura allo specchio, se non fosse stato per quel perenne pallore sul volto per via del malanno e della notte in bianco passata sui libri alla disperata ricerca della libertà per suo marito. I capelli furono lasciati sciolti, non aveva alcuna voglia di prestare attenzione alle apparenze e poi Ron, in un momento così cupo, avrebbe senz’altro gradito. Chi altro l’avrebbe potuta amare in quell’aula se non l’uomo che aveva sacrificato se stesso solo per donarle una piccola opportunità di salvezza?
Quello specchio rifletteva solo la sua immagine, non vi era nessuno alle sue spalle, non aveva avuto la grazia dell’incoraggiamento di suo marito nell’ora della sentenza in cui ne avrebbe necessitato di più. Ma infondo conosceva già il parere di Ron, aveva dimostrato di non avere alcun timore di Azkaban se ciò significava salvarla.
Era talmente sfinita moralmente e fisicamente che non aveva nemmeno più le energie per sfogare in un pianto disperato quella frustrazione. Eppure necessitava di quello sfogo represso, le si è bloccato in gola e la faceva stare ancora più male.
Una flebile e prudente voce si diffuse nella stanza adiacente l’aula, dove il Ministro stava vivendo quegli ormai soliti attimi di agonia.
Hermione, è ora
Si voltò verso Harry e stavolta un verdetto era già stato pronunciato da lui con estremo dispiacere.
Non voglio condannarlo
Come se quella precisazione fosse stata necessaria.
Neppure io
No, Harry, tu non capisci
Invece capisco
È Ron
Già, è Ron
Aveva sempre la risposta pronta, ma non udì dalla bocca dell’amico ciò che realmente avrebbe voluto sentire, anche se i suoi tentativi erano pienamente comprensivi e vicini al dolore di lei, dal momento che anche lui non stava vivendo sensazioni piacevoli. Non aveva altra scelta, non sapeva in che altro modo trovare le forze per uscire e pronunciare quella dannata sentenza guardandolo negli occhi, così si buttò tra le braccia di Harry , dove sapeva avrebbe trovato un po' di amichevole conforto, e prontamente la donna si sentì stringere da lui.
Hermione, dobbiamo andare. So che è difficile, ma rimandare non lo renderà meno doloroso
Dopo qualche istante, con una strana urgenza, Hermione sciolse quel contatto, lasciandolo perplesso. Lei prese la bacchetta dalla tasca della toga e la puntò contro l'orologio a muro, che indicava un minuto all’ora fatidica, incantandolo, donandole la netta sensazione di un po' di sollievo, di avere il potere di ritardare l'inevitabile. Lo riportò indietro di un’ora. Ovviamente nulla influì realmente sul tempo, ma servì a lei per avere la percezione di poter almeno rimandare quel momento.
Sai, è buffo, Harry, ho sempre evitato di rimandare a domani quello che potevo fare oggi, mi faceva sentire più sicura. Mi spiego?si voltò con sofferenza verso l’amico con un rassegnato sorriso in volto
Ma io non riesco proprio a fare questo senza avere la tentazione di rimandarlo a tempo interminato, senza prendermi l’eternità per provare a non perderlorise involontariamente e amaramente delle sue parole
Parlo di eternità, io che non so nemmeno se vedrò l’alba di domani
Ripose lentamente la bacchetta nella sua ufficiale divisa, come a voler abbassare le difese davanti all'ingiusto destino che aveva stravolto la loro vita, prima nel bene o poi drammaticamente nel male, e si voltò verso la porta, lanciandole un’occhiata malinconica. Harry non sapeva più cosa fare e neppure cosa dire, così le accarezzò dolcemente il braccio in un ennesimo tentativo di infonderle coraggio per affrontare quella dura prova.
Ti aspetto in Aula. Quando te la sentigettò un’occhiata all’orologio e le sorrise per rincuorarla e mostrarsi sereno
Tanto non c’è fretta
L’Auror si avviò verso la porta, ma si bloccò prima di uscire.
Ah, quasi dimenticavo, Hermione. L’ho accompagnato in infermeria e sta un po’ meglio
Grazie. Non so come avrei fatto senza di te
Harry le porse solo un ultimo accennato sorriso, prima di lasciarla nuovamente sola in quell’oscurità.
Il Ministro rimase con lo sguardo fisso sulla porta. Prese un lungo respiro per ritrovare gli ultimi spiragli di coraggio e mosse qualche passo in direzione della soglia. Quando fu nei pressi di essa - troppo rapidamente secondo lei - abbassò la maniglia e subito si aprì una sottile fessura da cui aveva una buona visuale dell’Aula. Lo vide - ma forse lo cercava - era seduto al banco dei condannati, palesemente sconvolto dagli eventi. E come dargli torto, chi non lo sarebbe stato? Attendeva, anzi attendeva l’ingresso di sua moglie. Fu proprio la visione di Ron a stimolare le tanto desiderate e attese lacrime. Appoggiò la schiena al muro, portò le mani sul volto e sfogò finalmente silenziosamente tutto il suo dolore.
***
Quando sembrava che le sue agonie lo stessero lancinando, distruggendolo da dentro, vide Hermione entrare finalmente in Aula, sotto gli occhi attenti di tutto il Wizengamot.Non poté evitare di notare l’aspetto di sua moglie, era peggiorata, erano stati inutili i vani sforzi di tutti di nascondergli quella triste verità, e gli occhi di lei, anche se intravisti da lontano, sembravano palesemente arrossati.
Il Ministro si sedette, ma non accennò nemmeno lontanamente a posare gli occhi su di lui, preferì tenerli bassi per iniziare a leggere meccanicamente quel processo, provando a reprimere ogni sorta di emozione. Gli fece male quello scostante atteggiamento, ma finì con il comprenderla.
Quando finalmente lei iniziò a proferire parola, il silenzio scese in Aula e una voce stranamente e fintamente pacata invase l’ambiente.
Signor Weasley, lei è stato arrestato per
Purtroppo i tentativi di Hermione di mantenere un certo controllo su se stessa e di concludere velocemente quella sentenza senza soffermarsi ulteriormente sulle conseguenze, dato che quei pensieri l’avrebbero definitivamente annientata, furono vanificati da un’educata interruzione che si levò dagli spalti del Wizengamot.
Ministro, perdoni l’interruzione, ma non crede che forseuna donna, non particolarmente giovane, cercava le parole più adatte da impiegare prudentemente, sperando di non essere fraintesa
la sua posizione non le consenta di
Non mi consente di fare cosa? Essere obiettiva e condannarlo?le rispose acidamente, voltandosi verso la sua interlocutrice con uno scatto, come se quel dolore non aspettasse altro di essere stuzzicato per manifestarsi
Certo che è difficile essere ferma e condannare mio marito. Come potrei condannare l’uomo che amo come se nulla fosse?
Ron aveva seguito attentamente quella scena ed era rimasto colpito dalla pubblica dichiarazione di sua moglie. Ciononostante però quel processo, che stava mettendo a dura prova anche lui, stava prendendo una piega poco rassicurante ed era chiaro che servisse un po’ di diplomazia.
Se posso, Ministro
Hermione però non gradì affatto quel flebile tentativo del marito di sedare gli animi, nonostante l’oggetto di discussione fosse proprio lui.
No, signor Weasley, parla solo se interpellatoconosceva già l’opinione di Ron, così dall’alto della sua postazione sfruttò quella formale circostanza. La donna non tardò a riprendere quel battibecco che diventò presto un monologo, visto che l’incosciente provocatrice non aveva più il coraggio di fiatare dopo quell'inaspettata reazione
La mia posizione non mi impedisce di prendere la decisione giusta! E, tanto per essere chiari, se mio marito ha fatto un gesto simile, c’è sicuramente un motivo, mi fido di lui
Ron alzò gli occhi al cielo esasperato - ‘Non posso dire la mia a casa, figuriamoci sotto accusa in un Tribunale’ -, fino a posarli sull’unica persona che aveva la facoltà di cessare quella lite. Supplicò con lo sguardo il suo migliore amico, che affiancava il Ministro, di intervenire e per fortuna quest’ultimo accolse l’implicita richiesta. Harry cercò dolcemente di placare la miccia che era scattata in lei.
Hermione, calmati, non lo aiuti in questo modo, anzi tutto il contrario
Ma lei non era affatto intenzionata ad ascoltarlo, anzi lo guardò contrariata, quasi delusa al cospetto di quelle parole, con la netta sensazione di essere appena stata rimproverata.
Ho bisogno di riflettere
Il Ministro si alzò nel bel mezzo del processo e si avviò verso l’uscita dell’Aula sotto lo sguardo attonito di tutti i presenti. In particolare Ron ebbe l’impulso di seguirla, ritenendosi il primo responsabile del dolore inferto alla moglie, ma fu di nuovo reguardito e stavolta dal suo diretto superiore.
Fermo! Vado io
Il cognato si risedette contrariato e palesemente preoccupato per sua moglie.
***
Le mancava il fiato, si sentiva in una stretta e infernale morsa. Poche parole erano state sufficienti per far esplodere tutta quella frustrazione e stanchezza accumulate.Percorse di qualche metro i lunghi e tetri corridoi, incerta sul da farsi, non sapeva se proseguire o fermarsi, accasciarsi a terra e sfogare tutto il suo dolore. Ma prima che la sua mente riuscisse anche solo a mettere insieme un pensiero di senso compiuto, girato l’angolo una figura totalmente inaspettata le bloccò il cammino.
Malfoy!non sarebbe potuto capitare in un momento migliore
Dovrei Schiantarti, lo sai?!
Aveva un nuovo bersaglio davanti a sé e non perse l’occasione di attaccarlo. Forse infondo era l’unico vero responsabile della situazione in cui riversava suo marito. Oppure no, era confusa e lo diventò ancora di più quando quell'uomo, oltre ad incassare in silenzio la sua rabbia, le porse anche un familiare sacchettino.
Hermione lo guardò profondamente stupita, lo aveva riconosciuto, ma non poteva credere che lo stesse restituendo.
Questo è
La Pietra della Resurrezionelo sguardo ancora sorpreso di lei si spostò nuovamente sul suo interlocutore
Restituendola, il Voto Infrangibile cade e Weasley non rischia nulla o megliotirò fuori dalla tasca un foglio di carta e lo porse al Ministro
con questo dovresti anche riuscire a scagionarlo
Hermione non riusciva più a comprendere nulla di quello che stava succedendo da quando Malfoy le era comparso davanti, ma capì che qualcosa era cambiato. Accettò con titubanza quel biglietto, sotto lo sguardo stranamente paziente dell’uomo.
Non ne sono sicuro, ma spero che la pozione funzioni
Fece per andarsene, ma il Ministro richiamò la sua attenzione con la voce.
Draco. Non so perché tu lo stia facendo, ma grazie
Non aveva mai ricevuto gratitudine in vita sua e avvertì una piacevole sensazione invaderlo. Tentò di nuovo di andarsene, ma Hermione fu nuovamente più veloce.
Draco, non per farmi gli affari tuoi, ma come va con Scorpius?
Malfoy indugiò a risponderle, purtroppo per lui erano risaputi i problemi con il figlio dopo la morte di Astoria. Ripensò alle lontane parole di sua moglie, ai suoi tentativi di incoraggiarlo e a quel loro contatto mai più concesso.
Un disastro, Granger
***
Tornò in Aula, ancora sconcertata da quell’incontro e dalla repentina evoluzione degli eventi. Si risedette davanti agli occhi perplessi dei presenti, che diventarono increduli quando intravidero l’oggetto che il Ministro posò delicatamente sul banco.
Hermione non rispose alle implicite domande di suo cognato e tanto meno al tentativo di suo marito di catturare lo sguardo di lei per riuscire a saperne di più. Aprì quel foglietto e iniziò a leggere quelle poche righe di testo che fino a quell’istante erano rimaste sconosciute persino a lei, aveva preferito non anticipare quella lettura fino a quel momento.
Alla gentile attenzione del Ministro della Magia e del Wizengamot, dichiaro che il signor Ronald Weasley mi abbia consegnato la Pietra della Resurrezione per fini eccedenti qualsiasi forma di trasgressione alla Legge Magica, anzi il suo gesto è stato altruistico e non ha comportato alcun atto criminoso. Pertanto chiedo in questa sede di assolverlo, dal momento che non sussistono più prove della sua colpevolezza. In fede, Draco Lucius Malfoy
Hermione alzò finalmente gli occhi sul marito per la prima volta dall’inizio di quell’udienza, ma ciò che incontrò fu uno sguardo incredulo. Gli sorrise e finalmente poté proclamare la sentenza tanto desiderata.
Ronald Weasley, la dichiaro innocente, estraneo ai fatti di cui era stato accusato, e ordino l’immediata scarcerazione
Aveva pronunciato quelle parole con una gioia incontenibile e anche le lacrime - incurante del luogo in cui si trovasse - che le rigarono il viso avevano tutt’altro sapore. Ron le sorrise felice e solo in quel momento, con quel magnifico sorriso sulle labbra si accorse di quanto fosse bella sua moglie quella mattina.
Distolse lo sguardo da lui solo per dare una semplice comunicazione al Capo degli Auror.
Harry, digli che lo aspetto tra 5 minuti nel mio ufficio, prima devo fare una cosa
Agli ordini, Ministro
E lui non accettò più volentieri dei comandi.
Spazio dell'autrice
Ciao ragazzi!
La complessa situazione in cui siamo entrati si sta lentamente sciogliendo, non mancano tantissimi capitoli al termine di questa storia :)
Grazie come sempre di cuore per continuare a seguirmi! <3
Alla prossima :)
Baci
-Vale