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Autore: Oxis    10/01/2018    1 recensioni
Merlino e Artù e la Camelot di sempre.
E poi una nuova arrivata, Kendra.
Una strega molto diversa da Merlino. Maldestra, poco socievole, un cuore strano che si innamora di uno dei due, lasciando l'altro deluso e minando la loro amicizia.
La sua freddezza deriva da quella magia che la possiede e di cui vuole disfarsi, che però inizia a servirle quando a Camelot spunta una nuova minaccia. Assassini assoggettati vogliono uccidere il principe.
Merlino avrà parecchio da fare per evitare che il suo protetto si faccia uccidere...
- Oxis
(editor della pagina ufficiale di Merlin Italia su FB, Merlin * •Italian Page•*)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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20. Ricordi pericolosi

 

BUON ANNO!

Sono finalmente tornata attiva dopo le vacanze e da oggi si riparte con la pubblicazione settimanale della mia fanfiction!

Per iniziare bene l'anno, una rivelazione improvviso è al centro di questo nuovo capitolo.

Spero che vi piaccia e che lo leggerete con curiosità.

Un abbraccio speciale a paige95. Mi auguto di non deluderti con questo capitolo e spero che queste settimane di assenza non abbiano diminuito la tua curiosità.

 

Vi ricordo la pagina FB che gestisco come editor, Merlin * •Italian Page•*, l’unica ufficiale di Merlin Italia. :)

Alla prossima settimana, si torna all'attacco!

Oxis

 

 

KENDRA P.O.V.

 

Kendra strinse Merlino fra le braccia e avvertì il suo corpo tremare leggermente. Alzò lo sguardo su Artù ma proprio mentre i loro occhi si incrociavano, vide dietro di lui Synia uscire dalla stanza e scomparire.

Si allontanò da Merlino, ma la sua attenzione tornò sul mago.

- Come stai? - le chiese.

Il suo sguardo era eloquente e pieno di ansia. Kendra sapeva che intendeva qualcosa di diverso da un semplice "come stai".

- Mi sento… meglio - mormorò, restituendogli lo stesso sguardo d'intesa.

Merlino annuì leggermente. Avrebbero parlato più tardi.

- Sei di nuovo fra noi, quindi - disse Artù, appoggiato alla colonna del letto. Non la guardava in viso, sembrava imbarazzato.

Kendra deglutì e si schiarì la voce. Era arrivato il momento di concludere quella storia.

- Sono stata molto stupida. - disse guardando il principe, aspettando che lui voltasse la testa - Mi dispiace avervi fatto preoccupare. Non succederà più.

Artù finalmente la guardò. Non riuscì a reprimere un sospiro d'ansia, faceva fatica a sostenere il suo sguardo.

Nel momento di silenzio che seguì, Kendra si perse nei dettagli del mondo che riusciva ad avvertire con la sua nuova sensibilità.

La sagoma misteriosa era sparita, e nonostante le facesse paura quello che era appena successo, ora non poteva preoccuparsene. Non aveva idea di quello che fosse.

Aveva creduto che fosse l'anima di un morto, ma poi era stata in grado di prendere il suo posto, e quindi non si trattava di un fantasma o di uno spirito. Decise che se ne sarebbe preoccupata quando sarebbe stato il momento. Magari era solo una conseguenza normale dell'ottenimento di una sensibilità più acuta.

Non era più una strega. La sua magia incontenibile, quel giogo che la teneva incatenata da anni si era finalmente spezzato. Non avrebbe più avuto bisogno di contenere le proprie emozioni per timore di aggredire qualcuno.

Avrebbe solo dovuto essere sé stessa, d'ora in poi. Imparare a vivere a pieno la sua vita e reggerne le redini senza paura.

Il suo cuore accelerò i battiti e l'emozione le salì agli occhi, facendoli diventare umidi. Un peso enorme le era scivolato via dal cuore.

Era finalmente libera.

 

 

MERLINO P.O.V.

 

Dopo essersi accertato che Kendra stesse bene, Merlino tornò a preoccuparsi di tutto il resto.

Lui e Artù avevano lasciato Camelot solo poche ore prima e Merlino non aveva avuto il tempo di occuparsi del sonno improvviso che aveva colpito gli abitanti di Camelot a causa della magia di Kendra. Mise insieme i pezzi degli ultimi avvenimenti con ordine meticoloso.

Kendra aveva salvato Artù, uccidendo Sir Convington. Uther le aveva chiesto di togliersi l'elmo, ma lei per evitare di farsi riconoscere, aveva usato i suoi poter per espandere un'onda di magia che aveva messo al tappeto tutto il pubblico nell'arena, compresi il re e il principe. Poi era scappata.

Artù si era risvegliato e non aveva dato segno di ricordare che uno strano cavaliere dal volto coperto aveva usato la magia contro un quarto della popolazione di Camelot e quasi tutte le guardie reali. Tuttavia, Merlino doveva essere sicuro che non covasse alcun dubbio.

- Artù - si schiarì la gola - dovreste riposare anche voi. Siete reduce da un combattimento…

Il volto di Artù venne solcato da un'espressione di consapevolezza improvvisa, come se all'improvviso anche lui si fosse ricordato che c'era qualcos'altro, oltre a Kendra, di cui preoccuparsi.

- Mi sento bene, mi sono completamente rimesso… - mormorò.

Merlino lo guardò con il cuore in gola, sperando che i suoi ricordi non si fossero modificati dall'ultima volta che ne avevano parlato. Il principe guardava la ragazza, ma non aggiunse altro.

- L'unica cosa positiva di tutto questo è che Kendra non ha visto la vostra disfatta al torneo - azzardò Merlino, concentrandosi sulle reazioni del principe.

Artù lo guardò irritato.

- Oh… avete perso? - chiese Kendra con voce innocente.

- Un cavaliere ha ucciso Sir Covington al mio posto - rispose lui.

- Salvandovi la pelle - commentò Merlino. Stava cercando di provocare Artù. Se davvero si fosse ricordato di qualcosa, l'avrebbe detto sicuramente.

- Grazie, Merlino. La figura l'ho già fatta.

Merlino gettò un'occhiata a Kendra, che gli rivolse un breve sguardo d'intesa.

- E… chi era questo cavaliere? - chiese la strega.

Artù sollevò le spalle.

- Qualcuno che non voleva vedermi infilzato, suppongo.

Alzò lo sguardo e scrutò il suo servitore.

- Tu hai visto qualcosa?

Merlino rifletté.

Se ogni altro abitante della città non ricordava nulla di quello che era successo in quell'arena, poteva fingere di non sapere nulla anche lui.

- Ero nella tenda - rispose scuotendo la testa.

- Non avete idea di chi sia, quindi? - chiese Kendra.

- Non si è tolto l'elmo, se ben ricordo. Poi sono svenuto, perciò… - il principe concluse la frase sospendendola nell'aria.

Merlino fece un impercettibile sospiro di sollievo. Se Artù non si ricordava di essere stato vittima della magia, non avrebbe indagato oltre.

Ma non era finita, restava Uther. E Merlino non aveva idea se il re in quello stesso momento stava già mettendo in moto una caccia alle streghe. C'era solo da sperare che anche lui, come ogni altra persona colpita, non ricordava nulla. Merlino era pessimista a riguardo.

Doveva parlare con Kendra a quattr'occhi.

 

L'occasione gli venne qualche ora più tardi.

Avevano lasciato Kendra a riposare, lui e Artù erano tornati nelle stanze reali. Artù era stato chiamato dal re e Merlino aveva potuto restare da solo. Era tornato dalla ragazza, non prima di accertarsi che ogni altro abitante di Camelot avesse conservato ricordi pericolosi.

Nonostante i suoi timori, non c'era nulla da temere. Aveva fatto domande innocenti a servitori, aveva ascoltato frammenti di conversazioni nella piazza di Camelot e nelle strade della città. Sembrava tutto tranquillo.

La momentanea perdita di coscienza delle persone si era risolta con un normale risveglio. Per fortuna, per qualche motivo, la magia di Kendra aveva agito nel migliore dei modi, senza lasciare traccia.

L'unica fonte di preoccupazione era la convocazione di Artù da parte del re. Merlino sperava che fosse solo per parlare del torneo o per sapere come stava suo figlio, dopotutto aveva perso il girone. Ma anche lì, non sapeva se i loro ricordi sarebbero stati discordanti.

Doveva solo aspettare, e nel frattempo poteva solo parlarne con Kendra.

Tornò in camera sua e bussò. Synia se n'era andata.

Avrebbe dovuto occuparsi di quella ragazza il più presto possibile.

Affamato di spiegazioni, entrò nella stanza e chiusa la porta alle spalle, febbrilmente.

- Merlino - lo salutò Kendra.

Lui si avvicinò al letto e si sedette ai suoi piedi.

- Ha funzionato?

Kendra annuì.

- Non sono più una strega, Merlino. Mi sento bene, finalmente non ho più questo peso. 

Gli prese una mano e la strinse.

- Grazie per avermi salvato la vita - mormorò abbassando la voce - Non sapevo se ce l'avrei fatta da sola. E con il senno di poi, credo di no.

- E' stato davvero un azzardo, come hai potuto pensare di riuscirci?

- Avevo escogitato una specie di trappola a molla - spiegò lei - aveva funzionato quando cacciavo nei boschi, da bambina. Era la mia sola speranza. Ho preferito provarci lo stesso, era l'unico tentativo che potevo fare.

Merlino sospirò. Ora stava bene, era quello che contava.

- E ora le questioni scottanti - disse lei, abbassando di nuovo la voce - Siamo sicuri che nessuno a Camelot ricordi nulla?

- Sì. Ho fatto il giro della città poco fa. Sembra che la tua ondata di magia abbia steso non solo i corpi ma anche i loro ricordi.

Rimasero in silenzio per un po'.

- Anche Artù?

- Non ha idea di quello che è successo. - confermò - Ne sono sicuro.

Kendra sorrise, Merlino vide una sorta di ombra ansiosa abbandonare il suo volto.

- Perciò… sono libera. Sono davvero libera. Ce l'abbiamo fatta.

 

 

ARTHUR P.O.V.

 

Artù guardava Camelot dall'alto. Seduto sul muretto della torre più alta del castello, dove una notte aveva trascorso qualche intimo minuto con Kendra, lasciava che il suo turbamento interiore fosse mitigato dalla vista della grandezza del paesaggio.

Il suo cuore batteva forte e le sue mani tremavano.

Merlino non ricordava nulla di quello che era successo al torneo e sembrava che anche ogni altro abitante di Camelot non fosse a conoscenza di quello che era successo quando il misterioso cavaliere dal volto coperto aveva ucciso Sir Covington.

Ma Artù sapeva che il cavaliere era Kendra.

L'aveva riconosciuta subito, non solo da quel ciuffo di capelli rossi che aveva intravisto dentro l'elmo, ma dalla posizione del busto che lei stessa gli aveva insegnato per attaccare, una volta nel parco e che aveva assunto quando aveva dato il colpo di grazia al suo avversario.

Era lei, non aveva dubbi.

E questo voleva dire che quell'energia magica che aveva fatto addormentare tutti, proveniva da lei. Sir Covington era già morto. Artù era troppo vicino a Kendra per non essersi accorto che la fonte della magia era lei

Nessun altro se n'era reso conto perché erano tutti sugli spalti dell'arena, ma era innegabile.

Artù aveva convocato i suoi fedeli cavalieri. Ognuno di loro aveva dato la stessa versione: Sir Covington l'aveva battuto ma all'ultimo momento, tutti avevano visto il principe Artù ucciderlo. Lui aveva vinto il girone del torneo.

Nessuno ricordava la presenza del cavaliere misterioso, era come se quel ricordo fosse stato cancellato. Perfino Merlino, a cui non sfuggiva nulla, non sapeva.

Artù benedì il fatto che per una volta il suo cavaliere non era stato così diligente come al solito. Se avesse scoperto che Kendra era una strega, probabilmente l'avrebbe denunciato a Gayus e sarebbe arrivato a suo padre. O forse no perché erano amici, ma non poteva sapere come avrebbe reagito.

Ora c'era la questione che però lui, Artù, si era tradito, dicendo in più di un'occasione che aveva visto un cavaliere misterioso uccidere Sr Convington. Sarebbe stato sospetto agli occhi di Merlino, che lui conservava un ricordo discordante da quello degli altri. Non poteva più tirarsi indietro.

L'unica cosa che gli restava da fare era cercare di non parlarne più e sperare che il suo servitore non approfondisse più la questione e dimenticasse quello che gli aveva detto appena sveglio.

Fece un respiro profondo e tentò di calmarsi.

Kendra era una strega e lui era il solo a saperlo. Non era stato in grado di rivelare tutto a suo padre, nonostante i suoi insegnamenti.

Nella sua mente, vedeva ogni cosa che Kendra aveva fatto dai pochi mesi che la conosceva. Ripensò alle volte che gli aveva salvato la vita.

Forse non tutta la magia era malvagia. Forse suo padre si sbagliava.

O forse stava cambiando idea solo per quello che provava quando i suoi occhi incontravano quelli della ragazza, per quel motore che si metteva in modo dentro di lui, accelerando il battito cardiaco e aumentandogli la salivazione.

Forse aveva appena capito di essersi innamorato di una strega.

   
 
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