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Autore: sangueoro    28/03/2018    3 recensioni
Le vicende si svolgono dopo il finale di The Vampire Diaries.
Nella scuola che Caroline decide di aprire, arriva una bambina speciale… che ha bisogno di “protezione e preparazione“…
Ma chi proteggerà e preparerà Caroline al ritorno di Klaus nella sua vita?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Rebekah Mikaelson | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Tale madre… tale figlio!»

«Una vampira… da non crederci! Radiamo al suolo questo posto!»

Rick che era alle spalle della platea dietro una telecamera fissa e stava riprendendo lo spettacolo, cercò con lo sguardo Kate che per tutta la serata aveva svolto il ruolo di assistente di scena, la donna gli fece un cenno di assenso, poi parlò nel suo microfono.

«Bastardi…» sibilò Cristina rivolta verso il monitor che inquadrava fisso Mr Hobbs e Mr Lewis.

«Come si fa ad essere così cinici e non commuoversi di fronte al gesto di Damien?» scosse la testa sconsolata Lucy.

 

«Pagherà anche questa… umiliare così la mia bambina! Preferire una vampira alla mia Laurel…»

Aliyu Indians neanche si girò a guardare il suo interlocutore «Puoi contarci» bisbigliò rabbiosa.

«Trattieniti! Non ti girare» sussurrò Rebekah «Non devi fargli capire che abbiamo sentito!»

Oliver le strinse la mano, cercando di dissimulare il suo nervosismo.

Tutti i vampiri presenti nel convitto continuarono a sorridere guardando Damien e Felicity, e dopo l’ultima nota si unirono all’applauso entusiasta, Caroline asciugandosi elegantemente una lacrima salì sul palcoscenico.

«Così si fa tesoro!» esclamò guardando lo stregone che si chinava a fare il baciamano alla giovane vampira 

«E con questo possiamo dire che il nostro spettacolo è terminato! Non credo che ci sia altro da aggiungere» proclamò emozionata rivolta agli spettatori «tranne il fatto che sono onorata di dirigere una scuola che ha il privilegio di contribuire alla crescita dei vostri figli, i nostri ragazzi stasera ci hanno dimostrato di non essere solo degli ottimi e diligenti alunni, non hanno solo mille talenti… ma sono anche dei giovani perbene.

Questa scuola accoglie ragazzi dotati e speciali, in questo istituto così particolare insegniamo l’amicizia, la solidarietà, la condivisione… il rispetto delle diversità, non potrebbe essere altrimenti… 

Permetteteci l’ardire di un piccolo momento autoreferenziale, oggi abbiamo avuto la conferma di essere sulla strada giusta, siamo molto fieri di loro!

A nome di tutto il corpo docenti e non, della Salvatore Boarding School for the Young & Gifted, vi rinnovo i più calorosi auguri e vi do appuntamento a gennaio!

Buon Natale e Felice anno nuovo… buona serata a tutti!»

Klaus si avvicinò per aiutare la direttrice a scendere dal palcoscenico, era il momento che temevano più di tutti, il caos derivante dai saluti. Molti dei genitori si avvicinarono per fare i complimenti e in quell’allegro vociare era difficile controllare la situazione , l’Ibrido si guardava intorno nervoso.

«Ehi piccioncini…» Kol si era avvicinato ai due ragazzi che si stavano abbracciando dopo essersi scambiati un bacio «mio fratello vi sbrana se non vi attenete al piano!»

Felicity si staccò immediatamente e prese saldamente per mano Damien «Beh… io mi dovevo occupare di lui» sorrise facendo un occhiolino all’Originale.

«E direi che stai facendo un lavoro meticoloso» scoppiò a ridere Kol.

Damien sghignazzando si lasciò guidare dalla ragazza a scendere dal palcoscenico, ma furono intercettati dai loro amici.

«Sei stato fantastico!» gli diede una pacca sulla spalla Wade.

«Siete dolcissimi!» esclamò Zoe abbracciando Felicity con trasporto, la vampira per un attimo rimase spiazzata, poi imbarazzata ricambiò la stretta «Sei perfetta per lui!» le mormorò la strega con un sorriso sincero.

Laurel era a qualche metro di distanza accanto al padre e li guardava furiosa.

«Non badare a lei» sussurrò Zoe «le passerà… ha sempre saputo che tra lei e Damien non poteva succedere niente. Si è subito accorta che lui si stava prendendo una cotta per te, per questo ti trattava male, so che non mi crederai… ma non è cattiva…»

«Beh… in effetti faccio un po' fatica… perchè sembra proprio perfida! E da come ti guarda… al posto tuo eviterei di fraternizzare con il nemico…»

«Tranquilla» scoppiò a ridere la moretta «io so come gestirla…»

Felicity si guardò intorno, Rebekah ed Oliver non erano più nel convitto, come da piano avevano portato via Josie, Lizzie ed Hope, anche lei doveva affrettarsi a portare Damien al sicuro nell’area privata.

«Dobbiamo andare» sorrise all’amica «Ci vediamo a gennaio…» salutò abbracciandola.

«Certo… e a Laurel sarà passata così potremmo ricominciare a stare tutte e cinque insieme…» sospirò Zoe guardandola speranzosa «Damien ci è mancato molto… ma anche tu, mi piace chiacchierare con te…»

«Ne sarei felice…»

 

Damien e Felicity fecero capolino nella stanza delle ragazze, poi entrarono.

«Ce l’avete fatta!» sbottò Rebekah «Se non fossi stato così carino e romantico, vi picchierei!» L’Originale si avvicinò sbuffando, poi abbracciò i due ragazzi, anche Oliver prese la sorella tra le braccia stampandole un bacio in fronte, poi girandosi verso Damien lo guardò di traverso.

«Vieni qui!» lo strattonò scoppiando a ridere per poi stringerlo a sé «Se la farai soffrire ti ammazzo!»

«Mettiti in fila… ci ha già pensato Klaus a minacciarmi!»

«E ci sono anche io!» annuì Hope con le mani sui fianchi.

Rebekah scosse la testa sorridendo «Io e Oliver dobbiamo tornare di là!» spiegò «Tu Fel occupati di loro… tu Hope sigilla questa stanza. Non uscite da qui per nessuna ragione fino a quando anche l’ultimo dei genitori sarà andato via e qualcuno di noi tornerà per darvi il via libera»

«Ve lo ricordate che anche io sono uno stregone?» chiese contrariato Damien.

«Anche noi!» si unirono in coro le gemelle.

Becca annuì «Ok… sigillate questa camera tutti insieme»

Restò a guardare i quattro ragazzi che si prendevano per mano «Un incantesimo lanciato dal nipote del reggente di Salem, dalla nipote della strega Originale e dalle nipoti del reggente dei Gemini…» mormorò rivolta ad Oliver «meglio non farli innervosire, che se si coalizzano… ci fanno fuori tutti!»

Hope chiuse la porta, poi si girò a fissare Damien.

Il ragazzo si affrettò a cingere Felicity per la vita, nascondendosi dietro di lei «Mi terrorizza quando mi guarda così» sussurrò.

La vampira sghignazzò.

«E’ stato molto romantico e tu sei stato bravissimo…» bisbigliò la streghetta.

Damien sgranò gli occhi «Mi stai facendo dei complimenti?»

«Felicity… è la mia migliore amica… mia sorella…» cominciò a dire Hope.

«E continuerà ad esserlo» la interruppe rassicurandola dolcemente il ragazzo.

La ragazzina gli si avvicinò tendendogli una mano, lo stregone la prese e attirò verso di sè per abbracciarla.

«Ok… potete ricominciare a sbaciucchiarvi!» sospirò Hope guardandolo con un sorrisetto malizioso «Voi due tirate fuori il Monopoli!» ordinò alle gemelline.

Damien prese il viso di Felicity con entrambe le mani, poi con un sorriso si chinò per baciarla «E’ un ordine di peldicarota, bisogna ubbidire!» le mormorò a fior di labbra.

Dopo aver ricambiato il bacio con trasporto la ragazza lo guardò felice «Ad Hope piaci molto, anche se non lo ammetterebbe mai… e tu sei stato bravissimo con lei poco fa…»

«Chérie… una delle cose che mi ha fatto innamorare di te è stato il vedere quanto tieni a loro» spiegò il ragazzo continuando a fissarla «il giorno che sono arrivato alla scuola, Lizzie e Josie sono venute a salutarmi e a presentarsi, si parlavano una sopra l’altra, come al solito… in cinque minuti mi hanno stordito di chiacchiere! Le ho adorate dal primo istante! Io sono figlio unico… e ho sempre desiderato avere un fratellino… o delle sorelline! Voglio bene a quelle tre…»

Felicity lo strinse forte, poi cercò le sue labbra.

«Io voglio la fiaschetta di vino!» esclamò Damien facendole un occhiolino e prendendola per mano, insieme si avvicinarono al tavolo dove le tre ragazzine stavano sistemando il cartellone per giocare.

«Ubriacone!» lo apostrofò Hope.

«A lei le diamo il vasetto di cactus!» replicò lo stregone alzando un sopracciglio.

«Io ho il funghetto!» dichiarò la streghetta aprendo la mano per mostrarglielo «Attento che è velenoso!» aggiunse strafottente.

«Lo prendo io il cactus!» esclamò Felicity scoppiando a ridere.

 

Il convitto era silenzioso e perfettamente in ordine, gli inservienti avevano risistemato tutto e insieme alla cuoca erano andati via già da un paio d’ore.

Dopo la fine dello spettacolo, Kol e Rebekah avevano seguito gli Hobbs e i Lewis fino all’aeroporto dove c’erano Hayley e Freya che avevano il compito di tenerli d’occhio fino al momento dell’imbarco. Laurel e suo padre, insieme ad Aliyu Indians e a sua figlia, si erano diretti verso Richmond ed erano stati Klaus e Oliver a pedinarli, i due vampiri dopo che li avevano visti entrare nel terminal erano tornati in fretta alla scuola.

«Hobbs si è imbarcato insieme ai ragazzi e alle loro madri» Freya era in vivavoce e stava facendo rapporto agli altri che erano riuniti nel cottage delle vigilanti «invece Lewis aveva una berlina nera che lo stava aspettando fuori e non abbiamo potuto seguirlo…»

«Dovevamo controllare anche Burley e la Indians!» sbottò Hayley «Non dovevate andarvene!»

«Non potevamo neanche correre il rischio di farci vedere!» replicò Klaus contrariato.

«C’era una signora che attendeva Laurel e Lami» continuò Freya «poi i loro genitori le hanno salutate e noi li abbiamo seguiti fino ad un hotel di Petersburg, oltre all’entrata principale ce ne sono due secondarie, Hayley ha soggiogato i dipendenti, ci avvertiranno se dovessero uscire dalle loro stanza…»

«Si… avete capito bene!» sghignazzò l’Ibrida «Hanno preso una matrimoniale… è nato un amore!»

«Vi sta raggiungendo Elijah» le informò asciutto Klaus lanciando uno sguardo di disapprovazione agli altri presenti nella stanza che stavano ridacchiando, aveva voglia di sbranarli… non era il momento per i pettegolezzi! 

«Vincent è rimasto nel Quartiere Francese» aggiunse guardando di sottecchi Bonnie «Abbiamo pensato che il reggente della congrega di New Orleans non potesse essere coinvolto nella lotta contro quella di Salem, si correva il rischio di scatenare una guerra…»
 
«Saggia decisione» commentò Freya «Avete avuto novità su quali stregoni del Quartiere Francese erano nella spedizione a Mystic Falls?» chiese.

«Li abbiamo identificati tutti e dodici» rispose l’Ibrido scrutando Caroline «Ma stranamente nessuno sembra legato a New Orleans».

«E’ impossibile!» intervenne Hayley «I loro simboli erano impressi sul pugnale che hanno usato per uccidere Abby…»

«Sono d’accordo, ma i fatti dicono altro…» Klaus sospirò

«Meglio così…» commentò Freya.


Dopo lo spettacolo Lucy aveva preparato una cena deliziosa e mangiarono tutti insieme nel soggiorno del cottage, era la prima volta che facevano una cosa del genere e le Angels erano felicissime.

Bonnie aveva fatto in modo che lo scantinato del quartier generale delle vigilanti e la villa fossero completamente inaccessibili dall’esterno, la strega aveva fatto più di una prova per rendere perfetto il suo incantesimo, non poteva intrappolare chi doveva occuparsi della sicurezza, alcuni di loro dovevano poter entrare ed uscire a loro piacimento.

Damon non era stato felice di essere nella lista di chi non poteva lasciare l’edificio, era la prima volta che non partecipava attivamente all’azione e sentirsi vulnerabile lo deprimeva

«Non posso proteggere né Elena… né Damien» si era sfogato con Eric.

«Il tuo ruolo è in ogni caso fondamentale, non potrei uscire là fuori senza sapere che tu resterai sempre vicino a mio nipote…» lo aveva rassicurato il licantropo.


«Non dovevamo farlo…»

«Chérie… siamo a pochi metri da loro»

«Dovevo restare a sorvegliare Lizzie e Josie» scosse la testa Felicity.

«Solo per un po’…» sussurrò Damien abbracciandola.

Erano nella loro soffitta dopo la romantica dichiarazione d’amore, stare per un po' da soli era d’obbligo, il ragazzo aveva spiegato alla vampira il perché del suo gesto così plateale e la ragazza si era commossa.

«E’ stato bellissimo» aveva sussurrato emozionata «e tu sei stato favoloso… la mia canzone preferita, oltretutto…»

«Lo so…» le aveva mormorato Damien a fior di labbra.

«Sappi che mi era piaciuto anche il modo con il quale me lo hai chiesto qualche giorno fa» spiegò Felicity sorridente.

«Non era piaciuto a me… troppo contorto» replicò lo stregone.

«Certe volte le parole non servono, è da un po' che io mi sento la tua ragazza…» confessò la giovane vampira arrossendo e distogliendo lo sguardo.

«Da quanto esattamente?» sogghignò lo stregone.

Felicity alzò lo sguardo interrogativa.

«Un paio di sere fa… ho scoperto che hai un peluche sul letto» inarcò un sopracciglio il ragazzo «Ed ancora non ti ho chiesto da quanto ce l’hai!»

«L’ho comprato il pomeriggio che io e Becca siamo andate a comprare gli addobbi per il Ringraziamento…» spiegò la ragazza scuotendo il capo ed allontanandolo da sé «Ma era un gioco! L’ho visto e ho pensato a te, ma non significa quello che pensi!»

«Ah no?» chiese Damien afferrandola per una mano e attirandosela di nuovo addosso.

«Un po' mi piacevi, certo…» confessò Felicity alzando gli occhi al cielo.

«Te lo sei messo sul letto!»

«Era una tartarughina tanto carina!»

Il ragazzo le prese le mani e se le mise sull’addome «Davvero pensi che sia carina?» chiese allusivo con un sorrisetto malizioso.

«Parlavo del pupazzo!» esclamò Felicity tentando di allontanarsi.

Damien le teneva saldamente i polsi «Ultimamente mi sono allenato duramente…» dichiarò facendole un occhiolino «Sicura sicura… che non vuoi vedere se è cresciuta?»

Felicity lo guardò di traverso, poi un lampo divertito attraversò i suoi occhioni blu, muovendo leggermente le mani accarezzò i fianchi del ragazzo.

Damien sostenne lo sguardo della ragazza con un sorrisetto furbetto, le piccole dita di Felicity sbucarono da sotto la giacca dell’uniforme scolastica e delicatamente sfiorarono i suoi pettorali, quando le vide sciogliergli il nodo della cravatta non sorrideva più.

Lo stregone guardò la lunga striscia di seta con stampa regimental sfilarsi dal colletto per poi cadere a terra… dopo qualche attimo anche la sua giacca fece la stessa fine, tornò a contemplare le mani di Felicity che stavano sbottonando la sua camicia, profondamente turbato, non sapeva se aveva più paura che la vampira smettesse di spogliarlo o il terrore che continuasse a farlo…

«Chérie…» mormorò roco quando anche la camicia raggiunse il pavimento, ma Felicity era troppo concentrata a sfilargli la t-shirt bianca, solo dopo che l’aveva gettata insieme agli altri indumenti, la ragazza lo fissò di nuovo negli occhi.

«Eh si…» sussurrò accarezzandogli gli addominali con mani tremanti «E’ proprio cresciuta… ma posso continuare a chiamarla Turtly?»

Damien annuì sconvolto, Felicity aveva cominciato ad armeggiare con la sua cintura…

«No… Chérie…»

«Tranquillo… voglio solo guardarti» sorrise la ragazza maliziosa.

«Touchè…» scoppiò a ridere il ragazzo, ricordato di averle detto le stesse identiche parole, proprio in quella soffitta, solo qualche sera prima.

«Ma non è corretto…» sussurrò ritrovando un briciolo di lucidità «Io sono già per metà svestito e tu invece hai ancora tutto addosso»

Felicity fece per sfilarsi il maglione.

«No!» la fermò Damien «Tocca a me…»

La giovane vampira non indossava la divisa, lei al contrario dello stregone aveva cambiato numerosi costumi di scena durante lo spettacolo e alla fine della recita si era infilata un paio di leggings e un maxi maglione che le arrivava quasi al ginocchio.

Era da quando l’aveva vista uscire dal bagno della camera delle ragazze, che Damien voleva toglierle quell’indumento troppo largo e coprente, non riusciva a capire il perchè Felicity tendesse a nascondere il suo fisico.

Ultimamente aveva capito di essere un tipo estremamente geloso e di sicuro non voleva che gli altri ragazzi potessero ammirare le forme piene e armoniose della sua ragazza… ma neanche che lei indossasse abiti di almeno due taglie più grandi del dovuto!

Sorrise compiaciuto quando il maglione raggiunse i suoi vestiti sul pavimento, si chinò a slacciarle le scarpe da ginnastica, gliele tolse e le spinse lontano, rimanendo inginocchiato percorse con le mani tremanti la linea del suo corpo fino ad arrivare ai fianchi, poi infilò entrambi gli indici sotto l’elastico dei fuseaux, e lentamente… senza alzare lo sguardo per il timore che la ragazza lo fermasse, li fece scendere lungo le gambe, Felicity sollevò prima un piede e poi l’altro per aiutarlo a sfilarli completamente.

La giovane vampira aveva una carnagione chiarissima, sembrava fatta di porcellana finissima, quando Damien si alzò e si allontanò di qualche passo per ammirarla, Felicity sospirò cercando di coprirsi con entrambe le mani.

«Non devi nasconderti…» mormorò roco lo stregone «Sei perfetta… la ragazza più bella che io abbia mai visto… più bella di quelle in tv… più bella di quelle che fotografano sulle riviste…»

Felicity scosse leggermente la testa.

«Te lo giuro… Chérie…»

Il ragazzo sorrise per allentare la tensione «Senza contare, quello che indossi sotto… i vestiti!»

La ragazza arrossì imbarazzata, il coordinato che portava era di un viola inteso, non aveva trasparenze e sembrava non avere neanche cuciture, ma era deliziosamente femminile con dei piccoli merletti che uscivano dalla scollatura del reggiseno e dai bordi della culotte.

«Becca e Caroline» mormorò «hanno una passione per l’intimo… Care sostiene che non importa se devi indossare una divisa o un formale tailleur, non importa se…» Fel avvampò facendo ridere Damien che l’ascoltava molto interessato «…hai un uomo o dormi sola… una donna deve indossare biancheria che la faccia sentire bella per se stessa»

«Ha ragione…» commentò Damien.

«E così… non fanno altro che comprarmi cose…»

«Vorrei tanto ringraziarle… ma temo che non reagirebbero bene» sghignazzò lo stregone.

Felicity scoppiò a ridere scuotendo la testa, poi sospirò divertita, qualche giorno prima si era nutrita nella saletta delle donne e avevano fatto un po' di shopping online… i capi che Care, Elena, Becca e Bonnie avevano acquistato… erano scandalosi!

«Che c’è?» chiese curioso Damien.

«Beh… diciamo che Oliver, Klaus e Damon… saranno molto felici dei loro ultimi acquisti» si limitò a rispondere.

«Hanno preso qualcosa anche per te?» chiese malizioso il ragazzo.

«Si ma non lo vedrai mai…» replicò la ragazza convinta.

«Interessante…»

Felicity aveva ripreso un po' di coraggio, nonostante fosse praticamente nuda davanti ad un ragazzo, era rilassata e a proprio agio, stavano giocando… e le piaceva…

«Ora sono io ad essere curiosa… sei un tipo da boxer o slip» rifletté facendo una smorfia e arricciando il naso.

Era adorabile, pensò Damien ridendo «Dovresti saperlo… un calciatore indossa gli slip, è costretto… ma quando non devo giocare preferisco…»

«…preferisco scoprirlo personalmente…» lo interruppe la ragazza avvicinandosi.

Damien si stava divertendo, non aveva mai visto Felicity così sfrontata e audace e la cosa lo deliziava, mentre si toglieva le scarpe e le allontanava con un calcetto, fece finta di non accorgersi che le mani della ragazza avevano ricominciato a tremare quando erano tornate ad armeggiare con la sua cintura.

Entrambi volevano scoprirsi, andare oltre i baci e le carezze impacciate… farlo in modo giocoso e scherzoso era la maniera migliore per non lasciarsi sopraffare dalle emozioni.

“E’ l’unica possibilità che ho per cercare di fermarmi…“ rifletté il ragazzo con un sospiro, non voleva andare fino in fondo con Felicity, era la cosa che desiderava di più al mondo ovviamente… ma la loro prima volta doveva essere magica! 

“Senza l’ombra di zii assassini, vampiri e streghe vendicative… senza i loro famigliari che potessero scoprirli…“ si ripeteva in testa come una nenia cercando di calmarsi.

Quando Felicity con mani incerte gli sbottonò i pantaloni… qualcosa si mosse…

La ragazza avvampò di nuovo.

«Chérie…» sussurrò Damien «vorrei poterti dire che non è colpa mia, che… lui… ha vita propria, ma non posso, se mi tocchi… io…»

La vampira lo abbracciò e lo baciò.

«Così peggiori la situazione!» scherzò Damien allontanandola leggermente mentre lasciava che i suoi pantaloni si abbassassero lungo le sue gambe muscolose.

Erano entrambi in biancheria intima… e si abbracciavano al centro dell’ampia soffitta.

«Rivestiamoci…» sussurrò Felicity.

«Non ancora…»

«Damien… io…»

«Non lo faremo… non ancora, non ora…»

Damien le teneva il mento, per costringerla a guardarlo negli occhi, poi la sua mano scivolò dietro la sua nuca e si abbassò per trovare le sue labbra… la fece indietreggiare lentamente fino a farla appoggiare ad una delle pareti, le labbra di Felicity si aprirono e la sua lingua cominciò una timida esplorazione… il ragazzo gemette approfondendo il bacio.

Il corpo del giovane stregone era massiccio per la sua età, la giovane vampira poteva sentire il suo abbraccio energico… il suo torace ampio che ora sembrava andasse a fuoco…

Le mani del ragazzo scesero ad accarezzarle la schiena, poi trovato il gancetto del reggiseno…

«Damien…»

«Shhh…»

Erano abbracciati, le spalline le si allentarono, Damien con un sospiro gliele fece scivolare lungo le braccia… ma le coppe rimasero al loro posto… Felicity si scostò il tanto che bastava per farlo cadere a terra, poi tornò contro il busto del ragazzo.

«Santo cielo…» bisbigliò roco lo stregone, sentirsele contro era meglio che vederle… poteva percepire la loro forma piena e soda, i capezzoli irti e turgidi… non riusciva più a pensare lucidamente, avvertì il gemito di Felicity e cercò il suo sguardo… 

Una miriade di piccole increspature intorno a quelli occhioni spalancati che erano diventati di un blu intenso, profondo… in tempesta… le zanne conficcate nelle sue meravigliose labbra, mentre un piccolo rivolo di sangue le scendeva lungo il collo… 

Premendole i palmi contro le natiche la attirò per farle capire cosa stava succedendo a lui… Felicity affondò i suoi canini con ancora più forza quando sentì la sua erezione.

«KLAUSSSSS!» sentirono urlare


Bonnie era inquieta, solo poche ore prima c'era stata la recita, la meravigliosa dichiarazione d’amore di Damien, nelle ultime settimane avevano cercato di non pensare a Salem, a Tom e Demelza, ma ora era il momento di farlo, con un sospiro cercò di concentrarsi…  sgranò gli occhi, non riusciva a distogliere lo sguardo da quel fisico scolpito… era di spalle e quando si era chinato per infilarsi i boxer il bicipite femorale si era teso e i suoi glutei… 

“Sembra un Dio vichingo“ rifletté a bocca aperta.

«Però…» commentò Caroline.

«Non potrebbero rivestirsi in un luogo un po' più appartato?» sussurrò Bonnie ancora turbata.

Lucy scosse la testa, Emma e Cristina ridacchiavano.

«Loro non lo sanno che c’è una telecamera lì…» sghignazzò Donna «glieli ho spostati io i vestiti… tendevano a lasciarli in un luogo non coperto dal nostro sistema di vigilanza» spiegò compiaciuta.
Care e Bonnie si girano a guardarla sconvolte, poi la vampira scoppiò in una risata irrefrenabile.

La strega tornò a guardare il monitor, Eric si era girato e stava togliendo dei residui di erba e terra dai suoi pettorali, poi si era infilato la felpa ed alzato il cappuccio a coprire i suoi bellissimi capelli biondi, la donna sospirò al ricordo di quando ci aveva passato le sue dita… era successo poche settimane prima, ma le sembrava fosse passata una vita e ancora non riusciva a dimenticare quella notte sconvolgente.

I tre licantropi stavano attraversando il passaggio sotterraneo chiacchierando tra di loro, erano passati dalla loro dependance, anche Eric ci si era trasferito dopo che era diventato a tutti gli effetti parte della squadra di vigilanza, lasciare il corpo centrale e il piano privato gli era sembrata la scelta migliore, si trovava molto bene con gli altri “istruttori“… e inoltre voleva stare il più possibile lontano da Bonnie!

«Come è andata?» chiese Donna con un sorrisetto, quando entrarono nel soggiorno.

«Nulla da segnalare» rispose Ian.

«Sembra tutto tranquillo» aggiunse Jamie.

Eric non aveva alzato lo sguardo, sembrava troppo impegnato ad osservarsi le mani e il suo anello di cianite.

Controllare la propria trasformazione era il sogno di ogni licantropo… non dover subire gli effetti della luna piena e poter liberare la propria natura quando se ne sentiva la necessità o quando serviva per affrontare un pericolo.

Dalla morte dei suoi genitori, Eric aspettava ogni luna piena come se fosse una maledizione, nel suo vagabondare aveva incontrato molti licantropi che non avevano mai accettato il loro essere dei lupi o che addirittura se ne vergognavano, con il passare del tempo si era convinto che l’eccitazione e l’entusiasmo con il quale il branco si preparava alla trasformazione era stata solo un’utopia… 

Aveva idealizzato la situazione, la realtà era molto semplice: scatenare il gene della licantropia era una punizione per aver tolto la vita ad un altro essere umano! Quindi quando c’era la luna piena cercava una cantina o un sotterraneo, un posto dove incatenarsi sperando che quella notte passasse in fretta.

Quando Bonnie gli aveva infilato quell’anello al dito, il suo primo pensiero era stato che non si sarebbe dovuto più trasformare, poi Ian e Jamie lo aveva convinto a uscire con loro ed era stato sconvolgente, dopo tanti anni aveva riscoperto la gioia di una corsa a perdifiato, l’odore dell’erba, la terra umida sotto le zampe, si era sentito di nuovo libero…

Una notte gli si era affiancato un bellissimo esemplare grigio e fulvo, era ovvio chi fosse… ma non poté evitare di guardarlo incuriosito quando dopo essere tornati nella loro forma umana lo aveva visto indugiare a rivestirsi.

«Se devo dipingere un altro personaggio Disney mi faccio sbranare da Marcel!» aveva sbuffato Klaus mentre sdraiato in mezzo alla vegetazione continuava ad inspirare profondamente «Ne avevo proprio bisogno… » aveva aggiunto con un sospiro.

L’Ibrido si era alzato e lentamente era andato a recuperare i suoi vestiti, ma si era limitato a prendere una sacca di sangue da una delle tasche.

«Lo preferirei direttamente da una vena» aveva commentato alzandola a mo' di brindisi «ma non si può avere tutto…» aveva esclamato prima di iniziare a bere.

Klaus aveva centellinato il suo pasto, come se fosse il Bowmore Sheriff’s 7 y.o che avevano gustato la sera prima, un whisky la cui distillazione era avvenuta nel 1950 e il rilascio nei primi anni ’60, lo avevano acquistato ad un asta ed erano stati tutta la sera in estasi a decantare le sue note degustative, l’aspetto, l’olfatto… il palato.

Eric annusando il liquido ambrato aveva concordato di sentire il vago sentore “metallico” come quello emanato dalle antiche monete, misto al profumo dei libri d’antiquariato.

«Uno splendido lato fruttato di mandarini e arance acerbe… nota floreale, con rose e violette…» aveva aggiunto Oliver.

«Olive miste…» aveva continuato Klaus «la sentite la piacevole brezza costiera?»

Il licantropo aveva annuito «Un leggero fiore di pesco. S-P-L-E-N-D-I-D-O!»

Eric fissava l’Ibrido che completamente nudo e ad occhi chiusi si gustava il suo sangue annusando l’aria, non si sarebbe sorpreso se avesse ricominciato a parlare di imbocco balsamico, della torba leggera e elegante.

«Malto estremamente fresco e vivace dopo tutti questi anni…» aveva esclamato sghignazzando non riuscendo a trattenersi.

«Direi un po' di colesterolo e le transaminasi alte» aveva soppesato Klaus serio facendo schioccare la lingua sul palato.

Il licantropo gli aveva tirato addosso la maglia ed i pantaloni, ma l’Ibrido con una risata li aveva schivati.

Eric aveva pensato molte volte a quanto fosse cambiata la sua vita nell’ultimo periodo, aveva ritrovato suo nipote, aveva conosciuto delle persone splendide, alcuni aveva cominciato a considerarli degli amici, nonostante la situazione di pericolo era sereno… e poi c’era Bonnie.

Quella donna gli faceva ribollire il sangue, avvertiva il suo odore ovunque, non dovevano neanche essere nella stessa stanza… la notte disteso sul suo letto gli sembrava che lei gli fosse accanto, le finestre del piano privato si affacciano sul cortile dove avevano costruito la dependance degli istruttori e lui poteva sentire distintamente il profumo di zenzero e arancia amara.

Quando le passava accanto odorava di rose e gelsomini…

Quando l’aveva stretta nuda contro il suo corpo e si era perso dentro di lei, sapeva di miele… ambra e legno di sandalo.

Jimmy Choo Illicit… 

Lo aveva scoperto un sera che era arrivato un pacco, le ragazze avevano fatto shopping on line.

«Finalmente sono arrivati!» aveva esclamato Caroline tirando fuori una boccetta di La Panthère Edition Soir di Cartier, provandolo su un polso, Klaus le si era avvicinato «Una pantera di sera… irresistibile, Love»

Anche Rebekah ed Elena avevano aperto la loro confezione curiose, Bonnie si era limitata a sorridere e a prendere il suo profumo.

«Lo cambierai mai?» aveva chiesto Elena.

«Perché dovrei? Lo adoro…»

«Ma quel tizio non faceva scarpe?» aveva domandato Damon.

«Esatto» aveva replicato Bonnie mostrandogli un sandalo gioiello.

«Una cliente affezionata…» aveva commentato sarcastico Eric.

La donna indossava un abitino cipria e stava attendendo il suo cavaliere, lo aveva bellamente ignorato… per poi sorridere a Kol che la stava aiutando ad indossare un soprabito.

«Non aspettateci svegli» aveva esclamato l’Originale mentre la sospingeva verso la porta.

Era la prima volta che quei due uscivano…da quando lui e Bonnie erano stati a letto insieme e Eric era semplicemente fuori di sé, gli sguardi indagatori dei loro amici peggioravano solo la situazione, si era alzato ed era uscito dalla stanza senza dire una parola pienamente consapevole che quella sarebbe stata la prima cosa che le sue amiche le avrebbero riferito la mattina dopo.

Per cercare di calmarsi aveva corso nel bosco fino a sfinirsi, era l’alba quando era ritornato alla scuola, camminava lentamente mentre si riallacciava la camicia… zenzero e arancia amara… rosa, gelsomino… aveva alzato lo sguardo e Bonnie era dietro il vetro della finestra che lo stava guardando, esattamente come aveva fatto lei qualche ora prima la ignorò e si affrettò ad entrare nella dependance.


Il licantropo aveva ascoltato attentamente il resoconto di Hayley e Freya, aveva seguito lo sguardo di Klaus quando aveva spiegato il perché si era deciso che Vincent non poteva tornare a Mystic Falls, ma a differenza dell’Ibrido aveva continuato a fissare Bonnie.

Eric, dal primo giorno che era arrivato, aveva subito notato il legame che c’era tra lo stregone e la strega, l’evidente connessione di due anime affini, Bonnie gli era piaciuta dal primo istante, ma, pur essendo un po' geloso, aveva dovuto ammettere che lei e Vincent erano perfetti l’una per l’altro.

La stessa cosa non poteva dire di Kol, la prima volta che la donna aveva accettato un appuntamento con l’Originale si era sentito relativamente tranquillo, quei due erano troppo diversi! Aveva passato tutta la serata ad aspettarsi che da un momento all’altro Bonnie rientrasse con quella sua espressione severa, quasi la poteva vedere alzare gli occhi al cielo esasperata 

“Troppo seria e compassata per sopportare quel buffone di Kol!“ si era detto convinto.

Non era andata così, l’Originale e la strega iniziarono ad uscire sempre più spesso, durante il giorno erano tranquilli e rilassati, non si evitavano… ma neanche si cercavano, non aveva mai colto un momento tra loro che evidenziasse la nascita di una relazione… poi aveva sentito lo stralcio di conversazione tra le ragazze 

«Mi voglio solo divertire e Kol è perfetto…»

La mattina che si era svegliato tenendo tra la braccia Bonnie, si era sentito felice… appagato, poi mentre la guardava dormire gli erano tornate alla mente quelle parole.

Lui era un licantropo, lei una strega… lui aveva un carattere scanzonato, aveva la battuta pronta ed era piuttosto sfrontato… lei era controllata e rigorosa, lui… esattamente come Kol, era perfetto per un avventura fine a se stessa così si era alzato ed era uscito dalla stanza infuriato.

Nei giorni che seguirono Bonnie non fece nulla per smentire questa sua convinzione, esattamente come era accaduto le mattine dopo che lei e Kol erano usciti insieme, lo trattava con distacco e noncuranza, vane erano state le parole di Damon 

“Non mi ha portato nella sua alcova in città?“ si era detto “Non era stata programmato! Di certo non poteva uscire in vestaglia e camicia da notte!“ si era risposto.

La sera prima della recita, Kol e Jeremy erano andati nella dependance degli istruttori.

«Bonnie si è ritirata presto» riferì l’Originale «Aveva un terribile mal di testa»

«E Ric è uscito…» continuò Jeremy scambiando una sguardo d’intesa con Kol.

«Un appuntamento con Miss Grey presumo…» sghignazzò il vampiro «il prof di Storia e la professoressa di Biologia, sembra il titolo di un film a luci rosse» scoppiò a ridere.

«Non potevamo rimanere con le coppiette!» sbottò Jeremy infastidito «Non glielo riferire, ma tuo fratello è irriconoscibile con quello sguardo innamorato!».
L’Originale continuò a ridere apertamente.

“Se non lo odiassi… lo troverei anche simpatico“ pensò Eric «Una birra?» chiese ai nuovi arrivati.

Il rapporto che sembrava esserci tra Jeremy e Kol lo incuriosiva, erano praticamente inseparabili e davano l’impressione di essere grandi amici, ma da stralci di racconti e battute aveva saputo che avevano un passato alquanto burrascoso e non avrebbero dovuto esserlo! 

Glielo chiese apertamente… 

Il racconto che fecero il cacciatore di vampiri e l’Originale fu divertente e spassoso, i quattro istruttori e Eric avevano le lacrime agli occhi.

«Ma finiscila! Ci siamo divertiti insieme a Denver…»

«Tu eri felice e spensierato… Damon ti aveva soggiogato! Io invece sono dovuto ritornare tra i banchi di scuola e starti appiccicato come se fossi il mio migliore amico… a me Klaus lo aveva imposto senza svuotarmi la memoria! Eri una palla al piede!»

«Poverino… ti sei solo portato a letto l’intera squadra di cheerleader!… sai che sofferenza!»

«Che volevi che facessi? Piangere come te che avevi lasciato la fidanzatina a Mystic Falls?» lo provocò Kol.

Jeremy scosse la testa «Non ho mai capito il perché lei mi mancasse così tanto… non avrei dovuto ricordare quello che c’era tra noi…»

«Semplice» alzò le spalle Kol «Damon non è capace di soggiogare…»

Jeremy sorrise «Preferisco pensare che ci amavamo così tanto che era impossibile farmela dimenticare… e poi c’era il suo sguardo quando ci eravamo salutati prima della mia partenza…»

Kol alzò gli occhi al cielo.

«Piantala!» lo riprese Kate «Non l’hai più rivista quella ragazza?» chiese poi a Jeremy.

L’uomo aggrottò la fronte «L’ultima volta… circa mezzora fa quando le ho augurato la buona notte… Bonnie…» aggiunse come se fosse ovvio, vedendo lo sguardo interrogativo della vampira.

«Pensavo che la vostra fosse una storiella adolescenziale» commentò Eric.

«Io e Bonnie siamo stati insieme per anni e ci siamo amati profondamente, ad oggi è ancora l’unica donna che io abbia mai amato…»

«E che è successo? Perchè vi siete allontanati?» domandò Kate.

«La vita… la morte, la mia… e la sua, quando si è sacrificata per farmi tornare da Elena…» sussurrò Jeremy.

Tutti lo stavano guardando incuriositi, così il cacciatore raccontò la loro storia d’amore, la narrazione fu meno divertente, ma molto tenera.

«Incredibile…» commentò Kate alla fine, con le lacrime agli occhi.

Anche Eric era profondamente turbato, non aveva idea di quello che c’era stato tra Jeremy e Bonnie, sembravano molto uniti… ma più come fratelli che come innamorati, avrebbe voluto fare una domanda, ma si rese conto che non voleva sentire la risposta.

«Ma quando vi siete ritrovati… non avete tentato di ricominciare?»

Eric si girò a guardare Kate, strinse i pugni per controllare la voglia di strozzarla, poi chiuse gli occhi.

«Io si…» mormorò Jeremy in risposta.

Eric sospirò.

«Avrei tanto voluto…» continuò il cacciatore «ma Bonnie nel frattempo aveva trovato un uomo migliore di me… un uomo che era stato pronto a tutto per lei, cosa che io non avevo mai fatto, lei è stata la donna della mia vita, ma Enzo è stato l’uomo della sua»

Jeremy fece un sorriso e un’alzata di spalle «L’ho accettato…» spiegò.

Eric non aveva più affrontato l’argomento con Damon, si era detto che il forte legame che c’era stato tra lui e questo esempio di perfezione che sembrava essere questo fantomatico grande amore di Bonnie, avrebbe potuto distorcere il racconto del suo amico… Jeremy era la persona adatta per soddisfare le sue curiosità, magari lui avrebbe trovato qualche difetto a quell’uomo!

«Tu lo hai conosciuto?» chiese, notando infastidito che la sua voce non era stata ferma come avrebbe voluto.

Kol lo guardò con un sorrisetto ironico e lui lo fulminò con lo sguardo.

«Certo… e ti posso assicurare che mai nella vita avrei potuto immaginare che quel disgraziato potesse essere anche lontanamente l’anima gemella di Bonnie!» rispose Jeremy scuotendo il capo.

«Non era un santo?» La reazione di Eric era stata così spontanea che nella sua voce c’era solo tanta incredulità.

«La santità ce l’aveva solo nel nome!» esclamò Jeremy divertito «Lorenzo St. John…»

L’uomo cominciò a raccontare come Enzo era arrivato a Mystic Falls, e quanto scompiglio aveva portato nelle loro vite, raccontò come aveva conosciuto Damon alla Augustine, la sua sete di vendetta e le volte che li aveva traditi.

«Avrei tanto voluto conoscerlo» commentò Kol divertito «saremmo stati grandi amici!»

«Non ho dubbi» ribatté Jeremy ridendo.

«Bonnie si è innamorata di uno così?» Eric era sconcertato e ormai non faceva più niente per nasconderlo.

«Si…» rispose Jeremy «dopo avergli fatto venire svariati aneurismi celebrali, avergli spezzato il collo in più di una occasione… una volta gli ha addirittura amputato una mano con un ascia!» aggiunse sghignazzando.

Kol ormai rideva in maniera irrefrenabile.

«Il giorno e la notte…» continuò il cacciatore.

«Ma il giorno e la notte si incontrano all'alba e al tramonto…» mormorò Eric «e quelli sono i momenti più belli di tutta la giornata…»

«Pensiero profondo…» commentò Kol.

Il licantropo lo fulminò di nuovo con lo sguardo.

«Io non c’ero… quando si sono “incontrati“» affermò Jeremy.

«Raccontagli tutto…» sospirò Kol «Non si deciderà mai sennò!» continuò guardando il licantropo.

Eric inarcò un sopracciglio scrutando l’Originale… ma il vampiro aveva un sorriso cordiale, senza nessuna traccia della sua fastidiosa ironia.

«Bonnie si è confidata con me…» cominciò Jeremy rivolgendosi direttamente ad Eric «credo che fosse convinta di non poterlo fare con gli altri… Damon ed Elena erano finalmente insieme, Caroline… era nella sua stessa condizione e stava piangendo la morte di Stefan… colui che aveva ucciso Enzo…»

Eric annuì.

Jeremy raccontò dell’Armory e di Rayna Cruz.

«Quando sembrava che la situazione fosse sotto controllo per la prima volta il nostro gruppo si allontanò e si separò, Damon si fece rinchiudere in una bara accanto ad Elena chiedendo di essere risvegliato solo quando mia sorella fosse tornata in vita, Caroline e Ric avevano avuto le gemelle e si erano trasferiti, volevano dare a Josie e Lizzie una vita normale… una famiglia, Stefan era fuggito con Valery per via della sua cicatrice… 
Bonnie si trovò sola, abbandonata… si sentì tradita specialmente da Damon, non riusciva a perdonargli di aver scelto consapevolmente di non rivederla mai più… visto che Elena si sarebbe risvegliata solo quando Bonnie fosse morta…»

Eric socchiuse gli occhi profondamente turbato.

«Ma la situazione non era affatto sotto controllo…» continuò Jeremy «All’Armory serviva Bonnie… Enzo capì che c’era qualcosa di poco chiaro, decise di non voler essere complice… sventò il tentativo di rapimento e la nascose, erano rimasti gli unici a voler capire le reali attività di quella inquietante associazione.
Per tre lunghi anni Bonnie è stata rinchiusa in una baita, anni di solitudine a studiare grimori e libri antichi, Enzo doveva salvare le apparenze con l’Armory… continuava a lavorare per loro, ma andava da lei ogni volta che poteva»

Jeremy sorrise «Gli ci volle molto tempo per lasciarsi andare… a tutte e due… gli ci sono voluti due anni per arrivare a darsi il primo bacio!»

«Due anni?» ripeté Eric.

Jeremy annuì «Enzo non aveva mai avuto una vera famiglia, era un orfano… da umano è vissuto in un orfanotrofio, da vampiro è stato torturato per oltre 70 anni nel laboratorio della Augustine… Bonnie aveva dovuto affrontare talmente tante perdite, tante situazioni… non era semplice per nessuno dei due arrendersi ai sentimenti che provavano l’una per l’altro…»

Il cacciatore continuò a raccontare per quasi un’ora.

Le pillole che Enzo aveva dato a Bonnie per nasconderla agli incantesimi di localizzazione e che poi si erano rivelate letali, la perdita della magia, la loro vittoria contro l’Armory.
L’arrivo di Sybil e come Enzo e Damon erano stati costretti a seguirla, le infinite manipolazioni mentali della sirena alle quali lui aveva resistito per tenere al sicuro la sua Bonnie…
Il vampiro che aveva dovuto spegnere la sua umanità e la strega che per riportarlo indietro aveva dato fuoco alla loro casa e si era rifiutata di lasciarlo, fino a svenire… e costringere lui a salvarla…
Enzo che voleva tornare umano per Bonnie, la loro scelta di non essere egoisti e usare la cura per rendere mortale Cade… e tanti altri momenti…
Eric più ascoltava e più si convinceva di non poter essere all’altezza di un amore simile… ma più ascoltava e più si innamorava di quella dolce, pazza e altruista donna…
Quando Jeremy arrivò a raccontare il momento e le circostanze della morte di Enzo e come lei per settimane aveva continuato a vederlo, sentirlo… come lui aveva continuato a proteggerla, supportarla, spronarla…nella stanza c’era un silenzio di tomba…

«Anche in quel caso si sono sacrificati entrambi per il bene di tutti» stava finendo di raccontare Jeremy «Avrebbero potuto continuare ad avere quel legame speciale, ma lui l’ha aiutata nel momento più critico per salvarle la vita… e salvare tutti noi…. e poi è sparito… ovviamente Bonnie ha la sensazione che lui le stia sempre accanto, ma questo è quello che vogliamo sperare tutti quando perdiamo una persona cara…»


Dopo la cena dalle vigilanti e la riunione che ne era seguita per fare il punto della situazione, Eric si era rifugiato nella dependance, l’unico posto dove poteva restare un po' da solo, al buio sdraiato sul divano pensava alla storia che Jeremy gli aveva raccontato la sera prima, si era fatto un’idea molto diversa di Enzo… e per ironia della sorte ora si sentiva più inadeguato di quando pensava fosse un santo! 

Pensava anche a Damien, il suo giovane nipote gli aveva dato una bella lezione di vita… si era dichiarato pubblicamente facendo una romantica serenata alla ragazza che amava… c’era voluto coraggio e avrebbe tanto voluto seguire il suo esempio.

“Non è proprio il momento! Siamo nel bel mezzo di una guerra…“ si giustificò “Magari… quando tutto sarà finito…“ sospirò.

Vide con la coda dell’occhio la porta che si apriva, era quella che portava allo scantinato e di conseguenza nel cottage delle Angel’s e nel corpo centrale, poi Bonnie entrò… teneva gli occhi chiusi e le braccia larghe.

La donna lo notò e si bloccò al centro della stanza «Stavo… stavo vedendo se il mio incantesimo comprendesse anche la vostra dependance» spiegò dopo un attimo di esitazione.

Eric annuì continuando a fissarla.

«Che ci fai qui?»

«Gli altri sono di ronda… io ero rimasto per stare con Damien, ma a quanto pare mio nipote voleva prendersi la giusta ricompensa per il suo gesto romantico»

Bonnie sorrise «Se l’è ampiamente meritata»

«Concordo…»

Con un cenno del capo la donna si era girata per andarsene.

Eric si era alzato con un balzo e cingendola da dietro l’aveva bloccata.

Bonnie sentiva il suo respiro contro la nuca, lui la teneva ferma e le aveva appoggiato il viso tra i capelli, sembrava la stesse annusando « Zenzero e arancia amara… rosa, gelsomino, miele… ambra e legno di sandalo» mormorò roco.

L’altra volta si era fatto travolgere dalla passione, dalla frenesia… questa volta voleva prendersi tutto il tempo, le sue mani scesero all’orlo della maglia, lei alzò le braccia per aiutarlo a sfilargliela.

L’uomo non la gettò a terra, se la portò al naso per odorarla, poi con la mano libera prese quella di Bonnie trascinandola nella sua stanza.

Uno di fronte all’altra… si spogliarono lentamente, continuando a fissarsi senza parlare.

Bonnie con un sospiro guardò il corpo che, soltanto qualche ora prima, aveva ammirato tramite i monitor… le spalle larghe, il petto ampio… le braccia forti e muscolose, proporzionato… perfetto.

Anche Eric si prese qualche minuto per contemplarla, le curve generose in un corpo minuto, le gambe snelle… la vita stretta… i capezzoli scuri… la riprese per mano e la fece stendere sul letto.

Bonnie appoggiò le mani, i palmi all’ingiù… aspettava continuando a fissarlo ed Eric si chinò su di lei, le sue mani vagavano sul corpo della donna, toccandola e facendola vibrare, la bocca sulle labbra, un bacio lento… non profondo, non appassionato… delicato, tenero… reverenziale, la lingua che lambiva il labbro inferiore e poi il mento… il collo… il seno, e continuava a scendere… l’interno delle cosce, il ginocchio… il polpaccio, i piedi… 

Le mani con cortese urgenza le avevano fatto aprire le ginocchia e poi l’avevano accarezzata dove era calda e umida, mentre le dita di Eric, che si muovevano lievi ed esperte, sembravano fredde per il contrasto.

Bonnie guardava il suo bellissimo viso, l’uomo aveva le palpebre pesanti ed era concentrato in quello che stava facendo, poi la toccò in un punto ben preciso con il pollice, sfregando lievemente… la donna tirò la testa all’indietro ed inarcò la schiena, esplodendo e tremando in un orgasmo profondo.

Eric rise piano e godendosi l’espressione di Bonnie si sistemò tra le sue gambe penetrandola con forza, un unico movimento deciso, la ragazza sussultò aggrappandosi ai suoi fianchi, lui si ritirò fin quasi a uscire e poi affondò di nuovo… e poi ancora ed ancora, mentre lei rispondeva colpo su colpo.

Continuavano a fissarsi, ad osservarsi… gemiti… sussurri… ma neanche una parola.

Bonnie perse il ritmo, perse ogni residuo controllo… lo afferrò e lo abbracciò, gridò e tremò di nuovo avvinghiata a lui.

Eric sospirò stringendola a sé… senza uscire da lei continuò ad annusarla, ad inebriarsi del suo profumo… quando Bonnie si rilassò e smise di tremare la fece stendere di nuovo… la guardò e le sorrise, le prese le mani intrecciando le dita, poi si chinò di nuovo a baciarla, nascose il viso tra i suoi capelli e riprese a muoversi in lunghi e profondi affondi, fino a che non si immobilizzò, rimase teso per un istante e poi rilasciò il suo peso con un ringhio basso e roco.

La copriva completamente, Bonnie lo teneva stretto mentre lui completamente abbandonato la schiacciava contro il materasso…

Non potendo continuare a starle addosso, Eric lentamente era scivolato di lato e l’aveva attirata a sé, Bonnie gli si era accoccolata contro e dopo qualche minuto la sentì rilassarsi, si era certamente addormentata, era sicuramente stanca, erano tutti sotto pressione…

Il licantropo sorrise, non aveva voglia di parlare, non ancora… non aveva voglia di analizzare cosa fosse successo… 

Il cellulare di Bonnie prese a squillare dalla tasca dei pantaloni che erano ai piedi del letto, a malincuore l’uomo si alzò.

«Damon…» mormorò consegnandolo alla strega.

«Si?»

«Josie e Lizzie… sono sparite».






 

   
 
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