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Autore: Jeo 95    13/02/2018    1 recensioni
[Saga del Filo Rosso; Storia 1- Destino Maledetto]
***
La leggenda del Filo Rosso del Destino è una romantica leggenda che racconta di come al mondo, per ogni persona, ve ne sia una predestinata, la cosiddetta Anima Gemella.
Eppure non è l'unico Destino che il Filo Rosso può creare. Ve ne è uno più cupo, crudele, che da secoli colpisce determinate persone, accomunate tutte da particolare accessori.
Lo sanno bene Tikki e gli altri Kwamii, o almeno dovrebbero, poichè quello stesso destino sta per bussare alla porta dei loro Prescelti, ancora una volta.
Memorie perdute, passati remoti, mentre le vecchie e le nuove generazioni di Eroi si incontrano, Marinette dovrà trovare il modo di sfuggire ad un fato che non desidera.
Perchè lei è Ladybug, ed il suo destino è scritto col sangue.
***
Spero che vi incuriosisca almeno un po? :3 non so quante saghe saranno, dipenderà dall'audience xD
Bacioni e ringraziamenti a chiunque mi seguirà
Jeo 95 =3 (o ArhiShay)
p.s. La storia verrà aggiornata ogni Mercoledì u.u
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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N.d.A- Ed eccomi dopo settimane di attesa! Un capitolo ricco, spero sia valsa la pena aspettare così tanto!
Enjoy the reading e a presto!

Jeo 95 =3 (o ArhiShay)

 

p.s. mi trovate anche su

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Fil Rouge


Livre 1

~ Destin Maudit~

  

«Non è ancora pronta la tua arma segreta?» ogni giorno, per una settimana intera, Papillon continuava ad insistere affinché Le Paon accelerasse i preparativi per il loro piano.

La comparsa della portatrice della volpe l'aveva turbato più di quanto non volesse dare a vedere, come se tutti i suoi piani fossero all'improvviso falliti ancor prima di iniziare. E nonostante le possibilità avute, ancora non aveva akumatizzato nessuno da quando Volpina aveva fatto la sua apparizione.

Stava diventando impaziente, e Le Paon sapeva che questo non avrebbe giocato a suo favore. Doveva essere paziente, e nel frattempo stancare i portatori abbastanza che al momento dell'attacco finale, non avrebbero saputo come reagire.

«Cerca di stare calma farfallina, la fretta è cattiva consigliera.»

Papillon ringhiò. Quella donna era comparsa dal nulla, disposta ad aiutarlo nei suoi piani senza apparentemente nulla in cambio se non la possibilità di distruggere i portatori. Non si fidava, c'era troppo in gioco affinché mirasse soltanto a distruggere alcuni ragazzini, ma finché poteva sfruttarla, a lui andava bene così.

«Perché non pensi ad akumatizzare qualcuno? Se ci sono altri portatori in giro è meglio scoprirlo subito no? E quale modo migliore se non mettere in pericolo Parigi?»

Anche quello era vero. Dubitava che il Guardiano si fosse limitato ad affidare il Miraculous della volpe, quindi doveva per forza aver scelto altri due ragazzi a cui affidare il compito. Era tipico di lui dopotutto, prendere dei ragazzini a cui affidare il destino dei mondi e lanciarli in pasto al pericolo e alla crudeltà di un mondo che non erano pronti ad affrontare. L'aveva sempre fatto dopotutto.

«Non basteranno gli akuma per scoprire le abilità dei nuovi portatori, servirà qualcosa di più...» Paon gli sorrise, un ghigno che non prometteva nulla di buono.

«Smettila di preoccuparti mio caro. Pensiamo prima a stanarli, a metterli alla prova ci penserò io.»

E sogghignando misteriosa, lasciò Papillon da solo nel covo.

 

***


Wen si stava decisamente annoiando.

Una settimana in Francia e ancora non aveva avuto modo di incontrare i suoi “colleghi”, né di cominciare il suo primo anno al Lycée, la sua nuova scuola. Non tanto per la difficoltà dell'esame di ammissione, quello l'aveva passato facilmente, quanto perché il nonno aveva deciso di farlo ricominciare subito dopo le due consuete settimane di pausa.

Il che significava che, a meno di attacchi improvvisi di Akuma, non aveva nulla da fare. Wayzz gli aveva anche vietato di uscire, accusandolo di avere il senso dell'orientamento pari a quello di Zoro, famoso pirata del manga One Piece. Beh, non aveva detto proprio così, dopotutto Wayzz non era tipo da fumetti e cartoni, ma era più o meno quel che intendeva.

«Ahhhhh non ce la faccio più! Mi sto davvero annoiando!»

«Be, non possiamo farci nulla se sei uno zuccone senza senso dell'orientamento.» fu il commento del kwami verde, mentre sorseggiava del delizioso tè verde assieme al suo maestro.

«Se resto qui ancora cinque minuti giuro che impazzisco!»

«Perché? Prima non lo eri?»

«Ti prego Wayzz, andiamo a fare un giro! Ti prometto che farò il bravo!» lo supplicò allora il giovane, sfoderando il suo miglior sguardo da cucciolo supplicante.

«Non se ne parla! Mi rifiuto di fare da balia ad un ragazzino.»

«Ti preeeegooooo!»

Fu intanto ridacchiava, memore di quelle stesse litigate che, nei primi tempi, animavano anche le sue discussioni con Wayzz. In effetti davvero non sapeva se vi fosse mai stato un portatore che fosse andato d'accordo con lui sin da subito. Per uno come Wayzz serviva tempo per accettare i cambiamenti, per adattarsi al nuovo carattere di ogni portatore, ma Fu era convinto che con Wen sarebbe stato diverso, in un certo senso quasi più facile.

Litigarono ancora per qualche minuto, ma alla fine Wayzz cedette, anche convinto dall'ex maestro che credeva fosse saggio far sì che Wen si abituasse a Parigi prima possibile, in modo che durante i combattimenti non fosse svantaggiato.

«Evvai!»

Mentre Wen saltellava euforico da una parte all'altra della stanza, Wayzz sospirò ancora una volta, preparandosi a passare un sacco di guai per colpa di quello scalmanato ragazzo.

Per uscire, Wen aveva mantenuto uno stile semplice, ma comunque estremamente appariscente. Jeans chiari, scarpe da ginnastica nere, t-shirt del medesimo colore, camicia a quadri lasciata aperta e con le maniche arrotolate fino ai gomiti, colorata di svariate tonalità di verde, in perfetta sintonia con i particolari capelli del ragazzo.

Wayzz se ne stava nascosto nella borsa a tracolla del ragazzo, osservandolo mentre scattava foto a destra e a sinistra, con gli occhi che brillavano per ogni cosa che vedeva. Era tutto nuovo per lui, e la curiosità che dimostrava aveva un che di interessante, qualcosa a cui nemmeno il piccolo Kwami poteva resistere.

Faceva foto a tutto: alle strade, ai lampioni, perfino ai cespugli che circondavano il piazzale attorno alla torre, ogni cosa per Wen era degna di essere immortalata per sempre su pellicola.

«Accidenti, la Francia è davvero meravigliosa!»

Arrivare alla Tour Eiffel era stato semplice, dopotutto lo studio di Fu non era troppo lontano da Champ de Mars, ora la paura di Weyzz era che il suo neo portatore si perdesse nell'ammirare i monumenti di Francia senza poi ricordarsi da che parte era venuto, costringendolo quindi ad intervenire per impedirgli di cacciarsi ulteriormente nei guai.

«Voglio vederla tutta! Il Louvre, Notre-Dame, gli Champs-Élysées, l'Arc du Triomphe!»

«Ehi ehi, vacci piano Dora l'esploratrice! Stai dando troppo nell'occhio! Ti sei già spalmato su tre vetrine, hai abbracciato due mimi e non volevi più staccarti dalle gambe di ferro della Tour Eiffel!»

«Non è colpa mia! Erano davvero un bel paio di gambe ferrose!»

Wayzz sospirò, ancora chiedendosi perché il suo maestro avesse affidato il Miraculous della conoscenza ad un tipo tanto sconsiderato ed iperattivo. C'era stato solo un altro portatore così, gli altri si erano sempre dimostrati più pacati, tranquilli e controllati.

Wen girò attorno alla torre almeno cinque volte prima di riuscire a staccarsi, ed il kwami della tartaruga poteva già immaginarselo a spalmarsi contro ogni singola vetrina e/o monumento che avrebbe incrociato nella sua passeggiata esplorativa.

SI diresse correndo verso il ponte che attraversava la Senna, ammirando il panorama da lontano, alternandolo ai molteplici banchetti di ricordini e souvenir estremamente popolari tra i turisti.

«Muoviti Sabrina! Voglio andarmene da questo posto alla svelta!»

«A-Arrivo Chloè!»

Due ragazze catturarono l'attenzione di Wen, e non solo perché una delle due gli era quasi finita addosso, ma anche per l'incredibile ammontare di pacchi e borsine che quella dai corti capelli rossicci stava portando.

Un'accoppiata inusuale, si ritrovò a pensare, chiedendosi come funzionasse l'amicizia tra ragazze a Parigi, se fosse normale gli ricordasse tanto il rapporto tra schiavi e padroni di cui aveva letto in un libro una volta.

Quando notò che la ragazza facchino stava per cadere, finendo sommersa dai pacchi che stava trasportando, si mosse più veloce di quanto il suo stesso pensiero potesse fare, ed in un secondo fu dietro la giovane a sorreggerla, afferrando con la mano libera un paio di borse in caduta libera.

«Presa al volo!» sorrise, facendo arrossire la ragazza.

Ora che la guardava bene era piuttosto magrolina, poteva quasi sentire le ossa mentre le stringeva con delicatezza la vita, bassa e con gli occhiali rossi che le coprivano gran parte del viso.

Gli sembrava piuttosto piccola, ma forse quello era colpa sua, era un mezzo asiatico di un metro e novanta, tutti a confronto sembravano piuttosto piccoli.

«Tutto bene signorina?»

La ragazza esitò un attimo. «E-Emh si... g-grazie...»

L'aiutò a rimettersi per bene sulle due gambe, alleggerendole il peso di qualche pacco e presentandosi a dovere.

«Sono Wen Nguyen e sono appena arrivato a Parigi!»

«I-Io sono Sabrina Raincomprix, piacere!»

«Molto piacere!» sembrava una timida ragazza di città, ma non gli dava l'idea di una persona cattiva.

«Grazie mille per l'aiuto, signor Wen, se le scatole fossero cadute, Chloè di certo si sarebbe arrabbiata.» aiutata dal ragazzo riprese tutte le borse ed i pacchi tra le mani, cercando con fatica di incamminarsi nuovamente per raggiungere l'amica. «Arrivederci.»

Era evidente che non ce l'avrebbe fatta, poteva capirlo solo guardandola, mentre faticosamente muoveva un passo dietro l'altro, cercando di non far crollare la torre pendente di pacchi che trasportava. Sospirando le corse incontro, liberandola di alcuni pesi ingombranti.

«C-Cosa sta facendo?!»

«Primo: non darmi dei lei. Andiamo ho al massimo due anni più di te, mi fai sentire vecchio!» rise, fingendosi profondamente offeso e stizzito da quel rispetto che non sentiva di meritarsi. «Secondo: non posso certo lasciare una ragazza in difficoltà! Ti do una mano a portare tutta questa roba, così non rischierai di cadere e questa “Chloè” non avrà nulla da ridire.»

Abbassò appena lo sguardo verso la borsa, dove Wayzz gesticolava segni a lui incomprensibili, accompagnati da strane smorfie che sembravano di pura disperazione.

Che gli prendeva ora? Aveva forse mal di pancia?

«Io non posso accettare, davvero. Non saprei come ripagare la sua... la tua gentilezza!»

Wen ci pensò su qualche istante, chiedendosi cosa avesse potuto chiedere alla ragazza per non farla sentire in obbligo nei suoi confronti, ed ecco ce l'illuminazione lo colpì come un fulmine a ciel sereno.

«Allora per sdebitarti, che ne dici di farmi da guida? Non conosco bene Parigi, e mi dicono spesso che non ho un gran senso dell'orientamento, anche se personalmente non lo trovo affatto vero.»

Nel mentre, Wayzz ringraziò di non avere nemmeno un capello in testa, perché altrimenti se li sarebbe strappati tutti uno ad uno, tanta era la frustrazione per la stupidità di quel ragazzo. Come poteva chiedere ad una perfetta estranea di accompagnarlo? Era forse pazzo?! Dei, quanto imprudente poteva essere?!

La prossima volta che avrebbe fatto? Avrebbe raccontato ad un mimo dei Miraculous e dei kwami? Già poteva sentire la sua scusa: “ma tanto i mimi non parlano”. Seriamente, doveva insegnare un paio di cosine a quel ragazzo, prima che commettesse un qualche errore che poteva costargli le penne.

«O-Ok, volentieri.»

«Fantastico!»

Sabrina era stregata dall'aitante giovane dai capelli verdi che l'aveva appena salvata, talmente tanto da essersi quasi scordata di aver accompagnato Chloè ad una lunga sessione di shopping, non ancora conclusa oltretutto. Quasi.

«Sabrina! Insomma, che diavolo stai... oh! Un esotico figone dai capelli verdi! Mio!»

In meno di due secondi Chloè fu appiccicata al braccio di un perplesso Wen, che la guardava come se avesse davanti un alieno dai capelli biondi.

«Sono Chloè Bourgeois, la figlia del sindaco, e tu saresti splendore?»

Wen rise. Che strane le ragazze di Parigi, ma sembravano simpatiche a modo loro. Non era sua abitudine giudicare un libro dalla copertina dopotutto.

«Sono Wen Nguyen, è un piacere Chloè, sei un'amica di Sabrina? Sai lei è stata molto gentile, si è perfino offerta di accompagnarmi a fare un giro per Parigi.»

«Chi Sabrina? Tzè, senza di me non troverebbe neanche la porta del bagno! Che ne dici se ti accompagno io? E magari intanto ci prendiamo anche un caffè magari. Io con poco zucchero, sai sono a dieta.»

Wen non ebbe tempo di ribattere, che Chloè già lo stava trascinando lontano da una povera Sabrina sconsolata, che con la violenza di una doccia gelata tornava alla realtà in cui era perennemente all'ombra di Chloè, nascosta dalla sua ombra di perenne regina di Parigi.

Ed una nuova ombra, più oscura e colma di invidia e frustrazione si fece largo dentro di lei.

 

***

 

Da lontano, una donna sedeva sulla panchine di pietra posizionate tutte attorno alla Tour Eiffel, sorseggiando una tazza di caffè d'asporto e leggendo un libro, “La vie en Rose”, perché in fondo anche lei aveva un cuore romantico.

E mentre leggeva interessata, osservava con sguardo indagatore ciò che le capitava attorno, indugiando ogni volta sui volti delle centinaia di persone che passavano da quelle parti ogni giorno, ad ogni ora. E spesso, come in quell'occasione, capitava di assistere ad una qualche scena particolarmente interessante, che poteva rivelarsi in qualche modo utile alla causa.

«Mmm un cuore spezzato ed invidioso. Una ragazza così giovane con un così carico odio nel cuore non l'avevo mai vista... promette bene.»

Stava seguendo un'altra preda, una più grassa e succosa, ma forse per provare quel potere, una ragazzina così carica di oscurità sarebbe stata più che sufficiente. Dopotutto, perché non mettere alla prova i giovani eroi in quel momento?

Aprì la borsetta che teneva accanto, estraendone un piccolo cofanetto nero lucido, con rigature argentate che gli conferivano un'aria maestosamente inquietante.

«Ti prego... fermati, non sai quel che stai facendo.» la pregò una vocina tenue dalla borsa, ma la donna non sembrò nemmeno sentirla.

Aprì il cofanetto, dove su di un panno rosso ed imbottito stavano cinque gemme a forma di goccia, luminescenti e non molto grandi, al cui interno sembrava circolare un liquido oleoso e sconosciuto, in cui sembravano riflettersi tutti i colori dell'arcobaleno.

Ogni gemma aveva però un colore dominante che splendeva più luminoso degli altri. Prese tra le dita quello in cui il rosso dominava sugli altri e sorrise.

«Vediamo di cosa sei capace, sarà interessante sperimentare questo potere.»

 

***

 

Correva all'impazzata, più veloce di quanto avrebbe mai immaginato i poter fare.

Continuava a guardare il cellulare ogni secondo che poteva, ascoltando la diretta di Alya sul suo Ladyblog da Champ de Mars, dove sembrava che un akuma avesse attaccato sua sorella mentre era fuori per fare shopping. Che novità.

Sul posto erano già accorsi Ladybug, Chat Noir e la nuova eroina volpe dal nome sconosciuto, ma che tutti chiamavano Volpina, memori di un nemico con lo stesso nome che era già stato affrontato in passato.

L'area era stata fatta evacuare immediatamente, nessuno aveva più il permesso di accedervi fino quando Ladybug non avesse detto il contrario. Quindi perché si stava trafelando tanto per andarci a cacciare nei guai?

«Ehi vedi di non correre così forte! Mi sono appena sistemata le antenne!»

Sobbalzò nel sentire la vocina dell'esserino simile ad un ape che era uscito dal fermaglio che ora indossava tra i capelli. Dio che situazione!

«M-Ma sei tu che mi hai detto di correre Reein!»

Reein si era seduta comodamente tra i suoi capelli, che aveva definito splendidamente soffici, dandole ordini a destra e sinistra come se fosse una regina e lei la sua servetta. Le ricordava Chloè in certi momenti, fin troppo a dire la verità.

«Be cerca di farlo con più eleganza. Sei una bella ragazza, ma cielo, non hai la benchè minima classe e femminilità!»

Reein era sempre stata fortunata, perché tra i suoi portatori poteva contare dei pilasti di bellezza che qualunque altra persona si sarebbe soltanto immaginata. Ed ora eccola qui, con una remissiva ragazzina dal potenziale sprecato, in un nuovo millennio che non conosceva, con criteri di moda discutibili, visti gli orrori a cui stava assistendo nella folle corsa verso la Tour Eiffel. Incredibile che quel pezzo di ferro fosse ancora in piedi, non gli avrebbe dato una lira un secolo fa, nemmeno se avesse potuto prevedere il futuro.

Arrivarono a Champ du Mars, e ciò che trovarono non fu altro che desolazione e carbone, come se qualcosa avesse dato fuoco all'intero parco. Perfino la torre sembrava sul punto di collassare su sé stessa per il troppo caldo.

«M-Ma che...?»

«Chi ha acceso la stufa?! Non sapete che troppo caldo sgretola la pelle?»

«Ah, la mia pelle! Con questo caldo finirà per rovinarsi!»

Reein indicò la direzione del commento appena udito, come a voler sottolineare che finalmente qualcuno capiva la sua posizione e le sue ansie, rendendosi conto che chi aveva commentato era una ragazza estremamente simile ad Ameliè, ma con molto più stile e senso estetico.

Ad un secondo sguardo, poté dire che fossero completamente diverse.

«Q-Quella è Chloè!»

Sua sorella era insieme ad un ragazzo sconosciuto, un aitante asiatico dai capelli verdi estremamente alto, che sembrava nascondersi tra ciò che restava degli alberi rinsecchiti e bruciati.

Ma da cosa si nascondeva? Poi la vide, ed Ameliè cadde sulle sue stesse ginocchia in preda ai singulti, nel trovarsi davanti una creatura con sembianze umane, ma completamente avvolta dalle fiamme, compresi i capelli ed i vestiti. Non urlò soltanto perché Reein le si piazzò davanti, studiando la creatura con occhi sgranati e spaventati.

«Non va bene, non va bene nono. Credevo avremmo combattuto i cattivi generati da Nooroo, non questo!»

Si voltò verso la propria portatrice, guardandola dritta negli occhi e cercando di infonderle un po' di coraggio. «Ameliè, ora devi ascoltarmi! So che hai paura e fai bene, ma questa cosa va fermata, e tu hai il potere di farlo!»

Intanto, Ladybug e Chat Noir passarono sopra di loro, evitando di farsi bruciare dalla creatura, mentre il suono della melodia di Volpina risuonava nell'aria, senza però sortire alcun tipo di effetto.

«Se non li aiuterai, moriranno tutti quanti! Quella creatura è troppo forte, ma con il tuo potere puoi aiutarli a fermarla! Devi solo trovare il coraggio di farlo!»

Il coraggio? Quale coraggio? Lei era una codarda, lo era sempre stata, sin da quando era bambina non aveva fatto altro che piangere e scappare, fuggendo da ogni problema che le si presentava davanti.

E proprio lei, che non riusciva a risolvere i problemi più comuni e banali, doveva aiutare degli eroi a combattere quel mostro? Non poteva farce, lei non poteva, non...

«Sai, secondo me sbagli.» le parole di Lila le rimbalzarono nelle orecchie, come un eco della coscienza. «Forse prima era così, ma la ragazza che mi ha aiutata quel giorno, lei non è certo una codarda.»

«Io non...»

«Ehi, tu sei più coraggiosa di quanto pensi. Arriverà il momento in cui anche tu lo vedrai, devi soltanto avere fiducia in te.»

Aveva sorriso, perché le parole di Lila erano quello in cui avrebbe sempre voluto credere, nella forza che aveva dentro e che semplicemente non aveva ancora potuto mostrare. Come quando aveva aiutato Lila, o come quando quel vecchio signore sembrava in pericolo e aveva bisogno di lei.

«E se ne avrai bisogno, io sarò qui a ricordartelo ogni volta che ti servirà. Siamo amiche giusto?»

Avrebbe voluto che Lila fosse lì adesso a ricordarle che anche dentro di lei c'erano la forza ed il coraggio necessari a compiere qualsiasi impresa, ma sfortunatamente non era così. Pensò a Lila e ad Adrien, che credevano in lei più di chiunque altro, pensò a Marinette e ad Alya, che erano diventate sue amiche nonostante la codardia che aveva dimostrato, a cosa ne sarebbe stato di tutti loro se non avesse aiutato gli eroi a sconfiggere quella creatura.

Non poteva più opporsi, perché anche una codarda come lei voleva proteggere ciò che di più caro aveva al mondo.

«I-Io... ho p-paura.» ammise, tremando come una foglia, stringendo i pugni per calmare almeno in parte l'ansia e la paura. «M-Ma voglio aiutarli! V-Voglio proteggere gli amici e la mia casa!»

Una luce nuova le brillò nello sguardo, e Reein iniziò a pensare che dopotutto dentro Ameliè vi fosse un cuore da vera regina.

«R-Reein... t-trasformami!»

 

***

 

«Non va bene, proprio per nulla.» non serviva che Wayzz si agitasse tanto nella borsa, perché Wen aveva già capito che la situazione era grave, peggiore di qualunque akuma fosse mai apparso fino a quel momento.

D'altro canto non poteva certo trasformarsi davanti a quella Chloè, mandando all'aria la storia dell'identità segreta subito dopo la prima missione.

“Accidenti” imprecò mentalmente, chiedendosi perché il suo primo cattivo a Parigi doveva manifestarsi proprio quando lui non poteva combattere. E dire che non vedeva l'ora di poter finalmente combattere al fianco di Ladybug!

Dame du Feu, così aveva detto di chiamarsi la creatura infuocata, sembrava avercela proprio con la ragazza bionda che ora stringeva in una morsa ferrea il braccio di Wen, per nulla intenzionata a lasciarlo andare. Nella testa del giovane si era formata l'ipotesi che l'akumatizzata potesse essere Sabrina, sparita alla loro vista poco prima, ma non avendo visto alcuna farfalla nera in giro, qualche dubbio ancora lo assillava.

Osservò la situazione, stringendo i denti e abbracciando leggermente Chloè, conscio di non poterla lasciare da sola in quel momento, troppo esposta al pericolo che quel mostro la trovasse e la riducesse ad un mucchietto di cenere.

Ladybug cercava di avvicinarsi con un estintore preso probabilmente dal suo potere speciale, mentre l'acqua che l'idrante distrutto da Chat Noir sembrava aver smesso di fluire, iniziando invece ad evaporare per il caldo della Signora di Fuoco. Volpina suonava con insistenza il flauto, generando quante più illusioni possibile, ma ormai sembrava al limite delle sue possibilità. Nemmeno la sua Lullaby sembrava aver sortito alcun tipo di effetto, eccetto confondere qualche secondo il nemico.

Erano stanchi, accaldati, probabilmente bruciacchiati da qualche parte, incapaci di difendersi ulteriormente dagli attacchi del mostro. Non poteva chiamarlo akuma, perché più la guardava, più sentiva dentro che non stavano affatto affrontando uno dei soliti nemici a cui erano abituati Ladybug e Chat Noir in quel momento. Ma cosa fosse, nemmeno Wen l'aveva ancora capito.

Concentrato nei propri pensieri, si rese conto tardi che Dame du Feu li aveva individuati, e che si preparava ad attaccarli con tutta la sua potenza di fuoco.

«Chloè...» c'era odio nella sua voce, che fu capace ironicamente di gelarli sul posto. «MUORI!»

Una palla di fuoco si diresse a tutta velocità verso Chloè e Wen, che se ne rese conto solo quando era ormai impossibile scansarsi. Erano spacciati.

«Merda...» imprecò, e d'istinto chiuse gli occhi.

.

.

.

.

Ok, non aveva mai sperimentato davvero la sensazione di ardere vivo, ma era piuttosto certo che implicasse dolorose sofferenze, molteplice dolore e quantomeno del calore che corrode la pelle. Invece, tutto ciò che aveva sentito lui era stato un sibilo fastidioso, ed il piacevole caldo di un falò estivo sulla spiaggia.

Qualcosa non quadrava sicuramente. Aprì piano gli occhi, trovandosi davanti un tornado di fiamme che si stavano pian piano estinguendo, private dell'ossigeno necessario affinché divampassero.

«Tutto bene?» alzò lo sguardo appena in tempo per scontrarsi con due limpidi occhi azzurri, una coda di riccioli biondi, ed un fisico snello avvolto da una calzamaglia gialla e nera, sulla cui schiena erano cucite due lunghe code simili ad ali.

Una nuova eroina. La portatrice dell'ape si era unita a loro prima di quanto non avesse fatto lui.

Lo guardava preoccupata, come intimorita di non aver fatto in tempo, e Wen si sentì in dovere di sorriderle, come a rassicurarla di essere arrivata giusta per evitare che diventassero carboni ardenti. Guardò infine Chloè, svenuta per lo spavento, ma incolume.

«Sta bene, è svenuta ma si riprenderà.» il sollievo che lesse negli occhi dell'eroina lo fece ridere di nuovo.

Il grido furioso della creatura li riportò alla realtà. L'eroina ape si fece seria, quasi arrabbiata, e dandogli le spalle si preparò a combattere. Prese tra le mani quella che Wen identificò come una trottola, riallacciandola al filo trasparente che stringeva nel palmo sinistro.

«Ora andate, mettetevi al sicuro.» gli disse, e prima che si gettasse nella mischia il ragazzo volle sapere un ultima cosa.

«Grazie, ti devo la vita, Miss...?»

La ragazza si voltò, sorridendogli gentile. Un sorriso che per la prima volta gli smosse il cuore. «Queen Bee. Il mio nome è Queen Bee.» dopodiché la vide sparire tra la confusione della battaglia.

 

***

 

Lasciò Chloè svenuta poco lontana dalla Tour Eiffel, affidandola ad alcuni poliziotti che sorvegliavano l'area e che avrebbero provveduto a prestarle quanto prima cure mediche se ne avesse avuto bisogno. Poi con una scusa se ne era andato, tornando sui suoi passi e fermandosi poco prima di arrivare dai suoi nuovi compagni.

Il sorriso di Queen Bee ancora stampato nella mente.

Confuso, si batté alcuni pugni sul petto, chiedendosi cosa ci fosse che non andava nel suo stupido cuore che, all'improvviso, sembrava battere più forte del solito. Non era certo il momento adatto per problemi cardiaci, sperò non fosse nulla di grave.

«Coraggio Romeo, non è tempo di innamorarsi! Se non ci muoviamo, i tuoi compagni finiranno tutti arrosto!» gridò Wayzz nel panico, incredulo a ciò che aveva appena assistito.

Dame du Feu. Una degli Erémytos. Tutto ciò non aveva alcun senso.

«Innamorarmi? Ma di che stai parlando? Che vuol dire che finiranno tutti alla brace?»

«Zitto ora non ho tempo di spiegarti! Trasformati e vai ad aiutarli! Servirà tutto l'aiuto possibile contro quella cosa...»

«Ma... e come facciamo a sconfiggerla? Se non mi spieghi come pensi possiamo aiutarli?»

Wayzz si strofinò gli occhi, come se avesse a che fare con un vero idiota. «Santa pazienza, non ci sei arrivato? La gemma sulla mano!»

«Gemma? Io non ho visto nessuna gemma! E che dobbiamo fare? Distruggerla?»

«Cos- distruggerla? Quella cosa non di può distruggere, dovete estrarla! Smettila di cincischiare con domande inutili e trasformati!»

«Ma io...»

«Ho detto trasformati. ORA.»

Wen sospirò e alzò le mani. Non far arrabbiare il saggio kwami tartaruga con il potere di incenerirti con lo sguardo.

Mentre pronunciava le parole di trasformazione, una strana scarica eccitata gli percorse il corpo, ed un sorrisetto istintivo gli si dipinse sul volto.

«Wayzz, trasformami!»

 

***

 

«My Lady attenta!» Chat si gettò su Ladybug appena in tempo per schivare una folata di fuoco che l'avrebbe sicuramente colpita.

Si bruciacchiò un po' il costume, ma visto come ormai era ridotto, non ci fece nemmeno più caso. L'importante era che la sua Lady fosse salva.

«Grazie Chat.» era esausta, tutti lo erano, fatta eccezione per la nuova eroina appena comparsa. L'intervento di Queen Bee era stato tempestivo, lei ed i suoi tornado riuscivano a deviare e sopprimere le fiamme, salvandoli in diverse occasioni dai colpi infuocati di Dame du Feu.

«Chloè... Chloè... Chloè... distruggere... eroi...» non sembrava avere vere e proprie priorità, se non quella di distruggere loro e Chloè. Chissà perché, che quest'ultima fosse coinvolta non stupì gli eroi più di tanto.

Il tintinnio dei Miraculous riportò Chat Noir, Ladybug e Volpina alla realtà. Avevano solo un minuto prima di de trasformarsi, non avevano più tempo, e Queen Bee da sola non aveva la forza necessaria per permettere loro di nascondersi e ricaricarsi. Inoltre, nessuno di loro aveva il cibo adatto a ricaricare il proprio kwami in breve tempo.

«Fortunella, ci serve un piano. E alla svelta.» ansimò Volpina, affiancando i compagni mentre la nuova arrivata distraeva con la sua rotola il nemico. Se solo avesse potuto imprigionarla completamente dentro il vortice... forse avrebbe potuto spegnere le fiamme quel tanto che bastava per trovare l'oggetto in cui si nascondeva l'akuma e porre fine a quello scempio.

«Fate attenzione!» l'urlo di Bee arrivò pochi secondi in ritardo, e quando sembrava ormai per loro giunta la fine, un fascio di luce verde si frappose tra loro e le fiamme, salvandoli a pelo.

Volpina sospirò, irritata. «Sul serio?»

«Ormai gli eroi crescono come funghi a Parigi.» fu il sarcastico commento di Chat, mentre Ladybug tirò un sospiro di sollievo. Ora erano finalmente tutti, forse avevano una possibilità di farcela.

«Scusate il ritardo, mi sono perso un paio di volte prima di arrivare qui.» un paio di occhialoni verdi coprivano il viso del ragazzo, avvolto in una tuta verde col cappuccio calato sul capo. Attaccato al polso aveva uno scudo a forma di carapace di tartaruga, che il giovane si riallacciò prontamente dietro la schiena, sfidando con scherno la creatura di fuoco.

«Sarebbe bello potersi presentare, ma temo non abbiamo tempo.» si inginocchiò accanto a Ladybug, baciandole la mano sotto lo sguardo contrariato di Chat, che sibilò minaccioso.

«Ti spiace se prendo il comando per un po', signora della fortuna?»

Ladybug arrossì, ma annuì senza problemi. «Se hai un piano, è ben accetto.»

Il nuovo eroe porse ai tre compagni ciò che serviva ai loro kwami per ricaricarsi, sorprendendoli, dopodiché si alzò e, riprendendo lo scudo, si fece più vicino al mostro e a Queen Bee.

«Avrò bisogno di voi e dei vostri poteri, andate e sbrigatevi. Non so quanto potremmo trattenerlo.»

Batté un paio di colpi sullo sudo, sogghignando mestamente.

«Coraggio, è ora di far vedere a tutti di cosa è capace Seeshell!»


 

   
 
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