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Autore: CaramelizedApple    18/04/2018    1 recensioni
(Seguito di Mary Lloyd, la chiave e il volto del male)
Un nuovo personaggio è entrato a far parte della leggendaria storia ed ora, che è sempre più forte e consapevole delle sue capacità, sarà impossibile uscirne!
Buoni e cattivi, ma è così semplice?
Nuove idee, nuove emozioni, nuovi ricordi...un'altra vita!
(La lettura della storia precedente è indispensabile per comprendere la relazione tra i personaggi e la protagonista, ma se proprio non vi va potreste comunque riuscire a capire)
(Seguito: Mary Lloyd e il sogno rivelato)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Sistemo le scarpe da ginnastica, tirando le stringhe in modo che fermino bene la calzatura. La stanza verde e argento dei sotterranei è completamente immersa nell’oscurità, ma piccole fiammelle si muovono delicate intorno alle mie dita, permettendomi di vedere bene ciò che faccio. Poter usare questo tipo di magia, anche nelle piccole cose, mi dà un senso di pace e l’impressione di avere sempre più controllo su di essa.
Mi volto verso il letto su cui sono seduta, dove il Serpeverde dai capelli fini e biondi riposa appoggiato al suo soffice cuscino. L’espressione rilassata impressa sul suo viso mi attira, convincendomi che sia una buona idea sporgermi verso di lui e lasciare un bacio semplice e asciutto sulla sua guancia sinistra. Draco non sembra accorgersi del mio gesto, ma gli angoli della sua bocca si tirano in un sorriso appena accennato che subito scompare. –Mary- sussurrano la sue labbra. –Hai un buon profumo- biascica ancora addormentato stringendo con le dita il cuscino morbido.
-Grazie- sussurro a mia volta ritraendomi con un piccolo sorriso involontario, consapevole che il ragazzo non può sentirmi, prima di alzarmi e raccogliere i miei vestiti che metto nella tracolla alla rinfusa. Fortunatamente la punizione di Draco non è durata molto e io ho potuto evitare Harry e le sue teorie strampalate, aggravate dall’incidente di Katie, per tutta la giornata. La mia idea di una giornata di relax è completamente sfumata quando ho saputo cosa le è accaduto, considerato che la ho vista questa mattina entrare ai Tre Manici di Scopa, mentre noi andavamo via. Ci siamo salutate quando ci siamo incrociate e sembrava normalissima.
Katie Bell stregata.
C’era qualcuno ai tre manici di scopa? Un Mangiamorte?
Come ho fatto a non rendermene conto?
Eppure non c’era nulla di insolito e nessuno si è comportato in modo strano, ma Katie può essere stata stregata solo lì dentro.
Il ragazzo dalla pelle pallidissima emette un piccolo verso, distraendomi dai miei pensieri e ricordandomi come Harry mi abbia dato addosso quando ci siamo incontrati. Il solo fatto che lui abbia accusato Draco e continui a farlo, nonostante io sia rimasta con lui praticamente tutto il tempo mi lascia senza parole. Harry ha ragione sul fatto che Draco sia un Mangiamorte, ma su questo sicuramente no.
-Dove stai andando?- domanda la voce impastata di Draco, richiamando la mia attenzione un’altra volta. -È presto- continua il suo sussurro, gli occhi ancora chiusi e il viso in parte premuto sul cuscino. –Resta qui con me- allunga lentamente una mano nella parte di letto che fino a poco fa occupavo, ritirandola in fretta al solo contatto con il tessuto ormai freddo.
-Devo allenarmi- dico io, attenta a non usare un tono troppo alto che potrebbe svegliare uno dei compagni Serpeverde. –Tu torna a dormire, ci vediamo più tardi, va bene?-.
-Sei una bugiarda- risponde lui tranquillo, rigirandosi lentamente nelle coperte. –Stai attenta e non esagerare- fa poi con uno sbadiglio.
-Certo- dico io, allontanandomi, prima che possa ripensarci e cercare una scusa per trattenermi.
Vorrei restare, perché in fondo so bene che ha ragione ed è improbabile che riusciremo a passare altro tempo insieme oggi. La maggior parte del tempo la passerò ad allenarmi e recuperare il giorno di pausa che mi sono presa ieri, prima che Piton si lamenti con me, ripetendomi per l’ennesima volta che bastano tre giorni a perdere l’allenamento e troppo riposo attira solo altro riposo, cosa che non posso permettermi visto che “Il Signore Oscuro non riposa”.
Assolutamente vero, ma Voldemort non deve nemmeno studiare o fare compiti, per non parlare del fatto che non viene infastidito dal fratello e non deve preoccuparsi delle proprie interazioni sociali.
Esco dalla stanza e percorro lo stretto corridoio, scendendo la scala e attraversando la deserta Sala Comune di Serpeverde con passo sostenuto, raggiungendo presto il muro che si apre lasciandomi uscire nei corridoi del Castello. Mi guardo intorno con circospezione prima di dirigermi verso le scale, sempre allerta, perché nonostante sia mattina preferisco non avere problemi con Professori o Prefetti.
Oggi devo anche recuperare i compiti che ieri non ho avuto tempo di finire, fortunatamente l’incontro con Silente è domani, quindi dovrei avere la serata libera per mettermi in pari e con un po' di fortuna portarmi avanti per i prossimi giorni.
Salgo le scale verso l’ultimo piano, cercando di liberare la mente dal programma della giornata che sicuramente dovrà comprendere altre teorie complottistiche di mio fratello ai pasti. Tengo le ginocchia alte, scalino dopo scalino, aumentando il ritmo per iniziare il mio allenamento.
Arrivata davanti al quadro della Signora Grassa dico chiaramente la parola d’ordine, continuando sul posto il mio skip. La donna mi lascia passare brontolando sul fatto che sia tanto presto e che non ricorda di avermi fatto uscire. Non le lascio il tempo per richiudersi e lancio la borsa con le mie cose su uno dei divani della Sala Comune, tornando subito indietro, per scendere di nuovo le scale di corsa, fino alla grande porta che dà sul parco di Hogwarts, ignorando le lamentele della donna.
Nonostante sia mattina la luce giallognola delle torce fa ancora da padrona tra le pareti di pietra, fisto che le pesanti nuvole scure di questi giorni coprono il sole e i suoi raggi. –Buongiorno- dico distrattamente a Gazza che ha appena aperto la serratura del grande portone. L’uomo è ormai abituato al fatto che io esca da qui ogni mattina, appena è possibile, ma non ha mai perso la sua abitudine di guardarmi in cagnesco e non ricambiare il mio saluto.
Sfreccio all’esterno, alzando il cappuccio della felpa sulla testa, mentre il mio naso inizia a pizzicare per il freddo pungente e la leggera pioggerella che galleggia pigramente nell’aria. Spero non inizi a piovere, ma preferisco bagnarmi piuttosto che allenarmi al coperto.
 
-Mary?- mi richiama la McGranitt, mentre già la mia mano freme sulla maniglia. –Mai più- mi punta il dito lungo e affusolato contro da dietro la sua scrivania quando mi volto verso di lei. Il tono autoritario della donna non ammette repliche, quindi annuisco e subito vedo la sua espressione mutare in una più rilassata.
-Lo prometto- sospiro, spostando gli occhi sul grande orologio a pendolo del suo ufficio. –Posso andare adesso?- domando evitando il suo sguardo in un tono che a molti potrebbe apparire molto informale. –Alle otto devo vedermi con Harry davanti all’ufficio del Preside-.
-Sì- conferma lei soddisfatta, sedendosi sulla sua sedia e appoggiando le mani ai braccioli. Muovo gli occhi nei suoi e le sorrido il più dolcemente possibile, trovandola incapace di non contraccambiare il mio gesto, nonostante si noti che cerchi di trattenersi.
-Buonanotte, Minerva- dico infine, riportando la mano sulla maniglia per aprire la porta che dà sul corridoio.
-Buonanotte, Mary- ricambia il mio saluto la donna, prima che io esca dalla stanza, richiudendo la porta. Mi ritrovo da sola dopo diverse ore, finalmente immersa nel silenzio dei corridoi semi deserti di Hogwarts, percorsi solo dagli studenti che dalla Sala Grande tornano nei loro dormitori, dopo aver consumato la cena.
Mi avvio tra i pavimenti e le mura di pietra attratta, quasi fossi una falena, dalla luce e dal calore che emanano le torce appese ai muri. Nell’ufficio di Minerva l’aria era più calda e il fuoco che scoppiettava pigramente nel camino sembrava quasi eccessivo, mentre dopo il nostro allenamento la donna riprendeva la sua ramanzina, interrotta la mattina a causa dell’inizio delle lezioni. Mi ha praticamente costretta a fermarmi a cenare nel suo ufficio con lei, facendo portare dei piatti in più senza nemmeno chiedermelo, pur di ripetere ciò che ha detto questa mattina e sottolinearlo.
Come ieri la pioggia è stata incessante oggi, l’unica differenza per me è stata che la McGranitt mi stava aspettando all’entrata del Castello, scoppiando alla mia vista. Pensa mi ammalerò e mi ha proibito di uscire ad allenarmi se il tempo è brutto, lamentandosi anche con Gazza perché mi ha lasciata uscire al freddo, nel bel mezzo di un temporale.
Il lunedì non poteva iniziare peggio di così.
Non mi è chiaro fino in fondo perché lei abbia preso tanto a cuore la cosa, nonostante le abbia spiegato che non mi sono mai ammalata, ma devo ammettere che dopo il fastidio iniziale ho trovato quasi piacevole sapere che si preoccupi per me. Nessuno lo faceva prima che venissi qui.
Mi sposto sicura lungo il corridoio, svoltando presto a sinistra e subito a destra dopo pochi metri entrando in un corridoio dove le pareti sono coperte da arazzi e i pavimenti da tappeti. Proseguo dritta fino a che i miei occhi non individuano una porta di legno, lasciata aperta in mezzo al corridoio, che rallenta il mio passo, incuriosendomi. Con cautela mi avvicino riconoscendo la stanza come il ripostiglio in cui Piton tiene le sue scorte personali, a cui a nessuno è consentito l’accesso.
-Buonasera, Signore- dico riconoscendo l’uomo che controlla le sue ampolle, contenenti una strana sostanza violacea. L’uomo alza immediatamente lo sguardo su di me con un piccolo sussulto che tenta di trattenere e le sopracciglia inarcate. –Scusi, non mi aveva sentita?- dico immediatamente, sentendomi a disagio.
-Potter- la sua espressione torna impassibile, prima che appoggi le bottiglie sullo scappale e si avvicini a me cupo. –Non dovresti essere in giro a quest’ora- mi ammonisce serio.
-Ha ragione- rispondo io, alzando le mani senza accorgermene, come se volessi dimostrarmi innocente. –La Professoressa McGranitt mi ha trattenuta dopo l’allenamento, sto salendo per l’incontro con il Preside- la postura rigida dell’uomo sembra rilassarsi alle mie parole. –Mi sembrava brutto non salutarla passando qui davanti- spiego, facendolo annuire.
-La Professoressa ha ragione- si limita a dire lui, alzando un sopracciglio. –Appoggio pienamente il suo punto di vista, con il regime di allenamento che devi seguire ammalarsi non è una delle possibilità-.
-Lo so- abbasso lo sguardo sulle mie scarpe verniciate, prima di guardarmi intorno per controllare che non ci siano altri studenti e azzardare un tono più formale. –Però non…-.
-Non mi sono mai ammalata- dice lui serio, anticipando le mie parole e lasciandomi sorpresa. –Me lo avevi già detto- si volta verso lo scaffale, raccogliendo le chiavi, prima di spegnere la luce con un colpo di bacchetta e uscire dallo stanzino. –Mi ha sempre dato molto da pensare questa frase- mi confida l’uomo, chiudendo la porta del ripostiglio con una grande chiave arrugginita di ferro.
-È la verità- dico semplicemente, ricordando a fatica di aver mai parlato di questo con l’uomo. -Spesso negli orfanotrofi in cui sono stata i bambini si passavano a vicenda le malattie- continuo. -Non ho mai avuto nemmeno il raffreddore-.
-Lo immagino- dice semplicemente lui, voltandosi verso di me. –Ed è molto strano considerando le condizioni in cui hai vissuto prima di essere ritrovata- fa serio, ma piuttosto tranquillo. –Devo ammettere di essere rimasto sorpreso nel constatare le tue condizioni fisiche, nonostante le cicatrici e lo scompenso alimentare che hai sviluppato. Potrebbero essere state le tue capacità magiche a mantenerti in salute per tutto quel tempo, ne sei consapevole?- apre una mano verso il corridoio, invitandomi a camminare.
-No, non ci ho mai fatto caso- ammetto, iniziando a camminare, subito affiancata dal Pozionista avvolto nel tessuto nero. –Ma credo sia possibile-.
-Quindi puoi facilmente intuire che il tipo di allenamento che stai affrontando potrebbe esporti a rischi maggiori in quel frangente- dice tranquillo. –Inoltre, non sappiamo se il tuo sistema immunitario ha giovato da questa situazione o ne è rimasto danneggiato- spiega, tenendo lo sguardo davanti a se.
-Dovrei fare più attenzione- sospiro io, sentandomi un po' a disagio per non averci mai pensato.
-Anche questo è vero- risponde l’uomo, con tono quasi seccato, camminando affianco a me con passo sostenuto. Immediatamente mi volto ad osservarlo, le sopracciglia aggrottate per la sua improvvisa aggressività, ma basta un’occhiata a farle ridistendere sorprese. Sul suo viso è affiorato un ghigno, che si accentua quando i suoi occhi si scontrano coi miei.
Stava scherzando? Con me?
Non ci posso credere.
 
Accelero il passo quando individuo Harry, raggiungendolo davanti al Gargoyle imponente a guardia dell’ufficio di Silente. Dietro l’angolo Piton si è congedato, scivolando nel passaggio che ha rivelato il quadro di una vecchia signora dagli abiti eleganti, risparmiando ad entrambi una scena molto imbarazzante.
-Hey- mi saluta il Grifondoro dagli occhi di smeraldo. –Hai sentito di Katie? È stata trasferita al San Mungo-.
-Lo so- dico seria, senza nemmeno salutarlo. –Ne parlano tutti- continuo innervosita, sapendo bene dove vuole arrivare. –Non ritirare fuori la tua teoria su Draco- gli punto il dico contro con irritazione, prima che possa parlare.
-Ne sono sicuro Mary- insiste lui, sgranando gli occhi. –Non potresti controllare?-.
-Cosa?- faccio, alzando la voce con uno scatto. –No- riprendo il controllo della mia voce, prima di sospirare seccata.
-Siete sempre insieme- continua per la sua strada. –Avrai notato qualcosa di strano- dice, prima di voltarsi verso il Gargoyle e dire la parola d’ordine.
-No- lo fermo, cercando di trattenermi. –Probabilmente perché non c’è nulla da notare- continuo, prima che un ghigno compaia sul mio volto, mentre un modo per farlo smettere con questa storia mi si insinua tra i pensieri. Lo supero, iniziando a salire le scale di pietra che conducono all’ufficio. –Ma se ci tieni tanto la prossima volta che mi chiede di fare la doccia con lui accetterò, sai, per controllarlo bene-.
-Che schifo- si lamenta lui seguendomi.

Salve gente!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Devo ammettere che il prossimo non sarà particolarmente interessante e nemmeno troppo lungo, ma spero vi piaccia lo stesso!
Come pensate farò finire la storia che segue questo sesto anno? Manca ancora parecchio perchè sono stata piuttosto lenta, ma cercherò di tagliare parti poco importanti che non cambierebbero affatto rispetto al libro, perchè altrimenti non finirò mai XD
Alla prossima!

 
  
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