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Autore: Grimilde Deveraux    10/12/2017    2 recensioni
INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE
Parigi, Hotel des Fleurs, vent'anni dopo la fine dei giochi in cui Dorian e François hanno conosciuto le loro mogli e in cui la loro vita è cambiata per sempre; come Isaac ha sempre ricordato loro "i giochi non sbagliano mai" ma c'è qualcuno all'interno della famiglia Atelier che non la pensa esattamente così e quindi quale modo migliore per dimostrare di aver ragione se non partecipare ai giochi e smentire la loro leggenda?
Ora tocca alla nuova generazione quindi...in bocca al lupo a tutti!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Game of Love'
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Capitolo 16 Image and video hosting by TinyPicGrimilde's
I pezzi iniziali di ciascun paragrafo (quindi quelli in corsivo) sono dei riferimenti ai capitoli precedenti (quasi tutti dell'ultimo capitolo) per far capire un po' che cosa succederà e per non perdere il filo...buona lettura...

...stringendosi le braccia intorno al corpo Callie guardò la statua di Poseidone in fondo alla piscina, stava per girarsi e andarsene quando una mano grande e calda le strinse una spalla e sentì la voce roca di Matisse mischiata al suo profumo di cedro:<< D’accordo ci sto >>

Seduta sul letto della sua camera Callie stava ancora ripensando a quella strana notte passata con Matisse Atelier; non sapeva bene che cosa fosse successo, se lo era trovato davanti e ad un tratto la sua bocca aveva iniziato ad aprirsi da sola rivelando a quella specie di dio greco uscito dalle acque tutta la sua vita e i suoi decisamente complicati rapporti familiari.

Aveva perfino accettato di farsi aiutare a trovare suo padre...cioè Axel...sì insomma l’uomo con cui sua madre si era divertita quella fantomatica sera.

Immediatamente un moto di paura le strinse il cuore: e se lui non le avesse creduto? Se magari nemmeno si ricordava di quella notte o di sua madre? Erano passati così tanti anni e magari a quest’ora lui aveva già una sua famiglia, una moglie e dei figli suoi, una famiglia di cui lei non avrebbe potuto fare parte.

Era un’idea folle la sua, dettata dalla rabbia che aveva in corpo dopo la lite con Nicole ma ripensandoci a mente lucida quella era davvero una pessima, pessima idea.

 

<< Ehi tutto bene Callie? >> e la voce di Fabian, seguita dalla sua mano che le accarezzava una spalla la staccò dai suoi pensieri:<< Fabian >> lui sorrise dolce come sempre poi sedendole accanto le domandò:<< Tutto a posto? Hai l’aria pensierosa >> Callie fece spallucce:<< Niente di che, ho passato la notte con tuo fratello e quindi stavo... >> poi accorgendosi di quello che poteva significare quella frase alzò le mani agitandole nervosa:<< Non dico che...non volevo dire...abbiamo solo chiacchierato un po’ e poi ci siamo addormentati, tutto qui e… >> inaspettatamente Fabian scoppiò a ridere prendendo una mano di Calliope tra le proprie:<< Tranquilla non sto pensando male >> poi rialzandosi e avvicinandosi all’armadio per prendere un cambio di vestiti aggiunse:<< Anzi sono felice che tu e Mat cominciate a fare amicizia, andreste molto d’accordo secondo me >> Callie mugugnò una risposta sovrappensiero ma si soffermò sulle parole di Fabian: cominciando a conoscere meglio il gemello cattivo, come lo aveva soprannominato nella sua mente, Matisse Atelier non era così male come aveva pensato all’inizio e, maledizione a lei, cominciava a starle fin troppo simpatico e ormai si era ripromessa di stare lontano da tipi del genere capaci solo di grandi promesse che poi non mantenevano mai.

<< Callie…Callie mi stai ascoltando? >> lei si voltò verso Fabian sbattendo le palpebre:<< Scusami…dicevi? >> lui continuò a sistemarsi la camicia che aveva appena indossato:<< Ti ho chiesto un parere >> << Un parere su cosa? >> lui fece un mezzo sorrisetto quasi imbarazzato:<< Sulla mia idea per riconquistare Eve, in fondo tu sei una donna, mi servirebbe l’opinione di qualcuno dell’altro sesso, potrei fare qualcosa che non le piacerebbe >> a quelle parole Callie si alzò a sua volta sorridendo e scuotendo il capo insieme:<< Non so se sono la persona giusta a cui chiedere Fabian, non sono esattamente quella che si definirebbe una gentil donzella >> lui annuì continuando comunque a sorridere:<< Questione di punti di vista >> << Sarebbe a dire? >> e lei lo guardò perplessa cercando di capire che cosa voleva dirle ma prima che uno dei due potesse continuare la discussione il classico suono della materializzazione li bloccò facendoli voltare entrambi verso Seza che era appena comparsa al centro della stanza.

 

<< È successo qualcosa Seza? Maman e papà… >> domandò Fab che si stava già chiedendo come mai l’elfa fosse comparsa così all’improvviso in camera loro:<< I padroni stanno bene signorino, Seza è qui solo per consegnare un messaggio >> Fab annuì ma l’elfa si voltò verso Calliope:<< Il messaggio è per la signorina Arlcotte >> continuò poi la piccola creatura porgendo un foglio di pergamena piegato a metà alla ragazza per poi sparire poco dopo.   



<< Una babbana in un hotel pieno di maghi e magia! Complimenti! Davvero! >> poi guardando Jack che in tutta quella scenetta era rimasto in piedi in silenzio appoggiato alla libreria aggiunse:<< Mi dai una mano a cercarla? >>…

Definire quell’hotel enorme era un eufemismo bello e buono, quel posto era immenso e più giravano per cercare Julie e più Elpis si innervosiva perché non riuscivano a trovarla:<< Adesso tu mi dici che cosa ti è saltato in mente Aidan Medea, che diavolo ti passava per la testa? >> poi sbuffando mentre entrava nell’ennesima sala relax aggiunse:<< E tu perché lo hai aiutato? andiamo James sai di cosa è capace quella serpe! >> James fece per replicare ma la risata divertita di Aidan li bloccò entrambi facendo girare Elpis verso il fratello ancora più imbestialita di prima:<< Ti stai divertendo vero Dan? >> per un attimo il ragazzo smise di ridere, era da quando erano bambini che Elis non lo chiamava Dan – dal momento che all’epoca non riusciva a dire Aidan per intero – poi però la sua aria da sbruffone tornò sul suo viso:<< Oh andiamo sorellina non prendertela, la tua amica è una tipa in gamba, se la sa cavare benissimo da sola >> Elpis evitò di rispondere alzando di nuovo gli occhi al cielo e continuando la sua ricerca senza sapere quanto, anche senza volerlo, Aidan in realtà avesse ragione.

 

<< Ti sei persa? >> sentendo una voce dietro di sé Julie Loker si voltò per capire chi l’avesse trovata facendo poi uno scatto indietro quando si trovò un paio di occhi color ghiaccio a pochi millimetri dal viso:<< Io…io non… >> poi cercando di non sembrare una bambina che balbetta Julie deglutì appena rimettendosi dritta e fissando lo sconosciuto moro negli occhi:<< Io sono Julie, piacere >> commentò poi allungando una mano; il ragazzo davanti a lei rimase per un attimo interdetto poi allungando a sua volta la sua strinse la mano di Julie con le sue lunghe dita affusolate:<< Stefan >> lei sorrise con quella dolcezza che l’aveva sempre caratterizzata:<< Bel nome >> poi cominciando a tormentarsi un po’ le mani aggiunse:<< Ad ogni modo hai ragione, mi sono persa e non so da che parte andare, mi daresti una mano? >> il giovane Asimov rimase per un attimo immobile: da dove era sbucata ora quella biondina dal sorriso contagioso che quasi gli faceva voglia di sorridere a sua volta?

<< Dipende dove devi andare >> lei si guardò intorno nel piccolo corridoio laterale dov’erano finiti:<< Sto cercando una mia amica, Elpis Medea, la conosci? >> ok adesso davvero gli veniva da ridere: che cosa voleva quella bionda da Elis? Poi quasi come un fulmine a ciel sereno una delle tante conversazioni che aveva avuto con Aidan, Serge e Carter gli tornò alla mente: Julie…l’amica del cuore di Elpis, l’amica babbana di Elis!

 

Dio ne aveva sentito parlare così tanto ma non si era mai posto il problema di che aspetto questa fantomatica Julie potesse avere…grosso sbaglio! Suo padre gli aveva insegnato fin dalla culla ad essere sempre pronto a tutto e lui lo era sempre stato, a tutto ma non a lei!

Stava quasi per dirle che l’avrebbe portata lui da Elis quando:<< Julie! Julie ti ho trovato finalmente! >> poi vedendo chi c’era accanto a lei Elpis si avvicinò sospettosa:<< Stefan che cosa ci fai qui? >>



<< Devo ammetterlo amico, non stai per niente male con la divisa dell’hotel…anche se il giallo paglierino non è esattamente il tuo colore >>


Sentendo quella voce Serge alzò gli occhi dal gilet giallo che aveva appena finito di allacciarsi per servire il pranzo girando lo sguardo verso il suo migliore amico che, con uno strano sorriso felice in volto, stava pigramente appoggiato alla porta dello spogliatoio accanto alla cucina:<< Ti credi spiritoso Mat? >> Atelier rise avvicinandosi:<< Assolutamente sì >> commentò poi serafico ma sedendosi su una delle piccole poltroncine che c’erano nella stanza aggiunse:<< Ma non è per questo che sono qui >> sentendo che il suo tono di voce era cambiato anche Serge si sedette accanto a lui:<< Che cosa succede Mat? >> il più giovane si passò le mani nei capelli:<< Mi serve un tuo consiglio >> poi deglutendo e sfuggendo lo sguardo dell’amico specificò:<< Un tuo consiglio su una ragazza >>


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ricordandosi che tra di loro era Matisse l’esperto di ragazze Serge fece una mezza smorfia:<< Devi essere proprio disperato se vieni a chiedere consiglio a me >> pensava che Mat avrebbe risposto alla sua battuta per le rime, invece l’altro annuì guardando il parquet:<< Credo proprio di sì >> Serge gli poggiò una mano sulla spalla cercando di infondergli un po’ di coraggio:<< Andiamo non essere così tragico, mi sembrava che anche Flick Lloyd fosse interessata a te, non dicevi di volerla invitare a cena? Che cos’è successo per ridurti… >> Matisse alzò la testa di scatto:<< No, io sto parlando di Calliope >> << Calliope? >> la faccia di Serge probabilmente doveva essere molto stupita perché Mat si affrettò a specificare:<< Non pensare male, non sto pensando a lei in quel senso, non ho intenzione di… >> poi passandosi le mani prima sul viso e poi sui jeans aggiunse lievemente nervoso:<< É che le ho promesso di aiutarla con un - pensò un secondo a come spiegare la cosa senza scendere troppo nei dettagli - problema, diciamo così >> << Mat...che cosa c’è sotto? >> l’altro scosse il capo:<< Niente, solo che sono stato orribile con lei da quando è arrivata per via di Fab e Eve e invece adesso vorrei rimediare >> Serge fece un piccolo sorriso:<< Rimediare a cosa? >> di nuovo il biondo fece spallucce come a minimizzare la cosa:<< Niente di che, diciamo solo che non è così male come credevo tutto qui >> finendo di allacciarsi il farfallino Serge sorrise:<< Anche di Penny dicevi la stessa cosa sai e poi hai finito per… >> gli occhi di Mat si spalancarono spaventati:<< No! Non è assolutamente la stessa cosa, non è come con Penny, non è…io…lei non…non penso a lei in quel… >> capendo che il suo amico stava per avere un crollo nervoso Serge gli batté una mano sulla spalla in segno di incoraggiamento:<< Ehi calmati campione, non volevo farti venire una crisi >> poi avvicinandosi alla porta aggiunse:<< Andrà tutto bene Mat, sei un fortunato bastardo che sa sempre quello che fa anche quando improvvisa, stai calmo >> poi strizzandogli l’occhio aggiunse:<< Ora vado prima che Clau decida di tagliarmi qualche arto di importanza non vitale >>


<< Padrona, padron Dorian mi ha chiesto di venire a chiamarla, l'aspetta nel suo studio >> e chinando profondamente il capo Yanna guardò Maggie con riverenza mentre la padrona di casa stava chiacchierando con Leila circa una cena al ministero.

Salendo velocemente le scale intanto Maggie stava raggiungendo lo studio di suo marito, che diavolo poteva essere successo perché Dorian mandasse Yanna a chiamarla?

<< Ian va tutto bene? È successo… >> ma le sue parole si bloccarono quando vide chi c’era nello studio in compagnia di suo marito:<< Isobel? Che cosa ci fai qui? >>
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e Margaret Atelier guardò la nipote seduta sul divano con Ian accanto che le teneva la mano:<< Ciao zia Peggy >> la salutò la ragazza con un sorriso che le ricordò da morire Violet anche se gli occhi della ragazza erano decisamente quelli di Pierre:<< Isobel si fermerà qui da noi per qualche giorno, ho mandato Renoir ad avvisare Violet giusto poco fa >> la rassicurò Ian alzandosi e avvicinandosi prima alla moglie e tornando poi verso la nipote.

<< Che cosa succede tesoro? Hai l’aria preoccupata >> in un istante gli occhi di Isobel divennero lucidi e lei si affrettò ad asciugarli per non scoppiare a piangere:<< Niente zia, davvero...è solo un periodo molto stressante al corso di medimagia e a casa c’è già Rob che studia per preparare l’esame da Auror, non voglio disturbarlo >> Maggie alzò gli occhi verso il marito e lo sguardo di Ian le disse che nemmeno lui si era bevuto quella scusa ma che entrambi avrebbero lasciato decidere ad Isobel quando e con chi aprirsi.

<< Non è un problema se rimango qui vero zio? >> Dorian si voltò sorridendo guardando la sua splendida nipote:<< Sai che puoi restare tutto il tempo che vuoi >> la ragazza annuì ora più convinta:<< Non disturberò i Jeux d’amour? Perché in quel caso potrei sempre andare da nonno Bob e nonna Karen e… >> ma Maggie scuotendo la testa si avvicinò a lei abbracciandola stretta:<< Non ci pensare nemmeno, puoi restare qui tutto il tempo che vuoi >> Bels non aggiunse altro lasciandosi abbracciare e avvolgere dal profumo rassicurante di zia Maggie.

<< Isobel! Che cosa ci fai qui? >> e con un gran sorriso in viso Dede saltò al collo della cugina quando la vide entrare insieme ai genitori nella sala da pranzo:<< Ciao Dede, avevo qualche giorno a disposizione e ho pensato di fare un salto qui per vedere come andavano le cose >> mentre la principessa dell’Hotel des Fleurs stava per rispondere Fabian e Serge in divisa da camerieri e diretti da Yanna passarono accanto a loro portando la prima portata del pasto:<< Ehi ma cosa… >> cercò di domandare mademoiselle DuLac ma la cugina sorrise facendo spallucce:<< Papà ha messo in atto una delle sue punizioni, ma adesso andiamo a mangiare, ti spiegherò tutto bene più tardi >> e trascinandosela dietro Adele andò a sedersi in uno dei tavoli che Serge stava servendo accanto ad Evangeline, Delwin, Reyna, Tyler e un Aric decisamente su di giri.

<< Ma che cos’è successo in queste settimane? Che mi sono persa? >> commentò Isobel avvicinandosi e salutando il gruppo notando poi gli sguardi languidi che correvano da una parte all’altra del tavolo:<< Oh credimi Bels molte, moltissime cose >> replicò Eve con un sorriso tronfio mettendo in bocca una forchettata di quiche e masticandola come se fosse stata la cosa più buona del mondo:<< Però un dubbio sta venendo anche a me, che è successo ieri sera per farti andare così su di giri Eve? >> gli occhi della cacciatrice cercarono Fabian per un istante e la sua mente si lasciò andare a pensieri ben poco casti al ricordo di quello che era successo quella notte:<< Assolutamente niente, è solo che amo le quiche di Clau, quell’elfo è un mago >> << Veramente quella l’ha cucinata Fabian, stamattina Clau ci ha messo ai lavori forzati >> le mormorò Serge che, con la scusa di servire la seconda portata si era avvicinato al tavolo:<< Ha detto che l’ha fatto apposto per la sua golosa preferita >> a quelle parole le guance di Eve divennero rosse come due semafori ma lasciò perdere abbassando il capo e continuando a mangiare.

 

Mentre stava per mangiare il suo filetto alla Wellington, con la coda dell’occhio, Mat vide una figura mora sedersi accanto a lui:<< Hai ricevuto il mio invito >> commentò senza quasi guardarla e tagliando un altro pezzo di carne:<< Ciao anche a te Atelier >>


commentò Callie con un po’ di sarcasmo per poi aggiungere guardandolo fisso:<< Che cosa voleva dire quel messaggio? Non mi sembra abbiamo nulla da dirci >> Mat continuò a mangiare come se le sue parole non lo scalfissero nemmeno:<< Beh in verità abbiamo molto di cui parlare Calliope >> era la prima volta che Matisse pronunciava il suo nome e in quell’esatto momento Callie provò una strana sensazione, nessuno la chiamava più Calliope da quando aveva lasciato casa dei suoi:<< E di cosa di grazia? >> lui girò la testa guardandola e perforandole il cuore con quegli occhi color cielo:<< Giocare con i desideri è molto pericoloso, devi stare attenta a ciò che vuoi cercando di essere il più precisa possibile o potresti ottenere tutto l’opposto di quello che pensi >> poi bevendo un po’ di vino riprese:<< A tal proposito…quando hai intenzione di usarlo? >> << Quando? Cioè vuoi dire a breve… >> Mat fece spallucce:<< Non vedo perché aspettare, in fondo non avrai molte altre occasioni >> Callie abbassò lo sguardo:<< Lo fai sembrare un ultimatum così >> Matisse fece un piccolo sorriso, ormai aveva capito com’era fatta Callie, o per lo meno lo pensava, e quindi c’era un modo infallibile in cui poteva convincerla a farlo:<< In che casa eri a Hogwarts? >> sorpresa da quella domanda lei alzò gli occhi di scatto:<< Cosa? Che centra… >> << Sono curioso >> le rispose per mettere a tacere ogni replica:<< Grifondoro, ma non vedo come questo centri con… >> << La culla dei coraggiosi di cuore o mi sbaglio? >> << Sì, ma non… >> di nuovo quel ghigno divertito gli si aprì sul viso:<< E quindi tu dovresti essere una di quelle persone coraggiose e impulsive pronte a tutto… >> poi fingendo un menefreghismo che non provava aggiunse:<< A me sembri più un cucciolo spaurito >> come si aspettava le guance di Callie divennero due pomodori e le sue labbra si chiusero in una linea dura e arrabbiata:<< Io non sono…come puoi dire che…tu non puoi… >> ma lui finse indifferenza tornando a mangiare:<< Dimostrami che sbaglio allora >> << Non è una cosa da fare così a cuor leggero, c’è la mia vita in ballo >> Matisse annuì:<< Lo so, infatti non ti sto dicendo di farlo ora, solo di non metterci troppo a pensarci >> e avrebbe sicuramente aggiunto altro al discorso ma Flick entrò in sala in quel momento e lui con un sorriso si alzò dal tavolo:<< Dammi un secondo, devo sistemare una questione per stasera >> e Calliope restò immobile a guardarlo flirtare amabilmente con la giovane tassorosso che come qualsiasi donna era stata catturata dallo charme innegabile di quel pomposo biondo dagli occhi color cielo.

<< Sì signorina Lightqueen, stasera ti porto fuori a cena, è ora di avere un vero primo appuntamento >>

Ripensando alle parole che Tony aveva pronunciato solamente quella mattina quando si erano svegliati insieme Diana infilò in bocca una forchettata di pasta cercando di mandarla giù con la forza, non era il caso di avere un calo di zuccheri durante il suo primo appuntamento con quella specie di dio greco che era Anthony Dumas, ancora non riusciva a crederci…Anthony…lei e Anthony…

<< Ehi che cos’è quell’aria Nana? Non sarai sotto l’effetto di qualche strana pozione, hai l’aria di una che ha… >> e Stacy, l’uragano Stacy come ormai l’aveva soprannominata dopo la chiacchierata con Tony, iniziò a scuoterla per una spalla preoccupata della sua sanità mentale.

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<< Stacy…Stacy sto bene ok…smettila >> e spostandosi leggermente dall’amica si mise a giocherellare con alcune ciocche dei propri capelli:<< Stavo solo pensando >> l’altra si mise comoda focalizzando tutta la sua attenzione sull’amica:<< Pensando a cosa? Andiamo non sei tornata in camera ieri sera e stamattina camminavi su una nuvoletta tutta rosa, che cos’è successo signorina Lightqueen? Tu non me la racconti giusta >> cercando di minimizzare la cosa Nana fece spallucce:<< Non è niente di che Stacy, mi stavo solo chiedendo che cosa dovrei indossare ad un primo appuntamento tutto qui >> gli occhi della sua migliore amica si spalancarono come se lei le avesse appena rivelato il più grande segreto del mondo:<< Aspetta un secondo…hai detto…hai detto primo appuntamento? Cioè davvero primo…ma con chi… >> poi mentre continuava a parlare i suoi occhi seguirono la direzione di quelli di Diana e incrociarono le spalle larghe di Tony che si stava avvicinando al tavolo di Adele, Aric e compagnia:<< Oh sì…il bell’auror te l’ha chiesto non è vero…si è così, te lo leggo in faccia >> e partendo in quarta Stacy stava già fantasticando su possibili anelli di fidanzamento, matrimoni e via dicendo quando Nana la fermò:<< Ehi piano, piano, è solo un appuntamento, il primo a dire il vero e non è detto che… >> << Naaaa…tranquilla non ti farà soffrire, lo so >> davanti a quella strana sicurezza dell’amica un piccolo dubbio attraversò per un attimo la mente di Diana ma veloce com’era apparso sparì, non era possibile una cosa del genere, Tony non era il tipo da farsi intimidire dall’uragano Stacy vero?


<< Cosa? I luoghi più romantici di Parigi? >> e Eve, Dede e Isobel si voltarono a guardare Anthony che aveva posto quella domanda:<< Sì, dove si può portare una ragazza per un primo appuntamento? Non voglio un posto stucchevole ma deve essere qualcosa di unico e speciale e… >> << Ce l’hai fatta finalmente amico >> commentò Aric con un gran sorriso mentre si infilava in bocca un pezzo di baguette e masticava fissando Delwin con la coda dell’occhio; la Corvonero alzò gli occhi al cielo: che diavolo aveva lo sbirro quel giorno? Riusciva a rendere erotico anche il mangiare un pezzo di pane, che cavolo doveva dargli una calmata o fargli fare una doccia gelata!

<< Andiamo amico fammi gioire per te >> continuò Aric vedendo lo sguardo ammonitore di Tony:<< È solo il primo appuntamento Aric, potrebbe essere un disastro >> lo sbirro scosse la testa:<< Visto come ti guarda la mia compagna di stanza dammi retta amico, sarà fenomenale e potrebbe anche finire con un bel… >> la mano di Delwin sulla sua bocca gli impedì di completare quella frase che sicuramente sarebbe finita con qualche paragone poco elegante, Aric sembrava aver perso ogni filtro inibitore quella mattina:<< Sì, sì abbiamo capito sbirro, ora smettila e lascia parlare Anthony >> Dumas alzò gli occhi su Adele, era la sua compagna di stanza e si fidava di lei e del suo giudizio:<< Beh romantico…dunque vediamo…c’è Place de Tertre con i suoi pittori, c’è la passeggiata sugli Champs-Élysées, la cima della Tour Eiffel >> Tony annuì:<< Se tu dovessi scegliere? Se potessi avere l’appuntamento perfetto con Asimov >> al sentir nominare Serge Adele sorrise per un istante mentre il suo sguardo incrociava quello del fidanzato oi sospirando sognante aggiunse:<< Il mio appuntamento perfetto sarebbe un bel giro sul Bateau-mouche lungo la Senna >> Eve e Isobel annuirono dando man forte all’amica:<< Vero, sia di giorno sia di sera è uno spettacolo unico >> continuò la giovane Duchamp bevendo un po’ di acqua:<< Sì, ma trovare i biglietti…per stasera poi…è praticamente impossibile >> commentò Dede delusa e il viso di Tony si rabbuiò vedendo andare in fumo il suo programma, non voleva essere il classico ragazzo che portava la sua compagna in ristoranti eleganti, era un cliché e a lui non erano mai piaciuti i cliché:<< Forse possiamo fare qualcosa, ho un amico che potrebbe aiutarci, dammi un paio d’ore e vedo cosa posso fare ok? >> guardando Bels con un sorriso Tony annuì:<< Non ti prometto niente ma ci proverò >> commentò la ragazza alzandosi dal tavolo e dirigendosi verso la porta.


Adrienne cominciò a scendere le scale mentre una piccola idea si faceva largo nella sua mente: se Seb faceva l’indifferente ci avrebbe pensato lei a fargli cambiare idea!

<< Ciao Adrienne >>

sentendo quella voce la ragazza si voltò e un sorriso le si dipinse sulle labbra vedendo chi aveva davanti:<< Sebastian >> e si avvicinò a Delacroix poggiandogli una mano sul petto:<< Mi chiedevo che fine avessi fatto…sei sparito subito dopo colazione, ti sei perso il pranzo >> Seb fece spallucce:<< Non fa niente, ho mangiato un boccone da Chez Louis, avevo una cosa da fare >> Adri sorrise facendogli scorrere una mano lungo i bottoncini scuri che chiudevano la sua camicia:<< Quanti segreti monsieur Delacroix, mi stai incuriosendo sai… >> Seb deglutì appena cercando di restare calmo:<< No, ma che dici…ad ogni modo stasera lo scoprirai, voglio portarti in un posto e spero che… >> di nuovo Adri fece su e giù con quella piccola mano calda:<< Un invito a cena… >> rise appena sbattendo le ciglia:<< Finalmente riusciremo ad avere un vero appuntamento senza sotterfugi Sebastian >> lui la guardò perplesso:<< Senza sotterfugi? >> lei sollevò il viso a guardare lui sorridendo:<< Tu hai i tuoi segreti, io ho i miei >> poi girandogli intorno gli passò le mani sulle spalle sollevandosi in punta di piedi per sussurrargli all’orecchio:<< Ma non temere, te li svelerò stasera se farai il bravo >> poi baciandogli una guancia aggiunse allontanandosi di qualche passo:<< A che ora devo farmi trovare pronta? >>

<< Alle…alle ot…otto >> mormorò lui cercando di non balbettare; Adri tornò indietro sfiorandogli il braccio:<< Ci vediamo alle otto allora >> e lasciandolo lì avvolto dal suo profumo e dal ricordo di quelle mani che lo accarezzavano la ragazza percorse il corridoio fino alla propria camera.


Retro dell’Hotel des Fleurs, dopo  pranzo

 

<< È uno scherzo? >> e Serge guardò il suo interlocutore indeciso se strozzarlo o restare lì ad ascoltarlo:<< Ti prenderai la tua vendetta un altro giorno Asimov, ora ho bisogno di te >> Serge rimase ancora fermo a guardare il suo nemico giurato, sì era melodrammatico ma rendeva l’idea, che sedeva sui gradini sul retro dell’hotel con le mani in mano e l’espressione di uno che ha appena perso tutto.

<< Andiamo Valois che cavolo vuoi da me? >> Tobias alzò gli occhi sull’altro:<< Credi che non mi costi venire a chiedere il tuo aiuto odioso prefetto? >> Serge fece una mezza smorfia:<< Non sei sulla strada giusta se vuoi che ti aiuti >> Toby annuì:<< Lo so ma non sperare in nient’altro, non mi piaci e non ti perdonerò mai ma sei la sola persona a cui posso chiedere aiuto in questo momento e per lei farei qualsiasi cosa >> << Lei? >> domandò Serge avvicinandosi e appoggiandosi al muro dell’hotel:<< Sì, lei…Isobel, chi altre se no? >>
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<< Bels? Isobel DuLac? Quella Isobel? >> domandò Serge perplesso e ricordando che la giovane era arrivata all’hotel solo quella mattina:<< Sì, Bels… >> sospirò Toby per poi aggiungere:<< È qui vero? >> Serge annuì:<< È arrivata stamattina >> poi sedendosi vicino al suo nemico aggiunse:<< Che cosa vuoi da lei? >> Tobias fece un respiro profondo:<< Parlarle, abbiamo litigato, sono stato… – prese fiato di nuovo – sono geloso e ho agito in modo impulsivo ma lei deve capire che…deve lasciarmi spiegare >> Serge fece per chiedergli altro ma Toby continuò:<< Sei il solo che mi può capire Asimov, anche tu sei innamorato e sai bene che cosa si è disposti a fare per… >> << Innamorato? Cioè tu e Isobel…voi due… >> Valois fece una mezza smorfia:<< Lei non lo so più, io sì, dannatamente e perdutamente >> una piccola risata scappò dalle labbra di Serge:<< Non credevo sarebbe mai successo >>

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Tobias alzò la testa di scatto:<< Cosa? >> << Non credevo avrei mai visto il giorno in cui il grande Tobias Valois sarebbe stato messo all’angolo da una ragazza, solo non pensavo sarebbe stata la principessa di Pierre DuLac, Robert o suo padre lo sanno? >> Toby sbarrò gli occhi:<< Non lo sa nessuno, forse solo Seb e adesso tu, vedi di non fare il pettegolo e andare a spiattellare tutto alla tua fidanzatina, sono altre le cose che dovresti dirle >> gli occhi di Serge si ridussero a due fessure:<< Quello che devo dire ad Adele e quando glielo dirò non ti riguarda >> Tobias lo guardò scuotendo il capo e rispondendo acido:<< Otto anni non sono un tempo sufficiente per certi segreti? >> << Vuoi il mio aiuto Valois o no? >> Tobias fece per rispondere ma due voci da dietro l’angolo catturarono la loro attenzione facendo immediatamente drizzare le orecchie del redattore:<< Che cosa sta facendo? >> e alzandosi Toby si avvicinò all’angolo per spiare la sua, ex o quasi, fidanzata che si intratteneva con un marcantonio dai capelli color rame e il sorriso da divo del cinema:<< È venuto qui…che diavolo ci fanno… >> poi prima che qualcuno potesse vederli Serge lo tirò di nuovo dietro l’angolo.

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<< Che cavolo sta succedendo me lo vuoi dire? >> Tobias annuì poi stringendo i pugni aggiunse:<< Credo che tu aspettassi anche questo momento da tutta la vita vero? >> poi ridacchiando acido aggiunse:<< Il momento in cui Tobias Valois viene piantato per qualcuno di migliore di lui >> << Piantato? Cioè voi due eravate insieme? >> Toby fece spallucce:<< Sì, da un paio d’anni… >> << Un paio d’anni? >> << Fammi finire e non fare la donnina isterica >> poi facendo una smorfia disgustata aggiunse:<< Quando Bels si è iscritta al corso di medimagia ha iniziato a fare doppi turni da Chez Louis per pagarsi gli studi, mi sono offerto di darle una mano visto che i soldi non sono un problema per la mia famiglia ma lei mi ha detto che aveva rifiutato anche l’aiuto dei suoi, che voleva farcela da sola e che se credevo davvero in lei l’avrei lasciata fare >> << Non ci vedo niente di male, vuole farcela da sola, come qualsiasi donna di quella famiglia >> di nuovo l’altro annuì:<< Sì, lo so ma poi ha iniziato il corso e ha conosciuto quel tipo – l’ennesima smorfia – quel dottorino dei miei stivali >> << Chi è? >> << Il suo insegnante, una specie di genio a quanto dice Bels, quello ha iniziato a ronzarle intorno, l’ha voluta come sua assistente e hanno cominciato a passare sempre più tempo insieme, cene, incontri per alcune ricerche, convegni, nottate in ospedale, non ho resistito e sono esploso, so che è colpa mia ma sono geloso di lei, sono sempre stato geloso di lei e vedere quel tizio che le gira sempre intorno mi ha fatto impazzire e… >> si passò le mani sul viso:<< Quattro giorni fa ci siamo visti e abbiamo litigato, mi ha detto che se non mi fido di lei non ha più senso che stiamo insieme, che non vuole sposare uno che non ha fiducia in lei >> << Sposare? >> Tobias alzò gli occhi al cielo:<< Sì Asimov, le ho chiesto di sposarmi >> poi ridacchiò sbeffeggiandosi da solo:<< Tranquillo mi ha detto di no e mi ha ridato l’anello, è finita o almeno lo è per lei, io non posso smettere di pensarci, la rivoglio indietro, voglio che torni da me >> Serge rimase in silenzio per un minuto metabolizzando la valanga di informazioni con cui Tobias lo aveva appena travolto:<< D’accordo, ammetto che ci hai messo del tuo Valois, ma ti conosco e so che in fondo sei in buona fede >> poi sollevando gli occhi a guardarlo aggiunse:<< Ma ancora non capisco che cosa vuoi da me? A cosa ti servo io? >> << Parlale, parla con lei o parla con Adele, convincila ad incontrarmi, a parlarmi per lo meno, devo chiarire questa situazione, poi se non vorrà più vedermi me ne farò una ragione ma devo…devo vederla ancora… >>



<< Tony! Tony! >> Anthony si voltò sentendosi chiamare:<< Isobel… >> e guardò la ragazza speranzoso:<< Tieni, so che non sono esattamente per stasera e che la Senna di notte fa un altro effetto ma è il meglio che sono riuscita ad ottenere >> poi porgendogli i due biglietti aggiunse:<< Sono per l’ultima crociera di questo pomeriggio, inizia alle cinque >> Anthony continuava a guardare i biglietti come se lei gli avesse appena consegnato il sacro Graal:<< Ma è…è fantastico, grazie mille, grazie Isobel, sono in debito >> lei fece spallucce:<< Tranquillo non è niente di che >> anzi vista la voglia che aveva lei di stare a contatto con il mondo in quei giorni Tony Dumas le aveva appena fatto un favore con quei biglietti ma non era il caso di fermarsi a pensarci, poi salutandolo salì le scale diretta alla camera di Dede, aveva bisogno di una bella doccia o ancora meglio di un bagno caldo forse poteva approfittare della vasca di sua cugina…


Guardando quello che teneva tra le mani Tyler sospirò, aveva promesso a Miky che gli avrebbe dato una mano e ora era arrivato il momento…


<< Ciao Flick >> la ragazza alzò gli occhi trovandosi davanti Tyler Gail:<< Ty…ciao >> lui sorrise porgendole un braccio:<< Pronta per uscire? >> Flick sbatté le palpebre non capendo:<< Uscire? >> di nuovo Ty sorrise:<< Sì, in amicizia ovviamente, non ci tengo a farmi uccidere dalla Lohan o da Rey ancora prima del tempo >> collegando il fiore e l’invito che c’erano sul suo comodino Flick sorrise:<< Allora era tua…mi hai mandato tu… >> Tyler annuì:<< Sì, ho bisogno di parlarti di una cosa e volevo farlo in privato >> la ragazza si alzò chiudendo il libro che stava leggendo:<< Dove andiamo? >> << C’è un piccolo bistrot qui vicino, direi che una cioccolata calda è l’ideale con questo tempo >> infilandolo il proprio braccio sotto quello di Tyler lei annuì sorridendo:<< D’accordo, mi hai convinto… >>



<< Lo so, infatti non ti sto dicendo di farlo ora, solo di non metterci troppo a pensarci >>

<< Adesso >> Mat si voltò sentendo la voce di Callie:<< Adesso cosa? >> le domandò non capendo dove lei volesse arrivare:<< Voglio usare il mio desiderio adesso >> Matisse si bloccò per un attimo, aveva dei progetti per quella sera ed erano già le quattro, non voleva arrivare tardi ma d’altro canto aveva spinto lui Callie a…:<< Non ti starai rimangiando la parola vero Atelier? >> Mat si passò una mano tra i capelli:<< Cosa? No, certo che no, solo che io…adesso avrei… >> incapace di controllare la propria voce e vergognandosi lei stessa per subire ancora quell’effetto dagli uomini Calliope si scostò da lui guardandolo furente:<< Sei tu che mi hai detto di farlo il prima possibile, sei tu che mi hai incoraggiato a provarci, sei tu che hai detto che mi avresti aiutato, che saresti stato con me >> poi stringendo ancora di più l’ametista che aveva in mano aggiunse:<< Ma dovevo aspettarmelo, voi uomini siete tutti uguali, non siete capaci di fare altro che mentire, finché vi fa comodo raccontate tutto quello che volete e che una vuole sentire poi quando dovete davvero impegnarvi o quando le cose si fanno difficili lasciate perdere con qualche scusa idiota, voi… >> imprecò a denti stretti per non mettersi ad urlare più di quanto stava già facendo e voltandosi fece per allontanarsi e lasciarlo lì prima che le venisse voglia di prenderlo a schiaffi.

<< Ferma! Fermati maledizione! >> e allungando una mano Mat le afferrò il polso:<< Io non sono un bugiardo e non sono come qualsiasi idiota tu abbia conosciuto >> poi avvicinandosi e facendo scivolare la propria mano in quella di Callie dove lei teneva ancora la pietra aggiunse:<< Vuoi farlo adesso, d’accordo allora andiamo >> la ragazza rimase immobile per un attimo indecisa se credergli o meno:<< Sei sicuro? >> Matisse annuì:<< Io mantengo la mia parola, te l’ho già detto >> poi facendole un mezzo sorriso aggiunse:<< Andiamo in un posto tranquillo, hai bisogno di rilassarti e sgombrare la mente >> << Cosa? Ma che… >> e costretta a seguirlo visto che lui le teneva ancora la mano Callie lo seguì verso un corridoio laterale alle cucine che sembrava portare in uno scantinato o roba simile.



Tyler annuì:<< Sì, ho bisogno di parlarti di una cosa e volevo farlo in privato >>


<< Allora? Che cosa dovevi dirmi? Sembrava importante dalla tua faccia >> e con un sorriso e bevendo un sorso della sua cioccolata Flick guardò Tyler curiosa invitandolo tacitamente a darle una spiegazione.

<< Beh sì ecco…da quant’è che non vedi Miky? >> 

<< Miky? >> domandò lei perplessa:<< Beh da quando è andato a New York per lo stage al MACUSA, ha detto che sarebbe tornato a casa per Natale ma io sono stata accettata ai Jeux d’amour e quindi non penso che ci vedremo tanto presto >> Ty annuì continuando a girare il cucchiaio nella sua tazza senza davvero aver voglia di assaggiarla, odiava quelle situazioni e odiava trovarvisi in mezzo quando lui non centrava niente ma in fondo che cosa non si fa per la famiglia?

<< Gli hai scritto per caso? Vi siete sentiti? >> Flick lo guardò facendo una smorfia e corrugando la fronte:<< Ty che cos’è tutto questo interesse? Ci siamo sentiti quando è arrivato là poi qualche lettera ogni tanto ma niente di che, io ero presa con la tesi al college e lui lavorava, non c’è stato molto tempo per… >> tagliando la testa al toro Tyler poggiò una lettera chiusa sul tavolo:<< Ho ricevuto una lettera da Miky un paio di settimane fa, è ancora a New York e mi ha chiesto se potevo darti questa visto che tu sei qui e Jeux d’amour con me e che lui non avrebbe potuto dartela, voleva dartela di persona a quanto mi ha detto ma non ha fatto in tempo >> << Una lettera per me? Ma cosa… >> e allungando la mano sul tavolo Flick Lloyd prese la busta togliendo la cera lacca dorata sul retro e tirando fuori il foglio piegato a metà.

Mentre i suoi occhi scorrevano sul foglio Flick si accorse appena di Ty che sei alzava per lasciarle un po’ di privacy; Gail non sapeva che cosa ci fosse scritto in quella lettera ma conoscendo suo cugino e il modo in cui Miky parlava di Flick Lloyd poteva farsene un’idea…




<< Sono per l’ultima crociera di questo pomeriggio, inizia alle cinque >>

Forse un po’ di fortuna cominciava ad averla anche lui, forse nonostante tutto quello che gli era successo in quegli anni Adele e suo padre avevano ragione: l’artefice della sua fortuna e della sua vita era lui! Solamente lui poteva decidere se affondare o risalire a galla e nuotare.

Forse sì o forse qualcuno gli aveva somministrato una fiala di felix e lui non se ne era accorto; quale che fosse il reale motivo in quel momento a Tony non importava minimamente visto che la sua attenzione era interamente focalizzata sul meraviglioso sorriso di Diana che guardava il panorama dal bordo della barca e spalancava la bocca come una bambina al parco divertimenti:<< È bellissimo, c’è perfino uno sprazzo di luce…è magnifico… >> era da quasi dieci minuti, da quando avevano messo piede sulla barca per essere precisi, che lei continuava a ripeterlo ma lui era contento di vederla così felice:<< Sono contento che ti piaccia >> le rispose avvicinandosi con la carrozzella al bordo per starle un po’ più vicino:<< Piacermi? >> e lo guardò come se fosse pazzo:<< Sembra di essere in uno di quei film romantici dove i protagonisti capiscono di amarsi durante l’appuntamento perfetto >> accorgendosi poi di quello che aveva appena detto la ragazza si portò le mani sulla bocca e le sue guance divennero rosa scuro nel giro di un istante.

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La risata di Tony calma parzialmente il suo imbarazzo:<< Sai, non credo di avertelo detto prima Diana, amo la tua spontaneità…sicura che il cappello ti abbia smistato davvero in Corvonero? >> lei annuì mettendosi nervosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio:<< Sì, per quanto io sia spontanea sono più un topo da biblioteca che la star delle feste e della popolarità, non mi è mai piaciuto farmi notare molto, non per qualcosa di diverso dallo studio almeno >> Tony annuì:<< Beh qui siamo all’appuntamento perfetto, non ti ho portato fuori perché avevi voti alti >> riuscire a farla ridere era una delle cose che voleva e quando accadde si sentì decisamente meglio:<< Grazie >> gli mormorò poi lei sedendosi su una delle sedie continuando comunque a guardare il fiume:<< Per cosa? >> lei lo guardò dritto negli occhi e allungò una mano per stringere quella grande e calda di Tony:<< Perché mi fai sentire sempre a mio agio, anche la prima volta quando abbiamo litigato…non ho mai alzato la voce con nessuno prima ma tuttavia non ero spaventata anzi… >> lui intrecciò le loro dita:<< Sì, credo di capirti, anche tu mi fai sentire allo stesso modo >> poi sollevando la mano di lei l’avvicinò alle proprie labbra baciandone il dorso:<< Non credevo davvero di trovare qualcosa o qualcuno quando ho accettato di venire qui, era solo per allontanarmi da New York e da ciò che ho lasciato lì, non volevo davvero impegnarmi per cercare qualcuno >> << E allora perché mi hai… >> lui girò lo sguardo verso il profilo di Notre Dame che si stava avvicinando:<< Perché dal primo istante in cui ti ho visto non sono riuscito a pensare ad altro che a te, sei così piena di vita, così spontanea e allegra, tutte cose che io ormai non sono più >> Nana fece spallucce appoggiando la testa sulla spalla di Tony senza però avere il coraggio di guardarlo negli occhi, sarebbe diventata rossa in un baleno se lo avesse fatto, visto quello che stava per dire:<< Per me non è vero, sei tu che ti sei imposto questa maschera, hai detto tu che prima dell’incidente eri diverso, che eri una specie di superstar no? >> Tony rise piano:<< Non ho detto esattamente queste parole >> << Il concetto era quello… >> poi guardando il paesaggio insieme a lui aggiunse:<< Secondo me sei ancora quell’uomo, devi solo ritornare ad esserlo >> << Non è così facile, quell’incidente è stato…è stato… >> gli si bloccava il respiro in gola se ripensava ancora a quello che era successo quel giorno, i medici avevano detto che lui era stato fortunato ma lui fortunato proprio non ci si sentiva.

<< Mi racconti cos’è successo? >> << Cosa? >> e la domanda di lei lo spaventò:<< Non dico adesso, magari un giorno… >> poi facendo scorrere una mano sul braccio di Tony aggiunse:<< È che c’è come un muro attorno a te, un muro che ti sei costruito e che credo dipenda da quello che è successo quel giorno, non voglio essere troppo invadente ma credo che per conoscerti davvero dovrei conoscere anche quella parte della tua vita >> Tony rimase fermo per un attimo, probabilmente indeciso su cosa fare, poi girandosi a guardarla di sbieco aggiunse:<< Sì, forse hai ragione Diana Lightqueen ma non ora, non roviniamo l’appuntamento perfetto con brutti racconti >> lei arrossì e sorrise felice:<< Manca ancora una cosa perché sia l’appuntamento perfetto >> si accorse del viso di Tony ad un soffio dal suo solo quando le labbra di lui erano praticamente già sulle sue:<<  Mi perdoni miss, rimedio subito >> e con quel bacio quel pomeriggio Diana Lightqueen ebbe davvero il suo primo appuntamento perfetto.




<< Andiamo in un posto tranquillo, hai bisogno di rilassarti e sgombrare la mente >>

<< Ma dove siamo? >> e guardandosi intorno Callie cercò di capire dove diavolo Matisse l’avesse portata, sapeva che quell’hotel era immenso ma quella zona non l’aveva davvero mai vista:<< Siamo nel mio laboratorio >> << Nel tuo cosa? >> gli domandò continuando a guardarsi intorno:<< Sono un pozionista, mi sembra ovvio che abbia un laboratorio no? Era di mio padre ma da quando è diventato capo del dipartimento usa quello del Ministero e così questo lo ha lasciato a me >> e mentre parlava Matisse si avvicinò ad un tavolo di legno messo in mezzo alla stanza su cui c’erano alcuni vasetti e fiale di pozioni oltre ad un calderone dove qualcosa bolliva:<< Perché mi hai portato qui? >> << Hai bisogno di tranquillità e pace per quello che vuoi fare >> << E se entrasse qualcuno? >> Mat scosse la testa:<< Nessuno può entrare qui dentro senza il mio permesso, è un incantesimo che ha messo mio padre quando siamo nati io e Fabian, da piccoli siamo entrati qui dentro e abbiamo rischiato di far saltare tutto in aria, da lì l’incantesimo di protezione >> inaspettatamente Calliope scoppiò a ridere di gusto, l’idea di Matisse e Fabian bambini che giocavano con le pozioni di quel laboratorio era davvero troppo comica per non farlo.

<< Sì certo…quando hai finito di prendermi in giro, avanti siediti e concentrati >> lei fece come le stava chiedendo:<< Che cosa devo fare? Non ho idea di come funzioni esattamente, nel messaggio di tuo zio c’era solo scritto di chiudere gli occhi, pensare al proprio desiderio e di tenere la pietra in mano >> Mat annuì appoggiandosi al bordo del tavolo:<< Più o meno è così: chiudi gli occhi e pensa a ciò che vuoi ottenere, cerca di essere il più precisa possibile e quando sei pronta prendi un bel respiro e sarai dove devi essere >> << Cosa? >> Mat fece un mezzo sorriso:<< Fallo senza pensarci troppo, dammi retta è meglio così >> << E tu? >> gli domandò lei chiedendosi come avrebbe fatto a raggiungerla:<< Funziona un po’ come la materializzazione >> le spiegò:<< Basta che sia a contatto con te >> e per dargliene una prova le poggiò la mano sulla spalla:<< Avanti fallo, io resterò qui >>

Senza farselo ripetere Callie chiuse gli occhi e ripensò al giorno, il suo diciottesimo compleanno per giunta, in cui sua madre le aveva rivelato la verità su suo padre…

Chissà se è come me…chissà se è un mago…se io sono così grazie a lui…chissà se mi assomiglia…

 

La sua testa era piena di pensieri poi uno solo più degli altri si fece largo rimbombando come un grido: mio padre. 
Voglio conoscere il mio vero padre.

 

Sentì come se fosse stata risucchiata in un vortice, era come stare in mezzo ad una tempesta ma nonostante tutto il calore della mano di Matisse sulla sua spalla non accennava a diminuire, come le aveva promesso lui era con lei.

Poco dopo, quando le sembrò di essersi fermata, Callie prese un respiro:<< Puoi aprire gli occhi, siamo arrivati >> le sussurrò la voce di Atelier in un orecchio e lei spalancò gli occhi guardandosi intorno per cercare di capire dove fossero finiti:<< Ma siamo…siamo ancora a… >> lui annuì lasciandole la spalla e guardandosi intorno nel parco:<< Siamo ancora a Parigi, al Jardin du Luxembourg >> << Parigi? Cioè mio padre è a Parigi, ma come può… >> Mat fece spallucce ma prima che uno dei due potesse pensare a cosa fare una voce di donna li fece voltare alla loro sinistra:<< Julian! Julian non correre! >> e una donna minuta dai capelli castani cercò di non inciampare mentre rincorreva un bambino di circa nove o dieci anni che scorrazzava per il parco ridendo allegro:<< Julian! >> lo chiamò di nuovo e prima che qualcuno potesse rendersi conto di quello che stava succedendo il ragazzino andò a sbattere contro le gambe di Callie, sarebbero caduti entrambi se non ci fosse stato Mat pronto ad afferrare lei e lei stessa a stringere le braccia attorno al bambino.

Poco dopo la donna li raggiunse:<< Scusatemi, mi dispiace, non vi ha fatto male vero? >> domandò poi afferrando la mano del figlio, Callie scosse il capo e quando fece per rispondere una risata roca le fece alzare gli occhi:<< Julian Axel Kent hai disubbidito di nuovo a tua madre? >> la donna e il bambino si voltarono nello stesso momento e lui fuggendo dalla stretta della madre si gettò tra le braccia del nuovo arrivato con un gran sorriso in viso:<< Papà! >> << Ciao peste >> lo salutò l’uomo stringendolo tra le braccia poi avvicinandosi sorrise tendendo la mano a lei:<< Spero non vi siate fatti male, nostro figlio è un po’…diciamo vivace >> commentò mentre sua moglie gli lanciava un’occhiata che lasciava intendere quanto lui riuscisse ad essere severo con il bambino:<< No, non è successo niente, davvero >> ripeté nuovamente Calliope incapace di staccare gli occhi dal viso dell’uomo: c’era qualcosa che le ronzava in testa ma non riusciva a capire che cosa…

<< Bene, sono contento, possiamo offrirvi qualcosa per scusarci? Un caffè magari o magari… >> poi rimettendo il figlio a terra tornò a guardarli:<< Come sono maleducato, non mi sono nemmeno presentato: Axel Kent, lei è mia moglie Cecilia e lui come avrete capito è Julian >>


Matisse sentì il corpo di Callie, ancora stretto al suo, irrigidirsi e fece per chiederle se stesse bene ma la ragazza sembrava bloccata.

Bloccata in effetti lo era davvero, la sua mente ancora ferma al nome dell’uomo: Axel Kent…certo sua madre non le aveva detto cognomi o altro ma quante probabilità c’erano che un uomo dall’inconfondibile accento inglese e con lo stesso nome di suo padre le capitasse davanti dopo aver espresso il suo desiderio?

<< Noi…scusate noi dobbiamo andare >> e afferrando la mano di Mat come un’ancora si girò scappando di corsa lungo il parco finché non sparirono dalla vista della famiglia.

<< Che cos’hai? Mi vuoi dire perché sei scappata così? >> quando alzò gli occhi per guardarlo in faccia Mat vide gli occhi di Callie spalancati dalla paura:<< Portami via, portami via, non posso farlo >> << Cosa? Calliope che c’è? >> lei prese fiato cercando di non avere un attacco di panico:<< Axel…il nome di mio padre è Axel… >> collegando immediatamente ciò che lei gli stava dicendo Mat la strinse tra le braccia annuendo:<< Tranquilla, torniamo a casa subito >> ma mentre si smaterializzavano un’idea di stava già facendo largo nella sua mente.

<< Stai bene? Sei più tranquilla ora? >> lei annuì staccandosi dal suo abbraccio:<< Tranquillo ho solo bisogno di fare due passi, sto meglio >> poi guardandolo con un mezzo sorriso aggiunse:<< Ma tu non avevi un impegno importante? >> Matisse annuì:<< Sì, ho invitato Flick a cena, devo preparare qualcosa degno di tale nome >> Callie fece un sorrisetto forzato:<< Vai allora, non voglio distrarti dai tuoi preparativi >> Mat la guardò ancora per un attimo:<< Sicura che posso lasciarti sola? >> << So cavarmela Atelier, smettila e vai >> Mat annuì e si allontanò da lei, giusto il tempo di sparire dietro l’angolo per smaterializzarsi.

 

<< Signor Kent…mi scusi… >> Axel si voltò sentendosi chiamare e rimanendo sorpreso di trovarsi davanti il ragazzo che avevano incrociato ai Jardin du Luxembourg:<< Sì? >> domandò poi avvicinandosi diffidente al giovane:<< So che può sembrarle strano, ma potrei parlarle un attimo? >> 

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poi lanciando un’occhiata alla donna e al bambino che erano ancora con lui aggiunse:<< In privato >> Axel Kent era un uomo calmo e prudente, non avrebbe mai seguito uno sconosciuto senza un valido motivo eppure qualcosa gli diceva che doveva ascoltare ciò che quel ragazzo aveva da dirgli:<< Cecilia dammi cinque minuti, arrivo subito >> la donna annuì prendendo per mano il figlio e allontanandosi verso un chiosco lì vicino.

Rimasti soli Kent si voltò verso Mat:<< Che cos’ha da dirmi di così importante dunque? >> Matisse fece un sorriso tirato:<< Forse non dovrei essere io a dirglielo ma sento che è la cosa giusta da fare >> poi guardando l’uomo aggiunse:<< La ragazza che era con me poco fa, si chiama Calliope Arlcotte… >> e cercando di non tralasciare nulla Mat raccontò al signor Kent quello che Callie aveva raccontato a lui durante quella lunga notte alle terme, sapeva che in fondo non era giusto che fosse lui a farlo ma quando aveva visto la paura negli occhi di Callie si era sentito in dovere di aiutarla e proteggerla in ogni modo possibile, lui era stato solo quando ne aveva avuto bisogno perché era stato troppo cocciuto per chiedere aiuto, non voleva che a lei succedesse lo stesso.

 

<< Posso farti una domanda Matisse? >> lui alzò gli occhi verso il signor Kent, ci stavano mettendo più di cinque minuti per quella conversazione ma andava bene così:<< Mi dica >> << Calliope è la tua fidanzata? >> 

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<< Come? No >> e cercando di non sbarrare gli occhi Mat fece un sorriso imbarazzato:<< No, non lo è…diciamo che è un’amica >> Axel annuì poggiando i gomiti sulle ginocchia e congiungendo le mani:<< Ti stai dando molto da fare per un’amica, è una ragazza fortunata >> Matisse si passò una mano nei capelli resistendo all’impulso di scoppiare a ridere dall’imbarazzo:<< Beh le ho fatto una promessa e a me piace mantenere la parola data >> Kent annuì:<< Sì, credo di capire >> poi sollevando gli occhi, quegli stessi occhi azzurri di Callie notò Mat, verso il cielo grigio aggiunse:<< Una figlia…se lo avessi saputo prima… >> poi tornando a guardare lui aggiunse:<< Coglierò l’occasione per visitare il famigerato Hotel des Fleurs, se non avessi conosciuto Cecilia avrei partecipato anche io ai Jeux d’amour molti anni fa >> e con un mezzo sorriso si alzò:<< Ci vediamo nei prossimi giorni Matisse >> poi ricordando il discorso del giovane Atelier circa la parola data aggiunse:<< Promesso >> Mat sorrise e salutandolo si avviò a cercare un posto dove smaterializzarsi, ora davvero aveva una cena da preparare.


 

<< Ci vediamo alle otto allora >>

 

Guardando le lancette del proprio orologio che segnavano le otto in punto Sebastian Delacroix prese fiato bussando alla porta della stanza di Adrienne, si sentiva decisamente stupido e fuori luogo vestito a quel modo ma visto doveva aveva deciso di portarla quello era l’abbigliamento adatto.

Adatto tuttavia era l’ultima cosa che gli venne in mente quando Adrienne gli aprì la porta con un gran sorriso…di certo perfetta, sexy, fantastica sarebbe stato molto più appropriato:<< Va bene così? È abbastanza elegante? >> domandò lei facendo un rapido giro su sé stessa mostrando i leggins pesanti e mini abito di lana bianco con il collo ad anello:<< Non sapevo cosa mettere ma non ho abiti eleganti abbastanza caldi >> << No, no…sei perfetta…cioè stai benissimo >> lei sorrise saltandogli al collo allegra:<< Bene! Allora, dove andiamo? >>

 

Il Capriccio era quel tipo di ristorante che Sebastian aveva sempre odiato: tovaglie immacolate, camerieri in livrea, portacandele in cristallo e un menù così raffinato che a malapena capivi che cosa stavi ordinando.
Certo quel posto non era tra i suoi preferiti ma era perfetto per portare a cena una ragazza e fare colpo su di lei come lui aveva intenzione di fare con Adrienne, in fondo lui che altri modi aveva per farla innamorare?

Scosse la testa dietro il menu rivestito in pelle…innamorare…ma che cosa stava andando a pensare? Cioè Adrienne era unica e speciale, intelligente, sveglia e con quel pizzico di curiosità che aveva sempre stimolato anche lui ma non si faceva troppe illusioni, lei era così bella e lui invece così…così…così Sebby, come avrebbe detto Tobias con un sorriso.
 

<< Sebastian >> alzò gli occhi sentendosi chiamare pensando stupidamente che era bello sentirsi chiamare con il suo nome completo, aveva un che di magico detto dalla sua voce:<< Sì? >> << Vuoi ordinare? >> solo a quelle parole lui notò il cameriere accanto al tavolo che aspettava la sua ordinazione:<< Oh…sì certo…io…mi scusi… >> poi dando una veloce occhiata alla lista dei secondi, non aveva letto niente del menù a dire il vero, scelse il primo piatto della lista e l’unico di cui riconosceva il nome: boeuf bourguignon.

<< Va tutto bene? >> e visto che Seb non proferiva parola da quando era arrivata la loro ordinazione Adri decise di rompere quell’inutile silenzio, aveva un piano in testa e, cascasse il mondo, quella sera l’avrebbe realizzato!

<< Sì, sto bene è solo che questo posto non fa esattamente per me >> << Cosa? Perché? >> gli domandò perplessa:<< Beh non mi sento molto a mio agio in posti come questo >> poi prendendo fiato e bevendo un po’ dell’acqua che aveva nel bicchiere aggiunse:<< Sono goffo e fuori luogo quasi ovunque io vada, posti del genere di solito li evito come la peste >> << Non sei fuori luogo >> commentò lei piano:<< Perché non mi sono mosso dal tavolo, se provassi a fare qualsiasi cosa sono certo che mi renderei ridicolo nel giro di cinque minuti >> senza dare spiegazioni Adri alzò una mano chiamando al loro tavolo il cameriere:<< Sì, mademoiselle? >> domandò l’uomo avvicinandosi:<< Potrebbe incartarceli da portare via? >> l’uomo parve scandalizzato, nessuno in quel posto aveva mai fatto una richiesta simile probabilmente:<< Pardon mademoiselle ma non credo che…non possiamo… >> Adri fece spallucce:<< D’accordo, non fa niente, mi spiace sprecare quest’ottimo cibo ma dobbiamo andare >> poi girandosi appena verso Seb sorrise:<< Quanto le dobbiamo? >> di nuovo l’uomo sembrò sull’orlo di un infarto e Seb si abbassò per avvicinarsi ad Adri:<< Che cosa stai facendo…non dobbiamo… >> lei scosse il capo:<< Sono uscita stasera perché voglio stare con te, non per andare in un posto dove ti senti a disagio >> Seb rimase immobile pensando a cosa dire di fronte ad una dichiarazione del genere ma ci pensò il maître a toglierlo dall’impiccio:<< Lasci stare signorina, per questa volta offre la casa >> Adri sorrise ringraziando e dopo essersi alzata in piedi allungò la mano verso Seb:<< Sebastian…andiamo? >> deciso a non perdersi più nemmeno un momento per paure forse inesistenti Seb afferrò la mano che lei gli stava porgendo uscendo con un gran sorriso dal locale per le strade di Parigi immersa nella fredda notte di inizio dicembre.

 

<< Sei… - rise per un attimo prima di riuscire a concludere la frase guardandola negli occhi – sei incredibile >> sussurrò poi guardando quella magnifica donna dalle guance arrossate dal freddo e il sorriso tentatore come la più rossa delle ciliegie:<< Io? Sei tu che non ti rendi conto di cosa sei Sebastian >>



mormorò lei avvicinandosi e appoggiandosi al muretto che divideva la strada dalla Senna guardando lui:<< Di cosa sono? Tranquilla Adrienne so di essere un impiastro sfortunato, molto sfortunato >> poi scoppiando a ridere acido aggiunse:<< Ci manca solo che adesso cominci a piovere e poi avrei davvero battuto ogni record di sfiga e… >> ma non fece in tempo a finire la frase o ad alzare il viso verso il cielo che alcune piccole gocce cominciarono a cadere dal cielo e nel giro di pochi istanti un acquazzone si riversò sulla città dell’amore.



<< Splendido! Davvero splendido! Visto che ti dicevo >> e guardò Adrienne con sarcasmo:<< E ciliegina sulla torta non abbiamo nemmeno l’ombrello, ci prenderemo una polmonite nel giro di… >> << Puoi smaterializzare anche me? >> lui si bloccò mentre l’acqua continuava a scendere e a lavarli:<< Sei un mago, puoi smaterializzarti all’hotel in un attimo, puoi farlo anche con me? >> fermo per un attimo dandosi mentalmente dello stupido per non averci pensato Seb annuì:<< Sì, posso farlo >> e mentre pronunciava quella frase la tirò a sé sparendo in un piccolo pop dal centro città.


Quando riapparvero Adri si guardò intorno riconoscendo la camera di Sebastian, girando lo sguardo sul letto accanto all’armadio vide Elpis che dormiva placidamente:<< Fermo… >> mormorò poi vedendo che Seb stava per allungarsi ad accendere la luce e gli indicò la sua coinquilina:<< La sveglieremo >> lui le fece cenno di aver capito poi allontanandosi di qualche passo si avvicinò al bagno cercando un asciugamano portandone poi uno anche a lei.

<< Devi andare a cambiarti, sei fradicia >> mormorò in un bisbiglio:<< Sì, adesso vado >>

poi afferrandogli un polso con la mano lo tirò verso di sé:<< Dopo aver fatto questo >> e sollevandosi appena sulle punte avvicinò le labbra a quelle di Sebastian in un bacio che moriva dalla voglia di dargli da quella mattina quando si era svegliata in camera con lui.

 

Stava quasi per lasciarlo quando sentì le mani di lui che le stringevano la vita e così continuò quella dolce tortura ancora per un po’, quando per entrambi divenne d’obbligo riprendere fiato Adri lo guardò sorridendo e mordendosi un labbro:<< Visto…devi solo renderti conto di quello che sei Sebastian Delacroix >> poi con un leggero bacio a stampo si allontanò fino alla porta della camera mandandogli un bacio con la mano:<< Buonanotte, ci vediamo domani >> << A domani >> le mormorò Seb senza sapere veramente che cosa stesse dicendo e sentendosi un perfetto idiota con il cuore leggero come una piuma.


<< Stefan che cosa ci fai qui? >>

 

Più cercava di non pensarci e più l’espressione sorpresa di Elpis e ancora di più quella di Julie quando aveva scoperto che lui era il cugino della sua amica, continuavano a tornarli davanti agli occhi, anche lì, nella palestra dietro casa dove aveva deciso di scaricare un po’ di tensione con un po’ di arti marziali alla babbana.

Mentre era ancora perso nei suoi pensieri un colpo ben assestato del suo avversario che non aveva nemmeno visto arrivare lo fece finire a terra:<< È una mia impressione o stasera hai la testa altrove cugino? >> e Carter avvicinandosi gli tese una mano per aiutarlo a rimettersi in piedi:<< Sto bene Cart >> commentò acido scansando il cugino e rialzandosi da solo, dio quanto era orgoglioso, degno erede di suo padre, non avrebbe mai permesso a qualcuno di farlo sembrare debole…ora invece lo stava permettendo a sé stesso e alla sua mente!

<< Abbiamo finito, andiamo >> e senza nemmeno guardare il cugino si tolse i guantini da combattimento gettandoli in un angolo e avviandosi verso gli spogliatoi.

<< Tu non me la racconti giusta, che cos’hai? >> e entrando poco dopo di lui Carter lo guardò preoccupato mentre lui si toglieva nervosamente la maglia e cercava di aprire a strattoni l’armadietto con il suo cambio:<< Niente ok, sto bene >> il Corvonero sorrise poco convinto incrociando le braccia sul petto:<< Sé, certo…se è per la storia dello zio e di Ser, Stef non devi… >> 

con un pugno mal assestato Stefan riuscì a far aprire l’armadietto:<< Mio fratello non è sempre il centro del mondo sai Cart…magari uno ha anche i suoi di problemi >> poi afferrando il bagnoschiuma dalla borsa si diresse verso le docce, aveva bisogno di rilassarsi e possibilmente di non pensare a quegli occhi azzurri e capelli d’oro per un po’, sapeva che Carter non avrebbe lasciato stare ma per lo meno sotto la doccia l’avrebbe lasciato il pace.





Chissà come se la stava cavando Matisse con la sua cena per Flick…non che le interessasse s’intende ma dopo quello che era successo quel pomeriggio Callie doveva ammettere che sarebbe stata nei guai senza il giovane Atelier e in fondo gli augurava di avere tutto ciò che desiderava, era un bravo ragazzo in fondo.



Vedendo la giovane Lloyd passarle davanti con addosso sciarpa e cappotto e con la valigia in mano un solo pensiero attraversò la mente di Calliope

<< Mat… >>





Michael Frank Axel (19, cugino di Tyler e amico di Flick)



Axel Maximilian Kent, la moglie Cecilia e il figlio Julian (Axel è il padre biologico di Callie)


Dottor David Saint-Yves
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Scusate l'assenza, anzi la sparizione...purtroppo ho avuto un po' di problemi a far coincidere tutto quello che c'era nella mia testa con quello che volevo scrivere in questo capitolo...è comico da dire ma devo ringraziare la sigla di Piccoli problemi di cuore del nuovo cd di Cristina d'Avena per l'ispirazione...per il resto spero che il prossimo capitolo arrivi magari per capo d'anno o con l'inizio dell'anno nuovo, prima tra feste e lavoro non riesco proprio scusatemi...

Per lasciarvi con un po' di suspance vi dico solo che nel prossimo capitolo vedremo di nuovo il ritorno di un certo dottor Gail ma non sarà una visita di cortesia...
Si spera a presto...
à bientôt, à la prochaine...

   
 
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