I pezzi iniziali di ciascun paragrafo (quindi quelli in corsivo) sono dei riferimenti ai capitoli precedenti (quasi tutti dell'ultimo capitolo) per far capire un po' che cosa succederà e per non perdere il filo...buona lettura...
...stringendosi le braccia intorno al corpo Callie guardò la statua di Poseidone in fondo alla piscina, stava per girarsi e andarsene quando una mano grande e calda le strinse una spalla e sentì la voce roca di Matisse mischiata al suo profumo di cedro:<< D’accordo ci sto >>
Seduta
sul letto della sua camera Callie stava ancora ripensando a quella
strana notte
passata con Matisse Atelier; non sapeva bene che cosa fosse successo,
se lo era
trovato davanti e ad un tratto la sua bocca aveva iniziato ad aprirsi
da sola
rivelando a quella specie di dio greco uscito dalle acque tutta la sua
vita e i
suoi decisamente complicati rapporti familiari.
Aveva
perfino accettato di farsi aiutare a trovare suo
padre...cioè Axel...sì insomma
l’uomo con cui sua madre si era divertita quella fantomatica
sera.
Immediatamente
un moto di paura le strinse il cuore: e se lui non le avesse creduto?
Se magari
nemmeno si ricordava di quella notte o di sua madre? Erano passati
così tanti
anni e magari a quest’ora lui aveva già una sua
famiglia, una moglie e dei
figli suoi, una famiglia di cui lei non avrebbe potuto fare parte.
Era
un’idea folle la sua, dettata dalla rabbia che aveva in corpo
dopo la lite con
Nicole ma ripensandoci a mente lucida quella era davvero una pessima,
pessima
idea.
<<
Ehi tutto bene Callie? >> e la voce di Fabian, seguita
dalla sua mano che
le accarezzava una spalla la staccò dai suoi
pensieri:<< Fabian >>
lui sorrise dolce come sempre poi sedendole accanto le
domandò:<< Tutto a
posto? Hai l’aria pensierosa >> Callie fece
spallucce:<< Niente di
che, ho passato la notte con tuo fratello e quindi stavo...
>> poi
accorgendosi di quello che poteva significare quella frase
alzò le mani
agitandole nervosa:<< Non dico che...non volevo
dire...abbiamo solo
chiacchierato un po’ e poi ci siamo addormentati, tutto qui
e… >>
inaspettatamente Fabian scoppiò a ridere prendendo una mano
di Calliope tra le
proprie:<< Tranquilla non sto pensando male
>> poi rialzandosi e
avvicinandosi all’armadio per prendere un cambio di vestiti
aggiunse:<<
Anzi sono felice che tu e Mat cominciate a fare amicizia, andreste
molto
d’accordo secondo me >> Callie
mugugnò una risposta sovrappensiero ma si
soffermò sulle parole di Fabian: cominciando a conoscere
meglio il gemello cattivo, come lo
aveva
soprannominato nella sua mente, Matisse Atelier non era così
male come aveva
pensato all’inizio e, maledizione a lei, cominciava a starle
fin troppo
simpatico e ormai si era ripromessa di stare lontano da tipi del genere
capaci
solo di grandi promesse che poi non mantenevano mai.
<<
Callie…Callie mi stai ascoltando? >> lei si
voltò verso Fabian sbattendo
le palpebre:<< Scusami…dicevi?
>> lui continuò a sistemarsi la
camicia che aveva appena indossato:<< Ti ho chiesto un
parere >>
<< Un parere su cosa? >> lui fece un mezzo
sorrisetto quasi
imbarazzato:<< Sulla mia idea per riconquistare Eve, in
fondo tu sei una
donna, mi servirebbe l’opinione di qualcuno
dell’altro sesso, potrei fare
qualcosa che non le piacerebbe >> a quelle parole Callie
si alzò a sua
volta sorridendo e scuotendo il capo insieme:<< Non so se
sono la persona
giusta a cui chiedere Fabian, non sono esattamente quella che si
definirebbe
una gentil donzella >> lui annuì continuando
comunque a
sorridere:<< Questione di punti di vista >>
<< Sarebbe a
dire? >> e lei lo guardò perplessa cercando di
capire che cosa voleva
dirle ma prima che uno dei due potesse continuare la discussione il
classico
suono della materializzazione li bloccò facendoli voltare
entrambi verso Seza
che era appena comparsa al centro della stanza.
<<
È successo qualcosa Seza? Maman e
papà… >> domandò Fab che
si stava già
chiedendo come mai l’elfa fosse comparsa così
all’improvviso in camera loro:<<
I padroni stanno bene signorino, Seza è qui solo per
consegnare un messaggio
>> Fab annuì ma l’elfa si
voltò verso Calliope:<< Il messaggio
è
per la signorina Arlcotte >> continuò poi la
piccola creatura porgendo un
foglio di pergamena piegato a metà alla ragazza per poi
sparire poco dopo.
<< Una babbana in un hotel pieno di maghi e magia! Complimenti! Davvero! >> poi guardando Jack che in tutta quella scenetta era rimasto in piedi in silenzio appoggiato alla libreria aggiunse:<< Mi dai una mano a cercarla? >>…
Definire
quell’hotel enorme era un eufemismo bello e buono, quel posto
era immenso e più
giravano per cercare Julie e più Elpis si innervosiva
perché non riuscivano a
trovarla:<< Adesso tu mi dici che cosa ti è
saltato in mente Aidan Medea,
che diavolo ti passava per la testa? >> poi sbuffando
mentre entrava
nell’ennesima sala relax aggiunse:<< E tu
perché lo hai aiutato? andiamo
James sai di cosa è capace quella serpe! >>
James fece per replicare ma
la risata divertita di Aidan li bloccò entrambi facendo
girare Elpis verso il
fratello ancora più imbestialita di prima:<<
Ti stai divertendo vero Dan?
>> per un attimo il ragazzo smise di ridere, era da
quando erano bambini
che Elis non lo chiamava Dan – dal momento che
all’epoca non riusciva a dire
Aidan per intero – poi però la sua aria da
sbruffone tornò sul suo
viso:<< Oh andiamo sorellina non prendertela, la tua
amica è una tipa in
gamba, se la sa cavare benissimo da sola >> Elpis
evitò di rispondere
alzando di nuovo gli occhi al cielo e continuando la sua ricerca senza
sapere
quanto, anche senza volerlo, Aidan in realtà avesse ragione.
<<
Ti sei persa? >> sentendo una voce dietro di
sé Julie Loker si voltò per
capire chi l’avesse trovata facendo poi uno scatto indietro
quando si trovò un
paio di occhi color ghiaccio a pochi millimetri dal
viso:<< Io…io non…
>> poi cercando di non sembrare una bambina che balbetta
Julie deglutì
appena rimettendosi dritta e fissando lo sconosciuto moro negli
occhi:<<
Io sono Julie, piacere >> commentò poi
allungando una mano; il ragazzo
davanti a lei rimase per un attimo interdetto poi allungando a sua
volta la sua
strinse la mano di Julie con le sue lunghe dita
affusolate:<< Stefan
>> lei sorrise con quella dolcezza che l’aveva
sempre
caratterizzata:<< Bel nome >> poi
cominciando a tormentarsi un po’
le mani aggiunse:<< Ad ogni modo hai ragione, mi sono
persa e non so da
che parte andare, mi daresti una mano? >> il giovane
Asimov rimase per un
attimo immobile: da dove era sbucata ora quella biondina dal sorriso
contagioso
che quasi gli faceva voglia di sorridere a sua volta?
<<
Dipende dove devi andare >> lei si guardò
intorno nel piccolo corridoio laterale
dov’erano finiti:<< Sto cercando una mia amica,
Elpis Medea, la conosci?
>> ok adesso davvero gli veniva da ridere: che cosa
voleva quella bionda
da Elis? Poi quasi come un fulmine a ciel sereno una delle tante
conversazioni
che aveva avuto con Aidan, Serge e Carter gli tornò alla
mente: Julie…l’amica
del cuore di Elpis, l’amica babbana
di Elis!
Dio
ne aveva sentito parlare così tanto ma non si era mai posto
il problema di che
aspetto questa fantomatica Julie potesse avere…grosso
sbaglio! Suo padre gli
aveva insegnato fin dalla culla ad essere sempre pronto a tutto e lui
lo era
sempre stato, a tutto ma non a lei!
Stava
quasi per dirle che l’avrebbe portata lui da Elis
quando:<< Julie! Julie ti
ho trovato finalmente! >> poi vedendo chi c’era
accanto a lei Elpis si
avvicinò sospettosa:<< Stefan che cosa ci fai
qui? >>
<<
Devo ammetterlo
amico, non stai per niente male con la divisa
dell’hotel…anche se il giallo
paglierino non è esattamente il tuo colore >>
Sentendo quella voce Serge alzò gli occhi dal gilet giallo che aveva appena finito di allacciarsi per servire il pranzo girando lo sguardo verso il suo migliore amico che, con uno strano sorriso felice in volto, stava pigramente appoggiato alla porta dello spogliatoio accanto alla cucina:<< Ti credi spiritoso Mat? >> Atelier rise avvicinandosi:<< Assolutamente sì >> commentò poi serafico ma sedendosi su una delle piccole poltroncine che c’erano nella stanza aggiunse:<< Ma non è per questo che sono qui >> sentendo che il suo tono di voce era cambiato anche Serge si sedette accanto a lui:<< Che cosa succede Mat? >> il più giovane si passò le mani nei capelli:<< Mi serve un tuo consiglio >> poi deglutendo e sfuggendo lo sguardo dell’amico specificò:<< Un tuo consiglio su una ragazza >>
ricordandosi
che tra di loro era Matisse l’esperto di ragazze Serge fece
una mezza smorfia:<<
Devi essere proprio disperato se vieni a chiedere consiglio a me
>>
pensava che Mat avrebbe risposto alla sua battuta per le rime, invece
l’altro
annuì guardando il parquet:<< Credo proprio di
sì >> Serge gli
poggiò una mano sulla spalla cercando di infondergli un
po’ di
coraggio:<< Andiamo non essere così tragico,
mi sembrava che anche Flick
Lloyd fosse interessata a te, non dicevi di volerla invitare a cena?
Che cos’è
successo per ridurti… >> Matisse
alzò la testa di scatto:<< No, io
sto parlando di Calliope >> << Calliope?
>> la faccia di
Serge probabilmente doveva essere molto stupita perché Mat
si affrettò a
specificare:<< Non pensare male, non sto pensando a lei
in quel senso,
non ho intenzione di… >> poi passandosi le
mani prima sul viso e poi sui
jeans aggiunse lievemente nervoso:<< É che le
ho promesso di aiutarla con
un - pensò un secondo a come spiegare la cosa senza scendere
troppo nei
dettagli - problema, diciamo così >>
<< Mat...che cosa c’è sotto?
>> l’altro scosse il capo:<<
Niente, solo che sono stato orribile
con lei da quando è arrivata per via di Fab e Eve e invece
adesso vorrei rimediare
>> Serge fece un piccolo sorriso:<<
Rimediare a cosa? >> di
nuovo il biondo fece spallucce come a minimizzare la
cosa:<< Niente di
che, diciamo solo che non è così male come
credevo tutto qui >> finendo
di allacciarsi il farfallino Serge sorrise:<< Anche di
Penny dicevi la
stessa cosa sai e poi hai finito per… >> gli
occhi di Mat si spalancarono
spaventati:<< No! Non è assolutamente la
stessa cosa, non è come con
Penny, non è…io…lei non…non
penso a lei in quel… >> capendo che il suo
amico stava per avere un crollo nervoso Serge gli batté una
mano sulla spalla
in segno di incoraggiamento:<< Ehi calmati campione, non
volevo farti venire
una crisi >> poi avvicinandosi alla porta
aggiunse:<< Andrà tutto
bene Mat, sei un fortunato bastardo che sa sempre quello che fa anche
quando
improvvisa, stai calmo >> poi strizzandogli
l’occhio aggiunse:<<
Ora vado prima che Clau decida di tagliarmi qualche arto di importanza
non
vitale >>
<< Padrona, padron Dorian mi ha chiesto di venire a chiamarla, l'aspetta nel suo studio >> e chinando profondamente il capo Yanna guardò Maggie con riverenza mentre la padrona di casa stava chiacchierando con Leila circa una cena al ministero.
Salendo
velocemente le scale intanto Maggie stava raggiungendo lo studio di suo
marito,
che diavolo poteva essere successo perché Dorian mandasse
Yanna a chiamarla?
e
Margaret Atelier guardò la nipote seduta sul divano con Ian
accanto
che le teneva la mano:<< Ciao zia Peggy
>> la
salutò la ragazza con un sorriso che le ricordò
da morire Violet anche se gli
occhi della ragazza erano decisamente quelli di Pierre:<<
Isobel si
fermerà qui da noi per qualche giorno, ho mandato Renoir ad
avvisare Violet
giusto poco fa >> la rassicurò Ian alzandosi e
avvicinandosi prima alla
moglie e tornando poi verso la nipote.
<<
Che cosa succede tesoro? Hai l’aria preoccupata
>> in un istante gli
occhi di Isobel divennero lucidi e lei si affrettò ad
asciugarli per non
scoppiare a piangere:<< Niente zia,
davvero...è solo un periodo molto
stressante al corso di medimagia e a casa c’è
già Rob che studia per preparare
l’esame da Auror, non voglio disturbarlo >>
Maggie alzò gli occhi verso
il marito e lo sguardo di Ian le disse che nemmeno lui si era bevuto
quella
scusa ma che entrambi avrebbero lasciato decidere ad Isobel quando e
con chi
aprirsi.
<<
Isobel! Che cosa ci fai qui? >> e con un gran sorriso in
viso Dede saltò
al collo della cugina quando la vide entrare insieme ai genitori nella
sala da
pranzo:<< Ciao Dede, avevo qualche giorno a disposizione
e ho pensato di
fare un salto qui per vedere come andavano le cose >>
mentre la
principessa dell’Hotel des Fleurs stava per rispondere Fabian
e Serge in divisa
da camerieri e diretti da Yanna passarono accanto a loro portando la
prima
portata del pasto:<< Ehi ma cosa…
>> cercò di domandare
mademoiselle DuLac ma la cugina sorrise facendo
spallucce:<< Papà ha
messo in atto una delle sue punizioni, ma adesso andiamo a mangiare, ti
spiegherò tutto bene più tardi >> e
trascinandosela dietro Adele andò a
sedersi in uno dei tavoli che Serge stava servendo accanto ad
Evangeline,
Delwin, Reyna, Tyler e un Aric decisamente su di giri.
<<
Ma che cos’è successo in queste settimane? Che mi
sono persa? >> commentò
Isobel avvicinandosi e salutando il gruppo notando poi gli sguardi
languidi che
correvano da una parte all’altra del tavolo:<<
Oh credimi Bels molte,
moltissime cose >> replicò Eve con un sorriso
tronfio mettendo in bocca una
forchettata di quiche e masticandola come se fosse stata la cosa
più buona del
mondo:<< Però un dubbio sta venendo anche a
me, che è successo ieri sera
per farti andare così su di giri Eve? >> gli
occhi della cacciatrice
cercarono Fabian per un istante e la sua mente si lasciò
andare a pensieri ben
poco casti al ricordo di quello che era successo quella
notte:<<
Assolutamente niente, è solo che amo le quiche di Clau,
quell’elfo è un mago
>> << Veramente quella l’ha
cucinata Fabian, stamattina Clau ci ha
messo ai lavori forzati >> le mormorò
Serge che, con la scusa di servire
la seconda portata si era avvicinato al tavolo:<< Ha
detto che l’ha fatto
apposto per la sua golosa preferita >> a quelle parole le
guance di Eve
divennero rosse come due semafori ma lasciò perdere
abbassando il capo e continuando
a mangiare.
commentò
Callie con un po’ di sarcasmo per poi aggiungere guardandolo
fisso:<< Che
cosa voleva dire quel messaggio? Non mi sembra abbiamo nulla da dirci
>>
Mat continuò a mangiare come se le sue parole non lo
scalfissero
nemmeno:<< Beh in verità abbiamo molto di cui
parlare Calliope >>
era la prima volta che Matisse pronunciava il suo nome e in
quell’esatto
momento Callie provò una strana sensazione, nessuno la
chiamava più Calliope da
quando aveva lasciato casa
dei suoi:<< E di cosa di grazia? >> lui
girò la testa guardandola e
perforandole il cuore con quegli occhi color cielo:<<
Giocare con i
desideri è molto pericoloso, devi stare attenta a
ciò che vuoi cercando di
essere il più precisa possibile o potresti ottenere tutto
l’opposto di quello
che pensi >> poi bevendo un po’ di vino
riprese:<< A tal
proposito…quando hai intenzione di usarlo? >>
<< Quando? Cioè vuoi
dire a breve… >> Mat fece
spallucce:<< Non vedo perché aspettare,
in fondo non avrai molte altre occasioni >> Callie
abbassò lo sguardo:<<
Lo fai sembrare un ultimatum così >> Matisse
fece un piccolo sorriso,
ormai aveva capito com’era fatta Callie, o per lo meno lo
pensava, e quindi
c’era un modo infallibile in cui poteva convincerla a
farlo:<< In che
casa eri a Hogwarts? >> sorpresa da quella domanda lei
alzò gli occhi di
scatto:<< Cosa? Che centra… >>
<< Sono curioso >> le
rispose per mettere a tacere ogni replica:<< Grifondoro,
ma non vedo come
questo centri con… >> << La
culla dei coraggiosi di cuore o mi sbaglio? >>
<< Sì, ma non…
>> di nuovo quel ghigno divertito gli si aprì
sul viso:<< E quindi
tu dovresti essere una di quelle persone coraggiose e impulsive pronte
a tutto…
>> poi fingendo un menefreghismo che non provava
aggiunse:<< A me
sembri più un cucciolo spaurito >> come si
aspettava le guance di Callie
divennero due pomodori e le sue labbra si chiusero in una linea dura e
arrabbiata:<< Io non sono…come puoi dire
che…tu non puoi… >> ma lui
finse indifferenza tornando a mangiare:<< Dimostrami che
sbaglio allora
>> << Non è una cosa da fare
così a cuor leggero, c’è la mia vita
in ballo >> Matisse annuì:<< Lo
so, infatti non ti sto dicendo di
farlo ora, solo di non metterci troppo a pensarci >> e
avrebbe
sicuramente aggiunto altro al discorso ma Flick entrò in
sala in quel momento e
lui con un sorriso si alzò dal tavolo:<< Dammi
un secondo, devo sistemare
una questione per stasera >> e Calliope restò
immobile a guardarlo
flirtare amabilmente con la giovane tassorosso che come qualsiasi donna
era
stata catturata dallo charme innegabile di quel pomposo biondo dagli
occhi
color cielo.
<< Sì signorina Lightqueen, stasera ti porto fuori a cena, è ora di avere un vero primo appuntamento >>
Ripensando
alle
parole che Tony aveva pronunciato solamente quella mattina quando si
erano
svegliati insieme Diana infilò in bocca una forchettata di
pasta cercando di
mandarla giù con la forza, non era il caso di avere un calo
di zuccheri durante
il suo primo appuntamento con quella specie di dio greco che era
Anthony Dumas,
ancora non riusciva a crederci…Anthony…lei e
Anthony…
<<
Ehi che
cos’è quell’aria Nana? Non sarai sotto
l’effetto di qualche strana pozione, hai
l’aria di una che ha… >> e Stacy,
l’uragano Stacy come ormai l’aveva
soprannominata dopo la chiacchierata con Tony, iniziò a
scuoterla per una
spalla preoccupata della sua sanità mentale.
<<
Stacy…Stacy
sto bene ok…smettila >> e spostandosi
leggermente dall’amica si mise a
giocherellare con alcune ciocche dei propri capelli:<<
Stavo solo
pensando >> l’altra si mise comoda focalizzando
tutta la sua attenzione
sull’amica:<< Pensando a cosa? Andiamo non sei
tornata in camera ieri
sera e stamattina camminavi su una nuvoletta tutta rosa, che
cos’è successo
signorina Lightqueen? Tu non me la racconti giusta >>
cercando di minimizzare
la cosa Nana fece spallucce:<< Non è niente di
che Stacy, mi stavo solo
chiedendo che cosa dovrei indossare ad un primo appuntamento tutto qui
>>
gli occhi della sua migliore amica si spalancarono come se lei le
avesse appena
rivelato il più grande segreto del mondo:<<
Aspetta un secondo…hai detto…hai
detto primo appuntamento? Cioè davvero primo…ma
con chi… >> poi mentre
continuava a parlare i suoi occhi seguirono la direzione di quelli di
Diana e
incrociarono le spalle larghe di Tony che si stava avvicinando al
tavolo di Adele,
Aric e compagnia:<< Oh sì…il
bell’auror te l’ha chiesto non è
vero…si è
così, te lo leggo in faccia >> e partendo in
quarta Stacy stava già fantasticando
su possibili anelli di fidanzamento, matrimoni e via dicendo quando
Nana la
fermò:<< Ehi piano, piano, è solo
un appuntamento, il primo a dire il
vero e non è detto che… >>
<< Naaaa…tranquilla non ti farà
soffrire, lo so >> davanti a quella strana sicurezza
dell’amica un
piccolo dubbio attraversò per un attimo la mente di Diana ma
veloce com’era
apparso sparì, non era possibile una cosa del genere, Tony
non era il tipo da
farsi intimidire dall’uragano Stacy vero?
<<
Cosa? I luoghi
più romantici di Parigi? >> e Eve, Dede e
Isobel si voltarono a guardare
Anthony che aveva posto quella domanda:<< Sì,
dove si può portare una
ragazza per un primo appuntamento? Non voglio un posto stucchevole ma
deve
essere qualcosa di unico e speciale e… >>
<< Ce l’hai fatta finalmente
amico >> commentò Aric con un gran sorriso
mentre si infilava in bocca un
pezzo di baguette e masticava fissando Delwin con la coda
dell’occhio; la
Corvonero alzò gli occhi al cielo: che diavolo aveva lo
sbirro quel giorno? Riusciva
a rendere erotico anche il mangiare un pezzo di pane, che cavolo doveva
dargli
una calmata o fargli fare una doccia gelata!
<<
Andiamo
amico fammi gioire per te >> continuò Aric
vedendo lo sguardo ammonitore
di Tony:<< È solo il primo appuntamento Aric,
potrebbe essere un disastro
>> lo sbirro scosse la testa:<< Visto come
ti guarda la mia compagna
di stanza dammi retta amico, sarà fenomenale e potrebbe
anche finire con un bel…
>> la mano di Delwin sulla sua bocca gli
impedì di completare quella
frase che sicuramente sarebbe finita con qualche paragone poco
elegante, Aric
sembrava aver perso ogni filtro inibitore quella
mattina:<< Sì, sì
abbiamo capito sbirro, ora smettila e lascia parlare Anthony
>> Dumas
alzò gli occhi su Adele, era la sua compagna di stanza e si
fidava di lei e del
suo giudizio:<< Beh romantico…dunque
vediamo…c’è Place de Tertre con i
suoi pittori, c’è la passeggiata sugli
Champs-Élysées, la cima della Tour Eiffel
>> Tony annuì:<< Se tu dovessi
scegliere? Se potessi avere l’appuntamento
perfetto con Asimov >> al sentir nominare Serge Adele
sorrise per un
istante mentre il suo sguardo incrociava quello del fidanzato oi
sospirando
sognante aggiunse:<< Il mio appuntamento perfetto sarebbe
un bel giro sul
Bateau-mouche lungo la Senna >> Eve e Isobel annuirono
dando man forte
all’amica:<< Vero, sia di giorno sia di sera
è uno spettacolo unico
>> continuò la giovane Duchamp bevendo un
po’ di acqua:<< Sì, ma
trovare i biglietti…per stasera poi…è
praticamente impossibile >>
commentò Dede delusa e il viso di Tony si rabbuiò
vedendo andare in fumo il suo
programma, non voleva essere il classico ragazzo che portava la sua
compagna in
ristoranti eleganti, era un cliché e a lui non erano mai
piaciuti i cliché:<<
Forse possiamo fare qualcosa, ho un amico che potrebbe aiutarci, dammi
un paio
d’ore e vedo cosa posso fare ok? >> guardando
Bels con un sorriso Tony
annuì:<< Non ti prometto niente ma ci
proverò >> commentò la
ragazza alzandosi dal tavolo e dirigendosi verso la porta.
Adrienne cominciò a scendere le scale mentre una piccola idea si faceva largo nella sua mente: se Seb faceva l’indifferente ci avrebbe pensato lei a fargli cambiare idea!
<< Ciao Adrienne >>
sentendo quella voce la ragazza si voltò e un sorriso le si dipinse sulle labbra vedendo chi aveva davanti:<< Sebastian >> e si avvicinò a Delacroix poggiandogli una mano sul petto:<< Mi chiedevo che fine avessi fatto…sei sparito subito dopo colazione, ti sei perso il pranzo >> Seb fece spallucce:<< Non fa niente, ho mangiato un boccone da Chez Louis, avevo una cosa da fare >> Adri sorrise facendogli scorrere una mano lungo i bottoncini scuri che chiudevano la sua camicia:<< Quanti segreti monsieur Delacroix, mi stai incuriosendo sai… >> Seb deglutì appena cercando di restare calmo:<< No, ma che dici…ad ogni modo stasera lo scoprirai, voglio portarti in un posto e spero che… >> di nuovo Adri fece su e giù con quella piccola mano calda:<< Un invito a cena… >> rise appena sbattendo le ciglia:<< Finalmente riusciremo ad avere un vero appuntamento senza sotterfugi Sebastian >> lui la guardò perplesso:<< Senza sotterfugi? >> lei sollevò il viso a guardare lui sorridendo:<< Tu hai i tuoi segreti, io ho i miei >> poi girandogli intorno gli passò le mani sulle spalle sollevandosi in punta di piedi per sussurrargli all’orecchio:<< Ma non temere, te li svelerò stasera se farai il bravo >> poi baciandogli una guancia aggiunse allontanandosi di qualche passo:<< A che ora devo farmi trovare pronta? >>
<< Alle…alle ot…otto >> mormorò lui cercando di non balbettare; Adri tornò indietro sfiorandogli il braccio:<< Ci vediamo alle otto allora >> e lasciandolo lì avvolto dal suo profumo e dal ricordo di quelle mani che lo accarezzavano la ragazza percorse il corridoio fino alla propria camera.
Retro
dell’Hotel des Fleurs, dopo pranzo
<<
È uno
scherzo? >> e Serge guardò il suo
interlocutore indeciso se strozzarlo o
restare lì ad ascoltarlo:<< Ti prenderai la
tua vendetta un altro giorno
Asimov, ora ho bisogno di te >> Serge rimase ancora fermo
a guardare il
suo nemico giurato, sì era melodrammatico ma rendeva
l’idea, che sedeva sui gradini
sul retro dell’hotel con le mani in mano e
l’espressione di uno che ha appena
perso tutto.
<< Bels? Isobel DuLac? Quella Isobel? >> domandò Serge perplesso e ricordando che la giovane era arrivata all’hotel solo quella mattina:<< Sì, Bels… >> sospirò Toby per poi aggiungere:<< È qui vero? >> Serge annuì:<< È arrivata stamattina >> poi sedendosi vicino al suo nemico aggiunse:<< Che cosa vuoi da lei? >> Tobias fece un respiro profondo:<< Parlarle, abbiamo litigato, sono stato… – prese fiato di nuovo – sono geloso e ho agito in modo impulsivo ma lei deve capire che…deve lasciarmi spiegare >> Serge fece per chiedergli altro ma Toby continuò:<< Sei il solo che mi può capire Asimov, anche tu sei innamorato e sai bene che cosa si è disposti a fare per… >> << Innamorato? Cioè tu e Isobel…voi due… >> Valois fece una mezza smorfia:<< Lei non lo so più, io sì, dannatamente e perdutamente >> una piccola risata scappò dalle labbra di Serge:<< Non credevo sarebbe mai successo >>
Tobias alzò la testa di scatto:<< Cosa? >> << Non credevo avrei mai visto il giorno in cui il grande Tobias Valois sarebbe stato messo all’angolo da una ragazza, solo non pensavo sarebbe stata la principessa di Pierre DuLac, Robert o suo padre lo sanno? >> Toby sbarrò gli occhi:<< Non lo sa nessuno, forse solo Seb e adesso tu, vedi di non fare il pettegolo e andare a spiattellare tutto alla tua fidanzatina, sono altre le cose che dovresti dirle >> gli occhi di Serge si ridussero a due fessure:<< Quello che devo dire ad Adele e quando glielo dirò non ti riguarda >> Tobias lo guardò scuotendo il capo e rispondendo acido:<< Otto anni non sono un tempo sufficiente per certi segreti? >> << Vuoi il mio aiuto Valois o no? >> Tobias fece per rispondere ma due voci da dietro l’angolo catturarono la loro attenzione facendo immediatamente drizzare le orecchie del redattore:<< Che cosa sta facendo? >> e alzandosi Toby si avvicinò all’angolo per spiare la sua, ex o quasi, fidanzata che si intratteneva con un marcantonio dai capelli color rame e il sorriso da divo del cinema:<< È venuto qui…che diavolo ci fanno… >> poi prima che qualcuno potesse vederli Serge lo tirò di nuovo dietro l’angolo.
<< Tony! Tony! >> Anthony si voltò sentendosi chiamare:<< Isobel… >> e guardò la ragazza speranzoso:<< Tieni, so che non sono esattamente per stasera e che la Senna di notte fa un altro effetto ma è il meglio che sono riuscita ad ottenere >> poi porgendogli i due biglietti aggiunse:<< Sono per l’ultima crociera di questo pomeriggio, inizia alle cinque >> Anthony continuava a guardare i biglietti come se lei gli avesse appena consegnato il sacro Graal:<< Ma è…è fantastico, grazie mille, grazie Isobel, sono in debito >> lei fece spallucce:<< Tranquillo non è niente di che >> anzi vista la voglia che aveva lei di stare a contatto con il mondo in quei giorni Tony Dumas le aveva appena fatto un favore con quei biglietti ma non era il caso di fermarsi a pensarci, poi salutandolo salì le scale diretta alla camera di Dede, aveva bisogno di una bella doccia o ancora meglio di un bagno caldo forse poteva approfittare della vasca di sua cugina…
Guardando
quello che teneva tra le mani
Tyler sospirò, aveva promesso a Miky che gli avrebbe dato
una mano e ora era
arrivato il momento…
<< Ciao Flick >> la ragazza alzò gli occhi trovandosi davanti Tyler Gail:<< Ty…ciao >> lui sorrise porgendole un braccio:<< Pronta per uscire? >> Flick sbatté le palpebre non capendo:<< Uscire? >> di nuovo Ty sorrise:<< Sì, in amicizia ovviamente, non ci tengo a farmi uccidere dalla Lohan o da Rey ancora prima del tempo >> collegando il fiore e l’invito che c’erano sul suo comodino Flick sorrise:<< Allora era tua…mi hai mandato tu… >> Tyler annuì:<< Sì, ho bisogno di parlarti di una cosa e volevo farlo in privato >> la ragazza si alzò chiudendo il libro che stava leggendo:<< Dove andiamo? >> << C’è un piccolo bistrot qui vicino, direi che una cioccolata calda è l’ideale con questo tempo >> infilandolo il proprio braccio sotto quello di Tyler lei annuì sorridendo:<< D’accordo, mi hai convinto… >>
<< Lo so, infatti
non ti sto dicendo di farlo ora, solo di non metterci troppo a pensarci
>>
<<
Adesso
>> Mat si voltò sentendo la voce di
Callie:<< Adesso cosa? >>
le domandò non capendo dove lei volesse
arrivare:<< Voglio usare il mio
desiderio adesso >> Matisse si bloccò per un
attimo, aveva dei progetti
per quella sera ed erano già le quattro, non voleva arrivare
tardi ma d’altro
canto aveva spinto lui Callie a…:<< Non ti
starai rimangiando la parola
vero Atelier? >> Mat si passò una mano tra i
capelli:<< Cosa? No,
certo che no, solo che io…adesso avrei…
>> incapace di controllare la
propria voce e vergognandosi lei stessa per subire ancora
quell’effetto dagli
uomini Calliope si scostò da lui guardandolo
furente:<< Sei tu che mi hai
detto di farlo il prima possibile, sei tu che mi hai incoraggiato a
provarci,
sei tu che hai detto che mi avresti aiutato, che saresti stato con me
>>
poi stringendo ancora di più l’ametista che aveva
in mano aggiunse:<< Ma
dovevo aspettarmelo, voi uomini siete tutti uguali, non siete capaci di
fare
altro che mentire, finché vi fa comodo raccontate tutto
quello che volete e che
una vuole sentire poi quando dovete davvero impegnarvi o quando le cose
si
fanno difficili lasciate perdere con qualche scusa idiota,
voi… >>
imprecò a denti stretti per non mettersi ad urlare
più di quanto stava già
facendo e voltandosi fece per allontanarsi e lasciarlo lì
prima che le venisse
voglia di prenderlo a schiaffi.
<<
Ferma! Fermati
maledizione! >> e allungando una mano Mat le
afferrò il polso:<< Io
non sono un bugiardo e non sono come qualsiasi idiota tu abbia
conosciuto
>> poi avvicinandosi e facendo scivolare la propria mano
in quella di
Callie dove lei teneva ancora la pietra aggiunse:<< Vuoi
farlo adesso, d’accordo
allora andiamo >> la ragazza rimase immobile per un
attimo indecisa se
credergli o meno:<< Sei sicuro? >> Matisse
annuì:<< Io
mantengo la mia parola, te l’ho già detto
>> poi facendole un mezzo
sorriso aggiunse:<< Andiamo in un posto tranquillo, hai
bisogno di
rilassarti e sgombrare la mente >> << Cosa?
Ma che… >> e
costretta a seguirlo visto che lui le teneva ancora la mano Callie lo
seguì
verso un corridoio laterale alle cucine che sembrava portare in uno
scantinato
o roba simile.
Tyler annuì:<< Sì, ho bisogno di parlarti di una cosa e volevo farlo in privato >>
<< Allora? Che cosa dovevi dirmi? Sembrava importante dalla tua faccia >> e con un sorriso e bevendo un sorso della sua cioccolata Flick guardò Tyler curiosa invitandolo tacitamente a darle una spiegazione.
<< Beh sì ecco…da quant’è che non vedi Miky? >>
<<
Miky? >> domandò lei
perplessa:<< Beh da quando è andato a New York
per lo stage al MACUSA, ha
detto che sarebbe tornato a casa per Natale ma io sono stata accettata
ai Jeux
d’amour e quindi non penso che ci vedremo tanto presto
>> Ty annuì continuando
a girare il cucchiaio nella sua tazza senza davvero aver voglia di
assaggiarla,
odiava quelle situazioni e odiava trovarvisi in mezzo quando lui non
centrava
niente ma in fondo che cosa non si fa per la famiglia?
<<
Gli hai
scritto per caso? Vi siete sentiti? >> Flick lo
guardò facendo una
smorfia e corrugando la fronte:<< Ty che
cos’è tutto questo interesse? Ci
siamo sentiti quando è arrivato là poi qualche
lettera ogni tanto ma niente di
che, io ero presa con la tesi al college e lui lavorava, non
c’è stato molto
tempo per… >> tagliando la testa al toro Tyler
poggiò una lettera chiusa
sul tavolo:<< Ho ricevuto una lettera da Miky un paio di
settimane fa, è
ancora a New York e mi ha chiesto se potevo darti questa visto che tu
sei qui e
Jeux d’amour con me e che lui non avrebbe potuto dartela,
voleva dartela di
persona a quanto mi ha detto ma non ha fatto in tempo >>
<< Una lettera
per me? Ma cosa… >> e allungando la mano sul
tavolo Flick Lloyd prese la
busta togliendo la cera lacca dorata sul retro e tirando fuori il
foglio
piegato a metà.
Mentre
i suoi
occhi scorrevano sul foglio Flick si accorse appena di Ty che sei
alzava per
lasciarle un po’ di privacy; Gail non sapeva che cosa ci
fosse scritto in
quella lettera ma conoscendo suo cugino e il modo in cui Miky parlava
di Flick
Lloyd poteva farsene un’idea…
<<
Sono per l’ultima crociera di
questo pomeriggio, inizia alle cinque >>
Forse
un po’ di
fortuna cominciava ad averla anche lui, forse nonostante tutto quello
che gli
era successo in quegli anni Adele e suo padre avevano ragione:
l’artefice della
sua fortuna e della sua vita era lui! Solamente lui poteva decidere se
affondare o risalire a galla e nuotare.
Forse
sì o forse
qualcuno gli aveva somministrato una fiala di felix e lui non se ne era
accorto; quale che fosse il reale motivo in quel momento a Tony non
importava
minimamente visto che la sua attenzione era interamente focalizzata sul
meraviglioso sorriso di Diana che guardava il panorama dal bordo della
barca e
spalancava la bocca come una bambina al parco
divertimenti:<< È bellissimo,
c’è perfino uno sprazzo di
luce…è magnifico… >> era
da quasi dieci
minuti, da quando avevano messo piede sulla barca per essere precisi,
che lei
continuava a ripeterlo ma lui era contento di vederla così
felice:<< Sono
contento che ti piaccia >> le rispose avvicinandosi con
la carrozzella al
bordo per starle un po’ più
vicino:<< Piacermi? >> e lo
guardò come
se fosse pazzo:<< Sembra di essere in uno di quei film
romantici dove i
protagonisti capiscono di amarsi durante l’appuntamento
perfetto >>
accorgendosi poi di quello che aveva appena detto la ragazza si
portò le mani
sulla bocca e le sue guance divennero rosa scuro nel giro di un istante.
La
risata di Tony
calma parzialmente il suo imbarazzo:<< Sai, non credo di
avertelo detto
prima Diana, amo la tua spontaneità…sicura che il
cappello ti abbia smistato
davvero in Corvonero? >> lei annuì mettendosi
nervosamente una ciocca di
capelli dietro l’orecchio:<< Sì, per
quanto io sia spontanea sono più un
topo da biblioteca che la star delle feste e della
popolarità, non mi è mai
piaciuto farmi notare molto, non per qualcosa di diverso dallo studio
almeno
>> Tony annuì:<< Beh qui siamo
all’appuntamento perfetto, non ti ho
portato fuori perché avevi voti alti >>
riuscire a farla ridere era una
delle cose che voleva e quando accadde si sentì decisamente
meglio:<<
Grazie >> gli mormorò poi lei sedendosi su una
delle sedie continuando
comunque a guardare il fiume:<< Per cosa?
>> lei lo guardò dritto
negli occhi e allungò una mano per stringere quella grande e
calda di
Tony:<< Perché mi fai sentire sempre a mio
agio, anche la prima volta
quando abbiamo litigato…non ho mai alzato la voce con
nessuno prima ma tuttavia
non ero spaventata anzi… >> lui
intrecciò le loro dita:<< Sì, credo
di capirti, anche tu mi fai sentire allo stesso modo >>
poi sollevando la
mano di lei l’avvicinò alle proprie labbra
baciandone il dorso:<< Non credevo
davvero di trovare qualcosa o qualcuno quando ho accettato di venire
qui, era
solo per allontanarmi da New York e da ciò che ho lasciato
lì, non volevo
davvero impegnarmi per cercare qualcuno >>
<< E allora perché mi
hai… >> lui girò lo sguardo verso
il profilo di Notre Dame che si stava
avvicinando:<< Perché dal primo istante in cui
ti ho visto non sono
riuscito a pensare ad altro che a te, sei così piena di
vita, così spontanea e
allegra, tutte cose che io ormai non sono più
>> Nana fece spallucce appoggiando
la testa sulla spalla di Tony senza però avere il coraggio
di guardarlo negli
occhi, sarebbe diventata rossa in un baleno se lo avesse fatto, visto
quello
che stava per dire:<< Per me non è vero, sei
tu che ti sei imposto questa
maschera, hai detto tu che prima dell’incidente eri diverso,
che eri una specie
di superstar no? >> Tony rise piano:<< Non
ho detto esattamente
queste parole >> << Il concetto era
quello… >> poi guardando
il paesaggio insieme a lui aggiunse:<< Secondo me sei
ancora quell’uomo,
devi solo ritornare ad esserlo >> << Non
è così facile, quell’incidente
è stato…è stato…
>> gli si bloccava il respiro in gola se ripensava
ancora a quello che era successo quel giorno, i medici avevano detto
che lui
era stato fortunato ma lui fortunato proprio non ci si sentiva.
<<
Mi
racconti cos’è successo? >>
<< Cosa? >> e la domanda di lei
lo spaventò:<< Non dico adesso, magari un
giorno… >> poi facendo
scorrere una mano sul braccio di Tony aggiunse:<<
È che c’è come un muro
attorno a te, un muro che ti sei costruito e che credo dipenda da
quello che è
successo quel giorno, non voglio essere troppo invadente ma credo che
per
conoscerti davvero dovrei conoscere anche quella parte della tua vita
>>
Tony rimase fermo per un attimo, probabilmente indeciso su cosa fare,
poi
girandosi a guardarla di sbieco aggiunse:<<
Sì, forse hai ragione Diana
Lightqueen ma non ora, non roviniamo l’appuntamento perfetto
con brutti
racconti >> lei arrossì e sorrise
felice:<< Manca ancora una cosa perché
sia l’appuntamento perfetto >> si accorse del
viso di Tony ad un soffio
dal suo solo quando le labbra di lui erano praticamente già
sulle sue:<< Mi
perdoni miss, rimedio subito >> e con
quel bacio quel pomeriggio Diana Lightqueen ebbe davvero il suo primo
appuntamento perfetto.
<<
Andiamo in un posto tranquillo,
hai bisogno di rilassarti e sgombrare la mente >>
<<
Ma dove
siamo? >> e guardandosi intorno Callie cercò
di capire dove diavolo
Matisse l’avesse portata, sapeva che quell’hotel
era immenso ma quella zona non
l’aveva davvero mai vista:<< Siamo nel mio
laboratorio >> <<
Nel tuo cosa? >> gli domandò continuando a
guardarsi intorno:<<
Sono un pozionista, mi sembra ovvio che abbia un laboratorio no? Era di
mio
padre ma da quando è diventato capo del dipartimento usa
quello del Ministero e
così questo lo ha lasciato a me >> e mentre
parlava Matisse si avvicinò
ad un tavolo di legno messo in mezzo alla stanza su cui
c’erano alcuni vasetti
e fiale di pozioni oltre ad un calderone dove qualcosa
bolliva:<< Perché mi
hai portato qui? >> << Hai bisogno di
tranquillità e pace per
quello che vuoi fare >> << E se entrasse
qualcuno? >> Mat
scosse la testa:<< Nessuno può entrare qui
dentro senza il mio permesso,
è un incantesimo che ha messo mio padre quando siamo nati io
e Fabian, da
piccoli siamo entrati qui dentro e abbiamo rischiato di far saltare
tutto in
aria, da lì l’incantesimo di protezione
>> inaspettatamente Calliope
scoppiò a ridere di gusto, l’idea di Matisse e
Fabian bambini che giocavano con
le pozioni di quel laboratorio era davvero troppo comica per non farlo.
<<
Sì certo…quando
hai finito di prendermi in giro, avanti siediti e concentrati
>> lei fece
come le stava chiedendo:<< Che cosa devo fare? Non ho
idea di come funzioni
esattamente, nel messaggio di tuo zio c’era solo scritto di
chiudere gli occhi,
pensare al proprio desiderio e di tenere la pietra in mano
>> Mat annuì
appoggiandosi al bordo del tavolo:<< Più o
meno è così: chiudi gli occhi
e pensa a ciò che vuoi ottenere, cerca di essere il
più precisa possibile e
quando sei pronta prendi un bel respiro e sarai dove devi essere
>>
<< Cosa? >> Mat fece un mezzo
sorriso:<< Fallo senza pensarci
troppo, dammi retta è meglio così
>> << E tu? >> gli
domandò
lei chiedendosi come avrebbe fatto a raggiungerla:<<
Funziona un po’ come
la materializzazione >> le
spiegò:<< Basta che sia a contatto con
te >> e per dargliene una prova le poggiò la
mano sulla spalla:<<
Avanti fallo, io resterò qui >>
Senza
farselo
ripetere Callie chiuse gli occhi e ripensò al giorno, il suo
diciottesimo compleanno
per giunta, in cui sua madre le aveva rivelato la verità su
suo padre…
Chissà
se è come
me…chissà se è un mago…se
io sono
così grazie a lui…chissà se mi
assomiglia…
La
sua testa era
piena di pensieri poi uno solo più degli altri si fece largo
rimbombando come
un grido: mio padre.
Voglio conoscere il mio vero padre.
Sentì
come se
fosse stata risucchiata in un vortice, era come stare in mezzo ad una
tempesta
ma nonostante tutto il calore della mano di Matisse sulla sua spalla
non
accennava a diminuire, come le aveva promesso lui era con lei.
Poco
dopo, quando
le sembrò di essersi fermata, Callie prese un
respiro:<< Puoi aprire gli
occhi, siamo arrivati >> le sussurrò la voce
di Atelier in un orecchio e
lei spalancò gli occhi guardandosi intorno per cercare di
capire dove fossero
finiti:<< Ma siamo…siamo ancora a…
>> lui annuì lasciandole la
spalla e guardandosi intorno nel parco:<< Siamo ancora a
Parigi, al Jardin
du Luxembourg >> << Parigi? Cioè
mio padre è a Parigi, ma come può…
>> Mat fece spallucce ma prima che uno dei due potesse
pensare a cosa
fare una voce di donna li fece voltare alla loro
sinistra:<< Julian! Julian
non correre! >> e una donna minuta dai capelli castani
cercò di non
inciampare mentre rincorreva un bambino di circa nove o dieci anni che
scorrazzava per il parco ridendo allegro:<< Julian!
>> lo chiamò di
nuovo e prima che qualcuno potesse rendersi conto di quello che stava
succedendo il ragazzino andò a sbattere contro le gambe di
Callie, sarebbero
caduti entrambi se non ci fosse stato Mat pronto ad afferrare lei e lei
stessa
a stringere le braccia attorno al bambino.
Poco
dopo la
donna li raggiunse:<< Scusatemi, mi dispiace, non vi ha
fatto male vero?
>> domandò poi afferrando la mano del figlio,
Callie scosse il capo e
quando fece per rispondere una risata roca le fece alzare gli
occhi:<< Julian
Axel Kent hai disubbidito di nuovo a tua madre? >> la
donna e il bambino
si voltarono nello stesso momento e lui fuggendo dalla stretta della
madre si
gettò tra le braccia del nuovo arrivato con un gran sorriso
in viso:<<
Papà! >> << Ciao peste
>> lo salutò l’uomo stringendolo tra
le braccia poi avvicinandosi sorrise tendendo la mano a
lei:<< Spero non
vi siate fatti male, nostro figlio è un
po’…diciamo vivace >>
commentò
mentre sua moglie gli lanciava un’occhiata che lasciava
intendere quanto lui
riuscisse ad essere severo con il bambino:<< No, non
è successo niente,
davvero >> ripeté nuovamente Calliope incapace
di staccare gli occhi dal
viso dell’uomo: c’era qualcosa che le ronzava in
testa ma non riusciva a capire
che cosa…
<<
Bene,
sono contento, possiamo offrirvi qualcosa per scusarci? Un
caffè magari o
magari… >> poi rimettendo il figlio a terra
tornò a guardarli:<<
Come sono maleducato, non mi sono nemmeno presentato: Axel Kent, lei
è mia
moglie Cecilia e lui come avrete capito è Julian
>>
Matisse sentì il corpo di Callie, ancora stretto al suo, irrigidirsi e fece per chiederle se stesse bene ma la ragazza sembrava bloccata.
Bloccata
in
effetti lo era davvero, la sua mente ancora ferma al nome
dell’uomo: Axel Kent…certo
sua madre non le aveva detto cognomi o altro ma quante
probabilità c’erano che
un uomo dall’inconfondibile accento inglese e con lo stesso
nome di suo padre le
capitasse davanti dopo aver espresso il suo desiderio?
<<
Noi…scusate
noi dobbiamo andare >> e afferrando la mano di Mat come
un’ancora si girò
scappando di corsa lungo il parco finché non sparirono dalla
vista della
famiglia.
<< Che cos’hai? Mi vuoi dire perché sei scappata così? >> quando alzò gli occhi per guardarlo in faccia Mat vide gli occhi di Callie spalancati dalla paura:<< Portami via, portami via, non posso farlo >> << Cosa? Calliope che c’è? >> lei prese fiato cercando di non avere un attacco di panico:<< Axel…il nome di mio padre è Axel… >> collegando immediatamente ciò che lei gli stava dicendo Mat la strinse tra le braccia annuendo:<< Tranquilla, torniamo a casa subito >> ma mentre si smaterializzavano un’idea di stava già facendo largo nella sua mente.
<<
Stai
bene? Sei più tranquilla ora? >> lei
annuì staccandosi dal suo abbraccio:<<
Tranquillo ho solo bisogno di fare due passi, sto meglio
>> poi guardandolo
con un mezzo sorriso aggiunse:<< Ma tu non avevi un
impegno importante?
>> Matisse annuì:<<
Sì, ho invitato Flick a cena, devo preparare
qualcosa degno di tale nome >> Callie fece un sorrisetto
forzato:<<
Vai allora, non voglio distrarti dai tuoi preparativi >>
Mat la guardò
ancora per un attimo:<< Sicura che posso lasciarti sola?
>>
<< So cavarmela Atelier, smettila e vai >>
Mat annuì e si allontanò
da lei, giusto il tempo di sparire dietro l’angolo per
smaterializzarsi.
<< Signor Kent…mi scusi… >> Axel si voltò sentendosi chiamare e rimanendo sorpreso di trovarsi davanti il ragazzo che avevano incrociato ai Jardin du Luxembourg:<< Sì? >> domandò poi avvicinandosi diffidente al giovane:<< So che può sembrarle strano, ma potrei parlarle un attimo? >>
poi
lanciando un’occhiata
alla donna e al bambino che erano ancora con lui
aggiunse:<< In privato
>> Axel Kent era un uomo calmo e prudente, non avrebbe
mai seguito uno
sconosciuto senza un valido motivo eppure qualcosa gli diceva che
doveva
ascoltare ciò che quel ragazzo aveva da
dirgli:<< Cecilia dammi cinque minuti,
arrivo subito >> la donna annuì prendendo per
mano il figlio e allontanandosi
verso un chiosco lì vicino.
Rimasti
soli Kent
si voltò verso Mat:<< Che cos’ha da
dirmi di così importante dunque?
>> Matisse fece un sorriso tirato:<< Forse
non dovrei essere io a
dirglielo ma sento che è la cosa giusta da fare
>> poi guardando l’uomo
aggiunse:<<
La ragazza che era con me poco fa, si chiama Calliope
Arlcotte… >> e
cercando di non tralasciare nulla Mat raccontò al signor
Kent quello che Callie
aveva raccontato a lui durante quella lunga notte alle terme, sapeva
che in
fondo non era giusto che fosse lui a farlo ma quando aveva visto la
paura negli
occhi di Callie si era sentito in dovere di aiutarla e proteggerla in
ogni modo
possibile, lui era stato solo quando ne aveva avuto bisogno
perché era stato
troppo cocciuto per chiedere aiuto, non voleva che a lei succedesse lo
stesso.
<< Posso farti una domanda Matisse? >> lui alzò gli occhi verso il signor Kent, ci stavano mettendo più di cinque minuti per quella conversazione ma andava bene così:<< Mi dica >> << Calliope è la tua fidanzata? >>
<<
Come? No >> e cercando di non sbarrare gli occhi Mat fece
un
sorriso imbarazzato:<< No, non lo
è…diciamo che è un’amica
>> Axel
annuì poggiando i gomiti sulle ginocchia e congiungendo le
mani:<< Ti
stai dando molto da fare per un’amica, è una
ragazza fortunata >> Matisse
si passò una mano nei capelli resistendo
all’impulso di scoppiare a ridere
dall’imbarazzo:<<
Beh le ho fatto una promessa e a me piace mantenere la parola data
>>
Kent annuì:<< Sì, credo di capire
>> poi sollevando gli occhi,
quegli stessi occhi azzurri di Callie notò Mat, verso il
cielo grigio
aggiunse:<< Una figlia…se lo avessi saputo
prima… >> poi tornando a
guardare lui aggiunse:<< Coglierò
l’occasione per visitare il famigerato
Hotel des Fleurs, se non avessi conosciuto Cecilia avrei partecipato
anche io
ai Jeux d’amour molti anni fa >> e con un mezzo
sorriso si alzò:<<
Ci vediamo nei prossimi giorni Matisse >> poi ricordando
il discorso del
giovane Atelier circa la parola data aggiunse:<< Promesso
>> Mat sorrise
e salutandolo si avviò a cercare un posto dove
smaterializzarsi, ora davvero
aveva una cena da preparare.
<<
Ci vediamo alle otto allora
>>
Guardando
le
lancette del proprio orologio che segnavano le otto in punto Sebastian
Delacroix prese fiato bussando alla porta della stanza di Adrienne, si
sentiva
decisamente stupido e fuori luogo vestito a quel modo ma visto doveva
aveva
deciso di portarla quello era l’abbigliamento adatto.
Adatto
tuttavia
era l’ultima cosa che gli venne in mente quando Adrienne gli
aprì la porta con
un gran sorriso…di certo perfetta, sexy, fantastica sarebbe
stato molto più
appropriato:<< Va bene così? È
abbastanza elegante? >> domandò lei
facendo un rapido giro su sé stessa mostrando i leggins
pesanti e mini abito di
lana bianco con il collo ad anello:<< Non sapevo cosa
mettere ma non ho
abiti eleganti abbastanza caldi >> << No,
no…sei perfetta…cioè stai
benissimo >> lei sorrise saltandogli al collo
allegra:<< Bene!
Allora, dove andiamo? >>
Il Capriccio
era quel tipo di
ristorante che Sebastian aveva sempre odiato: tovaglie immacolate,
camerieri in
livrea, portacandele in cristallo e un menù così
raffinato che a malapena
capivi che cosa stavi ordinando.
Certo quel posto
non era tra i suoi preferiti ma era perfetto per portare a cena una
ragazza e
fare colpo su di lei come lui aveva intenzione di fare con Adrienne, in
fondo
lui che altri modi aveva per farla innamorare?
Scosse
la testa
dietro il menu rivestito in pelle…innamorare…ma
che cosa stava andando a
pensare? Cioè Adrienne era unica e speciale, intelligente,
sveglia e con quel
pizzico di curiosità che aveva sempre stimolato anche lui ma
non si faceva
troppe illusioni, lei era così bella e lui invece
così…così…così
Sebby, come
avrebbe detto Tobias con un sorriso.
<<
Sebastian >> alzò gli occhi sentendosi
chiamare pensando stupidamente che
era bello sentirsi chiamare con il suo nome completo, aveva un che di
magico
detto dalla sua voce:<< Sì? >>
<< Vuoi ordinare? >>
solo a quelle parole lui notò il cameriere accanto al tavolo
che aspettava la
sua ordinazione:<< Oh…sì
certo…io…mi scusi… >>
poi dando una veloce
occhiata alla lista dei secondi, non aveva letto niente del
menù a dire il
vero, scelse il primo piatto della lista e l’unico di cui
riconosceva il nome: boeuf
bourguignon.
<<
Va tutto
bene? >> e visto che Seb non proferiva parola da quando
era arrivata la
loro ordinazione Adri decise di rompere quell’inutile
silenzio, aveva un piano
in testa e, cascasse il mondo, quella sera l’avrebbe
realizzato!
<<
Sì, sto
bene è solo che questo posto non fa esattamente per me
>> << Cosa?
Perché? >> gli domandò
perplessa:<< Beh non mi sento molto a mio
agio in posti come questo >> poi prendendo fiato e
bevendo un po’ dell’acqua
che aveva nel bicchiere aggiunse:<< Sono goffo e fuori
luogo quasi
ovunque io vada, posti del genere di solito li evito come la peste
>>
<< Non sei fuori luogo >>
commentò lei piano:<< Perché non mi
sono mosso dal tavolo, se provassi a fare qualsiasi cosa sono certo che
mi
renderei ridicolo nel giro di cinque minuti >> senza dare
spiegazioni
Adri alzò una mano chiamando al loro tavolo il
cameriere:<< Sì,
mademoiselle? >> domandò l’uomo
avvicinandosi:<< Potrebbe
incartarceli da portare via? >> l’uomo parve
scandalizzato, nessuno in
quel posto aveva mai fatto una richiesta simile
probabilmente:<< Pardon mademoiselle
ma non credo che…non possiamo… >>
Adri fece spallucce:<< D’accordo,
non fa niente, mi spiace sprecare quest’ottimo cibo ma
dobbiamo andare >>
poi girandosi appena verso Seb sorrise:<< Quanto le
dobbiamo? >> di
nuovo l’uomo sembrò sull’orlo di un
infarto e Seb si abbassò per avvicinarsi ad
Adri:<< Che cosa stai facendo…non
dobbiamo… >> lei scosse il
capo:<<
Sono uscita stasera perché voglio stare con te, non per
andare in un posto dove
ti senti a disagio >> Seb rimase immobile pensando a cosa
dire di fronte
ad una dichiarazione del genere ma ci pensò il
maître a toglierlo dall’impiccio:<<
Lasci stare signorina, per questa volta offre la casa >>
Adri sorrise
ringraziando e dopo essersi alzata in piedi allungò la mano
verso Seb:<<
Sebastian…andiamo? >> deciso a non perdersi
più nemmeno un momento per
paure forse inesistenti Seb afferrò la mano che lei gli
stava porgendo uscendo
con un gran sorriso dal locale per le strade di Parigi immersa nella
fredda
notte di inizio dicembre.
mormorò lei avvicinandosi e appoggiandosi al muretto che divideva la strada dalla Senna guardando lui:<< Di cosa sono? Tranquilla Adrienne so di essere un impiastro sfortunato, molto sfortunato >> poi scoppiando a ridere acido aggiunse:<< Ci manca solo che adesso cominci a piovere e poi avrei davvero battuto ogni record di sfiga e… >> ma non fece in tempo a finire la frase o ad alzare il viso verso il cielo che alcune piccole gocce cominciarono a cadere dal cielo e nel giro di pochi istanti un acquazzone si riversò sulla città dell’amore.
<<
Splendido! Davvero splendido! Visto che ti dicevo >> e
guardò Adrienne
con sarcasmo:<< E ciliegina sulla torta non abbiamo
nemmeno l’ombrello,
ci prenderemo una polmonite nel giro di… >>
<< Puoi smaterializzare
anche me? >> lui si bloccò mentre
l’acqua continuava a scendere e a
lavarli:<< Sei un mago, puoi smaterializzarti
all’hotel in un attimo,
puoi farlo anche con me? >> fermo per un attimo dandosi
mentalmente dello
stupido per non averci pensato Seb annuì:<<
Sì, posso farlo >> e
mentre pronunciava quella frase la tirò a sé
sparendo in un piccolo pop dal
centro città.
Quando
riapparvero
Adri si guardò intorno riconoscendo la camera di Sebastian,
girando lo sguardo
sul letto accanto all’armadio vide Elpis che dormiva
placidamente:<< Fermo…
>> mormorò poi vedendo che Seb stava per
allungarsi ad accendere la luce
e gli indicò la sua coinquilina:<< La
sveglieremo >> lui le fece cenno
di aver capito poi allontanandosi di qualche passo si
avvicinò al bagno cercando
un asciugamano portandone poi uno anche a lei.
poi afferrandogli un polso con la mano lo tirò verso di sé:<< Dopo aver fatto questo >> e sollevandosi appena sulle punte avvicinò le labbra a quelle di Sebastian in un bacio che moriva dalla voglia di dargli da quella mattina quando si era svegliata in camera con lui.
Stava
quasi per
lasciarlo quando sentì le mani di lui che le stringevano la
vita e così
continuò quella dolce tortura ancora per un po’,
quando per entrambi divenne d’obbligo
riprendere fiato Adri lo guardò sorridendo e mordendosi un
labbro:<<
Visto…devi solo renderti conto di quello che sei Sebastian
Delacroix >>
poi con un leggero bacio a stampo si allontanò fino alla
porta della camera
mandandogli un bacio con la mano:<< Buonanotte, ci
vediamo domani
>> << A domani >> le
mormorò Seb senza sapere veramente che
cosa stesse dicendo e sentendosi un perfetto idiota con il cuore
leggero come
una piuma.
<<
Stefan che cosa
ci fai qui? >>
Più
cercava di
non pensarci e più l’espressione sorpresa di Elpis
e ancora di più quella di
Julie quando aveva scoperto che lui era il cugino della sua amica,
continuavano
a tornarli davanti agli occhi, anche lì, nella palestra
dietro casa dove aveva
deciso di scaricare un po’ di tensione con un po’
di arti marziali alla
babbana.
Mentre
era ancora
perso nei suoi pensieri un colpo ben assestato del suo avversario che
non aveva
nemmeno visto arrivare lo fece finire a terra:<<
È una mia impressione o
stasera hai la testa altrove cugino? >> e Carter
avvicinandosi gli tese
una mano per aiutarlo a rimettersi in piedi:<< Sto bene
Cart >>
commentò acido scansando il cugino e rialzandosi da solo,
dio quanto era orgoglioso,
degno erede di suo padre, non avrebbe mai permesso a qualcuno di farlo
sembrare
debole…ora invece lo stava permettendo a sé
stesso e alla sua mente!
<< Abbiamo finito, andiamo >> e senza nemmeno guardare il cugino si tolse i guantini da combattimento gettandoli in un angolo e avviandosi verso gli spogliatoi.
<< Tu non me la racconti giusta, che cos’hai? >> e entrando poco dopo di lui Carter lo guardò preoccupato mentre lui si toglieva nervosamente la maglia e cercava di aprire a strattoni l’armadietto con il suo cambio:<< Niente ok, sto bene >> il Corvonero sorrise poco convinto incrociando le braccia sul petto:<< Sé, certo…se è per la storia dello zio e di Ser, Stef non devi… >>
con
un
pugno mal assestato Stefan riuscì a far aprire
l’armadietto:<< Mio
fratello non è sempre il centro del mondo sai
Cart…magari uno ha anche i suoi
di problemi >> poi afferrando il bagnoschiuma dalla borsa
si diresse
verso le docce, aveva
bisogno di rilassarsi e possibilmente di non pensare a
quegli occhi azzurri e capelli d’oro per un po’,
sapeva che Carter non avrebbe
lasciato stare ma per lo meno sotto la doccia l’avrebbe
lasciato il pace.
Chissà come se la stava cavando Matisse con la sua cena per Flick…non che le interessasse s’intende ma dopo quello che era successo quel pomeriggio Callie doveva ammettere che sarebbe stata nei guai senza il giovane Atelier e in fondo gli augurava di avere tutto ciò che desiderava, era un bravo ragazzo in fondo.
Vedendo la giovane Lloyd passarle davanti con addosso sciarpa e cappotto e con la valigia in mano un solo pensiero attraversò la mente di Calliope
Michael Frank Axel (19, cugino di Tyler e amico di Flick)
Axel Maximilian Kent, la moglie Cecilia e il figlio Julian (Axel è il padre biologico di Callie)
Dottor David Saint-Yves
Grimilde's
Scusate l'assenza, anzi la sparizione...purtroppo ho avuto un po' di problemi a far coincidere tutto quello che c'era nella mia testa con quello che volevo scrivere in questo capitolo...è comico da dire ma devo ringraziare la sigla di Piccoli problemi di cuore del nuovo cd di Cristina d'Avena per l'ispirazione...per il resto spero che il prossimo capitolo arrivi magari per capo d'anno o con l'inizio dell'anno nuovo, prima tra feste e lavoro non riesco proprio scusatemi...
Per lasciarvi con un po' di suspance vi dico solo che nel prossimo capitolo vedremo di nuovo il ritorno di un certo dottor Gail ma non sarà una visita di cortesia...
Si spera a presto...à bientôt, à la prochaine...