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Autore: Aryelle    04/11/2018    0 recensioni
CROSSOVER TRA PERCY JACKSON ED HARRY POTTER RECENTEMENTE SPOSTATA IN QUESTO FANDOM
Alexandra era cresciuta con poche certezze nella vita, ma su quelle poche certezze, ci aveva costruito su la sua intera esistenza.
Era cresciuta conoscendo bene il suo ruolo nel mondo, aveva imparato ad accettarlo, e a conviverci.
Era cresciuta tra una famiglia che l'amavano e la sostenevano, i Malfoy, e una famiglia che l'aveva educata in modo piuttosto bizzarro, gli Dei.
Ma si sa, anche se una guerra tra Dei e Titani non riesce a smuovere quelle poche certezze, l'adolescenza e tutti i problemi da essa portati, beh, ci riescono eccome.
Questa è la storia di una semidea la cui materia preferita è Pozioni, la storia di una guerriera il cui sogno è diventare Medimago. Questa è la storia di Alexandra, figlia di Zeus.
Questa storia era già stata pubblicata, ma ho deciso di riscriverla, cambiandola un po'. Spero che mi darete un vostro parere.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Lily/Scorpius
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Figlia di Zeus'
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Angolo autrice: sono ritornata dopo quanto? Tre anni. Metà di questo capitolo è stata scritta all'epoca dell'ultimo aggiornamento. L'altra metà, nell'ultima settimana. In realtà non so nemmeno perchè ho aggiornato. Non è mia intenzione abbandonare la storia, e con questo tardivo aggiornamento sto cercando di farvelo capire. Ill mio è un capitolo breve, ma è semplicemente un segnale per dirvi che ehi, sono ancora viva e che non ho intenzione di abbandonare una storia a cui ho iniziato a pensare più di sei anni fa, e che avevo iniziato in maniera diversa. Ero stata incerta fino all'ultimo sull'idea di aggiornare, ma poi qualcosa mi ha spinta a farlo. Volevo capire se ne valesse la pena continuare, se ci fosse qualcuno a cui ancora interessa la storia di Alex e del suo tormentato passato. Spero che vi piaccia, e spero che mi facciata sapere cosa ne pensate. Ho più volte pensato di abbandonare la mia storia. Inutile dirvi che un vostro parere potrebbe farmi cambiare idea. Buona lettura e grazie!




Le porte dell’ascensore si chiusero, ed Harry poté finalmente concedersi un sospiro di sollievo, liberatorio. Dopo ore passate chiuso nell’ufficio di Kingsley, finalmente era riuscito ad ottenere il permesso di ispezionare villa Nott e villa Greengrass. L’ascensore si bloccò, per lasciare entrare altri dipendenti. Ed entrò Draco Malfoy.
Nonostante un accenno di sorriso di scherno, era pallido e grigio in volto, le occhiaie evidenti e se possibile ancora più magro di qualche giorno prima –Allora, Potter?-
Mostrò il foglio col permesso, a mo di trofeo. –Andremo immediatamente- si scambiò uno sguardo di intesa con Ron, che annuì, stranamente serio in volto.
-Le pattuglie ci attendono sul luogo- le porte dell’ascensore si aprirono.
---
Il pallore della luna illuminava a stento quello che era il maniero dei Nott. Coltri di nubi nere dilagavano all’orizzonte, minacciando una notte tempestosa. Nonostante la buia facciata fosse visibile, una schiera di alberi ne copriva le fiancate, quasi come a nasconderne il retro.
Sembra che l’abbiano quasi posta sull’ingresso di una foresta, pensò amareggiato Harry. Un luogo adatto per nascondersi e tendere un agguato. A sfavore di chi, poi, era tutto da vedere. Aveva distribuito metà delle sentinelle intorno ad ogni fiancata della villa, un quarto a proteggere l’ingresso, mentre i dieci uomini restanti erano all’interno della villa.
-Nott Manor non è mai stato un luogo ospitale, né tantomeno accogliente, ma mai così tetro, e disabitato-
Non aveva mai frequentato ambienti simili, ma non poteva che ritrovarsi d’accordo. Seguì Malfoy in quello che era il salone d’ingresso, e non poté che notare le differenze con casa sua. Ogni volta che tornava a casa, ad accoglierlo c’era sempre il profumino di qualcosa che cuoceva nel forno, un ambiente caldo, accogliente, e soprattutto vissuto. Lì tutto era immacolato, statico, e soprattutto impolverato.
Il salone d’ingresso ospitava pochi arredi, quali un tavolino e delle poltrone d’attesa, un comò sulla quale era poggiato un vaso per i fiori vuoto, un appendiabiti spoglio, vari candelabri appesi alle pareti senza alcuna candela, una scalinata che conduceva ai piani superiori.
-Qui non ci abita più nessuno- decretò Ron.
-Sembra che sia stata lasciata premeditatamente- commentò Malfoy, aprendo a caso alcuni cassetti del comò, anch’essi vuoti.
-Signor Potter- lo richiamò un Auror, scendendo dalle scale –ho controllato le stanze principali e non, ispezionato mobili e archivi ma niente, sembra che tutte le cose più importanti siano state portate via. Le dispense della cucina sono vuote, e non c’è neanche un elfo domestico- Harry sospirò.
Fuori uno.
---
Chiacchiere. Urla. Risate. Colori. Calore. Felicità. Famiglia. Erano questi elementi che caratterizzavano le riunioni di famiglia, e in particolare il Natale, con la famiglia Weasley. Il salone dei Potter era addobbato con ghirlande, luci, e decorazioni natalizie. L’albero e l’enorme tavolata preparate a festa facevano da protagonista in quell’atmosfera così calda e gioiosa. Il chiacchiericcio però non era allegro come al solito. Tutti erano in ansia, attendendo il ritorno di Harry e Ron, che erano assenti per via di una particolare missione per ordine del Ministero. Tutti sapevano, tutti immaginavano, ma nessuno dava voce ai propri pensieri. Non era stato detto nulla sui dettagli della missione, ma tutti immaginavano quale missione fosse: la scomparsa delle donne purosangue incinte, e della giovane Alexandra. In un angolo della sala, seduti sul divano, c’erano Lily e Hugo.
-Non ci sto capendo niente- sospirò Hugo.
-A chi lo dici- asserì Lily.
-Per te è diverso, la conosci meglio di tutti-
-Questo non è vero. Moltissime persone la conoscono come me. Solo non tra i nostri-
-Tu pensi che ce la faranno? A ritrovare Alex?- chiese Hugo, speranzoso.
-Credo di sì Hug. Lei ne ha passate tante, e ce l’ha sempre fatta- Lily guardò di sottecchi il cugino, sperando di rintracciare una singola nota fuori posto. Non era l’attenzione di Hugo verso Alex a insospettirla. Erano compagni di scuola, frequentavano lo stesso anno. Era normale. Ma in Hugo c’era qualcosa di strano. Era da tutta la sera che si torturava le dita, incessantemente. Le sue orecchie erano rosse, simbolo che era in imbarazzo: era una caratteristica ereditata dal padre, lo zio Ron. E in più aveva quella ruga al centro della fronte, che caratterizzava le espressioni ansiose e concentrate della zia Hermione.
-Hug, devi dirmi qualcosa?-
Il cugino sembrava sul punto di ribattere che andava tutto bene, quando si fermò, ci pensò, e sospirò -In realtà si Lils, vorrei parlare di una cosa con te. È molto importante per me- Lily aveva notato che nel risponderle non l’aveva mai guardata negli occhi. Aveva tenuto lo sguardo basso, concentrato sul maglione fatto a mano da nonna Molly mentre le dita ne stropicciavano l’orlo.
Lily stava per rispondere quando un Patronus si materializzò al centro del salone, interrompendo il brusio concitato e ansioso. Un patronus a forma di cervo.
-Convocati al Ministero. Faremo tardi. Iniziate senza di noi. Riunione d’emergenza. State tranquilli- la voce del padre si diffuse per la stanza, calma, pacata. Troppo pacata. A Lily qualcosa non tornava. Lily ispezionò la stanza. Al centro, sua madre e la zia Hermione si scambiarono degli sguardi, consapevoli. Ma non era loro che cercava. Ed eccolo, al lato opposto, seduto su una sedia, vicino ai cugini più grandi, suo fratello James. Erano intenti in una conversazione alla quale il fratello era attento, ma in fondo, lo sapeva, non lo era davvero. Sospirò. Uno dei motivi per cui era particolarmente in ansia, in quel periodo, era suo fratello. Silenzioso come non lo era mai stato, distante come non lo aveva mai visto, suo fratello era alle prese con una delle cose più sconvolgenti che potesse capitare a James Potter. Si era innamorato. Nello specifico di una ragazza che aveva volontariamente allontanato, e che poi era scomparsa. Nello specifico, della sua migliore amica, Alex.
-A questo punto è inutile aspettare ancora. Metteremo loro qualcosa da parte. Possiamo sederci a tavola- e con quelle parole, accompagnate da un sorriso tirato, Ginny Potter diede il via al cenone della vigilia di Natale.




 
  
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