Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Azeria    28/04/2018    0 recensioni
Leggete questa storia se volete sentir raccontarvi gli anni a Hogwarts dei Malandrini.
Leggete questa storia se non vi dispiace un pizzico di originalità: conoscete Rosalie Renard?
Leggete questa storia per scoprire dell'evoluzione dell'amicizia tra i Malandrini.
Leggete questa storia per scoprire come James si innamorò di Lily.
Leggete questa storia per seguire le avventure dei 5 maghetti più combinaguai di tutta Hogwarts.
1971: Si creano nuove amicizie, nascono i primi amori, le prime rivalità, si scopre la magia, il Quidditch: Hogwarts
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo III

La mattina dopo, Peter si sedette vicino a loro a colazione. In realtà, non cambiò molto nei loro discorsi, dato che il maghetto continuava a stare in silenzio, limitandosi ad annuire, o semplicemente a dargli ragione tutte le volte in cui chiedevano il suo parere. Mentre i tre si ingozzavano di cibo, riempiendo e svuotando i piatti ciclicamente, Rosalie vide la testa biondissima di Olivia, seduta di fronte a lei, un po’ più a destra. Studiò le streghe sedute vicino a lei, ma non vide la chioma rossa di Lily; strano, pensò, non è da lei essere in ritardo, a quanto ho potuto vedere. Quando lo disse a Sirius, quello liquidò la domanda con un gesto della mano. “Che ti importa? Probabilmente ieri sera avrà fatto tardi per fare i compiti, quella perfettina”.
James si strinse nelle spalle, probabilmente dando ragione all’amico.
Pochi minuti dopo, però, la streghetta attraversò di corsa la Sala, andandosi a sedere, come Rosalie aveva immaginato, vicino a Olivia, scusandosi per il ritardo con un’espressione imbarazzata sul viso pieno di lentiggini, il tutto sotto lo sguardo inquisitore di Rosalie, che avvertì gli amici.
James scrollò le spalle, ripetendo quello che Sirius le aveva già detto. “Ma dai, che importa?”. E, a dirla tutta, nemmeno lei lo sapeva con precisione; sapeva solo che era davvero curiosa di scoprirlo il prima possibile.
 
Rosalie non avrebbe mai immaginato di divertirsi tanto a lezione, soprattutto ad una lezione di Pozioni; ma quando lei e Sirius riuscirono a dare inizio a una guerra di lumache cornute e ortiche secche, non poté farne a meno.
Era la loro seconda lezione di Pozioni. Il professor Lumacorno, un mago basso e grasso di mezza età, con gli occhi che scintillavano divertiti, decise che era l’ora di fare un gioco: chi avrebbe completato prima la pozione assegnata, avrebbe “vinto” un invito a un festino che stava organizzando.
“È la vostra occasione, giovani!” continuava a ripetere “raramente invito i maghi del Primo Anno!”. Rosalie non era del tutto convinta di quella occasione d’oro.
La ragazzina notò che Lily non era seduta vicino a Olivia, ma ad un mago mingherlino dai capelli biondo cenere.
Si disse che doveva smettere di preoccuparsi di quello che faceva o non faceva Lily.
La classe scoppiò a ridere nel momento in cui Lumacorno scrisse alla lavagna il nome della pozione che dovevano preparare: la pozione Scacciabrufoli.
Diverse dita -soprattutto dei Serpeverde, che dividevano la lezione con loro- si puntarono su una bambina Grifondoro, Emmeline, che aveva il viso ricoperto di bolle. La bambina sembrava sul punto di scoppiare a piangere. Rosalie riconobbe in Emmeline una delle sue compagne di stanza, e si sentì in dovere di difenderla, dato che a quanto pareva la bambina non ci stava riuscendo benissimo da sola.
La strega prese una manciata di lumache cornute che, in quanto ingredienti per la pozione, erano già pronte sul banco, e le lanciò verso un ragazzino dal ghigno crudele che stava prendendo in giro Emmeline.
Sirius la seguì a ruota, scagliando ortiche secche e aculei di porcospino verso un secondo ragazzo. La scelta delle ortiche, però, non si rivelò delle più felici, e il mago si ritrovò subito dopo ad imprecare per il dolore alle mani.
La classe si divise in due: chi si ritirava da parte, scioccato -come, ovviamente, Lily- e chi, invece, continuò i lanci -Rosalie, Sirius e James in prima linea tra i Grifondoro- fino a che l’ultimo lancio di lumache di Sirius non centrò esattamente il cappello verde a punta della McGrannit, improvvisamente entrata nella stanza.
Tutti i lanci si fermarono istantaneamente. Rosalie abbassò lentamente la mano piena di lumache che teneva sollevata a mezz’aria nascondendola dietro la schiena, cercando di non farsi notare.
La McGrannit si girò verso di lei, fulminandola con lo sguardo.
“Non credere che non l’abbia vista, signorina Renard!”. Rosalie le rivolse coraggiosamente un sorriso innocente. “Vista a fare cosa, professoressa?”.
Ovviamente servì solo ad alterarla ulteriormente.
“Punizione, signorina Renard! E lo stesso vale per i suoi amici, il signor Potter e il signor Black. E per tutti quelli che stavano… partecipando! Presentatevi nel mio ufficio questa sera dopo cena, il signor Gazza saprà sicuramente cosa farvi fare.”
Detto questo, iniziò a segnare i nomi di tutti i coloro che riteneva responsabili sulla lavagna. Rosalie notò che il suo era il primo della lista.
 
“Avery… Black… Lupin… Mulciber…Potter… Renard…Wilkes… ok, ci siete tutti” esordì la professoressa McGrannit con un sorrisetto soddisfatto, spostando lo sguardo sui sette maghetti in piedi di fronte a lei “il signor Gazza sarà qui a momenti”.
Rosalie fissò uno per uno tutti i suoi “compagni”. Avery, Mulciber e Wilkes erano di Serpeverde, ma notò che Lupin faceva parte dei Grifondoro. Guardandolo bene, riconobbe il ragazzino dai capelli biondo cenere che era seduto vicino a Lily a lezione. Intercettò il suo sguardo e gli sorrise.
“Mi piacerebbe sapere cosa c’è di così piacevole da farla sorridere, signorina”.
La McGrannit la fissava con le sopracciglia inarcate.
Rosalie allargò ancora di più il suo sorriso. “Sa com’è, professoressa, è martedì sera e non sapevo cosa fare. Almeno così ho dei programmi per la serata”.
Sirius e James ridacchiarono, di fianco a lei, mentre la McGrannit sbuffava, distogliendo lo sguardo con espressione irritata.
 
Se avesse dovuto definire il signor Gazza con un aggettivo, Rosalie avrebbe detto frustrato. Con due, frustrato e maleodorante. Ed era anche abbastanza irritante il fatto che, mentre lo seguivano lungo i corridoi deserti di Hogwarts, lui continuasse a borbottare “io glielo avevo detto a Silente di appenderli al soffitto con le catene ma lui no, lui ha il cuore troppo tenero. Stupidi bambini”.
I sette proseguivano in silenzio, a gruppetti. Lei, James e Sirius erano in testa, poi i tre Serpeverde, e infine Lupin, silenzioso e da solo.
Rosalie gli si affiancò. “Io sono Rosalie” gli disse in un sussurro. Il bambino le sorrise, mettendo in mostra i denti bianchi e affilati.
“Sono Remus. Volevo dirti che il tuo è stato davvero un bel gesto, a lezione”. Rosalie ridacchiò, alzando gli occhi al cielo e fingendosi disperata. “Già, lo pensavo anche io… ed eccoci qua! Ma comunque, grazie di esserti unito a noi” concluse, sorridendo.
Intanto si erano fermati in un’enorme stanza con le pareti ricolme di scaffali, pieni zeppi di boccette e ampolle di ogni genere, ognuna contrassegnata da un’etichetta che ne illustrava nome e impiego. Il tutto sembrò a Rosalie abbastanza caotico, e fu con orrore che apprese da Gazza che il loro compito era proprio quello di lucidarle e riordinarle, in ordine alfabetico, per giunta.
“E se ne fate cadere una, vi taglio le dita e le do in pasto al mio gatto” concluse il custode con un ghigno soddisfatto, mentre usciva dalla stanza con la sua solita andatura strascicata, chiudendosi la porta alle spalle.
Nel momento in cui il rumore dei passi si affievolì del tutto, Rosalie scattò verso la porta, attaccandosi alla maniglia per cercare di aprirla: ovviamente era chiusa.
“Fantastico!” sibilò Rosalie, voltandosi verso James e Sirius e rivolgendogli un’occhiata tra il disperato e il furioso. “Ci deve essere un modo… un incantesimo per mettere tutto in ordine con la magia” borbottava intanto Sirius sottovoce, rivolto a James e a Rosalie. I tre Serpeverde, invece, parlottavano tra di loro in un angolo, rivolgendo di tanto in tanto occhiatacce a Rosalie.
Dopo un quarto d’ora, la situazione non era cambiata di una virgola. I Serpeverde erano ancora in un angolo, Remus era seduto con le spalle al muro e giocherellava silenziosamente con un filo di spago, e James, Sirius e Rosalie sedevano a terra l’uno contro le schiene degli altri. La ragazzina teneva lo sguardo fisso sulla stretta finestra che era aperta per metà sopra lo stipite della porta, mordicchiandosi il labbro inferiore con aria assorta, tenendo le sopracciglia aggrottate.
All’improvviso Remus si alzò di scatto, lasciando cadere lo spago. “Ok, ragazzi, di questo passo rimarremo qui tutta la notte”. Immediatamente sei paia di occhi stupiti gli si puntarono contro. James alzò un sopracciglio “non ti seguo, amico”. Remus sospirò “dovremmo metterci al lavoro. Prima si inizia e prima si finisce”. Sirius scoppiò a ridere, fermandosi un attimo dopo, guardando l’espressione severa del biondo. “Aspetta, ma sei serio?” sussurrò scandalizzato, allargando le braccia per sottolineare l’enorme quantità di boccette sparse per la stanza. Rosalie rimase in silenzio, continuando a fissare assorta la finestra.
In quel momento, il gruppetto di Serpeverde smise di parlottare e i tre si alzarono, voltandosi verso i quattro e incrociando le braccia al petto, cercando di sembrare intimidatori. Per tutta risposta, i Grifondoro gli rivolsero degli sguardi interrogativi.
Il primo a parlare fu Wilkes, un ragazzino alto e magro, con capelli ricci e neri e occhi dello stesso colore. “Noi siamo qui per colpa vostra” sibilò il Serpeverde “anzi, per colpa sua” concluse, indicando con un cenno della testa Rosalie, che dal canto suo non lo degnò nemmeno di uno sguardo. “Già” gli fece eco uno dei suoi compagni, Avery, un ragazzo dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri “Matthew ha ragione, siete voi che dovreste fare tutto il lavoro!”. “E anche velocemente” concluse il terzo Serpeverde, grosso e dalla carnagione scura, che doveva essere Mulciber.
Sirius scattò in piedi come una molla, estraendo la bacchetta e puntandola contro Wilkes. “Non permetterti di dare la colpa a Rosalie” sibilò a denti stretti.
“Già, siete stati voi a insultare Emmeline. Rosalie ha solo fatto la cosa giusta” sbottò Remus, che intanto aveva anche lui estratto la bacchetta e l’aveva puntata contro Avery. James puntò la sua contro Mulciber, mentre anche i Serpeverde estraevano le loro. “Non ascoltarli, Rosalie” sbottò, guardando in cagnesco i ragazzi di fronte a loro. Ma Rosalie non li stava ascoltando. Neanche minimamente.
Dopo alcuni secondi passati in assoluto silenzio, mentre i ragazzi tenevano ancora le bacchette sguainate, ma l’unica cosa che erano capaci di fare era guardarsi in cagnesco, Rosalie scattò in piedi come una molla, con gli occhi scintillanti di entusiasmo. Guardandosi intorno, e notando i suoi amici in posizione di combattimento, però, assunse un’espressione confusa, subito rimpiazzata da una annoiata. “Vi prego, ragazzi, ditemi che state scherzando!” sbottò.
“Ti faccio risvegliare in infermeria, saputella” urlò quello basso delle Serpi. Rosalie si girò lentamente verso di lui, con il sopracciglio alzato.
“Ah, davvero?” disse, con la voce che trasudava sarcasmo “e dimmi un po’, con quale incantesimo? No perché, sai, siamo alla prima settimana di scuola, e a quanto mi ricordo voi non siete stati nemmeno capaci di far levitare una piuma. O sbaglio?” concluse, con il più amabile dei sorrisi. Il bestione fece per scagliarsi contro Rosalie, ma Wilkes lo trattenne. “Idiota” gli sibilò “se le lasci anche il minimo segno quella vipera ci farà togliere 50 punti a testa”. Il sorriso di Rosalie si allargò. “Oh, bene! Felice di constatare che non siete tutti completamente stupidi qui in mezzo. Adesso” disse, girandosi verso la porta come se non fosse successo nulla, mentre i suoi amici la guardavano incerti, abbassando lentamente le bacchette “pensiamo alle cose serie. Devo salire sulle spalle di uno di voi per arrivare a quella finestra” e indicò la stretta finestrella sopra lo stipite della porta “dopodiché dovrete lasciare fare a me. Ci state?” concluse, fissandoli con le sopracciglia alzate.
“Rosalie…” iniziò James, confuso, poi sospirò, alzando le braccia “no, ok, non ci tengo a sapere nient’altro, mi fido. Vuoi salire sulle mie spalle?”.
Rosalie ammiccò “vedo che qualcuno qui ha capito come funziona. Ma comunque no, sei troppo basso” disse, assorta nei suoi pensieri “senza offesa, ovviamente” aggiunse l’istante dopo, notando il rossore che si stava diffondendo sul viso di James.
Rosalie li osservò tutti uno per uno, poi ordinò “tu, Mulciber, e il tuo amico biondo, mettetevi gattoni sotto la porta, Sirius, tu prendimi sulle spalle”. I due Serpeverde fecero per protestare, ma Rosalie li prevenne “o preferite pulire manualmente? Anche se abbiamo perso già abbastanza tempo, perciò potrete continuare anche domani”. Scambiandosi un’occhiata incerta, i due Serpeverde fecero quello che gli era stato detto. Rosalie intanto si arrampicò velocemente sulle spalle di Sirius. “Adesso sali su quei due, Sirius, un piede su ciascuno di loro. E poi stai immobile”.
James rimase a guardare la scena a bocca aperta, mentre Rosalie faceva passare prima un piede, poi l’altro, attraverso la stretta finestra. Prima di calarsi giù del tutto, però, si girò verso di lui e lo guardò dritto negli occhi.
“Se mi rompo una caviglia saltando giù, mi porterete sulla coscienza per il resto delle vostre vite” sorrise, e detto questo scomparve alla vista di James. L’attimo dopo si sentì un tonfo, e Rosalie imprecò. Lui e Sirius si precipitarono verso la porta. “Rosalie! Tutto ok?” sussurrò Sirius. La Grifondoro rise. “Miseriaccia, la caviglia! Spero di passare almeno la giornata in infermeria per saltare le lezioni. Allora sì che ne sarà valsa la pena!”. Poi la sentirono allontanarsi.
 
Dopo aver attraversato due piani cercando di passare assolutamente inosservata, Rosalie si trovò nei pressi del quadro della Signora Grassa. Mentre era indecisa se farsi riconoscere da lei uscendo allo scoperto, per poi trovare un modo per corromperla al silenzio un’altra volta, Rosalie vide sbucare dall’ombra una testa rossa facilmente riconoscibile. Sorrise, soddisfatta: tutto si stava rivelando molto più comodo e facile del previsto. Prima che Lily potesse pronunciare la parola d’ordine e scomparire in Sala Comune, Rosalie le fu di fianco e le prese la mano, trascinandola dietro l’angolo. Sperò che la Signora Grassa non l’avesse riconosciuta, ma le era sembrata impegnata in una partita a solitario, perciò non perse troppo tempo a preoccuparsene.
Quando Lily la riconobbe, aveva un’espressione tra lo scandalizzato e il colpevole. Rosalie le sorrise amabilmente “non ti chiederò dove sei stata se tu non farai domande e mi seguirai”. La bambina spalancò gli occhi verdi “seguirti dove, Rosalie?” sussurrò con voce preoccupata “non vorrai fare dei brutti scherzi ai Serpeverde per quello che è successo oggi? Emmeline ora sta bene, e voleva dirti che…”. Rosalie la interruppe, impaziente “no, no, niente di tutto questo. Anche se ammetto che non è una cattiva idea. Ma comunque no, seguimi e basta. Ho bisogno di un piccolo favore, e solo tu mi puoi aiutare!”.
 
“Lei?!” sbottò Sirius non appena la porta si fu aperta, mostrando l’esile figura dai lunghi capelli rossi di Lily. James gli diede una gomitata “Lascialo perdere, voleva dire: ciao, Lily, come va?” disse, sfoderando il più convincente dei suoi sorrisi.
Rosalie agitò la mano verso Sirius per zittirlo. “Non sei nella posizione di parlare, Sirius: Lily ha appena aperto la porta, cosa che nessuno di noi era riuscito a fare prima. A proposito, mi spieghi come hai fatto?” disse, rivolta alla rossa. Quella si strinse con modestia nelle spalle “è un semplice incantesimo di apertura, niente di particolarmente eclatante”. Remus sorrise, incredulo “ma si studia nella terza parte del programma, e noi siamo alla prima!”. “Mi sono portata avanti negli studi” sorrise Lily “adesso, mi vuoi dire di cos’è che hai bisogno, Rosalie?”.
La ragazzina indicò il caos di boccette e pozioni della stanza “li sai riordinare?”.
Lily guardò accigliata il macello, poi assunse un’espressione pensosa, che venne rimpiazzata, qualche secondo dopo, da un sorriso soddisfatto.
“Si, credo di potercela fare” sorrise. “Beh, credo non è abbastanza. Fallo!” sbottò Wilkes, che intanto era rimasto a guardare la scena in silenzio. “Non essere villano, Matthew” lo zittì Rosalie in tono severo “Lily ci sta facendo un favore senza chiedere niente in cambio, dopotutto. O io potrei sempre dire che è stato il tuo amico a farmi gonfiare in questo modo osceno la caviglia. E qualcosa mi dice che la McGrannit sarebbe disposta a credermi, nonostante non sia la sua studentessa preferita”.
Wilkes sbuffò, ma non replicò alla provocazione della Grifondoro.
Intanto Lily stava spiegando il suo piano agli amici “basterebbe un semplice incantesimo ripulente, ma se uso anche un incantesimo per disfare i bagagli, dovrebbero andare tutte ai loro posti già pulite e lucidate! Semplice, no?” concluse, con un sorriso a trentadue denti. “Semplicissimo…” borbottò Sirius. “Se non fosse che tutti questi incantesimi si studiano alla fine dell’anno” concluse James, guardando Lily ammirato. Poi, in pochi secondi, la ragazza, bacchetta alla mano, stava già facendo volare boccette da una parte all’altra della stanza, senza mai farle scontrare tra di loro. Rosalie pensò che lei probabilmente avrebbe creato un tornado o roba del genere. E che probabilmente quel tornado l’avrebbe attaccata.
Cinque minuti dopo, i sette osservavano la stanza completamente pulita e profumata, grattandosi la testa, mentre Lily li osservava con fierezza.
“Credo che il mio lavoro qui sia finito” concluse, riponendo accuratamente la bacchetta all’interno del mantello. “Già, Lily, puoi andare a letto. Noi rimaniamo qui per aspettare Gazza, dovrebbe tornare a momenti” le diede ragione James, annuendo con convinzione.
Poi, mentre Lily si stava richiudendo la porta alle spalle, pronta a rifare l’incantesimo per chiuderla di nuovo a chiave, Rosalie le urlò “ah e, Lily, scusami per averti svegliata!”.
L’ultima cosa che Lily vide prima di chiudere la porta, fu Rosalie che le faceva l’occhiolino, sorridendole così da mettere in mostra le sue adorabili fossette sulle guance. Lily pensò che Rosalie le ricordava una volpe, rossa di capelli e furba, molto furba.



Spazio Autrice:
Salve a tutti! Torno dopo parecchio tempo, spero di trovare ancora qualche vecchio/nuovo lettore!
Ci tenevo a fare alcune precisazioni riguardo questo capitolo:
1) Wilkes, Avery e Mulciber sono nomi di futuri Mangiamorte
2) tutti gli incantesimi usati da Lily si studiano davvero durante il primo anno
Per il resto, spero il capitolo vi piaccia, per ora è uno dei miei preferiti perchè da' un assaggio del caratterino di Rosalie.
Buona lettura, lasciate una recensione per farmi sapere che ne dite, se vi va!
#C

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Azeria