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Autore: Sacchan_    19/08/2018    1 recensioni
La sabbia che scotta, il rumore delle onde, la bancarella ambulante che vende gelato e granite... Atsushi non avrebbe potuto chiedere niente di meglio per festeggiare quel giorno di improvvisa libertà che il signor Kunikida aveva concesso ai membri dell'Agenzia dei Detective Armati... Peccato che la scomparsa di Dazai mandi all'aria tutto! E il nostro giovane detective si ritroverà, suo malgrado, a doverlo cercare in lungo e in largo per tutta la spiaggia.
O meglio, la prima volta di Atsushi al mare!
Leggeri accenni di DazAtsu.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Atsushi Nakajima, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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bsd summer
Intro: La sabbia che scotta, il rumore delle onde, la bancarella ambulante che vende gelato e granite... Atsushi non avrebbe potuto chiedere niente di meglio per festeggiare quel giorno di improvvisa libertà che il signor Kunikida aveva concesso ai membri dell'Agenzia dei Detective Armati... Peccato che la scomparsa di Dazai mandi all'aria tutto! E il nostro giovane detective si ritroverà, suo malgrado, a doverlo cercare in lungo e in largo per tutta la spiaggia.

Liberamente ispirata all'evento estivo di Bungou Mayoi; si ringrazia la noia di un giorno di ferragosto, il mal di pancia di un'amica e il sentirsi giù di morale di un'altra che mi hanno impedito di uscire, più i miei continui fail nello scoutare a Mayoi dove ogni volta spero di trovare Dazai e Dazai non c'è mai, per tanto da lì è nata... codesta cosa?

Non aspettatevi chissà che cosa... si tratta pur solo di una lettura estiva. ^.^

Disclaimer: I personaggi qui menzionati non mi appartengono.





SPIAGGIA DI GUAI

(o meglio... la prima volta di Atsushi al mare)



Atsushi non avrebbe davvero potuto chiedere niente di meglio per quel giorno.

La sabbia che scottava, il rumore dell'infrangersi delle onde, il chiacchiericcio dei bambini, le conchiglie trovate sul bagnasciuga assieme a  Kyouka e Kenji, la bancarella che vendeva gelato, granite e bibite fresche...
Per lui, che il divertimento da spiaggia nemmeno sapeva cosa fosse, non essendoci per giunta mai stato, tutto questo poteva benissimo essere paragonato al paradiso.
Certo, quella mattina, quando aprì le porte dell'ufficio dell'Agenzia, non avrebbe mai pensato che le cose avrebbero preso una piega così inaspettata; difatti si trovò di fronte a uno scenario del tutto insolito, per quanto abitudinario: il signor Kunikida che stava letteralmente pregando il signor Rampo, supplicandolo di risolvere l'ennesimo affidatogli per non infangare il buon nome dell'Agenzia.
Ma il signor Rampo Edogawa, di liquidare quel caso, di voglia proprio non ne aveva; anzi continuava a sventolarsi con un ventaglio di carta, lamentandosi del caldo, dicendo che non avrebbe sbrigato alcun nuovo incidente, almeno fino a quando non avrebbe riempito il suo stomaco di delizioso gelato, accompagnato da una montagna di ghiaccio tritato.
Il signor Kunikida si offrì persino offerto di andarglielo comprare, ma questo fece irritare ancora di più Rampo che, guardandolo con una smorfia amareggiata sul viso, gli puntò un dito contro.
"Pensi che del gelato, comprato da una bancarella qualunque, sia migliore di quello gustato su una spiaggia e accompagnato da un buon cocktail fruttato?"
"Colpito e affondato." Pensò Atsushi quando vide Kunikida spalancare gli occhi e annotare quella nuova scoperta sul suo taccuino.
Così erano finiti sulla spiaggia di Yokohama, per la felicità di Rampo e di tutti gli altri membri dell'Agenzia; un po' meno per quella di Kunikida che, ancora una volta, si era visto il suo perfetto programma giornaliero venire sventrato, e stavolta da qualcuno che non era nemmeno Dazai.
Nonostante tutto Atsushi era davvero contento di trovarsi lì: era bello vedere Kyouka sfoggiare una canotta estiva a balze e tenere i capelli legati da dei fermagli a forma di girasole, mentre correva a piedi nudi sulla sabbia e si dilettava a divorare dei ghiaccioli; così come era bello scorgere la dottoressa Yosano rilassata sotto al sole, nell'intento di prendere una tintarella; mentre Kenji si buttava in acqua con una rete da pesca e si divertiva a tirare su pesciolini per poi lasciarli andare; persino Rampo si era quietato, diventando lo spacciatore di gelato preferito da Kyouka.
Atsushi mentalmente pregò che ai due non venisse il mal di pancia ad andare a sera.

Solo Kunikida fu l'unico che non sembrava sciogliersi: difatti continuò a impartire ordini a destra e a sinistra; cose come "Kenji! Non buttarti in acqua, hai appena mangiato!" o "Non penserete mica di fare il bagno senza prima aver fatto dell'esercizio fisico?"
Fortunatamente, verso mezzogiorno, i due fratelli Tanizaki sopraggiunsero portando il pranzo al sacco per tutti, Atsushi già si vide con l'acquolina alla bocca.
"Un momento..." Dichiarò Kunikida all'improvviso, spingendo in alto gli occhiali. "Non manca qualcuno all'appello?"
I restanti detective dell'Agenzia si guardarono l'uno verso l'altro, cercando di capire a chi Kunikida si stesse riferendo.
Al Presidente, forse? Eppure il signor Fukuzawa si era recato fuori città per un affare molto importante e tutti loro lo sapevano.

Magari si trattava della signorina Haruno, ma il giorno prima aveva esplicitamente dichiarato che si sarebbe presa un giorno di ferie ed era impossibile che Kunikida se ne fosse scordato.
La spina dorsale di Atsushi fu attraversata da un brivido per nulla rassicurante.
"Mi sto riferendo a quel nullafacente macchina-sprecabende di Dazai!" Sbraitò. "Si può sapere dove diavolo si sarebbe cacciato?"
"Lo sapevo..."  Sospirò mentalmente Atsushi, incurvando le spalle.
"Oh, andiamo!" Tentò di sdrammatizzare Yosano, sventolando una mano in aria. "Lo conosci. Sarà già sdraiato sul fondale del mare, o perso in qualche bar mentre cerca di convincere le ignare cameriere a commettere suicidio con lui."
"Più che altro: ma ci è venuto anche lui in spiaggia?" Rimuginò Atsushi spostando lo sguardo da Yosano al detective occhialuto.
Tale risposta non soddisfò affatto Kunikida che finì, invece, per esagitarsi maggiormente, urlando ai quattro venti come aveva usato il budget giornaliero dell'Agenzia per comprare il cibo del pranzo, dividendolo equamente per i presenti, tenendo conto delle necessità alimentari di ognuno e delle calorie che sarebbero servite per affrontare al meglio quella giornata di mare, sotto al sole.
"Ed è inammissibile che quello stolto di Dazai mi mandi all'aria tutto, dopo che ho progettato questa giornata nei minimi dettagli!"
Atsushi vide Kunikida girarsi inquietantemente nella sua direzione e subito gelò sul posto.
"Tu, moccioso! Vai e cerca Dazai, trovalo nel minor tempo possibile e, ricorda, fino a che non torni nessuno toccherà il pranzo, intesi?"
Un lamento generale si levò nell'aria, lamento di cui Atsushi non si avvide a partecipare, vista la sua nuova, sfortunata, missione.
"Eeeeehh?"



Nel giro di dieci minuti tutti tornarono a fare quello che stavano già facendo: Yosano a prendere il sole, Kenji e Kyouka a pescare pesciolini, Rampo a riempirsi di granita e i fratelli Tanizaki a... pomiciare sotto l'ombrellone.
Tanto sapevano che Kunikida difficilmente avrebbe ceduto, visto il suo alto livello di nervosismo. Solo Atsushi rimase imbambolato sul posto, in balia degli eventi e con la perenne domanda in testa del "E adesso cosa faccio?"; colpendosi le guance da solo convenne che autocommiserarsi non avrebbe portato alcun risultato, perciò si sarebbe gettato a capofitto in quella missione: avrebbe trovato Dazai e poi si sarebbe riempito la pancia con il pranzo che Juunichiro e Naomi avevano comprato per tutti loro.
Pieno di fiducia in se stesso decise di tagliare immediatamente la testa al toro avvicinandosi al signor Rampo. Era certo che le sue ultra-deduzioni gli avrebbero fatto trovare il signor Dazai in un baleno, così finalmente tutti si sarebbero riuniti in cerchio per mangiare e la giornata sarebbe proseguita nel migliore dei modi.
"Ehm, Rampo-san..." Lo chiamò timidamente Atsushi sperando di non disturbare troppo il detective pupillo dell'Agenzia, fin troppo impegnato a versare una quantità esagerata di ghiaccio tritato nel contenitore della sua prossima granita.
"Zitto, Atsushi! Per colpa tua sarò costretto a saltare il pranzo. Non guastarmi il mio spuntino con la mia granita." 
Atsushi ridacchiò nervosamente -da quando in qua era colpa sua, poi?-, ma decise di fare finta di nulla e di proseguire il suo discorso.
"Mi stavo giusto chiedendo se lei avesse qualche indizio da darmi su dove trovare il signor Dazai, così che possiamo metterci tutti quanti a pranzare il prima possibile." Atsushi tentò timidamente di fare leva sulla questione cibo per convincere Rampo a risolvere il caso della scomparsa di Dazai; pensò persino di aver colpito nel segno quando lo vide spalancare gli occhi e, per una volta tanto, si sentì vittorioso.
Peccato che Rampo si girò annoiato dall'altra parte.
"Non mi va."
Talmente bella da essere vera, quella sensazione di vittoria, che Atsushi avvertì una forza macigna fargli sprofondare i piedi nella sabbia.
"Ma perché?" Si lamentò Atsushi ad alta voce, indirizzando quella domanda più che altro a se stesso che al signor Rampo.
Rampo sbatté le mani contro il bancone della bancarella ambulante.
"Ho lasciato gli occhiali in ufficio! E senza quelli la mia Abilità non funziona!"
Forse c'era ancora una speranza, si disse mentalmente Atsushi. Magari bastava fare leva sull'orgoglio di Rampo, dargli un contentino, qualsiasi cosa... a Rampo non servivano i suoi occhiali per avere in cambio le sue deduzioni; bastava smuoverlo un po' e il gioco era fatto.
"Oh, uhm, sono certo che il signor Rampo sia in grado di usare la sua Ultra-Deduzione anche senza i suoi magnifici occhiali. Anzi, sono sicuro che, se ci provasse..."
Ma l'insistenza che Atsushi gli riservò non fece altro che alimentare l'indisponenza di Rampo, unito al fatto che stava per pregustare la sua deliziosa granita ed era invece stato interrotto. Alzando ancora più la voce, come un bambino petulante, e sbattendo i piedi a terra, Rampo iniziò a dare delle escandescenze.
"Se ho detto che non mi va, non mi va! Vuoi un consiglio? Allora gira in lungo e in largo per la spiaggia, prima o poi lo troverai! E ora via, sciò!"
Atsushi incassò sconfitto la testa nelle spalle: era inutile continuare con il detective in quello stato.
"Oookkk..."



Abbandonato Rampo, Atsushi si era perso nel contemplare la vastità della spiaggia: non importava se rivolgeva gli occhi a destra o a sinistra, il litorale rimaneva fin troppo lungo per essere perlustrato a piedi, le persone che lo popolavano erano fin troppe e, se proprio voleva dare retta alle parole della dottoressa Yosano, c'erano troppe donne e ragazze in bikini che rispettavano i canoni dei gusti femminili di Dazai Osamu.
Atsushi avrebbe anche potuto fermare qualsiasi donna, di passaggio vicino alla riva, per chiedere se uno strano tizio con manie suicide le avesse avvicinate, ma ci sarebbe voluto fin troppo tempo, e non era nemmeno sicuro che quella fosse la pista giusta da usare.
Immerso in questi ragionamenti non si accorse di essere finito a sbattere contro le gambe di Yosano che, sdraiata sulla sabbia con l'ausilio di un telo da mare, si godeva beatamente il sole.
"Mmm, ma che cavolo, Atsushi-kun... fai attenzione a dove cammini." Mormorò lei stiracchiando le braccia.
Atsushi si scusò per la sua sbadataggine, ma la dottoressa non sembrò avvidersene. Al contrario, si girò sulla pancia decretando che era arrivato il momento di cambiare posizione, se non voleva ritrovarsi con una fastidiosa abbronzatura non uniforme.
"Atsushi-kun, saresti così gentile da mettermi la crema nella schiena? La trovi lì, dentro la mia borsa."
Il ragazzo acconsentì e si chinò per estrarre fuori il flacone di protezione solare da una tasca del borsone, per poi versarne una generosa quantità di crema sulle mani, iniziando a spalmarla sulla schiena di Yosano partendo dalle spalle e scendendo verso il basso.
"Come immaginavo le tue mani sono davvero morbide... mi verrebbe quasi voglia di amputarle e studiarle." Mormorò la donna con voce assonnata, strappando un'ulteriore risatina nervosa ad Atsushi. Le mani gli servivano ancora.
"A proposito, Yosano-san..."
La donna annuì, capendo immediatamente cosa il giovane volle dirle.
"Sì, lo so. Hai chiesto consiglio a Rampo su dove trovare Dazai, ma non è andata come speravi e ora ti ritrovi con un pugno di mosche al naso. Lo so."
"Già..." Asserì Atsushi desolato, finendo di massaggiare la crema.
"Sei stato sfortunato. Rampo non desidera affatto essere disturbato mentre sta mangiando..." 
"E considerando che passa il tempo sempre a mangiare, non vuole essere disturbato mai." Osò pensare Atsushi nella sua testa.
"...ma forse io posso darti qualche consiglio." Yosano terminò la frase biascicando le ultime parole.
Atsushi si illuminò talmente tanto dalla gioia, per quell'aiuto inaspettato, che finì per afferrarle il polso istintivamente, nella speranza che la donna non si addormentasse senza prima aver finito il discorso.
"Davvero? E dove?" Domandò alzando, senza volerlo, la voce: non poteva lasciarsi sfuggire quell'opportunità, per nulla al mondo!
Scacciando via la presa di Atsushi, Yosano si coprì gli occhi con una mano per ripararli dal sole, nel frattempo sollevò l'altro braccio puntando il dito un punto in lontananza. Yosano additò una fila di scogli posti al termine della spiaggia, erano un po' lontani, sì, ma in realtà neanche tanto. I scogli più in basso erano occupati da persone intente a pescare o a prendere il sole, quelli posti più in alto, beh...
"Li vedi anche tu quegli scogli belli alti? Non sono perfetti per chi si vuole buttare in mare? Che dici? Magari vale la pena andare a darci un'occhiata?"
Atsushi si mise immediatamente in piedi. Effettivamente, a guardarli bene, quegli scogli sembravano perfetti per uno che voleva tuffarsi in acqua. Su alcuni di questi c'erano persino dei ragazzi che si divertivano a gettarsi in mare sfruttando l'altezza; non che Dazai si sarebbe lanciato da lì per divertimento, però poteva esserci la possibilità che, vedendoli, il suo istinto suicida avesse preso il soppravvento.
"La ringrazio, dottoressa Yosano! Questa è un'ottima pista da seguire!"
Di sicuro non c'era molto tempo da perdere, e Atsushi di tempo ne perse fin troppo, così decise di incamminarsi velocemente verso quegli scogli. Peccato che dopo appena un passo ruzzolò a terra, sollevando un polverone di sabbia, e non capì come avesse fatto a inciampare. Se ne accorse soltanto quando vide la mano di Yosano stretta intorno a una sua caviglia; Atsushi la guardò dubbioso e fu allora che si spaventò seriamente a causa del sorriso sinistro con cui la donna deformava il suo viso.
"Oh, e ancora una cosa, Atsushi-kun. Quando troverai il suo cadavere portamelo, ok? Sono anni che smanio di vivisezionarlo vivo, ma non riesco ad avvicinarmi a lui a causa della sua Abilità, magari da morto..."
Atsushi non seppe nemmeno cosa dire a riguardo, per questo non disse nulla. Si rialzò soltanto per allontanarsi da lei il prima possibile, prima che la mente perversa del medico dell'Agenzia pensasse a chissà cosa e lui si ritrovasse, suo malgrado, coinvolto.
"Mi dispiace, Yosano-san. Ma questo davvero non posso farlo."
Mentre correva verso gli scogli, di certo Atsushi non avrebbe mai immaginato che la sua disperata ricerca avrebbe subito nuovamente un rallentamento.
Lo capì soltanto quando vide Kenji chiamarlo e venirgli incontro; Atsushi avrebbe potuto benissimo ignorarlo, ma Kenji si dimostrò essere sempre un angioletto puro e aggraziato, sopprattutto con quel sorriso candido e sincero che sapeva esibire in pubblico fin troppo bene. Nemmeno Atsushi, che comunque era un giovane puro e di buon cuore, seppe resistergli, per questo i suoi piedi si arrestarono immediatamente dalla corsa verso gli scogli. Chissà che cosa aveva fatto ora di male per subirsi anche Kenji.
"Dannazione." Imprecò mentalmente, e gli scogli lo salutavano ancora da lontano.




(per la gioia, o forse no, di Atsushi questa storia deve continuare...)


   
 
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