Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: kamony    12/03/2018    5 recensioni
Qui si narra di pirati leggendari conosciuti in tutte le galassie per le loro gesta. C'é chi li considera eroi e chi li considera criminali . «La verità a volte è molto lontana da ciò che sembra» dice Harlock...
Tra vecchie conoscenze e nuovi protagonisti si snoda questa storia "diversa", ambientata in un "other verse" in cui potrete riconoscere tante sfaccettature dei molti universi, in cui è apparso il nostro pirata spaziale, e non. Una sorta di mashup (letteralmente mescolare), un racconto diverso da ogni storia che ho scritto in precedenza. ➤➤【INCOMPIUTA】
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Nuovo personaggio
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Legends


10

 

NEL CAPITOLO PRECEDENTE

Dopo aver scoperto il cadavere decapitato di Corso, Harlock cerca di capire chi possa essere l’assassino e quanti eventuali clandestini girino indisturbati sulla sua nave. Il tipo di arma e la modalità con cui è stato ucciso l’ex membro della Raza sembrerebbe inchiodare Tetsuda, ma il Capitano ha molti dubbi e un sospetto, gli manca solo qualche tassello per poter definitivamente capire chi tira le fila di tutta la faccenda.Nel frattempo concede il suo benestare a far collegare Android al Computer Centrale con la segreta speranza che Tochiro si riprenda. La mossa si rivela vincente, e, nonostante la diffidenza di Yuki, il Computer Centrale si rianima, ma non solo, infatti a sorpresa si palesa anche l’essenza di Sarah, la moglie defunta di Boone che ha informazioni da comunicare al Capitano

Yattaran li interruppe facendosi vivo tramite la ricetrasmittente. Molto concitato, richiamò subito l’attenzione del suo Capitano per dirgli che c’erano importantissime novità e che, per questo, avrebbe dovuto raggiungere immediatamente la sala del Computer Centrale, ma repentinamente la sua voce fu coperta dall’inaspettato strillare dell’allarme, che investì loro e tutta la nave con il suo stridio acuto. Era chiaro che fosse messaggero di un grave pericolo a bordo. Qualcuno stava cercando di manomettere qualcosa e Harlock, intuendo cosa, si lanciò di corsa attraverso la porta dell’infermeria e in pochi secondi sparì, inghiottito dal buio freddo e umido, che caratterizzava i corridoi lunghi e tortuosi dell’Arcadia

 

***

 L’allarme, contrariamente ai sospetti, si rivelò fasullo e rientrò quasi subito. Era accaduto che, inavvertitamente, a causa della gravità dell’accaduto, mista alla concitazione del momento, fosse stata lasciata aperta la cella dove era stato rinvenuto il cadavere di Corso e che questi avesse fatto scattare la sirena di allerta in tutta la nave, come se il prigioniero fosse fuggito e fosse in giro per l’Arcadia. Una volta appurato ciò e rassicuratosi, Harlock, che si era precipitato nella sala del Computer Centrale temendo il peggio, nonostante avesse un assassino efferato in giro per la sua nave, sentì di dover riordinare le idee per sbrogliare una volta per tutte la faccenda, per questo estemporaneamente decise di ritirarsi nella sua cabina per conferire con Meeme.
«Ho bisogno del tuo aiuto» le disse mentre le offriva un calice di vino rosso.
L’aliena lo guardò con quei suoi enormi occhi gialli, indecifrabili e decisamente non umani, poi prese il bicchiere e si scolò il contenuto tutto d'un fiato.
«Devi ascoltare che cosa ha da dirti questa entità di cui ti ha parlato Yattaran».
Harlock sospirò ma non lasciò trapelare niente dei pensieri che gli affollavano la mente. «Voglio che tu venga con me. Saprai capire se mente. Non sono infallibile, la tua empatia mi sarà molto utile» aggiunse prima di sorbire, a sua volta, il nettare di Bacco.
Poi si alzò.
La yurana annuì e lo seguì in silenzio.
Una volta arrivati nella stanza dove si trovava il Computer Centrale, Harlock chiese a tutti di uscire. A niente valsero le proteste di Kei che continuava a temere per la sua incolumità. Lui con pazienza e fermezza la rassicurò e alla fine la bionda pirata cedette, lasciandolo lì con Meeme.
Sarah si palesò subito.

Sono contenta che tu sia solo e non abbia coinvolto altri membri dell’equipaggio della Raza, infatti credo sia meglio che Marcus non sappia che “sono” qui, potrebbe prenderla molto male.

«Perché, chi sei tu? Riesco a sentirti come se fossi davanti a me, ma non ti vedo» affermò il Capitano non senza scetticismo.
Il tempo stringeva, bisognava darsi una mossa e fu a quel punto che tra i due s'intromise Tochiro. Fino a quel momento non si era palesato perché di fatto poteva parlare solo con Harlock ed ora, che il suo caro amico era presente, si fece avanti per semplificare le cose e accorciare i tempi.
Il pirata si mise subito in ascolto, mentre il grande Computer, con una serie di suoni accompagnati da sfarfallii di luci colorate, conferì con lui, dando via a quel loro modo unico e speciale di comunicare. Tochiro gli spiegò chi fosse Sarah e il legame profondo che la univa a Boone, provocandogli, suo malgrado, un forte disagio. Fu un po’ come spargere sale su ferite ancora aperte. Il Capitano infatti non aveva mai dimenticato l'unica donna che avesse espugnato il suo cuore, e che se l'era portato via con sé, strappandoglielo dal petto, il giorno in cui era passata a miglior vita.
Maya, colei che aveva dato vita al suo perpetuo peregrinare nello Spazio e l’aveva iniziato al valore assoluto della libertà tramutandolo in un pirata.
Meeme e Sarah nel frattempo erano rimaste in rispettoso silenzio, fino a quando non fu proprio Harlock a rivolgersi alla moglie di Marcus.
«Tochiro mi ha appena spiegato tutto. Mi ha anche precisato che è stato lui a trascinarti qui e che mi devo fidare di te» fece una breve pausa, poi quasi come se fosse rassegnato sospirò e le chiese: «Tu sai chi è stato a decapitare Corso?».


No. Ma posso dirti ciò che so con certezza, ovvero il reale motivo per cui hanno tentato di mettere il vostro equipaggio contro quello della Raza, così da distrarvi e tenervi alla larga dal vero problema.
È in atto un piano diabolico da parte di un piccolo gruppo di uomini molto influenti, che vogliono fare un golpe, per istituire una nuova dittatura. Stanno organizzando un'azione di forza per sottomettere nuovamente le colonie e creare, letteralmente, nuovi schiavi da utilizzare sia nelle miniere, che come soldati kamikaze, ma anche come oggetti sessuali di ogni genere ed età, per soddisfare le richieste di chi potrà comprarseli. Il loro scopo primario è concentrare ricchezza e controllo totale, nelle mani di pochi: le loro.Una volta messi voi dell'Arcadia e quelli della Raza fuori gioco, non avranno più ostacoli insormontabili, anche perché la gente, lo sanno bene, vi seguirebbe se vi metteste insieme a guidare una ribellione.

«Come sei venuta a conoscenza di tutto ciò?»

Quando Tochiro mi ha trascinata qui, per avere il mio aiuto, nel passare dalla mia dimensione alla sua, ho captato i pensieri di qualcuno. Ho letto nella sua mente e tutto mi è diventato chiaro. Sicuramente è uno di loro, o una persona che gli è molto vicina, perché è a conoscenza dei loro piani.

Ad Harlock la cosa parve un po’ bislacca. Si fidava di Tochiro sapeva che non gli avrebbe mai mentito, ma tutta quella storia era molto fumosa e troppo misteriosa. Il suo amico gli aveva spiegato che nel momento in cui il Computer Centrale era andato in stand-by si era come ritrovato in una sorta di limbo in cui aveva avvertito un'altra presenza, rivelatasi poi Sarah. Aveva così scoperto che le loro essenze erano in grado di comunicare. Aveva chiesto il suo aiuto fidandosi di lei, un vero azzardo, ma non aveva a disposizione molta altra scelta e per fortuna aveva avuto ragione.
Nonostante queste delucidazioni, il Capitano restava comunque in allerta perché gli pareva tutto molto campato per aria. In verità la ragione del suo disagio forse era un'altra, ma lui non era ancora disposto ad ammetterla e si concentrava ostinandosi ad essere diffidente verso Sarah. Meeme, che tutto captava, gli toccò il braccio e gli fece un cenno di assenso con la testa, facendo così danzare alcune ciocche dei suoi lunghissimi capelli viola. Simultaneamente anche il Computer Centrale si illuminò trillando per qualche secondo.
«Fidati, sembra davvero sincera» gli soffiò a bassa voce l'aliena.
Harlock allora decise di soffocare la sua razionalità e di dar credito all'intuito della yurana, ma anche di quello del suo più caro amico Tochiro. Erano in piena emergenza con ben due probabili clandestini a bordo, era arrivata l'ora di catturarli e porre fine a tutta questa faccenda.

 

***

 

Marcus pareva come impazzito, senza neppure ascoltarlo si era avventato contro Harlock che, con uno scatto agile e felino, lo aveva scansato, parando senza troppa fatica il pugno che l'altro, intendeva sferrargli in pieno viso.
«Dov'è lei?» gli urlò contro per nulla intimorito Boone, ma non poté aggiungere altro perché un calcio alla bocca dello stomaco lo lasciò senza fiato, facendolo piegare in due. Era stata Portia ad assestarglielo.
«Non è il momento di fare l'isterico. Abbiamo altri problemi. Con Sarah potrai metterti in contatto dopo» lo apostrofò gelida dopo averlo quasi atterrato.
«No. Lo farà ora». Intervenne a sorpresa il pirata prima di aiutarlo a tirarsi su.
Kei lo guardò allibita «Capitano sono pronta a seguirti fino alla morte e non voglio discutere il tuo modo di agire, ma aiutami a capirti. Come puoi lasciare dei clandestini liberi di scorrazzare per la nave e perdere tempo con quest'uomo?».
«Ho le mie ragioni» le rispose laconico e severo.
Così, nonostante lo stupore generale, non poterono far altro che guardarli mentre si allontanavano, in direzione sala Computer Centrale.
Fu allora che Meeme decise di prendere la parola.
Poco prima era stato reso noto a tutti loro della morte di Corso, senza però scendere nel particolare della sua decapitazione, poi Harlock aveva voluto dir loro anche di Sarah. Era stato in quel momento che Marcus aveva perso la testa.
«Credo che il Capitano stia cercando un'ulteriore conferma. Ho percepito chiaramente che c'è qualcosa che lo turba profondamente e non è solo a causa della tragica analogia tra lui, Maya, Marcus e Sarah, credo che ci sia dell'altro».
«Di che analogia stai parlando?» chiese Portia all'aliena. Pareva molto interessata.
«Non sta a me parlartene, ho già detto troppo» le rispose Meeme.
«Forse anche Harlock aveva una moglie che è morta?» si domandò Android «Potrei vedere se recupero dei dati agganciandomi alla rete di informazioni archiviate nel mio data base».
«Non mi sembra il caso di perdere tempo in queste cose» commentò pratica Emily.
«Harlock non è mai stato sposato» sentenziò Yattaran.
«Come fai a dirlo? C'è una parte della sua vita di cui non sappiamo niente» ribatté Yuki. Ora forse capiva perché a tratti si comportasse in modo così strano. Da donna, in cuor suo, sentiva da sempre che qualcosa lo logorava, ma non avrebbe mai immaginato che il Capitano fosse stato innamorato e forse, addirittura sposato. La cosa la sconvolse profondamente.
«Sì, secondo fonti accreditate sembra che il giovane Harlock, ai tempi in cui era ufficiale dell’aviazione terrestre, fosse innamorato di questa ragazza di cui conosciamo solo il nome: Maya, nota anche come La voce della resistenza. Una fuorilegge catturata e uccisa dagli Illumidas, per la sua attività sovversiva, dato che diffondeva via radio appoggio alla ribellione. Dicerie mai ufficialmente confermate affermerebbero che i due sarebbero stati proprio sposati
1» cantilenò Android che facendo di testa sua aveva cercato comunque informazioni.
Meeme non commentò, ma lei già sapeva. Yattaran rimase a bocca aperta dallo stupore e Yuki sentì una fitta al cuore. Ora poteva capire molte cose che prima proprio le sfuggivano, e si rammaricò molto per triste sorte toccata al suo Capitano e alla donna che amava.
Anche Portia rimase abbastanza turbata da quella scoperta. C’erano un sacco di analogie tra quell’equipaggio e quello della sua Raza.  Un filo sottile sembrava unire le loro disperazioni. Era come se il destino avesse voluto che si trovassero, perché c’erano tra loro grosse affinità, ma anche unità d’intenti, sebbene avessero metodi e tempistiche diverse.

 

***

 

Appena Marcus era entrato nella sala del Computer Centrale e si era connesso con Sarah era subito caduto come in una sorta di catalessi.
Versava in uno stato di semi incoscienza, le palpebre socchiuse sbattevano ritmiche e veloci, rivelando, a tratti, movimenti rotatori dei bulbi oculari, come quando si è in fase rem durante il sonno.
Harlock vigilava attento e severo. Il tutto durò poco, solo un paio di minuti, poi Boone rinvenne. Era stravolto, il suo viso mostrava una gamma di emozioni contrastanti.
«Sì è proprio lei, la mia Sarah. Te lo confermo» asserì.
«Come fai ad esserne assolutamente certo?» gli chiese il Capitano scrutandolo.
«Perché sono l’unico che riesce a vederla
2» gli rispose con uno sguardo che tradiva un misto tra rabbia e dolore.
Harlock sembrò molto turbato da quella rivelazione.
«E com’è possibile ciò?».
Gli rispose Sarah.

Sono in connessione neurale con lui, in questo modo riesco a proiettare la sua capacità cognitiva in una bolla spazio temporale in cui interagiamo ad un livello onirico-cosciente. Possiamo vederci, ma anche avere interazioni fisiche. Un po’ come succede in quei sogni che sembrano “veri”, solo che in questo caso è oggettivamente tutto reale, anche se spostato su un altro piano percettivo-temporale.

Harlock istintivamente strinse i pugni fino a far gemere la pelle dei suoi guanti.
Gli si era rimescolato qualcosa dentro, ma volle soffocarlo all’istante.

Che cosa ti sconvolge così profondamente? Avverto una grande sofferenza che tenti ostinatamente di reprimere, ma che di sicuro si alimenta dei tuoi silenzi crescendo sempre più.

«Niente» fu la risposta secca del pirata, che poi si rivolse a Boone «Dobbiamo andare».
«Non posso lasciarla qui, indifesa, alla mercé del nemico» .
«Abbiamo altre priorità  al momento. Non credo che la possano aggredire».
«No. Ma potrebbero farla sparire! La mia priorità è Sarah. Non l’abbandonerò da sola».

Non può accadermi niente Marcus.

«E se rimanessi per sempre intrappolata qui? Se io non potessi più vederti? ».
«Ti arruolerei sulla mia nave» tagliò corto il Capitano artigliandogli il braccio con una presa d’acciaio.
Ma qualcuno interruppe la loro discussione e parlò, riuscendo a prevenire anche Sarah che non poté fiatare, né avvisarli.
«Su via, non datevi pena signori. Tanto a breve sarete tutti morti e vi ritroverete nell’aldilà» commentò beffardo, uscendo inaspettatamente, da un punto morto della sala, il redivivo Dupont. Il suo viso era contratto in un ghigno malvagio e la sua voce aveva un timbro strano. Sembrava lui, ma forse non lo era affatto. Probabilmente il correttore retinale che stava usando era difettato
3. Impugnava una mitraglietta e li teneva sotto tiro.
«Ditemi gentili signori,  preferite obbedirmi con le buone, o devo farvi assaggiare il mio raggio laser?».
«Chi sei realmente?» gli chiese freddo Harlock.
«Chi sono, chi ero, che importanza ha?».
«Hai ucciso tu Corso?» insisté il Capitano.
«Forse non ti è chiaro, ma qui le domande le faccio io dato che vi tengo sotto tiro».
«Che cosa vuoi da noi?».
«Ah ma allora sei testardo, eh?» ribatté Dupont, o chi per lui «Raduna qui tutti gli altri».
«E se ci rifiutassimo?» intervenne Boone.
«Vi ammazzo subito, ma prima faccio saltare in aria questo bel computerone, solo per godermi le vostre facce, pare che abbiate a cuore questo ammasso di ferraglia, ci parlate pure, vi ho visti sapete? Per me siete un po’ esauriti, ma ognuno ha le sue manie, chi sono io per giudicare?».
«Nessuno, ma per fortuna ti piace un sacco chiacchierare» disse Yattaran  cogliendolo in castagna e puntandogli la sua pistola alla nuca.
Harlock aveva acceso il trasmettitore e poi, in qualche modo, aveva cercato di prendere tempo, così che il primo ufficiale potesse correre in loro aiuto, sperando che lo sentisse.
Per fortuna Yattaran era in ascolto e aveva subito mangiato la foglia. Ed era corso a controllare che cosa stesse accadendo, allertando gli altri.
Quello però, reagì repentino. Con uno scatto davvero fulmineo prima gli assestò una potente gomitata in faccia facendogli scricchiolare le ossa del naso, poi si girò velocissimo, gli afferrò il braccio e con una sola mossa lo atterrò. Infine lo agguantò e lo alzò di peso e come se fosse stato un pupazzo di gomma piuma, lo scaraventò con inaudita forza contro una delle paratie di ferro facendolo svenire. Quindi, sempre con una velocità incredibile, non lasciando agli avversari alcun tempo di reattività, si lanciò su Harlock e Boone che non ebbero neppure il modo di mettere mano alle armi. Quel tipo, che a questo punto era certo che non fosse Dupont, si muoveva in un modo che non aveva niente di umano e loro capirono di essere spacciati. Li avrebbe potuti comodamente uccidere a mani nude.
Boone fu tramortito nello stesso identico modo toccato a Yattaran, Harlock invece fu più bravo a scansare alcuni colpi e cercò di resistere, ma, ad un certo punto, quello riuscì a prenderlo per il collo e, come se fosse un fuscello, lo sollevò da terra.
«Voglio farti uscire quell’unico occhio che hai dall'orbita! Anzi voglio farti esplodere la testa!» gli ringhiò contro, belluino.
Il Capitano in un ultimo sforzo estremo, raccolse tutte le energie rimastegli e gli assestò un colpo nelle parti basse, subito dopo gli sferrò un pugno in pieno viso, caricato di tutta la forza che aveva in corpo. Il finto Dupont barcollò e fece qualche passo indietro, ma si riprese riuscendo a non cadere.
«Per essere umano hai una gran bella forza, ma con me non ce la puoi fare. Ti farò a pezzi!» lo minacciò ancora più inferocito.
«Ehi, stronzo! Vieni a batterti con un tuo pari» irruppe Portia entrando in rincorsa e assestandogli un calcio volante alla mascella che lo fece cadere rovinosamente a terra. Non era la prima volta che il comandante della Raza rivelava possedere anch’ella una forza non umana. C’era qualcosa di terribile che li accomunava: era chiaro.
Il tonfo fu bello pesante e il figuro incassò il colpo, ma riuscì, dopo qualche secondo di stupore, a rialzarti non senza barcollare un po’.
«Maledetta, fatti sotto! Sei obsoleta, ti ridurrò in pezzi!» le urlò contro schivando un paio dei suoi colpi, mostrando sorprendente agilità, quasi come se l’avesse assorbita da Harlock, visto che sembrava replicare alla perfezione alcune delle sue mosse.
«Questo lo vedremo» gli rispose la donna protesa in avanti in assetto da combattimento, per nulla intimorita e pronta ad attaccarlo.
Boone e Yattaran erano svenuti, ma Harlock no, quindi sfoderò il suo Gravity Saber pronto a far fuori quell’energumeno travestito da Dupont, ma qualcuno lo fermò.
«Io direi di lasciarli combattere, vediamo chi è davvero l’arma migliore tra i due» gli disse una voce familiare che lo fece sussultare e che poi aggiunse: «Dai a me il Gravity e stai fermo. Ho un detonatore in mano» disse mostrandoglielo «Posso far saltare in aria l’Arcadia quando voglio».
In quel momento, scorgendo il viso di chi stava parlando, i peggiori incubi di Harlock si erano appena avverati, tutti insieme.

 

Note
1Faccio riferimento a L’Arcadia della mia Giovinezza, in cui ad un certo punto (almeno nella versione doppiata in italiano) Tochiro parlando con Esmeraalda si riferisce a Maya come alla moglie di Harlock.
2In reltà nella serie anche Emily riesce a vedere Sarah, ma per comodità narrativa ho voluto, in questa fic, che solo Marcus potesse farlo. 
3CORRETTORE RETINALE giù usato nel capitolo 7 è un congegno  che a vista sembra una penna, il quale emette dei raggi che hanno la funzione di ingannare la vista di chi guarda e che creano una sorta di schermo olografico o similare,  che mistifica la realtà oggettiva, cambiando i connotati morfologici di chi lo usa. Questo congegno non è una mia invenzione mal’idea l’ho rubata alla serie The Flash.

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Bibliografia
(Via via verranno aggiunte varie informazioni all’equipaggio della Raza e questo promemoria sarà d’ora in poi sempre alla fine di ogni capitolo, pronto per esser consultato e fare chiarezza per chi ne avesse bisogno)

Jess Corso nome in codice “A”
Portia Lin nome in codice “B”
Marcus Boone nome in codice “C”
Ryo Tetsuda nome in codice “D”
Emily Kolburn nome in codice “E” 
Griffin Jones nome in codice “F”
Android nessun nome in codice
Sarah nessun nome in codice

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Spiegoni domande  e risposte

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Buongiorno cari lettori vicini e lontani!!!!
Sarò breve e coincisa perché ho un mal di schiena che mi affligge assai e che mi ha impedito, tra le altre cose, di aggiornare ieri :(
Come forse, ormai state notando anche voi, le analogie tra Dark Matter e Capitan Harlock sono davvero molte.
Quello che avete letto su Marcus e Sarah, e cioè che riescono a vedersi, in una sorta di altrove (che ho cercato di spiegare come meglio potevo attraverso le parole di lei) e interagire anche fisicamente è assolutamente canon e presente nella serie. Così come la forza disumana di Portia e del (chiamiamolo) nuovo arrivato fake Dupont sono canon, poi più avanti capirete perché.
Detto ciò vi saluto e come avrete visto anche questa volta, dato che lo avete molto gradito vi ho rimesso il riassunto, o come dicono nelle serie straniere il “Previously on Legends” xD

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Ringraziamenti Sparsi

GRAZIE ancora una volta per essere qui e per aver letto questo capitolo, lo apprezzo davvero moltissimo.
Siamo quasi in dirittura d’arrivo, teniamo duro (io scrivere e voi a leggere) e ce la faremo ;)

Ancora un grazie doveroso a tutti quelli che continuano a mettere la storia tra le seguite/ricordate/preferite, lovvovi :)

 

Disclaimer
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Tutti i personaggi non originali; ovvero Capitan Harlock e i protagonisti di Dark Matter, non mi appartengono, ma sono proprietà dei loro rispettivi creatori e proprietari.
Invece la trama, così come i personaggi originali e qualsiasi altra cosa inventata dalla sottoscritta, sono proprietà dell'autrice, cioè me :)

All pics are from google search.
Fan art by Jerome Alquie.
Graphic by me!

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