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Autore: Douglass    16/07/2018    1 recensioni
La storia parla di un gruppo di ragazzi che si iscrivono ad una scuola per diventare degli eroi, tutto ciò durante gli avvenimenti del manga stesso (quindi della linea temporale) ma in un parte diversa del Giappone, lontana dalla regione dei protagonisti canonici. Ma il protagonista sembra ritrovarsi in quella scuola solamente per pura forzatura...
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Subito dopo le presentazioni, Yoshida continuò a parlare.

-Riguardo al mio Quirk, mi consente di controllare i capelli, vi basta sapere questo.

-Dai! Non puoi dire solo questo, non vale!

Disse Ito con la curiosità a mille, per poi ricevere subito la sua risposta.

-Devo proprio?

-Sì!

Yoshida sospirò, per poi continuare il discorso.

-Hair Control, mi permette di allungare e far ricrescere i capelli fino a cinque metri e renderli resistenti quanto l’acciaio, mantenendo però la loro flessibilità. Inoltre, posso controllare i capelli degli altri solamente per quindici secondi e solamente se ingerisco il DNA della suddetta persona.

-Ma è bellissimo! Così non devi andare dal parrucchiere!

-Proprio così...

Subito dopo, li interruppe Araze.

-Bene, noi vi abbiamo detto i nostri Quirk, ma voi non ci avete detto i vostri! Quali sono?

-Devo davvero dare spiegazioni?

Risposi io in maniera svogliata e disinteressata. Araze continuò.

-Beh, magari le tue scaglie hanno qualcosa di speciale...

Rimasi un attimo colpito dal suo interesse, ma mantenni comunque quel mio tono disinteressato.

-No, inutili e semplicissime scaglie.

-Ah...

Per mia... e sua fortuna... intervenne Yoshida, che probabilmente aveva capito il mio essere infastidito dalla questione.

-Tu invece, Ito-san?

-...

-Ohi?

-...Non vorrei parlarne...

-Non sei la stessa persona che ha insistito per sapere i dettagli del mio Quirk?

-...Vai, Marie...

Come previsto, Nephilim uscì dal suo braccio.

-Io sono Nephilim, potete chiamarmi Marie se volete! Sono il Quirk di Arisa, sono un demone cosciente e sono al contempo il suo sangue!

Entrambi guardarono il sangue parlante in modo quasi sconvolto.

-Wow...

Disse Yoshida, per poi rimanere in silenzio e lasciar parlare Araze.

-Che... ma che... ma che figata!

Gli occhi di Araze sembravano luccicare dall'emozione e dallo stupore, tanto che alzò persino il tono di voce. Dopo quella reazione, Nephilim si mise a ridere con un tono davvero felice, come se finalmente avesse incontrato qualcuno che l'apprezzasse. Effettivamente, Ito ci litigava spesso, io anche ci avevo già discusso e Yoshida non disse altro eccetto "wow".

Mentre noi tre guardavamo la scena, Nephilim e Araze continuavano a parlare entusiasti.

-Ma quindi... saresti sangue coagulato parlante o semplicemente una forma di parassita?

-Quindi mi consideri un parassita...?

Il tono di Nephilim cambiò completamente, quasi a sembrare offeso.

-Uh? Aaaah no no, certo che no! Ah ah ah...

La sua nervosa risatina finale rendeva chiaro il suo essere in difficoltà vista la situazione, ma fu in quel momento che mi ricordai di un mio dubbio, ed ero certo che Araze poteva darmi una risposta, così li interruppi, salvando anche il ragazzo dalla sua figura di merda.

-Ah! Giusto, Araze-san, le persone che hanno un Quirk simile al tuo come hanno fatto a superare l'esame d'ammissione? Credo sia difficile salvare dei manichini se per usare il Quirk devi guardarli negli occhi, no?

-Per quelli con il Quirk simile al mio o comunque che non permettono il combattimento diretto, hanno fatto un colloquio con i professori per mostrare le proprie abilità e... niente, alla fine sono stato ammesso.

-Ah... quindi per voi è stato più facile...

Appena lo dissi, sia Nephilim sia Ito mi guardarono male, mentre Yoshida continuava ad avere quell’espressione fredda e distaccata, che ti impedisce di capire cosa stia pensando... sinceramente, non mi sarei mai aspettato d’incontrare una persona con più o meno il mio stesso atteggiamento. Mentre notai l’indifferenza di Yoshida, però, Araze mi rispose.

-Insomma... non è stato facile lo stesso... ma basta parlare di come sono stato ammesso.

Detto ciò, scoppiò in una risata che sembrava più fatta appositamente per sdrammatizzare, anche se, a differenza di Ito e Nephilim, Araze sembrò non essersela presa o cose simili.

-Tornando al discorso di prima, oltre al fantomatico ninja, quali altri professori avete?

Ci chiese Yoshida con tono curioso e, stranamente, fu Nephilim a rispondergli.

-Abbiamo avuto Kubo! È il nostro coordinatore di classe e insegna matematica, ma oltre a lui e il fissato con i ninja, non abbiamo ancora avuto nessun altro!

-Voi invece? Chi avete avuto?

Disse Ito, apparentemente più curiosa di Yoshida, che le rispose subito.

-La nostra rappresentante di classe... ci insegna inglese dato che è madre lingua, si chiama Athena Young e lavora anche all’infermeria della scuola. Se non ho capito male, il suo Quirk: Empathy, consiste nell’emettere un fumo capace di danneggiare qualcuno o curarlo... la parte negativa è che lei sente lo stesso dolore.

-Ah noi abbiamo anche un professore che se non lo vedrete non ci crederete mai! Ci insegna economia domestica ed è tipo... tenetevi prontiiii.... uno slime!

Quando disse "uno slime" alzò di molto il tono di voce, praticamente quasi urlandolo, come se volesse sorprenderci.

-Ah ma non la tipica cacchina blu di Dragon Quest eh, ma è tipo un essere umano tutto trasparente che sembra fatto di acqua! Infatti si fa chiamare Aquos ed è fighissimo! Davvero! Cioè avete presente Chaos di Sonic? Ecco, lui ma più umano e buono.

Sia Ito sia Nephilim erano completamente disorientate dalla sua descrizione, evidentemente non avevano mai toccato un videogioco in vita loro, di conseguenza presi io la parola.

-Sembra... interessante ma... Aquos? Davvero? Un nome meno ridicolo non riusciva a trovarlo?

-Fidati... non sei l’unico ad averlo pensato...

Disse Yoshida piuttosto imbarazzato da quel nome. Successivamente, passammo il resto della pausa pranzo a parlare di come ci sembrava la scuola e quali “fantastiche” prove ci avrebbero aspettato fino al suono della campana. Appena la sentimmo suonare, subito ci salutammo e ci dirigemmo ognuno nelle proprie classi.

Mentre Ito e io camminavamo verso la nostra classe, lei mi rivolse la parola con un’aria contenta.

-Allora? Non ti sembrano simpatici quei due?

-Ma sì dai, tu e Araze siete identici a livello di entusiasmo.

-Anche tu e Yoshida siete identici a livello di entusiasmo.

-Cioè?

-State sempre zitti! Sembrate delle mummie!

-Non sono stato sempre zitto!

-Marie ha parlato con loro molto di più rispetto a te...

-Buon per lei allora.

-Eddai!

-Cosa c’è adesso?

-Perché non provi a socializzare con loro anche tu?

Avrei davvero voluto rispondere con un secco “non me ne frega nulla”, ma ancora una volta mi ricordai la situazione in cui mi trovavo.

-Il punto è che...

-Il punto è che...?

-Sono una persona timida, ok?

-Ah... in tal caso, possiamo aiutarci a vicenda per smettere di esserlo!

-E tu saresti timida?

-Sì... non ricordi quando ti ho chiesto di uscire ieri...?

-Beh..., in effetti, sì, ma sei timida soltanto all’inizio, dopo un po’ diventi quasi insopportabile.

-E-Ehi!

-Dai, scherzo.

-Comunque... sono felice di aver deciso di parlare proprio con te...

-Eh? In che senso?

-Perché qualche cosa in comune l’abbiamo... siamo entrambi timidi... ma sono sicura che collaborando potremmo entrambi superare questa cosa e farci tanti nuovi amici!

Dopo quella frase, capii che la mia vita sarebbe stata ancora più difficile... non sono mai stato timido e in quel momento non m’importava quasi nulla di Ito... e il solo pensiero che lei già riponeva una così grande fiducia in me mi tormentava. Che cosa sarebbe successo se non avessi mantenuto le sue aspettative? Mi avrebbe evitato? Se così fosse stato, anche il resto della classe mi avrebbe evitato... e io sarei rimasto solo, di nuovo. Il vero motivo per il quale non volevo socializzare con Yoshida e Araze, nonostante quei due ragazzi avessero tratti di personalità in cui mi riconoscevo e che mi lasciarono perplesso, era che non volevo trovarmi in situazioni come questa, costretto a non deludere le aspettative di una compagna, quindi a mentire ancora di più rispetto a prima.

-Già... ci faremo tanti nuovi amici...

Ito ed io tornammo in classe dove, dopo poco tempo, arrivò una professoressa dai capelli argentati, con un costume attillato completamente bianco a strisce nere e con degli strani stivali e bracciali. Una volta messa la borsa sulla cattedra, si mise in piedi al centro della classe e iniziò a parlare con una voce dolcissima.

-Piacere di conoscervi, studenti! Io sono la vostra insegnante d’inglese: Shigeno Yumeko, anche conosciuta come Telekinesis, se volete. Ora iniziamo la lezione e soprattutto spero di rendervi questa materia il meno pesante possibile!

In seguito, cercando su internet, scoprimmo che il suo Quirk, Psyche, le consentiva di rilasciare dei fasci di luce da lei chiamati “raggi psichici”. Se qualcosa o qualcuno veniva toccato da quei raggi, lei avrebbe potuto muoverlo nello spazio circostante a suo piacimento, ma nel caso lei esagerasse con l’uso del Quirk, quest’ultimo diventerebbe molto più difficile da controllare (la traiettoria dei raggi e come muovere gli oggetti o le persone). Insomma, non a caso il suo nome da eroe era Telekinesis.

La lezione sembrò volare via e finalmente arrivammo alle ultime ore della giornata. Dopo che la professoressa d’inglese se ne andò, ne arrivò un’altra (anche se a prima vista sembrava maschio) con i capelli biondi e lunghissimi, vestita con un lungo abito rosso e una maglia nera come i pantaloni e gli stivali. Sembrava molto seria e molto tranquilla.

-Mi presento, mi chiamo Konomi Mae, conosciuta come The Alchemist. Il mio Quirk, Mida’s Touch, mi permette di attivare delle ghiandole che ho in tutto il corpo semplicemente toccando i polpastrelli di una mano con quelli dell’altra. Queste ghiandole rilasciano una polvere dorata che, se si poggia su un essere vivente, lo immobilizza completamente. La durata dell’effetto è direttamente proporzionale al tempo in cui io rimango immobile, altrimenti l’effetto della polvere si attiva anche su di me. Io sarò la vostra insegnante di storia dell'arte moderna degli eroi. Vi auguro un bellissimo anno in questa scuola.

Tutto quel discorso, detto in quel modo monotono, fece quasi addormentare la classe; infatti, la lezione non fu molto facile da seguire.

Dopo una lezione apparentemente interminabile, finalmente suonò la campana delle quattro del pomeriggio, che segnava la fine della giornata scolastica. Non appena iniziai a mettere a posto le mie cose nella cartella, mi ritrovai subito Ito accanto.

-Allora? Dove usciamo?

Mi chiese con il sorriso stampato sul volto. Nonostante ciò, le risposi con un tono inespressivo, meglio di quello non riuscivo a fare.

-Non ne ho la benché minima idea, tu?

-C’è una pasticceria qui vicina che si chiama Aoharu! Fanno dei dolci buonissimi e la ragazza che la gestisce è simpaticissima!

-Se ci tieni così tanto...

Ito andò verso l’uscita della classe, fermandosi all’uscio e girandosi verso di me.

-Dai sbrigati!

Note:

1) Il personaggio di Athena Young non è mio, è di una mia conoscente che ringrazio ancora per avermi permesso di utilizzarla come infermiera per la fan fiction.

2) Mae Konomi è (palesemente) ispirata a Edward Elric di Fullmetal Alchemist.

   
 
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