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Autore: janecaulfield    12/12/2017    1 recensioni
Sizzy; [Neighbours!AU]
Isabelle Lightwood si è appena trasferita a Brooklyn, allontanandosi per la prima volta in vita sua dalla sua famiglia. Simon Lewis vive la sua solita vita tra la band ed un amore non corrisposto. Cos'hanno in comune? Abitano nello stesso piano e proprio per questo la vita di entrambi potrebbe prendere una piega inaspettata.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy Lightwood, Simon Lewis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Coraggio Simon, puoi farcela. Adesso bussi alla sua porta, fai qualche battuta, fai finta di aver finito lo zucchero e con la scusa le dai il volantino.”
Erano circa dieci minuti che se ne stava lì impalato, ripetendo mille volte il discorso che si era preparato, ma mille dubbi lo attanagliavano. Proprio in quel momento gli squillò il cellulare e Simon fece un salto di tre metri, si allontanò alla velocità della luce dalla porta della sua nuova vicina e cercò di tirare fuori dalla tasca il telefono, che continuava a scivolargli dalle mani.
-P-pronto?- disse, ansimando leggermente per lo spavento.
-Simon? Sono Erik. Ti ricordi che stasera abbiamo le prove, sì?-
Simon per poco non mandò a quel paese il suo amico.
-Mi sono dimenticat…Erik, ma ti sembrano domande da farsi? E’ mai successo che io me ne dimenticassi?!-
-Non lo so amico, di solito ti succede sempre qualche imprevisto. E con imprevisto intendo che Clary Fray ti trascina a fare qualcosa e tu non riesci mai a cavartene fuori.-
Simon sospirò.
-Ehi, senti, non dare la colpa a lei okay? Comunque ora ha qualcun’altro da trascinarsi dietro, quindi non preoccuparti.-
-Bene, mi fa piacere. Ci vediamo stasera allora!-
-Ci vediamo.-
Un improvvisa tristezza si era impossessata di lui. Fissò il volantino spiegazzato che aveva in mano. Ma cosa stava facendo? Pensava davvero che invitando la sua vicina di casa figa avrebbe potuto in qualche modo far ingelosire Clary? Avrebbe dovuto lasciar perdere e basta, seppellire i suoi sentimenti nel profondo del suo cuore, continuare a fingere che per lei provasse solo amicizia e continuare a vivere la sua vita.
E poi, dubitava fortemente che Isabelle avrebbe accettato il suo invito. Prima di tutto era passato solo un giorno da quando si erano conosciuti, poi lei era decisamente al di fuori della sua portata. Come gli era potuta venire in mente un’idea così folle? Accartocciò il volantino e se lo gettò alle spalle. Diede un’occhiata all’orologio e imprecò. Era in ritardo per il lavoro, un’altra volta. Quel giorno avrebbe dovuto fare il turno di pomeriggio, il che significava che sarebbe rientrato tardi.
Jordan, il responsabile del locale in cui lavorava, di solito chiudeva sempre un occhio tutte le volte che Simon arrivava in ritardo, probabilmente perché erano grandi amici, ma gli rivolgeva comunque un’occhiata di rimprovero misto a delusione che riusciva sempre a far sentire Simon in colpa.
Si precipitò fuori dal palazzo e iniziò a correre, ma poi rallentò subito il passo perché nel giro di un minuto aveva già il fiatone. Proprio mentre rallentava notò Isabelle dall’altro lato della strada, camminare guardando dritto davanti a sé, aggraziata ma allo stesso tempo fiera, una sorta di felino. Fu sollevato al pensiero di aver evitato una figuraccia pochi secondi prima, dato che la ragazza non era in casa. Lei non lo aveva visto e avrebbe voluto davvero salutarla ma era rimasto imbambolato a guardarla per troppo tempo e lei ormai si era già allontanata. Forse invitarla al suo concerto non era stata una grandissima idea, ma magari avrebbe potuto scambiarci qualche parola, sembrava proprio una ragazza in gamba.
 
                                                                                            ***

La giornata era stata davvero estenuante. Alla stazione di polizia c’erano stati numerosi casi di cui occuparsi, o meglio, come sempre un sacco di colleghi le scaricavano i loro nascondendosi dietro la scusa che lei fosse l’agente più efficiente della stazione quando in realtà non era proprio vero. Di sicuro Jace era il migliore, e anche Alec non se la cavava male, infatti i due erano sempre in squadra insieme.
Non vedeva l’ora di tornare a casa, farsi un bel bagno caldo e chiacchierare con suo fratello. Poi si ricordò che ormai lei ed Alec non abitavano più insieme e si rattristò un po’. Certo, avrebbe sempre potuto chiamarlo, ma non era la stessa cosa, tornare a casa e trovarla vuota…non ci era abituata. Ma avrebbe dovuto farlo per forza.
In fondo, non era davvero sola, perché c’era Church a tenerle compagnia nella sua nuova casa. Alec aveva deciso di lasciarlo a lei, anche perché Magnus aveva già un gatto e probabilmente non sarebbero andati d’accordo. Anche se, a dire il vero, era più il tempo in cui Chuch gironzolava per i vicoli di Brooklyn che quello che passava a casa a farle compagnia. Girò le chiavi nella serratura e fu sorpresa di trovare il suddetto gatto a sonnecchiare su un comodino vicino all’entrata. Quando la vide sbadigliò, scese dal mobile e si strusciò contro la sua gamba. Isabelle sorrise e si chinò ad accarezzarlo e a grattarlo dietro le orecchie, nel farlo notò con la coda dell’occhio un foglio di carta appallottolato che giaceva a pochi centimetri dalla sua porta. Si sporse un po’, lo raccolse e lo dispiegò. Era un volantino che sponsorizzava l’esibizione di un gruppo, chiamato “Losers Assembled”- un nome abbastanza strano, in un locale che lei non aveva mai sentito nominare. Nonostante fosse stato accartocciato e fosse ancora un po’ spiegazzato era ancora leggibile.
Ebbe l’impulso di buttarlo nel cestino, ma poi ci ripensò e lo appoggiò sopra il tavolino vicino al suo ingresso. Non le avrebbe fatto certo male uscire un po’, almeno quella era un’idea per fare qualcosa di carino, pensò mentre si dirigeva in bagno e riempiva la vasca di acqua calda.
Di solito usciva sempre con Alec e Magnus e andavano in locali super chic che quest’ultimo conosceva benissimo e frequentava assiduamente, ma che in realtà ad Alec non andavano molto a genio perché lì si sentiva sempre un po’ a disagio. In realtà erano pochi i luoghi in cui Alec non si sentiva, o almeno sembrava, a disagio. Ad Isabelle non importava più di tanto, di solito c’era sempre qualche tizio vestito elegante che flirtava con lei e se era dell’umore giusto finiva la serata in bellezza. Per lei era sempre così, preferiva delle avventure, storie che non prendeva sul serio. In vita sua non le era mai capitato di innamorarsi, nel suo cuore c’era solo spazio per la sua famiglia, era una sorta di promessa, o magari un voto, che aveva fatto tanti anni fa, quando era appena adolescente e aveva scoperto una cosa che avrebbe preferito non sapere.
Non sempre era facile, qualche volta aveva la tentazione di lasciarsi andare ed amare davvero qualcuno ma non era neanche mai riuscita a trovare una persona che le ispirasse davvero fiducia.
Cercò di scacciare quei pensieri dalla testa e si immerse quasi completamente in acqua, godendosi il tepore che le sciolse la fatica. Una volta uscita dalla vasca si avvolse in un accappatoio, riscaldò del cibo pronto che aveva preso sulla via di casa dato che era troppo stanca per cucinare e si sdraiò sul divano. Si guardò intorno alla ricerca di Church ma evidentemente il felino se l’era svignata di nuovo. Isabelle sospirò rassegnata e piano piano si addormentò.


 

Rieccomi! Chiedo perdono per la lunga assenza ma con l'uiversità non è facile trovare tempo per scrivere, ma qualche giorno fa l'ispirazione è tornata da me e ho ripreso in mano questa storia.
Sto ancora cercando di gettare le basi della storia e non ho un'idea chiara di come costruirla, non voglio affrettare troppo le cose per rimanere fedele allo sviluppo della loro storia così com'è nei libri, quindi ancora non succede un granchè ma spero che continuerete a seguirmi.
Come sempre mi farebbe davvero piacere ricevere pareri, consigli e critiche 
Al prossimo capitolo! 

 
  
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