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Autore: mitchie Justice    02/10/2018    0 recensioni
Cosa fa una ex-suicida quando non ha soldi per pagare uno psichiatra? Tiene un diario online e si trova amici virtuali, triste storia eh? Ma ehi, bisogna pur trovare il modo di tenere dura.
Amber 19 anni, o quasi 20 anni...Who's care? Ragazza problematica? Non posso saperlo con esattezza, non sono un medico, ma solo una scrittrice che sta ancora cercando di capire come scrivere. Sei annoiato/a? Take some pop corn and let's start or end, punti di vista!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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                                                                                       DEAR MISTER
                                                             
Oh I wonder what God
Was thinking
When he created you
I wonder if he
Knew everything I would need
Because he made all my dreams come true
When God made you
He must have been thinking about me



Ho deciso di intitolarlo edizione speciale perché avevo in mente di iniziare diversamente, ma ancora una volta Mister mi stravolge i piani. Che personaggio rappresenterà mai per Amber? Good or Bad? Giudicate voi stessi.
Oggi Mister invecchia, yep, chiameremo il personaggio Mister. Nada da aggiungere. Chiederò nuovamente alla mia cara amica Baker di prestarmi le sue battute, permettete?

Mister siediti comodamente e, goditi il tuo capitolo…potrebbe essere lungo! Provate voi a riassumere 4 anni in poche righe. Pff, chi vince ottiene…un bel niente, ma accettate la sfida solo per il gusto di farlo. Okay, caro diario torno seria.
 

Caro Mister, grazie.
Ti lamenti spesso che non riesca a pronunciare una parola così semplice, quindi, iniziamo pure da essa. E’ passato un sacco da quel lontano Aprile. Do you remember? Te l’ ho raccontato così tante volte che potresti narrare al posto mio, ma eviterei. Non ti lascerò farmi sembrare una persona disperatamente innamorata di te, nemmeno per il tuo compleanno…è troppo chiedermi.
Torniamo però a quel giorno, ti spiace? Anyway, lo faccio lo stesso.
Ero appena tornata da Gardaland e mi toccava passare il resto del weekend ad uno stupido ritiro spirituale, non fraintendermi; non avevo nulla contro Dio, mai avuto da ridire con il grande capo, ma tutta sta storia di vivere Dio al quotidiano mi sembravano fesserie. A quell’ epoca credevo che mia madre fosse pazza e da rinchiudere e, quindi, l’idea di partecipare a quell’ incontro non era altro che una grande punizione per me, ma era stato il prezzo a pagare per potere andare a Gardaland. Mi ricordo che mi guardavo intorno un po’ spaesata e mi ripetevo “ Amber cerca di non attirare l’ attenzione” E, così mi sedetti in disparte e cominciai ad osservare con tanta discrezione le persone. Amavo dire di me stessa che fossi una delle migliori allieve di Holmes. Mi guardavo in giro con tanta curiosità, mi piaceva un botto immaginare la storia di ciascuna persona che  mi cadeva sotto tiro. Tu finisti nel mio mirino, fu uno degli errori più belli della mia vita. Ti vidi che chiacchieravi di gusto con quella che poi si rivelò essere solo la tua migliore amica. Vi guardai e pensai” Lui viene al ritiro e al posto di cercare Dio, se la spassa con quella ragazza” Vi odiai entrambi dal primo momento. Quello era stato il nostro primo incontro, in quel modo eri entrato nella mia vita. Poiché  non vi è uno senza due, non posso che ricordare anche la seconda volta che ti vidi. Ero venuta a trovare una cara amica e, immagina la delusione di vederti lì: fu traumatico scoprire che fossi il fratello della mia nuova amica. Ricordo esattamente la scena, mi diressi verso la cucina a posare la torta che le avevo portato e ti trovai che lavavi i piatti. Che ragazzo alto pensai, nulla di più. Mi spiace ma andò proprio così, almeno è ciò che ricordo.  Ti voltasti leggermente verso di  me e, al volo intuii che mia madre aveva visto giusto: il ragazzo che tanto odiavo era il  fratello di Darling; chiameremo così tua sorella. Privacy!
Lo sguardo che ti lanciai fu fatale, capisti che non mi piacevi e, non finsi nemmeno un po’. Passammo un anno intero a guardarci malissimo, ad urlarci contro le poche volte che parlavamo; non ti sopportavo, lo sapevi e la cosa ti divertiva. Ammettilo, ti piaceva venire alle feste che dava mia madre solo per vedere la mia faccia imbronciata, poco galante caro, poco galante. Ricordo ancora quella volta che il marito di tua sorella ti chiese di riaccompagnarmi a casa. Ci ritrovammo solo e soletti; cari lettori so a cosa starete pensando, ma mi tocca fermarvi immediatamente. Mister non mi rivolse la parola, si incamminò avanti e, per essere sicuro di non sentirmi si mise gli auricolari. Ogni passo che facevamo non potevo smettere di urlarti contro quanto ti odiassi ”I Hate you! I Hate you! I hate you! In quell’istante mi sembrasti un gran cafone, lasciare una giovane ragazzina dietro in piena notte, che irresponsabile! Potevo finire tra le grinfie di un maniaco o peggio gli alieni avrebbero potuto rapirmi. Lo so che fu un enorme sbaglio guardare Amabili Resti, quel film mi faceva vedere maniaci ovunque. Mentre la mia fantasia divaga senza reale meta, mi ritrovai a ricordare la discussione che ebbi con tua sorella tempi addietro.
“ Amber come deve essere il tuo ragazzo ideale?” mi chiese darling; cominciai ad elencarle la lista che stirai all’ età di sette anni. Avevo già le idee chiare, oh mi mancano quei tempi.
 
“ Mio fratello ha tutto quello che desideri!” La fulminai con lo sguardo, era una battuta di pessimo gusto.
“ Non sposerò mai tuo fratello!” E, quella sera non feci che darmi ragione. “Io non sposerò uno come te!” pensai, mentre rientravo a casa mia; mi avevi abbandonata lì e poi proseguito senza nemmeno salutare. Dubito fortemente che Dio sarebbe stato fiero di te; okay, forse nemmeno di me, ma ehilà è il tuo capitolo, non il mio. Speravo che quella sera sarebbe stata l’ ultima, che poi magicamente saresti scomparso e, invece no. Indovinate un po’ chi si trasferì sotto casa mia? Wrong people! Darling e non mister; Darling e famiglia divennero i miei vicini, ero felicissima, ma si sa che non si è mai abbastanza prudenti. Non potevo certo immaginare che tu avresti perso la borsa di studio e che ti saresti installato a casa sua. Ora, avevo il mio peggior nemico a domicilio.  Sono sicura che Hannah sarebbe d’ accordo con me, possiamo metterlo come buon motivo per farla finita; ma morire sarebbe stata come dargliela vinta..it will never happen people, never! Tua sorella mi prese da parte e mi fece promettere che sarei stata gentile con te, che pizza! Quindi niente piu’ guerra? Non poteva lasciarmi ignorarti in pace? Ma cosa non farei per lei e, così decisi di tollerarti. Iniziai con il salutare, ma non ti degnavi nemmeno di rispondere.
“ Calmati Amber, respira, lo fai per il bene di Darling!” Quanta pazienza, mi meritavo un oscar. Aiutammo tua sorella per il trasloco e, per farlo parlammo. Non avremo dovuto farlo, certe volte penso che sarebbe stato un bene e che non sarei seduta in questa stanza a battere al computer, potrei fare un tubo e invece, voglio fare qualcosa di originale per te. Bleah, fermatemi, mi sento male. Che schifo! Okay, mi riprendo, datemi un attimo un bicchiere di acidità e si può riprendere. Quel giorno si sciolse definitivamente il ghiaccio tra di noi, orrore. Parlarti mi piaceva, wait a need one more glass. I Can handle this, yes I can! Non voglio farmi venire il diabete. Sembra troppo romanzata anche per me, eppure, è andata così. Volevo una storia mozzafiato e Dio mi ha accontentata. Quel pomeriggio mi ero divertita così tanto che mi spiaceva che finisse, volevo che tu mi scrivessi. Non sono mai stata quelle ragazze cliché che aspettano che lui faccia il primo passo, nope. Sono più dell’ idea che se vuoi una cosa, fai in modo che ciò succeda. Così con una scusa campata all’ aria, ti lasciai il mio numero di telefono e, mi augurai che fossi così intelligente da capire il messaggio subliminale. Passai tutta la serata a controllare il telefono, ero in ansia e non sapevo nemmeno bene perche'; mi stavo gia’ arrendo quando sentii vibrare il telefono. Un messaggio da Lui. Ti avevo salvato così perché non riuscivo a mettere semplicemente il tuo nome e un soprannome? Era correre troppo, Lui andava benissimo. Rimasi svegliai fino a tardi e, stranamente la domenica non sbadigliai al culto. Wow.
Cominciamo a scriverci come un umano respira, senza sosta. Il mio cellulare non smetteva un attimo di vibrare e, le notte insonne? Non erano un problema, dormivo poche ore ma ero carica come non mai. Ci scambiamo le password del telefono, tutto si faceva così naturalmente. Parlavamo di tutto, del ciclo, del calcio, delle persone con cui ci frequentavamo di tutto. Mi davi consigli, eri come un fratello maggiore/migliore amico. Ti raccontai le mie paure più profonde, le voci in testa. Non avevamo segreti, e Dio solo sa quanto avevo desiderato un amico. Ma era davvero solo amicizia? All’ inizio credo di si’, non mi rendevo conto di ciò che stavi diventando per me. So solo che ad un certo punto, parlare delle ragazze con cui ti sentivi mi dava fastidio e, non poco. Stranamente le cotte passate non mi dicevano niente, la prima a notare questo ravvicinamento? Beh, diciamo pure tutti. Tutti in casa capirono prima di noi quello che stava succedendo. Un giorno , tua sorella mi chiese se volessi che ti domandasse di lasciarmi in pace; dovetti confessarle che la cosa non mi dispiaceva, anzi. Eravamo stati vittime dell’ amore, non lo vedi arrivare ma quando te ne rendi conto it’s too late.
Mi ricordo esattamente quando capii che non eravamo solo più amici, che entrambi volevano un cambiamento: Level up! Okay, non so che ragionamento possa aver fatto il mio cervello, ma dopo questa interruzione torniamo a quella sera.
“ Domani vieni a darmi il buongiorno?” ma che mi stava succedendo caro diario, che  cosa mi avevano fatto?
“ solo se scendi a salutarmi adesso…non c’ è nessuno sotto”
 
Il cuore prese a battere all’ impazzata, ero pronta? Cioè era più facile esprimermi dietro uno schermo, ma di persona sarei stata un disastro. Scesi le scale lentamente, e aprii la porta del mio salotto ancora più lentamente, Eri seduto davanti al pc e guardavi un film giapponese. Mi avevi sentito arrivare? Sicuramente! Perché ti voltasti e, mi feci accomodare vicino a te; iniziai a fissare il tuo schermo, sentivo il tuo sguardo chino su di me, ma ero troppo timida  per prendere qualsiasi iniziativa. Spegnesti il computer e iniziasti a parlarmi, mi lasciai condurre da te come spesso accadeva e si ruppe l’ imbarazzo; giunse il tempo di salutarsi mi indicassi la guancia e con un coraggio senza precedenti ti stampai un bacio. Era stato il primo della mia vita e, non ero andata cosi male. Ahaha, okay non che ci andasse una laurea, ma per me aveva significato molto. Da lì a poco finimmo per metterci insieme, a volte mi capita di chiedermi se sia stata la mossa più saggia, ma ehi non importa, ormai è successo. Eravamo sicuramente innamorati, ma stare insieme era tutto un’altra storia, qualcosa che nessuno di noi due aveva mai fatto. Era nuovo per entrambi e un fu un fiasco totale, di quei sette mesi insieme…il mio momento preferito? Il regalo di natale. Era la vigilia, il giorno dopo sarebbe stata natale e sarebbero stati 2 mesi. Andammo a vedere Alvin se non erro e, poi ti diedi il mio regalo. Tu ti presentasti a mani vuote, non avevi nulla per me; ci rimasi malissimo e la serata decisi di passarla in camera mia. La mattina seguente andai dal tuo cognato e gli raccontai della mia delusione e, fu lui a confessarmi che la sera prima l’ avevi passata a cercare il libro del Young Holmes che tanto volevo. Mi si riempirono gli occhi di lacrime, era stata la cosa più dolce che qualcuno potesse farmi, ti eri girato Torino da cima in fondo per un libro, per farmi felice? Se ci penso ancora mi viene di nuovo da piangere, stupide lacrime! Quella sera la passammo senza litigare, ero cosi riempita dentro da non rompere le scatole, non a caso resta anche il tuo più bello ricordo e purtroppo anche l’ unico. Avevo 15 anni, volevo vivere una storia da Chuck e Blair, okay, sesso escluso; ma eri sempre impegnato con lo studio. Avere il fidanzato più grande non mi sembrava più cosi figo, eri stressato per le sezioni esami ed eri cosi distante; quando giunse l’ estate decisi di mettere un termine a quella relazione. Non ne potevo più volevo divertirmi, okay, tuo cognato sostiene che l’ unico motivo per cui decisi di lasciarti era per avere una storia da raccontare alle mie amiche. Loro venivano continuamente lasciate, cornificate ed io non avevo mai nulla da dire. Fatto sta che fui una grande egoista, ti lasciai in piena sezione esame, mi spiace non ci pensai nemmeno. Volevo solo divertirmi e, così andò. Conobbi Mito; lo chiamasti così per la sua auto e, perché secondo te non attribuirgli un vero nome, fa sembrare la nostra storia assai irrilevante.
 
Ehi more, te la senti di andare avanti? O preferisci che ci fermiamo qua? Che faccia un salto temporale? Ti presto il mio bicchiere di acido, sii forte baby, sii forte. E’ solo un piccolo  errore di percorso, e posso rassicurarti che  andrà a finire bene.
 
Conobbi Mito all’ orale di babbuina, era uscito con un il massimo dei voti e aveva la lode. Mi innamorai solo per questo, era un genio e fu tutto. Era biondo occhi azzurri, ma lo era sempre stato. Lo avevo anche visto in passato, avevo pensato che forse aveva attraversato, ma scoprire che fosse intelligente cambiò il mio modo di vederlo. Decisi di farmi aiutare di fisica da lui, dici che sia stata una scusa? Beh, chi può dirlo. Cominciammo a scriverci frequentemente a vederci altrettanto, era sempre disponibile. Era quello che tu non eri stato. Perdonami, ma è ciò che pensavo.
Mi sembrava di vivere in un film, veniva a prendermi sotto casa, parcheggiava la mito e mi faceva squillare il cellulare, mi guardavo un po’ allo specchio e poi correvo a raggiungerlo; ignara che ci osservavi dalla finestra. Mi ero dimenticata che vivessi lì, tu provai a farmi ragionare, mi chiesi di tornare insieme, mi riempisti di fiori, ma stavo bene. Ero felice con Mito, davvero contenta. Avevo il suo tempo per me, mi sentivo amata e non avrei chiesto di più. Ma la nostra storia durò solo tre mesi, non mentirò; per quanto male ti possa fare, furono tre mesi stupendi. Però mito non era te, lui non capiva perché volessi restare vergine fino al matrimonio. Mito insegnava catechismo, ma non solo non conosceva Dio, ma nemmeno credeva che esistesse e, se mai fosse esistito per lui non era altro che un grande egoista. Mi faceva malissimo sentirlo parlare così, tu sai quanto Dio sia importante per me e, lui non faceva altro che discreditarlo. Però mito promise che mi avrebbe aspettato e, che non mi avrebbe messo pressione e fu sincero con me, non la ruppe mai. E allora perché la cosa finì ? Mito non credeva nel matrimonio, era convinto che non fosse necessario che anzi, molte coppie sposati soffrivano proprio per quello. Lui pensava fosse meglio convivere. Mh, come avremo fatto? Io Non avrei perso la verginità fuori dal matrimonio e, lui non sognava di sposarsi. Per quanto potesse piacermi la nostra storia, era destinata a morire ancora sul nascere e così fu. La mia rottura più tragica, piansi per mito. Piansi, glielo dovevo. Avevo spezzato il suo cuore, mi ero fatta dal male, ma non avrei rinunciato a Dio. Ero sicura che fosse per il meglio, mito non si è ancora rifidanzato, ma mi auguro che un giorno Dio gli faccia incontrare qualcuno che saprà amarlo per davvero, meglio di come  avrei mai potuto fare.
 
 

Il mio piccolo errore fu solo di tre mesi, vogliamo parlare del tuo? Il tuo durò il triplo.
All’ inizio quando seppi che ti eri messo in coppia con lei, non mi fece né caldo né freddo. Anzi, ero felice che non rompessi più per tornare insieme. Ringraziai Dio per la mia liberazione. E, poi non potevo credere che ti fossi del tutto indifferente. Nella mia di testa, non era altro che il tuo modo di vendicarti e di attirare la mia attenzione. Mi sento un po’ come Baker, che vedeva la sua vita solo dal suo punto di vista senza rendersi conto che le cose non sempre ci appaiono come realmente sono.
Tu non stavi cercando di farmi tornare, anzi, lottavi per non provare più nulla per me. Avevi deciso di andare avanti e, ne avevi davvero l’ intenzione. Per quanto lei potesse essere bella, non la temevo. Lei non era moi e, tu volevi me; ne ero certa. Ma mi sbagliavo, non solo superò i nostri sette mesi, ma eri cosi fiera di lei da mostrarla un po’ ovunque, nessuno sapeva di noi, mentre nessuno ignorava la vostra di storia. Lei qua. Lei lì. Per lei ti facevi Torino-Pavia come fosse una passeggiata, ti ho odiato un po’. Com’ è che improvvisamente gli esami non ti facevano più sclerare? Ti piaceva perché era più donna di  me vero? Si truccava, faceva attenzione al look, tutte cose al mio parere troppo superflue. E, poi non aveva 8 anni in meno di te, era perfetta! L’ avresti sposata. Gentili lettori questo non vuole essere un’ iperbole, voleva realmente maritarla. Quando ci penso, quasi mi viene voglia di picchiarti. La presentasti a tua sorella, ne parlasti con tua madre. Fissasti anche l’ anno per il matrimonio, mannaggia a te! Ma sopportavo tutto ciò in silenzio, continuava a non spaventarmi, non fino alla domenica del tuo battesimo. Quando non so bene per quale motivo decidesti di venire a presentarla a mia zia. Lì capii che le cose mi erano sfuggite di mano. Tu venivi a dire a mia zia di essere fidanzato e, non avevi mai avuto il coraggio di dirle che mi avevi amata, che prima di lei c’ ero stata io. La mia povera zia nella sua ignoranza mi ordinò di preparavi il thè. Dovetti fare gli onori di casa alla tua ragazza? Moi ton ex? Ho voglia di mandarti a stendere, ma resterò educata, la volgarità non è mai la soluzione. Tirai fuori il migliore sorriso e, mi comportai da brava persona, non ti sputai nemmeno nel thè. Cavoli! Avrei dovuto, so che non è molto cristiano, ma tonerei indietro e ti sputerei nel thè, tanto è uno scambio di salive, come un bacio… Okay, che ricorda il bacio di Giuda, ma resta pur sempre tale.
Quella sera piansi tutte le lacrime del mio copro, piansi per tutta la notte, no stop. Chiamai mia madre negli USA e le raccontai tutto, la buona donna trovò il modo di giustificarti, ti ama più di me. Lo so perché mi ha anche confessato di averti incoraggiato a fare un regalo per la laurea della tua ragazza e, lei a differenza di zia sapeva del nostro passato. Che buona donna! Chiamai poi mio fratello in Francia, gli chiesi se fosse sicuro che Dio fosse realmente buono. Perché non capivo perché aveva lasciato che tu potessi distruggermi cosi. Mio fratello mi disse che Dio non c’ entrava nulla con le tue cattive decisioni, vedi cosa avevi fatto? Potevo avere problemi con il grande Capo per nulla. Finii poi con una chiamata in Canada a mia sorella maggiore; lei non la prese cosi bene e, quindi, quando deciderai di venire a chiedermi di sposarti non stupirti se lei ti guarderà un po’ di traverso, ma non preoccuparti finirà per amarti, finiscono sempre tutti per farlo. Da quel giorno mi richiusi in camera, uscivo solo per scuola e mangiavo come se non ci fosse un domani, ero triste e l’ unica persona con cui volevo parlare, era quella che mi stava facendo del male. Dovevi tirarmi fuori dal mio baratro, stavo annegando. Presi quanti chili? Wesh, I hate you! Poi vidi la luce in fondo al tunnel. Al ritiro mi sedetti in disparte, ehi… di nuovo al ritiro? Wow, non ti sa di dejà vu? Avevo esitato ad andarci, non volevo vederti tutto un weekend con la tua girlfriend, ma poi decisi di andarci. Ero seduta in disparte, stavo male e te ne rendesti conto… ti sedetti silenziosamente accanto a me e, facesti una battuta. Iniziammo a parlare come se non ci fossimo mai lasciati, come se il mondo fosse ancora tutto nostro. Mi chiedesti del perché di tutta quella solitudine, ti spiegai che ne eri responsabile, ti spiegai della rottura con Mito. Conversammo per bene 5 ore di fila, mamma mia. Dopo quella chiacchierata ero rinata, mi godetti il ritiro. Tornai a casa e, mi misi a dieta, ritornai a stare bene. Avevi fatto il tuo lavoro, Dio si era usato di te per salvarmi da me stessa e, da quell’ orribile solitudine. Parlando insieme a te capii che potevi essere fidanzato, ma che tra noi non era cambiato nulla. Non ti avevo perso, poteva volerci tempo, ma saresti tornato e, sei tornato. Non vi siete lasciati dopo quella nostra chiacchierata, nope. Avete continuato la vostra relazione per mesi e, poi qualcosa si è rotto e sei tornato a casa. You're welcome my dear!
Un giorno, mi squilla il telefono e sei proprio tu.

“ Perché’ ci siamo lasciati?”
 
Silenzio, non so che dirti. Mi hai colto alla sprovvista, iniziammo a parlare come bene sappiamo fare, poi sento un rumore del treno. Starà andando a Pavia.  Che (Bip) ognuno si faccia piacere. Mi chiama per tenergli compagnia mentre va dalla tipa, non commentai. No People! In realtà stava andando in montagna dal suo migliore amico, si erano lasciati da un mesetto ormai ed io non sapevo nulla. Tuo cognato aveva provato a farmelo capire, ma non avevo afferrato il segnale. Dopo quella sera non smettemmo più di scriverci, eravamo tornati in armonia e, poco dopo riprendemmo a FREQUENTARCI. Non stavamo insieme, anche ci mancava poco. Ci tengo a precisarlo, perché per molti sostengono che  ti abbia lasciato due volte, per me frequentarsi non voleva dire stare insieme. Stavolta, tutto procedeva per il verso giusto, non si litigava per tutto, eri più presente. Tua sorella e suo marito ci vedevano già all’altare. Poi mi feci il viaggio nel mio amato Paese Natale e, quando tornai a casa ero cambiata. Ero stata stra corteggiata, non sapevo che fossi così carina. Non me ne ero mai resoconto, e fu una cosa travolgente. I maschi mi guardavano diversamente, i mesi in palestra erano serviti a qualcosa quindi? Poi arrivò l’ anno della maturità , la patente e fu troppo. Avevo cosi tante cose da gestire che decisi di mettere un punto alla nostra storia. Non sono brava a gestire l’ ansia e, l’ unica cosa che ho imparato da mio padre? E’ di fuggire via e, così feci. Ti spezzai il cuore un’ altra volta, tua sorella, mia madre, tuo cognato, i tuoi amici, i miei, cercarono invano di farmi ragionare. Non ne volevo più sapere. Poi è passata la tempesta, ho avuto sta benedetta patente, ho avuto la maturità con un bel voto e sono tornata da te. Non mi hai accolto come il figlio prodigo, mi hai detto che ti avevo già fatto sto scherzo di tornare e ripartire più volte e che finalmente stavi riuscendo ad andare avanti. La tua riabilitazione sembrava funzionare e, non volevi che rovinassi di nuovo tutto e, cosi mi sono rassegnata… Mi sono detta che era realmente concluso, ma poi ci hai ripensato, okay, diciamo che l’ aiuto di tua sorella, tuo cognato e amici sia stato fondamentale, ma sei tornato. Abbiamo ripreso a parlare un po’ per volta, avevi paura di essere di nuovo ferito, cosi tanto da farmi diventare ansiosa. E, un mese fa hai deciso di volere ritentarci, aspetti ancora una risposta e credimi non tarderà più, ma ho bisogno di tempo. Perché, ora come adesso stiamo benissimo, ma appena mettiamo l’ etichetta io vado in palla, mi sento intrappolata, ho ancora voglia di scrivere storie d’ amore che non riguardino noi, ho ancora voglia di amori platonici, voglio sbavare per Brad Pitt senza sentirmi in colpa, ho solo paura… Paura di perderti nuovamente. E non ci sarà un ritorno, è la mia ultima occasione e, non voglio mandare tutto all’ aria. I tuoi genitori mi stra amano e, i momenti no per noi sono difficile poi per tutti. Le nostre famiglie ormai si sono fuse ed è per questo che stavolta le cose devono essere fatte per bene. Non so se sia amore il nostro, ultimamente mi capita di chiedermi se DIO mi abbia creata pensando a te, se possa essere degna di avere il privilegio di aiutarti nella tua visione. E’ tutto nuovo per me, e non so sempre come comportarmi, non so mai se faccia troppo o se faccia troppo poco, ma tu resta perché when God made you he must have been thinking about me. Happy birthday Mister!  E, pensare che sarebbe bastato un semplice “ Auguri” ma meritavi un’ edizione speciale. E poi, non mi è costato molto… una notte in bianco, qualche ore ancora stamattina e 4100 parole.


MY Space.
Good or bad? Spero che vi sia piaciuta la puntata e, che non vediate l' ora della prossima, si'? A presto people!
To be continued..
 
 
 

 
  
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