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Autore: alaal    11/01/2018    0 recensioni
Quella sera, di fronte ad un buon bicchiere di latte caldo, ad un Pokémon innamorato viene chiesto qualcosa che metterà in dubbio tutta la sua esistenza. Avrà il coraggio di affrontare il suo destino e potere coronare il suo sogno d'amore? Un pericoloso rivale è dietro l'angolo... bisogna decidere in fretta.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James, Jessie, Meowth, Nuovo personaggio, Pikachu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Flashback

-Era ora che arrivassi, Meowth!- La voce roca e incollerita di Jessie e James continuano a risuonarmi nelle orecchie da ormai dieci minuti buoni. A causa della pesantezza del pacco contenente gli oggetti necessari per costruire le modifiche della nostra mongolfiera, dovetti fermarmi lungo il tragitto verso il bosco almeno quattro volte. Ci impiegai tre quarti d’ora buoni per raggiungere il limitare della foresta, dove i miei compagni mi stavano aspettando frementi e nervosissimi.

-Meowth, avevamo l’appuntamento alle due del pomeriggio! Sono le tre passate, dove diavolo ti eri cacciato?- Il fuoco è acceso nel nostro piccolo accampamento di fortuna, la scatola svuotata con tutti gli articoli acquistati disposti in terra, ordinati per grandezza. Mentre Weezing e Arbok e gli altri Pokémon mangiano con calma la loro razione di cibo nelle proprie ciotole, aspetto che Jessie smetta di gridare come una pazza nel tentativo di dirle quello che avevo combinato fino in quel momento.

-Non mi interessa – continua a urlare quella pazza scatenata – pensa piuttosto a mettere a posto quel tuo marchingegno e diamoci da fare, abbiamo perso fin troppo tempo! Dobbiamo concludere la nostra missione entro domani sera!- Già, come se mettere fretta alla gente risolvesse le cose… James è seduto accanto al fuoco e, ravvivandone la fiamma con un bastone, appoggia il mento ad una mano e sospira scuotendo la testa.

-Io non ne posso più… è da più di tre ore che restiamo fermi in questa posizione… Meowth, quanto tempo pensi di impiegarci a costruire quella cosa?- Ho bisogno di un attimo di tregua. Appoggio il progetto in cui ci sono le istruzioni di montaggio della “Aspiratutto-ma-proprio-tutto” in terra e, imponendo il silenzio ai miei compagni, cerco di fare mente locale su quello che devo fare per poter iniziare al meglio il lavoro. Il problema è che… ho la mente appannata. Continuo a pensare a quello che è successo prima…

-Meowth… ti senti bene? - La voce di James mi risveglia dal torpore in cui sono caduto. Alzo lo sguardo verso di lui, alla mia sinistra, e noto che mi sta osservando con una leggera preoccupazione.

-Ti ho fatto una domanda e ti ho visto fermo, a guardare il vuoto, con il cacciavite e il righello tra le mani…- scuoto la testa, ridacchiando nervosamente. Jessie, per la crescente furia che le sta attraversando il corpo in quel momento, inizia a camminare avanti e indietro, proprio dietro il fuoco che James sta ancora pigramente ravvivando con il suo bastone di legno.

-Mi auguro che il nostro perdigiorno si sbrighi e non si metta a fissare le farfalle!- L’infelice uscita di Jessie nei miei confronti mi fanno ben presto perdere le staffe e, finalmente tornato in me stesso, scatto in piedi da come ero seduto in terra vicino al foglio delle istruzioni e rispondo per le rime alla mia compagna di squadra. La mia reazione è così veemente e inaspettata che anche i Pokémon alzano gli occhi dalle ciotole con stupore.

-Se tu la smettessi di agitarti come una pazza e di mettermi fretta con il fiato sul collo, forse potrei riuscire a concludere qualcosa!- La donna dai capelli color magenta scuote la testa, indignata, e incrocia le braccia al petto, seccamente risentita dalla mia furibonda replica nei suoi confronti. Finalmente torna un po’ di pace, dopo un po’ di tensione creatasi in quel momento, e anche i miei compagni Pokémon tornano alle loro faccende. Torno a guardare la mappa, e inizio a mettermi al lavoro.

-Dunque, vediamo, il tassello A deve andare a collimare con la sbarra B… mentre l’elica F deve incastrarsi nel cuneo H, dove la vite J deve chiudere il dado K…- Tutti gli strumenti, gli accessori, i ferri e la ferramenta di cui ho bisogno per concludere nel più breve tempo possibile il mio lavoro si dipanano davanti ai miei occhi, mentre passo in rassegna la lista della cartina del mio progetto, che sento nel profondo del mio cuore essere vincente e decisivo per scalare finalmente la vetta del Team Rocket. Mentre continuo a leggere la lista delle istruzioni e controllo che tutti gli accessori siano presenti di fronte a me, sorrido e immagino già il nostro trionfo, mentre sventoliamo la nostra lettera di congratulazioni firmata in calce dal nostro indiscusso (inchino) Capo in faccia ai grugni di Butch e Cassidy. Nel mentre, continuo a gongolare leggendo le istruzioni, dimenticando la sfuriata precedente di Jessie.

-…. e per finire, la corda X deve tenere legata la sbarra Y che andrà a chiudere il cilindro Z…- sollevo lo sguardo, divertito nel constatare che ho terminato la lista e che tutto coincide perfettamente con tutto quello che ho a disposizio…

No, aspetta, dov’è finito il cilindro Z?

Mi guardo attorno, scrutando scrupolosamente tutti gli oggetti a mia disposizione. Mi alzo di nuovo da terra e mi ficco addirittura all’interno dello scatolone, nella vana ricerca dell’oggetto che manca per concludere il mio lavoro. Inizio a sudare freddo nella speranza di riuscire a rintracciare ciò che mi manca, ma non riesco proprio a trovarlo.

-C’è qualche problema?- Le voci di James e Jessie dietro di me mi colgono impreparato e, ormai sporto in avanti all’interno dello scatolone, scivolo all’interno e ci finisco proprio dentro. Mi rialzo e appoggio le zampe su uno dei lati aperti della scatola, alzando gli occhi verso i miei colleghi.

-Allora? Perché non ti sei messo ancora al lavoro?- Jessie sembra addirittura tremare dalla rabbia nel vedermi bighellonare senza un valido motivo. Spiego loro che non riesco a trovare l’ultimo oggetto per poter terminare come si deve il lavoro e, increduli, i due umani restano a bocca aperta nel constatare che io abbia perso un pezzo importantissimo.

-Credo di averlo perso… o forse l’ho lasciato allo sfasciacarrozze…- La risposta dei due ragazzi, come facile era da prevedersi, è rabbiosa e inclemente nei miei confronti. Tra mille “Ma che diavolo ti salta in mente?”, “Distratto che non sei altro!” e “sei un buono a nulla!” iniziano a inseguirmi mentre io cerco di scappare via dalla loro collera.

-Fermati, Meowth! Ti meriti una bella lezione!- Non so cosa caspita mi sia saltato in testa nel non controllare tutto quello che avevo all’interno della scatola. Di solito, quando faccio questo genere di lavori, sono molto meticoloso e scrupoloso nel controllare di avere tutto a mia disposizione, e mai prima di ora ho fallito una preparazione. E ora… non capisco.

Ah, no, forse ho capito cosa è successo.

Mentre stavo andando via dallo sfasciacarrozze, ho sbattuto con la scatola contro lo stipite della porta d’uscita, guardando Celine negli occhi. E, molto probabilmente, l’ultimo pezzo mi è caduto lì. Ora che mi ricordo, ho sentito un rumore metallico di un oggetto cadere a terra proprio in quell’istante, ma non ci ho fatto molto caso…

-Adesso corri e lo vai a riprendere! Entro stasera il lavoro deve essere finito! Siamo intesi?- Non ho altra scelta, devo abbandonare il campo e fare la strada all’indietro. Mentre mi allontano di filato dal nostro accampamento, sento le voci di Jessie e James che mi richiamano e mi dicono di tornare indietro.

-Il travestimento! Brutto idiota!!- Ah già, il travestimento… Me ne stavo scordando…

FINE FLASHBACK

 

Mi sveglio che ormai è l’alba. La pioggia ha smesso di cadere da un bel pezzo, e un freddo pungente mi assale dalla punta delle orecchie fino alla coda. Mi trovo lungo disteso sull’erba, a due passi dal bosco dove avevo incontrato Pikachu… quando lo avevo incontrato? Ieri? Oggi? La settimana scorsa? Non me lo ricordo. All’improvviso, rivedo il ghigno malefico di quel maledetto che ha deciso di mettere i bastoni tra le ruote. Mi alzo di scatto, e una fitta scottante mi fa vedere le stelle: la guancia destra mi brucia da morire, probabilmente quel lestofante mi ha lasciato i segni dei graffi in faccia. Perdo immediatamente l’equilibrio, e atterro sull’erba, seduto. Non riesco a tenere gli occhi aperti, la luce del sole è accecante e c’è un brusio provenire da lontano che mi mette ansia e vorrei che finiscano presto di blaterare.

L’erba è fresca, ancora bagnata dalla pioggia della notte precedente. I dolori alle articolazioni mi lasciano quasi senza fiato, e mi sdraio di nuovo sull’erba, e un albero gentile mi fa ombra con i suoi rami e le sue fronde. Vorrei non muovermi più da quella posizione, vorrei dimenticare tutto quello che è successo e ricominciare la mia vita dalla settimana scorsa. Ma, purtroppo, non si può tornare indietro, e la scena della spiaggia è ancora lì, davanti ai miei occhi, causandomi una profonda tristezza e un nodo alla gola.

Non me ne frega niente che quel maledetto mi abbia sconfitto. Ho subito sconfitte ben peggiori nella mia carriera. Mi dà un enorme fastidio essere stato accusato da quel tizio di far parte dei Rocket (come se lui non ne facesse parte, falso come Giuda!), solo per farsi bello di fronte a Celine. E lei, poverina, ci è cascata in pieno.

La rabbia mi fa sragionare e mi toglie il respiro. Vorrei andare lì, in qualunque posto si trovino in questo momento, e suonargliele di santa ragione. Ma poi penso che lui è dieci volte più forte di me. Apro lentamente gli occhi, e vedo i rami dell’albero che mi fanno schermo dalla luce del sole. La brezza marittima mi solletica le narici e il brusio in sottofondo proviene proprio dal centro della città di Biancavilla, e poi mi ritornano in mente le parole di Pikachu. Oggi ci sarebbe stata l’elezione del sindaco.

Ma a proposito, che fine ha fatto quel roditore?

Mi volto a destra e a sinistra e, proprio accanto a me, su un tronco tagliato di netto, c’è una larga foglia verde dove è appoggiata una mela tagliata a metà in verticale, dall’aspetto succoso, che sembra proprio essere destinata a me.

Il brontolio allo stomaco mi fa ricordare che nella giornata di ieri ho buttato nello stomaco solo una mela a metà. Ed è proprio una mela a metà che mi sazierò, infischiandomi del legittimo proprietario della mela. Mi alzo, traballo sulle zampe posteriori, e a piccoli passetti raggiungo la base del tronco, per poi cadere in avanti a due passi dal cibo.

-Sono… sono debole…- Alzo una zampa per raggiungere la parte superiore del tronco, ed issarmi con tutte le mie forze residue. Il corpo mi fa malissimo, non avrei mai creduto che due lotte Pokémon mi avrebbero sfiancato così tanto. E dire che Pikachu sembra essere sempre in forma, nonostante tutte le lotte in palestra, tutte le battaglie… sprizza sempre di energia, quel maledetto. In In questo momento, ho una terribile voglia di sfogarmi con qualcuno. Voglio liberarmi dal peso che sto provando sul cuore in questo momento, voglio lasciar andare l’amarezza che provo per la situazione accaduta ieri.

Sì, avrei pure sopportato quell’odioso roditore, se mi si fosse presentato davanti…

E infatti, eccolo lì, appoggiato coi gomiti e a zampe giunte, dall’altra parte del tronco, osservarmi divertito mentre io faccio un’enorme fatica a rimanere in piedi, addossato al tronco.

-Ah… sei qui.- Abbasso lo sguardo fino alla mela, e noto che Pikachu aveva chiaramente mangiato la sua metà poco prima, si vede ancora una parte del torsolo rimasto sulla foglia.

-… avrei voluto che tu non fossi presente ieri sera.- La vergogna di essermi mostrato così debole di fronte al mio nemico è micidiale. Ripeto, la sconfitta non mi importa niente… mi vergogno di avere mostrato a lui i miei sentimenti per Celine. Mai avrei immaginato di ritrovarmi in una situazione così imbarazzante, così umiliante proprio davanti a lui.

-Avanti, ridi! Ridi di me, della mia debolezza! Fatti gioco dei miei sentimenti, perché so che non aspettavi altro che vedermi ridotto in cenere!- Pikachu non mi dà risposta. Mi guarda fisso, con i suoi occhietti enigmatici… mi mette un’ansia terribile, afferro la mela e mi volto, lasciandomi cadere, con la schiena attaccata al tronco. Mi trovo dunque seduto con le zampe raccolte e la mela sul grembo, una rossa succosa mela, seppure a metà. La guardo per qualche secondo, e un’improvvisa voglia di piangere mi assale. Ma non piango, trattengo anche il fiato pur di non lacrimare. Non voglio dare questa ennesima soddisfazione al mio nemico.

Sento qualche movimento da parte sua, e lui che si avvicina a me. Lo osservo con la coda dell’occhio, ancora in lotta per non piangere. Si siede accanto a me e anche lui si mette con la schiena attaccata al tronco. Un leggero vento si alza dal bosco, un vento fresco che abbassa la mia guardia e penetra nella mia anima.

-Non voglio la tua pietà, Pikachu. So che sei stato tu a darmi questa mela, ma io e te siamo nemici! Mi ascolti?- Mi volto a guardarlo, e noto che lui osservava davanti a sé, con indifferenza. Sposto lo sguardo davanti a me e noto che si può vedere uno squarcio della piazza principale di Biancavilla. Da dove ci troviamo noi, siamo in un punto abbastanza alto del paesino. Una moltitudine di persone si sono riversate attorno ad un enorme tavolo, strapieno di ogni genere di leccornia. Il profumo dell’arrosto, delle patate, di torte e formaggi, di ogni più leggiadra squisitezza arriva fino a qui, e mi attanaglia le viscere. Cosa avrei dato per addentare un succulento cosciotto di tacchino…

-Come fai a conoscere Celine?- Per la prima volta nella mia vita, sento parlare il mio nemico con una voce calma nei miei confronti. Quasi mi spaventa, non mi sono mai ritrovato in questa situazione prima d’ora.

-Mi prendi in giro? Prima non ti interessava, e ora…-

-Ho visto quello che è successo ieri, Meowth. Non sono stupido, nonostante i tuoi tentativi di fuga. Ho capito che c’era qualcosa di sbagliato.- Abbasso lo sguardo fino alla mela. Ne addento un pezzo, con rabbia, masticando rumorosamente, senza assaporare minimamente il gusto zuccherino del frutto. Ingurgito e resto in silenzio. La gente chiassosa è in festa, stanno facendo un brindisi, probabilmente è stato eletto il nuovo sindaco.

-Davvero hai lasciato il Team Rocket?- Le domande di Pikachu non sono, come al suo solito, piene di rabbia, o di ironia. Sono straordinariamente calme, e capisco che c’è del reale interesse nei miei confronti. Non so perché, ma rispondo alle sue domande. Eppure la mia mente mi impone di rifiutarmi di rispondere al nemico, che lui è solo lì per prendermi in giro e lanciarmi un Tuonoshock dei suoi soliti.

-Sì, l’ho lasciato ieri mattina.- Pikachu scuote la testa, incrociando le zampe al petto. Sbuffa e scuote anche la coda, quasi infastidito.

-Non capisco perché, Meowth. Non credo sia uno dei tuoi soliti trucchi, questa volta deve essere successo qualcosa di veramente grave. Non ti ho mai visto in questo stato prima d’ora.- Faccio una smorfia, addentando un altro pezzo di mela. Questa volta, però, assaporo con delizia la fragranza del frutto, e il succo mi scende in gola come fosse acqua fresca.

-Sono… sono cose che capitano.- Pikachu ridacchia, e scuote la testa ancora una volta. In lontananza, il canto di un Pidgey rompe il silenzio che si è creato tra di noi, un silenzio pieno di imbarazzo e tensione. Lo vediamo svolazzare da un ramo all’altro dell’albero sopra di noi, e raggiungere il suo nido costruito tra le cavità dei rami, nei pressi del tronco.

-La ami?- Rimango quasi strozzato dalla domanda del topastro, proprio mentre stavo ingoiando un altro pezzo di mela. Tossisco e mi do dei pugni sul petto, deglutendo a fatica. Mi volto verso di lui, furioso. Come si permetteva di fare delle insinuazioni simili?

-Non sono affari che ti riguardano, Pikachu!- Il roditore giallo ridacchia ancora e annuisce, mettendo le zampe dietro la testa. Odio, odio profondo quando fa così.

-Ma sì… certo, ovvio che la ami! Ti ha mandato completamente in bambola! Altrimenti, non avresti mai abbandonato il Team Rocket…- Bingo, centrato in pieno. Butto davanti a me il torsolo della metà mela, con rabbia e stizza. Mi sento completamente nudo di fronte a lui, mi sta sfogliando come un libro e non riesco ad oppormi. Un “salute al nuovo sindaco!” arriva dalla piazza, colmo di felicità e allegria. Non vedo il moccioso tra i partecipanti al banchetto, forse è lì in mezzo e a questa distanza non lo vedo per niente.

-Che intenzioni hai, Meowth?- Scuoto la testa, ormai rassegnato. Cingo le zampe anteriori attorno a quelle posteriori e mi raccolgo, abbassando il capo, sospirando.

-Cosa dovrei fare, Pikachu, secondo te? Sono condannato. Ormai lei sa che appartengo al Team Rocket. Mi hanno visto lei, Miriam e suo nonno. Mi hanno visto parlare con Jessie e James, e ha capito che faccio parte di quel gruppo. Forse… forse è il caso di parlare con Miriam e chiarire la mia posizione.- Volevo farla finita con quella storia. Non so perché io mi sia aperto così tanto con Pikachu… ma ne sentivo il bisogno impellente. Avrei parlato con la ragazzina e suo nonno, avrei detto loro che sì, faccio parte del Team Rocket, che mi ero innamorato del loro Pokémon, e che la storia dello scienziato sulla sedia a rotelle era tutta un’invenzione. Mi sarei tolto un grosso peso, e sarei tornato sui miei passi.

-E ti arrendi così? Dai campo libero a quello?- Pikachu sembra meravigliato della mia resa, addirittura si è alzato da terra e mi si piazza davanti, a zampe spalancate. Io sorrido, scuotendo ancora la testa.

-Cosa pensi che io possa fare? Ho perso, Pikachu, è evidente…- Il Pokémon elettrico si volta, e incrocia ancora una volta le zampe al petto.

-Sarà, ma io non sono d’accordo…- Sembra fidarsi ciecamente di me. Non capisco, sembra quasi comprendere la mia situazione, non aveva minimamente pensato ad uno dei miei trabocchetti? Decido di giocarmi il tutto e per tutto, e glielo spiattello direttamente.

-Di’ un po’, Pikachu, non credi che questo possa essere uno dei miei inganni per farti abbassare le difese?- Il topo si volta giusto con la testa, scuote la testa e ridacchia sommessamente.

-Ridotto in quello stato? Ma fammi il piacere!- Poi si volta di nuovo a guardare la tavolata con i commensali che propongono un nuovo brindisi. Mentre io ingurgito l’ultimo pezzo di mela rimasto, il topo elettrico si volta di nuovo verso di me e, con fare deciso, mi ordina di alzarmi e di andare a cercare Celine e il mio rivale. Io sgrano gli occhi, terrorizzato da quella decisione così improvvisa da parte sua. Dove vuole arrivare con questa proposta?

-Prima di gettare la spugna, io direi di mettere le cose in chiaro prima con Celine. Poi, fai quello che ti pare!- Io, dalla meraviglia di quelle parole dette con così tanta passione da parte di Pikachu, mi alzo addirittura in piedi, infischiandomi del dolore che provano le mie articolazioni in questo momento. Perché, perché quel maledetto ha così tanta pena per me e per le mie disavventure amorose?

-Vuoi proprio sapere perché? Dovresti conoscermi ormai, brutto gattaccio spelacchiato! Non sopporto le ingiustizie, e come hai sempre detto tu, io sono “un inguaribile ficcanaso”!- E stringe una zampa anteriore in un pugno, sorridendo con cattiveria. Io rimango semplicemente a bocca aperta, non mi sarei mai aspettato quelle parole da parte di uno dei miei nemici più mortali. Sembra quasi che stia appoggiando la mia causa, forse convinto da ciò che ha visto nella giornata di ieri.

-Tregua?- E mi porge una zampa, proprio quella che aveva chiuso in un pugno. Rimango senza fiato, non posso credere a ciò che sto vedendo davanti ai miei occhi.

Pikachu… Pikachu vuole aiutarmi!

Non… non so cosa mi stia succedendo….

Devo essere impazzito.

Stringo la zampa del mio nemico. No, non posso crederci. Ho stretto un patto con Pikachu. Quando questa storia sarà finita, la prima cosa che farò sarà quella di lavarmi le zampe in un torrente. Ma non vedo altra via d’uscita, mi sento con le spalle al muro.

-Va bene… andiamo a trovare Celine.-

   
 
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