Legends NEL CAPITOLO PRECEDENTE
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Dopo aver scoperto il cadavere decapitato di Corso, Harlock cerca di capire chi possa essere l’assassino e quanti eventuali clandestini girino indisturbati sulla sua nave. Il tipo di arma e la modalità con cui è stato ucciso l’ex membro della Raza sembrerebbe inchiodare Tetsuda, ma il Capitano ha molti dubbi e un sospetto, gli manca solo qualche tassello per poter definitivamente capire chi tira le fila di tutta la faccenda.Nel frattempo concede il suo benestare a far collegare Android al Computer Centrale con la segreta speranza che Tochiro si riprenda. La mossa si rivela vincente, e, nonostante la diffidenza di Yuki, il Computer Centrale si rianima, ma non solo, infatti a sorpresa si palesa anche l’essenza di Sarah, la moglie defunta di Boone che ha informazioni da comunicare al Capitano
Yattaran li interruppe facendosi vivo tramite la ricetrasmittente. Molto concitato, richiamò subito l’attenzione del suo Capitano per dirgli che c’erano importantissime novità e che, per questo, avrebbe dovuto raggiungere immediatamente la sala del Computer Centrale, ma repentinamente la sua voce fu coperta dall’inaspettato strillare dell’allarme, che investì loro e tutta la nave con il suo stridio acuto. Era chiaro che fosse messaggero di un grave pericolo a bordo. Qualcuno stava cercando di manomettere qualcosa e Harlock, intuendo cosa, si lanciò di corsa attraverso la porta dell’infermeria e in pochi secondi sparì, inghiottito dal buio freddo e umido, che caratterizzava i corridoi lunghi e tortuosi dell’Arcadia
***
L’allarme,
contrariamente ai sospetti, si rivelò fasullo e rientrò quasi subito. Era
accaduto che, inavvertitamente, a causa della gravità dell’accaduto, mista alla
concitazione del momento, fosse stata lasciata aperta la cella dove era stato
rinvenuto il cadavere di Corso e che questi avesse fatto scattare la sirena di
allerta in tutta la nave, come se il prigioniero fosse fuggito e fosse in giro
per l’Arcadia. Una volta appurato ciò e rassicuratosi, Harlock, che si era
precipitato nella sala del Computer Centrale temendo il peggio, nonostante
avesse un assassino efferato in giro per la sua nave, sentì di dover riordinare
le idee per sbrogliare una volta per tutte la faccenda, per questo
estemporaneamente decise di ritirarsi nella sua cabina per conferire con Meeme.
«Ho bisogno del tuo aiuto» le disse mentre le offriva un calice di vino rosso.
L’aliena lo guardò con quei suoi enormi occhi gialli, indecifrabili e
decisamente non umani, poi prese il bicchiere e si scolò il contenuto tutto
d'un fiato.
«Devi ascoltare che cosa ha da dirti questa entità di cui ti ha parlato
Yattaran».
Harlock sospirò ma non lasciò trapelare niente dei pensieri che gli affollavano
la mente. «Voglio che tu venga con me. Saprai capire se mente. Non sono
infallibile, la tua empatia mi sarà molto utile» aggiunse prima di sorbire, a
sua volta, il nettare di Bacco.
Poi si alzò.
La yurana annuì e lo seguì in silenzio.
Una volta arrivati nella stanza dove si trovava il Computer Centrale, Harlock
chiese a tutti di uscire. A niente valsero le proteste di Kei che continuava a
temere per la sua incolumità. Lui con pazienza e fermezza la rassicurò e alla
fine la bionda pirata cedette, lasciandolo lì con Meeme.
Sarah si palesò subito.
Sono contenta che tu sia solo e non abbia
coinvolto altri membri dell’equipaggio della Raza, infatti credo sia meglio che
Marcus non sappia che “sono” qui, potrebbe prenderla molto male.
«Perché, chi sei tu? Riesco a sentirti come se fossi
davanti a me, ma non ti vedo» affermò il Capitano non senza scetticismo.
Il tempo stringeva, bisognava darsi una mossa e fu a quel punto che tra i due
s'intromise Tochiro. Fino a quel momento non si era palesato perché di fatto
poteva parlare solo con Harlock ed ora, che il suo caro amico era presente, si
fece avanti per semplificare le cose e accorciare i tempi.
Il pirata si mise subito in ascolto, mentre il grande Computer, con una serie
di suoni accompagnati da sfarfallii di luci colorate, conferì con lui, dando
via a quel loro modo unico e speciale di comunicare. Tochiro gli spiegò chi
fosse Sarah e il legame profondo che la univa a Boone, provocandogli, suo
malgrado, un forte disagio. Fu un po’ come spargere sale su ferite ancora
aperte. Il Capitano infatti non aveva mai dimenticato l'unica donna che avesse
espugnato il suo cuore, e che se l'era portato via con sé, strappandoglielo dal
petto, il giorno in cui era passata a miglior vita.
Maya, colei che aveva dato vita al suo perpetuo peregrinare nello Spazio e
l’aveva iniziato al valore assoluto della libertà tramutandolo in un pirata.
Meeme e Sarah nel frattempo erano rimaste in rispettoso silenzio, fino a quando
non fu proprio Harlock a rivolgersi alla moglie di Marcus.
«Tochiro mi ha appena spiegato tutto. Mi ha anche precisato che è stato lui a
trascinarti qui e che mi devo fidare di te» fece una breve pausa, poi quasi
come se fosse rassegnato sospirò e le chiese: «Tu sai chi è stato a decapitare
Corso?».
No. Ma posso dirti ciò che so con
certezza, ovvero il reale motivo per cui hanno tentato di mettere il vostro
equipaggio contro quello della Raza, così da distrarvi e tenervi alla larga dal
vero problema.
È in atto un piano diabolico da parte di un piccolo gruppo di uomini molto
influenti, che vogliono fare un golpe, per istituire una nuova dittatura.
Stanno organizzando un'azione di forza per sottomettere nuovamente le colonie e
creare, letteralmente, nuovi schiavi da utilizzare sia nelle miniere, che come
soldati kamikaze, ma anche come oggetti sessuali di ogni genere ed età, per
soddisfare le richieste di chi potrà comprarseli. Il loro scopo primario è
concentrare ricchezza e controllo totale, nelle mani di pochi: le loro.Una
volta messi voi dell'Arcadia e quelli della Raza fuori gioco, non avranno più
ostacoli insormontabili, anche perché la gente, lo sanno bene, vi seguirebbe se
vi metteste insieme a guidare una ribellione.
«Come sei venuta a conoscenza di tutto ciò?»
Quando Tochiro mi ha trascinata qui, per avere il mio aiuto, nel passare dalla mia dimensione alla sua, ho captato i pensieri di qualcuno. Ho letto nella sua mente e tutto mi è diventato chiaro. Sicuramente è uno di loro, o una persona che gli è molto vicina, perché è a conoscenza dei loro piani.
Ad Harlock la cosa parve un po’ bislacca. Si fidava
di Tochiro sapeva che non gli avrebbe mai mentito, ma tutta quella storia era
molto fumosa e troppo misteriosa. Il suo amico gli aveva spiegato che nel
momento in cui il Computer Centrale era andato in stand-by si era come
ritrovato in una sorta di limbo in cui aveva avvertito un'altra presenza,
rivelatasi poi Sarah. Aveva così scoperto che le loro essenze erano in grado di
comunicare. Aveva chiesto il suo aiuto fidandosi di lei, un vero azzardo, ma
non aveva a disposizione molta altra scelta e per fortuna aveva avuto ragione.
Nonostante queste delucidazioni, il Capitano restava comunque in allerta perché
gli pareva tutto molto campato per aria. In verità la ragione del suo disagio
forse era un'altra, ma lui non era ancora disposto ad ammetterla e si
concentrava ostinandosi ad essere diffidente verso Sarah. Meeme, che tutto
captava, gli toccò il braccio e gli fece un cenno di assenso con la testa,
facendo così danzare alcune ciocche dei suoi lunghissimi capelli viola.
Simultaneamente anche il Computer Centrale si illuminò trillando per qualche
secondo.
«Fidati, sembra davvero sincera» gli soffiò a bassa voce l'aliena.
Harlock allora decise di soffocare la sua razionalità e di dar credito
all'intuito della yurana, ma anche di quello del suo più caro amico Tochiro.
Erano in piena emergenza con ben due probabili clandestini a bordo, era
arrivata l'ora di catturarli e porre fine a tutta questa faccenda.
***
Marcus pareva come impazzito, senza neppure
ascoltarlo si era avventato contro Harlock che, con uno scatto agile e felino,
lo aveva scansato, parando senza troppa fatica il pugno che l'altro, intendeva
sferrargli in pieno viso.
«Dov'è lei?» gli urlò contro per nulla intimorito Boone, ma non poté aggiungere
altro perché un calcio alla bocca dello stomaco lo lasciò senza fiato,
facendolo piegare in due. Era stata Portia ad assestarglielo.
«Non è il momento di fare l'isterico. Abbiamo altri problemi. Con Sarah potrai
metterti in contatto dopo» lo apostrofò gelida dopo averlo quasi atterrato.
«No. Lo farà ora». Intervenne a sorpresa il pirata prima di aiutarlo a tirarsi
su.
Kei lo guardò allibita «Capitano sono pronta a seguirti fino alla morte e non
voglio discutere il tuo modo di agire, ma aiutami a capirti. Come puoi lasciare
dei clandestini liberi di scorrazzare per la nave e perdere tempo con
quest'uomo?».
«Ho le mie ragioni» le rispose laconico e severo.
Così, nonostante lo stupore generale, non poterono far altro che guardarli
mentre si allontanavano, in direzione sala Computer Centrale.
Fu allora che Meeme decise di prendere la parola.
Poco prima era stato reso noto a tutti loro della morte di Corso, senza però
scendere nel particolare della sua decapitazione, poi Harlock aveva voluto dir
loro anche di Sarah. Era stato in quel momento che Marcus aveva perso la testa.
«Credo che il Capitano stia cercando un'ulteriore conferma. Ho percepito
chiaramente che c'è qualcosa che lo turba profondamente e non è solo a causa
della tragica analogia tra lui, Maya, Marcus e Sarah, credo che ci sia
dell'altro».
«Di che analogia stai parlando?» chiese Portia all'aliena. Pareva molto
interessata.
«Non sta a me parlartene, ho già detto troppo» le rispose Meeme.
«Forse anche Harlock aveva una moglie che è morta?» si domandò Android «Potrei
vedere se recupero dei dati agganciandomi alla rete di informazioni archiviate
nel mio data base».
«Non mi sembra il caso di perdere tempo in queste cose» commentò pratica Emily.
«Harlock non è mai stato sposato» sentenziò Yattaran.
«Come fai a dirlo? C'è una parte della sua vita di cui non sappiamo niente»
ribatté Yuki. Ora forse capiva perché a tratti si comportasse in modo così
strano. Da donna, in cuor suo, sentiva da sempre che qualcosa lo logorava, ma
non avrebbe mai immaginato che il Capitano fosse stato innamorato e forse,
addirittura sposato. La cosa la sconvolse profondamente.
«Sì, secondo fonti accreditate sembra che il giovane Harlock, ai tempi in cui
era ufficiale dell’aviazione terrestre, fosse innamorato di questa ragazza di
cui conosciamo solo il nome: Maya, nota anche come La voce della resistenza.
Una fuorilegge catturata e uccisa dagli Illumidas, per la sua attività
sovversiva, dato che diffondeva via radio appoggio alla ribellione.
Dicerie mai ufficialmente confermate affermerebbero che i due sarebbero stati
proprio sposati1»
cantilenò Android che facendo di testa sua aveva cercato comunque informazioni.
Meeme non commentò, ma lei già sapeva. Yattaran rimase a bocca aperta dallo
stupore e Yuki sentì una fitta al cuore. Ora poteva capire molte cose che prima
proprio le sfuggivano, e si rammaricò molto per triste sorte toccata al suo Capitano
e alla donna che amava.
Anche Portia rimase abbastanza turbata da quella scoperta. C’erano un sacco di
analogie tra quell’equipaggio e quello della sua Raza. Un filo sottile sembrava unire le loro
disperazioni. Era come se il destino avesse voluto che si trovassero, perché
c’erano tra loro grosse affinità, ma anche unità d’intenti, sebbene avessero
metodi e tempistiche diverse.
***
Appena Marcus era entrato nella sala del Computer
Centrale e si era connesso con Sarah era subito caduto come in una sorta di
catalessi.
Versava in uno stato di semi incoscienza, le palpebre socchiuse sbattevano
ritmiche e veloci, rivelando, a tratti, movimenti rotatori dei bulbi oculari,
come quando si è in fase rem durante il sonno.
Harlock vigilava attento e severo. Il tutto durò poco, solo un paio di minuti,
poi Boone rinvenne. Era stravolto, il suo viso mostrava una gamma di emozioni
contrastanti.
«Sì è proprio lei, la mia Sarah. Te lo confermo» asserì.
«Come fai ad esserne assolutamente certo?» gli chiese il Capitano scrutandolo.
«Perché sono l’unico che riesce a vederla2» gli rispose con uno sguardo che tradiva un misto
tra rabbia e dolore.
Harlock sembrò molto turbato da quella rivelazione.
«E com’è possibile ciò?».
Gli rispose Sarah.
Sono
in connessione neurale con lui, in questo modo riesco a proiettare la sua
capacità cognitiva in una bolla spazio temporale in cui interagiamo ad un
livello onirico-cosciente. Possiamo vederci, ma anche avere interazioni
fisiche. Un po’ come succede in quei sogni che sembrano “veri”, solo che in
questo caso è oggettivamente tutto reale, anche se spostato su un altro piano
percettivo-temporale.
Harlock
istintivamente strinse i pugni fino a far gemere la pelle dei suoi guanti.
Gli si era rimescolato qualcosa dentro, ma volle soffocarlo all’istante.
Che cosa ti sconvolge così profondamente? Avverto una grande sofferenza che tenti ostinatamente di reprimere, ma che di sicuro si alimenta dei tuoi silenzi crescendo sempre più.
«Niente» fu la risposta secca del pirata, che poi si
rivolse a Boone «Dobbiamo andare».
«Non posso lasciarla qui, indifesa, alla mercé del nemico» .
«Abbiamo altre priorità al momento. Non
credo che la possano aggredire».
«No. Ma potrebbero farla sparire! La mia priorità è Sarah. Non l’abbandonerò da
sola».
Non può accadermi niente Marcus.
«E se rimanessi per sempre intrappolata qui? Se io
non potessi più vederti? ».
«Ti arruolerei sulla mia nave» tagliò corto il Capitano artigliandogli il braccio
con una presa d’acciaio.
Ma qualcuno interruppe la loro discussione e parlò, riuscendo a prevenire anche
Sarah che non poté fiatare, né avvisarli.
«Su via, non datevi pena signori. Tanto a breve sarete tutti morti e vi
ritroverete nell’aldilà» commentò beffardo, uscendo inaspettatamente, da un
punto morto della sala, il redivivo Dupont. Il suo viso era contratto in un
ghigno malvagio e la sua voce aveva un timbro strano. Sembrava lui, ma forse
non lo era affatto. Probabilmente il correttore retinale che stava usando era
difettato3.
Impugnava una mitraglietta e li teneva sotto tiro.
«Ditemi gentili signori, preferite
obbedirmi con le buone, o devo farvi assaggiare il mio raggio laser?».
«Chi sei realmente?» gli chiese freddo Harlock.
«Chi sono, chi ero, che importanza ha?».
«Hai ucciso tu Corso?» insisté il Capitano.
«Forse non ti è chiaro, ma qui le domande le faccio io dato che vi tengo sotto
tiro».
«Che cosa vuoi da noi?».
«Ah ma allora sei testardo, eh?» ribatté Dupont, o chi per lui «Raduna qui
tutti gli altri».
«E se ci rifiutassimo?» intervenne Boone.
«Vi ammazzo subito, ma prima faccio saltare in aria questo bel computerone,
solo per godermi le vostre facce, pare che abbiate a cuore questo ammasso di
ferraglia, ci parlate pure, vi ho visti sapete? Per me siete un po’ esauriti,
ma ognuno ha le sue manie, chi sono io per giudicare?».
«Nessuno, ma per fortuna ti piace un sacco chiacchierare» disse Yattaran cogliendolo in castagna e puntandogli la sua
pistola alla nuca.
Harlock aveva acceso il trasmettitore e poi, in qualche modo, aveva cercato di
prendere tempo, così che il primo ufficiale potesse correre in loro aiuto,
sperando che lo sentisse.
Per fortuna Yattaran era in ascolto e aveva subito mangiato la foglia. Ed era
corso a controllare che cosa stesse accadendo, allertando gli altri.
Quello però, reagì repentino. Con uno scatto davvero fulmineo prima gli assestò
una potente gomitata in faccia facendogli scricchiolare le ossa del naso, poi
si girò velocissimo, gli afferrò il braccio e con una sola mossa lo atterrò.
Infine lo agguantò e lo alzò di peso e come se fosse stato un pupazzo di gomma
piuma, lo scaraventò con inaudita forza contro una delle paratie di ferro
facendolo svenire. Quindi, sempre con una velocità incredibile, non lasciando
agli avversari alcun tempo di reattività, si lanciò su Harlock e Boone che non
ebbero neppure il modo di mettere mano alle armi. Quel tipo, che a questo punto
era certo che non fosse Dupont, si muoveva in un modo che non aveva niente di
umano e loro capirono di essere spacciati. Li avrebbe potuti comodamente
uccidere a mani nude.
Boone fu tramortito nello stesso identico modo toccato a Yattaran, Harlock
invece fu più bravo a scansare alcuni colpi e cercò di resistere, ma, ad un
certo punto, quello riuscì a prenderlo per il collo e, come se fosse un
fuscello, lo sollevò da terra.
«Voglio farti uscire quell’unico occhio che hai dall'orbita! Anzi voglio farti
esplodere la testa!» gli ringhiò contro, belluino.
Il Capitano in un ultimo sforzo estremo, raccolse tutte le energie rimastegli e
gli assestò un colpo nelle parti basse, subito dopo gli sferrò un pugno in
pieno viso, caricato di tutta la forza che aveva in corpo. Il finto Dupont
barcollò e fece qualche passo indietro, ma si riprese riuscendo a non cadere.
«Per essere umano hai una gran bella forza, ma con me non ce la puoi fare. Ti
farò a pezzi!» lo minacciò ancora più inferocito.
«Ehi, stronzo! Vieni a batterti con un tuo pari» irruppe Portia entrando in
rincorsa e assestandogli un calcio volante alla mascella che lo fece cadere
rovinosamente a terra. Non era la prima volta che il comandante della Raza
rivelava possedere anch’ella una forza non umana. C’era qualcosa di terribile
che li accomunava: era chiaro.
Il tonfo fu bello pesante e il figuro incassò il colpo, ma riuscì, dopo qualche
secondo di stupore, a rialzarti non senza barcollare un po’.
«Maledetta, fatti sotto! Sei obsoleta, ti ridurrò in pezzi!» le urlò contro
schivando un paio dei suoi colpi, mostrando sorprendente agilità, quasi come se
l’avesse assorbita da Harlock, visto che sembrava replicare alla perfezione
alcune delle sue mosse.
«Questo lo vedremo» gli rispose la donna protesa in
avanti in assetto da combattimento, per nulla intimorita e pronta ad
attaccarlo.
Boone e Yattaran erano svenuti, ma Harlock no, quindi sfoderò il suo Gravity
Saber pronto a far fuori quell’energumeno travestito da Dupont, ma qualcuno lo
fermò.
«Io direi di lasciarli combattere, vediamo chi è davvero l’arma migliore tra i
due» gli disse una voce familiare che lo fece sussultare e che poi aggiunse:
«Dai a me il Gravity e stai fermo. Ho un detonatore in mano» disse
mostrandoglielo «Posso far saltare in aria l’Arcadia quando voglio».
In quel momento, scorgendo il viso di chi stava parlando, i peggiori incubi di
Harlock si erano appena avverati, tutti insieme.
Note
1Faccio riferimento a L’Arcadia della
mia Giovinezza, in cui ad un certo punto (almeno nella versione doppiata in
italiano) Tochiro parlando con Esmeraalda si riferisce a Maya come alla moglie
di Harlock.
2In reltà nella serie anche Emily riesce a
vedere Sarah, ma per comodità narrativa ho voluto, in questa fic, che solo
Marcus potesse farlo.
3CORRETTORE RETINALE giù usato nel capitolo 7 è
un congegno che a vista sembra una
penna, il quale emette dei raggi che hanno la funzione di ingannare la vista di
chi guarda e che creano una sorta di schermo olografico o similare, che mistifica la realtà oggettiva, cambiando
i connotati morfologici di chi lo usa. Questo congegno non è una mia invenzione
mal’idea l’ho rubata alla serie The Flash.
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Bibliografia
(Via via verranno aggiunte varie
informazioni all’equipaggio della Raza e questo promemoria sarà d’ora in poi
sempre alla fine di ogni capitolo, pronto per esser consultato e fare chiarezza
per chi ne avesse bisogno)
Jess Corso nome in codice “A”
Portia Lin nome in codice “B”
Marcus Boone nome in codice “C”
Ryo Tetsuda nome in codice “D”
Emily Kolburn nome in codice
“E”
Griffin Jones nome in codice “F”
Android nessun nome in codice
Sarah nessun nome in codice
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Spiegoni domande e risposte
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Buongiorno
cari lettori vicini e lontani!!!!
Sarò breve e coincisa perché ho un mal di schiena che mi affligge assai e che
mi ha impedito, tra le altre cose, di aggiornare ieri :(
Come forse, ormai state notando anche voi, le analogie tra Dark Matter e
Capitan Harlock sono davvero molte.
Quello che avete letto su Marcus e Sarah, e cioè che riescono a vedersi, in una
sorta di altrove (che ho cercato di spiegare come meglio potevo attraverso le
parole di lei) e interagire anche fisicamente è assolutamente canon e presente
nella serie. Così come la forza disumana di Portia e del (chiamiamolo) nuovo
arrivato fake Dupont sono canon, poi più avanti capirete perché.
Detto ciò vi saluto e come avrete visto anche questa volta, dato che lo avete
molto gradito vi ho rimesso il riassunto, o come dicono nelle serie straniere
il “Previously on Legends” xD
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Ringraziamenti Sparsi
GRAZIE ancora una volta per essere qui e per aver letto questo capitolo, lo apprezzo
davvero moltissimo.
Siamo quasi in dirittura d’arrivo, teniamo duro (io scrivere e voi a leggere) e
ce la faremo ;)
♥
Ancora un grazie doveroso a tutti quelli che continuano a mettere la storia tra
le seguite/ricordate/preferite, lovvovi :)
♥
Disclaimer
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Tutti i personaggi non originali; ovvero Capitan Harlock e i protagonisti
di Dark Matter, non mi appartengono, ma sono proprietà dei loro rispettivi creatori
e proprietari.
Invece la trama, così come i personaggi originali e qualsiasi altra cosa
inventata dalla sottoscritta, sono proprietà dell'autrice, cioè me :)
All pics are from google search.
Fan art by Jerome Alquie.
Graphic by me!
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