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Autore: gaiiaa    11/12/2017    0 recensioni
-titolo provvisorio-
"Le cicatrici possono tornare utili. Pure io ne ha una sopra il ginocchio sinistro che è una piantina perfetta della metropolitana di Londra"~Albus Silente
Questa storia è una raccolta di one-shot sulle storie che stanno dietro cicatrici dei nostri personaggi preferiti.
Gli aggiornamenti non saranno regolari, sia chiaro
Dalla storia, prologo
Ognuno ha la propria cicatrice, quel segno che porta magari con rammarico, con gioia, magari come trofeo, come ricordo di un atto coraggioso. È un segno che non si può coprire, è così e basta, a dare una perenne dimostrazione della mortalità e della sensibilità dell'uomo. Certo, vi sono cicatrici più visibili e altre più nascoste, ma non è questo ciò che conta, in una cicatrice conta la storia, triste, felice, gloriosa o banale che sia non è mai da rimuovere, perché ci ricorda di un passato che purtroppo o per fortuna non si può cancellare.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Titolo: Ehi horcrux, tu sei là, io sono qui!
Personaggio: Hermione Granger
Parole: 353 (è un po' cortino)

Mi dovevo muovere, ma era difficile, direi impossibile. Avete presente quando il vostro corpo semplicemente non risponde, non fa quel che tu vuoi che faccia ma neanche per sbaglio? Ecco, se avete presente io in quel momento mi sentivo esattamente cosi, e se non avete capito potrete immaginare che non è niente di troppo piacevole. Lo vedevo, il mio obiettivo era davanti a me, non ero in pericolo, eppure era difficile, era difficilissimo. Mi venivano i brividi a pensare che sarebbe toccato a me avvicinarmi, e con in mano la zanna distruggerlo. Perché? Oh, guardate, non me avevo idea, ma purtroppo capii che l'aurea negativa dell'horcrux non centrava nulla. Pff, come potevo essere io una grifondoro se davanti a un piccolo passo da cui dipendeva la vita del mio migliore amico e dell'intero mondo magico mi bloccavo. Cacchio, Hermione Granger non fa cose del genere, lei è sempre concentrata sull'obiettivo, lei sa quando buttarsi alle spalle le proprie paure e agire per gli altri - i suoi genitori ne erano una prova -, lei sa e basta. È una sicurezza, puoi contare che non deluderà mai nessuno. Eppure, l'horcrux era lì per terra, la zanna era nella sua mano e lei era impalata, non sapendo cosa fare. Erano questioni di secondi e Ron sarebbe intervenuto, doveva sbrigarsi, non l'avrebbe sopportato, lei non si faceva aiutare in questo genere di cose, lei trovava sempre sempre sempre un modo per fare tutto, lei... . E poi mi sono accorta che non è "lei". È "io". Sono io. Io sono Hermione Granger, io avevo in mano l'arma per uccidere Voldemort, io potevo farcela. Non c'era nessun altro. Nessuno a dirmi chi ero, cosa dovevo fare, quanto fossi brava, quanto tutti contassero su di me, a farmi notare quante aspettative la gente nutrisse nei miei confronti. L'avrebbero sempre fatto, è naturale, ma sapete cosa? Non è così brutto, non finché tu sai chi sei tu, cosa vuoi tu e cosa puoi fare tu. Ovviamente tutto questo lo pensai dopo, quando l'horcrux era solo un ricordo e le mie labbra erano attaccate a quelle di Ron.

Eh, l'amour.
  
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