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Autore: shira21    13/12/2017    1 recensioni
Elizabeth ha conosciuto Lysandro al liceo, trovando in lui un porto sicuro dopo la morte dei genitori, e quando anni dopo si mettono insieme pensa che sia solo la normale evoluzione della loro amicizia.
Ma come fidanzati iniziano ad avere dei problemi: lui è sempre più distante e lei vuole di più.
Poi una sera, incontra il suo migliore amico, Castiel, e in quegli occhi grigi scopre un anima simile alla sua.
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Rimaniamo a fissarci per per quella che a me sembra un eternità.
Lys sposta rapidamente lo sguardo da uno all'altro, cocci di vetro a terra intorno ai suoi piedi e una miriade di espressioni che si susseguono sul suo volto. Per assurdo la prima cosa che mi viene in mente è la frase "Non è come pensi"... beh, ora che mi sono ritrovata a un passo dal dirlo sul serio credo che non criticherò più i personaggi dei film!
Faccio ancora fatica a respirare ma questa volta non è per l'eccitazione ma per qualcosa di molto simile alla paura. Okay che volevo dirglielo ma non così, per amor del cielo!
«Amico, posso spiegarti» ed ecco la seconda frase da cliché, uscita dalla bocca di un Castiel cadaverico che si è alzato a una velocità assurda dal divano.
Mi stringo le braccia intorno al busto, di colpo sto congelando mentre Lys scoppia in una risata aspra, amara. «Dubito che tu possa spiegarmi qualcosa, amico» e da come pronuncia quest'ultima parola sembra più un insulto che altro.
Un lampo ferito passa sul volto di Castiel ma Lysandro non ha finito. «Mi sembra piuttosto ovvio che mentre io cercavo di far funzionare tutto, tu come al tuo solito ti sei dovuto prendere ogni cosa. Non ti bastano tutte le groupie che ti scopi, dovevi anche infilarti nelle gambe della mia ragazza?»
«Hai ragione ad essere furioso con me... mi sono comportato da stronzo e da pessimo amico».
A quanto pare è vero tutto quello che si dice sul non ferire mai una persona buona. Non riesco a risentirmi per le parole scelte da Lys perché so che è solo frutto del dolore ma non sopporto che Castiel si prenda tutta la colpa.
Prima però che possa dire qualcosa Lysandro ha tirato un pugno a Castiel, cogliendolo talmente di sorpresa da farlo finire a terra.
Non ragiono, non penso e onestamente non mi rendo neanche conto dell'urlo strozzato che mi si è formato in fondo alla gola; in un lampo sono a terra al fianco di Castiel... no, sono letteralmente tra loro due. Sento piccole fitte di dolore alle gambe ma non mi sposto.
«Non è stata tutta colpa sua. Anzi, se devi arrabbiarti con qualcuno, quel qualcuno sono io!»
Questo sembra sgonfiare di colpo il mio ormai ex ragazzo mentre Castiel si tira leggermente su, guardandomi strano.
«Perché?»
Abbasso lo sguardo sulle mie gambe nude, il contrasto della pelle chiara con il pavimento scuro e noto distrattamente delle piccole macchiette di sangue. Potrei dirgli decine di frasi fatte e alleviare il suo dolore e il mio senso di colpa ma merita che io sia onesta per la prima volta da mesi «Mi sono innamorata di lui». Sotto shock, si passa le mani tra i capelli «Non era programmato, cucciolo mio... è...» deglutisco a vuoto «é semplicemente successo».
«Oh, grazie: ora che so che non era programmato sto molto meglio!» Non l'ho mai sentito così sarcastico e fa male.
Faccio per dire altro quando sento una mano sulla spalla «Basta Elizabeth... stai solo peggiorando le cose!»
Sussulto e sgrano gli occhi sorpresa. Mi aspettavo l'odio di Lysandro ma non di certo da parte di Castiel; non capisco, come siamo passati dai baci dolci al tono duro di un attimo fa?
Castiel non mi guarda neanche, fissa solo Lysandro «Mi dispiace amico, è stato solo uno sbaglio... un errore!»
Cosa? Cioè... come?
Mi alzo in piedi e mi rendo conto che nella fretta di difenderlo sono finita sui vetri e ora ho le gambe sporche di sangue. Ancora una volta, non m'importa. Mi giro verso Castiel, sconvolta «Che cazzo significa che è stato un errore? Cassy?» Lui mi guardo con sguardo vuoto e io lo scuoto con violenza «Castiel?»
«Hai ragione, Castiel: sei uno stronzo!» Lysandro è appoggiato al mobiletto, i capelli che gli mettono in ombra il volto sconfitto. Sembra un generale che sta facendo la conta dei soldati caduti in guerra. Mi guarda e tutta la rabbia è sparita. «Ti amavo così tanto... anzi ti amo ancora così tanto, nonostante tutto. Quanto sono patetico? Tradito dalla mia ragazza e dal mio migliore amico» si volta per andarsene e ci rivolge un ultimo sguardo da sopra la spalla «Fatemi un favore tutti e due e andatevene da questa casa!» E sparisce.
Qualcosa dentro me si è rotto ed è andato a finire insieme ai vetri ai nostri piedi. Sapevo che avrebbe fatto male perdere Lysandro ma non avrei mai immaginato quanto: sento un dolore sordo al petto, nel punto in cui il cuore batte troppo veloce.
«Cazzo, cazzo e ancora cazzo!» Castiel tira un pugno al muro, riscuotendomi dal mio torpore. I capelli rossi sono un casino a furia di passarci le mani in mezzo e non ha ancora riacquistato colore. Ma il peggio è l'espressione accusatoria con cui mi guarda «Castiel», lo afferro per la maglietta «Guardami... dimmi perché sembri arrabbiato con me!» Quando ho iniziato a piangere? Non me n'ero neanche resa conto in tutto questo casino.
Mi aspetto che mi dica che è incazzato con la situazione, il destino o altro del genere ma non con me. Nulla mi poteva preparare ad ascoltare le successive parole che gli scivolano fuori dalle labbra «L'hai fatto apposta?»
Sussulto visibilmente e mi sfugge un suono che è metà un singhiozzo e metà un gemito di dolore. «Non capisco», lo fisso negli occhi perché non posso credere a quello che mi sta chiedendo. Ho capito quello che intendeva ma non ci voglio credere.
«Hai sempre avuto paura di avere un confronto diretto con Lys e guarda caso eccolo che rientra un giorno e mezzo prima e il primo posto in cui va è proprio qui, dove siamo noi!»
Lo guardo sconvolta per alcuni secondi e appena le sue parole si sedimentano nel mio cervello, riduco gli occhi a due fessure e gli tiro uno schiaffo in pieno volto. Forte a giudicare dal gelido suono che rimbalza in tutta la stanza e dal modo in cui il volto gli si gira completamente. Si porta la mano la mano sulla guancia dove sta già comparendo il rossore ma almeno ha smesso di dire stronzate. Non piango più ora; non so più neanche come mi sento. Dovrei essere ferita? O arrabbiata a morte con lui? In colpa per Lysandro? Sconvolta per il fatto che la mia vita mi sta scivolando dalle dita per la seconda volta?
Non lo so!
«Come puoi dire una cosa del genere? Se davvero mi conoscessi non l'avresti neanche pensato!» Avanzo e gli punto un dito al centro del petto «Ho dovuto lottare con me stessa prima di riuscire ad avvicinarmi a te perché avevo una paura fottuta e l'ho fatto perché mi sono innamorata di te, sia le cose belle che tutti i tuoi difetti! E ora mi accusi di aver cercato di... di far cosa esattamente?»
«Mi hai messo in trappola ed è quello che ha provato a fare anche Debrah. Ecco perché l'ho lasciata: secondo lei se le avessi chiesto di sposarmi le vendite dei CD sarebbero aumentate. Mi ha messo in un angolo, senza darmi la possibilità di scegliere o fare le cose con i miei tempi».
«E credi che io abbia fatto la stessa cosa?» Okay, ora so di essere estremamente infuriata con lui.
Non risponde ed è peggio di qualsiasi cosa potesse dire.
Annuisco sconfitta, esattamente come Lys poco fa. Avevo ragione quando mi dicevo che da questa storia nessuno ne sarebbe uscito vincitore eppure ho voluto comunque seguire i miei sentimenti.
Mi giro e salgo le scale.
Tra ieri sera e oggi gli ho detto più volte cosa provo per lui, credevo che non mi rispondesse perché era stato ferito in passato e aveva bisogno di tempo. Che stupida, è evidente che lui non mi ama o non mi avrebbe mai paragonata a quella strega della sua ex.
Faccio per andare in camera a prendere le mie cose quando vedo Lys, seduto sul divano, e faccio la cosa più stupida di tutte: mi siedo accanto a lui. Lo vedo irrigidire le spalle ma non si gira a guardarmi. Rimaniamo in silenzio uno accanto all'altro mentre Castiel sale prima in camera sua e poi se ne va, sbattendosi la porta alle spalle.
«Perché non te ne vai?»
«Perché ho paura che se me ne vado ora, non mi darai più la possibilità di parlarti!» E perché non sopporto di vederlo soffrire, sapendo che è colpa mia e del mio stupido cuore.
«Quando è iniziata?»
«Non lo vuoi sapere davvero, fidati».
«Già, forse hai ragione» ed ecco di nuovo quella risata amara.
Tiro su le gambe, rannicchiandole sotto di me. Dannazione, se fanno male... un angolo del mio cervello mi dice che dovrei andare a disinfettare i tagli e si chiede se mi resteranno nuove cicatrici. Ma è solo una piccola parte e alla fine resto dove sono.
«Ti ricordi quando sono arrivata al liceo Dolce Amoris?» Continua a non guardarmi e quindi vado avanti a parlargli «Sei stato la prima persona che ho visto: stavi parlando con Nathaniel e, mentre tu eri tranquillo, lui continuava a passarsi le mani in quel casino di capelli biondi. Solo molto dopo ho scoperto che lo stavi aiutando con la storia di suo padre, per quello era così sconvolto.» Sorrido e gli prendo una mano, lo costringo letteralmente a guardarmi. «Poi è arrivata Ambra, quella vipera e con una spallata mi ha fatto finire a terra e tutto quello che avevo in mano si è sparpagliato intorno a me». Finalmente una reazione nei suoi occhi, anche lui sta ricordando l'episodio. «Nat ha sgridato la sorella ma tu sei corso subito da me, ad aiutarmi. Non volevo neanche guardarti e quando mi hai preso per mano mi sono ritirata. Ma non ti sei arreso: hai raccolto le mie cose, controllato il mio orario e mia hai letteralmente scortata in classe.»
Mi appoggio alla sua spalla e lui mi stringe a sé, forse una reazione inconscia «La verità è che ero terrorizzata da tutto quel posto, tutte quelle persone nuove e sapere che ero orfana. Vuoi sapere una cosa buffa? Quando finii sul quel pavimento, fu la prima volta che usai quel termine per definire me stessa.»
Lo sento sospirare contro il mio collo e mi rendo conto di essermi infilata di nuovo sotto le sue difese.
«Perché?»
«Perché, cosa? Perché ti ho tradito o perché ti sto parlando del mio primo giorno di scuola?»
Esita prima di sussurrare tutto d'un fiato «Entrambi» e io sospiro. «Cucciolo mio, io e te come coppia non funzionavamo da molto prima di Castiel. Eravamo amici e alleati, ci siamo sempre voluti bene ma abbiamo confuso tutto questo con l'amore».
Alzo il viso e mi rendo conto che ha tutto il volto bagnato di lacrime «Mi stai dicendo che io non ti amo?»
«Esatto» si divincola, di nuovo arrabbiato e ferito ma lo fermo «No, Lys. Sappiamo entrambi che probabilmente questa è l'ultima volta che parliamo e allora mettiamo tutto sul piatto. Amo Castiel con ogni cellula del mio corpo ma è stato soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso.» Faccio un respiro e continuo «Da quando abbiamo deciso di trasformare la nostra amicizia in una relazione sentimentale abbiamo iniziato a litigare, a farci saltare i nervi a vicenda e, in sostanza, ad allontanarci. Non mi sto giustificando, ho tradito la tua fiducia ed è una di quelle cosa di cui mi rammaricherò per il resto della mia vita. Ma eravamo già sbagliati e la verità è che ti sei aggrappato a me tanto quanto io a te e l'abbiamo chiamato amore. Ora io so cosa si sente a provarlo per davvero e credo che anche tu sappia già cosa significa essere innamorati perché lo sguardo che ho visto riflesso nello specchio quando pensavo a Castiel, te l'ho già visto una volta». Lysandro diventa rosso, credeva che non sapessi la verità, quella verità che io... no, che entrambi abbiamo voluto ignorare. Castiel ha tanti difetti ma siamo stati noi due a metterci in questa situazione.
Quando vedo che non intende dire nulla, mi alzo e gli poso un bacio sulla guancia umida. «Ti voglio bene cucciolo mio e spero che un giorno tu possa perdonarmi» e me ne vado.
Ieri avevo un ragazzo che non amavo e un coinquilino che mi faceva uscire matta ma che volevo più dell'ossigeno che respiro; oggi non ho più nulla.
   
 
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