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Autore: _Lightning_    01/07/2018    6 recensioni
La Mark 46 pendeva dai suoi sostegni come la pelle di un animale ucciso, disarticolata, inerte e con l'elmo sfigurato ciondoloni sul petto in una tacita ammissione di sconfitta. Al centro della placca frontale, attraverso il reattore, spiccava la netta e slabbrata frattura orizzontale che non riusciva a fissare per più di qualche secondo senza che il dolore allo sterno si acuisse improvvisamente. Si portò davanti all'armatura, con lo sguardo proprio a livello del reattore in frantumi, costringendosi a fissare quella ferita sul suo secondo corpo di ferro.
Prese atto ancora una volta con un senso di smarrimento di quanto fosse profonda.

[post-Civil War // Introspettivo // Angst // PoV Tony // Missing Moments]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pepper Potts, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Schegge'
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"I got no innocence, faith ain't no privilege
I am a deck of cards, vice or a game of hearts
And still you, still you want me"


[Next To Me – Imagine Dragons]



Un mese dopo, NY, Avengers Tower


«Come è andata a Los Angeles?»

«Al solito: un mucchio di problemi che ho risolto nonostante la tua assenza e la scarsa collaborazione del consiglio.»

«Bene, cioè male. E hanno... detto qualcosa?»

«Su di te?»

«Su, uh... tutto.»

«No, e non credo avrebbero osato farlo di fronte a me

«Quando vuoi sai essere spaventosa, ma la prossima volta ti presto l'armatura: ti eviterà lo sforzo di dover guardare tutti in cagnesco.»

«Sono abituata a te, e i matusa del consiglio ti fanno un baffo.»

«Touché. Però l'armatura rimane a disposizione.»

«Mi è bastata una volta. E ti ricordo che sono claustrofobica.»

«E soffri di vertigini e sei allergica alle fragole... ti rendi conto di quante cose devo ricordarmi?»

«Quando te le ricordi. E dire che sarebbero tutti inconvenienti facilmente evitabili, se non avessi scelto di vivere con Tony Stark.»

«Anch'io ho dei difetti, molti dei quali mi rendono irresistibile e... ehi, quello è il secondo bicchiere di Chardonnay fuori orario e ti fermerò lì.»

«Da che pulpito... vuoi?»

«No, mi sono bastati due cocktail. Annacquati. Solo due, Pep. Giuro. Croce sul cuore.»

«Mh. Dove sei andato?»

«A Long Island, dove servono appunto un Long Island terribile, ci credi? E ho camminato più oggi che in tutta la mia vita, escludendo le scampagnate nel deserto; pensa che ho ripreso i mezzi pubblici dopo, quanto? Saranno vent'anni che non metto piede su un treno e...»

«... sei andato a Long Island?»

«L'ho appena detto, no? A Oyster Bay, dove... uh... c'è un nightclub che si chiama "La Perla di Oyster Bay", pensa che fantasia... che serve dei cocktail imbevibili. E poi là c'è anche... uh, te l'ho detto, no?»

«... c'è la tua vecchia casa, sì.»

«C'era. L'hanno demolita, neanche lo sapevo. Ma forse è meglio così.»

«Come stai?»

«Io? Bene.»

«Sul serio?»

«Perché non dovrei?»

«Penso che dovresti rispondere tu a questa domanda.»

«È solo una casa, Pep, e non è mai stata davvero casa mia. Sto... sto bene.»

«Ok.»

«... beh, insomma, andare là non è stata poi una grande idea, ma credo che in fin dei conti sia stata un'esperienza positiva. Credo

«Ne vuoi parlare?»

«No. Ma... m-ma forse hai ragione e d-dovrei e... oddio, non adesso

«Tony...»

«No, no, sto bene! Adesso m-mi passa, devo solo essermi raffreddato con... con tutta quella pioggia.»

«Vieni qui.»

«... ti assicuro che prima sono stato molto più macho, n-non avevo neanche gli occhi lucidi.»

«Bugiardo.»

«Neanche un po'. Ma forse avrei dovuto evitare la terapia d'urto.»

«Forse dovresti solo darti più tempo.»

«Mi sono dato più di vent'anni e non è servito. Ho pensato di... di provare a prendere in mano la situazione, per una volta.»

«... ed è per questo che sei voluto tornare a New York?»

«Mh-hm. Dovevo, come dire... finire... chiudere delle... oh, hai capito.»

«Ne avevi bisogno.»

«Sì, esatto... mi ha aiutato a capire.»

«Che cosa?»

«Che non posso aggiustare tutto. Che a volte... a volte devo lasciar andare. Che per una volta non è colpa mia. Almeno loro non lo sono. E... e poi non lo so.»

«È un inizio, no?»

«Lo spero. Ecco, vedi? Mi è passato. Ho qualche malfunzionamento del driver emotivo, tutto qua.»

«Non c'è nulla di male, Tony.»

«È che odio sentirmi... così

«Lo so.»

«Però sono pur sempre Iron Man. Passerà anche questa, come tutto il resto.»

«Certo, ma solo se smetti di scappare dai problemi e...»

«Non sto più scappando, perché credi che...»

«... e ora hai smesso di farlo.»

«... ti stia dicendo tutto questo? Oh. Sì, credo di aver smesso. Ho capito la lezione.»

«Anch'io.»

«Questo sì che è progresso, signorina Potts. Insomma, adesso sto facendo l'opposto di quel che facevo, ma...»

«... ma forse anche correre a testa bassa incontro ai problemi non è sempre la soluzione migliore.»

«Già. Lo sai che non sono mai stato bravo coi compromessi.»

«Magari ti serve solo una mano a gestirli.»

«Mi hai aiutato a gestire me stesso per anni. Tra... tra riunioni, feste, sbronze, armature, Expo, gare di corsa, omelettes bruciate, alieni e... e sicuramente sto dimenticando qualcosa...»

«Spazzatura e ville distrutte?»

«Giusto. E terroristi. E attese. E Martini in ritardo. Il punto è che... ok, non sono bravo neanche in queste cose.»

«Non puoi essere un genio in tutto, no? Sarebbe noioso.»

«Giusto. Ma per questo mi serve il tuo aiuto per... per trovare questo compromesso.»

«Sono qui, no?»

«Sì. Solo che...»

«Cosa?»

«Oh, no, tu non c'entri, è che... non so se posso trovare un compromesso qui. Forse qui è... è troppo, adesso.»

«Intendi New York?»

«S-sì. C'è troppo, qui. E non voglio anche finire a pensare troppo e prendere decisioni sbagliate come... come quando [1]...»

«Ho capito. Cosa vuoi fare?»

«Ti va di tornare a casa? A Malibu, dico.»

«Devi essere tu a decidere.»

«Ok. Allora partiamo oggi.»

«Domani.»

«Adesso.»

«Adesso dovresti dormire.»

«Sono le sette di mattina.»

«Sei stato a zonzo tutta la notte.»

«E tu sei appena tornata da tre fusi orari di distanza.»

«Allora dovremmo dormire.»

«Mh. Meglio.»

«Dopo una doccia.»

«Molto meglio.»



 

Note:

[1] Riferimento al "prequel" di questa raccolta, Lost In Translation. Anche il finale, oltre a riprendere Iron Man 3, può considerarsi legato alla fine del prequel.


Note dell'Autrice:

Ok, lo ammetto. Dieci capitoli di puro angst erano troppi anche per me, quindi ho voluto stemperare con questo interludio (una specie di intermezzo comico-musicale che non fa ridere e senza musica).
Avevo già sperimentato la narrazione dialogata ed è una tecnica che mi piace molto usare, anche se mi rendo conto che è un po' faticosa da seguire e può creare ambiguità. D'altra parte, non volevo neanche rischiare uno "spiegone" del capitolo precedente e ho preferito non appesantire troppo la cosa.

Ringrazio _Atlas_, shilyss e T612 per aver recensito gli scorsi capitoli e chiunque legga e/o abbia aggiunto la storia tra le seguite :)

Mi eclisso sperando che questo ex-cursus un po' azzardato piaccia almeno un po'.
A mercoledì/giovedì,

-Light-

   
 
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